Iaia Guardo's Blog, page 74

May 16, 2017

Caponata? Again.

Da brava sicula invasata della caponata ho parlato infinite volte e trovi anche la Videoricetta e una versione con cous cous; che ti invito a provare perché stupisce sempre. Con la caponata, oltre a preparare deliziosi vasetti da conservare nel tempo per bruschette e contorni di ogni tipo che stupiscono sempre, puoi anche fare un vero e proprio “pesto” per condire la pasta. Passala sì, ma lasciane qualche pezzetto, e avrai un primo indimenticabile. Sulla presenza o meno della patata se ne è disquisito a lungo. In alcune parti della Sicilia viene messa  ma nelle diverse ricette antiche che ho letto -soprattutto su Profumi di Sicilia/Bibbia della Cucina Siciliana- di questo meraviglioso tubero neanche l’ombra. Di fatto però anche con la presenza della patata è buonissima.


Quella che ti propongo oggi è una versione classica che comprende l’utilizzo di capperi, pinoli e olive verdi che devono essere quelle belle grandi con il nocciolo che trovi molto spesso nel banco del salumiere e non quelle in barattolo. Quelle della giardiniera per intenderci, ma fresca. La friggo in olio extra vergine di oliva e mi preoccupo sempre di fare asciugare le verdure sì su carta assorbente ma mettendola in uno scolapasta; alloggiato all’interno di un recipiente in modo che l’olio non solo venga assorbito ma scoli letteralmente.


I Segreti della Caponata

I segreti sono fondamentalmente due: friggere le verdure separatamente e preoccuparsi di eseguire una frittura a regola d’arte con conseguente asciugatura. Se fatta distrattamente o svogliatamente la caponata potrebbe risultare un ammasso olioso pesantissimo. Per quanto riguarda il gusto agrodolce che ne è la caratteristica primaria: assaggia. Dipende sempre dalle verdure che hai scelto e dalla salsa. Ci sono diversi fattori che non vanno sottovalutati. Solo assaggiandola potrai regolarti e ottenere una caponata a regola d’arte.


Ricetta in Scheda

E questa è la scheda della caponata che sono felice si vada ad aggiungere a tutte le altre. Schede che continuano a riscuotere grandi consensi, con mia somma gioia. Ve ne sono grata. Sono felicissima che piacciano e che ci siano già tantissime di voi munite di quaderni/raccoglitori e cartelle su Dropbox pronte all’occorrenza.


Un bacio grandissimo e che sia una settimana meravigliosa.


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Published on May 16, 2017 02:35

May 13, 2017

Ti organizzo i pasti di tutta la settimana. Che ne dici?

Su RunLovers

Giovedì su RunLovers ho accennato al discorso qui (e trovi idee per un’altra settimana)


 


Ne avevo parlato diverso tempo fa del fatto che volessi pubblicare una sorta di planner alimentare; questo perché uno degli annosi problemi insieme “a come mi vesto?!” è proprio “e oggi cosa mangio?”. Non so a te ma questa domanda mi tormenta perennemente. Non credo affatto sia una questione di fantasia, organizzazione, bravura o qualsivoglia abilità. Piuttosto credo sia semplicemente un qualcosa che “necessariamente” se vogliamo passa in secondo piano. Purtroppo.


Siamo già sottoposti giornalmente a migliaia e migliaia di impulsi visivi corredati da impegni, situazioni, lavori, progetti e incastri. E un lunghissimo e interminabile etcetera, ergo quello che è quotidiano e quindi ripetitivo diventa quasi a un secondo livello di importanza. Un po’ come passarsi la crema giorno e notte, prendersi cura di sé e del proprio corpo e anima e non in ultimo prepararsi da mangiare. Il dramma è che proprio queste cose che passano per assurdo “al secondo livello” di importanza sono quelle che dovrebbero avere, al contrario, una priorità assoluta. Pertanto non è soltanto importante ma vitale e fondamentale convincersi che solo la programmazione è il mezzo per aiutarci. A vivere meglio. Che con il cibo non si scherzi ormai è un dato di fatto. Un assioma. Incontestabile.


Si innesca così un processo a catena di organizzazione del buon umore

Sai cosa mangiare e quindi sai cosa comprare. Risparmi tempo comprando cose presenti nella lista. Risparmi denaro. Eviti gli sprechi perché è normale comprare cibi superflui quando si è indaffarati e confusi. L’onda emotiva è determinante e quando infili cose nel carrello lo fai anche a seconda di come è andata la giornata, del tuo umore e delle tue voglie. Perché se hai voglia di dolce con molta probabilità troverai anche dei prodotti che non hai mai usato e che magari non ti piacciono o peggio ancora che non consumerai mai o ancor peggio peggio ancora che consumerai di mala voglia, innescando al contrario di quello che vogliamo un processo a catena di disorganizzazione del cattivo umore.


Tempo e Soldi risparmiati

E magari invece di star lì al banco frigo a fissare roba e poi per stress e svilimento acchiappare pure i salumi confezionati anziché tagliati (ti prego non farlo) magari sommando minuti risparmiati di qua e di là insieme al tempo, puoi goderti un bel massaggio dall’estetista, o una bella piega dal parrucchiere e via dicendo. Sono onesta, perché non voglio mica passare come la Bree Van De Kamp della situazione e per inciso detesto rilassarmi dall’estetista e dalla parrucchiera (che tutte le estetiste e le parrucchiere mi perdonino. Vi voglio bene. Ma faccio da me. E SI VEDE! Ma questo è un altro triste discorso), io sono l’ultima persona perfetta che incastra bene gli impegni. Sono allo sbando per il tipo di vita che faccio. Una delle mie grandi fortune -oltre a Santa Signora Pina sempre Santa- è che sono molto aiutata in tutti gli ambiti -casa/lavoro- e quindi non voglio dirti: uhhh guarda me come sono brava. Se c’è però una cosa che mi impongo, soprattutto nei periodi troppo frenetici e stressanti, è quella di programmare anche al minimo i pasti.


I tuoi gusti e quelli di chi ami

Sedendoti la Domenica mattina con un bel caffè in mano potrai appuntarti un determinato piatto che piace a te e vuoi mangiare, uno che piace al tuo compagno, ai tuoi figli o chiunque. In questo modo saprai che avrai un premio e ti assicuro che è molto più di quello che può sembrare. Tu avrai diritto almeno una volta a settimana al tuo comfort food e anche chi ami. Così farai felice te stesso e chi ti sta intorno, che automaticamente si sentirà pensato e coccolato sviluppando ancora una volta la reazione a catena della positività. Perché, per quanto tu non possa crederci, gli umori della famiglia e del nucleo familiare tutto dipendono anche da quello che viene servito in tavola. Il cibo è emozione allo stato puro e per qualcuno può diventarlo ancor di più. In questo modo nessuno si sentirà trascurato perché non è stato fatto il pollo arrosto, giusto per fare un esempio. In questo modo soprattutto eviterai tantissimi problemi che si presentano. Uno su tutti?


Mangerai meno carne, più verdure e frutta

Scrivendo tutto ti renderai conto di quante volte effettivamente mangi la carne e il pesce e soprattutto le uova, che teoricamente non dovrebbero superare le 2-3 a settimana. Nero su bianco, come accade nei diari alimentari che i dottori consigliano e che se mi segui sai ne sono una sostenitrice accanita, avrai sotto controllo la tua salute. Perché è quella che ti interessa. Non mi piace la programmazione maniacale. Non mi piace pensare che se ho scritto pollo allo spiedo e voglia di pasta con la salsa io debba rispettare una fantomatica tabella. Non mi piace il concetto della rigidità mai e in nessun caso. Mi piace però l’idea della pulizia mentale. Dell’organizzazione sana che non sfocia in mania persecutoria per te e chi ti sta accanto.


Mens sana in corpore sano

Quello che voglio fare è una prova. Per 4 settimane -ogni Sabato- ti metterò 7 pranzi e 7 cene prevalentemente vegetariani per dimostrare che è una dieta vastissima, ricca e gustosa e che non deve esserci per forza una porzione di carne o pesce per la buona riuscita del pasto. Sottintendendo ovviamente che non è assolutamente un piano alimentare. Non sono indicate le porzioni. Ogni pasto a prescindere dovrebbe essere accompagnato sempre da un piatto di foglie verdi o verdure a prescindere e non in ultimo si conta anche che la persona faccia una colazione commisurata alla sua vita-altezza-peso-età e tutti i fattori del caso che interessano. Più merende, dolcetti e quant’altro.


La mia idea è quella di sgravarti dal peso di sentirti sola la Domenica mattina con il caffè. È quella di sederci insieme e aiutarci a vicenda. Sono degli esempi e non delle tabelle di marcia. Sono dei blocchi di idea trasformabili e mutabili. Tu scriverai quello spaghettino che ti piace di più o l’insalata di patate o la zuppetta. Io ho cercato di scegliere dei piatti prima di tutto sani, appetibili e sfiziosi. Ogni piatto te lo racconterò velocemente e ti scriverò anche quello che occorre -di imprescindibile- per prepararlo. Naturalmente dispensa di spezie, olio e ovvietà che si hanno in casa.


Ti assicuro che con il tempo in pochi minuti il planner sarà fatto. Solo le prime volte ci starai un bel po’ e sarai incerta (non voglio fare un torto a nessuno utilizzando il genere femminile. Più perché la percentuale maggiore abbraccia questa fascia che altro). Per un intero mese pubblicherò ogni Sabato il mio planner. Te lo metterò in formato .jpg in modo che tu possa conservarlo sul telefono facilmente e consultarlo l’indomani mattina e se vorrai anche in formato .pdf. Qualora ti piacesse il mio potresti provare a farlo, magari apportando delle modifiche.


Oltre al tempo, il denaro, il buon umore e la catena generale della positività -come se non bastasse- ci guadagnerai la salute (mentale prima di tutto), perché solo monitorando davvero puoi renderti conto dell’operato. E questo tipo di operato viene troppo spesso messo, come dicevo all’inizio di questa chiacchierata, al secondo posto. Non deve accadere più.


Insieme

Vorrei tanto sapere se questo mini mini progettino da fare insieme ti piaccia. Lo vorrei sapere perché è importante e fondamentale per me il confronto. Puoi raccontarmi il tuo piano. Posso raccontarti del mio totalmente veg. Possiamo scambiarci opinioni e idee per migliorare. Possiamo farne insieme. Possiamo davvero fare tantissimo. Basta volerlo. La prima settimana ho davvero messo pochissima carne. Avendo già preparato gli altri planner, ti dico che in alcuni ho aumentato una porzione ma ci tengo tantissimo a ribadire che sono esempi. E che tu puoi sempre aggiungere la dose di proteine animali che reputerai opportuna.


Poi se magari la cosa va avanti potrebbe diventare un appuntamento fisso del nostro Sabato. Nel caso mi impegnerò tantissimo per pubblicarlo con costanza. Potremmo anche organizzarci con i dolcetti, le colazioni e le merende. Quel tempo della Domenica mattina lo benediremo per tutta la settimana.


Libertà

In molti credono che i planner, l’organizzazione e le decisioni “a priori” siano sintomo di catene e restrizioni. Non sono d’accordo. Fatte in modo oculato, non ossessivo e sereno possono essere solo sintomo di consapevolezza, libertà e felicità. Noi insieme dobbiamo occuparci proprio di quest’ultima e in tutti i sensi.


Felicità

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1-Pollo al curry con Riso Basmati in bianco profumato al limone


Il Porro al curry è una delle ricette più facili, versatili e gustose per preparare il pollo. Sono tantissimi i modi in cui si prepara e non occorrono ingredienti pesati o chissà quali abilità. Per fare un ottimo pollo al curry occorre il petto di pollo, pepe nero, pepe di caienna se ce l’hai, curcuma in polvere, cannella in polvere, cumino in polvere, curcuma in polvere e semi di coriandolo. In pratica si tostano tutte le spezie in una padella per pochissimi minuti e si aggiunge poi del latte di cocco o dello yogurt greco bianco, mescolando e ottenendo una cremina di color uniforme. Si mettono i petti di pollo tagliati a cubetti (1.5 cm circa) e si sistemano nella marinatura dentro una ciotola. Si lascia riposare in frigo almeno un paio di ore coprendo con pellicola trasparente. Passato il tempo, metti in pentola olio, aglio, cipolla, zenzero (meglio se fresco) e se vuoi il peperoncino poi unisci il pollo e lascia cuocere. Generalmente si chiude con del coriandolo fresco ma se hai difficoltà a trovarlo potresti mettere anche un po’ di prezzemolo. 


Per fare il riso basmati profumato al limone? Cuoci il riso basmati in acqua bollente. Scola il riso due-tre minuti prima della fine della cottura e salta in padella con poco olio extra vergine di oliva. Aggiungi scorza di limone e se ti piace il sapore di questo potresti dare anche una leggera spruzzatina. 


2. Noodles Speziati e Fagiolini con sesamo e salsa di soia


I noodles sono di diverso tipo. Ci sono di riso, di fagiolo, all’uovo, integrali e ci sono anche gli udon. Possono essere freschi o secchi ma poco importa. Devi trovare il noodle che ti piace di più. Puoi prepararli in infiniti modi e soprattutto con le verdure. Ci puoi fare i ramen (sorta di zuppe) inserendo alghe, uova, carne, pesce o quello che la fantasia ti suggerisce. I noodles che ti propongo oggi sono i più semplici ma a mio avviso tra i più gustosi. Mi piace cuocerli anche nel tè verde (anche matcha), ma quelli di oggi sono alla base della cucina taoista e depurano l’organismo. Cuoci i noodles nel brodo -vegetale o non- e metti le spezie che preferisci. La curcuma fa benissimo, giusto per dirne una. 


3. Insalata di Granchio con avocado e salsa giapponese


Anni e anni fa ne ho parlato qui e trovi il post e la ricetta. Questa è una ricetta di Nigella che ogni volta ha un grandissimo successo. Si prepara in pochissimo tempo e ha una resa estetica e gustativa davvero interessante. Ti lascio la ricetta originale ma puoi arricchirla e prepararla come meglio preferisci. La polpa di granchio si trova facilmente e in abbinamento all’avocado e a questa deliziosa salsetta facile da preparare ti conquisterà. Non ho dubbi. 


Ingredienti per due persone circa: 2 cucchiai di mirin, 1/2 cucchiaino scarso di salsa wasabi in pasta, 1 cucchiaio abbondante di aceto di riso, 1 cucchiaino di olio di sesamo, sale grosso macinato sul momento, 1 peperoncino lungo privato dei semi, 200/250 grammi di polpa di granchio, 1 lime, 1 avocado maturo e 1-2 cucchiaini di erba cipollina tritata.


In una ciotola mescola il mirin, il wasabi, l’aceto di riso, l’olio di semi e il sale. Spremi dentro il succo di un lime. Taglia il peperoncino finemente e uniscilo alla polpa di granchio. Mescola con cura. Metti la polpa e la salsa insieme e gira per bene. Servi accompagnando con valeriana o iceberg o anche con spinacini freschi lessi.


Cospargi prima di servire con la cipollina tritata. Per dare forma alla tua insalata puoi usare un coppapasta o semplicemente mettere il contenuto della monoporzione in una piccola ciotolina o cocotte, pressare un po’ e capovolgere. E’ miracoloso come la torretta riesca a star su in tre semplicissime mosse.


4. Spaghetti con ricotta, piselli e limone


Per preparare questa pasta, che siano spaghetti /pappardelle/linguine, occorre del succo di limone, dei piselli, della menta della ricotta fresca e del parmigiano se ti piace. In pratica devi cuocere la pasta in acqua bollente salata e poi scolarla. Rimettila in pentola e aggiungi succo di limone, olio, piselli già sbollentati, sale e pepe. Poi unisci la ricotta e il parmigiano e manteca il tutto per bene. Profuma con la menta e servi. Buonissima anche con la fave, sai? 


5. Salmone glassato al mirin e Insalata di edamame


Ho parlato anni fa qui di questa ricetta facile e d’effetto, salutare e gustosa. 


Per caramellare una fetta di salmone fresco occorrono 2 cucchiai di salsa mirin, 2 cucchiai di salsa di soia, 1 cucchiaio di zucchero, 1/2 cucchiaio di aceto di mele, una presa di sale. Riscalda la padella per bene e quando è ben calda intingi la fetta di salmone nella salsetta che hai precedentemente preparato; gira per bene fin quando lo zucchero si è ben amalgamato e cuoci da entrambi i lati per almeno due o tre minuti. Durante la cottura sul finale versa su anche il liquido rimasto e aspetta che la fettina si insaporisca e si caramelli. Lo potresti servire anche con un piatto di riso basmati in bianco e un ramoscello di rosmarino freschissimo. Se ti piace anche della cipolletta freschissima tagliata a listarelle o del sedano. Una nota di colore verde che darà freschezza e colore al piatto. Servi ben caldo. Se vuoi formare una piccola crosticina puoi leggermente infarinare la fetta di salmone con la farina di riso (ma davvero pochissima) prima di posarla sulla padella caldissima.


Gli edamame sono dei fagioli di soia acerbi usati nella cucina cinese e giapponese. Sono facili da trovare surgelati. Si trattano come fave e piselli. Sono più buoni freschi e con il baccello ma se li trovi surgelati non esitare a prenderli. Si sposano benissimo con le foglie verdi in generale e con i piselli. Anche con le alghe, se ne fai uso. A me piacciono per esempio in abbinamento con la wakame. L’insalata che ti propongo oggi è facilissima. Insalata di edamame (basta lessarli e salarli) con piselli (basta lessarli e salarli) con le foglie di spinaci freschi (senza lessarli) e conditi con salsa di soia e semi di sesamo. 


6- Barchette di Avocado con Gamberoni 


L’Avocado si sposa benissimo con tutti i tipi di carne e pesce, senza contare le verdure. Se c’è un alimento con cui l’avocado rende il meglio è proprio il crostaceo e il gamberone. Puoi usare anche i gamberetti per questa ricetta senza alcun tipo di problema. Puoi dividere a metà l’avocado e ricavarne la polpa e usare queste barchette per metterci dentro i gamberoni. Naturalmente puoi servirlo come preferisci. La prima cosa da fare è tagliare a cubetti l’avocado e condirlo con abbondante succo di limone e sale grosso macinato sul momento. Se non ti piace con il limone puoi condire con la salsa di soia (non dimenticare mai che la triade perfetta è avocado-salsa di soia-wasabi e quindi se vuoi puoi aggiungere un po’ di wasabi alla salsa di soia). Adesso metti i gamberoni puliti e sgusciati (o i gamberetti freschi-decongelati) in una ciotola. Aggiungi olio extra vergine d’oliva, succo di limone e scorza se non  è trattata ben grattugiata e le spezie che preferisci. Gira per bene. Cuoci in padella rovente. Accompagna con l’avocado. 


7. Risotto al forno con parmigiano 


Un risotto facilissimo che però riscuote sempre un grandissimo successo. Ti serve del riso arborio, del brodo, parmigiano e burro. Se non vuoi usare il burro sai che puoi mantecarlo anche con lo yogurt greco? Ottima soluzione leggera e salutare. Metti il riso e il brodo direttamente in una teglia. Sì. Devi cuocerlo direttamente in forno. Hai mai provato? La proporzione è 300-320 grammi di riso per un litro circa di brodo (6 persone circa). Metti riso e brodo in una teglia capiente e mischia bene. Poi copri con il coperchio. Se non ce l’hai metti un foglio di alluminio. Cuoci per 45 minuti circa finché tutto il brodo si sarà assorbito. Unisci poi parmigiano grattugiato e burro (o yogurt) e gira per bene solo quando il riso ha ben assorbito tutto il brodo. Il forno deve essere a 180-190 ma dipende dal forno.


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1-Hummus con spinaci al burro e limone


Per preparare un buon hummus occorrono dei ceci lessati. Puoi usare anche quelli in scatola, meglio se biologici (quelli in scatola mi permetto di ricordarti che vanno sempre sciacquati prima di essere usati). Metti i ceci in una ciotola. Aggiungi il succo di limone fresco, qualche cucchiaino di tahin (semi di sesamo frullati) e sale grosso macinato sul momento. Frulla per bene tutto fino a ottenere un ottimo hummus. Di solito viene servito con la pita (vuoi prepararla? qui trovi la ricetta) ma io oggi te l’abbino a degli spinaci davvero facili, speciali e buoni da preparare. Per questi spinaci al burro e limone devi mettere poco burro in una padella. Aggiungi la scorza di limone e l’aglio e cuoci un minuto. Unisci gli spinaci e lasciali appassire. Versa ancora succo limone. Sale e pepe. 


2-Insalata greca con feta, pomodorini e olive


Niente di più facile. Tagli i pomodorini, la cipolla, le olive nere e la cipolla rossa di Tropea. Raccogli tutto in un recipiente e condisci con olio extra vergine d’oliva e aggiungi il sale. Accompagnata a una piadina al posto del pane o dei cracker di avena diventa un pasto ricco, completo e bilanciato. E visto che ci si è mantenuti leggeri magari ci scappa anche un bel dolcetto. Che ne dici? Una panna cotta sarebbe perfetta. Magari con le fragole.


3- Frittatona con erbette e tortino di patate e carciofi


Sbatti delle uova in un recipiente. Aggiungi il sale e le erbette aromatiche che preferisci, soprattutto la menta che profuma tanto e dà un gusto buonissimo alle uova esaltandone il sapore. Aggiungi anche un po’ di yogurt greco o formaggio cremoso fresco per alleggerire il tutto. Puoi decidere se mettere in forno e fare una frittatona leggera oppure friggi in padella in olio extra vergine di oliva. Se fai un bel rotolo potresti anche pensare di imbottirlo con del formaggio in più e poi ritagliarlo a fette. 


Per il tortino di patate e carciofi taglia entrambi gli ingredienti (cuori di carciofi) a fette molto settili. Prendi una teglia e ungila con poco olio. Fai uno strato di patate e poi di carciofi. Aggiungi un po’ di uovo sbattuto e pangrattato e poi ancora uno strato di patate e carciofi e poi uovo sbattuto e pangrattato. Sale e in forno fino a quando tutto è croccante.


4- Cavolfiore speziato con latte di cocco e anacardi 


Qui trovi la videoricetta di questa buonissima preparazione sana e gustosa. Anche chi non apprezza molto questo ingrediente rimane stupito da questa ricetta. L’ingrediente “segreto” è il latte di cocco, che aiuta a cuocere in modo leggero e particolare tantissime verdure. Taglia il cavolfiore a pezzetti. Prendi il latte di cocco e aggiungi un mix di spezie che ti piace (curcuma, pepe, paprika, cannella, zenzero). Cuoci il cavolfiore nel latte di cocco con le spezie. Aggiungi del succo di limone e gli anacardi, che si ammolleranno diventando buoni e gustosi durante la cottura. Potresti metterli -gli anacardi- in ammollo prima nel latte di cocco speziato in modo che si ammorbidiscano. 


5- Crumble di zucchine e Carote all’indiana


Il crumble di zucchine si prepara grattugiando le zucchine e mischiandole a del formaggio cremoso e olio extra vergine d’oliva. Poi si fa la sbriciolatura classica del crumble mischiando poca farina a burro o olio. Trovi la ricetta qui (e anche la videoricetta).


Per le carote all’indiana grattugia le carote. Cuoci in poco olio extra vergine. Aggiungi il latte di cocco, l’uvetta e delle spezie piccanti per contrastare la dolcezza delle carote e del latte di cocco. L’uvetta puoi ammollarla prima in acqua per qualche minuto oppure puoi aggiungerla croccante. 


6- Pizza


Che sta per “pasto libero”? Ci sta una volta a settimana, no? Ma anche di più. Preparandola in casa con farine integrali o antiche e ingredienti di prima scelta -nel caso- sarà ancora più buona.


7- Curry di mango e gamberoni


Ci sono diverse preparazioni di Curry al mango e gamberi. Oggi ne facciamo una semplice, facile e veloce. 


Togli il guscio e il filamento scuro dal gambero come prima cosa. Spolvera i gamberi puliti e lavati con un po’ di curry e curcuma. Trita finemente in un mixer della cipolla, paprica, peperoncino, cardamomo, zenzero e chiodi di garofano in pochissime quantità. Scalda l’olio in un tegame e unisci la pasta speziata che hai ottenuto. Facendo attenzione a non scottarti con gli schizzi mescola e cuocila a fiamma bassissima per dieci minuti aggiungendo poca acqua quando la pasta si comincia ad attaccare. E’ cotta quando diventa dorata e l’olio si dispone ai margini. Unisci i gamberi quindi e falli cuocere per bene. Unisci il mango a pezzetti che deve essere nelle proporzioni di cinquanta e cinquanta con il pesce. Aggiungi una pioggia di curry e se ti piacciono i cibi particolarmente saporiti aggiusta anche di sale ma dovrebbe andare già bene così. Potresti aggiungere anche del latte di cocco per rendere tutto più cremoso. I curry di questo tipo sono perfetti da accompagnare al riso in bianco. 


 


Parla con me

Per qualsiasi cosa inerente a tutto questo ti ricordo, se posso permettermi,  di scrivermi qui. Purtroppo tra i vari social, mail, commenti, messaggi privati e quant’altro ci si perde sempre un po’. Ma ormai abbiamo di nuovo la nostra cucina tutta bella sistemata. Nessuna chiacchiera sarà persa e comunicare sarà più facile che mai, qui.


Mi raccomando fammi sapere cosa ne pensi e non esitare a scrivermi per qualsiasi cosa. Un bacio grande. Ma che dico? Grandissimo.

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Published on May 13, 2017 00:29

May 12, 2017

Guacamole. La Meraviglia!

Parto con una comunicazione di (dis)servizio, ok?


Ieri è uscito, come ogni Lunedì (e a volte il Giovedì), il mio articolo su RunLovers. Parlo di planner alimentare e organizzazione e mi permetto di ricordarti che domani ne parlerò in maniera approfondita anche qui perché ho una sorpresa per te, ecco. Quindi se non vuoi perderti un mio articolo, O impavida creatura, nella sidebar a destra ho messo anche il modulo di iscrizione attraverso le mail. Ovvero per ogni articolo che scrivo riceverai una mail (no spam, lo giuro! Solo i miei articoli nuovi quando escono. MAI articoli vecchi o newsletter mirate blablabla). Ho recuperato miracolosamente (leggi: Sandro e Francesco hanno recuperato) quasi tutti i miei contatti precedenti ma se per sicurezza vuoi iscriverti nuovamente è meglio (non per te che mi sopporti in effetti)* plin plon* Fine comunicazione. Grazie per la cortese attenzione.


Oggi ripartono ufficialmente le Schede!

Ho cominciato a creare queste ricette in formato scheda per gioco. Sin dalla pubblicazione della prima mi sono resa conto che -come le FumettoRicette anni fa- hanno immediatamente ottenuto un enorme riscontro. La comodità è che si possono conservare, salvando l’immagine, comodamente anche sul telefono o stamparle e raccoglierle in un quaderno ad anelli perché no?! Intuitive e molto colorate sono un appunto visivo che di certo diventerà fido alleato in cucina. Qualora ti fossi perso le precedenti puoi trovarle qui. Ieri su Facebook quando ho annunciato il ritorno delle Schede sono stata invasa da un tale entusiasmo che manco a dirlo mi ha commosso (sono la solita mammolletta, lo sai). Ti ricordo, anche qui, che qualora volessi una ricetta specifica in formato scheda non hai che da chiedermela; l’appunterò e la pubblicherò. Tra l’altro sto facendo altri esperimenti dove sono previsti tantissimi disegni. Mi piacerebbe -come sempre- unire la realtà alla finzione e alternare cibo vero a quello disegnato e ancora a quello fotografato. In un mix coloratissimo e spero divertente per le tue pupille. Oggi il Guacamole! L’intenzione è anche quella di preparare Schede con ricette base che possono tornare utili nel tempo.


Guacamole!

Da anni ormai sono perdutamente innamorata dell’avocado. Ho fatto così tante ricette, video e articoli (anche su RunLovers) che non so neanche segnalarteli per quanti sono. E l’idea di un libro completamente dedicato all’Avocado mi bazzica in testa da un po’. Dall’antipasto al dolce. Nel primo e nel secondo. A colazione o a merenda. Per Veg e Onnivori. L’avocado non delude mai. Se lo mangi così, senza saperlo adoperare e condire, può sicuramente sembrarti un sapore privo di personalità. In realtà è l’esatto opposto. Ne ha da vendere l’avocado, di personalità. Versatile e camaleontico te lo ritrovi in una mousse e poi in una tartare, in un centrifugato e poi nella zuppa.


Le infinite proprietà

Ha poteri antinfiammatori. Ricco di acido grasso linoleico e omega 3, ovvero i cosidetti grassi buoni (esistono sìììì!) che riescono come veri giustizieri della notte a inibire la produzione del maledetto colesterolo. Motivo per il quale l’avocado viene considerato grande amico della salute del cuore. Ricco di antiossidanti  contrasta quindi anche l’azione dei radicali liberi rallentando così l’invecchiamento cellulare. Con vitamina A, E e D riesce ad essere un fido alleato anche per combattere l’osteoporosi. Essendo ricco di magnesio e potassio regola la pressione sanguigna. L’olio di avocado, non soltanto nell’ambito cosmetico -perché pure lì eccelle. Pure lìììì! – è un toccasana per il corpo e il mantenimento del peso corporeo


Guacamole salvavita

Questa salsa, che definirla semplicisticamente così dovrebbe essere perseguibile per legge, ti aiuta tantissimo per rendere anche un triste petto di pollo un luculliano pranzetto. Lasciati sedurre dal Guacamole. Io lo metto pure sui capelli come maschera. No. Non scherzo. Certo non con i cetrioli, il peperoncino e i pomodori ma polpa di avocado sui capelli tutta la vita. Vedrai che morbidezza! Anche con un goccino di limone, ma attenzione perché ha una componente schiarente. E se come me sei chiara di capelli ma vuoi essere bellamorascura potrebbe esaltare i pigmenti chiari e darti anche qualche riflesso rossiccio, uff. Lo dico perché mi è successo. Ma solo polpa di avocado vai sul sicuro! Insomma Guacamole tutta la vita.


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Published on May 12, 2017 02:00

May 11, 2017

Sfogliamo tutti i libri di Jamie Oliver insieme?

[image error]Chi, impavidamente, mi legge da un po’ sa che un decennio fa non ero proprio un’invasata di Jamie Oliver, al contrario della mia amata amica Cey (che manca dal panorama blog. Cosa che non smette di intristirmi a distanza di anni). Ero più una Nigella addicted, se vogliamo. La seguivo quando ancora non c’era questo foodismo (?) sfrenato. Quando toglieva lo spolverino e lo lanciava in aria per acchiappare la prima pentola e pastrocchiarsi le mani. Quando schizzava limone ovunque e io immaginavo cameraman riversi per terra acceccati che stoicamente continuavano a riprenderla. Quando insomma i due pargoli erano ancora piccoli e lei organizzava i pigiama party attaccando le lucette, che ora si trovano da Maison du Monde a ogni reparto mentre prima erano irreperibili, in quel piccolo giardino che sembrava più il cortile di mia zia Mimma pieno zeppo di piante. Con le sedie colorate. Jamie era troppo piccino per i miei gusti. Stupidamente non gli davo chissà quale credito. Mi faceva simpatia, confesso, ma non aveva quell’appeal che adesso ha dopo anni di gavetta e dopo essere diventata grande. In tutti i sensi. Senza neanche rendermene conto ho cominciato a volergli bene perché è entrato in casa mia. Ci ha portato sua moglie. I suoi bambini. Il suo orto. Il suono della sua risata. Un rapporto decennale che si è evoluto come la stima e non mi vergogno a dire l’affetto che provo nei suoi confronti. Insomma il biondino alla fine è riuscito nel suo intento. Ma non ha mai preso il posto di Nigella. Perché anche se è cambiato un po’ tutto e adesso mi rimane il blog che non è la stessa cosa, beh. Di lei mi rimane l’immagine in pigiama mentre fa fuori il barattolo di burro di arachidi o lecca le pentole in babydoll dopo essere salita sul primo taxi per comprarsi mezzo pollo allo spiedo da mangiare sul divano da sola con le mani. Ed è importante, ecco.


Amarcord a parte, ci tenevo a inserire qui il video fatto un po’ di mesi fa. Quando non avevo fissa dimora, insomma. Vorrei portare qualche contenuto che ho pubblicato su Youtube e trasformarlo anche in parole perché sono una maniaca ordinata e non mi piace avere scatoloni in giro o ricordi posizionati confusi. Quindi può capitare, come oggi, che io riprenda cose per scriverci altre cose. E far nascere altre cose ancora.


Cose. Sempre.


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A distanza di tempo posso assicurarti che Super Food, l’ultimo libro di Jamie Oliver, è da possedere assolutamente. Ne ho parlato qui su RunLovers ticchettando riguardo la Granola e sempre riguardo la sua Granola ho parlato anche su Radio Capital con Cami Fraschini (se vuoi sentirmi trovi il video qui). Ho provato diverse ricette rispetto a quando ho pubblicato questo video e anche per questo riprendo il discorso. Il pane con fichi e banane arance rosse e burro di frutta secca per esempio ha avuto un grande successo e vorrei replicare la preparazione giusto per mostrartelo. Ci sono tantissime idee per pranzi, spuntini e cene. Sono ricette buone, facili e velocissime. Sicuramente è un volume da sfogliare tutti i giorni per chi è in cerca di ispirazione. E poi diciamolo Jamie con le sue fotografie strepitose (adesso firmate da lui) e con quel food styling curatissimo e impareggiabile ti fa venire voglia pure di un brodo semplice quando sei affamato. Mi piace da impazzire l’immagine finale del libro. Quella in cui lui è a Okinawa.


Sull’isola di Okinawa gruppi di persone come quelle ritratte in foto si trovano ogni giorno alle 06:30 per muoversi, fare stretching, ballare e socializzare per la durata di tre canzoni alla radio. Si chiama esercizio radio ed esiste da quasi cento anni. Gli studi hanno dimostrato che il cibo sano e l’attività fisica sono importanti, certo, ma anche le relazioni e i legami sociali moltiplicano la possibilità di vivere bene e più a lungo. L’amicizia, la comunità e obiettivi da perseguire come quello anche solo di incontrarsi.


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Jamie mi piace perché diffonde la cultura del cibo buono adesso, ma soprattutto l’idea del sorriso. E io alla terapia del sorriso credo più di ogni cosa.


Video: Tutti i Libri di Jamie Oliver


 


Durante il caricamento del video Youtube per motivi a me ignoti non ha inserito la parte finale; che, se ti fa piacere, puoi trovare qui sotto.


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Published on May 11, 2017 01:00

May 10, 2017

I benefici meditativi del tè e il mio bisogno vittoriano

 



[image error]Ti avevo annunciato che l’ora del Tè si sarebbe trasformata ed evoluta ma che fondamentalmente sarebbe rimasta sempre la stessa in un luogo senza tempo.  Ricordo con amore la scatola di cioccolatini da scartare con Poirot e tutti i disegni mai pubblicati che giacciono nei miei archivi. Eravamo al Palm Court sedute nelle poltroncine Luigi XVI a sorseggiare tè bianco. Sembra che sia passata un’eternità, ma come è giusto che sia nella stanza senza tempo e orologi ne sono accadute di cose tra un sorso e l’altro. Te ne voglio raccontare una, oggi. Come ai vecchi tempi. Ti va? Se mi leggi da anni sai quanto l’interminabile avventura di casa nuova mi abbia affranto, sconfitto e lacerato. Non per il cambiamento, la stanchezza o la futilità di non avere una cucina per otto mesi. Quanto per il fatto che in quei mesi (per non dire anni) di cantiere perenne vivevo gli ultimi attimi con mio papà. La mia vita era allo sfascio totale. In senso figurato e non.


Qualche giorno fa mi sono guardata intorno e mi è venuta nostalgia. Ancora più nostalgia di quella che provo giornalmente intendo. Mi sono girata tra grandi e piccoli spazi per rendermi conto che era tutto così immobile. Tutto così silenzioso. Tutto così fintamente perfetto. E fissando quel soffitto, come faccio sempre, mi sono detta che per fare tornare un pochino papà avrei solo dovuto fare una cosa: buttare giù qualche muro. Avrei dovuto distruggere una cosa vecchia e trasformarla in nuova. Avrei dovuto dare vita a qualcosa che era dentro di me. E dentro di me c’era questo. Una scatola di cioccolatini di Poirot al Palm Court. Da mangiare lentamente e anche avidamente. In poche ore si è delineato quindi il nuovo Iperuranio, che voglio portare da tutt’altra parte. E che voglio diventi l’Iperuranio Vittoriano. Ho previsto che ci sia un pavimento a scacchi di diversi tipi. La carta da parati Fornasetti dell’Opera, gli uccelli e quella con i fiorellini blu piccoli tardo ottocento inglese. Le poltrone Chester, la cucina come quella di Downton Abbey e le tendine. Pure il salone come in Dorian Gray di Penny Dreadful e mi fermo (prima che chiami l’emergenza sanitaria mentale).


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E con l’aiuto del mio amato cugino Guido, affascinante mente e architetto, ho cominciato a delineare una sala da tè. Un Palm Court senza ora. Degli spazi che mi portassero così indietro nel tempo e capaci di stordirmi che quasi mi sento pronta agli altri sette pianeti e all’arrivo definitivo degli Alieni, che spero apprezzino il tè bianco o i fiori di tè.


In questo nuovo video -la smetto di annoiarti con il mio Iperuranio vittoriano tanto lo farò con qualche foto e video nel futuro imminente- chiacchiero circa le tipologie dei tè. Il procedimento della lavorazione del tè che è il fattore determinante per la differenziazione e la macrocategoria al cui interno vengono raggruppate tutte le diverse e infinite varietà.


Nel tè ho trovato un momento di meditazione, riflessione ed espiazione di colpe, anche. Mi sono ritrovata a sniffare dei lucha (tè verde) e sentirmi quasi ubriaca -io che neanche so che vuol dire- di serenità. Ci sono così tante leggende, oltre quella di Bodhidharma, e incredibili racconti che non si smette mai di imparare. Credo che tutto sia partito da Jeong Kwan. La prima puntata della terza serie di Chef’s Table mi ha ribaltato le idee, l’iperuranio e i pensieri. Non accadeva da anni che qualcosa mi colpisse così nel profondo. Come è stato con Dolls e Samaria. Come è stata la prima volta di 2001 Odissea nello spazio. Come è stato con Mulholland Drive e pochi altri momenti. Come il nano di Twin Peaks tra le tende rosse e il pavimento nero e bianco. Scacchi? No. Ma ci somigliano.


Adesso sembra quasi che buttando giù questi muri e ricostruendoli sorseggiando una tazza di tè, io forse stia un po’ tornando la vecchia me. Lo so che non esiste e niente mai è uguale -fortunatamente- ma mi piace pensare che quella vecchia me in realtà corrisponda con il punto felice che poche volte sono riuscita a sfiorare. Afferrare no. Ma sfiorare, sì.


Non getterò le Pupille per far crescere foglie di tè come Bodhidharma ma ne disegnerò con Ombretta per far crescere quel punto felice. Questo sì. Eccome se sì.


*** Questo post lo avevo ticchettato a Marzo. L’ho rivisto adesso, dopo il trasferimento al sito nuovo. Con la cucina e il salone vittoriano siamo a buon punto. Manca davvero poco e ti ci porto. Ho pure fatto una piccola sala da tè. Forse sto perdendo il controllo.


Controllo? Quale controllo?
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Published on May 10, 2017 02:30

May 9, 2017

La cucina cinese senza segreti

[image error]Cucina Cinese senza segreti, ricette cinesi autentiche presentate con tecniche semplici, di Jeremy Pang della School of wok è un libro dal titolo lunghissimo, edito da Il Castello al prezzo di 22 euro. Mi piace e molto e questa è un’affermazione pressoché inutile considerato che quando un volume finisce ne La libreria di Iaia il motivo è fondamentalmente quello. Le fotografie sono di Martin Poole e la copertina è rigida. Ti ho già parlato di Ken Hom, che idolatro e amo perché autore di uno dei libri più completi e incredibili della cucina cinese. Ecco, Ken Hom dice che questo libro “merita un posto nelle case di tutti gli appassionati di cucina”, ergo se non vuoi dare -giustamente- retta a me, dalla perlomeno al grande Ken.


Jeremy Pang nel 2009 ha dato vita alla School of Wok, l’unica scuola di cucina orientale e asiatica nel centro di Londra. Il suo talento unico nel creare lezioni accessibili e stimolanti lo ha portato rapidamente a essere riconosciuto nel mondo della gastronomia cinese moderna. Questo recita la copertina e questo ti dico, perché onestamente -botte sulle manine- non conoscevo Pang, che sorridente e tenero te lo ritrovi con tanto di splendide ciotole orientali non appena apri il libro.


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Cucina cinese senza segreti è il suo primo libro. Suo padre era un ottimo cuoco ed è questo che ha ispirato Jeremy, che si nutre d’amore per il cibo. Il padre si è sempre rifiutato di insegnargli i suoi segreti ma insisteva molto sul fatto di guardarlo, sin da quando era piccino. Lo interrogava anche spesso sul contenuto degli ingredienti all’interno di un piatto. Jeremy dice che questa palestra papillogustativa lo ha iniziato a un allenamento inconscio quotidiano, che l’ha portato poi in modo costante ad arrivare dove è oggi. E come dargli torto? Del resto come l’educazione anche la cultura alimentare dei propri genitori e l’imprinting sono fondamentali nella nostra esistenza. Jeremy non è nato in Cina ma a Londra e quindi è un binomio inscindibile di entrambe le culture. È felice di aver mantenuto le sue origini quanto di essere per metà inglese. Se ne dice orgoglioso. Per questo motivo fonda la School of Wok dove insegna a cucinare piatti cinesi e lo fa fondamentalmente per un motivo. Inutile che ci giri intorno. Ti lascio le sue parole come è giusto che sia.


[image error]“Noi cinesi abbiamo un vero e proprio talento nel non raccontare la nostra cucina. È quasi come se, quando abbiamo iniziato a emigrare in tutto il mondo, sia nato un patto culturale: un accordo unanime che prevede di aprire i ristoranti, sì, ma senza mai svelare i segreti della cucina cinese. Può avere senso. Dopotutto, se cedessimo faremmo soltanto concorrenza ai nostri locali”.


Trovo che Jeremy sia riuscito a sintetizzare anche uno dei pensieri capisaldi di Ken Hom, che anche nel suo volume spiega quanto sia assurdamente complesso annientare l’idea comune che tutti hanno della cucina cinese. Involtini primavera, pollo alle mandorle e riso alla cantonese. Un po’ come la cucina giapponese con il sushi e perché no la cucina tedesca con patate e crauti e la Russia con il Borscht. Poi diciamocelo, nessuno me ne voglia, noi Italiani (e pure i cugini francesi) siamo troppo convinti. La cucina di tutto il mondo, soprattutto nell’ultimo decennio, sta cambiando in modo inequivocabile e inarrestabile. E direi che abbiamo molto da temere dopo decenni e decenni di presunta supremazia.


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L’obiettivo che si pone Jeremy è quello di smitizzare quindi le vere tecniche della cucina cinese e soprattutto svelarci qualche segreto. Trovo che questo libro sia un incanto. Fatto bene e con spiegazioni importanti. Il capitolo sulla frittura, ad esempio. Con tanto di illustrazioni ti spiega le regole base che diciamolo non è che le conoscano tutti. La frittura è una cosa seria e mi è piaciuto moltissimo il fatto che lui abbia messo le cose in chiaro sin da subito: quando friggete non fate altro. Niente multitasking! L’ho trovata geniale nella sua semplicità. Mi piace il modo di comunicare. Sembra quasi davvero di essere a lezione con un professore simpatico, preciso e che ti mette in riga ma con un sorriso. Questa impressione mi è rimasta fino a fine libro e ogni volta che guardo questo volume sorrido. Il che la dice lunga sul mio stato psicologico, ma pure su quanto davvero io l’abbia apprezzato, perché sì. Sorrido ai libri che mi sono piaciuti io. Quando passo dalle librerie e loro mi fanno l’occhiolino.


Trovi i fondamentali della cucina cinese e vieni interrogato pure su “qual è la differenza tra mannaia e coltello nella cucina cinese?” (adesso so rispondere grazie a Jeremy), utensili, colini, bacchette per cucinare e vaporiere, come si affettano le verdure e le carni per la preparazione e la presentazione, cosa tenere in dispensa per far sì che si possa sempre preparare un ottimo piatto cinese, uno studio approfondito sui noodles, sale secchi e condimenti. E tantissimo, ma davvero tantissimo, altro ancora. Ci sono delle illustrazioni -fatte benissimo ed esaustive al massimo- che ti spiegano come fare i ravioli e gli involtini. Per i foodie appassionati della cucina orientale e cinese potrebbero risultare “cose ovvie” ma non è mica detto, sai? Trovo che ci sia una cura incredibile pagina dopo pagina. Uno studio e una ricerca degna di nota. Ho tantissimi libri di cucina orientale e soprattutto cinese e giapponese ma questo devo dire che è un sunto del sunto incredibile e sì.


[image error]Da avere. Del resto, come dicevo all’inizio, se lo dice Ken Hom chi siamo noi per contraddirlo?


Foto ravvicinate, invitanti ed essenziali. Piatti bellissimi. Perché, oh, io ho questo problema che guardo tantissimo i piatti adoperati e le stoviglie in genere (non parliamo poi della mia perversione per le posate e in particolar modo per cucchiai e teiere). Tutto ha un contrasto molto forte e netto e soprattutto molto freddo perché vira al blu. Non è tutto messo a fuoco e questo mi piace. Ci sono i piatti sporchi e anche vissuti. Ci sono i mestoli non intonsi e ricchi di delizie e poi ci sono quelle carte di giornali cinesi che. Se mi segui da un po’ sono una delle cose che mi piace di più in assoluto. Ci sono i consigli, soprattutto per riguardo la cottura che potrebbe sembrare una cosa ovvia ma non lo è. Generalmente si dice: friggi, inforna, spadella e blabla. Sì ma per quanto? Ma come? Del resto dalla cottura -come la materia prima- dipende la riuscita del piatto. Ecco. In questo libro la cottura è spiegata e pure bene.


Da comprare assolutamente.


Alcune delle ricette

Ali di pollo dell’infanzia con salsa piccante
Pollo con ananas abbrustolito in aceto nero di riso dolce
Petto di anatra arrosto alla cantonese
Curry di calamari brasati
Ravioli con funghi shiitake e aglio
Funghi enoki secchi
Costine grigliate alla cola con salsa hoisin
Kampo con igname e salsa hoisin al cipolloto
Pak choi
Pancetta di maiale brasata con tofu fermentato
Noodles Singapore
Melanzana alla Sichuan
Shao mai con capesante

 


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Published on May 09, 2017 01:10

May 8, 2017

Il Crumble di Zucchine

Nel video che vedi sotto ci sono tre ricette vegetariane gustose, sane e semplicissime e le ho pubblicate diverso tempo fa sul mio Canale Youtube. In tantissimi hanno provato questa delizia e in questi giorni vorrei riproporla anche sotto forma di Scheda, perché sì, riprenderò finalmente anche quelle; che rimangono tra le cose più richieste degli ultimi anni. In effetti le schede sono comode, intuitive e soprattutto facilmente scaricabili. Il formato visivo poi è un mezzo comunicativo che, a mio modesto avviso, rimane ineguagliabile.


Allora, ti starai chiedendo, perché riparlo ancora e ancora di questo crumble di zucchine? Semplice. Vorrei farti vedere un nuovo modo di trascrivere la ricetta e visto che siamo qui in casa nuova, tra gli scatoloni e ancora molte cose da sistemare, mi chiedevo se ti andasse di darmi un consiglio. Del resto dobbiamo decidere insieme come può esserti comodo o no, giusto? Sono troppo contorta a volte (ma va!) e quello che sembra molto semplice per me si rivela essere sempre: complicatissimo, scomodo e surreale. Del resto sono una persona poco logica.


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Avevo pensato quindi a diverse soluzioni. La finestra pop up con il comando “stampa” e anche parecchia roba anni novanta; roba che un informatico mi avrebbe tirato i capelli per ore in segno di protesta. Poi Sandro Siviero di Runlovers Santo Subito, che chiameremo per comodità Big visto che è il suo nickname storico e perché di sicuro ne sentirai parlare spesso visto che è il mio fidato consigliere supremo, mi ha detto: “falla facile! Fai un formato pdf! Comodo, veloce e scaricabile da tutti i dispositivi mobili così le persone non hanno difficoltà. Conservano la ricetta e via!” .


Senza strani magheggi e senza perdersi tra i fiumi di parole, in effetti, mi dico. A parte che a fiumi di parole ho ricordato i Jalisse e vorrei che qualcuno me ne desse notizia, ma sì “il piddddieffeee!!!” ho urlato con la stessa intonazione di “eureka”. E pidieffe fu. Ora tocca a te dirmi:


-Iaia, Big ha ragione. Proprio una bella idea! (del resto non ti ho detto che Big è il diminuitivo di Big_ideas, ergo…)


-Iaia, Big ha ragione. Proprio una gran bella idea!


Perché oh, è una gran bella idea. O no? (attento a come rispondi perché sono particolarmente sensibile ultimamente). Insomma formato pdf per oggi e poi ne discutiamo insieme. Da psicolabile quale sono nel caso ti piacesse l’idea mi rifaccio pure le tremila ricette precedenti. Che ne dici?



La Ricetta scaricabile e stampabile (pdf)

Crumble di zucchine.pdf

(ma la ricetta la scrivo lo stesso nel post o no? Via al televoto!)


Crumble di Zucchine

Gli ingredienti:


2 zucchine

un cucchiaio colmo di formaggio cremoso per ogni zucchina


Per la parte sbriciolata croccante: 4 cucchiai di farina circa e 50 grammi di burro ma se le zucchine sono troppo grandi e non ti basta, che problema c’è? Raddoppia la dose.


Olio extra vergine di oliva

Sale grosso macinato sul momento


Non vuoi usare il burro? Usa l’olio per fare la parte croccante. Quanto ne occorre.

Procedimento: Prendi una grattugia, di quelle per il formaggio sì, e riduci le zucchine a julienne/rapé. Grattugia le zucchine insomma. Adesso raccoglile in una ciotola e mischiale bene con il formaggio e un filo di olio e sale. Gira per bene. Disponi il composto in piccole cocotte, fino a riempirle, oppure in una teglia o dove preferisci.

Adesso tocca alla sabbiatura classica del crumble. Prendi la farina e picchietta con la punta delle dita il burro (o l’olio) fino a formare un composto sbriciolato e quindi slegato. Non lavorarlo troppo. Devi proprio far sì che la parte grassa che hai scelto inumidisca (e appallottoli leggermente -termine tecnico) la farina.


Metti sopra le zucchine e inforna a 180 per 20-25 minuti, ovvero quando vedrai il crumble bello dorato.


 

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Published on May 08, 2017 03:00

May 4, 2017

Un nuovo inizio e la Unicorn Rainbow Cake

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Non so tu ma ogni volta che sento 5 Maggio senza neanche pensarci la mia mente parte con “Ei fu. Siccome immobile, dato il mortal sospiro, stette la spoglia immemore orba di tanto spiro, così percossa, attonita la terra al nunzio sta“. Sarà che ne ricordo davvero poche, di poesie. Il 5 Maggio è però anche il compleanno di Koi, caro Signor Manzoni. Il terzo per la precisione. Credo sia ora che Monsieur Bonaparte venga degnamente offuscato da una bionda che di certo non teme alcun tipo di rivoluzione.


Non potevo scegliere che questa come data. Koi, è la carpa che muore acqua per rinascere dragone nel fuoco. Koi è arrivata in casa in questo insopportabile inframezzo della mia vita dove aleggiava odore di morte e rinnovamento. Sono onesta. Non voglio scrivere tanto perché quando ho troppe cose da dire mi perdo e non c’entro il punto mai. Dal 2004 ho un blog. Sono passati dodici anni e mezzo (dovevamo aspettarcelo no? Che il dodici c’entrasse qualcosa) e il momento per “diventare grandi” è arrivato, sì. Una casa tutta mia, la sintetizzazione del tutto, il resoconto finale e la decisione agognata degli ultimi tre anni: Continuo o non continuo?


Credo non sia difficile intuire quale sia stata la mia decisione. Per dodici anni sono stata una voce sempre libera. Non ho mai voluto legare il mio nome, i miei sogni e i progetti alla parola lavoro e voglio confermare ancora una volta questa scelta. Voglio che tutto questo rimanga la mia passione più grande. Il mio progetto più sincero. E che, non in ultimo, rappresenti in toto quello che sono. La mia anima e il mio iperuranio.


Cambieranno però alcune dinamiche -non dal punto di vista di contenuto visivo, ribadisco- perché da imprenditrice quale sono ho deciso di investire per la prima volta su di me.


Cosa significa? Che mi lancio anche io nel creare contenuti a pagamento? Che faccio diventare youtube un lavoro? Che mi faccio pagare per un disegno dicendoti che un determinato prodotto mi piace? Varie ed eventuali? No. Io non sono un’influencer e non aspiro a esserlo. Se vuoi acquistare una cosa di cui blatero vorrei lo facessi solo per un motivo: fiducia. A me interessa quello. Il resto non conta. Non sono una persona migliore, anzi. Non sono una che ne sa più di te, anzi. Non conosco la soluzione, anzi. Ma sono una persona che da sempre ha una forte personalità che non subisce variazioni a secondo di tempo e mode.


Semplicemente significa che maghetta, essendo un marchio a tutti gli effetti, produrrà delle linee. Non ti svelo di cosa e occorrono ancora dei mesi ma sì. Una pentola a pois con un coperchio a cuoricino o a forma di unicorno la vorrei disegnare, così da poter cucinare fisicamente con te. Le mie idee, i miei disegni e i miei contenuti non hanno un prezzo. Un oggetto fisico, la sostanza invece sì. Che ne dici?


Ti andrebbe la pentola unicorno di Maghetta?

Questo è giusto un assaggio per dirti che Maghetta.it è la sintesi di tutto quello che sono stata e sarò. La morte della mia inconsapevolezza e la nascita dell’esatto contrario. La consapevolezza di quello che sono diventata. E che soprattutto voglio essere.


Sono davvero molte le persone che vorrei ringraziare ma si cadrebbe nel ridicolo come indossare una fascia e mandare baci a mamma e papà urlando e piangendo che vorrei la pace nel mondo. Ne ringrazio quindi solo tre, come gli anni di Koi.


Ringrazio Sandro Siviero, big ideas, di RunLovers perché questa crescita e consapevolezza è merito suo. Non ha smesso di incoraggiarmi mai. Ogni giorno si è impegnato duramente per ricordarmi che non sono baratro ma luce. E non in ultimo questo sito è un suo regalo. Inutile dire che ne sono così onorata e commossa che smetterò di piangerò a Natale 2089. Ringrazio Ombretta Blasucci, Ombromino, che ha preso non so quanti aerei, treni e unicorni per venirmi ad abbracciare e rincuorarmi. Per non aver mai smesso di massaggiarmi l’anima (e pure la sciatica, dai!) avvolgendomi di un amore che mi emoziona a ogni respiro. Ringrazio Giulia Cristofori, la mia bestiabionda, perché non so da quanti mille anni mi fa sentire bella, speciale e amata. E ti assicuro che è difficile a dir poco. Come lo è, impossibile, spiegarti quanto io ami lei.


Spero che questo viaggio ci porti in tantissimi altrove e iperurani. Spero che vorrai restare ancora qui con me. Per altri dodici anni e poi ancora dodici. In un infinito di dodici. Io, da parte mia, posso darti la mia parola d’onore con tanto di coppola e accento siculo che mi impegnerò per essere nella tua vita:


Un sorriso

Niente di più. Quando vorrai. Sarò qui.


Grazie per tutto quello che mi avete dato. Lo ricambierò.


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Published on May 04, 2017 10:00

May 1, 2017

www.maghetta.it

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Dal 5 Maggio, alle ore 12:12, sarò nuovamente online. Mi troverai solo su www.maghetta.it. Manca poco per  mangiarmi davvero tutte le unghie dal nervosismo, sì.


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Published on May 01, 2017 14:22

April 15, 2017

SITO IN MANUTENZIONE

Mi state informando in tantissimi che una raffica di MAIL SPAM vi è arrivata nelle vostre caselle. Sono dispiaciuta e mortificata.

Un team sta lavorando alla migrazione di questo Blog. C’è stato un inconveniente.


SCUSATEMI. Non volevo essere ricordata come una spammatrice seriale pasquale.


Stanno risolvendo (mentre io piagnucolo).


Un bacio disperato.


Iaia.


 


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Published on April 15, 2017 10:02

Iaia Guardo's Blog

Iaia Guardo
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