Iaia Guardo's Blog, page 71
June 21, 2017
Le regole per sentirsi leggeri mangiando
Ho deciso che ogni Giovedì, magari per questo breve periodo estivo, pubblicherò un articolo random che ho scritto su RunLovers. Quelli magari che non sono strettamente correlati alla corsa anche se -lo ripeto come un mantra- sinceramente non lo è nessuno. Si chiacchiera, ci si confronta e si parla esclusivamente di cibo sano, gustoso, buono e facile da preparare. Se hai voglia: qui ci sono tutti i miei Articoli su RunLovers. Oggi ho scelto questo “Le regole per sentirsi leggeri mangiando” perché pare essere -con mio sommo gaudio- uno dei più cliccati e nel frattempo ti ricordo che oggi ne è uscito un altro. Quale?
Tre idee per la colazione da vero gourmand
Lo puoi leggere qui e le proposte sono: French Toast, Sushi di pancake leggero con lamponi e fondente e una ganache buonissima che ti stupirà.
Le Regole per sentirsi leggeri mangiando
Prima sotto l’ombrellone sfogliavamo le riviste di gossip, leggevamo la Gazzetta dello Sport e ci mangiavamo pure un bel panino con la cotoletta. Al sud, perché siamo conviviali e tendiamo a esagerare giusto un po’, non di rado si organizzavano veri e propri pranzi di rievocazione natalizia: la parmigiana, la pasta al forno con le polpette e l’anguria sul bagnasciuga per mantenerla fresca. Per quanto imbarazzante(ma incantevolmente folkloristico) possa essere rimane uno spaccato dell’Italia dell’ultimo trentennio. E l’immagine delle panzotte sulle sdraio sotto l’ombrellone è sedimentata nel cuore. Poi l’avvento di internet e il nuovo millennio. L’ossessione per la cura del corpo dove neanche Jane Fonda era arrivata con la sua tutina cetata rosa (colpa di Kate Moss!), la mandria di vegetariani-vegani-crudisti-salutisti-fruttariani; che li immagini un po’ i nuovi frequentatori di Woodstock che fumano semi di lino e condividono alghe. Niente più riviste ma instagram (così i paparazzi sono pure andati in crisi. E addio Bella Vita) e scoop-selfie-video-stopmotion direttamente dai vip. Cosa mangiano. Come si mantengono in forma. E soprattutto perché Belen ha quel fisico se fa empanadas da mattina a sera? (perché dalle 9:00 alle 12:00 la vedi su palle rotante, appesa ai muri, su scalinate ripide che fa gradini a sei a sei. Risolto l’arcano. Incredibile no?). Niente più diete di colore, zone, della pesca, del broccolo, del pollo, dell’ananas ma un click sui blog e qualche video tag o videoricetta su Youtube. Messa da parte la cotoletta, largo all’insalata di avocado, due semini confusi e un hamburger vegetariano innaffiato da centrifugato. A chiusura una bevanda energetica e proteica, va.
Non ci sono più le Estati di una volta, Signora mia.
Se provi a mettere sull’oracolo Google “metodi per sentirsi leggero mangiando” troverai miliardi di link, che neanche Kim Kardashian quando ha sventolato al mondo le lastre dei suoi glutei per dimostrare di non essere ricorsa alla chirurgia estetica. E ti assicuro che è davvero difficile superare una notizia di cotanto impatto popolare. Perché quindi voglio aggiungere il mio inutile punto di vista alla vicenda? Semplice. Perché scriverò quello che non è mai stato scritto: sono tutte fesserie (regia possiamo avere un suono registrato di stupore in sala? Grazie).
Sono tutte stratosferiche e intergalattiche fesserie. La cosa bella è che nessuno potrà contraddirmi perché ricorrerò per certi versi a un elementare filosofeggiare sulla vicenda. Il fatto è che innanzi tutto non c’è un parametro preciso della leggerezza. Ad esempio, io con una fetta di pane bianco vado in coma per tre giorni e mi gonfio come una zampogna la notte di Natale. Poco importa se lo mangio al mattino, pranzo o cena. Al contrario esistono persone (maledette!) – (mamma non sto parlando con te nonstante ti stia citando ad esempio) che, con mezzo chilo di pane bianco a pranzo e altrettanto a cena, stanno leggere che è una meraviglia. E sgonfie, sì. Certo influisce anche il dna calabro in questo ultimo caso ma perdindirindina sono sicula! Nel mio corpo gonfio scorre sangue coraggioso e con tre arancini dovrei correre almeno quindici chilometri! E invece.
Ce ne sarebbero premesse da fare ma ho un compito difficile da svolgere oggi, ergo mi accingo perché ti ho già fatto perdere tempo abbastanza (devi dire “ma nooooo continuaaaaa!!”).
In Foto: Insalata di Spinaci, Limone, Salmone, Semi di Chia e Salsa di Soia
Stabilire il Parametro filosofico di Leggerezza
La prima regola (quella più lunga che fungerà pure da tediosa introduzione) per stare Leggeri mangiando è conoscere, capire, testare il proprio corpo. Come ticchettavo su La Colazione del Runner, ogni corpo è una macchina a sé. Con un proprio motore, cilindrata, design, interni e soprattutto optional. A un’utilitaria 1.200 benzina non puoi mettere del diesel (e mi sento tanto orgogliosa di me per questo paragone, perché non ho dovuto chiamare neanche un amico maschietto per farmelo spiegare. Temo che continuando potrei incorrere in qualche incidente però). Su un trattore non puoi mettere degli interni in pelle bicolore e un impianto di dolby surround facendola passare per un’impresa semplice. Nel senso che il cibo a cui siamo abituati fa parte soprattutto della nostra cultura, ambiente e curiosità; quest’ultima rimane l’elemento più importante, perché senza quella si resta relegati alle prime due e un bene non è.
Non è una genialata mettere in mano un pacchetto di miglio, quinoa, avena, grano decorticato e alghe goma wakame a chi trullo trullo infilava nel carrello fino a pochi giorni fa risotti pronti in busta da riscaldare al microonde. È prima di tutto un percorso interiore. Se vuoi stare leggero mangiando e volevi trovare un articolo con su scritto:
mangia tanti asparagi e broccoli
bevi centrifugati invece che frappè col cioccolato
l’ananas è drenante
i mirtilli sono diuretici
i carboidrati meglio a colazione
le proteine meglio la sera
la pizza sì ma una volta a settimana
bevi tanta acqua
evita bibite gasate
non mangiare dolcetti sul divano
a mezzanotte rinuncia all’amatriciana
non si infilano le dita del naso a tavola (ah no?)
mi spiace sinceramente perché sei nel posto sbagliato. Come nel caso del Pranzo da Runner e Cena da Runner è importante sottolineare quanto sia assoluto il dogma: conosci te stesso. Studiati. Prova. Stare a Tavola è come una corsa. Non fai la mezza maratona il secondo giorno. Non puoi non strapparti se non fai stretching. Non raggiungi risultati se non segui un percorso in toto. Giornalmente. Stare a tavola è come stare sulla strada. Ogni giorno vedrai dei risultati diversi. Capirai i tuoi limiti e quelli dove puoi andare oltre. Alcuni li supererai mentre altri no. Potrai ritentarci o lasciar perdere. Seriamente quello che resta davvero importante è porre te stesso al centro della tavola e della strada, perché dove sarai e come ci starai dipende solo ed esclusivamente da te stesso. Certo adesso io posso scrivere gli altri quattro punti enunciando cibi diuretici, broccoli e ananas con lo zenzero e spezie ma la cosa più bella come nel caso dei Runner, quella che credo contraddistingua il genere in quanto gareggia contro se stesso in primis, non è tanto il risultato, i numeri ma l’impegno e il percorso. La sfida, il sudore, la caparbietà e la vittoria di ottenere. Per il resto la pizza qualche sera, un junk food una tantum e un puledro cotto alla brace glassato nello strutto si può fare. Come si può fare il defaticamento e il meritato riposo. Non si vive per mangiare ma neanche si mangia per vivere. Si mangia vivendo e soprattutto si Mangia la Vita (ho finito il sermone? sì, dai).
E ora ve ne dico quattro, oh!
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Evita i picchi di insulina e urla “Vade Retro Zucchero Raffinato”
Non devi stare con la calcolatrice alla mano e improvvisarti un ragioniere pazzo che somma, sottrae e moltiplica ma non tralasciare mai il rapporto consumo-energia. MAI. Un Runner che corre dodici chilometri in un’ora brucia più di uno che ne ha fatti cinque in quarantacinque minuti (quanto sono intelligente? C’è del sarcasmo). Importantissima, è sempre, la strabenedetta quantità, soprattutto quando si tirano in ballo i tanto demonizzati carboidrati. Evita i picchi di insulina che inducono l’organismo a creare grassi di deposito per un eccesso di zuccheri nel sangue; soprattutto la sera che pantofole, divano e canotta della salute ti aspettano (se vai a ballare mangiati una pizza pure per me, grazie amico!). Riduci lo zucchero raffinato bianco. Poi ne riparliamo sulla leggerezza (è ovunque! Ripeti con me: è ovunque! Vade Retro!)
“Controllare” gli zuccheri, che sono causa di gonfiori tanto quanto i latticini e il glutine, e capire dove inserirli – anche e soprattutto in base alle tue attività quotidiane e abitudini – è in assoluto la cosa più importante da fare. Lascia perdere il supermetabolismo e rimpinzamento di proteine (e te lo dice una che ha perso 80 chili con la chetosi e ancora ha degli strascichi enormi). Reintegrali dopo fisicamente (e mai sottovalutare il fattore: mentalmente) è quanto di più difficile si possa chiedere ad un corpo (mens sana in corpore sano? ecco).
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Acqua e Limone- Aceto di Mele: La nuova Religione
Bere bere bere bere ma calma perché potrebbe sortire l’effetto opposto (e farti sembrare Violet della Fabbrica di Cioccolato. Se non sai di cosa sto parlando rivedi un po’ tutto il tuo percorso da cinefilo, d’accordo?). Esistono in commercio tantissime varietà di tisane detox e drenanti. Non farti abbindolare dall’abuso di tè verde. Fa bene, d’accordo, e contiene anche poca teina – i giapponesi a 120 anni ne dimostrano 34 e sono freschi/tranquilli/calmi/pacati – ma è sempre e comunque una bevanda eccitante e arrivare con 200 battiti al minuto all’inizio di una corsetta mi pare sprovveduto. Alterna quindi, ricordandoti sempre che Acqua calda e limone al mattino appena sveglio e a metà mattinata due cucchiaini di aceto di mele potrebbero davvero essere il tuo elisir di lunga vita (oh! Lo fanno pure Angelina Jolie e Charlize Theron! Via a comprare bancali di aceto di mele, Donne!)- Per inciso: ci sono anche le capsule di Aceto di mele, qualora foste come me che al primo cucchiaio ramazzate a terra urlando pietà.
(ma comunque se dici che l’acqua e limone al mattino fa dimagrire mentre mangi tortellini con la maionese, forse e dico FORSE qualcosa non va)
Mangia Crudo. Arrenditi!
Il crudo. Mangia crudo quanto più possibile. D’Estate sei agevolato dal clima e quindi puoi tentare e capire gli alimenti che ti piacciono di più (ma andrà sicuramente così – una delle poche certezze che ho nella vita tanto quanto che l’aceto di mele non sortirà lo stesso effetto, che ha su Charlize). Il mito anni ottanta delle insalate, se ci pensi, si rifà proprio al concetto del crudismo per certi versi. Mangiare foglie verdi crude è fondamentale (per tutta una serie di fattori da approfondire) per restare leggeri ed essere sazi. Gli spinaci freschi sono dei fidi alleati. Ricchissimi di Vitamina A hanno un potere curativo, sgonfiante e saziante. Non a caso sono i protagonisti della Ricetta di oggi, che vedi in foto.
Un’altra insalata perfetta per restare leggerissimi? Due tra gli ingredienti che sortiscono più questo effetto ne formano una follemente buona: Spinaci freschi, ananas a tocchetti, olio extra vergine d’oliva, succo di limone e sale rosa (il sale rosa non è soltanto una moda. Riesce a farti trattenere meno liquidi rispetto a quello bianco. Un ottimo sostituto per non rinunciare completamente al sale. E non è raffinato come quello bianco. Da ripetere come un mantra tre volte al dì). E se ci metti due gamberoni grigliati sopra mi penserai e alla prima forchettata dirai: ma sai che non è così tanto scema come sembra quella iaia lì? (Poi dirai “nonono è proprio scema” ma l’insalata ti piacerà eccome. E tanto basta).
Spezie e Radice di Konjac
È verissimo che le spezie aiutano a mantenere leggeri, perché oltre alle proprietà diuretiche e depurative (alcune anche lassative se ingerite in modo eccessivo) riescono ad accelerare il metabolismo. Il Re indiscusso è lo zenzero. All’acqua e limone calda al mattino aggiungi la radice di zenzero. Aggiungila anche all’insalate e fai dei veri e propri decotti. Metti in pole position sulle mensoline della cucina lo zafferano, la noce moscata, la cannella e il curry (che cambia completamente il sapore del pollo, altro alimento “sgonfiante”). Un’altra chicca che spesso non viene enunciata in queste lunghe liste di frutta, spezie e rimedi della nonna? La radice di Konjac. Ne riparliamo sicuramente perché molti sportivi, ormai, ne fanno uso. Dalla Radice di Konjac si ricavano diverse tipologie di prodotto. Uno su tutti: Gli shirataki. Una sorta di spaghetti, molto simili ai vermicelli di soia ma non di gusto perché ne hanno uno neutro e insapore, che riescono a saziarti e di cui puoi abusarne ingenti quantità perché aiuta e favorisce il transito intestinale nonché aiuta a raccogliere il contenitore fecale per espellerlo.
Certo potevo scegliere un altro modo per chiudere, ma diciamocelo, interessa e molto anche questo per essere leggeri. La Radice di Konjac è tra i pochi alimenti che seriamente riescono nell’impresa. Nonostante le titubanze che si potrebbero avere per il sapore e la consistenza.
La curiosità. Il percorso. La costanza. Le prove. E solo dopo il risultato. Solo dopo.
Perché niente è subito. Soprattutto le cose belle e importanti. Ed essere leggeri con se stessi, il proprio corpo e con chi ami lo è come poche cose.
Il pesce sta bene con? La frutta!
Che la frutta sia perfetta per le preparazioni salate neanche lo ripeto più perché è da un decennio che ammorbo l’umanità però ecco: la frutta è perfetta per le preparazioni salate. Sono stata mica ripetitiva? In Estate, chiaramente, il connubio ci corre in aiuto per preparazioni veloci, gustose, sane e di grande impatto visivo e scenografico. Piatti iper colorati, freschi e molto saporiti rendono la tavola un vero piacere (adesso devo solo smetterla di scrivere ovvietà ma fa troppo caldo, perdonami). E c’è qualcosa di più bello che trovarsi davanti a un invitante piatto colorato, buonissimo e per di più sano? Fesserie che la frutta durante i pasti non può essere mangiata, su. Dipende sempre dal contesto, dalla dieta generale, dalla situazione, dagli abbinamenti, da base altezza peso diviso due (l’ho detto che fa caldo) e da tantissimi fattori. Demonizzare per partito preso le cose è sempre sbagliato. Oggi ti propongo due piatti talmente facili e veloci -che puoi inserire se ti fa piacere nel tuo planner alimentare della prossima settimana o quando preferisci- che non ci sono molte parole da spendere a riguardo. Compri del buon pesce freschissimo e via. Il metà del lavoro -se non di più- è fatto. Oggi ti propongo due variazioni al pesce spada e nella fattispecie:
Carpaccio di Spada marinato nel lime con melone cantalupo, valeriana e radice di zenzero
Spada scottato con salsa teriyaki con fichi marinati nel limone e pepe
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Al mio Santo Pescivendolo di Fiducia (perché ho pure il Pescivendolo oltre che Fruttivendolo) ho chiesto di tagliarmi una fetta di pesce spada molto sottile e un’altra fetta di pesce spada molto alta; per intenderci due dita e mezza. Con questa proporzione ci hanno mangiato tranquillamente l’antipatico Torinese e la tipa stramba siculo calabrese (la mamma, sì); così giusto per rimarcare che la vera sicula doc sono io, tzè (l’ho già detto che fa caldo e non so esattamente cosa io stia scrivendo, sì?). Nella prima proposta il tutto è molto semplice perché tagli il cantalupo a dadini e lo metti in frigo che caldo è qualcosa di aberrante e lasci marinare il carpaccio di spada in abbondantissimo succo di lime con un pochino di scorzetta grattugiata e olio rigorosamente extra vergine di oliva. Poi prendi la tua bella radice di zenzero, che si sposa benissimo oltre che con lo spada al melone cantalupo e via. Vedrai che freschezza! Sul melone farò un video a parte perché porello (quanto mi piace dire porello) passa sempre alla storia come quello avvolto nel prosciutto crudo! Ma mica è vera che sta bene solo con il crudo! Si fanno dei risotti interessanti e la mia lotta decennale per dare onore e merito al Signor Cantalupo non avrà di certo fine oggi, anzi! Lottiamo insieme per ridargli dignità!
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Nella seconda versione invece niente devi prendere la padella. Che con questo caldo francamente diventa un’operazione complessa lo so. Però rullo di tamburi anche marinato nella teriyaki e lasciato crudo va bene uguale eh. Basta che il pesce SIA FRESCO! Lo vedi che urlo sopra una sedia? Perché non bisogna mai sottovalutare il pesce crudo. Può davvero essere molto pericoloso e anche questo lo ripeto da così tanti anni che forse è giunta l’ora che io disdica l’abbonamento internet e ce la finisca.
Acchiappa dei fichi belli freschi e desisti dal non mangiarli. Una volta fatto questo raccoglili in una ciotola dopo averli spellati e tagliuzzati e irrorali con abbondante succo di limone e vai di sale e pepe. Non so tu ma quando mangio fichi con il sale e pepe vado in visibilio! Nel frattempo scotta in padella lo spada con la salsa teriyaki e non avere paura di abbondare e tra il fumo di Londra e la cucina impuzzata di pesce maledicimi mentre le tue onde sui capelli perdono visibilmente volume. Fatto questo impiatta e chi si è visto si è visto. Ti dimenticherai del caldo, delle onde ai capelli compromessi e forse pure di me (che cosa triste santo cielo).
Un’ondata di semi in entrambi i casi completerà il tutto per un tocco sano e da vero gourmand. Semi di chia, girasole o zucca (magari tostati che sono ancora più buoni) senza dimenticare i semi di sesamo che si sposano benissimo. Va da sé che le foglie verdi, allo stesso tempo, possono essere mischiate o abbinate anche a ortaggi. Il carciofo sta benissimo con la prima preparazione, intendo crudo e magari marinato nel limone e gli asparagi nella seconda. Spero tanto che ti piacciano queste due proposte leggere, sane e fresche. E come sempre se le provi dimmelo perché mi fa sempre tantissimo piacere. Scrivimi anche su instagram, perché lì chiacchiero sempre tantissimo. Mi trovi con il mio account storico (concedimi il termine) MAGHETTA e il nuovo fiammante IAIAGUARDO. Ti aspetto!
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June 20, 2017
Una spesa etnica, sana e gustosa
Questa cosa del uozinmaicarelo con una r e una l mi diverte sempre tantissimo. Mi ci vedi a riprendere i prodotti mentre li tiro fuori dalle buste per filmarmi? Casalinga modernissima 3.0. Che poi non voglio neanche fregiarmi di questo titolo per rispetto alle Sante donne che lo sono davvero. Io sono esattamente il Disonore delle Casalinghe, va detto. L’anteprima di me con l’ombrellino è attinente al what’s in my carrello tanto quanto il mio abbigliamento total black con 40 gradi all’ombra ma volevo essere ricordata come quella che va a fare la spesa così. Dici che è possibile?
Ti lascio al video con l’invito, qualora tu ne avessi voglia, di raccontarmi cosa c’è nel tuo carrello questa settimana. Un po’ come fare la spesa insieme, del resto. Nessuno dica che non vuole fare la spesa con Darth Vader in gonnella munita di ombrellino nipponico, d’accordo?
June 19, 2017
Life in balance di Donna Hay
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Ho preso l’ultimo di Donna Hay e che dire se non che me ne sono innamorata perdutamente? Sempre della Guido Tommasi Editore. Copertina solida e non troppo rigida, ruvida e con base nera più un tripudio di colori senza contare il classico e inconfondibile stile di Donna Hay. Ventotto euro ben spesi e senza pensarci, insomma. Dei libri di Donna Hay ho parlato così tante volte che se segui questa rubrica “La Libreria di iaia” since 2012 sai quanto mi piaccia e che io lo possieda tutti. Anche quelli in lingua originale e mai nessuno mi ha deluso. Come è accaduto per Jamie Oliver è mia intenzione fare un post e girare un video mentre sproloquio su tutti i volumi.
I capitoli sono: un inizio buono e sano, verdure a volontà, proteine energetiche, cereali buoni, sano più in forma, super snack, torte e dolci più sani, glossario e indice. Credo sia inutile specificare, dato il titolo e i capitoli -ma lo facciamo lo stesso-, che è un libro orientato al mangiar sano e rispetto agli altri volumi di Donna Hay, che comunque mantiene sempre ribadisco il suo mood/filosofia e stile, si trovano piatti più ricchi di proteine vegetali, foglie verdi, legumi (anche il tofu!) e tanto pesce. Il tocco orientale non manca e uno stile più cupo che fa tendenza (siamo tutti in fissa con le foto scure, sì. Da due anni circa) la fa da padrone tra sfondi grafite e iridescenze nel buio che non guastano. L’introduzione è questa:
“Non sono tipo da dieta. E non mi piace l’idea delle diete in generale! Però amo il modo in cui il cibo mi può far sentire: su di morale, rinvigorita, ristorata e ben disposta. Il segreto, naturalmente, è trovare un equilibrio. In questo libro condivido con voi le mie ricette quotidiane per sentirsi bene, arricchite dai superfood che ci offre la natura. È il mio approccio più fresco al cibo e con un sacco di bontà furbe. Buon appetito!”
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Lungi da me perché dare un giudizio estetico va proprio contro il mio modo di essere e pensare, ma è inequivocabile che Donna Hay in queste immagini sembri ringiovanita di almeno quindici anni. Il ritratto della salute, fresca, giovane, in forma e con le curve al posto giusto, dal suo divano con granola e muesli manda un messaggio di serenità e salute. Messaggio che troverà conferma nelle pagine a seguire dove un susseguirsi di bontà inenarrabili faranno capolinea.
Si inizia con la colazione e fa subito capolino la granola al caffè, come in Jamie Oliver e gli ultimi libri che la posizionano nell’olimpo -insieme al chia pudding- della classifica food 2017 (e se vuoi su RunLovers ne parlo un bel po’ di granola. Pure su Radio Capital in effetti). Fiocchi di amaranto con anacardi, pancake di grano saraceno e banana (potevano mancare? giammai!), chia al cocco e chai (il chia pudding, sì. In una versione succulenta che non vedo l’ora di provare), bircher di super semi con yogurt alla vaniglia e sciroppo d’acero, pane del mattino ai semi senza impasto, green smoothie vellutato e soufflé di albumi. Insomma un tripudio di colazioni dolci e salate che per i foodie saranno già viste d’accordo, ma non bastano mai. Per i meno foodie si faranno, invece, incredibili scoperte sane e semplici. Si passa a verdure a volontà dove ci sono dei piatti che mi hanno sinceramente fatto venire una fame incredibile!
Pesto di crescione con i broccoli, insalata di verdure con le nocciole (quanto mi piacciono le nocciole nelle insalate. Hai mai provato? Te le ho anche proposte in questo video), omelette con cavolo riccio e spinaci, frittelle di cavolo riccio, piselli e ricotta e un minestrone verde estivo buonissimo con altre preparazioni a base di cavolo e foglie verdi, buone e ispiranti a dir poco. Ci sono poi delle pagine più piccole e di altra fattura -meno lucide intendo- con piccoli glossari che indicano le proprietà di alcuni alimenti adoperati nelle ricette, come a esempio i cavoletti di Bruxelles e il cavolo riccio, che sono una sorta di schede informative davvero significative e utili per chi vuole approfondire un po’ in modo non noioso ma facilmente assimilabile anche grazie alla meravigliosa grafica. Lo so, sono ripetitiva ma c’è da dire che i food stylist di Donna Hay, come quello di Jamie Oliver, hanno proprio fatto storia.
Verdure a volontà:
Pizze cavolfiore con mozzarella cavolo riccio e limone, super verdure al salto, ravioli con cavolo riccio, taccole e maiale, lasagne di zucchine arrosto, tenpura di broccoletti e funghi al forno, cavolfiori e broccoli alla griglia con melanzana affumicata, tempura di broccoletti e funghi al forno, padellata di verdure con uova, broccoli arrosto con salvia, halloumi e porri caramellati.
Tofu croccante alla chia, cotoletta di pollo con insalatina alla giapponese, crepes di spinaci con formaggi di capra e insalata di zucchine e piselli, tofu strapazzato con cavolfiore e verdure arrosto, tofu al forno glassato al miso, soufflé montato alla ricotta, polpette di pollo, zucchine e feta, taboulé di cereali e cavolfiore arrosto, risotto cremoso di quinoa con cavoletti di bruxelles, salmone sotto sale con barbabietole e rafano. E davvero tantissimo altro.
Da comprare indiscutibilmente. Per chi ama le preparazioni semplici e veloci ma di grande impatto ed effetto. E anche alla moda, perché no?!
Donna Hay non sbaglia un colpo. Mai.
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June 17, 2017
Ti organizzo i pasti della settimana? (Planner 6)
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Il planner della sesta settimana profuma sempre più di verdure e qualche idea facile e velocissima per non star troppo davanti ai fornelli perché francamente con questo caldo è già difficile imbottire un panino. Ma cucinare di sera -anche per i due giorni a venire- rimane sempre un classico per me. Del resto basta avere in frigo tantissime verdure. Anche lesse in modo da preparare zuppette fredde, mousse e frittatine. La sera ai fornelli può diventare un momento davvero speciale. Netflix, maschera viso e spadellamento selvaggio. Che poi ne approfitto pure per prendere un po’ di vapore in viso. Utile al dilettevole!
Ovviamente fa così caldo che non riesco a dire nulla di più intelligente. Non ce la faccio con il fresco, figurati in questi giorni. E tu? Come prosegue? Ti va di continuare a raccontarmi la tua avventura con il planner?
Che sia una settimana di maschere, sorrisi, più tempo per te e tante ricette sfiziose e sane che fanno bene al corpo e all’anima. Un bacio grandissimo!
Scarica qui il formato pdf con il planner e le ricette
Qualora ti fossi perso i planner precedenti, eccoli:
Primo Planner
Secondo Planner
Terzo Planner
Quarto Planner
Quinto Planner
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June 16, 2017
Maccheroni con la ricotta e ricordi di infanzia
Ieri, anche se avevo (e ho) la febbre, mi sono messa a trapiantare delle piantine in vasi tutti bianchi. La terrazza della cucina, molto grande e spaziosa, prima aveva un grande gazebo -che sicuramente hai visto in mille foto se mi segui da un po’-, un carrello di quelli di legno con dentro i gerani, tanti nani da giardino, un salottino tutto intrecciato con due poltroncine e un tavolino. C’era anche la sedia a dondolo e un piccolo angolo con il tappeto verde di quell’erba sintetica da campo di calcetto del paesello, per soddisfare la mia voglia di verde. C’erano tantissime piante, l’alberello di limone, un alberello che non so cosa fosse e tantissimi cactus. Ormai abito in questa casa da un decennio e da piccola mansarda con grande terrazza si è trasformata in qualcosa di ben diverso e infinito che nonostante la bellezza non riesce a colmare nessun vuoto. Adesso di terrazze ce ne sono di più. La voglia di verde l’ho appagata con il laghetto e dodici carpe koi. Il gazebo ha lasciato spazio a una luminosissima vetrata ipertecnologica con tetto apribile tutta bianca che manco sulle colline di Hollywood e. E niente piante perché Koi era piccola e le scavava tutte. Niente più divanetto intrecciato perché lo ha distrutto. Niente più dondolo perché dai, siamo grandi. Ma c’è un tavolo, sei -contate sei- sedie di design monocolore (bianco, sì) e niente più nani perché Koi mordeva loro il naso e poi si faceva male. Per assurdo Koi, non i miei poveri nani. Allora ho ricavato dapprima un angolino nascosto e l’ho chiamato Il Cimitero dei Nani senza naso e poi li ho fatti mettere in cantina in modo che un giorno potessi andare lì e piangere sui loro nasi perduti. Anche Kobito, il mio incredibile amico che è finito sul sito dell’Autogrill e se lo ricordi significa che mi leggi da così tanto tempo tempo che dovrei offrirti come minimo dieci vacanze. E ne approfitto per dirti grazie.
Adesso Koi è cresciuta e abbiamo fatto un lungo discorso. Le ho spiegato le rinunce che ho fatto per lei e che adesso alla sua età può pure ripagare in qualche modo la sua mamma tutrice umana. Le ho chiesto solo di poter mettere delle piantine senza che lei le distruggesse -come già fa con l’alberello di limone deportato nel terrazzo della dependance, le piante di mia mamma e quelle del giardino- sia in casa che sul terrazzo della cucina. Ti chiederai anche tu il perché? Come ha fatto lei insomma. Perché ogni volta che mi affaccio penso a papà che sta seduto sul dondolo tra mille piante e fiori e tutta quella confusione di colori. Perché prima c’era il wengè e tutti i colori dei fiori. Adesso la mia vita è monocolore bianco oppure nero. Senza nessun colore. Pensa che ho fatto storie l’altro giorno pure per l’imbuto rosa. Perché lo volevo bianco. Quindi d’accordo solo cactus senza fiori così comincio a farci l’abitudine (tanto poi innaffia Santa Signora Pina, perché negarlo?) e vasi solo bianchi. Koi mi ha guardato perplessa, d’accordo, ma aveva anche lo sguardo di chi pensava non fosse poi una così cattiva idea. E allora andata. Vada per i cactus in vasi bianchi. Poi le ho spiegato che adesso c’è la moda della Jungle Home. In pratica trasformi la tua Home in una Jungle, sì. Non è che ci volesse questa spiegazione, convengo. E allora volevo cominciare a fare una piccola foresta sulle scale. Koi anche qui ha mantenuto quello sguardo perplesso ma comunque l’ho preso per un sì. Era un sì, vero?
Mentre travasavo i cactus, tutti diversi, che venivano dal Messico e dal Sud Africa -insieme a mamma e Santa Signora Pina, e Koi ovviamente che si è punta il nasino e non si è avvicinata più- mi sono ricordata di quando ero piccola e avevo da Nonna e Zia un negozio di fiori. C’era quel piccolo cortile strapieno di fiori. Altro che Jungle Home! Di tutti i tipi. Con i vasi fatti a mano con le pietre come i muretti e rampicanti ovunque. Ammassati, quei vasi. Uno sopra l’altro. Non si capiva proprio niente. Anche bicchieri e barattoli, ricordi. Ovunque. Papà mi aveva regalato la cassa vecchia del negozio. Era arancione e grande e i tasti erano enormi e neri. Si apriva ancora se l’attaccavi elettricamente ma non potevo attaccarla e quindi papà mi aveva detto che se facevo il rumore “plinn!!!” sembrava che si fosse aperta da sola e allora. Pliiin. Avevo fatto l’inventario di tutte le piante e mamma mi aveva regalato il blocchetto delle fatture e delle bolle di accompagnamento -mia passione da sempre- e trascrivevo lì tutto quello che prendevano i clienti. Un registratore di cassa in pratica. E mi sentivo così orgogliosa di spiegare come funzionasse correttamente un’attività commerciale alle mie amichette e cugine. Loro pensavano fosse semplice. Arrivava la cliente immaginaria e tu vendevi la piantina. Ti piacerebbe, bella! Mica funziona così! C’è una contabilità da tenere, un inventario e pure lo scontrino. Chi l’avrebbe mai detto che di contabilità non avrei mai capito più nulla? Però ecco un mio periodo di comprensione -sei anni eh, avevo sei anni- l’ho avuto e quindi non mi mortificherei più di tanto.
E ieri mi veniva quasi da dire: oh! Giochiamo alla signora dei fiori e voi fate le clienti? Del resto quando mai poteva ricapitarmi un’occasione del genere? Non stavo lavorando, avevo la febbre e avevo due signore che potevano prendere il posto di quelle immaginarie. Sì, mi sono ricordata che signora -grande- lo sono diventata anche io ma è stato davvero un passaggio mentale dimenticato con facilità. E niente, volevo raccontartelo. Che forse un pochino di vita sul mio terrazzo mi aiuterà a ritornare, uhm.
Un po’ più colorata?
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La pasta con la ricotta. A mamma e papà piace tantissimo. E questa l’ho preparata una sera con mamma, per questo la foto è molto sgranata perché ci sono gli ISO sparati a ventimila e tutto buio pesto con una piccola lucetta. Quanto vorrei farti vedere cosa c’è dietro ogni foto. Non scatto mai se non c’è davvero una storia da raccontare. Non lo faccio mai perché devo ma perché voglio ed è questo che continua a tenermi in vita con la speranza di ritornare -o semplicemente essere- un po’ più colorata (non troppo però, eh).
In pratica fai la pasta che ti piace di più ma in Sicilia di sicuro i “maccaruni” e in una padella con l’acqua di cottura lasci andare la ricotta. Quando non ti vede nessuno, prima di metterci il sale e un pochino (si dice una sbrizza) di pepe macinato sul momento, aggiungi il tocco magico: la cannella. Ma davvero poca. E poi scola la pasta e tuffala nella padella e gira per bene. Puoi aggiungere anche un po’ di parmigiano grattugiato sul momento.
D’estate un pizzico di profumo di basilico o di menta è davvero un surplus.
Adesso parliamo di cose serie: ti va di venire a comprare un po’ di piantine nel mio negozio di fiori? Ho ancora quella cassa arancione. Davvero. Vicino ai Nani, in cantina. Ci sto due minuti a riprendere tutto. Anche perché in realtà non sono mai andati via.
June 14, 2017
E se non hai tempo di fare il sushi? Fai il Chirashi!
Il sushi sparpagliato, ovvero comporre il piatto disponendo tutti gli ingredienti del sushi dentro una ciotola di riso. Diciamo il sushi scomposto? Ma sì, diciamolo. Un modo davvero grazioso per presentarlo, perché la ciotolina (a patto che sia bella capiente) fa sempre la sua figura in tavola. Il Chirashi nasce proprio da questa idea “easy” e poco articolata rispetto al sushi (intendo nigiri, roll e quant’altro) tradizionale. In realtà però gli ingredienti non sono propriamente buttati a casaccio ma hanno un loro senso estetico, che inutile ribadirlo è alla base della raffinatissima -visivamente- cucina giapponese. I Chirashi possono essere dedicati a pochi ingredienti come a molti. Ad un pesce soltanto o a più di uno, stessa cosa per quanto concerne le verdure. Facile intuire, insomma, come dal tuo gusto -cromatico soprattutto- dipenderà la riuscita di questa magica ciotolina di bontà.
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Come si prepara il Chirashi?
Prepari il riso giapponese. Tagli il pesce che hai scelto. Quando il riso è freddo lo mischi a del sesamo nero e se vuoi anche all’erba cipollina che ci sta benissimo (se non la trovo a me piace anche moltissimo il porro, a patto che sia tritato finissimamente). Poi tagli l’avocado, che per quanto mi riguarda deve essere onnipresente, ma pure il cetriolo o le verdure/frutta che vuoi aggiungere. Mango e Salmone o Pesce spada con ribes o ancora Tonno con papaya sono abbinamenti eccezionali. Poi vai di verdure, spaghetti di zucchine finissimi e decori con erbette o se vuoi anche uova di salmone o perché no dell’ottimo caviale. Va da sé che le versioni veg con tofu e verdura sono buonissime alla stessa stregua. L’alga nori -in questo caso sbriciolata- deve esserci e spesso viene messa tagliata a piccoli fogli lateralmente. Così si possono comporre pure dei piccoli temaki sul momento.
E tu? Hai mai provato il Chirashi?
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Riso per Sushi
Riso per Sushi (versione abbreviata)
June 13, 2017
Ma tu lo conosci il metodo del sacchetto?
Quello che mi è sempre piaciuto di Nigella è la facilità d’esecuzione. Trovavo che fosse geniale il suo metodo comunicativo da food serie seppur fatto più di dieci anni fa. Una pioniera: è arrivata prima di tutti e bisogna riconoscerle -merito a parte- questo metodo comunicativo non replicabile. Solo lei poteva essere sensuale, simpatica e incredibilmente mai fuori luogo mentre agguantava cosce di pollo in taxi con tutta la pelle. Pure le sue apparecchiature veloci e anche un po’ criticabili dal punto di vista del bon ton avevano quel quid mai riscontrato altrove. Amavo quella giacca o quel cappotto che volava sul divano mentre nell’altra mano c’era un untissimo pezzo di pollo. Il metodo del sacchetto per la prima volta l’ho visto eseguire da lei e quindi per me è di Nigella la maternità; spero mi si verrà perdonata quest’inesattezza qualora dovesse essere diversamente. Una delle prime ricette nel sacchetto che ho visto eseguire da Nigella è stata quella del pollo con le patatine chips in sacchetto -passata alla storia food italiana grazie alla Parodi- ovvero infilavi tutto dentro e “impanavi” così, ma anche nel pollo al curry era maestra con il metodo sacchetto: pezzi di pollo dentro il sacchetto con farina, curry, spezie e sale. Agita di qua e di là sorridendo alla camera. Butta in padella e via. Il gioco è fatto!
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Ma tu lo conosci il metodo sacchetto?
Se non lo conosci quella che seguirà sarà una scoperta sensazionale, perché quando lo proverai non potrai più farne a meno. Te ne innamorerai! (un po’ come bagnare la carta da forno. Conosco amiche che alla vista della carta da forno bagnata sono rimaste allibite. Si sono dovute sedere. Magari ne parliamo in modo specifico e ti siedi anche tu? 
June 10, 2017
Ti organizzo i pasti di tutta la settimana? (planner 5)
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Qualora ti fossi perso i planner precedenti, eccoli:
Primo Planner
Secondo Planner
Terzo Planner
Quarto Planner
Volato, letteralmente volato il tempo da quando ho cominciato a introdurre ufficialmente la Rubrica dei Planner alimentari settimanali. Siamo giunti alla quinta settimana e ho avuto modo di parlarne, superficialmente purtroppo, anche su Youtube. La settimana scorsa, con il quarto planner, ci siamo lasciati alle spalle una settimana ricchissima di verdura e frutta, giustamente bilanciata con una proporzione abbondante ma non troppo di pesce e pochissima carne. La cosa che mi piace di più è che tutti abbiano notato la volontà di poter rendere i planner che ti propongo sia veg che non. Bastano pochissime modifiche infatti per aggiungere la carne, diminuire (ma non troppo ti prego) le verdure varie ed eventuali. L’altra cosa che mi piace di più è lo scambio continuo e il confronto. Anche io grazie a te e voi tutti sto imparando nuovissime ricette facili e sfiziose. Non c’è niente di più bello che sentire la tua modifica, la tua idea o la tua voglia di aggiungere-togliere qualcosa. Un delirio creativo foodareccio interessantissimo. E sì, foodareccio l’ho appena coniato. Che ne dici? Lascio?
Lascio, dai.
Questa settimana comincio con una tartare di tonno su letto di mozzarella bufala, ricetta firmata dal grande Pomata che ho fatto in versione facilitata. Qui ottiene sempre un grande successo. Ho messo molti piatti che ho pubblicato sia qui che su RunLovers perché ho notato che piace molto la possibilità di vedere video, foto e approfondimenti vari su ogni singola preparazione. Appena sarò un pochino più libera (mai, ok) la mia intenzione sarebbe quella di corredare un video con l’illustrazione di tutte le preparazioni. Folle e impegnativo è il minimo per descrivere un’opzione del genere, ma com’è che si dice? Punta in alto. Al massimo ti sei fatto un giro tra le stelle, no? Ci credo tantissimo.
Le lasagne di pasta fillo speciali alla Mohamed sono davvero speciali per me e hanno un posto nel mio cuore e se vuoi saperne di più basta cliccare qui; oltre ad avere un posto speciale ed affettivo però, sono una preparazione buonissima che devi assolutamente provare. Le polpette di pollo profumate allo zenzero con la salsa teriyaki ottengono sempre un gran successo e pure l’insalata verde con il kiwi che fa un figurone pure con la rucola. Burger di fagioli rossi strepitosamente buoni che conquisteranno anche i più piccolini e una delle mie insalate di fave preferite. Il sabato sera metto sempre pizza perché è auspicabile almeno in quel giorno non stare ai fornelli e se posso permettermi ti segnalo anche la ricetta della torta salata più buona e facile del mondo! Eccerto! Con la pasta brisèe siamo tutte brave ma è giusto anche bluffare a volte, no? Ferma sostenitrice del bluff consapevole in cucina. E poi se cuciniamo leccornie sane tutta la settimana una tantum ci sta, no? Pure più di una.
Scarica qui il formato pdf con le ricette e il planner (7 pranzi e 7 cene)
Planner per colazione e spuntini?
Stanno arrivando. Sei felice?
30 Idee per Pranzo e Cena
June 9, 2017
30 Idee per il Pranzo e la Cena
Il tempo che impieghi tra l’indecisione e la frustrazione puoi usarlo per correre, leggere, fare una maschera viso, passeggiare (shopping!), essere spensierato dedicandolo a te stesso. Essere felice, ecco. Non solo risparmi il tempo, che rimane il tesoro più prezioso che noi tutti possiamo avere, ma anche il denaro che puoi reinvestire in qualcosa che ti fa stare bene. Se non ci credi tieni anche un planner con le uscite della spesa – senza e con – il planner alimentare. Ti renderai immediatamente conto che con un’organizzazione eviterai di comprare prodotti inutili o acquistati emozionalmente. E non in ultimo in ordine di importanza eviterai di mangiare in modo emozionale e disperato senza organizzazione.
Tutti i Planner
In ogni planner trovi 7 idee di pranzo e 7 idee di cena.
Planner alimentare – e tabella numero 1
Planner settima numero 2
Planner settimana numero 3
Planner settimana numero 4
Planner su RunLovers
Oggi ti propongo 30 idee veloci, facili, sane e gustose da inserire all’interno dei tuoi planner. Che ne pensi? Ti piace questa tipologia di video?
A domani con il quinto Planner!
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