Rachele Riccetto's Blog, page 17
December 29, 2023
COSE DELL’ALTRO MONDO – ELIZABETH MCCRACKEN

Voto: 8/10
Edito: Bompiani
Nove storie, per parlare di cose di questo mondo.
In maniera predominante: la perdita, il dolore, i sogni che si infrangono e le speranze che si adattano.
La scomparsa di un figlio, la perdita della propria moglie, l’allontanamento dal proprio migliore amico, e mille altre sfumature per descrivere il dolore che un vuoto ci lascia dentro.
Questo è stato il mio primo approccio con l’autrice, ed è stato uno scontro in piena forza: lo stile di McCracken è estremamente evocativo, riesce a materializzare di fronte ai nostri occhi ogni tipo di situazione, da quella più mondana a quella più assurda.
Tutti i personaggi di queste nove storie riescono a toccare il lettore, a farsi notare, a farsi ricordare.
Questa, in sé, è una cosa molto difficile in generale, figurarsi con dei racconti, con le poche pagine che ognuno di questi personaggi ha a disposizione per raccontare la propria storia.
Ma McCracken riesce ad affondare nelle storie e a trascinarci con lei, con il suo linguaggio forbito ma mai lezioso, molto scorrevole e penetrante, brillante nella sua cupezza.
Una penna molto intelligente ed emotiva, emozionante, densa e a tratti comica, in grado di provocare una serie infinita di emozioni nel lettore.
Quest’anno ho avuto il piacere di leggere un paio di raccolte di racconti e con questa il mio amore per il genere si è rafforzato ancora di più.
Nonostante il tema estremamente doloroso, in tutte le sue sfaccettature, o forse proprio grazie ad esso, ogni racconto è riuscito a colpirmi con la sua unicità, con i suoi aspetti più oscuri ed amari, più luminosi e dolci, più spietati e taglienti e desolati e assurdi.
Una lettura fantastica, che riesce a mostrarci a pieno il talento dell’autrice, e a colpirci con una forza inaspettata, spezzandoci il cuore in mille modi diversi.
Bambini perduti e vuoto assordante, uno strato di dolcezza a rendere ancora più nera la disperazione;La perdita improvvisa della donna amata, che ci coglie alla sprovvista mentre siamo distratti ad osservare dettagli insignificanti di una vita felice, di un uomo solo e una casa vissuta con amore;Una sega che sa mordere e sa cantare, e una donna che trova la forza per salvarsi;Un bravo ragazzo, come tanti altri, e la violenza improvvisa che squarcia il silenzio, novantasei colpi di una storia che conosciamo tutti;Note assurde e comiche per dimostrare come sia possibile perdere qualcuno con cui si condivide una casa;Il dolore della perdita di un figlio, a qualunque età, e la corporeità del lutto e della maternità;Una donna scompare, forse se n’è andata in cerca di qualcosa che non riusciva a trovare, e resta soltanto uno sconosciuto a pensare a lei, con una nota di speranza in sottofondo;Un tradimento e la perdita di un migliore amico, e dove per anni c’è stata una persona amata improvvisamente si innalza un muro di risentimento;Un viaggio a Parigi per salvare una figlia ribelle, ma un incidente cambia le prospettive, così da una parte la madre si abbandona alla perdita e dall’altra il padre non si arrende.Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:
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December 26, 2023
LE SETTE LUNE DI MAALI ALMEIDA – SHEHAN KARUNATILAKA

Voto: 9/10
Edito: Fazi Editore
Quando Maali Almeida si risveglia, non sa dove si trova.
Non conosce le persone intorno a lui, non riconosce il luogo, e non ricorda nulla.
Ma presto scopre, almeno in parte, la verità: è morto, forse è stato ucciso, ed ha sette lune (sette notti) di tempo per raggiungere la Luce, prima di restare bloccato per sempre nel Mezzo.
Ma Malinda vuole scoprire cos’è successo: com’è morto? Qualcuno lo ha ucciso? Chi? Perché?
I suoi due più grandi amori, DD e Jaki, lo staranno sicuramente cercando, saranno preoccupati per lui, e deve fare in modo che riescano a scoprire la verità, senza finire a loro volta nei guai.
Forse tutto questo è collegato al suo lavoro e alla scatola che teneva nascosta sotto al letto?
Essere un fotografo di guerra in un Paese come lo Sri Lanka, dilaniato da lotte intestine, squadroni della morte, attentatori suicidi, politici corrotti e sicari, è sicuramente pericoloso.
Così com’è pericoloso essere segretamente omosessuale o dipendente dal gioco d’azzardo.
Ma Maali ha sempre vissuto la propria vita come voleva, con i suoi segreti e le sue menzogne sussurrate a mezza bocca, ed ora che il suo cadavere si ritrova sul fondo del lago Beira, qualcosa dovrà cambiare.
Sin dalla prima pagina, questo libro è stato un colpo diretto al cuore.
Narrato in seconda persona, siamo noi stessi a vestire i panni di Maali, ad indagare e muoverci fra le strade di Colombo, in cerca della verità.
Maali non ricorda nulla di ciò che è successo poco prima della sua morte, e anche gli eventi passati riaffiorano poco alla volta, dipingendo un quadro dalle mille sfaccettature.
Assistiamo così ai complicati rapporti fra il protagonista e i suoi genitori, tutte le sue relazioni segrete e quella più vera e duratura con DD, e la storia con Jaki, che usava un po’ per nascondere la propria sessualità e un po’ perché, semplicemente, l’amava davvero.
Al tempo stesso, ci muoviamo per lo Sri Lanka, nei villaggi bruciati e fra i cadaveri martoriati, fra gruppi di ribelli e soldati senza scrupoli, e osserviamo da vicino alcuni degli eventi più neri e sanguinosi della storia del Paese, puntando l’obiettivo della fotocamera proprio sugli aspetti più sconvolgenti degli anni ’80.
La corruzione del governo si svela ai nostri occhi, così come le ipocrisie e le menzogne più becere, per creare un’atmosfera di paura e violenza, che toglie il fiato e fa accapponare la pelle.
Ma questi sono soltanto gli eventi che si svolgono sul piano della realtà: perché non bisogna dimenticarsi che Maali è morto, è il suo fantasma che ci trascina in giro per Colombo, ma ovviamente non è l’unico.
La città è piena di fantasmi, demoni e yaka, che tentano di sfruttare al meglio la propria situazione o che tentano di vendicarsi. Ci sono uomini in grado di comunicare con i fantasmi e ci sono fantasmi in grado di influenzare le azioni dei vivi, in un miscuglio di voci e vite così rapinoso e violento da far tremare le fondamenta stesse della realtà.
E così sì, il punto principale della storia è scoprire cos’è successo a Maali, in quegli ultimi istanti di vita, e risolvere così il mistero che grava sulla sua prematura scomparsa, ma c’è anche molto di più; c’è amore e tenerezza, amicizia e desiderio, voglia di vivere e di scappare; ci sono foto nascoste che potrebbero creare uno scandalo senza precedenti perché ritraggono segreti terribili e corruzioni indicibili; ci sono i mille volti della vita ultraterrena, con le sue regole e le sue possibilità; ci sono persone senza scrupoli e persone dal cuore troppo tenero, ci sono tutta la magia e la realtà del mondo mescolati insieme, indissolubilmente, indistricabili.
Questo romanzo è stato un viaggio semplicemente fantastico, nell’animo umano e nella storia e nella politica dello Sri Lanka, nei suoi paesaggi paradisiaci che nascondono laghi di sangue; un libro dolce e amaro, ironico e tagliente, filosofico e spirituale, scritto in maniera assolutamente incredibile, con uno stile coinvolgente e denso, che riesce ad arpionare subito il lettore anche grazie alla scelta del narratore in seconda persona e all’utilizzo del tempo presente, che dona agilità e scorrevolezza ad una storia così carica di avvenimenti e significati.
Una riflessione sulla vita e sulla morte, su ciò che l’uomo è e non è, ciò che potrebbe essere e ciò che vorrebbe essere, sulle limitazioni sociali e mentali e della carne stessa, sui momenti felici e le delusioni, e su come la vita sia un viaggio incredibile.
Karunatilaka ha scritto un’opera fantastica, fantasiosa e realistica, che con un sussurro riesce a farci cavalcare un refolo di vento e portarci in posti incredibili.
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Le sette lune di Maali Almeida
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December 22, 2023
L’ANNO DEI DESTINI INCROCIATI – BEA BUOZZI

Voto: 7/10
Edito: Morellini
Un ringraziamento infinito a Morellini per avermi inviato una copia di questo romanzo!
Gli abitanti di Palazzo Ranieri sono tornati, ancora una volta, per farci compagnia per un anno intero.
I personaggi sono gli stessi del romanzo precedente (con qualche nuovo arrivato): ci sono Bea e Buck e il piccolo Rimbaud, con il loro rapporto come un porto sicuro in un mare in tempesta e le voci del quartiere a fare da sottofondo; la vedova Merlizzi e il siamese Papillon, il giovane Vlad (a.k.a. il Batman del palazzo) e la nonna Olga; Bronte, l’uomo più impegnato ed affidabile del palazzo, e la sua amata Diana; Agnes, distrutta all’idea di dover lasciare il suo appartamento nel palazzo ma che riesce ad andare avanti grazie all’aiuto degli altri inquilini e del nuovo amore con Atman nato sulle impalcature per i lavori di ristrutturazione; Oreste, così innamorato della sua Milano e delle sue tradizioni, che dopo la perdita dell’anziana madre è pronto a donare il suo cuore a Regina; Andrea e Maurizio, sempre pronti ad accogliere tutti al Macondo, che vedrà la sua stella brillare in un anno particolarmente fortunato; l’appuntato Vito Core e sua moglie Colomba, che un po’ per caso e un po’ per destino, si ritroveranno entrambi coinvolti nelle vite che si intrecciano fra le scale e il vecchio Stigler, in un angolo di Milano davvero fuori dal comune.
Il romanzo inizia in maniera diversa, questa volta: si è svolto un crimine, qualcuno ha rubato la Madonnina…ma per fortuna c’è l’appuntato Core ad occuparsi delle indagini.
E gli altri personaggi possono concentrarsi su nuovi e vecchi amori, nuove comparse e vecchie presenze, viaggi all’estero e ossobuco, intelligenza artificiale e proposte di matrimonio, in un tripudio di colori e calore.
Lo schema generale, insomma, è lo stesso del libro precedente: dodici sezioni per i dodici mesi dell’anno, ognuna delle quali è corredata da una breve lista degli eventi principali nazionali e mondiali che si sono svolti in quel mese; e proprio come l’altra volta, funziona ancora alla grande.
Buozzi ha creato un amalgama di voci fuori dal coro e squillanti, sopra le righe e divertenti, che avvolgono il lettore e ci scaldano il cuore, accogliendoci a braccia aperte in questa famiglia dolce e particolare.
Con tono ironico, Buozzi affronta anche temi più seri, come la perdita di persone care, la guerra e i disastri naturali, collocando Palazzo Ranieri in un’Italia vera e vivida.
I dialoghi dei personaggi sono praticamente tutti abbastanza irrealistici, ma è proprio questo il bello: i toni sagaci e dolci, sarcastici e vivaci, gli scambi di battute si rivelano sempre divertenti e coinvolgenti, e riescono ad alleggerire anche i temi più seri.
Una lettura confortevole, che ci culla e ci accompagna in questo viaggio senza brusche manovre, come una playlist che conosciamo bene e su cui poter fare affidamento, per un anno intero.
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December 19, 2023
UN CANTO DI NATALE – CHARLES DICKENS

Voto: 9/10
Edito: Marsilio
Ebezener Scrooge non ha intenzione di festeggiare il Natale, di sprecare un’intera giornata in una maniera simile.
Nonostante suo nipote Fred continua ad invitarlo a casa sua, lui passerà il Natale come sempre: a casa, da solo, ad aspettare che la giornata passi e lui possa tornare al lavoro.
Ciò che non si aspetta è di incontrare il fantasma del suo socio in affari deceduto, Jacob Marley, il quale lo invita a cambiare la sua vita, se non vuole finire come lui, a passare l’eternità in un’infelice vita ultraterrena.
E così, grazie a tre fantasmi (del Natale passato, presente e futuro) che lo portano in giro per la città, gli fanno rivivere cose che pensava di aver dimenticato, gli mostrano come vivono le persone intorno a lui e come finirà la sua vita, Scrooge rinasce un uomo migliore, più buono, più felice, più umano.
Questa non è una semplice storiella di Natale: questo è Dickens che, con maestria e poesia, ironia e sagacia, con stile realistico e fantasioso, racconta una storia che serve da critica sociale, attacca lo sfruttamento dei lavorati e la diseguaglianza sempre maggiore fra le persone, ci trascina con forza per le strade di una Londra vittoriana per mostrarci miserie e ricchezze, gioie e dolori.
Nonostante sia stata pubblicata 180 anni fa, quest’opera mantiene ancora tutta la sua forza e brillantezza originarie, la sua aria magica ed affascinante.
Anzi, forse è proprio lì che risiede parte della sua forza: la voce di Dickens, dopo tutti questi anni, risuona ancora in maniera squillante, coinvolgente e moderna, riuscendo a descrivere alla perfezione l’animo umano dopo quasi due secoli.
Scrooge è un personaggio fantastico per trasmettere questo messaggio di speranza e calore, e il modo in cui riflette sui propri ricordi e le proprie azioni per migliorare nel presente e nel futuro spinge anche noi a riflettere sulla nostra vita e le nostre scelte.
Dickens non cerca soltanto di giudicare gli errori commessi, ma apre uno spiraglio verso un futuro migliore, più generoso e accogliente, concedendoci tutti i mezzi necessari a compiere questo viaggio di redenzione ed accompagnandoci per tutto il percorso.
Che io abbia vissuto 30 anni prima di leggere un’opera di Dickens mi sembra una vera vergogna e, dopo un romanzo come questo, piacevole, brillante e scritto in maniera incredibile, che ci fa riflettere sui nostri stessi errori del passato e ci permette di guardare con ottimismo verso un futuro che può sempre essere migliore, credo sia proprio giunto il momento di recuperare.
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December 16, 2023
LE TRE STAGIONI – SABRINA CINZIA SORIA

Edito: La Torre dei Venti
Un ringraziamento speciale a Cinzia per avermi inviato una copia del suo romanzo!
Castelnuovo è una piccola cittadina del Basso Piemonte, dove la protagonista, una ragazzina di dodici anni, vive insieme ai genitori e ai nonni.
L’estate è appena iniziata e lei, non avendo molto amici con cui passare il suo tempo, passa la maggior parte delle sue giornate in casa, distesa sul terrazzino, ad assorbire il calore delle mattonelle, a leggere i fumetti che trova nascosti in soffitta, o nella natura che si allarga intorno a casa loro.
Un giorno, una famiglia si trasferisce nella casa in costruzione vicino alla loro, e fra i nuovi arrivati c’è Marta, una ragazzina della sua età, con cui stringe immediatamente amicizia.
Nel giro di tre stagioni appena, la protagonista si ritroverà ad affrontare nuove scoperte e vecchi segreti, nuove amicizie e nuovi amori, tradimenti e separazioni, nuove vite e morti improvvise.
L’adolescenza arriverà a bussare alla sua porta, proprio come la primavera che porta nuova vita e nuovi inizi.
Questo romanzo di Sorìa è stata una lettura davvero piacevole.
Con una scrittura pulita e chiara, l’autrice riesce bene a dar corpo alla ragazzina che fa da voce narrante e trainante, che ci accompagna in giro per le campagne piemontesi e per il suo piccolo paesino.
Tutte le cose che affronta ci vengono raccontate con l’innocenza e l’ingenuità tipici di quell’età, donando così un senso di realtà al personaggio e alle sue avventure.
Come la sua amicizia con Marta, che nasce così improvvisamente, senza tante chiacchiere, ma con la voglia di stare insieme a giocare, e poi si fa sempre più profonda.
O il rapporto con una nonna un po’ burbera e distaccata, che mette in risalto l’amore all’interno della famiglia; o anche il suo rapporto con i genitori, non sempre idilliaco ma mai burrascoso.
La protagonista si ritrova ad affrontare molte cose (molestie sessuali, vecchi segreti, perdite improvvise, nuovi amori), e grazie a questi avvenimenti possiamo osservarla mentre cresce, giorno dopo giorno, stagione dopo stagione.
Forse avrei preferito conoscere più a fondo i pensieri della protagonista perché, se da una parte possiamo osservare tutte le cose che le accadono e le sue reazioni ed imparare a conoscerla in questa maniera, dall’altra non ci vengono quasi mai mostrati i suoi pensieri, lasciandoci sempre un po’ distaccati, quindi non riusciamo a connetterci del tutto al personaggio.
Questa è stata la pecca più grande, per me, perché la storia è interessante e ben costruita, anche se molte cose sono accennate e poi un po’ abbandonate. Di sicuro un approfondimento dei pensieri e delle emozioni della protagonista avrebbe creato un collegamento più forte fra lettore e storia, che invece resta un po’ troppo in superficie.
Resta comunque una lettura interessante, scritta in maniera convincente e coinvolgente, che ci trasporta proprio lì, in una piccola casa nascosta fra le stradine di un paese come tanti, ma con una storia tutta sua da raccontare.
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December 13, 2023
MONDO IN FIAMME 1. UNA PRIMAVERA DI CENERE – EDOARDO STOPPACCIARO

Voto: 7/10
Edito: La Corte editore
Una Terra suddivisa in tre regni, e la pace sembra sempre sul punto di infrangersi.
I re tentano di mantenere il potere, di conquistare e di superare dolori passati, mentre i loro sudditi tentano di sopravvivere al meglio delle loro possibilità.
La guerra sembra ormai inevitabile, soprattutto quando i giochi di potere si intrecciano fino a creare un nodo sempre più stretto.
Ma un potere antico e oscuro si è risvegliato, a causa delle azioni di una bambina dalla pelle ricoperta di tatuaggi; Kalysta ha rubato delle strane pietre dal cuore luminoso, e ora i custodi le rivogliono indietro, e la nebbia si avvicina.
Un fantasy molto più politico che fantastico, che si incentra principalmente sugli uomini e tratta vagamente di spiriti, e magia, elfi ed orchi e nani, e sull’equilibrio della natura dettato dai loro poteri; ma in fondo questo è il primo capitolo, quindi Stoppacciaro ha fatto bene a non mostrare subito tutte le sue carte in maniera troppo evidente.
Non sapevo esattamente cosa aspettarmi da questo romanzo, e posso dire onestamente di aver trovato un autore dallo stile forbito e maturo, che sa utilizzare al meglio le sue conoscenze linguistiche, che si esprime anche con termini desueti e specifici, mai banali e ripetitivi.
La sua scrittura è scorrevole ma non semplice, ricca e davvero piacevole da leggere.
La pecca principale, però, è il modo in cui Stoppacciaro ha deciso di costruire la storia: iniziamo con un ottimo prologo, che cattura l’attenzione; poi passiamo a 100 pagine di nomi su nomi su nomi di mille personaggi passati e presenti, regni e regnanti, cavalieri e stallieri e tutto quello che può essere; quindi un’altra piccola parentesi che sembra allontanarsi dalla marea di nomi che nel frattempo avevo quasi dimenticato e, tra l’altro, ho anche trovato poco sensati (da una parte abbiamo nomi come Ymanuell e Hibeas e Qilvere e Kalysta, e dall’altra…Flavia. Ok).
Che poi, con questa sovrabbondanza di personaggi, si rischia anche di appiattirli un po’ tutti, mischiando caratteristiche e voci, che tendono a formare uno strato relativamente omogeneo, senza figure davvero di spicco.
Davvero un gran peccato, perché credo che Stoppacciaro abbia in mente una gran bella storia, ambientata in un bel mondo di intrighi politici e lotte intestine, ma alla fine del libro non avrei saputo dire quale re regnasse su quale regno, neanche con una spada alla gola.
Altro problema, per me, è la praticamente totale assenza di personaggi femminili. Ma sul serio? Una bambina che dà il via alla storia, un’adolescente che piange perché non può sposarsi e una druida quasi inutile, che se paragonati ai 1579 personaggi maschili, beh.
Altra cosuccia che mi ha fatto storcere il naso più volte (3? 4?) è la presenza di violenza sessuale perpetrata da soldati o chi per loro su “servette” o “puttane”; non mi scandalizzo per la presenza di violenze nei romanzi, ma il fatto che questi eventi non accadano nella storia principale ma vengano riportati tipo “racconto intorno al fuoco”, come spacconata o minaccia, li rende completamente inutili e ancora più sgradevoli.
In generale non posso dire che si tratti di un brutto romanzo, perché la storia che emerge dai milioni di personaggi non è male, e sicuramente avrà degli sviluppi interessanti.
Leggerò molto presto il capitolo successivo (anche perché l’ho già acquistato), e so già che lo stile ricercato e forte dell’autore riuscirà di nuovo a stregarmi.
Insomma, un fantasy italiano dai molti aspetti positivi, ma con alcuni aspetti negativi che mi hanno impedito di godermi del tutto la lettura.
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December 11, 2023
NUOVO ROMANZO PER MORELLINI EDITORE
Salve a tutti!
Oggi ho il piacere di presentarvi un nuovo titolo edito Morellini, che mi è stato gentilmente inviato dall’editore, che ringrazio tantissimo.
Il terzo romanzo della fortunata serie che con “L’anno delle parole ritrovate” ha vinto il Premio Selezione Bancarella 2023.
L’ANNO DEI DESTINI INCROCIATI – BEA BUOZZI
ll primo dell’anno gli inquilini del palazzo liberty dal portone turchese si svegliano con un enigma: la Madonnina che protegge lo stabile è stata rubata. Il furto è solo la prima di una serie di vicende che travolgerà i suoi eccentrici abitanti.
La passione può arrivare dal cielo? Se lo chiede Agnes, la catalana che parla con gli spiriti. Oreste, il portinaio, supererà il terrore di lasciare Milano per amore? Regina, suddita della Corona inglese nel cuore, riuscirà a partecipare ai festeggiamenti per l’incoronazione di re Carlo III? Quanto al Macondo, il ristorante di quartiere, si aggiudicherà la stella più prestigiosa di tutte?
Tra chat di condominio e pettegolezzi sui pianerottoli, un inno all’amicizia e alla speranza capace di fare sorridere e commuovere. Ma anche un racconto da conservare, dove gli eventi dell’attualità fanno da sfondo alle vicende dei protagonisti.
Dopo il successo de L’anno delle parole ritrovate, vincitore del Premio Selezione Bancarella 2023, torna la compagnia degli inquilini di Palazzo Ranieri con il suo caleidoscopio di vite. Sullo sfondo di una Milano scintillante, un affresco della società contemporanea lungo dodici mesi, per un anno di destini incrociati.

BIO: Nata sotto il segno della rondine ma stanziale sotto il cielo di Milano, è una cacciatrice di storie. Dopo aver scandagliato Milano con le sue cenerentole metropolitane in una trilogia edita da Mondadori (Matta per Manolo,Tutte Choo per terra e La vita è una Loubou meravigliosa), ha attraversato il mondo in pieno lockdown con Love Trotter (SEM). Dopo L’anno dei nuovi inizi e L’anno delle parole ritrovate, finalista al Premio Bancarella 2023, è pronta a ripartire con i suoi condomini e la compagnia del Macondo.
Ho già avuto il piacere di leggere (e recensire) il secondo titolo della serie, una lettura davvero piacevole e divertente. E ora posso tornare a Palazzo Ranieri, e seguire i personaggi nelle loro (dis)avventure.
Non vedo l’ora di leggerlo e parlarne con voi.
Presto la recensione.
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December 9, 2023
IL SILENZIO – DON DELILLO

Voto: 7/10
Edito: Einaudi
Siamo nel 2022, a bordo di un aereo.
Jim e Tessa stanno tornando a Manhattan dopo la loro prima vacanza a Parigi a seguito di una pandemia appena terminata quando, improvvisamente, a seguito di forti scossoni e colpi, il velivolo è obbligato ad effettuare un atterraggio di emergenza.
Nello stesso momento, Max e sua moglie Diane, insieme al giovane Martin, attendono l’arrivo della coppia per poter gustarsi insieme la partita del Super Bowl, quando tutti gli schermi diventano neri, le luci si spengono, non c’è più corrente. Scende il silenzio.
Che cos’è successo?
Il mio primo approccio a Don DeLillo e, da una parte è andata benissimo, dall’altra un po’ meno.
Allora, gli aspetti positivi: la prosa è semplicemente fantastica.
Tesa e carica, eppure diretta e chiara, trasmette alla perfezione lo stato di agitazione e ansia dei personaggi e, indirettamente, di tutto il mondo.
Lo stato d’animo dei protagonisti trasuda dalle pagine, trasformando la lettura in un’esperienza ancora più alienante.
I dialoghi, anche se già dall’inizio risultano particolari, si fanno man mano sempre più strani, più convoluti e a tratti surreali, quasi proprio a sottolineare questo nuovo livello di incomunicabilità fra gli umani, che non sono più in grado di creare una connessione fra loro.
Il silenzio circonda ogni persona, isolandola da chi ha intorno.
I personaggi, per quanto possiamo osservarli per pochissimo tempo, sono abbastanza interessanti e sono abbozzati con precisione, ognuno con un tratto particolare.
L’idea di base di questo brevissimo romanzo, 102 pagine appena, è davvero molto interessante: cosa succederebbe al mondo se tutta la tecnologia smettesse improvvisamente di funzionare?
Come si comporterebbe l’uomo?
C’è molta fisica e un po’ di filosofia, un po’ di etica e molti spunti per grandi ragionamenti.
Ma, ma, ma…e qui arriviamo agli aspetti negativi.
Questo libro è, sì, pieno di spunti interessanti, ma purtroppo non sono sviluppati, e sono rimasti al livello di idee accennate.
Non sappiamo cosa sia successo davvero, se si tratti di un attacco terroristico, dell’inizio della Terza Guerra Mondiale, di un evento globale (come viene considerato dai personaggi) o magari di un evento circoscritto all’area di Manhattan, di New York, della East Coast, degli Stati Uniti?
Non sappiamo niente, perché non c’è abbastanza tempo per indagare su qualcosa.
Alla stessa maniera, tutte le grandi idee sui probabili comportamenti dell’uomo, i possibili effetti di questi terrificanti schermi neri che sembrano isolare completamente le persone, non più in grado di vivere normalmente, non vengono approfondite in nessuna maniera, ma lanciate un po’ così al lettore, perché possa farne ciò che vuole.
Cosa che apprezzo, perché non mi piacciono le cose facili che vengono spiattellate in faccia a chi legge, ma al tempo stesso vorrei leggere anche l’opinione dell’autore.
C’è sempre la scena de “prima le strade sono vuote, poi la folla senza controllo si riversa per le strade creando scompiglio” che mi sembra un po’ troppo banale, ma al tempo stesso abbastanza realistica.
Insomma, è stato un ottimo primo libro di DeLillo perché in pochissime pagine mi ha convinto a recuperare tutto ciò che abbia mai scritto.
Ma non è riuscito a convincermi perché sembra un po’ un’introduzione a qualcosa, un pilot di una serie tv, che ci mostra le premesse di una storia davvero interessante…che però non ci viene raccontata, e ci lascia con l’acquolina in bocca.
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December 7, 2023
UN’ONDA – ANDREA CRESTALE

Edito: Bertoni
Un sentito speciale ad Andrea per avermi inviato una copia del suo libro!
Francesco e Laura vivono insieme in Veneto, lui è uno scrittore e lei un’archeologa.
Da un po’ di tempo Francesco è rimasto solo a casa, perché Laura ha dovuto raggiungere la Calabria per lavoro, ma lei continua a chiedergli ripetutamente di raggiungerla, così che possano passare del tempo insieme.
All’inizio Francesco tentenna, tra il lavoro che sembra essersi incagliato e uno strano senso di stallo, non riesce a decidersi e le settimane continuano a passare.
Alla fine prenota un volo e i due riescono a passare due settimane insieme, e al momento del rientro promette di far sistemare la moto e tornare presto a trovarla.
Ma i giorni, le settimane e i mesi passano, le telefonate si susseguono, e Francesco resta bloccato a casa, fra nuove e vecchie conoscenze, incubi che non riesce a spiegarsi e ricordi fumosi.
Quando alla fine si decide ad affrontare il viaggio in moto attraverso l’Italia per raggiungere Laura, affronterà una traversata lunga e meravigliosa, e riuscirà a ricordare tutto ciò che aveva rimosso.
Non mi aspettavo un libro così intenso, e questo romanzo riesce a coinvolgere il lettore sin dalle prime pagine.
All’inizio è quel senso di apatia che Francesco non riesce a scacciare a presentarsi con prepotenza, e se da una parte sembra quasi “esagerato”, dall’altra è risultato molto facile per me immedesimarmi in lui.
C’è un senso di angoscia e disagio perenne, in sottofondo, che ci accompagna per tutto il romanzo, e che ci spinge a voler continuare a seguire Francesco, sia fra i pensieri confusi che gli affollano la mente che fra i ricordi dimenticati che lo tormentano.
Il viaggio attraverso l’Italia è stato molto interessante, sembra davvero di trovarsi in sella ad una vecchia moto e di poter osservare tutti quei paesaggi interessanti e coinvolgenti.
Insomma, è da una quindicina d’anni che sogno di affrontare anche io un viaggio simile, e per me è stato davvero emozionante.
Mentre la storia prosegue, e Francesco incontra persone nuove e continua a riflettere sulla sua vita, si capisce che c’è qualcosa che non va: da un telefono staccato a una frase incomprensibile che continua a ripetersi nella sua mente, insieme a un sogno che non lascia scampo.
E così, sebbene avessi compreso il finale (o più che altro sperassi davvero che l’autore avesse deciso di intraprendere quella direzione), c’è un “doppio twist” finale che ho apprezzato davvero, e che chiude secondo me alla perfezione questo lettura.
Non ho apprezzato particolarmente i personaggi di Giulia e Luna, in particolar modo la seconda, un po’ per il mio scetticismo personale nei confronti di certe cose, un po’ perché ho trovato semplicemente innaturale e poco credibile il modo di esprimersi di questa.
Il linguaggio di Crestale è molto curato, con uno stile ricercato, che però finisce per rendere molti dei dialoghi poco naturali, macchinosi.
È davvero un peccato, perché il suo è uno stile che funziona alla perfezione per il resto del romanzo, sia nelle grandi riflessioni interiori del protagonista che nelle descrizioni di paesaggi e azioni.
Nei dialoghi, però, risulta poco realistico.
In generale è un romanzo che mi è piaciuto parecchio, che consiglio a chi è alla ricerca di una lettura profonda e toccante, che faccia riflettere e che ci accompagni letteralmente in un viaggio lungo tutta l’Italia, alla ricerca di una verità che forse non è sempre quella che vorremmo, ma dalla quale non si può scappare.
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– / 5Grazie per aver votato!document.cookie.match(/(^| )post_vote_1612=av_\d+(;|$)/)&&document.getElementById("av-rating-box-1612").classList.add("av-review-submitted")L'articolo UN’ONDA – ANDREA CRESTALE proviene da Lego, Legimus.
December 5, 2023
LA TUA ASSENZA è TENEBRA – JÓN KALMAN STEFÁNSSON

Voto: 9/10
Edito: Iperborea
Un uomo apre gli occhi ed è come se si risvegliasse per la prima volta: si trova all’interno di una piccola chiesetta di un villaggio sperduto lungo la costa occidentale dell’Islanda, non sa come ci sia arrivato ma, soprattutto, non sa chi è.
Vagando per un cimitero si imbatte in due lapidi che attirano la sua attenzione: una riporta la dolcissima frase “Il tuo ricordo è luce, la tua assenza è tenebra” e l’altra una citazione del filosofo Kierkegaard.
Le persone intorno a lui sembrano conoscerlo, ricordarlo da un passato condiviso, il “poeta” tornato a trovarli, ma l’uomo è sempre più perso.
E così, con il passare del tempo, mentre lui cerca sé stesso, affiora di fronte ai nostri occhi la storia di quell’angolo di mondo, di una famiglia come tante altre, di uomini e donne abituati al freddo e alle avversità, una storia lunga quasi 150 anni, che serve a portare a galla tutto l’amore del mondo.
Questo non è semplicemente un romanzo: questo è un inno alla vita, all’amore, alla morte, alla rinascita e alla perdita, alla luce e alle tenebre.
Con voce chiara e cristallina, Stefánsson ci accompagna in un viaggio di cui non vorremmo mai giungere al termine.
Chi mi conosce sa del mio amore per l’Islanda: quella terra fredda e dura ha sempre avuto un fascino particolare su di me, non a caso alcuni dei miei artisti preferiti di sempre provengono da lì (Sigur Rós, Ólafur Arnalds, Of monsters and men, Low Roar) e, per un breve periodo, nel 2018, ho tentato di imparare l’islandese da autodidatta. Ovviamente la cosa non è finita nel migliore dei modi, ma quei semplici primi passi in quella lingua e in quel mondo hanno cementato in me l’amore per l’Islanda.
E poi arriva Stefánsson, con la sua prosa dolce e tagliente, il suo sguardo da poeta e la sua penna in grado di evocare le immagini vivide di verdi brughiere e venti di tempesta, e io non posso fare altro che inchinarmi.
Questo libro mi ha spezzato, semplicemente.
Non mi aspettavo una lettura tanto dolce e romantica, tanto amara e catartica.
Non mi aspettavo niente, perché come al solito affronto le letture a scatola chiusa, e mi ha donato tutto.
Un romanzo che mi ha fatto sorridere e a tratti ridere, riflettere e piangere di una sofferenza pura e reale. Un romanzo che è un’ode alla vita stessa.
In quasi 150 anni, Stefánsson ci mostra una vasta gamma di personaggi: Guðríður, che trova Dio nei lombrichi, ama la cultura e il pastore Pétur, ma non vuole abbandonare le proprie figlie e suo marito Gísli; Jón, che cerca ciò che non si vede nell’universo e nel fondo di una bottiglia; Skúli, che passa tutta la sua vita ad amare Hafrún; Páll, laureato in filosofia e con un amore segreto; Halldór, che perde l’amore della sua vita e si ritrova con un figlio; Eiríkur, che si getta nella musica per trovare un modo per entrare in contatto con un padre che sente distante e finisce per utilizzarla un po’ come scusa per fuggire dal fiordo, ma che non riesce a sfuggire alla propria malinconia.
I personaggi sono tanti, e le loro storie sembrano intrecciarsi in maniera un po’ confusa di fronte ai nostri occhi, e a quelli del narratore stesso, che ne è testimone e fautore, che li accompagna e ci accompagna in questo viaggio fra gli universi, ma alla fine i fili si dipanano e creano un quadro chiaro e perfetto.
Tutti i personaggi devono affrontare le difficoltà della vita quotidiana, ma questo non impedisce loro di continuare a cercare costantemente la felicità. Stefánsson ci mostra un popolo aperto, alle altre lingue e ai cambiamenti, che non vuole farsi fermare da nessuna barriera.
Mi è piaciuto moltissimo il modo in cui Stefánsson inserisce le canzoni, sia le musiche che i testi, all’interno del romanzo; questi brani vanno a comporre un filo che è possibile seguire con l’udito e con il cuore, aggiungendo un altro strato a questa storia meravigliosa.
Alla stessa maniera, cita poeti e filosofi (primi fra tutti Hölderlin e Kierkegaard), mostrando al lettore tutto ciò che si nasconde sotto la superficie, sotto la terra indurita dal freddo invernale, sotto alla facciata di una noiosa vita da contadini.
L’autore ha composto, con estrema maestria, un quadro surreale ed iper-realistico, ha riunito tutti i più piccoli dettagli di tante piccole vite, per creare qualcosa di straordinario, per parlare dell’immensità della vita, di ciò che sappiamo e vediamo, e ciò che è invisibile agli occhi.
A tratti è stata una lettura difficile, molto dolorosa, ma con una nota costante di dolcezza in sottofondo, a lenire le asperità della vita.
La perdita è al centro della narrazione, e di come la morte cammini sempre al fianco della vita, e a volte le due combacino. Le persone, da sempre, devono affrontare scelte che sembrano impossibili, per poter continuare a vivere, e a volte commettono degli errori, e le loro vite cambiano per sempre.
E c’è un tale senso di verità nelle parole di Stefánsson, nel modo in cui descrive l’umanità tutta parlando delle difficoltà di un povero contadino islandese, nel suo stile così carico di metafore brillanti e pungenti, nel suo sguardo così pieno d’amore e di tenebre, che con un abbraccio sembra stringere tutto il mondo.
E ora che ho terminato la lettura, e sono distante dalla sua poesia luminosa, la vita sembra essere un po’ più tetra.
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