Rachele Riccetto's Blog, page 21

October 5, 2023

MADRE – GOLDIE GOLDBLOOM

Voto: 8/10

Edito: Playground

Surie ha 57 anni, è madre di dieci figli, nonna e quasi bis-nonna, quando scopre di essere rimasta incinta.

Vive a New York, nel quartiere di Williamsburg, ed è un membro della comunità chassidica, e il modo in cui vive la sua vita è molto simile a come un tempo vivevano gli ebrei ortodossi nell’Europa dell’Est.
Quando scopre di essere incinta, e per giunta di due gemelli, è un vero shock, e la prima cosa che prova è vergogna: cosa dirà la comunità quando scoprirà che una donna della sua età ha ancora rapporti con suo marito? Cosa diranno i suoi stessi figli?

Surie decide così, quasi inconsciamente, quasi contro la propria volontà, di nascondere la gravidanza a tutti quelli che la circondano, e questo segreto che si porta dentro farà tornare a galla un altro dolore profondo, un altro segreto di cui la famiglia non parla, un altro figlio andato perduto.

Una storia particolare, questa di Surie, che è un personaggio con cui non è facile empatizzare.
Scoprirsi incinta a 57 anni e nasconderlo per 7 mesi alla propria famiglia?
Sembra praticamente impossibile. Non solo nasconderlo, ma continuare a vivere la propria vita quasi come se non fosse realmente così.

Surie ha sempre partorito in casa, ma questa volta nessuno può sapere cosa sta succedendo, e così, tutte le settimane, si reca in ospedale per i controlli, con la scusa di portare dolci agli ammalati; quindi comincia ad andarci tutti i giorni, per aiutare le altre donne della sua comunità, per tradurre dall’inglese allo yiddish le parole dei medici, per portare un po’ di conforto alle altre madri.

Ma Surie non trova conforto per sé, né per i due gemelli che crescono dentro di lei: non mangia, lavora troppo, si affatica, e questo segreto che si porta dentro la tormenta, e si manifesta con il fantasma di Lipa, il figlio che ha perso 4 anni prima, che si è suicidato perché rifiutato dalla sua famiglia in quanto gay.
Surie vede Lipa, lo ricorda da bambino, lo ricorda da adulto, e vorrebbe tanto parlarne con suo marito Ydel, ma non è possibile, di certe cose non si parla; tutte le foto di Lipa sono state eliminate, i suoi nipoti non sanno neanche di aver perso uno zio, e Surie sente questo segreto che cresce e prende sempre più spazio dentro di lei, proprio come i gemelli, e anche a loro discapito.

Con attenzione ed onestà, Goldbloom ci mostra una comunità chiusa alla modernità e alla diversità, ma che involontariamente sta comunque cambiando, e attraverso il punto di vista di una donna che si trova di fronte ad un periodo difficile di cambiamenti, ci mostra vari aspetti dell’animo umano.

Surie è una donna forte, che a 57 anni si guarda intorno e inizia a riconoscere alcuni aspetti sbagliati della sua vita: come è possibile che nessuno voglia parlare di Lipa con lei? Come hanno potuto dimenticarlo così?

L’aspetto che mi ha convinto di meno di tutta la storia è che Surie non riveli a nessuno di essere incinta per 7 mesi e che nessuno se ne accorga; l’aspetto che mi è piaciuto di più, è il fatto che continui a pensare “lo rivelerò a Ydel dopo che avremmo parlato di Lipa” ma, quando i suoi tentativi continuano a rimbalzare contro il muro che il marito si è costruito intorno, il dolore è troppo e lei continua a custodire il segreto della gravidanza dentro di sé.

C’è aria di cambiamenti nella comunità, con la nuova generazione che si fa sempre più curiosa e aperta al mondo; ma ci sono spiragli anche nelle vecchie generazioni, con la suocera di Surie che si dimostra uno dei personaggi più caldi e materni del romanzo.

Questo libro racconta una storia difficile, di sofferenza, di dubbi ed errori, di paure e solitudine, e lo fa attraverso una voce unica, di un personaggio in evoluzione, in una mondo che sta cambiando.

Uno stile carico, denso, che affonda e scava e brucia, che nasconde dentro di sé i suoi significati, come un segreto che è destinato a venire alla luce.

C’è dolcezza e malinconia nella prosa di Goldbloom e, proprio come Surie, tenta di trasformare in gentilezza una storia di sofferenza.

Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:

Madre

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Published on October 05, 2023 01:00

October 3, 2023

THE DARK TIDE – ALICIA JASINSKA

Voto: 7/10

Edito: Sourcebooks

Ogni anno, alla vigilia del giorno di Santa Valpurga, prima della luna nuova, la Strega Regina di Caldella deve sacrificare un ragazzo scelto fra gli abitanti della città.
Il prescelto viene scelto durante una notte di festeggiamenti, deve passare un po’ di tempo nel castello della Regina affinché lei possa innamorarsi di lui, e poi essere sacrificato, così che il dolore e le lacrime della strega possano placare la marea crescente.

Quando la Regina Natalia si innamora di Thomas, però, decide di sacrificare sé stessa e lasciarlo scappare.

Due anni dopo, l’isola sta per essere sommersa dal mare, perché i sacrifici della nuova Regina, Eva, non funzionano.
Eva si è strappata il cuore dal petto e l’ha gettato in mare alla morte della sorella, quindi non può innamorarsi dei giovani che rapisce.
Quando Thomas si ripresenta alla festa annuale, Eva lo sceglie come sacrificio e decide di portare a termine la sua vendetta.

Non ha preso in considerazione Lina, però, la giovane innamorata di Thomas, che farà di tutto per salvare il ragazzo che le piace e la sua isola natale, anche offrire sé stessa come sacrificio.

Questa non è una storia particolarmente complessa, e il world-building è praticamente appena accennato: un’isola che affonda, streghe, magia, incantesimi che prendono la forza da nodi e capelli e sangue; è un’idea interessante, e funziona abbastanza bene, ma avrei preferito saperne molto di più.
Ci sono anche parecchi buchi nella trama, ma il ritmo narrativo è sostenuto e ci permette di leggere in volata tutto il libro senza soffermarci troppo su tutti i suoi difetti.

La bellezza di questa storia è tutta nella penna di Jasinska: con una prosa che è quasi poetica, musicale e dolce, che sale e scende come le onde del mare, che sembra svanire come uno sbuffo di fumo, la lettura risulta fluida e ammaliante.

I personaggi sono interessanti, diversi fra loro, complessi: Lina vuole salvare le persone che ama e tutta la città, mentre Eva odia tutti e non riesce superare il dolore per la perdita della sorella. Forse la storia d’amore fra i due personaggi principali risulta un po’ affrettata (nonostante il “burn” sia estremamente “slow”), mentre le relazioni che hanno con gli altri personaggi sono più profonde, che è una cosa che avrebbe potuto essere approfondita in un secondo romanzo, se solo questo non fosse uno standalone.
Avrebbe sicuramente beneficiato di un centinaio di pagine in più, ma senza aspettative troppo alte e richieste troppo esigenti, è un romanzo che funziona piuttosto bene.

Credo sia una buona lettura per gli appassionati di YA, fantasy, streghe e affini.

Dovrò sicuramente recuperare un altro dei suoi romanzi.

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The dark tide (eng)

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Published on October 03, 2023 01:17

October 1, 2023

L’ERBA CANTA – DORIS LESSING

Voto: 8/10

Edito: La Tartaruga edizioni

Ambientato in Sud Africa negli anni ’40 del secolo scorso, questo libro inizia con una nota tagliente e scioccante: c’è stato un omicidio, una donna bianca è stata ritrovata morta nella sua fattoria e, all’arrivo della polizia, un indigeno si è dichiarato colpevole del fatto.
Tutte le famiglie della zona si chiudono nel silenzio, nessuno conosceva bene i Turner, né la defunta Mary né suo marito Dick, e nessuno vuole parlare di ciò che è accaduto.

E allora, per capire bene la violenza che si è scatenata durante un’alba come tante, dobbiamo tornare indietro, a quando Mary viveva in città ed era una ragazza felice, a quando la paura di essere considerata “diversa” perché indifferente al matrimonio l’ha spinta fra le braccia di Dick, un proprietario terriero dai grandi sogni.

Osserviamo la loro vita nella piccola casupola dal tetto di lamiera, sentiamo sulla nostra pelle il caldo soffocante e il sole cocente, possiamo vedere la vita che lentamente si spegne negli occhi di Mary.

E alla fine, nelle ultime pagine, con il sottofondo del canto delle cicale e dell’erba che si secca nei campi, di sangue e sudore, di lacrime e dolore, vorremmo solo tornare indietro e poter cambiare tutto.

Il fatto che questo sia stato il primo romanzo di Doris Lessing serve semplicemente a dimostrare la straordinaria capacità narrativa e la potenza lessicale che possedeva.

Mi dispiace soltanto di averci messo così tanto a portare a termine la lettura, intervallando ogni capitolo con altri libri interi.

Certo, anche concentrandomi esclusivamente su questo, probabilmente la lettura non sarebbe comunque stata rapida, perché è un romanzo denso, fitto, che ci costringe ad avanzare lentamente e con fatica attraverso acque stagnanti, terreni aridi, intricate foreste.

Il fatto che si parli di un omicidio passa quasi in secondo piano durante la lettura, perché i ritratti che Lessing dipinge di Mary e Dick sono così vividi e complessi da distrarre completamente il lettore.
I due protagonisti non sono delle belle persone a cui capita qualcosa di orribile, non formano una coppia felice distrutta da una sventura: la loro è stata una vita di stenti, di incomprensioni, di urla e silenzi, di accuse e rimpianti, di sofferenza.

Quando Mary ha deciso di sposare Dick per salvarsi da una vita che cominciava a starle stretta, non sapeva come sarebbero andate a finire le cose, sognava una vita nuova.
Lentamente, però, il suo mondo si è ristretto sempre di più, e alla fine poteva rientrare completamente nella piccola casa di fortuna che la intrappolava, senza via di scampo.

Quando i suoi nervi non hanno più resistito, Mary si è arresa ad una fine che l’aveva lasciata impotente e vuota.

Attraverso gli occhi dei coloni bianchi, Lessing descrive il problema raziale del Sud Africa, degli indigeni maltrattati e sfruttati, del razzismo coloniale e lo sfruttamento dei servitori, ed è proprio questo uno dei cardini principali del romanzo: quando Mary vive in città crede quasi di non essere toccata dal razzismo di cui è infusa la società; quando però vive nella fattoria, gli indigeni dovranno subire tutti i suoi capricci e i maltrattamenti.

Lessing mette a nudo gli aspetti più meschini e terribili della società bianca, e il modo in cui gli sprovveduti coloni credevano di poter conquistare facilmente una natura a loro sconosciuta.

Il quadro, che prima comprende tutto il Sud Africa, si stringe sempre di più, fino a chiudersi sugli ultimi istanti di Mary, sul suo terrore e la sua rassegnazione, su Moses e l’avanzare della natura, pronta a riprendersi ciò che le era stato tolto.

Un romanzo potente, potentissimo, che nasconde frasi di una poesia strabiliante, come solo Lessing sapeva fare. Una storia che, pagina dopo pagina, ci schiaccia e ci soffoca, portando alla luce la brillante capacità dell’autrice di creare qualcosa di crudo e terribile e bellissimo.

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L’erba canta

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Published on October 01, 2023 00:51

September 28, 2023

SIAMO RIMASTE NUDE NELLO SPECCHIO – EMILIA TESTA

Edito: Giovane Holden Edizioni

Ringrazio infinitamente Emilia per avermi inviato una copia del suo libro!

Una raccolta di cinque racconti, cinque storie di donne, fra amicizia e amore, odio e dolore, nuove scoperte e vecchi desideri, sogni e rimpianti.

C’è Roberta, che prende sempre lo stesso treno e osserva sempre la stessa ragazza, così giovane e bella, e sogna di accorciare quella distanza che esiste fra due sconosciuti.

C’è Federica, che scopre l’infedeltà del marito e cade ai piedi di Valeria, finisce nelle trame della passione e perde completamente il senso di sé e di ciò che è giusto e sbagliato.

C’è Marta, che per anni ha nascosto a tutti, anche alla sua migliore amica, la verità sulla propria identità sessuale, finché l’incontro fortuito con Benedetta, che ha sulle spalle dieci anni di meno e molta più libertà, la aiuterà a liberarsi di un peso che l’ancorava a terra e le impediva di vivere a pieno la propria vita.

C’è Ester, innamorata di Camilla, che senza pietà sfoga la propria rabbia per i sentimenti non ricambiati, perdendo completamente contatto con la realtà e ritrovandosi con le mani lorde di sangue.

E infine c’è Laura, un’adolescente costretta ad abbandonare la propria città, che ricomincia a sognare e a sorridere grazie ad una nuova conoscenza, guardando al futuro con occhi di nuovo pieni di speranza.

Ci sono alcuni temi ricorrenti fra tutti i racconti, come la ricerca dell’amore, la passione, la voglia di essere e di vivere (e la costante, e spesso enorme, differenza d’età fra le protagoniste, che devo ammettere non è un aspetto che apprezzo mai granché).

Altri aspetti sono unici ad ogni racconto, come i dubbi dell’adolescenza, o le incertezze della vita di una trentenne, o la violenza malata che nasce da un amore che non è come lo si vuole.

Alcuni aspetti mi sono piaciuti molto (per esempio, nessuna delle protagoniste ha una vera crisi d’identità nel riconoscere la propria omosessualità, cosa che ho apprezzato, visto che è un tema che purtroppo viene spesso sfruttato nel modo peggiore) e altri molto meno (INIZIO SPOILER una donna che uccide una ragazza per gelosia è il simbolo del patriarcato all’ennesima potenza FINE SPOILER).

La scrittura di Testa è scorrevole, i toni ricercati, conditi con termini a volte poco usuali ma che colpiscono sempre il punto giusto; la sua prosa funziona bene nelle grandi riflessioni, e forse un po’ meno nei dialoghi, che risultano a tratti macchinosi e poco realistici, ma ne risulta comunque una miscellanea interessante e coinvolgente.

In generale è una lettura piacevole, che permette di entrare nel profondo della mente delle protagoniste, e ci permette di empatizzare con loro (con le giuste “eccezioni”).

Cinque storie che raccontano cinque viaggi, che scavano nella mente e nel cuore di cinque donne, così diverse fra loro, ma come un singolo filo ad unirle tutte.

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Siamo rimaste nude nello specchio

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Published on September 28, 2023 01:03

September 26, 2023

AFTERSUN – CHARLOTTE WELLS

Voto: 9/10

Diretto: Charlotte Wells

Calum e Sophia, 31 e 11 anni, padre e figlia, una vacanza in Turchia, un tempo ormai lontano ma mai dimenticato.

Attraverso ricordi e sensazioni, vecchi filmati registrati su pellicola, osserviamo giornate rilassanti e momenti di tensione, un rapporto con i suoi alti e bassi, e un’ombra oscura che aleggia a poca distanza.

Calum è giovane, si mostra sorridente con sua figlia, ma qualcosa grava sulle sue spalle, la vita sembra schiacciarlo con una forza opprimente.

Sophia è ancora una bambina, ma al tempo stesso non vede l’ora di crescere, si crede già più grande di quanto non sia, e cerca di godersi al massimo quei pochi giorni di vacanza con suo padre.

Scopriamo presto che questi sono solo ricordi, vecchie immagini che Sophia, vent’anni dopo, ricorda e forse osserva sotto una luce diversa.
Ha una compagna adesso, e un figlio, e forse un’ombra oscura che si aggira da qualche parte sopra di lei.

Calum è morto, non sappiamo bene quando né precisamente come, ma intuiamo che quello in Turchia è stato il loro ultimo viaggio insieme, uno degli ultimi momenti felici che hanno condiviso.

Questo è il debutto di Charlotte Wells che, a 35 anni, ha creato un’opera estremamente delicata e straziante, che non pronuncia mai apertamente quelle parole così dolorose, ma ci mostra attraverso sguardi velati e sorrisi smorzati tutto ciò che si nasconde sotto la superficie.

Non sappiamo quasi niente di Calum, ma proviamo per lui (e con lui) una sofferenza viscerale, ci specchiamo nel suo senso di perdita, ci lasciamo trascinare in quella stanza buia piena di luci stroboscopiche dalla quale non uscirà mai più.

I figli crescono e i genitori muoiono, all’apparenza una storia come tutte le altre, che però riesce in maniera eccezionale a raggiungere quel punto così dolce ed atroce che ci lacera il cuore.

Attraverso ricordi perlopiù felici, e qualche immagine di un presente teso e malinconico, Wells ci racconta la vita e la morte.
Alcune scene sono davvero reali, altre forse rimodellate dalla lente distorta della memoria, altre assumono tinte quasi oniriche, e profetiche.

Un film che parla di amore e di perdita, di lutto e crescita, di accettazione e sopportazione.

Un film che colpisce di più nei momenti in cui non parla, ma ci mostra esattamente tutto quello che vuole dire.

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Aftersun

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Published on September 26, 2023 01:45

September 24, 2023

FLATLANDIA – EDWIN A. ABBOTT

Voto: 11/10

Edito: Adelphi

Se il mondo fosse una superficie piana sulla quale i suoi abitanti, figure geometriche bidimensionali, si muovono abbastanza liberamente, senza mai sovrapporsi, come sarebbe la vita?

Questa realtà ci viene spiegata dal protagonista del romanzo, un Quadrato che da anni, ormai, vive in prigione per aver tentato di diffondere idee pericolose che avrebbero potuto incitare il popolo a porsi domande scomode e a rivoltarsi alla gerarchia in comando.

Un romanzo breve e, semplicemente, geniale.

Scritto alla fine dell’800, racchiude nelle sue pagine una piccola storia di base, che funge un po’ come collegamento fra le varie idee che lo compongono, ma che non rappresenta la parte principale.

Insieme al nostro protagonista proviamo una sensazione di sconvolgimento quando scopriamo che Flatlandia non è l’unica realtà esistente, quella a due Dimensioni, ma che ce ne sono altre ad una Dimensione (Linelandia), a tre Dimensioni (Spacelandia), una adimensionale (Pointlandia) e perché no, teoricamente, anche una a quattro Dimensioni (Thoughtlandia) o forse di più.

La parte innovativa e brillante del romanzo, però, è il modo in cui Abbott ha mescolato matematica e geometria, politica e filosofia, logica e critica sociale per creare un mondo fantastico e terribile.

Con tono leggero e asciutto, didattico e conciso, ci spiega tutti (o quasi) gli aspetti della vita su Flatlandia, con tanto di rappresentazioni grafiche per facilitare la comprensione delle sue idee.

La spietata critica sociale viene raccontata con tono pratico, spiegando al lettore con naturalezza cosa spinge i flatlandesi a considerare le donne come gli esseri più infimi (delle semplici Linee Rette, senza intelletto e dominate dalle proprie emozioni) e ad eliminare senza pietà le Figure Irregolari, cercando di creare una società sempre più perfetta, composta da poligoni sempre più complessi ed avanzati.
La società raccontata non è soltanto quella vittoriana, ma quella del mondo intero, con le sue leggi naturali e i suoi comportamenti più spietati giustificati in nome del “bene della società”.

Quando il protagonista, un Quadrato che ha sempre vissuto una vita comune, riceve la visita di una Sfera, un Solido proveniente dalla Spacelandia, all’inizio non riesce a comprendere come un tale essere possa esistere.
Quando poi questa lo fa uscire dal piano della Flatlandia e gli permette di osservare il mondo in cui ha sempre vissuto da un altro punto di vista, tutto cambia.

La sua mente, ora aperta a nuove possibilità, comprende tutto ciò che osserva e ciò che gli viene spiegato, e anche di più, arrivando a mettere in discussione la possibile esistenza di ulteriori mondi, a quattro/cinque/sei/sette/otto dimensioni.

Abbott ci spinge, attraverso le parole di un Quadrato, ad osservare tutto ciò che ci circonda con occhi diversi, a non accontentarci, a continuare a cercare e ricercare e porci domande, perché le cose non sono sempre come sembrano.

Potrebbe trattarsi di un’altra realtà e di un’altra Dimensione, di grandi idee filosofiche o grandi rivelazioni divine, ma c’è sempre qualche altra cosa da cercare.

La matematica non mi ha mai appassionato, e tanto meno la geometria, ma questo romanzo è riuscito a catturarmi come poche altre letture prima.

Un’opera arguta e incisiva, che mostra come sia possibile creare qualunque cosa con la giusta dose di fantasia e un’eccezionale padronanza di linguaggio.

Un libro che ci spinge a mantenere una mente aperta, e a puntare “in alto, non a Nord”.

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Flatlandia

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Published on September 24, 2023 01:48

September 21, 2023

COSE CHE SUCCEDONO LA NOTTE – PETER CAMERON

Voto: 7/10

Edito: Adelphi

Un treno, una notte, un uomo, una donna, il mondo ricoperto da uno spesso strato di neve, una ferita, una macchia di sangue.

Il treno arriva in una piccola stazione deserta, l’uomo e la donna scendono e, lentamente, affondando nella neve e nel buio, cercano di raggiungere la città.
Hanno viaggiato per giorni per giungere fino a lì, sono partiti da New York con un solo scopo: adottare un bambino e riempire quel vuoto che si è formato fra loro, che forse c’è sempre stato, che spalanca le sue immense fauci e si fa sempre più palese.

Ma il loro percorso sembra costellato di ostacoli: il vecchio ed enorme hotel in cui albergano, incomprensioni linguistiche, un guaritore-santone, un’anziana cantante e la sua pelliccia d’orso, uno strano uomo d’affari e i suoi desideri.

L’uomo e la donna di mezz’età non hanno un nome, ma hanno un obiettivo, che sembra allontanarli sempre di più l’uno dall’altra.
La vita si intromette nella coppia, una nuova speranza per un nuovo inizio che punta in direzioni diverse: l’uomo può finalmente diventare padre, la donna può finalmente provare un ultimo bagliore di speranza che il cancro le aveva strappato via.

Una storia strana e al tempo stesso normalissima, che sembra quasi un sogno, o forse un incubo.

Le atmosfere sono la parte migliore, così surreali, così oniriche, dove ogni rumore sembra attutito dallo spesso strato di neve e ghiaccio che ricopre ogni cosa, e ogni colore sbiadito dalla tempesta che imperversa all’esterno e nel profondo dell’animo dei protagonisti.

Quando ci ritroviamo all’interno dell’hotel, l’ambiente è quasi soffocante, l’aria calda e pesante, l’acquavite ci stordisce; all’esterno, la sensazione di claustrofobia non si alleggerisce, il cielo plumbeo ci schiaccia e le enormi foreste ci sbarrano la strada, e ci perdiamo nel Grande Nord.

I protagonisti, quando arrivano in città, sembrano sapere cosa vogliono, determinati a raggiungere il loro scopo.
Con il passare dei pochi giorni, però, ognuno di loro affronterà un viaggio dentro di sé ed avrà modo di osservare meglio l’altro, scoprendo che forse, alla fine, non possono superare insieme la loro infelicità.

La storia si svolge in una manciata di giorni e sì, succedono parecchie cose, ma al tempo stesso il tutto si svolge in maniera piuttosto lenta, arranca un po’ nella neve, si perde nel buio, con pochi squarci di luce lunare ad illuminare la via.

Lo stile di Cameron è molto elegante, ed ottimo per il tipo di storia che ha voluto scrivere, così tetra e malinconica, densa e angosciante, senza scampo.

I protagonisti sono umani, fallaci, corporei, quasi caricaturali; sono ben descritti e brillano nelle interazioni fra le varie personalità.

Gli eventi che hanno luogo di fronte ai nostri occhi sono strani, sembrano quasi assurdi, ma non succede mai niente di davvero irreale, creando una storia in bilico fra la vita vera e un brutto sogno, da cui è difficile staccare lo sguardo, che precipita sempre più velocemente verso la fine, ma che non sembra colpire precisamente al cuore.

Cameron sa scrivere frasi di una dolcezza disarmante, di una crudezza stridente, di una verità stordente.
Cameron sa scrivere, e su questo non ci sono dubbi, ma forse a volte uno stile non basta per fare un ottimo libro.

Non posso dire che non mi sia piaciuto, non posso dire che non mi abbia a suo modo colpito, e sicuramente non nego le mille interpretazioni che ho tentato di dare ad ogni piccola parte.
Che sia solo un sogno? Che sia tutto vero? Che sia un’interpretazione distorta di un ricordo sfumato? Che sia uno dei mille volti della vita, una delle mille strade possibili, un viaggio assurdo per raccontare l’assurdità del mondo?

Una storia strana, che vaga come i suoi personaggi, cerca quasi brancolando un filo netto ma si perde nel candore che ci acceca, e che è riuscito nel suo intento, se il suo intento era quello di lasciare l’amaro in bocca e un profondo senso di estraneità.

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Cose che succedono la notte (ita)

What happens at night (eng)

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Published on September 21, 2023 01:25

September 19, 2023

N.S.O.E. – VANSKY

sdr

Ringrazio molto Vansky per avermi inviato una copia del suo romanzo!

Sette sconosciuti si ritrovano nella hall di un hotel di New York, pronti per iniziare una grande avventura: un viaggio attraverso l’America, con destinazione Los Angeles.
L’organizzatore del viaggio, il Pastore, li informa all’ultimo secondo di non poter partecipare alla traversata, e i sette avventurieri partono da soli, in un viaggio alla ricerca di sé stessi, un viaggio per comprendere la vita e conoscere le persone che li accompagnano, per imparare a sognare e a vivere a pieno.

Questo romanzo è una specie di diario di viaggio, in parte guida turistica e in parte romanzo di formazione (ma per adulti).

La storia si svolge in maniera naturale, seguendo il percorso dei protagonisti e il modo in cui ognuno di loro affronta queste nuove avventure e il passato che si porta dietro.

I personaggi sono Aberdeen (bello, ricco e viziato), Amber (bella, spogliarellista dal passato turbolento), Kiki (artista senza fortuna), Brenda (scienziata che ha dedicato tutta la sua vita all’astronomia), Emily (casalinga timida e frustrata), Logan (colto e silenzioso) e Jacob (affascinante e con un bicchiere di whiskey sempre in mano).
Ognuno di loro ha un sogno da raggiungere e qualcosa nel passato a cui sfuggire.

I personaggi sono abbastanza diversi fra loro e caratterizzati, ma risultano un po’ troppo stereotipati (con qualche commento sessista qua e là, tipo definire delle ragazze “pietanze calde e succulente”) ed è difficile entrare davvero in sintonia con loro.

Il viaggio attraverso l’America è interessante, anche se forse un po’ troppo didascalico (la prima metà di ogni capitolo, con l’introduzione di ogni nuova tappa, sembra quasi una guida turistica di italiani per italiani, che lascia un po’ un senso di estraneità che poco si addice a dei personaggi che dovrebbero essere effettivamente americani).

Comunque è piacevole attraversare tutti questi luoghi diversi, dalla natura alla città, dal deserto alle mille luci di Las Vegas.

Il finale non mi ha convinto completamente, soprattutto per la “rivelazione” che sembra un po’ forzata e alcuni personaggi che si perdono completamente (se Aberdeen non avesse intrapreso il viaggio non sarebbe cambiato nulla nella sua vita).

La scrittura di Vanksy è semplice e scorrevole, a tratti un po’ forzata nella ricerca di grandi immagini poetiche e nell’analizzare i grandi viaggi interiori dei personaggi (così come i dialoghi, che risultano poco naturali e un po’ meccanici), ma la lettura risulta abbastanza fluida.
Questo è un problema molto comune fra le opere auto-pubblicate, ma non è niente di insormontabile.

In generale risulta un romanzo piacevole, che forse punta un po’ troppo in alto affrontando temi in maniera un po’ troppo semplicistica, ma che riesce a tenere compagnia al lettore.

Carino e gradevole, una lettura adatta a tutti.

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N.S.O.E.

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Published on September 19, 2023 00:45

September 17, 2023

AMERICAN DUST – RICHARD BRAUTIGAN

Voto: 8/10

Edito: Minimum Fax

Nel 1947 il protagonista è un ragazzino di 13 anni, che vive un’estate come tante altre; nel febbraio del 1948 la sua vita cambia improvvisamente e drasticamente; nel 1979 è un uomo ormai cresciuto, ma da trent’anni pensa ancora a quell’avvenimento che ha cambiato tutto, a quella scelta che ha messo in moto ogni evento che è andato a comporre la sua vita.

Se solo in quel febbraio del ’48 si fosse fermato ad acquistare un hamburger e non fosse entrato nel negozio accanto al ristorante, se solo si fosse lasciato tentare dall’ottimo odore della carne cotta invece che dal fucile esposto nella vetrina dell’armeria, a ricordargli di comprare le cartucce per il suo fucile calibro ’22, la sua vita sarebbe andata diversamente.

Non conoscevo affatto questo autore quando questo volume mi è letteralmente capitato fra le mani, un incontro fortuito e casuale, eppure è proprio questo il mio primo approccio a Brautigan: il suo ultimo romanzo, pubblicato nel 1982, appena un paio d’anni prima del suo suicidio.

Le pagine iniziali del romanzo contengono sofferenza e finalità, rimorso e irreparabilità, e compongono l’incipit perfetto per attirarci all’interno di questa storia.

Il protagonista, che rimane innominato per tutta l’opera, ricorda gli avvenimenti dell’ultima estate della sua infanzia, e riflette, con il senno di poi, sulle sue scelte e i suoi ricordi e tutto ciò che succedeva intorno a lui.

Gli eventi hanno luogo nell’estate del ’47 e nel febbraio del ’48, in un secondo dopo guerra americano particolarmente difficile, con gli strascichi della Crisi che si facevano ancora sentire pesantemente.

Nell’estate del ’47, il protagonista si divertiva ad andare a pesca nel piccolo lago senza nome della sua città, ad osservare una coppia che pescava i pesci gatto seduti comodamente sul divano che si portavano ogni giorno da casa, ad ascoltare le storie dei vecchi e raccattare le bottiglie di birra vuote per racimolare qualche soldo.

La vita sembrava più facile per un ragazzino, libera dal consumismo e dall’appiattimento causato dalle televisioni.
La vita del protagonista non era stata facile, la pesante mancanza del padre e i costanti traslochi, e la morte, sempre presente, che si muoveva intorno a lui, quasi come una serpe nascosta nell’erba alta, pronta ad attaccare in qualunque momento.

E la morte era sempre in agguato, mai troppo distante, ma mai tanto vicina quanto in quel febbraio del ’48, in quella giornata che cambiò tutto.

E in un certo senso anche noi, al giorno d’oggi, siamo abituati a sentire storie di sparatorie in America, di ragazzini e fucili e morti insensate, e la potenza di questo racconto sta anche in questo dettaglio.
Perché ci siamo praticamente abituati, ma non è una cosa normale a cui abituarsi, è una macchia nera, un colpo al cuore troppo spesso rivendicato con orgoglio.

Il tono di Brautigan è delicato e malinconico, quasi leggero, un po’ distaccato, i pensieri del protagonista saltano avanti e indietro nel tempo, creano collegamenti e intrecciano ricordi, senza tentare di dare un senso a qualcosa che un senso non ce l’ha.

Alcune parti sono quasi surreali, altre più serie, alcuni ironiche e divertenti, altre ciniche e più drammatiche, in un miscuglio denso che scivola facilmente di fronte ai nostri occhi, dipingendo un quadro perfetto di vite imperfette.

La voce del protagonista si nota appena, coperta dal canto dei grilli e dal soffio del vento, da questi turbinii di polvere che ricoprono ogni cosa, si posano e si rialzano, e noi con lui non possiamo fare altro che osservare la scena che si svolge di fronte ai nostri occhi, fino alla fine, fin quando la polvere non viene soffiata via un’ultima volta, e resta solo la desolazione di una mancanza, di un vuoto, di un sogno che non esiste più.

Proprio come in un sogno, proprio come in quel sogno in cui vorresti entrare ma che puoi solo osservare dall’esterno, l’inevitabile fine si avvicina sempre più velocemente, e non c’è modo di evitarla.

Una storia di destino e di destini, di povertà e libertà, tanto assurda quanto credibile.
Una storia di perdita e di desolazione, di accettazione, di rassegnazione.

Un libro che posso definire semplicemente bello, che sicuramente rileggerò tra qualche anno, e magari nel frattempo avrò recuperato anche qualche altra opera di quest’autore rimasto relegato in un’altra epoca.

Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:

American Dust

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Published on September 17, 2023 01:23

September 14, 2023

STRANGER IN A STRANGE LAND – ROBERT A. HEINLEIN

Voto: 7/10

Edito: Fanucci

Valentine Michael Smith, detto Mike, è tecnicamente un essere umano ma, essendo nato su Marte, è un marziano.
Quando viene riportato sulla Terra, per dei tecnicismi legali, viene considerato proprietario del pianeta rosso, e per questo si ritroverà invischiato in un mare di guai.
Dovrà imparare una nuova lingua, un nuovo modo di pensare e di agire, di comportarsi e di rapportarsi agli altri; dovrà imparare cosa sono la politica e la religione, l’amore e l’amicizia, la vita e la morte su un pianeta a lui sconosciuto.
Mike non solo ragiona come un marziano, ma è anche in grado di compiere cosa incredibili, come comunicare telepaticamente, spostare oggetti con la mente (telecinesi), far scomparire cose (farle “smettere di esistere”), e altro ancora.
Con il suo modo di pensare e di vedere il mondo influenzerà tutte le persone intorno a lui, che lo trasformeranno in una specie di nuovo Messia.

Pubblicato all’inizio degli anni ’60, questo è sicuramente un romanzo importantissimo per il genere fantascientifico.

La storia è interessante e ben pensata, complessa e umana; la lettura è abbastanza scorrevole, il tono ironico della maggior parte delle conversazioni fra umani rende il tutto ancora più surreale.

Mike è un personaggio particolare e davvero affascinante, che riesce a trasmetterci un modo nuovo di osservare l’umanità e la nostra condizione.
La parte migliore del romanzo per me è stata proprio questa: Heinlein ha trovato un modo intelligente per creare un personaggio “distaccato” dal resto delle persone, così da poterlo utilizzare per analizzare attentamente il mondo che lo circonda, partendo dai concetti che più diamo per scontati (la lingua) fino a quelli più complessi (religione e filosofia).

Purtroppo è anche una storia piena di stereotipi misogini, sessismo, un po’ di razzismo, e un tocco di omofobia, che non guastano mai.

Che sia Jill stessa, il personaggio principale femminile, a pronunciare la frase “Nove volte su dieci, se una ragazza viene violentata, la colpa è sua” (in inglese la frase è “attenuata” dall’utilizzo del termine “partly”, ma comunque), non solo è sbagliato e orripilante e disgustoso, ma sta anche ad indicare chiaramente uno dei problemi di base di questo romanzo.

È davvero un peccato, soprattutto visto il modo in cui Heinlein racconta la mentalità di Mike, così aperta e senza alcun tipo di pregiudizio, che lo scrittore abbia deciso di includerne così tanti in tutto il romanzo.

Resta comunque una lettura interessante, molto piacevole, che mette in risalto le ipocrisie che gli esseri umani hanno creato e con cui convivono costantemente.

Per gli amanti del genere e non solo.

Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:

Stranger in a strange land (eng)

Straniero in terra straniera (ita)

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Published on September 14, 2023 00:50