Rachele Riccetto's Blog, page 27
May 14, 2023
METRO REDUX

Voto: 8/10
Sviluppatore: 4A Games
Questo titolo comprende le riedizioni di Metro 2033 e Metro: Last Light, due survival horror/sparatutto in prima persona tratti dai libri di Dmitry Glukhovsky.
Ci troviamo in un mondo post-nucleare, viviamo nell’area metropolitana moscovita insieme ai pochi sopravvissuti, in un mondo di ombre terrificanti e luci taglienti.
Il mondo esterno è dominato da orribili creature colpite da mutazioni, causate dalle radiazioni troppo intense per permettere la sopravvivenza degli uomini, le quali cercano di raggiungere il sottosuolo, dove si nascondono gli esseri umani sopravvissuti.
Noi vestiamo i panni di Artyom, il quale viene incaricato di consegnare un messaggio di vitale importanza ad un’altra stazione, per avvertire gli alleati della minaccia dei Tetri, esseri umanoidi dalle grandi capacità psichiche considerati come il gradino successivo all’uomo nella scala evolutiva, destinati a uscire vincitori dalla lotta per la supremazia.
Il secondo titolo, Metro: Last Light, segue gli eventi che si svolgono un anno dopo, dove scopriamo di non aver eliminato tutti i tetri e ci troviamo di fronte all’ultimo rimasto, un passato segreto riemergerà con forza, le guerre fra le varie fazioni si fanno più violente e interessanti, dobbiamo affrontare virus mortali e connessioni psichiche, lotte sanguinolente e vari tipi di missioni, e, come nel primo capitolo, anche qui ogni scelta porta il giocatore ad acquisire un tipo di karma (buono o cattivo), il quale determinerà uno dei due finali possibili.
La storia di questi due videogiochi è complessa e affascinante, esplora temi maturi e molto cupi, riesce a coinvolgerci già dalle prime immagini, tenendoci incollati allo schermo fino alla fine.
I vari tipi di azioni, come corse sfrenate/azioni stealth/combattimenti all’ultimo sangue, sono ben mescolati alla narrazione, che è davvero coinvolgente.
La grafica è realistica (per un videogioco che ha ormai quasi 10 anni) e i giochi di luce e ombre (così come di giorno e notte) servono a rendere il tutto più suggestivo.
Nonostante il tempo trascorso dalla pubblicazione del primo dei due titoli, i risvolti narrativi e la qualità della scrittura in generale possono ancora essere considerati davvero ottimi.
Un’esperienza di gioco davvero eccezionale, che ricorda molto un film interattivo, carico di suspence ed emozioni forti (soprattutto per qualcuno che ha paura della propria ombra, come me).
Ora mi manca soltanto di recuperare tutti i romanzi, che bramo da anni.
Se siete interessati, potete acquistare il videogioco direttamente al link qui sotto:
(In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei)
– / 5Grazie per aver votato!document.cookie.match(/(^| )post_vote_1254=av_\d+(;|$)/)&&document.getElementById("av-rating-box-1254").classList.add("av-review-submitted")L'articolo METRO REDUX proviene da Lego, Legimus.
May 11, 2023
LA REGOLA DELL’EQUILIBRIO – GIANRICO CAROFIGLIO

Voto: 5/10
Edito: Einaudi
Guido Guerrieri è un avvocato barese, è un uomo divorziato, è un appassionato di boxe, è un nottambulo con la passione per le librerie notturne.
Quando riceve una notizia sconvolgente, anzi due, dal suo medico, inizia ad osservare in maniera diversa la propria vita.
E proprio durante questo periodo di riflessioni e possibili cambiamenti, viene contattato da un suo vecchio compagno di università, il giudice Larocca, che gli chiede di difenderlo dall’accusa di corruzione che potrebbe rovinare la sua carriera da magistrato.
Guido accetta, sicuro di conoscere l’uomo che ha di fronte e, con l’aiuto dell’investigatrice Annapaola Doria, si addentra fra le acque grigie dell’etica.
Questo è il primo romanzo di Carofiglio che leggo e non sapevo bene cosa aspettarmi.
La lettura si è rivelata fluida e coinvolgente, Guerrieri un protagonista interessante (anche se forse un po’ sottotono). È un uomo rinato, a cui viene “riconsegnata” la propria vita e tutte le grandi domande che questa si porta dietro. È un uomo retto, che sa riconoscere ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, e che affronta grandi questioni morali con pacata sicurezza.
Il caso in sé non è niente di particolare, non ci sono intrecci complicati da risolvere né grandi rivelazioni; anche i personaggi sono abbastanza stereotipati, un po’ piatti, un po’ opachi (un’investigatrice privata bella e intelligente, che guida la moto, porta i capelli corti e gira con una mazza da baseball in un borsone? Wow, mai sentito prima).
La penna di Carofiglio però è evocativa e leggera, riesce un po’ a farci sorridere e, al tempo stesso, un po’ a farci riflettere.
Non è un libro che punta troppo in alto, e infatti non ci arriva: voglio dire, il protagonista parla con un sacco da boxe che tiene appeso in salotto, cosa ci si poteva aspettare. Le parti giuridiche sono tecniche e dettagliate, forse anche un po’ troppo, come ci sarebbe da aspettarsi da un magistrato.
La storia segue una struttura abbastanza classica e relativamente scarna, senza colpi di scena e grandi emozioni. Lo stile di Carofiglio è fluido e, per me che non lo conoscevo, si è rivelato la parte più interessante di tutto il romanzo.
Poi certo, non potevamo farci mancare commenti sessisti/omofobi/semplicemente idioti:
“È buffo se un uomo si sente al sicuro perché protetto fisicamente da una donna“
“Mi piacciono le donne che stanno a tavola senza fare il conto delle calorie“
“Non avevi sempre detto che se la tua donna fosse andata con un’altra donna la cosa non ti avrebbe creato nessun problema?“
Nonostante questo, credo proprio che dovrò recuperare almeno un altro titolo di Carofiglio, non soltanto a causa di alcune recensioni molto positive riguardanti altri suoi romanzi, ma anche perché questo dovrebbe essere il quinto capitolo della serie di Guerrieri e ora ho l’obbligo morale di leggere almeno il primo.
Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:
(In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei)
– / 5Grazie per aver votato!document.cookie.match(/(^| )post_vote_1247=av_\d+(;|$)/)&&document.getElementById("av-rating-box-1247").classList.add("av-review-submitted")L'articolo LA REGOLA DELL’EQUILIBRIO – GIANRICO CAROFIGLIO proviene da Lego, Legimus.
May 9, 2023
THE JASMINE THRONE. IL TRONO DI GELSOMINO – TASHA SURI

Voto: 8/10
Edito: Fanucci
Grazie infinite a Fanucci per avermi inviato una copia di questo romanzo!
Ahiranya era un tempo una nazione indipendente, governata spiritualmente dai saggi del tempio, chiamato Hirana, i quali veneravano gli Yaksa, delle divinità collegate alle piante e all’acqua.
Quando però viene conquistata e annessa all’impero di Parijatdiva, le cose cambiano.
Parijat è la città a capo dell’impero, formato da cinque città-stato e governato dall’imperatore Chandra. Malini, sua sorella e principessa, conosce bene l’oscurità che si nasconde in lui, e per questo tenta di riportare sul trono il loro fratello maggiore e legittimo erede, Aditya.
Ma quando Chandra scopre i suoi complotti, tenta di immolarla sulla pira e, al rifiuto di Malini, la fa imprigionare nell’Hirana.
Qui Malini, indebolita e avvelenata, conoscerà Priya, una delle ultime figlie del tempio ancora in vita, e insieme lotteranno per salvare i loro popoli.
In un mondo basato sulla cultura e le tradizioni indiane, seguiamo la ribellione di un popolo oppresso dagli invasori e schiacciato dalla malattia; la caduta di una principessa e la nascita di un’imperatrice dalle ceneri del proprio passato; il ritorno della magia e della giustizia; amicizia, sorellanza e amori dalla forza strabiliante.
Questo non è semplicemente un fantasy, è la nascita di un mondo intero.
Priya, la giovane servitrice che riconquista lentamente i propri poteri e il proprio destino, è un personaggio ben scritto, profondo, a tutto tondo; c’è un segreto che canta nel sangue di Priya e, grazie ai poteri magici donateli dagli yaksa, imparerà a conoscere la propria forza, ma senza mai scordare le proprie debolezze.
Malini, la principessa imprigionata, passa la maggior parte del tempo a tramare e a cercare un modo per sfruttare le persone che le stanno intorno, ma si dimostra forte e giusta; il suo desiderio principale è la vendetta, contro un fratello che l’ha ferita, umiliata, ed ha tentato di ucciderla, ma in lei c’è molto altro: amore per il fratello maggiore e il proprio impero, amicizia per Rao, passione e dolcezza e fiducia per Priya.
Bhumika e Ashok sembrano trovarsi ai poli opposti di una lotta politica, ma la loro tenacia li rende così interessanti; Bhumika è forte e molto simile a Malini, anche lei intenzionata a fare tutto il possibile con il potere che si ritrova fra le mani e pronta a sfruttare e manipolare le persone di cui non si fida e che potrebbero esserle utili; Ashok è ferito, è arrabbiato, vuole avere giustizia e riunire la propria famiglia.
Interessanti sono anche le varie religioni che convivono nel Parijatdvipa: le Madri di Fiamma e la magia scaturita dal sacrificio che hanno compiuto donando i propri corpi alla pira per sconfiggere i terribili yaksa e portare alla conclusione dell’Età dei Fiori; gli yaksa e i loro poteri che vengono dalle acque immortali, nati nei fiumi cosmici da cui nascono gli universi; il dio senzanome e le sue profezie, i cui credenti vivono con il futuro nascosto nel proprio nome e accettando i venti del destino.
E così, fra imperatori e servitori, fiamme e acque immortali, ribelli ed eredi al trono, si sviluppa una storia complessa e intricata, di crescita e di perdita, di forza e di dolore, di amore e di rinascita.
Il modo in cui Priya e Malini si trovano, si usano e si innamorano è dolce e doloroso, è delicato e violento, è immenso; la loro storia si basa su una vera conoscenza reciproca, cosa che purtroppo non capita troppo spesso nei libri, e ci fa apprezzare ancora di più i loro sentimenti e i loro sacrifici. Queste due donne, così simili e così diverse, una nata dall’acqua e una dal fuoco, sono delle protagoniste eccezionali.
La scrittura è scorrevole e il ritmo della storia abbastanza sostenuto; Suri riesce a dipingere un mondo violento, di unghie che affondano nella carne e ossa che scricchiolano e fiori e rami che creano immagini orribili, strisciando sotto la pelle e invadendo i corpi.
È un mondo oscuro, pieno di ombre e segreti, di tradimenti e sangue; la sua prosa è musicale e dura al tempo stesso. La storia è piena di politica e religione e lotte intestine, che tendono a rallentare un po’ il ritmo narrativo in alcune parti, ma servono anche a donare spessore ad un mondo ben costruito.
Forse le voci narranti sono un po’ troppe: la storia ci viene raccontata passando spesso da un personaggio all’altro, anche attraverso alcuni punti di vista di cui potremmo fare volentieri a meno, e purtroppo questo può distrarre e allontanare un po’ il lettore dai fatti principali.
Il problema principale di questo romanzo, e mi dispiace tantissimo dirlo, sono i refusi e gli errori grammaticali e di traduzione. Certo, non sono così tanti da rovinare completamente l’opera, ma sono abbastanza da meritare di essere menzionati, e quindi troppi. Mannaggia.
Non è un libro perfetto, ma è un incredibile inizio di serie. Non vedo l’ora di continuare questo viaggio.
Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:
(In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei)
– / 5Grazie per aver votato!document.cookie.match(/(^| )post_vote_1242=av_\d+(;|$)/)&&document.getElementById("av-rating-box-1242").classList.add("av-review-submitted")L'articolo THE JASMINE THRONE. IL TRONO DI GELSOMINO – TASHA SURI proviene da Lego, Legimus.
May 7, 2023
FIORI SOPRA L’INFERNO – ILARIA TUTI

Voto: 5/10
Edito: Longanesi
A Travenì è stato ritrovato il cadavere di un uomo, senza occhi, su un sentiero di montagna, e con uno spaventapasseri lasciato lì ad osservarlo. Ed è solo il primo.
Teresa Battaglia, commissario di polizia specializzata in profiling, e la sua squadra devono muoversi velocemente per trovare il responsabile.
Teresa è una donna matura, tormentata dal passato e da una malattia che si fa sempre più pressante, che le sta con il fiato sul collo e le impedisce di ragionare al meglio.
Al suo fianco il nuovo arrivato, l’ispettore Marini, un po’ inesperto ma con tanta forza di volontà.
Quando il killer colpisce ancora, e ancora, tutto il paese sembra richiudersi sopra di loro, in un silenzio carico di segreti e un passato che risuona terribile fra i monti innevati.
In teoria questa è l’opera prima di Tuti, ma ho appena scoperto che in realtà ci sarebbe un racconto pubblicato prima di questo romanzo, quindi cominciamo malissimo per me che amo leggere tutto in ordine.
Ma andiamo per gradi.
Teresa Battaglia è un personaggio interessante: commissario sessantenne, è malata di diabete e l’alzheimer comincia ad intaccare la sua mente, che è la sua arma principale. Perché Teresa è una profiler, quindi osserva e intuisce e analizza e arriva dritta al colpevole.
Peccato che Teresa sembri più che altro tentare di mettere in mostra le sue capacità, facendo osservazioni sbagliate sin dall’inizio, e puntando nella direzione errata; anche il suo modo sarcastico di parlare poteva servire a caratterizzarla un po’, a donarle una voce unica, e invece finisce soltanto per farla sembrare petulante e distaccata.
Di Teresa conosciamo i problemi di salute, il tono tagliente e scontroso, e intravediamo un passato di sofferenza e perdita. Ma senza entrare nei particolari, senza riuscire ad empatizzare con lei.
E la stessa cosa succede con Marini, di cui in realtà non conosciamo proprio niente.
Le descrizioni sono buone e ci trasportano fra quei boschi, in quel piccolo paese, a respirare il freddo; sono una parte centrale nella creazione delle atmosfere tese, anche se rischiano a tratti di spezzare il ritmo narrativo.
La storia presenta delle parti un po’ confuse e un po’ banali, ma segue una struttura classica ed è abbastanza interessante, soprattutto perché, come ci spiega l’autrice alla fine, una parte è ispirata a fatti reali. Il problema è la parte inventata, che risulta più assurda che sconvolgente.
Il romanzo è suddiviso in capitoli molto brevi, che spostano spesso il punto di vista narrativo e ci spingono a frequenti salti temporali, rendendo la lettura un po’ troppo spezzettata.
Non ho capito perché Tuti abbia deciso di soprannominare “purgatorio” l’archivio della questura…il “limbo” di Carrisi era molto più interessante (e originale).
E per concludere, dato che non ho voglia di parlare di un gruppo di bambini che sembra uscito direttamente da(lla copia brutta di) un romanzo di Stephen King, parliamo del finale.
INIZIO SPOILER Come faceva Andreas a capire i bambini che si lamentavano dato che non era in grado di comprendere la comunicazione verbale? E chi l’avrebbe mai detto che il medico nazista vivesse ancora nel paese sotto mentite spoglie, nei panni del…medico?! Roba davvero incredibile. FINE SPOILER
Buon libro per chi non ha letto molti thriller, forse; mediocre per gli altri.
L’ho terminato soltanto perché speravo in un colpo di coda finale che spazzasse via tutto il resto, e invece ho dovuto abbassare il voto perché anche io ho un limite.
Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:
(In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei)
– / 5Grazie per aver votato!document.cookie.match(/(^| )post_vote_1237=av_\d+(;|$)/)&&document.getElementById("av-rating-box-1237").classList.add("av-review-submitted")L'articolo FIORI SOPRA L’INFERNO – ILARIA TUTI proviene da Lego, Legimus.
May 4, 2023
LA RUOTA DEL TEMPO: LA GRANDE CACCIA – ROBERT JORDAN

Voto: 8/10
Edito: Fanucci
Rand non vuole accettare di essere il Drago Rinato, lui che è sempre stato soltanto un semplice pastore dei Fiumi Gemelli, ma la Ruota gira e il disegno esige un Drago.
Anche l’Amyrlin Seat, la donna a capo delle Aes Sedai, è convinta che lui sia l’uomo che stavano aspettando per sconfiggere il Tenebroso. Ma Rand continua ad opporsi alla realtà, anche quando parte con Mat e Perrin, Loial, il fiutatore Hurin, Lord Ingtar e i suoi soldati shienaresi, per dare la caccia a Fain, che è riuscito ad impossessarsi del Corno di Valere e del pugnale maledetto di Mat.
E così, mentre i ragazzi cercano di ritrovare il corno in grado di richiamare dalla tomba i grandi eroi dell’Epoca Leggendaria, Egwene e Nynaeve si mettono in viaggio per raggiungere Tar Valon e la Torre Bianca, per iniziare il loro addestramento da Aes Sedai.
Il secondo volume della saga inizia forte, e poi si perde un po’.
La maggior parte del romanzo segue il viaggio lento (e quasi noioso) di Rand alla ricerca di Fain, attraverso capitoli e capitoli in cammino in un “mondo parallelo”, che spero davvero sarà un elemento importante in futuro, perché qui mi è sembrato uno stratagemma narrativo che poteva essere sfruttato meglio.
Tutte le emozioni più forti sono concentrate all’inizio e alla fine.
Vengono introdotti parecchi personaggi secondari e nuovi popoli, che rendono la narrazioni più carica di descrizioni e, quindi, più lenta.
La parte più interessante è quella che segue Egwene e Nynaeve, da Tar Valon al loro incontro con i Seanchan, davvero accattivanti come domatrici, ma terribili nello sfruttamento e negli abusi che riservano alle Damane, tutte le donne in grado di incanalare.
Rand non è cambiato molto dal primo libro, continua a rinnegare la realtà, continua a mentirsi fino alle ultime pagine, si ripete fino all’ultimo istante, quando non può far altro che accettare la verità, come tutti quelli che gli stanno intorno. Tenta per tutto il romanzo di allontanarsi dalle persone che gli sono più vicine, temendo di impazzire e far loro del male; anche gli abiti eleganti donatigli da Moiraine lo separano da chi lo circonda, dai soldati che lo vedono come un lord e dagli amici che cercano di comprenderlo senza riuscire a riconoscerlo del tutto. Le sue azioni, amplificate dal suo essere Ta’veren, hanno ripercussioni sempre più grandi su tutto ciò che lo circonda, spingendolo inesorabilmente verso il suo destino.
La mia cara Moiraine compare solo in un paio di pagine, così come l’Amyrlin Seat, ma sicuramente sono personaggi che ritorneranno con forza nei prossimi romanzi.
Non ho capito bene la figura di Selene, così bella e sicura di sé, di cui tutti si fidano dopo appena una manciata di secondi, ciecamente (cosa che non porta mai a niente di buono), ma anche lei avrà sicuramente molta importanza in futuro.
Alla fine scopriamo anche che un Reietto è in libertà, e sta dando la caccia a Rand.
Un romanzo lento, che getta le basi per i futuri capitoli; rispetto al primo libro, la storia sembra avanzare più a singhiozzi, con la parte centrale lentissima, ma il grande finale con tutti i personaggi che si scontrano in un’enorme battaglia chiude il capitolo in maniera fantastica.
La Ruota gira e ordisce come vuole, e io non posso fare altro che proseguire.
Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:
(In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei)
– / 5Grazie per aver votato!document.cookie.match(/(^| )post_vote_1234=av_\d+(;|$)/)&&document.getElementById("av-rating-box-1234").classList.add("av-review-submitted")L'articolo LA RUOTA DEL TEMPO: LA GRANDE CACCIA – ROBERT JORDAN proviene da Lego, Legimus.
May 2, 2023
L’ASSASSINIO DEL COMMENDATORE – MURAKAMI HARUKI

Voto: 7/10
Edito: Einaudi / Corriere della Sera
Quando Yuzu, improvvisamente, decide di voler divorziare da suo marito, l’uomo prende con sé qualche vestito e un blocco da disegno e parte per un lungo viaggio attraverso il Giappone.
Abbandona temporaneamente la sua carriera da ritrattista e, senza una meta precisa in mente, vuole soltanto guidare ed allontanarsi il più possibile da Tokyo.
Dopo mesi di peregrinazioni, un suo vecchio compagno d’accademia gli offre una sistemazione nella casa del vecchio padre, il grande pittore Amada Tomohiko, ormai internato in un ospizio per demenza senile.
Così l’uomo inizia una nuova vita tra i boschi, solitaria, tranquilla, all’apparenza monotona.
Ma la pace non dura a lungo: un uomo di nome Menshiki gli chiede di dipingere il suo ritratto, e sembra nascondere un grande segreto; di notte sente una strana campanella risuonare nel bosco intorno alla casa, e questo lo porta alla scoperta di un piccolo tempietto e di una misteriosa buca; trova un’opera eccezionale di Amada Tomohiko nascosta nel sottotetto, intitolata “L’assassinio del Commendatore”; l’adolescente Akikawa Marie entra nella sua vita , con le sue insicurezze e il suo sguardo attento; idee e metafore e nuovi mondi si mostrano al protagonista con tutta la loro forza e grandiosità.
Leggere Murakami è un’esperienza particolare, quasi mistica, e anche questo romanzo non delude.
Diviso in due parti, nel primo ci presenta i personaggi, in maniera anche un po’ lenta e ripetitiva, ma con un ritmo crescente, instillando dubbi nel lettore, e portandoci a porci mille domande ma senza rispondere a nessuna. Conosciamo il protagonista, che resterà senza nome per tutta l’opera, e ci tuffiamo con lui in un mare di colori; nonostante il suo spirito pacato, percepiamo con forza la sua passione per la pittura. Conosciamo Menshiki, un uomo affascinante e che sembra nascondere un grande segreto. Conosciamo Amada Tomohiko, e almeno in parte il suo passato e ciò che ha vissuto durante la guerra. La storia ci intriga, un passo dopo l’altro, incantandoci con la promessa di grandi misteri.
Nel secondo, invece, le cose si fanno più strane, più confuse, più oniriche e labirintiche.
Le risposte alle domande poste nella prima metà arrivano, ma non convincono del tutto, e il finale ha una “leggerezza” che lascia un po’ l’amaro in bocca. Il “viaggio” del protagonista è qualcosa di assurdo e al tempo stesso tipico di Murakami, scava nel protagonista e dentro di noi, per riemergere confuso ma, in fondo, salvo.
Se da una parte potrei leggere per sempre Murakami che parla di arte e artisti, musica e colori, dall’altra la sua fissazione per il seno di una bambina di tredici anni mi sembra alquanto grottesca.
I grandi misteri che sembravano aleggiare sopra la prima metà del romanzo risultano “semplicemente” una stanza piena di abiti e un viaggio di illusioni, ad indicare un attaccamento quasi morboso ad un passato ormai perduto e il bisogno di guardarsi dentro, di capirsi. La conclusione è un po’ troppo affrettata se paragonata al lento incedere della prima parte.
L’importanza dell’arte e dell’espressione di sé, sia nella gioia che nel dolore, è uno dei temi centrali: nascondere un evento terribile che ci è capitato non aiuta a superarlo, anche intrappolandolo per sempre in un dipinto meraviglioso servirà soltanto a far sì che continui ad ucciderci, piano piano. La condivisione dell’arte e del dolore sono fondamentali per andare avanti nella vita, per imparare ad accettare ed eventualmente superare le sofferenze.
Con il suo stile verboso ma sempre scorrevole, ci porta sul confine fra sogno e realtà, ci inganna e ci ammalia, dà vita ad un’idea e ad una metafora, ci mostra una strada per l’accettazione e il perdono, e ci spiega che non possiamo insabbiare il nostro passato, perché vivrà per sempre con noi.
Un libro particolare, fumoso e fantastico, tipicamente Murakami. Non la sua opera migliore, ma piena di grazia e cuore.
Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:
(In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei)
– / 5Grazie per aver votato!document.cookie.match(/(^| )post_vote_1223=av_\d+(;|$)/)&&document.getElementById("av-rating-box-1223").classList.add("av-review-submitted")L'articolo L’ASSASSINIO DEL COMMENDATORE – MURAKAMI HARUKI proviene da Lego, Legimus.
April 30, 2023
PRISTINE: IL FUTURO INTATTO – TERRENCE LO VERDE

Grazie a Terrence per avermi inviato una copia del suo romanzo!
Ian è un ragazzo di provincia, ha vissuto una vita come tante altre finché le cose non hanno cominciato ad andare male: prima ha perso Sofia, la sua compagna, a causa di una malattia, quindi lui stesso ha sofferto di problemi di salute sempre più gravi.
Ora la sua vita è piena di dolore e solitudine.
Ma un giorno, improvvisamente, si risveglia e scopre che tutto è cambiato: il mondo intorno a lui, il suo stesso corpo, la realtà che credeva di conoscere.
Scopre così di aver sempre vissuto un’illusione, una specie di sogno generato da droghe e tecnologie, di essere stato creato in un futuro post-apocalittico in cui l’umanità, o quel poco che ne resta, ha creato degli ambienti sotterranei in cui poter sopravvivere.
Come se le sorprese non fossero abbastanza, la dottoressa che si occupa di lui ha il volto della donna amata e perduta, ma in lei non c’è più niente della sua Sofia.
Questo nuovo mondo è all’apparenza perfetto.
Ma il protagonista scoprirà presto che la verità è ben diversa.
Questo romanzo di Lo Verde è pieno di buoni spunti, alcune buone idee chiare e ben formulate, ed altre già sentite/viste (il risveglio in una vasca di stasi piena di una sostanza gelatinosa con un cavo collegato alla testa è qualcosa che conosciamo già tutti).
La lettura è scorrevole e veloce, soltanto l’inizio è rallentato da un utilizzo un po’ forzato di termini desueti e strutture sintattiche un po’ troppo articolate che appesantiscono un po’ il testo.
Il romanzo è relativamente breve e riesce a fornirci tutte le informazioni essenziali per calarci in questo nuovo mondo, ma purtroppo lo fa sovvertendo la tecnica dello “show, don’t tell”: ci ritroviamo così ad ascoltare persone che parlano per la maggior parte del libro (circa l’80%), e apprendiamo tutte le informazioni attraverso una sequenza infinita di dialoghi, senza poter provare e vivere effettivamente le situazioni; l’azione della storia si svolge in una minima parte dell’opera, infondendo un senso di lentezza e immobilità quasi stagnante ad una storia che avrebbe potuto sfruttare movimento e attività.
Ci sono un paio di colpi di scena che ho apprezzato parecchio (tra cui quello finale, che lascia l’amaro in bocca, ma in senso buono), e un paio di cose che non sono riuscite a convincermi del tutto (tipo, perché Alisia continua a rivelare a tutti i suoi piani? E, se ci si può riprodurre soltanto in vitro, che senso ha eradicare completamente dalla società l’omosessualità?).
Lo Verde non ha creato davvero un mondo nuovo, quanto portato all’estremo il mondo in cui viviamo già ora, lasciando letteralmente le stesse persone in cima alla società ed esacerbando i problemi che l’umanità sta affrontando già in questo momento, riuscendo a coinvolgere il lettore in problematiche note e preoccupanti.
È sicuramente interessante il modo in cui ha sviluppato questa società del futuro, a metà fra il distopico e l’utopico. Il protagonista della storia, Ian/Samuel, è un ragazzo comune che si ritrova “gettato” in una situazione assurda, ad affrontare un mondo completamente nuovo, e seguendo i suoi pensieri, ben articolati e approfonditi, riusciamo ad entrare in contatto con lui.
È un libro piacevole, che si legge velocemente ed intrattiene bene il lettore, ci fa riflettere sulle molte scelte sbagliate che sta compiendo (ed ha già compiuto) l’uomo nei riguardi del pianeta, e con uno sguardo sempre fisso sugli aspetti più emotivi della vita del protagonista, ci accompagna ad esplorare un nuovo futuro.
Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:
(In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei)
– / 5Grazie per aver votato!document.cookie.match(/(^| )post_vote_1219=av_\d+(;|$)/)&&document.getElementById("av-rating-box-1219").classList.add("av-review-submitted")L'articolo PRISTINE: IL FUTURO INTATTO – TERRENCE LO VERDE proviene da Lego, Legimus.
April 28, 2023
NUOVO TITOLO PER FANUCCI EDITORE
Salve a tutti!
Oggi ho il piacere di presentarvi un nuovo titolo edito Fanucci, che mi è stato gentilmente inviato dall’editore.
THE JASMINE THRONE. IL TRONO DI GELSOMINO – TASHA SURI
Esiliata dal dispotico fratello, la principessa Malini passa le giornate tra le mura di un tempio in cui è tenuta prigioniera, sognando la sua vendetta. La giovane Priya, invece, tiene nascosta la sua identità e lavora come serva nella dimora dell’odiato reggente. Ma quando Priya viene assegnata alle stanze di Malini e quando quest’ultima scopre la vera natura dell’altra, i loro destini si intrecciano irrimediabilmente. Una principessa che vuole rubare il trono al fratello e una serva in possesso di una magia proibita che cerca disperatamente di salvare la propria famiglia. Insieme, metteranno a ferro e fuoco l’impero.
The Jasmine Throne – Il trono di gelsomino dà inizio a una trilogia fantasy ambientata in un mondo ispirato alla storia e alle leggende indiane, in cui una principessa spietata e una potente sacerdotessa diventano delle improbabili alleate “in questo racconto ferocemente e sfacciatamente femminista” (S.A. Chakraborty).
Ho già avuto l’enorme piacere di leggere la versione in lingua originale di questo romanzo appena qualche mese fa, e tornare in questo mondo magico e fantastico sarà di nuovo bellissimo.
Bello quanto questa copertina meravigliosa.
Ancora un ringraziamento sentito a Fanucci.
Presto la recensione.
Disponibile nelle librerie e negli store online dal 25/04.
Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:
(In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei)
– / 5Grazie per aver votato!document.cookie.match(/(^| )post_vote_1213=av_\d+(;|$)/)&&document.getElementById("av-rating-box-1213").classList.add("av-review-submitted")L'articolo NUOVO TITOLO PER FANUCCI EDITORE proviene da Lego, Legimus.
April 27, 2023
MI LIMITAVO AD AMARE TE – ROSELLA POSTORINO

Voto: 6/10
Edito: Feltrinelli
Siamo a Sarajevo, è il 1992, e ci troviamo in un orfanotrofio, al centro di una guerra.
Tra i bambini che lo abitano c’è Omar, che ha dieci anni e passa il suo tempo aspettando il ritorno di sua madre. Quando lei lo ha accompagnato all’orfanotrofio, lo scoppio di una mina li ha divisi, ma lui è sicuro che lei sia sopravvissuta, che gli abbia gridato di correre, che sia ancora là fuori ad aspettarlo.
Sen invece, il fratello maggiore di Omar, vorrebbe che lui riuscisse ad accettare la possibilità che lei sia morta, che siano rimasti da soli.
All’orfanotrofio Omar conosce Nada, una bambina con i capelli biondi e gli occhi azzurri e quattro dita su una mano, cosa che la spinge a rintanarsi in un mondo tutto suo, fra i proprio disegni. Anche Nada ha un fratello più grande, Ivo, ma quando i bambini vengono caricati su un pullman per portarli via dalla città assediata e condurli in Italia, lui è costretto a restare, a combattere.
E così, durante quel viaggio che sembra infinito, diretti verso una meta temporanea che dovrà ospitarli soltanto per qualche mese, soltanto fino alla fine della guerra, Nada conosce Danilo, anche lui in fuga, e i bambini lasciano il loro Paese e gli ultimi stralci d’infanzia.
Allora, che dire? Mi è piaciuto? Non particolarmente, no.
La prima parte è lenta, vaga, si muove fra gli eventi veri della guerra e le piccole gioie e le grandi paure dei protagonisti della storia.
Postorino tenta di creare un’atmosfera pesante e cupa, di oppressione, ma più che il suo talento, è la sua scrittura troppo lenta e carica di figure retoriche a schiacciarci. Ho faticato molto a raggiungere la prima metà del romanzo, la storia scorre troppo lentamente, così densa di immagini che restano in superficie.
Quelle che tentano davvero di arrivare al cuore del lettore, quelle pagine scritte in corsivo, (se avete letto il romanzo sapete di cosa parlo, QUELLE PAGINE), quei piccoli quadri di brutale verità, sono quasi riusciti a convincermi ad abbandonare semplicemente la lettura: che senso hanno? Perché gli autori sentono il bisogno di scioccare e ferire i lettori senza una vera motivazione? Lo sappiamo già che la guerra è piena di orrori, non abbiamo bisogno di altre immagini terribili e gratuite, che non aggiungono niente alla storia, ma ci fanno torcere le budella. Non lo so, quelle pagine hanno sinceramente influenzato molto, e molto negativamente, il mio parere sull’intera opera.
La seconda metà, invece, è più interessante, un po’ più scorrevole, un po’ più coinvolgente.
Seguiamo principalmente Omar, Nada e Danilo fino al 2011, quindi dall’inizio dell’adolescenza fino all’età adulta, e il modo diverso in cui si sviluppano le loro vite mi è piaciuto parecchio. Dalle barriere linguistiche alla vita in un nuovo Paese, dalle suore alle famiglie adottive, gli anni della scuola dell’obbligo e dell’università, morti e nascite, allontanamenti e ritrovamenti, la storia si sviluppa in maniera più scorrevole.
I protagonisti, da adulti, con le loro scelte e i loro errori, i traumi e i sogni, sono molto veri e più credibili di quanto non fossero da bambini: io capisco che è un romanzo, e quindi un certo spessore interiore sia necessario nella caratterizzazione, ma nel mondo vero non tutti i bambini sono grandi poeti dall’animo nobile, capaci di grandi sentimenti e grandi ragionamenti sognanti. Eddaje.
La cosa che mi è piaciuta meno della seconda parte, invece, e non credo che sia uno spoiler perché era telefonatissimo, è la relazione tra Danilo e Nada. Per un attimo soltanto, per qualche pagina appena, ci avevo anche creduto che si sarebbe instaurata una bella relazione fraterna fra i due, con lei che si è dovuta separare da Ivo e lui da Jagoda, e invece no, niente, addirittura il titolo del libro è per questo?? Scelta pessima, a mio avviso, sia perché il tema portante di tutta la storia è l’amore fra figli e genitori, questi legami di sangue che sono il fulcro centrale di tutto, della costante attesa e ricerca di Omar, un po’ del distacco di Nada, dei dubbi di Danilo, ma anche perché nel momento in cui Danilo pronuncia quelle parole precise è un pochino forzato, secondo me.
Non mi è piaciuta molto neanche la visione della donna esclusivamente come madre: madre che non c’è, madre che tenta di tornare dai figli, madre a cui non interessano le sorti dei figli, vorrebbe essere madre ma non ci è riuscita, madre. Collegandola ai bambini protagonisti, l’importanza della figura della madre era da sottolineare ed accentuare, ovviamente, così come della Madre Patria e quell’abbandono e quel ritorno, cosa che Postorino ha fatto abbondantemente, ma la donna non è solo madre. La donna non è solo punto di partenza per qualcun altro.
In generale è un romanzo interessante, soprattutto grazie alla seconda parte, dove le vite di questi ragazzi si sviluppano, crescono come possono, vanno avanti, nonostante il dolore, nonostante la perdita, nonostante tutto la vita prosegue.
Ma il resto rimane un po’ troppo in superficie, non scava, non ci entra dentro.
E allo stesso modo lo stile è troppo verboso, troppo pesante, troppe immagini per una storia che avrebbe bisogno di una voce più snella e coinvolgente, con i piedi a terra. Neanche una lacrima, ma parecchia rabbia.
Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:
(In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei)
– / 5Grazie per aver votato!document.cookie.match(/(^| )post_vote_1207=av_\d+(;|$)/)&&document.getElementById("av-rating-box-1207").classList.add("av-review-submitted")L'articolo MI LIMITAVO AD AMARE TE – ROSELLA POSTORINO proviene da Lego, Legimus.
April 23, 2023
AND THEN THERE WERE NONE – CRAIG VIVEIROS

Voto: 8/10
Nell’agosto del 1939 otto sconosciuti vengono invitati dai misteriosi coniugi Owen, con varie motivazioni, a raggiungere una tenuta situata su Soldier Island.
Ognuno degli invitati, e i due domestici che li accolgono, viene incolpato di aver commesso un omicidio.
Così il passato dei protagonisti si mostra in tutto il suo orrore e la verità comincia a tornare a galla in maniera oscura e violenta. Gli invitati cominciano a morire, uno dopo l’altro, con le parole distorte di una vecchia filastrocca per bambini che risuona inquietante e premonitrice, e nessuna possibilità di salvezza.
In un mare freddo come l’acciaio, su di un’isola dura come la roccia, con un vento tagliente come un coltello…Ten little Indian boys went out to dine.
Ci ritroviamo così imprigionati, braccati, osservati.
L’atmosfera è soffocante, l’aria è densa, i colori così intensi da far male al cuore, la musica così ottenebrante da schiacciarci, insieme alle colpe, ai dubbi, all’impossibilità di fidarsi di chiunque.
La fotografia è così inglese da togliere il fiato, con i blu scuri e la pelle bianca come la porcellana; la regia è ricca, ci fa viaggiare tra i dettagli, ci fa perdere in quell’enorme villa terrificante.
Il cast si comporta nel migliore dei modi, facendo sentire lo spettatore uno dei convitati, uno dei condannati.
I personaggi ci vengono presentati poco per volta, una parola qui e un’immagine lì, fino a formare incredibili quadri umani.
La fedeltà all’opera originaria è quasi assoluta, le parole del romanzo prendono davvero vita di fronte ai nostri occhi in quest’ottima trasposizione, e anche chi conosce già il finale resta col fiato sospeso fino all’ultima inquadratura.
Ho deciso di aver bisogno di più Agatha nella mia vita.
…One little Indian boy left all alone; He went and hanged himself and then there were none.
Se siete interessati, potete ordinare il dvd direttamente al link qui sotto:
(In qualità di Affiliato Amazon io ricevo un guadagno dagli acquisti idonei)
– / 5Grazie per aver votato!document.cookie.match(/(^| )post_vote_1203=av_\d+(;|$)/)&&document.getElementById("av-rating-box-1203").classList.add("av-review-submitted")L'articolo AND THEN THERE WERE NONE – CRAIG VIVEIROS proviene da Lego, Legimus.


