Rachele Riccetto's Blog, page 17

January 20, 2024

ZOMBIE – JOYCE CAROL OATES

Voto: 7/10

Edito: Il Saggiatore

Quentin non è un uomo come tutti gli altri: ha superato i trent’anni, sta scontando due anni di libertà vigilata dopo essersi dichiarato colpevole di molestie su minore, frequenta dei corsi di ingegneria all’università mentre lavora come custode nella grande villa che appartiene ai genitori e le cui stanze vengono affittate da studenti stranieri, ed ha un’ossessione martellante in testa.

Il pensiero fisso che lo tormenta è quello di creare il proprio zombie, una specie di schiavo, che possa soddisfarlo emotivamente e sessualmente per tutta la vita.

E così comincia a studiare, a cercare il modo migliore per rendere docile la sua creazione, e si imbatte in uno studio riguardante la lobotomia.

Quentin è pronto a iniziare i suoi esperimenti.

Che libro agghiacciante.

Avevo sentito parlare di Oates, e di come alcune sue opere siano considerate controverse, e mi è capitato un po’ per caso questo titolo fra le mani. E ora capisco.

A quanto pare il personaggio di Quentin è ispirato al vero serial killer Jeffrey Dahmer, ed effettivamente leggendo il libro ho avuto proprio l’impressione che si parlasse di lui, tanto che in alcune scene mi aspettavo soltanto di vederlo estrarre coltello e forchetta.

Ma Quentin è leggermente diverso, come serial killer: Quentin ha un grande piano in mente, e nessun briciolo di empatia per chiunque gli stia intorno.
Probabilmente questo è uno degli aspetti che più rende difficile questa lettura, il modo in cui ogni cosa venga descritta con una leggerezza atroce, le cose più morbose si mescolano ai pensieri più comuni, creando un miscuglio nero e putrido.

Questo non è un bel libro, per vari motivi: la crudezza di ciò che viene raccontato e del modo in cui ci viene presentato, la prosa così semplice e ripetitiva non innalza l’opera ma ci fa precipitare nella mente ossessiva del protagonista, la storia narrata in prima e terza persona con frasi brevi da una parte spezza un po’ il ritmo e dall’altro ci spinge inesorabilmente verso il baratro, il finale che accende una fiammella di speranza per appena una manciata di righe prima di strapparci via anche quella.
Questo non è un bel libro nel senso classico della definizione, ma è un libro che funziona molto bene.

Colpisce il lettore con la sua violenza e la sua mostruosità, mostrando in maniera credibile e realistica come ci si potrebbe sentire all’interno della mente di un serial killer.

Sì, non è tutta invenzione della mente di Oates perché principalmente è Jeffrey, ma Quentin riesce comunque a trasmetterci qualcosa di suo.
Nonostante sia un personaggio chiuso, che trasmette incomunicabilità, che non riesce a parlare di sé con nessuno, che nessuno conosce davvero, mostrandoci sia l’indifferenza del sistema giudiziario nei riguardi di certe persone sia i pericoli causati dai tentativi della classe medio alta di nascondere tutto ciò che potrebbe causare problemi o scandali sotto al tappeto, nonostante il completo distacco di Quentin da tutti quelli che lo circondano, noi riusciamo a sentire la sua voce.

Ed è spaventoso.

Grazie Joyce, che angoscia.

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Zombie

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Published on January 20, 2024 02:15

January 16, 2024

IL PRIMO ROMANZO DI SARA POLLINI

Salve a tutti!

Oggi ho il piacere di presentarvi il primo romanzo di Sara Pollini, edito Porto Seguro, che mi è stato gentilmente inviato dall’autrice, e pubblicato a gennaio del 2023.

29 virgola 9 periodico è un racconto sulla ricerca della felicità. Peccato che Giovanni, ossessionato dall’idea di compiere il suo trentesimo compleanno senza aver ancora combinato niente di grandioso, la cerchi puntualmente nei posti peggiori. E la sua segreta passione per la vita sregolata, così come per tutto quel che suona maledetto, come le correnti letterarie underground degli anni ’50, non lo aiutano. Finché, una domenica mattina, proprio mentre è costretto ad affrontare l’ennesima noiosa giornata passata in famiglia, trova un grande progetto in cui credere: come Bukowski, anche lui scriverà il suo “On the Road”. E imitando i mitici ribelli uno dopo l’altro, aiutato dalla mania di emulare personaggi e stili di vita, finirà con l’intraprendere un viaggio che lo porterà esattamente dove voleva: a San Francisco, cuore della letteratura beat, alla ricerca dell’ispirazione e di un’avventura che lo aiuti a realizzare il suo sogno.

BIO: Sara Pollini è nata e vive a Milano dove scrive slogan e altre cosette per le auto, le birre e i mobili svedesi. Di questa storia sa poco o nulla, si è limitata a scriverla per un amico.

Non vedo l’ora di leggere questa storia e di parlarne con voi.

Presto la recensione!

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Published on January 16, 2024 01:53

IL NUOVO ROMANZO DI SARA POLLINI

Salve a tutti!

Oggi ho il piacere di presentarvi il nuovo romanzo di Sara Pollini, edito Porto Seguro, che mi è stato gentilmente inviato dall’autrice, e pubblicato a gennaio del 2023.

29 virgola 9 periodico è un racconto sulla ricerca della felicità. Peccato che Giovanni, ossessionato dall’idea di compiere il suo trentesimo compleanno senza aver ancora combinato niente di grandioso, la cerchi puntualmente nei posti peggiori. E la sua segreta passione per la vita sregolata, così come per tutto quel che suona maledetto, come le correnti letterarie underground degli anni ’50, non lo aiutano. Finché, una domenica mattina, proprio mentre è costretto ad affrontare l’ennesima noiosa giornata passata in famiglia, trova un grande progetto in cui credere: come Bukowski, anche lui scriverà il suo “On the Road”. E imitando i mitici ribelli uno dopo l’altro, aiutato dalla mania di emulare personaggi e stili di vita, finirà con l’intraprendere un viaggio che lo porterà esattamente dove voleva: a San Francisco, cuore della letteratura beat, alla ricerca dell’ispirazione e di un’avventura che lo aiuti a realizzare il suo sogno.

BIO: Sara Pollini è nata e vive a Milano dove scrive slogan e altre cosette per le auto, le birre e i mobili svedesi. Di questa storia sa poco o nulla, si è limitata a scriverla per un amico.

Non vedo l’ora di leggere questa storia e di parlarne con voi.

Presto la recensione!

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Published on January 16, 2024 01:53

January 13, 2024

LEGENDS&LATTES – TRAVIS BALDREE

Voto: 6/10

Edito: Tor/Mondadori

Un’orchessa decide di appendere (letteralmente) la spada al chiodo e abbandonare la sua vecchia vita, fatta di sangue e violenza, per aprire un piccolo caffè nella città di Thune.

E così, grazie a nuove e vecchie amicizie, pasticcieri e carpentieri, riuscirà a coronare il suo sogno, nonostante tutte le difficoltà che si presenteranno lungo il suo cammino.

Che cosa ho appena letto?

Qual è il senso di questo romanzo?

Dov’è la storia di questo romanzo?

Com’è possibile che tutti lo amino?

Cominciamo dal principio: la storia di base. Viv, la protagonista, decide di aprire un caffè.
Giusto, certo, sensato.
Diciamo che ambientandolo nel nostro mondo nessuno lo avrebbe degnato anche solo di uno sguardo, e allora l’autore lo ha furbescamente ambientato in un mondo fantasy, con orchi e nani e elfi e succubi, et voilà, un’idea originale e geniale!

Dicevo: Viv vuole aprire questo caffè, in un mondo in cui quasi nessuno sa che cosa sia il caffè (nonostante i nani abbiano già inventato macchine per macinarlo e tostarlo e lavorarlo in ogni modo possibile), e il problema principale è riuscire a vendere questo prodotto sconosciuto a delle persone, e quando quel problema è risolto letteralmente in due giorni, ci serve qualcosa da mangiare, e allora troviamo subito un geniale pasticcere, e quando anche quel problema è risolto passiamo al caffè ghiacciato…più che un libro sembra uno di quei stupidi giochi per cellulare in cui apri un ristorante e piano piano devi equipaggiarlo con opzioni più variegate e apparecchiature più avanzate e…che palle!

E quindi niente, diciamo che per me la storia di base non funziona un granché, e allora vediamo quelle secondarie: Viv ha una specie di gemma che della gente vuole rubare (a un certo punto ho smesso di prestare attenzione a ciò che stavo leggendo) e poi c’è la Signora della Mafia della città che esige un pagamento per la protezione del locale. Ma che cosa ho letto??

Ok, e allora niente, lasciamo stare la storia e passiamo ai personaggi: piatti, piccoli, macchiette, tutti così dolci e disponibili e buoni da far cariare i denti.
La relazione fra Viv e Tandri non ha un minimo di cuore e di calore.
Tutti gli altri personaggi hanno una faccia/un compito/una voce, e restano chiusi in questa piccola bolla senza spessore.

Il mondo…ma quale mondo? Tutto si svolge all’interno del caffè, che è la nascita di uno Starbucks qualunque (arriviamo anche alle travel mugs), e che soltanto chi non ha mai lavorato nella ristorazione potrebbe romanticizzare in questa maniera.

Boh, già l’idea di un “cosy fantasy” mi aveva fatto storcere il naso e le due righe di trama che avevo letto non erano riuscite minimamente ad attirarmi, ma come al solito ho letto troppe recensioni ed eccomi qua.

E niente, la prossima volta dovrò seguire il mio istinto.

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Legends&Lattes (ita)

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Published on January 13, 2024 02:30

January 10, 2024

NON ABITIAMO PIÙ QUI – ANDRE DUBUS

Voto: 8/10

Edito: Mattioli 1885

Tre racconti lunghi che vorticano intorno alle vite di due coppie, raccontando tre momenti diversi e parlando un po’ di tutta l’umanità.

Nel primo racconto, Jack è sposato con Terry, e Hank è sposato con Edith, ma la monotonia e la frustrazione e la voglia di qualcosa di nuovo si insinua nelle loro vite, rimescolando le carte in tavola, aggiungendo nuovi tradimenti e svelandone di vecchi.

Nel secondo racconto, Jack è ancora sposato con Terry, e i due hanno trovato una pace con cui affrontare la loro vita famigliare, così come Hank ed Edith, che dopo tentativi e discussioni, hanno deciso di vivere le proprie vite con più libertà, senza nascondere al proprio coniuge le nuove ed eventuali relazioni e senza mentirsi, ma continuando ad amarsi e a rimanere uniti per Sharon, la loro unica figlia; ma la vita e la morte si insinueranno nelle loro vite, cambiando questa nuova normalità.

Nell’ultimo racconto, Hank ed Edith hanno ormai divorziato da anni, e lui ha una nuova relazione con un’altra delle sue studentesse, e sta ancora cercando di trovare un nucleo che riesca a ridargli quella sensazione di stabilità che aveva trovato con Edith, e anche questa volta la vita e la morte torneranno ad intrecciarsi per spingerlo a prendere una decisione.

Dubus è stato una vera e propria scoperta.
Questa volta non posso prendermene il merito, non mi è piovuto per caso fra le mani, ma mi è stato consigliato caldamente. Che viaggio incredibile nell’animo umano!

Questi racconti sono stati scritti tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli anni ’80, eppure riescono ancora a gridarci con forza dalle pagine del libro.

Dubus parte da quattro personaggi come tanti, due coppie giovani e sposate, due coppie di amici, ognuna con i propri problemi e le proprie gioie, e riesce a smascherare almeno in parte qualcosa che si nasconde in tutti noi. Con sguardo quasi cinico ci parla di tradimenti e disillusioni, quotidianità e gelosie e rimorsi, senza mai nascondere la propria sensibilità.

Quando la sua attenzione si concentra con forza su uno dei personaggi, tutta la luce si riversa sul suo capo, mettendolo completamente a nudo di fronte ai nostri occhi.

Nel primo racconto Jack si sente un uomo pieno di vitalità, vorrebbe liberarsi dalla sua vita monotona e piena di rancore, dalla sporcizia che invade la sua casa e il risentimento che prova nei confronti di sua moglie; l’attenzione del lettore è su di lui, e su Edith, così giovane e bella e piena di passione, ma con la coda dell’occhio riusciamo ancora a notare Terry, che Dubus lascia volontariamente indietro per aumentare questo senso di disparità che si solleva dalle pagine; e quando Terry inizia la sua breve relazione con Hank, allora Dubus ci ricorda che anche lei è un personaggio a tutto tondo, che non è soltanto una macchietta, e noi lettori, proprio come Jack, ritroviamo la strada di casa.

Edith è l’amante, è giovane e sensuale, e Terry è la moglie, è stanca e sfiorita, eppure Hank compie la scelta inversa di Jack, e Dubus ci mostra come il punto di vista di ognuno di noi sia soggettivo e le cose possano cambiare modificando appena il punto di osservazione.

Ed è così per ogni racconto: nel secondo Hank ed Edith sembrano aver trovato un loro equilibrio, ma noi possiamo osservare Edith da vicino e conoscere i suoi pensieri, e sappiamo che qualcosa bolle in pentola (cosa che Hank riuscirà a comprendere definitivamente soltanto nel terzo racconto, chiudendo alla perfezione il circolo e donando pace al rapporto fra i due personaggi).

Nel terzo Hank ha trentacinque anni, eppure continua a frequentare ragazze diciannovenni del suo corso, ma possiamo anche vedere tutti gli altri rapporti che ha avuto dalla fine del suo matrimonio. Hank è sicuramente il personaggio che mi è piaciuto di meno, con la sua retorica da grande uomo e piccole donne, ma nonostante questo l’ho apprezzato molto, nella sua crescita e nei suoi rapporti interpersonali, e pur non conoscendo bene l’autore l’ho visto un po’ come un suo alter ego, questo professore di inglese e scrittore, e le sue riflessioni sulla scrittura e la vita sono davvero meravigliose e brillanti.

Lo stile di Dubus è denso e sofisticato, sensibile e profondo; ci sommerge da ogni lato, ogni parola ci rivela un mondo nuovo, ed è come scavare con uno di quei picconcini da archeologo, e ci sembra di avanzare lentamente ma ad ogni colpo emerge uno spiraglio su un universo intero, ed è impossibile arrestarne l’avanzata.

(Unica nota negativa, davvero: Edith e Hank che continuano a notare, in diverse fasi della sua crescita e contesti differenti, i seni di Sharon. Boh, certe cose me le aspetto solo da Murakami, e mi lasciano sempre un po’ di amaro in bocca.)

I personaggi e le storie sono profondamente umani e realistici, veri e complessi, e Dubus sa indirizzare il lettore esattamente dove vuole lui, senza mai perdere il contesto generale della situazione; creando le giuste zone d’ombra e allargando le chiazze di luce, con occhio critico dai toni amari ma sempre in grado di provare pietà e mostrarsi clemente, ci ritroviamo immersi fino al collo in tre racconti dalla forza prorompente, in due matrimoni che sono l’inizio e la fine di tutto, vagando nella provincia americana che si fa ricettacolo di poche e piccole vite che racchiudono tutta l’umanità.


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Non abitiamo più qui

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Published on January 10, 2024 01:16

January 7, 2024

IL PROFUMO DEI VALGESI – MALIK TARIQ BASHIR

Edito: Bookabook

Un ringraziamento sentito a Tariq per avermi inviato una copia del suo romanzo!

Appartiene a Virginia Maltesi la voce che ci racconta questa storia.
La donna è stata vittima di un brutto incidente, ed ha trascorso le tre settimane successiva in coma.
Al suo risveglio, non riesce a liberarsi di una strana sensazione di disagio, causata da un incubo. Così l’infermiere Ugo Biagetti le consiglia di raccontare questi sogni, di inciderli su un nastro, per riuscire a sfogarsi e liberarsi finalmente da questi fantasmi.

Ed è così che inizia il romanzo, con la voce di Virginia che narra le azioni di un uomo, un viandante, che vaga per il mondo e si imbatte in una strana comunità, quella dei Valgesi.
Questi sono venti uomini che vivono nascosti e non hanno intenzione di rivelare la propria presenza al mondo.

Un romanzo breve e, sinceramente, un po’ strano, questo di Bashir.

Un paio di mesi fa avevo già avuto l’opportunità di leggere un’altra opera dell’autore, e devo ammettere che alcuni dei problemi che avevo rivelato in quella sono presenti anche in questa.

Questa volta Bashir fa muovere la sua storia nei sogni, cercando di trasportare il lettore dal mondo reale ad uno su un altro piano, per parlare di speranza e cambiamenti, accettazione del diverso e paura dell’ignoto.

La storia non è particolarmente complicata, ma ci sono parecchie cose che ho trovato strane e poco sensate.

Per esempio, nella parte che riguarda Virginia, la donna dice di aver inciso questo suo sogno con la speranza che possa un giorno aiutare a “salvare dalla morte qualche altra persona”…ma in che senso? Il sogno di una persona in coma salva la vita ad un’altra persona?

Così come nella parte che riguarda il sogno stesso, si dice dei Valgesi che siano un popolo che vive nascosto e non accetta persone esterne…eppure aprono le porte ad un viandante in cerca d’acqua, soltanto per ucciderlo subito dopo?

E il fatto che questa comunità sembri vivere in un’altra epoca, ispirata alle civiltà romane, etrusche e quant’altro, è un segno della sua apertura nei confronti dell’esterno, eppure i venti uomini continuano a dichiararsi contrari ad un incontro con il mondo esterno.

Ci sono delle idee interessanti, così come l’atmosfera generale del romanzo, inquieta ed inquietante, riesce a raggiungere il lettore e a farci oscillare fra le due realtà.

Una storia strana, senza un vero corpo, che utilizza le uniche idee più “sensate” all’inizio e alla fine, lasciando un grande vuoto confuso al centro.

Anche questa volta la scrittura di Bashir è ricercata, ma i dialoghi sono quasi tutti irrealistici, con l’utilizzo di espressioni assurde; i toni sono pomposi e tentano di dare spessore all’opera attraverso l’utilizzo di vocaboli desueti e circonlocuzioni che si mordono la coda.

Un romanzo breve che fatica a scorrere, una storia strana che non trova il proprio centro, un libro che si perde fra accenni di grandi idee poco sviluppate.


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Il profumo dei Valgesi

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Published on January 07, 2024 01:08

January 2, 2024

I BAFFI – EMMANUEL CARRÈRE

Voto: 7/10

Edito: Adelphi

Il protagonista è un uomo relativamente giovane, dai lunghi capelli e i folti baffi, che lavora come architetto in uno studio che condivide con il suo migliore amico ed è sposato con Agnès da 10 anni.

Una sera, un po’ per gioco, per provare qualcosa di diverso, decide di radersi i baffi, per sorprendere sua moglie.
Ma Agnès non reagisce in nessuna maniera a questa sua azione, e l’uomo ne resta un po’ offeso e un po’ sorpreso; insomma, in 10 anni di matrimonio non l’ha mai visto senza baffi, com’è possibile che sia rimasta così impassibile?

La cena a casa dei loro amici si svolge nella stessa maniera, senza nessuna reazione particolare alla novità, e l’uomo si convince che sia tutto uno scherzo inscenato dalla moglie, che deve aver convinto la coppia di conoscenti a fingere che sia tutto normale.

Ma “lo scherzo è bello quando dura poco”, e alla fine l’uomo cede: perché Agnès non vuole commentare la sua rasatura?
La moglie resta spiazzata e gli giura che lui non ha mai avuto i baffi, e che quindi nulla è cambiato.

Ma cosa sta succedendo?

Il suo migliore amico conferma la teoria di Agnès, e il protagonista inizia a sentirsi sempre più ingabbiato; lontana ormai l’idea di uno scherzo ben congegnato, questo è un vero complotto per farlo impazzire, per farlo fuori.

E le cose non fanno altro che precipitare.

Che dire di Carrère?

La sua penna, ancora relativamente acerba in questo romanzo (che è la sua terza opera di narrativa, se non erro), mostra già tutti i segni della sua grandezza: la sua prosa è coinvolgente e oscura, le frasi lunghe e cariche di incisi ci fanno precipitare in un vortice senza fondo, il suo stile arguto ci permette di osservare da vicino la mente distorta del protagonista, o la sua realtà distorta, o entrambe.

La storia inizia subito a passo spedito, e già dalle prime pagine l’ansia del protagonista si trasmette con forza al lettore.

La prima metà del romanzo si svolge un po’ come un sogno ad occhi aperti, un incubo dal quale è impossibile svegliarsi, con la paranoia sempre crescente e la paura di ciò che non si capisce.
O peggio: la paura di non riconoscere più ciò che è sempre stato una parte fondamentale della nostra vita.

La seconda metà, però, un po’ si perde; proprio come il protagonista, perso nella propria mente, fra complotti e ossessioni, la trama si perde fra le strade di Hong Kong, o meglio sulle sue acque, si dilunga un po’ troppo in dettagli che smorzano la tensione.

Il finale, per quanto scioccante (e con questo termine mi riferisco principalmente alla violenza delle parole, perché come scena in sé era abbastanza prevedibile) è la parte più debole, ed è un vero peccato; è vero che a questo punto avevo immaginato già un centinaio di finali possibili, quindi sarebbe stato difficile creare qualcosa di davvero sorprendente, ma avevo molta fiducia in Emmanuel, che però mi ha abbastanza deluso.

Ed è davvero un peccato, perché la prima metà del romanzo è fantastica e travolgente, ci confonde e ci disturba, ad ogni frase sembra sfilarci il tappeto da sotto i piedi e spingerci sempre un passo più in là, verso il baratro; ma la seconda metà perde molta della sua forza e il finale (per quanto d’impatto) non è riuscito a convincermi del tutto.

In generale il romanzo funziona: la distruzione di un uomo, la sua decostruzione, il suo farsi a pezzi e perdere pezzi di sé lungo la strada.

Si comincia dai baffi, quindi i migliori amici e il padre, la sua casa d’infanzia, tutta la sua vita gli si sta letteralmente sgretolando di fronte agli occhi, e non ha un’ancora di salvezza a cui potersi aggrappare, perché non c’è niente e nessuno di cui possa fidarsi.

Un’opera nera e paranoica, che ad ogni pagina ci impedisce di trovare un equilibrio che possa riassestare almeno in parte la realtà.

In questo Carrère è un maestro, e la sua prosa è così francese e ben articolata da farmi piangere.

Un buon libro, una lettura in grado di colpire il lettore, sconvolgerlo, e farlo ragionare su malattie mentali e menzogne, apparenza esteriore e percezione dell’altro, complotti e paure intrinseche.

Per quanto non sia il mio romanzo preferito dell’autore, Carrère non manca mai completamente il bersaglio.

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I baffi

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Published on January 02, 2024 01:33

December 29, 2023

COSE DELL’ALTRO MONDO – ELIZABETH MCCRACKEN

Voto: 8/10

Edito: Bompiani

Nove storie, per parlare di cose di questo mondo.

In maniera predominante: la perdita, il dolore, i sogni che si infrangono e le speranze che si adattano.

La scomparsa di un figlio, la perdita della propria moglie, l’allontanamento dal proprio migliore amico, e mille altre sfumature per descrivere il dolore che un vuoto ci lascia dentro.

Questo è stato il mio primo approccio con l’autrice, ed è stato uno scontro in piena forza: lo stile di McCracken è estremamente evocativo, riesce a materializzare di fronte ai nostri occhi ogni tipo di situazione, da quella più mondana a quella più assurda.

Tutti i personaggi di queste nove storie riescono a toccare il lettore, a farsi notare, a farsi ricordare.
Questa, in sé, è una cosa molto difficile in generale, figurarsi con dei racconti, con le poche pagine che ognuno di questi personaggi ha a disposizione per raccontare la propria storia.

Ma McCracken riesce ad affondare nelle storie e a trascinarci con lei, con il suo linguaggio forbito ma mai lezioso, molto scorrevole e penetrante, brillante nella sua cupezza.

Una penna molto intelligente ed emotiva, emozionante, densa e a tratti comica, in grado di provocare una serie infinita di emozioni nel lettore.

Quest’anno ho avuto il piacere di leggere un paio di raccolte di racconti e con questa il mio amore per il genere si è rafforzato ancora di più.

Nonostante il tema estremamente doloroso, in tutte le sue sfaccettature, o forse proprio grazie ad esso, ogni racconto è riuscito a colpirmi con la sua unicità, con i suoi aspetti più oscuri ed amari, più luminosi e dolci, più spietati e taglienti e desolati e assurdi.

Una lettura fantastica, che riesce a mostrarci a pieno il talento dell’autrice, e a colpirci con una forza inaspettata, spezzandoci il cuore in mille modi diversi.

Bambini perduti e vuoto assordante, uno strato di dolcezza a rendere ancora più nera la disperazione;La perdita improvvisa della donna amata, che ci coglie alla sprovvista mentre siamo distratti ad osservare dettagli insignificanti di una vita felice, di un uomo solo e una casa vissuta con amore;Una sega che sa mordere e sa cantare, e una donna che trova la forza per salvarsi;Un bravo ragazzo, come tanti altri, e la violenza improvvisa che squarcia il silenzio, novantasei colpi di una storia che conosciamo tutti;Note assurde e comiche per dimostrare come sia possibile perdere qualcuno con cui si condivide una casa;Il dolore della perdita di un figlio, a qualunque età, e la corporeità del lutto e della maternità;Una donna scompare, forse se n’è andata in cerca di qualcosa che non riusciva a trovare, e resta soltanto uno sconosciuto a pensare a lei, con una nota di speranza in sottofondo;Un tradimento e la perdita di un migliore amico, e dove per anni c’è stata una persona amata improvvisamente si innalza un muro di risentimento;Un viaggio a Parigi per salvare una figlia ribelle, ma un incidente cambia le prospettive, così da una parte la madre si abbandona alla perdita e dall’altra il padre non si arrende.

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Cose dell’altro mondo

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Published on December 29, 2023 01:51

December 26, 2023

LE SETTE LUNE DI MAALI ALMEIDA – SHEHAN KARUNATILAKA

Voto: 9/10

Edito: Fazi Editore

Quando Maali Almeida si risveglia, non sa dove si trova.
Non conosce le persone intorno a lui, non riconosce il luogo, e non ricorda nulla.

Ma presto scopre, almeno in parte, la verità: è morto, forse è stato ucciso, ed ha sette lune (sette notti) di tempo per raggiungere la Luce, prima di restare bloccato per sempre nel Mezzo.

Ma Malinda vuole scoprire cos’è successo: com’è morto? Qualcuno lo ha ucciso? Chi? Perché?
I suoi due più grandi amori, DD e Jaki, lo staranno sicuramente cercando, saranno preoccupati per lui, e deve fare in modo che riescano a scoprire la verità, senza finire a loro volta nei guai.
Forse tutto questo è collegato al suo lavoro e alla scatola che teneva nascosta sotto al letto?
Essere un fotografo di guerra in un Paese come lo Sri Lanka, dilaniato da lotte intestine, squadroni della morte, attentatori suicidi, politici corrotti e sicari, è sicuramente pericoloso.
Così com’è pericoloso essere segretamente omosessuale o dipendente dal gioco d’azzardo.

Ma Maali ha sempre vissuto la propria vita come voleva, con i suoi segreti e le sue menzogne sussurrate a mezza bocca, ed ora che il suo cadavere si ritrova sul fondo del lago Beira, qualcosa dovrà cambiare.

Sin dalla prima pagina, questo libro è stato un colpo diretto al cuore.

Narrato in seconda persona, siamo noi stessi a vestire i panni di Maali, ad indagare e muoverci fra le strade di Colombo, in cerca della verità.
Maali non ricorda nulla di ciò che è successo poco prima della sua morte, e anche gli eventi passati riaffiorano poco alla volta, dipingendo un quadro dalle mille sfaccettature.

Assistiamo così ai complicati rapporti fra il protagonista e i suoi genitori, tutte le sue relazioni segrete e quella più vera e duratura con DD, e la storia con Jaki, che usava un po’ per nascondere la propria sessualità e un po’ perché, semplicemente, l’amava davvero.

Al tempo stesso, ci muoviamo per lo Sri Lanka, nei villaggi bruciati e fra i cadaveri martoriati, fra gruppi di ribelli e soldati senza scrupoli, e osserviamo da vicino alcuni degli eventi più neri e sanguinosi della storia del Paese, puntando l’obiettivo della fotocamera proprio sugli aspetti più sconvolgenti degli anni ’80.
La corruzione del governo si svela ai nostri occhi, così come le ipocrisie e le menzogne più becere, per creare un’atmosfera di paura e violenza, che toglie il fiato e fa accapponare la pelle.

Ma questi sono soltanto gli eventi che si svolgono sul piano della realtà: perché non bisogna dimenticarsi che Maali è morto, è il suo fantasma che ci trascina in giro per Colombo, ma ovviamente non è l’unico.
La città è piena di fantasmi, demoni e yaka, che tentano di sfruttare al meglio la propria situazione o che tentano di vendicarsi. Ci sono uomini in grado di comunicare con i fantasmi e ci sono fantasmi in grado di influenzare le azioni dei vivi, in un miscuglio di voci e vite così rapinoso e violento da far tremare le fondamenta stesse della realtà.

E così sì, il punto principale della storia è scoprire cos’è successo a Maali, in quegli ultimi istanti di vita, e risolvere così il mistero che grava sulla sua prematura scomparsa, ma c’è anche molto di più; c’è amore e tenerezza, amicizia e desiderio, voglia di vivere e di scappare; ci sono foto nascoste che potrebbero creare uno scandalo senza precedenti perché ritraggono segreti terribili e corruzioni indicibili; ci sono i mille volti della vita ultraterrena, con le sue regole e le sue possibilità; ci sono persone senza scrupoli e persone dal cuore troppo tenero, ci sono tutta la magia e la realtà del mondo mescolati insieme, indissolubilmente, indistricabili.

Questo romanzo è stato un viaggio semplicemente fantastico, nell’animo umano e nella storia e nella politica dello Sri Lanka, nei suoi paesaggi paradisiaci che nascondono laghi di sangue; un libro dolce e amaro, ironico e tagliente, filosofico e spirituale, scritto in maniera assolutamente incredibile, con uno stile coinvolgente e denso, che riesce ad arpionare subito il lettore anche grazie alla scelta del narratore in seconda persona e all’utilizzo del tempo presente, che dona agilità e scorrevolezza ad una storia così carica di avvenimenti e significati.

Una riflessione sulla vita e sulla morte, su ciò che l’uomo è e non è, ciò che potrebbe essere e ciò che vorrebbe essere, sulle limitazioni sociali e mentali e della carne stessa, sui momenti felici e le delusioni, e su come la vita sia un viaggio incredibile.

Karunatilaka ha scritto un’opera fantastica, fantasiosa e realistica, che con un sussurro riesce a farci cavalcare un refolo di vento e portarci in posti incredibili.


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Le sette lune di Maali Almeida

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Published on December 26, 2023 02:31

December 22, 2023

L’ANNO DEI DESTINI INCROCIATI – BEA BUOZZI

Voto: 7/10

Edito: Morellini

Un ringraziamento infinito a Morellini per avermi inviato una copia di questo romanzo!

Gli abitanti di Palazzo Ranieri sono tornati, ancora una volta, per farci compagnia per un anno intero.

I personaggi sono gli stessi del romanzo precedente (con qualche nuovo arrivato): ci sono Bea e Buck e il piccolo Rimbaud, con il loro rapporto come un porto sicuro in un mare in tempesta e le voci del quartiere a fare da sottofondo; la vedova Merlizzi e il siamese Papillon, il giovane Vlad (a.k.a. il Batman del palazzo) e la nonna Olga; Bronte, l’uomo più impegnato ed affidabile del palazzo, e la sua amata Diana; Agnes, distrutta all’idea di dover lasciare il suo appartamento nel palazzo ma che riesce ad andare avanti grazie all’aiuto degli altri inquilini e del nuovo amore con Atman nato sulle impalcature per i lavori di ristrutturazione; Oreste, così innamorato della sua Milano e delle sue tradizioni, che dopo la perdita dell’anziana madre è pronto a donare il suo cuore a Regina; Andrea e Maurizio, sempre pronti ad accogliere tutti al Macondo, che vedrà la sua stella brillare in un anno particolarmente fortunato; l’appuntato Vito Core e sua moglie Colomba, che un po’ per caso e un po’ per destino, si ritroveranno entrambi coinvolti nelle vite che si intrecciano fra le scale e il vecchio Stigler, in un angolo di Milano davvero fuori dal comune.

Il romanzo inizia in maniera diversa, questa volta: si è svolto un crimine, qualcuno ha rubato la Madonnina…ma per fortuna c’è l’appuntato Core ad occuparsi delle indagini.

E gli altri personaggi possono concentrarsi su nuovi e vecchi amori, nuove comparse e vecchie presenze, viaggi all’estero e ossobuco, intelligenza artificiale e proposte di matrimonio, in un tripudio di colori e calore.

Lo schema generale, insomma, è lo stesso del libro precedente: dodici sezioni per i dodici mesi dell’anno, ognuna delle quali è corredata da una breve lista degli eventi principali nazionali e mondiali che si sono svolti in quel mese; e proprio come l’altra volta, funziona ancora alla grande.

Buozzi ha creato un amalgama di voci fuori dal coro e squillanti, sopra le righe e divertenti, che avvolgono il lettore e ci scaldano il cuore, accogliendoci a braccia aperte in questa famiglia dolce e particolare.

Con tono ironico, Buozzi affronta anche temi più seri, come la perdita di persone care, la guerra e i disastri naturali, collocando Palazzo Ranieri in un’Italia vera e vivida.

I dialoghi dei personaggi sono praticamente tutti abbastanza irrealistici, ma è proprio questo il bello: i toni sagaci e dolci, sarcastici e vivaci, gli scambi di battute si rivelano sempre divertenti e coinvolgenti, e riescono ad alleggerire anche i temi più seri.

Una lettura confortevole, che ci culla e ci accompagna in questo viaggio senza brusche manovre, come una playlist che conosciamo bene e su cui poter fare affidamento, per un anno intero.


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L’anno dei destini incrociati

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Published on December 22, 2023 01:31