Rachele Riccetto's Blog, page 22

August 27, 2023

MA GLI ANDROIDI SOGNANO PECORE ELETTRICHE? – PHILIP K. DICK

Voto: 8/10

Edito: Fanucci

Nel 1992 la Terra è stata devastata da una guerra nucleare e sono pochi, ormai, gli esseri umani che non sono fuggiti nello spazio e sono rimasti sul pianeta; gli animali sono quasi completamente estinti, e possederne uno è un lusso che pochi possono permettersi, e la maggior parte delle persone deve accontentarsi di un surrogato elettrico.
In questo futuro distopico e post-apocalittico, la storia si svolge il 3 gennaio e Rick Deckard, un cacciatore di taglie del dipartimento di polizia, deve ritirare 6 androidi Nexus-6.
Questi androidi sono praticamente identici agli esseri umani, hanno coscienza di sé, prendono decisioni in base alla propria volontà e per questo sono considerati pericolosi ed illegali, e Rick si ritroverà a mettere in dubbio le fondamenta stesse di ciò che vuol dire essere “umani”: cosa ci differenzia da un androide in grado di avere coscienza di sé e aspirazioni, avere una volontà propria e provare amore, apprezzare la cultura e desiderare di vivere in libertà? Può l’uomo provare empatia per un essere che desidera soltanto vivere in mezzo alle persone? Può un androide provare vere emozioni?

In 24 ore il mondo di Deckard verrà completamente sconvolto, le sue emozioni messe alla prova, e in una sola terribile, ed incredibile, giornata dovrà rivalutare tutte le proprie credenze.

Se la religione, gli stimoli sociali e addirittura gli umori sono gestiti da TV e programmi, e gli animali sono catalizzatori per l’empatia, siamo davvero così diversi? Cosa è reale, e cosa no?

In questa società in declino, l’uomo cerca di trattenere il ricordo di un’umanità ormai scomparsa, e le atmosfere cupe e fredde ci coinvolgono e ci spiazzano.

La scrittura di Dick è precisa e fluida, senza dettagli inutili, diretta ed efficace, e con poche domande riesce a ribaltare la prospettiva da cui osserviamo la realtà.
Forse la prima parte del romanzo mi è piaciuta di più della sua conclusione, con la sua aria decadente e l’insinuarsi delle grandi domande.

Una storia intrigante e coinvolgente, che scava e affonda e affronta vari aspetti dell’essere umani, concentrandosi su sentimenti e religione.

Un romanzo fantascientifico che parla del divino e dell’umano, della comunità e dell’individualità, della vita e dei suoi mille quesiti, come solo la fantascienza migliore sa fare.

Non è perfetto, ma è un libro che fa riflettere, a fondo, ed è una lettura da affrontare con uno sguardo attento. Per non lasciarsi ingannare da ciò che esiste in superficie.

Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:

Ma gli androidi sognano pecore elettriche? (ita)

Do androids dream of electric sheep? (eng)

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Published on August 27, 2023 00:35

August 22, 2023

ALL’OMBRA DELLA GRANDE QUERCIA – CHRISTIAN MALVICINI

Ringrazio tantissimo Christian per avermi inviato una copia del suo romanzo!

Una ragazza perde la vita a causa di un terribile incidente, e il corpo di un giovane resta riverso sull’asfalto. Si chiama Dante, e l’intervento tempestivo di Guido e Saverio gli permette di sopravvivere.
Quando i due visitano Dante in ospedale, incontrano Beatrice, amica della giovane morta, e scoprono che conoscevano tutti la ragazza scomparsa.
Scoprono così di essere tutti collegati, e le loro vite si intrecciano sempre di più, alla ricerca di redenzione e rinascita, pace interiore e accettazione, riportando alla luce vecchi segreti ed errori, facendo i conti con il passato ed imparando a credere nel futuro, ai piedi della Grande Quercia che osserva le loro vite.

Questo di Malvicini è un romanzo relativamente breve, ma molto intenso.

I protagonisti principali sono Guido e Beatrice, con Saverio che sembra un po’ vegliare su di loro, come una figura paterna e benevola.

Guido odia la propria vita, si ritiene un fallito e tenta di affogare le sue giornate nell’alcol, da quando un terribile incidente gli ha impedito di seguire il proprio sogno e l’ha costretto a spaccarsi la schiena per prendersi cura dei suoi genitori e risanare i loro problemi finanziari; credo sia il personaggio caratterizzato meglio, quello di cui scopriamo di più e anche quello che subisce il cambiamento maggiore (anche se forse, comunque, un po’ troppo repentino).
Beatrice è una ragazza normale, particolarmente emotiva ed empatica, con un ricordo assillante che continua a martellarle in testa e, dato che i suoi genitori non hanno intenzione di dirle la verità, decide che la scoprirà da sola.
Saverio resta un po’ in disparte, è un grande giornalista innamorato di sua moglie, ha commesso un errore nel passato ma se n’è pentito, e ora sa apprezzare davvero ciò che ha.

I tre continuano a girarsi intorno, ad incontrarsi quasi casualmente, ma seguendo sempre un filo che li unisce, e alla fine li riporta sempre lì, ai piedi della Grande Quercia che svetta sul loro paese.

Con uno stile semplice ed introspettivo, e un ritmo abbastanza sostenuto sin dalle prime pagine, Malvicini ci mostra quanto sia importante partecipare attivamente nella propria vita e non lasciarla semplicemente accadere; la lettura è abbastanza scorrevole, tranne alcune parti in cui rallenta un po’, specialmente i dialoghi, un po’ macchinosi e poco realistici, che sicuramente un editor avrebbe sistemato con facilità.

Un romanzo interessante sulla forza del destino e delle proprie scelte, che affronta i temi forse in maniera un po’ troppo semplicistica ma che vuole far riflettere su come sia sbagliato continuare a vivere nel passato e sia necessario imparare a perdonare e perdonarsi per riuscire ad andare avanti, su come non sia sempre possibile salvarsi da soli, sull’importanza dell’unione tra esseri umani.

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All’ombra della grande quercia

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Published on August 22, 2023 01:09

August 20, 2023

L’EVENTO – ANNIE ERNAUX

Voto: 9/10

Edito: L’Orma

Siamo nel 1963, Annie ha 23 anni e frequenta l’università per poter “vivere in mezzo ai libri”, come dicono i suoi genitori, che rivede ogni fine settimana, quando torna a casa.
La sua è una tranquilla vita da studentessa, fra amici e libri, amori e studio.
Finché non scopre di essere rimasta incinta, e dovrà percorrere mille strade nascoste e clandestine per poter abortire.

Primo libro di Ernaux per me, ed ho deciso di partire da qualcosa di duro, di crudo, ma non sapevo esattamente a cosa andassi incontro.

Un breve libro a testimoniare in prima persona un evento traumatico che ha segnato la vita dell’autrice.

La narrazione si svolge molti anni dopo l’evento, quando la protagonista rilegge i suoi appunti sull’agenda di quell’anno e ricompone con precisione avvenimenti e sensazioni, analizzando nel dettaglio i propri pensieri e le proprie percezioni, percorrendo con il lettore quei difficili mesi mai dimenticati.

All’inizio il suo tono è distaccato, racconta le giornate fino alla scoperta della gravidanza e quelle successive mantenendo una certa distanza, quasi con freddezza, analizzando e analizzandosi fin nei più piccoli dettagli.
Più passa il tempo, però, più le cose si fanno complesse e agitate, e l’ansia e il dolore e la violenza di un evento tanto traumatico ci urlano dalle pagine, nonostante il tono asettico, quasi agghiacciante.

Con profondità e attenzione, Ernaux racconta e spiega tutte le proprie azioni e ci fa strada fra i suoi pensieri, mostrandoci le ripercussioni di un pensiero borghese e patriarcale sulla sua vita in particolare e su quella di tutte le donne in generale.

Perché in quegli anni l’aborto era ancora illegale in Francia, e quindi l’autrice ha dovuto percorrere le strade più disparate e nascoste per raggiungere il proprio obiettivo, per poter vivere la propria vita come meglio credeva.

Con coraggio e sangue, con forza bruta e introspezione, Ernaux mostra una realtà che purtroppo conosciamo anche troppo bene, e porta alla luce le immagini e le sensazioni che troppo spesso vengono nascoste dalla vergogna e dalla paura; si apre e si rivela nelle sue zone di ombra e di luce, si mette a nudo e, con le mani sporche di sangue, ci mostra il confine fra la vita e la morte.

È una lettura cruda, soprattutto il finale si svolge con una durezza che mozza il fiato, ma il vero orrore è il pensiero di tutte le ragazze della sua età (e anche più giovani) che hanno dovuto affrontare qualcosa di così traumatico senza il necessario supporto medico, emotivo e psicologico.

Il modo in cui la protagonista, una volta incinta, viene trattata dagli uomini e come viene guardata (e maltrattata) dal dottore dopo l’aborto per la sua presunta classe sociale di provenienza, tutto serve a criticare una società maschilista e retrograda, elitaria e disumana.

Lo stile di Ernaux è eccellente, essenziale, la sua voce non lascia scampo, i suoi pensieri sono precisi e acuti, il suo dolore e le sue paure ci sommergono e ci gelano il sangue, e il distacco con cui ogni cosa viene raccontata rende la lettura ancora più reale e sconvolgente.

La vergogna provata da una giovane studentessa che ha voluto decidere da sola cosa fare del proprio corpo negli anni ’60 rispecchia interamente il modo in cui ancora oggi viene visto l’aborto, il modo in cui le persone vengono giudicate e abbandonate dalla società.

Una storia ambientata sessanta anni fa che forse sembra ancora più sconcertante al giorno d’oggi, al pensiero che le cose non siano poi così diverse.

Una lettura sconvolgente, dolorosa, truce.

La penna di Ernaux nasconde forza e intelligenza fra le parole, compone frasi taglienti che scavano nella mente e nel cuore del lettore, con poetica brutalità non usa una sola parola superflua, e racchiude un’esperienza universale in un evento così personale.

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L’evento

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Published on August 20, 2023 00:00

August 17, 2023

IL CONTINENTE BIANCO – ANDREA TARABBIA

Voto: 6/10

Edito: Bollati Boringhieri

Andrea Tarabbia è uno scrittore, frequenta settimanalmente lo psicologo Filippo P. e, un giorno, si imbatte in un giovane che sembra intento a fissare proprio una finestra della casa dell’uomo.
Scoprirà presto che quel giovane, bellissimo ed affascinante, si chiama Marcello Croce, è a capo di un movimento di estrema destra, ed è l’amante della moglie dello psicologo, Silvia.
Tarabbia decide di entrare a far parte del movimento, chiamato “il Continente Bianco”, per cercare di comprendere le idee di violenza e odio alla base di questo gruppo neo-fascista, e perché attratto dal fascino misterioso di Marcello.
Le cose però prenderanno una brutta piega, fino ad un epilogo oscuro e sanguinoso.

Questo libro parte bene, anzi benissimo.

La storia di base, quella di Silvia, è ripresa dal romanzo “L’odore del sangue” di Parise, e Tarabbia ne riprende i motivi, ambientandola però al giorno d’oggi.

Sappiamo sin da subito la fine che incontrerà Silvia, e sin da subito possiamo immaginare (anche solo vagamente) come siano andate le cose.

Leggendo la prima parte del romanzo, si sente un costante sottofondo di tensione, un ronzio, un brusio che cresce e ci tiene sulle spine, e siamo pronti ad assistere a qualcosa di grandioso e terribile, nero e brutale.

In questa Roma tetra, fra sguardi foschi e carichi d’odio, ci prepariamo al peggio.

Peccato, però, che quel qualcosa non arriverà.
Sì perché, in fin dei conti, nel romanzo non succede niente.

Partecipiamo a qualche riunione segreta di questo gruppo neo-fascista, dove fanatici si rigirano le vecchie parole già sentite mille volte e si danno pacche sulle spalle, pronti alla guerra.
Assistiamo ad un incontro di lotta, e ci viene detto che tutti devono sempre essere pronti alla guerra.
Seguiamo una decina di fascisti in un piccolo negozio per pestare un po’ un immigrato e poi lasciarlo lì.
Lo scontro con tre ragazzi di un centro sociale si conclude con qualche cazzotto e un tizio incatenato ad un lampione.

E questa guerra proprio non riusciamo a vederla.

Il romanzo offre parecchi spunti di riflessione, senza mai scavare davvero a fondo.

Per non parlare poi di Marcello, il nostro caro Marcello. “Bello come un Cristo”, così ci viene descritto più e più volte.
Marcello è bello, ok, e tutti cadono vittima del suo fascino.
Ma questo non è un film, io non la vedo la bellezza mozzafiato di Marcello, e non mi basta sentir ripetere mille volte la stessa parola.
Perché Marcello, oltre alla bellezza esteriore e alla valanga di odio interiore, altro non è che un ragazzino che sogna cose che non capisce, e non c’è fascino in questo.
Solo perché Marcello mi dice “il fascismo è amore” io non lo reputo una persona particolarmente intelligente o interessante, e questa è la pecca principale.
Per funzionare davvero, questa storia, avrebbe avuto bisogno di un personaggio davvero carismatico, così che anche noi, come Silvia e Tarabbia, ci saremmo potuti innamorare di Marcello.

Ma questo non succede, e la storia resta piatta, opaca.

Proprio per questo motivo, non comprendiamo fino in fondo neanche il rapporto tra Marcello e Silvia, un gioco di potere che la porterà alla completa perdizione, ma che risulta più che altro esagerato e poco realistico.

Anche gli altri personaggi ci dicono poco: lo psicologo e i suoi discorsi semplicemente senza senso, dove rivela ogni minimo dettaglio della propria relazione con la moglie ad un paziente; i fascistelli e i loro stereotipi (quello che si fa chiamare Werner, quello grosso e stupido, quella tatuata); la stessa voce narrante, Tarabbia, è solo un mezzo attraverso il quale raccontare la storia, e non possiamo simpatizzare con lui in nessun modo, perché non sappiamo niente di lui.

È davvero un peccato, questo libro aveva così tanto potenziale.

La prosa di Tarabbia è limpida, è pulita e sicura, con alcuni svolazzi che la arricchiscono; la lettura risulta molto scorrevole, e non si incaglia in inutili verbosità.
La penna di Tarabbia è sensibile e ricercata, sa come colpire nei punti giusti, ma lo sviluppo della storia sembra troppo affrettato, poco approfondito, poco sentito.

Peccato, perché la storia poteva dare tanto (fascismo e neo-fascismo; società moderna e passata; personaggi carismatici che stravolgono le vite delle persone; la stessa fine di Silvia, che non viene spiegata sul serio), e alla fine ci lascia l’amaro in bocca.

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Il continente bianco

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Published on August 17, 2023 01:03

August 15, 2023

IL PRIMO ROMANZO DI ARCANGELA VIGGIANO

Salve a tutti!

Oggi ho il piacere di presentarvi il primo romanzo di Arcangela Viggiano, che mi è stato gentilmente inviato dalla casa editrice, pubblicato ad aprile 2023.

Piccolo paese del Sud Italia, anni Settanta. Nel rione del Castello vive una bambina avvolta dalle suggestioni della natura, della musica lirica suonata dal padre e delle leggende portate dal vento e dal tempo. Presto scopre che nulla è come appare: oltre alla luce esiste il buio, oltre al senno la follia, oltre alla vita la morte. E i confini, spesso, appaiono labili e indistinti. Diventata donna, in un viaggio memoriale in bilico tra realtà e sogno, è tempo che lei narri la sua storia: una favola dal sapore arcaico, in cui i ricordi si muovono su spartiti fatti di note, cupi presagi e ombre. Un percorso di consapevolezza che, dalla bolla di vetro in cui è racchiuso il Castello e dove tutto è eterno, la porta alla rinascita e all’accettazione del tempo che scorre, inesorabile.

BIO: Arcangela Viggiano nasce a Picerno nel 1961. Si laurea in Sociologia e successivamente consegue un master in Criminologia. Nutre una grande passione per la musica classica e l’opera lirica ed è affascinata dalla pittura
postimpressionista. Ama la compagnia di cani e gatti e i personaggi letterari di Andrea Camilleri, Georges Simenon e Agatha Christie.

Il romanzo breve “Se il tempo si fosse fermato” è la sua opera prima.

Non vedo l’ora di leggere questo romanzo e parlarne con voi.

Presto la recensione!

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Published on August 15, 2023 01:04

August 13, 2023

BROKEN MONSTERS – LAUREN BEUKES

Voto: 8/10

Edito: Fanucci

Un ringraziamento semplicemente infinito a Fanucci per avermi inviato una copia di questo romanzo!

Detroit è ormai una città di sogni distrutti, di fabbriche abbandonate, di criminalità e violenza.
Quando viene ritrovato il cadavere di un ragazzino, all’inizio le cose sembrano svolgersi come sempre, almeno finché la detective Gabriella Versado non osserva la scena del crimine con i suoi occhi: la metà superiore del ragazzo è stata fusa alla metà inferiore di un cervo, creando una mostruosa opera d’arte.
Inizia così la caccia all’assassino, con il timore che possa colpire ancora, che possa continuare a percorrere la sua strada di creazione e distruzione.
Invischiati nella storia ci finiranno anche Layla, la figlia adolescente di Gabriella, che tenta di catturare pedofili online con la sua amica Cas; Jonno, che da giornalista si è reinventato blogger/vlogger e mostra ai suoi follower la città di Detroit e tutto ciò che nasconde; TK, che ha avuto problemi con la legge in passato ma ora fa di tutto per aiutare le persone.
E Clayton Broom, artista visionario che tenta di creare qualcosa di vero e bello, posseduto da un sogno.

Non avevo mai letto nulla di Beukes, ma avevo avuto il piacere di vedere la serie “Shining girls” tratta dal suo omonimo romanzo, e dopo aver letto un paio di righe della sinossi ho capito che questo romanzo avrebbe fatto al caso mio…ed è stato proprio così!

Questo è un vero thriller, carico di suspense, che ci cattura dalla prima all’ultima pagina.

La storia è sì, interessante, coinvolgente, terribile, ma dato che sappiamo sin da subito a chi stiamo dando la caccia, non c’è l’elemento a sorpresa a “distrarci”, e possiamo così concentrarci sui personaggi, che sono assolutamente fantastici.
Non sono tutte belle persone, non sono buoni e belli e incorruttibili, ma sono complessi, ben sviluppati, assolutamente umani, e rendono la lettura ancora più interessante.

I dialoghi sono veri, sembra quasi di poter sentire le loro voci e seguire il filo dei loro pensieri, creando un concerto di dissonante armonia.

La storia quindi non presenta l’elemento classico del “whodunnit”, ma nonostante questo tutta l’opera ci sommerge con un senso di ansia e terrore, ci destabilizza e ci riempie di orrore e inquietudine.

Beukes è, per dirla in maniera chiara e semplice, un’ottima scrittrice: ha creato un’opera coinvolgente e assurda, che dal thriller fa una virata finale per gettarsi nel paranormale e io lo so, lo so, che sono proprio quelle ultime 50-60 pagine che saranno criticate di più, ma secondo me funzionano benissimo.
Mescolare l’inconcepibile con i complotti e i pericoli dei social media, e farlo con una scrittura semplicemente magnetica e dalla forza incredibile, travolgente e tormentosa, è una cosa che in realtà non mi aspettavo, e che mi è piaciuta molto.

Ovviamente ci sono alcuni aspetti negativi (alcuni dei punti di vista meno interessanti e meno sviluppati di altri, alcuni salti fra i punti della trama sono un po’ forzati e sembrano indebolire la struttura generale della storia), ma gli aspetti più macabri e agghiaccianti mescolati a quelli più assurdi e surreali funzionano talmente bene che non mi importa neanche più di tanto.

Una lettura davvero fantastica, un romanzo che scava nei suoi personaggi e nei suoi lettori, una storia di mostri e umani, d’arte e morte, di verità evidenti e celate.

Beukes ha un talento incredibile, uno stile ipnotico e travolgente, ed ora dovrò recuperare tutti i suoi romanzi.


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Broken monsters (ita)

Broken monsters (eng)

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Published on August 13, 2023 01:52

August 10, 2023

IL MONDO DI ROCANNON – URSULA K. LE GUIN

Voto: 8/10

Edito: Nord

Semley, signora di Hallan, decide di partire alla ricerca di un tesoro antico, appartenente alla sua famiglia.
Incontra razze sconosciute e intraprende viaggi stellari per recuperare il vecchio cimelio, ma quando torna a casa, scoprirà che tutto è cambiato.
Rocannon è uno scienziato terrestre, un etnologo, uno studioso che cerca di comprendere e comunicare con tutte le popolazioni con cui entra in contatto.
Quando la sua nave spaziale viene distrutta e i suoi amici uccisi senza motivo, si ritrova abbandonato sul pianeta Fomalhaut II, ai confini della Galassia, ad anni luce di distanza dai suoi colleghi.
Chiede aiuto a Mogien, nipote di Semley, perché lo aiuti a vendicare i suoi compagni e a sconfiggere i nemici, dei ribelli del pianeta Faraday, che si nascondono sul suo mondo.

Il viaggio di Rocannon prende così delle tinte leggendarie, e per alcuni la sua figura assumerà anche un’aria divina.

Il primo romanzo del Ciclo dell’Ecumene (o ciclo hainita) è proprio questo: un primo capitolo, introduttivo e breve.
La storia narrata è sicuramente interessante, perché Le Guin crea in appena 180 pagine un universo intero, e sceglie di mostrarci questo pianeta, Fomalhat II, che orbita intorno alla stella Fomalhaut e alla Grandestella, ha quattro satelliti e ospita cinque forme di vita intelligenti.
Sono tutti esseri umanoidi, alcuni assomigliano a razze tipiche dei fantasy, altri (gli Alati) simili ad insetti.

Il pianeta ha raggiunto l’Età del Bronzo e una cultura cavalleresco-feudale, i suoi abitanti sono considerati primitivi, combattono con spade e frecce e cavalcano i grifoni (enormi gatti volanti).

Rocannon è sicuramente il personaggio più interessante (ed attraverso il quale si percepisce l’amore di Le Guin per la fantascienza, per i suoi mondi e i suoi popoli e le loro usanze): prima di tutto non è un guerriero ma uno studioso, e questo cambia completamente il suo approccio verso l’universo e le sue popolazioni; Rocannon non vuole combattere, vuole comprendere e proteggere, ma si ritrova suo malgrado a dover affrontare questi nemici senza scrupoli; più la storia prosegue, più Rocannon comprende il modo di pensare dei popoli che lo circondano e riesce a percepire il mondo stesso (anche grazie al dono della telepatia che riceve da un essere misterioso, guardiano di una sorgente calda).

Gli altri personaggi sono un po’ più stereotipati, ma comunque abbastanza caratterizzati, ed ognuno ha una propria voce.

Alcuni tratti dell’opera ricordano con forza gli heroic fantasy, nelle descrizioni dei paesaggi e nella nobiltà d’animo di alcuni personaggi; poi ci sono i classici tratti fantascientifici (come i viaggi alla velocità della luce e la coniazione del termine “ansible”, macchinario per la comunicazione istantanea).

Il finale sembra forse un po’ affrettato, e un po’ troppo semplice, anche se da Rocannon non ci si può sicuramente aspettare un grande combattimento con i nemici.

La storia, per quanto breve, è molto densa e piena di eventi, lo stile è cerebrale e distaccato; se da una parte si capisce che è l’inizio di una serie, dall’altra la maggior parte della storia viene raccontata quasi con freddezza e non ci permette di entrare davvero in sintonia con i personaggi.

Resta comunque una lettura davvero interessante e coinvolgente, e mette bene in mostra il genio di Le Guin (soprattutto considerando che è stato uno dei suoi primi romanzi).

Un buon romanzo che getta le basi per una grande serie, che ci spinge a voler viaggiare fra le stelle, in una ricerca senza fine.

Se vi interessa questo romanzo, purtroppo è ormai fuori catalogo, quindi potete trovare questa versione in qualche mercatino o da qualche rivenditore dell’usato, in biblioteca o magari nella versione digitale.
Ne esiste anche un’altra versione, intitolata “L’ultimo pianeta al di là delle stelle“, ma è stata pubblicata precedentemente a questa, quindi immagino sia ancora più difficile da reperire.

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Published on August 10, 2023 00:31

August 7, 2023

SAGA DEL SIGILLO DELLA LUNA 1: LA STELLA – CLEO ROZENFELD

Un ringraziamento a Cleo per avermi inviato una copia del suo romanzo!

Inanna, Dea dell’amore e della guerra, figlia della Luna e gemella del Sole, ha rifiutato il matrimonio scelto per lei da suo padre e per questo è stata maledetta: ora è costretta a vedere tutti i suoi amanti perire dopo un’unica notte di passione.
Decide così di vendicarsi, ma il suo viaggio nell’Oltretomba avrà conseguenze disastrose.

Queste conseguenze si protrarranno fino al ventunesimo secolo ed influenzeranno la vita di Ambròse, un’adolescente rinchiusa in un manicomio di Canberra in quanto strega e salvata dalla reclusione da sua nonna Mary-Rose.
Ambròse si ritrova così al centro di uno scontro fra due sette, la Congrega della Luna Piena e la Sacra Falce d’Argento, intenzionate a rievocare lo spirito d’Inanna, e la giovane scoprirà di non essere una semplice strega.

Questo è il primo capitolo di una serie fantasy ispirato alla mitologia sumerica, un’idea originale che ha subito attirato la mia attenzione.

Personalmente non conosco affatto questo argomento, quindi è stato davvero interessante incontrare tutte queste divinità e conoscere i loro miti, anche se rielaborati e riadattati per la storia, e l’autrice ha svolto un buon lavoro utilizzando nomi ed epiteti ed espressioni in sumero, con un glossario finale che spieghi ogni parola.

La storia si divide abbastanza nettamente in due parti, ognuna delle quali segue principalmente una delle due protagoniste.

Inanna è un personaggio molto interessante, la sua vendetta un viaggio coinvolgente; purtroppo la caratterizzazione degli altri personaggi che si muovono intorno a lei non è altrettanto approfondita; alla stessa maniera Ambròse risulta un po’ più vivida fra personaggi relativamente piatti, ma lei risulta comunque meno interessante della Dea.

La scrittura è il punto debole del romanzo: ci sono parecchi errori grammaticali e refusi, il vasto utilizzo di espressioni sumeriche rende la lettura un po’ stentata e ci fa estraniare dagli avvenimenti e lo stile semplice non riesce a trasmettere a pieno il messaggio della storia; la prima parte, in particolare, può risultare piuttosto confusionaria, e anche un po’ difficile da seguire.

Questo primo romanzo è sicuramente un inizio interessante, specialmente per la storia originale e poco conosciuta che tratta.

È una lettura abbastanza scorrevole, che si legge in poco tempo e spinge il lettore a voler proseguire con la serie.
Con un buon lavoro di editing l’autrice riuscirà sicuramente a creare una serie intrigante.

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Published on August 07, 2023 00:42

August 3, 2023

L’ANNO DELLE PAROLE RITROVATE – BEA BUOZZI

Voto: 7/10

Edito: Morellini

Da Palazzo Ranieri, in corso Buenos Aires a Milano, al ristorante Macondo, seguiamo le vicende dei personaggi di questo romanzo: ci sono Sofia ed Edoardo, che si sono incontrati su Tinder e cominciano l’anno nuovo con la nascita del piccolo Lucio; c’è Maurizio, lo chef del ristorante; c’è Diana, figlia di Regina, una donna completamente devota alla monarchia inglese; ci sono Bea e Buk, con il chihuahua Rimbaud, e un segreto nascosto nel solaio; c’è Bronte e la sua mania di collezionare matrimoni; c’è Agnes, l’inquilina catalana; c’è Oreste, il portinaio tuttofare; la vedova Merlizzi e la sua gatta Papillon, una donna amante dei pettegolezzi ma sempre pronta ad aprire il suo cuore e la sua casa a chi ne ha bisogno.
Una comitiva unita e variopinta, che si aggira fra le strade di Milano e i piatti del Macondo, per affrontare insieme un nuovo anno.

Prima o poi imparerò a leggere le sinossi dei libri prima di acquistarli: se lo avessi fatto con questo libro, avrei scoperto che è il continuo di un altro romanzo, “L’anno dei nuovi inizi”, e tutto sarebbe stato più semplice.
Non che sia necessario leggere il primo libro per poter comprendere questo, ma all’inizio i personaggi sembrano pioverci addosso, con tutti i loro nomi e le loro storie, senza una vera introduzione, e le cose si fanno un po’ confusionarie per chi ha saltato il primo capitolo.

Questo romanzo racconta un anno intero di vita milanese, da gennaio a dicembre, attraversando tutte le stagioni e tutte le tappe che hanno caratterizzato il nostro 2022: dal covid alla guerra, dalla scomparsa della regina al nuovo re, da celebri decessi a eventi memorabili.

È un modo simpatico e leggero per riguardare l’anno passato e riflettere su tutti i suoi avvenimenti, per osservare le mille sfaccettature di una comunità e concentrarci su ciò che ci rende umani.

I personaggi di palazzo Ranieri sono simpatici e pronti ad affrontare tutto ciò che si para loro davanti (anche se le loro voci tendono un po’ a mescolarsi fra loro, senza una particolare ad uscire davvero dal coro).

Con toni ironici e mai pesanti, seguiamo le loro vite e i piccoli misteri che regnano all’interno del palazzo.

È una lettura leggera, adatta per l’estate, che riassume gli eventi principali dell’anno appena trascorso, magari anche qualche dettaglio che abbiamo dimenticato, e dipinge un quadro multiculturale e sfaccettato di una Milano che ha dovuto affrontare molte difficoltà durante gli ultimi anni, ma che ne è uscita comunque forte e arricchita dalle speranze dei suoi abitanti.

Scorrevole e piacevole, accompagna con toni allegri e leggeri qualche torrida giornata estiva.

Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:

L’anno delle parole ritrovate

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Published on August 03, 2023 00:49

August 1, 2023

NIENTE DI VERO – VERONICA RAIMO

Voto: 7/10

Edito: Einaudi

Una ragazza come tante, che vive a Roma con la sua famiglia: un fratello definito genio già da piccolo, una madre onnipresente e assillante, un padre ossessionato dall’igiene e dalla costruzione di muri per suddividere la piccola casa in tante piccole stanze.
Il rapporto con i parenti vicini e lontani, i primi amori e le amicizie, i viaggi, il lavoro, l’arte e il sesso, tutto si mescola a formare una vita vera…ma non troppo.

Il tratto principale di questo romanzo è il tono ironico di Raimo, che cerca di infondere un po’ di leggerezza anche alle parti più serie e di strapparci sempre almeno un sorriso.
Dico “cerca” perché ovviamente non ci riesce sempre.
Ci riesce spesso.
A volte.

Lo spirito di questo romanzo è definito “dissacrante come quello di Fleabag”, ed è probabilmente il motivo principale per cui ho deciso di leggerlo.
Ma di Fleabag non ha niente.
Nell’opera praticamente perfetta di Phoebe Waller-Bridge, la protagonista vive una vita disastrata e sofferta, e se da una parte è impossibile non ridere a quelle battute che puntano a scandalizzare e innervosire, dall’altra ci strappa il cuore dal petto e ci fa annegare nel suo dolore, in un equilibrio perfetto.

L’opera di Raimo, al massimo, ci fa sorridere, sbuffiamo una mezza risata, scrolliamo un po’ la testa.

Abbastanza interessanti le figure dei genitori, con le loro ansie e paranoie e difetti, il loro rapporto osservato dagli occhi di una figlia.

Sembra la traduzione italiana, un po’ smorzata e sottotono, di un’opera inglese molto più divertente.

La storia stessa, i dialoghi e i pensieri, raccontati in modo chiaro e diretto, senza troppi giri di parole, purtroppo non mi hanno colpito nel profondo, l’ironia non viene usata nella maniera più brillante possibile, non riesce a far ragionare fra le risate, non spinge a riflettere sul dolore della vita e a chiederci cosa di quel dolore ci spinga comunque a ridere.

È una storia un po’ piatta, con alcuni eventi simpatici (principalmente all’inizio del romanzo, poi scema lentamente) ma poco credibili, che resta in superficie e, sinceramente, dimenticherò molto presto.

Per me è il primo romanzo di Raimo, e non dico che sia stata una pessima lettura, ma neanche una scoperta sconvolgente.

Capisco come possa aver vinto il premio Strega giovani, ma non capisco del tutto come possa emozionare davvero gli adulti.

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Niente di vero

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Published on August 01, 2023 00:33