Rachele Riccetto's Blog, page 26

June 6, 2023

I DELITTI DI FJÄLLBACKA 2: IL PREDICATORE – CAMILLA LÄCKBERG

Voto: 5/10

Edito: Marsilio

Siamo al secondo caso per la coppia Erika/Patrik (e all’ultimo libro di questa autrice per me).

La storia comincia con il ritrovamento di un cadavere, una giovane donna, nuda, in un bosco, depositata sopra ai resti di due scheletri. Le ossa appartengono a due giovani ragazze scomparse 24 anni prima senza lasciare traccia e, l’unico sospettato della vicenda, Johannes Hult, è morto suicida durante la stessa estate di così tanti anni prima.
Il mistero si infittisce con la scomparsa di un’altra ragazza, e tutte le prove sembrano indicare sempre nella stessa direzione: la famiglia Hult, e i suoi mille segreti.

E così, fra relazioni extraconiugali e figli illegittimi, il potere della preghiera e la torrida estate svedese, Patrik dovrà muoversi velocemente per risolvere il caso e salvare la giovane.

Mi è piaciuto? Beh, no, ma non è niente di nuovo con Läckberg.

La sua scrittura è piatta, semplice, non riesce a coinvolgermi, e i suoi personaggi non sono da meglio: Erika, da protagonista del capitolo precedente, viene relegata a “donna-molto-incinta-che-si-lamenta-per-il-caldo-e-per-i-parenti-e-conoscenti-che-le-invadono-casa-e-la-trattano-da-schiava-nonostante-sia-all’ottavo-mese-di-gravidanza”…è questa una cosa normale in Svezia?
Patrik, padre del futuro nascituro e poliziotto a capo dell’indagine, è una macchietta senza carisma: uomo dolce, premuroso, amorevole…sì ok, ma un po’ di sostanza?
La famiglia Hult è tutto un unico blob senza faccia e senza peso, avevo superato da un po’ la metà del libro quando ho notato che, ogni volta che venivano nominati Johannes/Johan/Jacob/Gabriel dovevo fermarmi e tentare di ricordarmi le parentele. Non solo i personaggi sono piatti, ma anche tutti con i nomi simili, Camilla sei senza pietà.

Per non parlare delle grandi uscite alla “Beautiful”, con relazioni segrete a destra e a manca, figli illegittimi, intrallazzi incestuosi, insomma tutto ciò che possa portare un po’ di “pepe” ad una storia altrimenti noiosa.

Anche i poliziotti sono personaggi senza forza, macchiette facilmente dimenticabili (fatta eccezione per Ernst che, con le sue azioni avventate e senza senso, porta almeno un po’ di movimento).
Torna Anna, che è riuscita a liberarsi del marito violento, per finire in un rapporto con un cretino e poi tornare di nuovo dal marito.

Altro fatto che non sopporto di Läckberg è il modo in cui continua a parlare di tutte le donne con commenti sessisti, dai comportamenti “civettuoli” di tutte le ragazze nei confronti di tutti gli uomini ai commenti sul peso inseriti subdolamente (o meno) nelle descrizioni.

Poi ovviamente non parleremo del fatto che uno dei personaggi guarda Patrik (e qui cito testualmente) “come se fosse un ritardato mentale”. Certo, va bene.

La storia in sé non è niente di nuovo, onestamente prevedibile dopo le prime cinquanta pagine: scompaiono delle ragazze in una città in cui vivono dei fanatici religiosi? Oh no, chi sarà mai il colpevole? Ma sono passati 24 anni fra i crimini, non può essere sempre lo stesso uomo! Oh no, sarà mica stato il figlio?

Basta, non ho più voglia di leggere romanzi polizieschi brutti, banali, senza emozione.

Ciao Camilla.

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Il predicatore

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Published on June 06, 2023 01:56

June 4, 2023

PRINCIPESSA MONONOKE – HAYAO MIYAZAKI

Voto: 9/10

Regista: Hayao Miyazaki – Studio Ghibli

Quando un villaggio viene improvvisamente attaccato da un gigantesco spirito-cinghiale, soltanto il principe Ashitaka riesce a sconfiggerlo e a riportare la pace.
Purtroppo però, durante lo scontro, viene ferito e così infettato dal rancore che si era impossessato del Dio-cinghiale, che inizia a diffondersi lentamente dal suo braccio e minaccia di ucciderlo.
All’interno del corpo dello spirito-cinghiale viene ritrovata una palla di ferro che, spezzando le ossa e corrompendo la carne dell’animale, ne aveva causato la trasformazione in demone.
Così Ashitaka si mette in viaggio, alla ricerca di una possibile cura.
Viene a conoscenza di un Dio della Foresta che potrebbe essere in grado di curarlo ma, quando giunge nei pressi della montagna su cui vive, incontra degli uomini feriti, sopravvissuti allo scontro con la Dea-Lupo Moro e i suoi figli.
Ashitaka riesce a riaccompagnare i due uomini alle loro case, nella Città del Ferro, e scopre che è da qui che proviene il proiettile che ha ferito il Dio-Cinghiale. La città, infatti, estrae quantità enormi di ferro dalla montagna vicina e sta disboscando la foresta in maniera spregiudicata, distruggendo tutta la natura che la circonda.
Ashitaka tenta di convincere Eboshi, padrona della città, ad abbandonare le sue mire espansionistiche e a trovare un modo per convivere con la natura e gli spiriti, e al tempo stesso di convincere la Dea-Lupo Moro e San, la principessa Mononoke, la ragazza-lupo cresciuta nella foresta che vuole uccidere gli umani, a fare lo stesso.

Ma nessuna delle due parti è pronta ad arrendersi, e lo scontro è ormai inevitabile.

Pubblicato ufficialmente nel 1997, e arrivato in Italia soltanto nel 2000, questo film è uno dei più belli che abbia mai visto in vita mia.

I disegni, le musiche, i personaggi, il folklore e i temi trattati, tutti si mescola alla perfezione per creare un’opera assolutamente magnifica.

San, la principessa Mononoke, è uno dei miei personaggi preferiti in assoluto, lei che è pronta a combattere con tutta sé stessa per salvare la natura e gli dei, ed incarna lo spirito della vendetta.

Alla stessa maniera Eboshi, che con il suo desiderio di potere dovrebbe tecnicamente rappresentare il cattivo della storia, simboleggia in realtà l’emancipazione femminile ed è una donna che ha a cuore il bene del suo villaggio, dove donne che prima lavoravano nei bordelli possono ora vivere una vita “normale” e lavorare nelle fabbriche, e i lebbrosi ostracizzati dal mondo hanno trovato un luogo in cui vengono accettati e aiutati.

Ashitaka, dallo spirito nobile, è il punto di congiunzione fra le due visioni: lui si presenta come la via di mezzo, vuole impedire gli scontri e trovare un modo per far sì che gli uomini e la natura possano convivere pacificamente.

Molto più oscuro e violento di altre opere di Miyazaki, con questo film l’autore voleva raccontare un momento di cambiamenti e conflitti, in cui l’uomo tenta di imporsi sulla natura in maniera insensata e sregolata in nome del progresso tecnologico. Il parallelismo fra passato e presente è molto forte, fra ciò che succedeva nel medioevo giapponese e ciò che sta succedendo ancora oggi.

L’ecologismo è il fulcro centrale dell’opera, e la totale incuranza dell’uomo per le conseguenze delle proprie azioni: quando un uomo tenta di uccidere una divinità per avidità, c’è ormai poco da fare.

Temi importanti sono anche la discriminazione e la ricerca di un punto di contatto in un modo non più in grado di comunicare.

Tutti i personaggi compiono un viaggio lungo e difficile, sofferto e profondo, e risultano ai nostri incredibilmente umani e credibili, alla ricerca di sé stessi e di qualcosa di più grande.

Un film cupo e violento, pieno di cuore, che termina però con una nota positiva, con uno spiraglio di luce, con una speranza che non vuole arrendersi.

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Principessa Mononoke

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Published on June 04, 2023 01:38

June 1, 2023

TRUST – HERNAN DIAZ

Voto: 7/10

Edito: Feltrinelli

Benjamin Rask viene da una famiglia facoltosa, di industriali che, con soldi e astuzia, hanno conquistato il mondo della finanza, uomini potenti e influenti.
Quando i suoi genitori muoiono e Benjamin si ritrova a capo dell’impero dei Rask, si getta fra quei numeri e quelle azioni, diventando in poco tempo uno degli uomini più influenti d’America.
Schivo e privato, il suo incontro con Helen, timida e brillante, risveglia qualcosa in lui: in poco tempo si sposano, costruiscono un’enorme casa in cui vivere, trovano l’uno nell’altra il conforto della compagnia. Helen si occupa di beneficienza, di concerti, di biblioteche e scuole; Benjamin continua la sua ascesa nel mondo finanziario.
Il crollo della Borsa del ’29 permette a Benjamin di diventare uno degli uomini più ricchi del mondo, e delle voci cominciano a circolare sul suo conto: è stato lui a far precipitare il Paese in quella crisi?
Quando Helen si ammala, i due si trasferiscono in Svizzera perché possa essere curata in un famoso sanatorio, ma i trattamenti innovativi e le cure di Benjamin nei confronti di sua moglie non possono salvarla.

Ma è davvero così che sono andate le cose?

Siamo a New York, negli anni ’50, e una giovane Ida Partenza viene assunta dal milionario Andrew Bevel per scrivere la sua autobiografia e smentire definitivamente la storia inventata da Henry Vatter, il quale ha pubblicato una sua biografia non autorizzata, cambiando nomi e romanzando fatti, tentando di screditare lui e la memoria della sua defunta moglie, Mildred.
Ida inizia così a vedere cosa si nasconde dietro alla maschera e alle parole di un uomo tanto potente, che vuole soltanto raccontare la verità, riabilitare il proprio nome dimostrando di non essere la causa del famoso crollo, e far conoscere Mildred come la persona dolce e sottomessa che aveva tanto amato.

Ma è davvero così che sono andate le cose?

Trent’anni dopo la morte di Andrew, Ida riesce ad accedere agli archivi della Fondazione Bevel e, lì, a tutti i registri di Mildred.
Nascosto fra le pagine di un libro, troverà un piccolo diario e, una volta decifrato, riuscirà finalmente a scoprire la verità.

Un romanzo in un romanzo in un romanzo.

Quattro parti che raccontano la stessa storia e, al tempo stesso, quattro storie diverse. Con quattro stili diversi, da quattro punti di vista diversi, i quattro capitoli si intrecciano, fin quasi a far scomparire del tutto la realtà.

Il primo è la versione romanzata della vita di Bevel (chiamato Rask), è denso, lento, con parti molto dettagliate sulla Borsa e il mondo della finanza. Le parti che parlano di Helen sono le più interessanti, le più vive, ma non abbastanza da renderlo davvero eccitante.

Il secondo è una stesura incompiuta del manoscritto di Ida ed Andrew, la versione di Bevel della realtà, con tutte le parti reali contenute nel primo e tutte le giuste rettifiche, con un’immagine patriottica del capitalista e una Mildred relegata ad una macchietta.

Nel terzo ci allontaniamo dalla storia in sé, seguendo le vicende personali di Ida, e insieme a lei entriamo ancora più nella storia, conosciamo meglio Andrew, capiamo come ragiona, com’è lui e com’è il suo mondo.

Nell’ultimo, il più breve, nelle frasi private di Mildred, scopriamo tutta la realtà, conosciamo i veri Andrew e Mildred, i veri Benjamin e Helen.

Un romanzo ben strutturato, che porta il lettore a porsi tantissime domande e poi, con precisione e perizia, ricollega tutti i fili fra loro, formando un quadro vivido e complesso.

La cosa più interessante di questo romanzo è sicuramente la struttura, soprattutto se letto senza conoscere la sinossi: finita la prima parte, la seconda ci lascia un po’ spaesati, aumenta la nostra curiosità e la confusione, ma la terza chiarisce ogni dubbio, mostrando il quadro d’insieme.

Ed è un bel quadro, davvero.

Certo, la scrittura avrebbe potuto essere più scorrevole, alleggerita dalle tante ripetizioni; la parte socio-politica viene sfiorata appena, più che altro con una serie di cliché che sì, spiegano il contesto nella storia, ma avrebbe potuto essere approfondita (magari a discapito delle lunghissime parentesi sulla finanza…magari!); il finale, con la sua grande rivelazione, si intuisce, senza esagerazioni, dal secondo capitolo; le grandi riflessioni sulla società a cui giungiamo leggendo ogni parte sono così vecchie che, forse, avrebbero potuto sembrare nozioni irriverenti 40 anni fa:

Chi ha il denaro ha il potere, e può modificare anche la realtà a proprio piacimento e per il proprio guadagno; la classica “dietro ogni grande uomo c’è una grande donna”; Le donne vengono sempre sminuite e messe in secondo piano, anche quando (e soprattutto se) sono il fulcro della storia.

Ho ragionato molto sulla valutazione da attribuirgli perché no, non è un libro perfetto, ma è un bel romanzo, senza ombra di dubbio. Il voto reale sarebbe 7,5 ma non amo i voti a metà, quindi ho preferito arrotondare per difetto, soprattutto a causa della banalità della rivelazione finale, che avrebbe potuto essere un punto di forza in una storia già costruita ottimamente, ma che finisce per lasciare l’amaro in bocca.

Resta comunque un libro molto interessante, una meta-lettura che riesce a coinvolgere il lettore e a mostrare come le cose non siano mai come sembrano, la realtà è sfuggente e mutevole, e la Borsa sempre estremamente noiosa.


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Trust

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Published on June 01, 2023 02:15

May 30, 2023

CRONACHE DI UN MESOTES 1: LA GUERRA DEL PORTATORE – ALBERTO GRANDI

Edito: Bookabook

Grazie ad Alberto per avermi inviato una copia del suo romanzo!

Quando Leon si risveglia, per un attimo ha dimenticato tutti i fatti principali intorno ai quali girano la sua vita: di essere uno dei quattro esseri umani scelti da un’alleanza aliena, di trovarsi a bordo di una nave spaziale, del Portatore e la guerra a cui dovrà prendere parte.
Piano piano, con l’aiuto di Markus, recupera la memoria ed inizia ad orientarsi.
Conosce alcuni dei membri delle razze aliene a bordo della nave spaziale: le Cheimatos, gigantesche donne guerriere, e gli Psykines, piccoli ominidi dai poteri telecinetici.
Dopo alcuni giorni di addestramento, e sempre ignaro del motivo per cui è stato scelto, l’avventura di Leon ha inizio: da pianeti simili all’antica Roma imperiale a società (e divinità) greche, dall’esercito dei Creati alle navi di pirati, una strana ed oscura profezia aleggia nell’aria.

Il primo romanzo di Grandi è un’opera che si legge rapidamente, scritta in modo molto semplice e abbastanza scorrevole.

Interessante la figura del Portatore “che crea la vita e distrugge tutto ciò che incontra sul suo cammino”, appena accennata in questo primo capitolo, ma che non vedo l’ora di approfondire in quelli seguenti. Interessanti anche gli aspetti che compongono il personaggio di Leon (arti marziali/filosofia/profezia/spada misteriosa), sicuramente elementi classici del genere, ma che funzionano sempre.

I tentativi di Grandi di amalgamare fantascienza e filosofia (cosa comune nel genere) risultano però macchinosi, poco integrati, sotto forma di grandi discorsi un po’ troppo didascalici e pedanti, poco coinvolgenti.

Gli scontri si concentrano sulle descrizioni dei combattimenti corpo a corpo, e si intuisce facilmente la passione dell’autore per le arti marziali, anche se forse poche adatte in una guerra con mostri armati di fucili e grandi zampe munite di artigli.

Purtroppo ci sono degli aspetti un po’ poco sviluppati (o mal pensati) che non convincono a pieno, come il fatto che Leon venga mandato in battaglia dopo appena qualche giorno di addestramento; ogni capitolo inizia con il risveglio di Leon (che alla fine di ogni capitolo o si addormenta o perde i sensi), spezzando completamente il ritmo narrativo; i pianeti sono semplici, simili alla Terra, così come i loro abitanti sono simili agli esseri umani (e amano parlare come se fossero grandi filosofi greci).

È un viaggio avventuroso, che attraversa l’universo e il mondo interiore di Leon, come solo i viaggi migliori sanno fare.

La storia è abbastanza interessante, e la costruzione punta ad invogliare il lettore a proseguire con i titoli successivi: chi è il Portatore? Perché ha dato il via a questa guerra? Perché è stato scelto proprio Leon? Quale segreto del suo passato comincia a fare capolino fra i suoi ricordi?

Lo scoprirò presto.

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Cronache di un Mesotes: La guerra del Portatore

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Published on May 30, 2023 01:15

May 28, 2023

LA MALNATA – BEATRICE SALVIONI

Voto: 7/10

Edito: Einaudi

Monza, 1935, Italia fascista e la forza dell’amicizia.

Le protagoniste sono Francesca, la figlia di buona famiglia, la ragazzina silenziosa e ubbidiente, e Maddalena, detta la Malnata, la ragazzina che porta sfortuna, toccata dal diavolo, che gioca con i maschi nel fiume, strappa le code alle lucertole e si ribella alle ingiustizie.
La loro è un’amicizia che parte forte, che sboccia nel petto e incendia la vita. Così diverse, eppure inseparabili.
Insieme affrontano tutto: la guerra, la scuola, vecchi dolori passati che nascondono segreti affilati, perdite, violenze.
E alla fine hanno la forza di far sentire la propria voce.

Esordio letterario di Salvioni, diplomata alla scuola Holden, che esce contemporaneamente in 1400 lingue diverse e sarà una serie tv. Ma è un bel libro?

Allora, diciamo che non è brutto, quello no. Certo, non è neanche niente di nuovo: Italia fascista, machi maschilisti, donne sottomesse, ragazzine ribelli.

Tutto già sentito.

E allora, tutto questo successo?

È un romanzo ben costruito, che tocca tutti i punti necessari per renderlo un successo commerciale in patria e all’estero: amicizia che supera tutto, fascisti, tragedie (io sono a favore della sofferenza dei personaggi dei romanzi, se un autore è in grado di parlarne con la giusta profondità e sapienza, ma qui succede letteralmente di tutto, soprattutto a Maddalena, in un modo ostentato e insensato, che in 230 pagine ci possiamo anche dare una regolata).

La scrittura di Salvioni è semplice, diretta, un po’ ripetitiva ma evocativa quel tanto che basta, molto concentrata a ricreare odori e a descrivere le gambe di Maddalena, quasi un’ossessione (ma questa poveretta d’inverno deve sempre andare in giro a gambe nude, avevo freddo solo a leggerlo).

I personaggi principali sono abbastanza interessanti, ma niente di nuovo, e comunque non li conosciamo abbastanza per entrare completamente in empatia con loro: la Malnata ha due amici che farebbero di tutto per lei e che lei comanda a bacchetta, cosa che potrebbe essere giustificata dal carisma smisurato di un personaggio, ma non è questo il caso; la Malnata odia il duce e il fascismo e si ribella, anche questa cosa buona e giusta, ma stiamo parlando di una ragazzina i cui amici sono il figlio di un comunista e il figlio di un fascista, quindi anche qui bisognerebbe spiegare da dove derivano le sue credenze; Francesca è la ragazzina brava, che perde la testa per quello che solitamente sarebbe “il ragazzo bello e dannato” e invece qui è “la ragazzina che porta sfortuna”, e tutto quello che fa o pensa o prova ruota intorno a Maddalena.

I personaggi secondari sono abbastanza piatti (la superficiale, il cattivo, il buono, l’uomo che riempie di botte il figlio ma poi regala un’oca ad una ladra, la cameriera simpatica), e fanno bene da sfondo.

L’ambientazione storica è relativamente inutile, qualche informazione data qua e là, che non ha troppo peso, per non distogliere l’attenzione dalle vicende delle protagoniste, e presumo serva principalmente a far risaltare il carattere ribelle di Maddalena.

Il modo in cui viene trattata la violenza subita da Francesca è minimale e per questo terribile, utile soltanto per il raggiungimento del finale, scelta davvero orribile.

Il finale lascia la porta aperta per un secondo capitolo, in maniera così plateale da essere quasi stupida, quasi quanto è stupido il grande discorso di una ragazzina di 13 anni di fronte ad una stanza piena di fascisti.

In generale, è una buona lettura, una storia che scivola via senza troppe pretese, che cerca di colpire il cuore del lettore ma è tutto troppo già sentito/letto, non ci sono colpi di scena e non ci sono grandi emozioni.

Lo stile aiuta molto, il romanzo si legge in qualche ora, e nonostante tutte le critiche pronte a tacciare Salvioni di voler essere la nuova Ferrante riuscendo ad esserne solo una pessima copia, io (che non ho ancora letto nulla di Elena Ferrante) lo considero un buon primo passo, troppo studiato per il mercato e poco per il cuore, ma che può portare ad una seconda opera migliore.

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La malnata

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Published on May 28, 2023 01:25

May 25, 2023

IL NUOVO ROMANZO DI CHRISTIAN MALVICINI

Salve a tutti!

Oggi ho il piacere di presentarvi l’ultimo romanzo di Malvicini, che mi è stato gentilmente inviato dall’autore, pubblicato nell’aprile 2022.

Era come se Dio avesse fatto un pizzicotto al mondo, sollevando un lembo della sua cruda carne in quella sterminata e nauseante pianura. Era una miracolosa singolarità della natura in quell’immenso vuoto cosmico. La piccola altura era ricoperta da un rigoglioso e variopinto bosco, per niente omogeneo nelle forme e nei colori. Su di essa svettava, imperiosa, una quercia secolare che sembrava protendersi verso il cielo come una mano che chiedeva aiuto al divino.

Ai piedi del maestoso albero, s’intrecciano le vite di alcune persone che sono state sconvolte da un incidente stradale in uno sperduto paesello della Lomellina. Ben presto scoprono di avere in comune più di quello che credono.

Beatrice si troverà a voler scoprire la verità dietro i sorrisi che la circondano. Saverio si scontrerà con le conseguenze delle proprie scelte passate. Mentre Guido affronterà a viso aperto l’abisso e l’oscurità in cui ristagna la sua vita. Per ognuno di loro, l’incidente sarà solo l’inizio di un qualcosa che cambierà per sempre le loro vite.

BIO: Christian Mal Malvicini nasce a Voghera (PV) il 4 di un Settembre qualunque ma cresce a Pieve del Cairo, un piccolo borgo nel pieno della bassa Lomellina, tra nebbia e risaie. Sviluppa sin da giovane una grandissima passione per la fotografia, ma scopre negli anni anche la scrittura come modo per esprimersi. E spesso, queste due cose sono state in grado di ispirarsi a vicenda nella sua vita.

In autoproduzione, ha pubblicato il suo primo romanzo intitolato Emozioni – School Romance Adrenaline, una prosa a metà tra il libro e il manga. Con questo libro, invece, decide di raccontare una storia contemporanea e soprattutto ambientata nella sua amata terra.

Non vedo l’ora di tuffarmi in questa storia e di parlarne con voi.

Presto la recensione!

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Published on May 25, 2023 01:23

May 23, 2023

CON I DENTI – KRISTEN ARNETT

Voto: 8/10

Edito: Bollati Boringhieri

Sammie è una donna come tante altre: è sposata, ha un figlio, fa la casalinga, e cerca di creare un perfetto quadretto domestico per la sua famiglia. Ma sua moglie Monika è sempre più assente e distante, e il suo rapporto con il figlio Samson è sempre più teso.
Sammie si aggrappa con le unghie e con i denti alla famiglia che aveva immaginato per sé, ma tutto comincia a sfaldarsi: Monika torna sempre più tardi dal lavoro, Samson è un bambino chiuso che si oppone ad ogni tentativo di avvicinamento da parte della madre e si nasconde dietro comportamenti bizzarri, e neanche le sedute dalla terapeuta sembrano aiutarlo; Sammie si ritrova a combattere con sentimenti oscuri, a riempirsi di rabbia e risentimento, distruggendo piano piano tutto ciò che la circonda.

Un romanzo famigliare, un romanzo horror, una storia che ci ammalia con le sue atmosfere tese e ci tiene incollati al libro sin dalla prima pagina, e alla fine ci lascia con un senso di vuoto e una domanda senza risposta: ma cos’è successo davvero?

Sammie è la voce narrante dell’intera storia, e attraverso il suo sguardo osserviamo il mondo intero: il suo rapporto con la moglie che, lentamente, cade a pezzi; la sua solitudine di madre lesbica casalinga che non riesce a stringere amicizie con le altre madri etero della classe di suo figlio; gli strascichi che il suo rapporto con i genitori religiosi e conservatori hanno lasciato dentro di lei; il suo rapporto con il proprio corpo e il sesso; il suo rapporto con suo figlio, con il quale non riesce a comunicare e che non riesce a comprendere, che un po’ la spaventa e un po’ la riempie di tutti quei sentimenti che nessuna madre dovrebbe ammettere di provare per la propria prole.

Seguiamo la storia e ci sembra impossibile che Sammie sia l’unica a vedere le cose che accadono intorno a lei: i comportamenti di Samson sembrano far presagire qualcosa di oscuro e violento, la spiazzano e, di conseguenza, ci tengono col fiato sospeso, in attesa di quella goccia finale che faccia esplodere tutto.

Ma ogni tanto c’è un’altra voce a raccontarci la storia dall’esterno, a mostrarci un punto di vista diverso: la psicologa, una cameriera, un amico di famiglia, una cassiera, e così ci rendiamo conto che Sammie non è una narratrice affidabile; ovviamente il suo intento non è quello di sviare volontariamente il lettore, ma il suo è un punto di vista personale e soggettivo, e per questo non attendibile al 100%; capiamo di aver osservato la storia attraverso la lente distorta della soggettività, dell’emotività, e ogni capitolo prende un sapore diverso.

Sammie non è una bella persona, ma la osserviamo mentre tenta di tenere insieme la propria famiglia e tutta la propria vita, e nonostante questo il suo personaggio non cambia durante tutta la storia: Sammie vorrebbe tanto la vita perfetta e tranquilla, ma non è in grado di combattere e cambiare per raggiungerla.

E proprio alla fine, le ultime pagine, ci fanno tentennare, ci fanno dubitare ancora di più, ci spingono a chiederci: cos’è successo davvero?

Un ottimo romanzo, scritto in maniera coinvolgente, attraverso uno sguardo diverso dal solito, che ci attrae e ci trascina negli angoli più oscuri, ci mostra aspetti della maternità che spesso vengono taciuti e ci spinge a scavare in profondità, che lo vogliamo o no, anche con i denti.

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Con i denti

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Published on May 23, 2023 02:21

May 21, 2023

ALTRI LIBERTINI – PIER VITTORIO TONDELLI

Voto: 8/10

Edito: Feltrinelli

La prima opera che Tondelli ha scritto, la prima delle sue opere che io ho letto.

E mi viene scontato domandarmi come sia possibile che non l’abbia letto prima.

Un romanzo a episodi, sei per essere precisi, in cui l’Italia, o meglio l’Emilia-Romagna, degli anni ’70 si mostra ai nostri occhi nel modo più sporco, violento, crudo, volgare, dolce, divertente, euforico, critico, satirico, polemico, trasgressivo, poetico e blasfemo che abbia mai avuto il piacere di leggere.

Non è facile parlare di questo libro, un po’ perché a parlare di racconti non ho mai imparato, un po’ per la sua forza e la sua poeticità, perché anche dopo 40 anni ritrova un riscontro con il mondo, perché è pieno di tutta la sofferenza e tutta la speranza dell’umanità.

Le storie sono raccontate da un Noi collettivo, un Noi di persone e situazioni e sentimenti che si mescolano e si stringono e si avvinghiano e si separano e si abbandonano e si ritrovano, con una forza devastante.

La penna di Tondelli eviscera l’Italia e i finti perbenismi, scava fra i pregiudizi e le verità nascoste, porta a galla le ipocrisie, grida in faccia al lettore e bestemmia contro una vita che non è mai come la si vorrebbe.

Questo è un romanzo dai mille volti, dai mille viaggi, dai mille corpi, e senza una destinazione finale.

Ogni personaggio è alla ricerca di sé, e degli altri, e dei grandi significati della vita, e dei piccoli dettagli della vita. Tutti dovrebbero leggere Tondelli, tutti dovrebbero leggere Tondelli a vent’anni. Io arrivo tardi, ma alla fine arrivo.

Con lo sguardo particolarmente puntato verso droghe e sesso, quest’opera parla di un periodo di ribellione culturale e sociale, di sconvolgimenti personali e nazionali.

La voce di Tondelli risuona a tratti imperiosa, quando descrive gli angoli più sporchi e tenebrosi della vita, quando graffia e morde e spezza, e a tratti dolce, quando un abbraccio può salvare una vita, e il mondo può essere chiuso fuori da una stanza.

Non è un libro perfetto, un paio di questi racconti è palesemente più debole degli altri, e le ripetizioni allentano e dilatano un po’ una prosa altrimenti serrata e tagliente; Tondelli ha una scrittura piena di vita e fame, si aggrappa al lettore e lo costringe ad osservare le oscenità che troppo spesso decide di ignorare. Quella che si svolge su queste pagine è una vera e propria lotta, che porta alla morte dei vecchi ideali così spenti e senza idee e ad una rinascita sociale e spirituale.

Un’opera incredibile, che squarcia dentro, che si sfoga sul lettore, che cambia stili e timbri e sguardi, e si posa come un masso sul cuore.

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Altri libertini

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Published on May 21, 2023 01:22

May 18, 2023

I DISORDINI DELL’AMICIZIA – FRANCESCA GINEPRI

Edito: Porto Seguro

Un grande ringraziamento a Porto Seguro per avermi inviato una copia di questo romanzo!

Una storia che si protrae per più di due anni, quella raccontata in questo breve libro.
Le protagoniste principali sono Selvaggia ed Adelaide, due donne già adulte, che decidono di frequentare un corso per ottenere il titolo di assistente di studio odontoiatrico. Si conoscono così durante le lezioni online e, sin da subito, le due donne iniziano a stringere un rapporto d’amicizia.
Le due, però, sono molto diverse fra loro: Selvaggia è una persona molto esuberante e con il desiderio di essere costantemente presente nella vita dei suoi amici più cari; Adelaide, invece, è un tipo più distaccato e mite.
Molto presto ognuno delle due donne imparerà a conoscere tutti gli aspetti della personalità dell’altra, dai più brutti ai più belli, e dovrà decidere se continuare a combattere per questa amicizia.

Un libro breve e intenso, che tenta di descrivere tutti gli alti e bassi di un rapporto, e di quanto sia importante continuare a lottare per qualcuno a cui si vuole bene, soprattutto quando le cose non sembrano andare nel migliore dei modi.

Sono felice di aver letto questo romanzo perché la trama mi intrigava molto, ma purtroppo non posso dire la stessa cosa dello sviluppo: la scrittura di Ginepri è acerba, semplice, piena di ripetizioni, pagine e pagine in cui uno stesso concetto viene detto e ridetto, ripetuto e rigirato e servito un’altra volta al lettore; tanti sono anche gli errori, sia grammaticali che linguistici, l’utilizzo di colloquialismi e regionalismi, refusi.

Lo stile è troppo basso per riuscire a scavare in maniera adeguata in un tema tanto delicato, e il lettore non riesce ad immedesimarsi o provare empatia con i personaggi.

Alcune scelte della trama stessa sono discutibili (dalle grandi litigate dopo appena due mesi di conoscenza, che avrebbero portato semplicemente chiunque ad abbandonare un rapporto così tossico, all’ossessione di Selvaggia che decide di abbandonare il corso perché Adelaide “stava mandando e leggendo messaggi con qualcuno e notò che era proprio a suo agio nel leggere ciò che stava leggendo e […] fece un sorriso pieno di tenerezza“, alla parentesi di finto-innamoramento di Selvaggia per Adelaide…boh).

È una lettura breve, l’intento di coinvolgere e parlare di qualcosa di importante si sente, ma purtroppo, anche se il libro mi è stato inviato dalla casa editrice, non me la sento di dare un giudizio positivo.

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Published on May 18, 2023 01:29

May 16, 2023

L’AVVERSARIO – EMMANUEL CARRèRE

Voto: 8/10

Edito: Adelphi

Il 9 gennaio 1993 il dottor Jean-Claude Romand ha ucciso la moglie, i figli e i genitori, quindi ha appiccato un incendio alla propria casa, cercando di suicidarsi.
Essendo però sopravvissuto, ha avuto inizio un’inchiesta per stabilire come si fossero svolti i fatti, la quale ha portato ad una serie di scoperte sconvolgenti.
Da vent’anni, Romand mentiva a chiunque, su qualunque cosa: non aveva mai superato il secondo anno di università di medicina e di conseguenza non si era mai laureato; non era iscritto all’ordine dei medici e non lavorava come ricercatore all’OMS; aveva mentito più volte sulla propria salute, inventando tumori e malattie terminali; si era impossessato dei soldi di parenti e amici con la scusa di investimenti vantaggiosi.
Questa è la cosa ancora più incredibile di questa storia, che diventa più assurda ad ogni nuova scoperta: questa struttura di bugie così ben elaborata e sviluppata, non serviva a nascondere un’altra verità, una seconda vita nascosta, bensì l’assoluta mancanza di una persona vera e reale.
Quando il mondo intorno a Romand ha cominciato a vacillare, a sgretolarsi, e la valanga che aveva avuto origine come una semplice menzogna l’aveva ormai raggiunto e minacciava di spazzarlo via, ha deciso di mettere in atto la parte finale del suo piano. Dichiarando di non voler far soffrire i suoi familiari, e di non poter sopportare l’idea di vivere senza di loro, Jean-Claude ha preferito tentare di cancellare tutto, di eliminare ogni residuo, di uccidere la moglie, i figli e i proprio genitori, con l’intenzione di uccidersi subito dopo.
La Corte l’ha condannato all’ergastolo, e dal 2019 è tornato in libertà vigilata.

Una storia agghiacciante, terrificante, di cui conosciamo l’orribile fine sin dalle prime righe, ma che ci tiene incollati alle pagine fino all’ultima parola.

Carrère ha preso una storia vera, che rasenta l’incredibile, e l’ha trasformata in un viaggio discendente nell’animo umano, in un abisso senza fine.

Nel libro sono riportati alcuni stralci del suo scambio epistolare con l’assassino, attraverso il quale possiamo ascoltare noi stessi la sua voce, cercare di decidere da soli cosa fosse una menzogna e cosa la verità.

Mischiando fatti e supposizioni, testimonianze e ragionamenti, con uno stile unico che mescola l’oggettività giornalistica a profonde riflessioni sulla natura umana e sul caso, Carrère ha creato un’opera davvero incredibile. Il tono quasi distaccato con cui narra tutti gli aspetti della storia, dai corpi carbonizzati ai colpi di carabina, dalle coincidenze più incredibili alle vuote giornate di un finto medico, ci permette di ragionare a fondo su ogni aspetto della vicenda.

La sua scrittura è densa, non lascia scampo, ci fa precipitare nelle mille subordinate di frasi lunghe pagine intere, e ci sconvolge completamente.

Alla fine, Jean-Claude è un uomo rinato in Dio, credente e pentito, che cerca di portare avanti la sua vita, o ciò che gli resta.

Ma Carrère non può credere ciecamente a ciò che racconta Romand, così come non dovrebbe fare nessuno, nemmeno Romand stesso.

Sono sicuro che non stia recitando per ingannare gli altri, mi chiedo però se il bugiardo che c’è in lui non lo stia ingannando.”


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Published on May 16, 2023 01:34