TRUST – HERNAN DIAZ

Voto: 7/10

Edito: Feltrinelli

Benjamin Rask viene da una famiglia facoltosa, di industriali che, con soldi e astuzia, hanno conquistato il mondo della finanza, uomini potenti e influenti.
Quando i suoi genitori muoiono e Benjamin si ritrova a capo dell’impero dei Rask, si getta fra quei numeri e quelle azioni, diventando in poco tempo uno degli uomini più influenti d’America.
Schivo e privato, il suo incontro con Helen, timida e brillante, risveglia qualcosa in lui: in poco tempo si sposano, costruiscono un’enorme casa in cui vivere, trovano l’uno nell’altra il conforto della compagnia. Helen si occupa di beneficienza, di concerti, di biblioteche e scuole; Benjamin continua la sua ascesa nel mondo finanziario.
Il crollo della Borsa del ’29 permette a Benjamin di diventare uno degli uomini più ricchi del mondo, e delle voci cominciano a circolare sul suo conto: è stato lui a far precipitare il Paese in quella crisi?
Quando Helen si ammala, i due si trasferiscono in Svizzera perché possa essere curata in un famoso sanatorio, ma i trattamenti innovativi e le cure di Benjamin nei confronti di sua moglie non possono salvarla.

Ma è davvero così che sono andate le cose?

Siamo a New York, negli anni ’50, e una giovane Ida Partenza viene assunta dal milionario Andrew Bevel per scrivere la sua autobiografia e smentire definitivamente la storia inventata da Henry Vatter, il quale ha pubblicato una sua biografia non autorizzata, cambiando nomi e romanzando fatti, tentando di screditare lui e la memoria della sua defunta moglie, Mildred.
Ida inizia così a vedere cosa si nasconde dietro alla maschera e alle parole di un uomo tanto potente, che vuole soltanto raccontare la verità, riabilitare il proprio nome dimostrando di non essere la causa del famoso crollo, e far conoscere Mildred come la persona dolce e sottomessa che aveva tanto amato.

Ma è davvero così che sono andate le cose?

Trent’anni dopo la morte di Andrew, Ida riesce ad accedere agli archivi della Fondazione Bevel e, lì, a tutti i registri di Mildred.
Nascosto fra le pagine di un libro, troverà un piccolo diario e, una volta decifrato, riuscirà finalmente a scoprire la verità.

Un romanzo in un romanzo in un romanzo.

Quattro parti che raccontano la stessa storia e, al tempo stesso, quattro storie diverse. Con quattro stili diversi, da quattro punti di vista diversi, i quattro capitoli si intrecciano, fin quasi a far scomparire del tutto la realtà.

Il primo è la versione romanzata della vita di Bevel (chiamato Rask), è denso, lento, con parti molto dettagliate sulla Borsa e il mondo della finanza. Le parti che parlano di Helen sono le più interessanti, le più vive, ma non abbastanza da renderlo davvero eccitante.

Il secondo è una stesura incompiuta del manoscritto di Ida ed Andrew, la versione di Bevel della realtà, con tutte le parti reali contenute nel primo e tutte le giuste rettifiche, con un’immagine patriottica del capitalista e una Mildred relegata ad una macchietta.

Nel terzo ci allontaniamo dalla storia in sé, seguendo le vicende personali di Ida, e insieme a lei entriamo ancora più nella storia, conosciamo meglio Andrew, capiamo come ragiona, com’è lui e com’è il suo mondo.

Nell’ultimo, il più breve, nelle frasi private di Mildred, scopriamo tutta la realtà, conosciamo i veri Andrew e Mildred, i veri Benjamin e Helen.

Un romanzo ben strutturato, che porta il lettore a porsi tantissime domande e poi, con precisione e perizia, ricollega tutti i fili fra loro, formando un quadro vivido e complesso.

La cosa più interessante di questo romanzo è sicuramente la struttura, soprattutto se letto senza conoscere la sinossi: finita la prima parte, la seconda ci lascia un po’ spaesati, aumenta la nostra curiosità e la confusione, ma la terza chiarisce ogni dubbio, mostrando il quadro d’insieme.

Ed è un bel quadro, davvero.

Certo, la scrittura avrebbe potuto essere più scorrevole, alleggerita dalle tante ripetizioni; la parte socio-politica viene sfiorata appena, più che altro con una serie di cliché che sì, spiegano il contesto nella storia, ma avrebbe potuto essere approfondita (magari a discapito delle lunghissime parentesi sulla finanza…magari!); il finale, con la sua grande rivelazione, si intuisce, senza esagerazioni, dal secondo capitolo; le grandi riflessioni sulla società a cui giungiamo leggendo ogni parte sono così vecchie che, forse, avrebbero potuto sembrare nozioni irriverenti 40 anni fa:

Chi ha il denaro ha il potere, e può modificare anche la realtà a proprio piacimento e per il proprio guadagno; la classica “dietro ogni grande uomo c’è una grande donna”; Le donne vengono sempre sminuite e messe in secondo piano, anche quando (e soprattutto se) sono il fulcro della storia.

Ho ragionato molto sulla valutazione da attribuirgli perché no, non è un libro perfetto, ma è un bel romanzo, senza ombra di dubbio. Il voto reale sarebbe 7,5 ma non amo i voti a metà, quindi ho preferito arrotondare per difetto, soprattutto a causa della banalità della rivelazione finale, che avrebbe potuto essere un punto di forza in una storia già costruita ottimamente, ma che finisce per lasciare l’amaro in bocca.

Resta comunque un libro molto interessante, una meta-lettura che riesce a coinvolgere il lettore e a mostrare come le cose non siano mai come sembrano, la realtà è sfuggente e mutevole, e la Borsa sempre estremamente noiosa.


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Published on June 01, 2023 02:15
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