Iaia Guardo's Blog, page 67
September 21, 2017
Il pollo alla giapponese, che ti farà ricevere tanti complimenti
Se la cucina è la dimostrazione dell’amore io quando cucino la carne e il pesce ce ne metto il triplo di amore. E al grido di “che tutti i polli del mondo mi perdonino” comincio.
Una delle ricette che faccio più spesso e che ottiene sempre un incredibile successo è il classico pollo giapponese al sedano. Difficile non restarne estasiati. Primo perché è velocissimo e fare da facile. Secondo perché c’è la maionese -e a chi non piace?- nella ricetta classica ma si può sostituire con lo yogurt magro bianco. Terzo è uno di quei piatti che pur nella semplicità colpisce sempre perché diciamocelo basta dire: “stasera pollo alla giapponese!”, che tutti ohhhh ahhhh uhhh. Se dici pollo al sedano: ahem. uff. chestress.
Psicologia culinaria fine prima parte.
Vuoi altre ricette con il pollo? Allora devi cliccare qui perché su Runlovers ne ho fatte davvero tante. Non so se lo sai ma su Runlovers è cominciato tutto da un pollo.
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La Ricetta del Pollo alla Giapponese
Semplicissima e senza bisogno di dosi e roba complicata ok? Essendo una ricetta tradizionale casalinga usiamo l’infallibile metodo della nonna e della mamma, ovvero “a occhio”.
Fai lessare il pollo o se preferisci piastralo. Dopo aver scelto il metodo di cottura che preferisci sfilaccialo. Dopo averlo sfilacciato versaci sopra poca salsa di soia (chiara è meglio ma va bene pure la classica. Potresti piastrarlo dopo averlo passato nella salsa di soia, sì). Gira per bene. In una ciotolina lavora della maionese con lo zenzero grattugiato -tanto quanto ne preferisci- e se vuoi aggiungi un po’ di spezie che ti piacciono di più. Il sale dipende dalla salsa di soia che andrai ad adoperare. Se non vuoi usare la maionese senza problemi adopera lo yogurt bianco naturale non zuccherato. Taglia a listarelle il sedano. Unisci tutto e via. Servito il pollo alla giapponese. Più buono l’indomani. Comodo da portare in ufficio. e se ci aggiungi il riso hai fatto pure un pasto completo.
September 19, 2017
L’insalata tedesca con il tacchino insieme a Luci
Qualche giorno fa sul Canale Youtube –se non vuoi perdere i video iscriviti, se ti fa piacere, al canale– ho pubblicato questa Videoricetta, eseguita magistralmente dalla bellissima zia Luci che hai già visto in altre occasioni. Se ti sei perso le preparazioni precedenti trovi sempre tutto sul Canale (la colazione del Contadino ha riscosso tantissimo successo!). Oggi Luci ti propone un’insalata molto particolare e semplicissima da preparare dove la carne bianca si sposa con la frutta, e nello specifico con l’ananas. In Germania pare ci sia anche una versione con il mandarino, per quella aspettiamo che sia Autunno inoltrato. Smetto di ticchettare e lascio la parola agli occhioni blu di una delle mie migliori amiche, perché Luci come ho avuto modo di dirti tante volte non è solo una zia. Ma un’amica. Delle migliori e ineguagliabili. Sempre presente con il suo bellissimo sorriso e i suoi abbracci fortissimi che proteggono e avvolgono.
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September 18, 2017
La nuova cucina del Nord
Il binomio “vecchi ingredienti- nuove idee”, l’autore Simon Bajada, ribadisce più volte e in varie forma che è esattamente il riassunto della mentalità della nuova cucina scandinava. Il libro che sfogliamo insieme oggi è “La nuova cucina del nord-Ricette dalla Scandinvia” di Simon Bajada della Guido Tomasi Editore. Duecentocinquanta pagine per trentacinque euro, copertina rigida, foto molto belle dello stesso Bajada che è uno chef, food stylist e fotografo specializzato in cucina e lifestyle. L’autore vive a Stoccolma in Svezia e con questo libro vuole celebrare gli ingredienti nordici tradizionali che provengono dalle foreste e dal mare. Vuole ricordare questo contrasto dolce e acido che caratterizza gran parte della cucina scandinava, per troppo tempo sottovalutata. Ormai da più di un decennio, come quella russa inglese e tedesca, ha subito un cambio radicale pur affondando tutto nelle radici. Un ossimoro forse, ma è proprio così. Una rivalutazione tutta della cucina gastronomica che non ambisce più a stupire con qualcosa di innovativo ma reinterpretando il passato senza dimenticare l’evoluzione e il futuro. Un libro davvero molto interessante che si rivolge a un pubblico curioso. Di certo non è, a differenza di molti su cui ho ticchettato, un libro che si può adoperare giornalmente. Non perché non ci sian ricette facili e veloci con ingredienti anche piuttosto facili da reperire ma sicuramente particolare; per un’occasione speciale quindi o per dare un tocco nordico, minimalista ed estremamente chic al tuo pasto.
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Bajada fa anche riferimento al Noma, indicativo di questa rivoluzione culinaria scandinava, che significa poi proprio Nordico e Cibo (No-rdisk Ma-d=Noma). Mesi fa, ne ho fatto menzione da qualche parte, ero rimasta particolarmente colpita dalla terza stagione (ma da tutte, dai) di Chef’s Table su Netflix che consiglio caldamente. Diverse puntate trattano anche trasversalmente la nuova cucina scandinava e del nord tutto, e mi sono ricordata -e di conseguenza ho rivisto- della puntata dedicata a Magnus Nilson. Svedese con un gusto delicato e leggerissimo che prima “non tollerava”, testuali parole, vivere a contatto con la natura. Cacciava, pescava ma non amava particolarmente vivere in quelle meraviglie perché “quando vivi tutti i giorni lì non ci fai più caso” ma poi con il tempo si innamora di tutto quello che è davvero la sua terra.
Fäviken, crea sfornando cuori eduli iniettati di birra, trota al burro di torbiera e porridge di licheni e altre meraviglie che forse una persona comune non riesce a mangiare in tutto l’arco della sua vita. Grazie a Magnus, a questo libro e molto altro mi sono appassionata a questa nuova cucina del nord, che sinceramente sinora non mi aveva mai attratto. Sarà che, come tutti, vivo un po’ a periodi e incosciamente -con ritardo e non- vengo influenzata dalle mode. Con l’hygge e il suo stile chic ma elegante poi nell’ultimo periodo c’è davvero un boom e una rivalutazione. I ristoranti a vederli sono dei luoghi magici e incantati fatti di materiale naturale, in predominanza legno, e non ci sono apparecchiature cui siamo abituati. Lo stile nordico pulito e delicato ti fa davvero danzare le pupille come se ti stesse accompagnando nei boschi. Io non smetto di pensare a una scena che non ho vissuto che ma che mamma e papà mi hanno raccontato quando hanno fatto una crociera nei fiordi. Mamma mi ha detto che di notte con la luce e delle sfumature dalle nuvole rosa la nave si è fermata e hanno visto uno spettacolo tra i boschi dove c’erano bellissime donne vestite di bianco danzare. Incredibile come mi abbia suggestionato questa immagine e come riaffiori ogni volta che si parla di questi luoghi incantati, che ho sempre immaginato patria dei miei adorati nani. Non ho mai desiderato così tanto andare nei paesi scandinavi, nei fiordi e in islanda come in questo periodo.
Immergermi nella lettura di questo libro particolare e favoloso, letteralmente favoloso, ha amplificato ancora di più la voglia di saperne e per questo ne ho comprato altri di libri. Che Guido Tomasi sia ormai un’istituzione in fatto di libri di cucina è chiaro a tutti e non c’è mai una volta che non siano al di sopra delle aspettative.
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Il libro è diviso
In basi, la dispensa, i classici, dal mare, dalla terra, dalla foresta, prodotti da forno e dolci dopo una bella introduzione e sul finale delle alternative e un indice. Si parla di salamoia e affumicatura come impone la tradizione nordica ma anche molto di “crudismo”, perché sì c’è questa nuova forma di non cuocere troppo e di affidarsi a quello che la natura offre sul momento alla popolazione. Certo è che la conservazione del cibo, a causa del clima aspro, rimane comunque alla base di questa cucina perché sopravvivere ai lunghi periodi invernali freddissimi richiede comunque molta organizzazione. Ci sono diversi senape da preparare in casa, quella finlandese dolce e quell’aneto, e se mi segui sai quanto io sia invasata della senape. Non vedo l’ora di provarla, soprattutto quella dolce e a tal proposito ho comprato quella in polvere. Quando la farò di sicuro lo saprai ma ho già l’acquolina in bocca. Si parla di Ymer, Ymerdrys che è un latte acido danese che poi puoi arricchire con frutti di bosco e cereali, di porridge al grano saraceno con le mele e lo zenzero e di tanti paté come tradizione impone. Una bella infornata di gravlax, di zuppe e di frikadeller che sono le frittelle di pesce. Ci sono abbinamenti inusuali per noi ma come dicevo in precedenza molto d’effetto e chic. Il manzo cotto nel vino speziato con le cime di cavolfiore e anche semplici purè ma con qualche segretuccio che ce li farà servire in modo inconsueto. I prodotti da forno sono il capitolo che mi ha intrigato maggiormente e non vedo l’ora di accendere il forno e non spegnerlo più. Si parla dei Tunnbrod che sono dei pani sottili con tantissime varianti (è in cima alla to do list), cracker ai semi (di cui vado matta e nel libro c’è una versione che non ho mai provato), pane di segale danese autentico (il primo che voglio fare), il classico pane nero (che amo), torte di carote al cardamomo e delizie davvero prelibate.
Un libro sicuramente da possedere se sei un foodie appassionato e se sei curioso, ti piace scoprire, incamerare nuove nozioni e accostamenti diversi per poi riproporli e trasformarli. Ripeto, non è un libro che ti salva la vita quando la sera non sai cosa cucinare. Per quello ci sono milioni di volumi. Ma questo è davvero unico e ti stupirà.
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September 15, 2017
L’Avocado Toast con le finte uova strapazzate
Ho confessato la mia malattia -Avocadosi fulminante- ormai anni fa. Impavida e temeraria non ho mai temuto nulla e ho perseguito stoica e con inventiva. Ho cotto il seme dell’avocado, ho fatto maschere, l’ho messo nella pasta, nel riso, ho fatto frittelle e non continuo perché altrimenti mossa da un minimo di coscienza dovrei andare a costituirmi al reparto psichiatrico. Potevo quindi non dedicare un piccolo post all’Avocado Toast vegan version con le finte uova strapazzate che altro non sono che tofu strapazzato? Giammai! Qui ti avevo già accennato qualcosa insieme a 7 modi diversi per fare un Avocado toast, ma il tutto meritava un capitolo a parte e quindi eccomi qui.
Prerogativa dell’Avocado Toast? Che ci sia un toast, e fin qui, dell’avocado e delle uova. Diciamo che la base dovrebbe essere -declinata poi in infinite variazioni- pane, uova strapazzate e avocado. Avocado a pezzi o in crema, uova intero ma meglio se strapazzato (poi dipende dalla consistenza e dai componenti del tutto), pane semplice bianco da toast o pane integrale con semi o di segale e un lunghissimo etcetera. Formaggi di ogni tipo e sorta se si vuole, pomodorini o anche verdure, salumi o pesci affumicati e così via. Semi di canapa, di chia, di papavero e di qualsiasi genere. L’Avocado sta bene con tutto, come anche le uova. Un piatto completo che in molti vogliono farci passare per una colazioncina, ma in realtà dipende dallo stile di vita poichè può essere una bomba. Perchè due fettone di pane, duecento grammi di salmone, due uova strapazzate, mezzo avocado e del buon formaggio certo non possono essere classificati come una colazione da tutti i giorni. D’accordo la colazione da re, il pranzo da principi e la cena da contadini (che poi è un detto esemplificativo d’accordo ma errato in più parti perché il contadino la sera magari faceva fuori -GIUSTAMENTE- una cofana di legumi e verdure del valore nutrizionale di duemila calorie) ma potrebbe rendere bene l’idea per via del cliché.
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Ma come si fanno le finte uova strapazzate?
Dal minuto 04:50 del video 7 Idee Avocado Toast te lo mostro. In pratica con le maglie della forchetta devi sbriciolare il tofu. Non solo cambia consistenza ma anche sapore (provare per credere!). Una volta ottenuto questo tofuovo strapazzato devi speziarlo per bene con curcuma, curry, paprica o comunque con tutte le spezie che preferisci. Se lo lasci addirittura una notte intera con le spezie diventa saporitissimo ma va bene pure fatto sul momento (con la curcuma e lo zenzero è una bontà!). Una volta che questo tofu sbriciolato è diventato a tutti gli effetti giallo grazie alla presenza della curcuma, che è comunque presente anche nel curry qualora non la dovessi adoperare appositamente, il gioco è fatto: via in padella. Come se fossero uova. Se metterci l’olio o meno questo lo decidi tu. Ho visto roba agghiacciante fatta con l’olio di cocco che ti fanno passare come “light”, immaginami mentre spacco il monitor, ok? Fallo allora con l’olio d’oliva per carità. Sul resto non mi esprimo. Aggiusti di sale e il gioco è fatto. Componi il tuo avocado toast come preferisci. Io te ne mostro una versione basic solo con tofu strapazzato e avocado. Ho messo una fogliolina di basilico perché in realtà in questo periodo vado matta per il connubio basilico-avocado ma davvero puoi metterci sopra quello che preferisci. I semi di chia sono perfetti ma anche quelli di papavero, che a prescindere ci aiuteranno in questa depressione post estiva (speriamo!).
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E se non voglio strapazzare il tofu?
Allora strapazza i ceci! Non so se hai mai provato a strapazzare i ceci ma posso dirti che il connubio ceci-avocado: spacca! (avevo sempre sognato di fare la giuovine con spacca). Spacca davvero. Buonissimi i ceci strapazzati. Fosse per me mangerei ceci e avocado tutti i giorni insieme alle fave, ma poi FORSE morirei gonfia e agonizzante. Sarebbe a prescindere una degna e bellissima morte. Come fare per strapazzare i ceci te lo mostro qui sotto ricordandoti che puoi speziarli come ti piace e che ceci-curcuma o ceci-curry sono qualcosa di idilliaco. A me piace strapazzare i ceci con la curcuma, il curry e lo zenzero. Mettere tutto sul pane con la crema di avocado e un pizzico di wasabi e.
Ciao. Benvenuti al Paradiso.
September 13, 2017
Sua Maestà: U maccu
Una delle prime ricette che ho fatto, dopo che nel mio “storico” -mi si passi il termine- blog ho inserito il food oltre che i fumetti, è stato proprio il Macco. In quell’occasione lo avevo preparato in onore di Hannibal Lecter accompagnandolo con del fegato, pietanza gradita dal nostro amabile dottore. L’origine del fegato è meglio non sottolinearla, però. Mesi fa mi sono resa conto di non aver mai fatto una videoricetta al riguardo, perché se mi segui da un po’ sai che il macco, oltre a essere un contenitore di ricordi e amore infinito, è uno dei miei piatti preferiti indiscussi. Amo poche cose come il Macco di Fave, che qui in sicilia chiamiamo U Maccu ri Favi. Una ricetta semplicissima quanto gustosa, che potrei personalmente mangiare ogni giorno. Viene accompagnata dal finocchietto selvatico fresco, che non è sempre reperibile in tutte le parti d’Italia. La raccolta, che qui in Sicilia si fa un po’ ovunque basta andare in zone verdi, è generalmente intorno a Settembre e apre l’autunno. Dipende poi chiaramente dal tempo e dalla temperatura. Il finocchietto è un ingrediente tipico delle ricette tradizionali siciliane, infatti la famosissima pasta con le sarde lo ha proprio come protagonista e lo stesso avviene nel macco. Onestamente io mangio il macco in ogni stagione ma lo preferisco quando posso accompagnarlo al meraviglioso finocchietto. A Catania poi è usanza fare le polpette di finocchietto selvatico che ti ho fatto vedere anni fa e mia mamma Nanda onestamente fa delle polpette talmente buone che non ne ho mai assaggiate di eguali. Ma ogni catanese o sicula che sia ti dirà la stessa cosa della sua mamma o nonna ed è giusto così. Una volta ti ho preparato anche un risotto servito nella provola con il finocchietto, ricordi? E ancora delle pappardelle servite su un letto di macco con le mandorle.
Nella Videoricetta sopra vedi la preparazione, che è davvero facilissima. Occorrono solo delle ottime fave secche e il gioco è fatto. In realtà le declinazioni del macco sono tante. A Catania si mangia generalmente con la pasta oppure viene fritto (con o senza pasta). Il macco fritto è qualcosa di sublime che fa uscire proprio di testa le papille gustative ma onestamente, per quanto buono lo trovi fritto, mi piace nella versione tradizionale. Che sia liquido o più compatto lo decidi tu. Che sia caldo o freddo, pure. In ogni modo stupisce sempre per la bontà.
Io lo mangio per tradizione anche il giorno del mio compleanno. Decido qualche giorno prima se mangiare i ceci -lo facevo sempre con il mio papà- o il macco. Per carità mi piacciono anche le fave fresche (d-a-m-o-r-i-r-e) ma appunto mi piacciono fresche e non surgelate, ergo devo aspettare che sia Primavera in quel caso.
La maggior parte delle volte decido e scelgo proprio lui, il re indiscusso del mio cuore. E se lo faccio è proprio perché per me è sempre festa e rappresenta in toto quello che sono, che ho nel cuore e nell’anima.
U maccu tutta a vita.
U Maccu nella Crock Pot? Sì.
September 12, 2017
La carne speziata cotta in latte e senape con la slow cooker
All’interno della mia slow cooker, la Crock Pot, ormai faccio di tutto. Non voglio ripetermi ma a distanza di più di mezzo anno posso dirti senza dubbio alcuno che è stato l’acquisto migliore del 2017. Avevo già fatto uno spezzatino simile ispirandomi a una ricetta di Nigella; la puoi trovare sotto in formato videoricetta o puoi cliccare direttamente qui.
Quel giorno non avevo il latte di cocco ma non mi sono arresa e ho adoperato del latte vaccino; del resto cuocere la carne nel latte di certo una mia idea non è, anzi è un metodo di cottura conosciutissimo che effettivamente rende le carni molto morbide. Sbagliare uno spezzatino, un arrosto o qualsivoglia pietanza all’interno della slow cooker è praticamente impossibile. Mamma ormai l’abbraccia come fosse un componente di famiglia, il Nippotorinese è sempre felice quando cucino qualcosa lì dentro (quindi tutti i giorni) e io mi faccio di quelle zuppe e minestroni che mi appagano. Ne sono entusiasta, c’è poco da fare. Ho provato diversi spezzatini senapati, nel senso che metto semplicemente la carne a pezzi, del latte di cocco e un cucchiaino di senape. Tanto basta per ricevere complimenti su complimenti. Faccio cuocere in modo LOW anche per otto ore e il risultato è morbidissimo e saporito perché la carne rilascia i suoi liquidi che si vanno a mischiare e con il tempo tutto si sposa magicamente. Il concetto di questo spezzatino è lo stesso ma al posto del latte di cocco appunto ho adoperato il latte vaccino.
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Con il sughetto, che sicuramente sarà “troppo” da servire, ci puoi fare pure uno spaghettino dopo aver bagnato la carne prima di servirla a tavola, oppure lo potrai mettere da parte per condire o allungare la carne il giorno dopo che sicuramente si seccherà leggermente. Questa magia di “butta tutto dentro” continua a sconvolgermi. I ceci vengono benissimo, le lenticchie e i fagioli pure, le carni di tutti i tipi e presto ti mostrerò come anche il pesce -e non solo zuppe- si cucini perfettamente. In un video americano ho visto che ci fanno anche i Macaroni and Cheese e pure una sorta di pizza fatta con i tacos. Non mi sono spinta così oltre ma ti confesso che ormai potrebbero pure dirmi Muffin nella Crock Pot che, invasata come sono, ci crederei.
Ti lascio la Videoricetta qui sotto ma fondamentalmente devi solo cuocere la carne, tipo spezzatino, a cubotti con del latte, le spezie che ti piacciono di più e un cucchiaino di senape. Io mi regolo sempre così: per un chilo di carne non metto mai più di 250-300 ml di latte e un cucchiaio di senape. Le spezie, come sai, sono davvero a gusto e sensazione. L’olio puoi ometterlo davvero, ma se ti piace il sapore magari potresti aggiungerlo poi a crudo.
Se non hai ancora comprato la slow cooker, pensaci. Non mi sento mai di consigliare qualcosa perché è sempre tutto soggettivo ma come ho fatto con mia mamma, le mie zie, le mie amiche e tutti se ti capita e puoi prendila perché non te ne pentirai. E sei hai domande da farmi scrivimi qui sotto perché sarò felice di risponderti.
Ah. E se capiti per caso qui. No. Non ho contatti con l’azienda. È finita al contrario e fa ridere, no? Chi ce li ha lo omette. Chi non li vuole avere lo sottolinea. Ma va bene pure così, dai 
September 11, 2017
I bagel di Grossman? I migliori
Su New York di Grossman ho davvero pochissimo altro da dire se non che è stato uno dei migliori acquisti mai fatti. Il fatto che non ci abbia dedicato un post esclusivo mi fa pensare che io sia davvero giunta al capolinea. Rimedierò, ma nel frattempo posso dirti che settimane fa nelle Instagram stories improvvisate, leggi quando acchiappo un volume e comincio a delirare, ne ho proprio riparlato e mi hanno scritto almeno una decina di ragazze dicendomi di averlo acquistato a suo tempo quando ne parlai e di esserne rimaste entusiaste. La cosa, come sempre, mi rende felice e invito chiunque non l’abbia già fatto a guardare e acquistare senza pensarci questa perla. Ci sono davvero tantissime ricette interessanti, di impronta manco a dirlo newyorkese. Grossman non sbaglia un colpo. Ricette perfette, facili e con una resa incredibile. Proprio come questa dei bagel. Ne ho provate tantissime ma questa è quella che mi ha convinto di più. Anche in archivio dovresti trovare altre ricette ma ti consiglierei sinceramente sempre e solo questa. Soprattutto credo che il segreto sia proprio di bollirli con un pochino di fecola di patate. Non lo avevo mai fatto.
Perfetti i bagel anche da congelare per poi tirarli fuori alla bisogna. Possono diventare un pasto unico completo se ben bilanciati e abbinati. Con del salmone affumicato nel più classico dei modi sino ad arrivare a vere e proprie insalatine greche improvvisate all’interno. Un’idea veloce? Feta, cipolla rossa, olive nere e pomodoro. Un altro morso di Estate prima di dimenticarcene completamente (e aggiungerei fortunatamente perché solo il cielo sa quanto io abbia desiderato che arrivasse Settembre, per non dire Ottobre).
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Per 10 Bagel circa
Ingredienti secchi
750 grammi di farina 0
2 cucchiai di glutine di frumento (io non l’ho messo)
1 cucchiaino e mezzo di lievito secco istantaneo
1 cucchiaio di sale
Ingredienti Umidi
395 ml di acqua tiepida (380 ml se non aggiungi il glutine)
2 cucchiai e mezzo di sciroppo di malto o zucchero di canna liquido (se non ce l’hai nessun problema metti lo zucchero ma scioglilo bene)
2 cucchiai di olio d’oliva
Ingredienti per la bollitura
3 litri di acqua circa
1 cucchiaio di fecola di patate
1 cucchiaio di sciroppo di malto (io non l’ho messo)
2 cucchiai di sale
Guarnizione finale
Semi di sesamo e/o semi di papavero
Mescola gli ingredienti secchi e sbatti insieme quelli umidi. Amalgama le due preparazioni e impasta energicamente per almeno 10-15 minuti. Devi ottenere una pasta molto liscia ed elastica. Suddividi adesso in 10-12 palline e se vuoi proprio ottenere dei bagel perfetti pesa le palline in modo da poterti regolare per bene. Devi formare adesso dei salsicciotti lunghi almeno 20-25 cm e realizzare una coroncina sigillando per bene le estremità. Metti i bagel che hai ottenuto sulla carta da forno, cospargi con un pochino di farina e copri con la pellicola trasparente. Lascia lievitare almeno un’ora in un luogo fresco e asciutto.
Adesso scalda il forno a 225.
Sciogli la fecola di patate in 250 ml di acqua fredda e poi incorpora al resto degli ingredienti per la bollitura dentro una casseruola. Quando hai portato a ebollizione abbassa il fuoco e immergi i bagel uno alla volta. Devono stare non più di un minuto per lato, poi tirati fuori con un mestolo e riposti nuovamente sulla carta da forno. Una volta terminata la fase di bollitura di ogni bagel, cospargili con i semi quando sono ancora umidi e abbassa la temperatura a 210. Inforna e cuoci per 20-25 minuti fin quando sono ben dorati.
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September 10, 2017
12 Libri di cucina +1, mangiar sano e cultura da leggere
Ho già parlato sin troppo in questi quattro video pubblicati qualche tempo fa sul mio Canale Youtube (se ti fa piacere iscriverti perché ci sono contenuti extra a quelli che inserisco qui, basta semplicemente una casella di posta gmail e il Canale lo trovi qui). Alcuni di questi libri se segui la Libreria di iaia li abbiamo già sfogliati insieme e quindi qualora volessi approfondire maggiormente ti ricordo che finalmente il tasto search-cerca funziona, eccome. Lo trovi in alto a destra o in basso a destra: basta inserire una parola chiave e vien fuori tutto dall’infinito archivio come dal cilindro di un mago. Sono tutti libri che non ho semplicemente amato ma che continuo ad amare e che mi accompagnano. Un libro di cucina, come ho avuto molte volte opportunità di dire, non è solo una storia che finisce ma che continua. Può accompagnarti per tutta la vita ed essere amico fidato del tuo tempo più prezioso, dei tuoi ricordi più importanti e non in ultimo di quei sapori che un giorno si trasformeranno e ti cambieranno. Non solo te ma anche chi ami e ti accompagna. Questo autunno La libreria di Iaia si arricchirà sempre di più, anche di questi formati video capaci sicuramente di essere più immediati per qualcuno. A tal proposito ti ricordo anche anche nelle instagram stories troverai spesso piccole librerie di iaia. Un angolino che piace moltissimo; e la cosa non può che rendermi felice. Mi permetto solo di ricordarti che non faccio le instagram stories su maghetta, dove il pubblico è sicuramente più internazionale diciamo così ma su iaiaguardo. Ti aspetto lì e ti lascio a questa visione, che spero possa piacerti.
Cucina Vegetariana
Cucina Etnica
Cucina per sportivi, chi si ama e RunLovers
E uno dei miei libri preferiti in assoluto
Di questo te ne ho già parlato qui.
September 8, 2017
Il Pollo speziato nel limone e miele nella Slow Cooker
Mi permetto di segnalarti che su La Cura -la nuova sezione del Maghetta.it- è uscito un articolo sul Bose ,mentre su Runlovers qualcosa che riguarda il Detox e c’entra come sempre Maestro Yoda.
E ora parliamo di pollo
Sul mio canale youtube – esattamente a questo link – trovi la playlist in continuo aggiornamento di tutte le ricette che ho preparato con la Slow Cooker. Dovrei (devo) aggiornare le impressioni dopo l’acquisto a distanza di mesi (un video sulle prime impressioni -a distanza di un mese- l’ho girato e lo trovi a fondo di questo post). So che in tantissimi hanno acquistato la pentola magica dopo le svariate chiacchierate su youtube e sentire l’entusiasmo mi commuove ogni volta, perché sapere di avere in qualche modo consigliato qualcosa di utile mi rende immensamente felice. Sembra che ci si faccia l’abitudine. Bene, a me non è mai successo di abituarmi ed è una delle cose che mi piace di più: emozionarmi per queste ragioni. Sapere di essere entrata in casa tua, nella tua vita in uno dei momenti più intimi. Grata, ecco. Ne sono grata.
Se capiti qui per caso ci tengo a sottolineare come sempre che non ho alcun contatto con l’azienda in questione. Per questo motivo anche se ti parlo della Crock Pot, mi riferisco alla mia esperienza personale con questo marchio. Ci sono anche altri marchi che distribuiscono Slow Cooker; onestamente tempo fa ho voluto provare l’azienda leader e devo dire che non ho sbagliato. Tra l’altro l’adoperava una youtuber che stimo, una delle pochissime che seguo con interesse: Valentina dell’Angolo del Focolare (non perderla perché è splendida).
Scarseggiano i video sulle ricette fatte con la Crock Pot, dopo la prima ondata iniziale sul Canale Youtube, non perché non la stia adoperando spesso. Anzi, la sto adoperando almeno quattro volte a settimana e adesso che l’Autunno è alle porte: legumi a go go! A tal proposito ti anticipo che il video sui legumi e su quanto possa essere indispensabile la Crock Pot se ami il cibo veg è in fase di pubblicazione (i ceci vengono così buoni e morbidi -ma croccanti al tempo stesso- che l’ho abbracciata forte forte. Sì, ho abbracciato la mia Crock Pot. Dopo gli alberi è la nuova frontiera).
Ho addirittura acquistato un’altra Crock Pot più piccolina rispetto al modello top di gamma che vedi nel video. Più rudimentale, senza la possibilità di mescolamento e così via. Proprio quella base con tre pulsanti e devo dirti che mi trovo ancora meglio. Te ne parlerò di sicuro in un video o post dedicato (inserendo il terzo modello che ha mia mamma -ha ceduto anche lei, sì- perché siamo ormai una setta pericolosa e attiva). Oggi voglio parlarti di questo pollo facilissimo che puoi ovviamente fare in pentola, padella o forno ma che con la Crock Pot, o slow cooker come dir si voglia viene ancora più facile. Il metodo è sempre quello: metti tutto dentro e te ne dimentichi completamente, salvo poi trovare la cena pronta ed esserne immensamente felice.
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Come si prepara?
Prendi dei fusi di pollo e lasci la pelle. Li metti all’interno della crock pot con abbondante succo di limone e qualche fetta di limone o a metà a patto che la scorza sia lavata per bene e non trattata. Metti delle spezie, come zenzero-cumino-curcuma-paprika o dolce o piccante -curry o quelle che preferisci e un abbondante cucchiaio di miele. Puoi aggiungere poco olio ma non è necessario. Aggiusti di sale. Chiudi e via. Sei ore o quattro, dipende da che potenza HIGH o LOW vuoi usare e via. Il gioco è fatto. I fusi, come la carne e tantissimi altri alimenti, rilasceranno qualche liquido quindi non preoccuparti se ne vedrai tanto. Basterà poi servirlo con poco sughetto o quanto te ne piace. Questi fusi hanno sempre un incredibile successo. Lo hanno anche se li cucini al forno, ma la cottura lenta riesce a dare una consistenza molto morbida al pollo (anche al petto) e me lo hanno confermato ormai così tante persone che non posso non prenderne atto. Se la provi, come sempre, fammelo sapere perché mi fai felice.
Il sughetto lo puoi comunque restringere sul fuoco, se vuoi.
September 7, 2017
I biscotti con la tahina di Yotam Ottolenghi
I semi di sesamo sono una fonte di energia incredibile perché contengono magnesio, ferro, fosforo e calcio. Possiedono vitamine del gruppo B e prevengono l’osteoporosi. I semi di sesamo per certi versi sono qualificati come veri e propri sostituti dei latticini e sono capaci di rinforzare il nostro sistema immunitario. Il Gomasio -miscela di sesami tostati e sale- e la tahina sono non soltanto condimenti gustosi ma fidi alleati per la salute. Dopo l’hummus e l’uso della tahina nelle insalate vogliamo farci mancare un dolcetto? Giammai! La tahina/tahini/tahin -ogni volta mi confondo- è onnipresente nelle colazioni mediorientali con il pane tostato misto a melassa d’uva. Gli iracheni a fine pasto non rinunciano mai a imbottire deliziosi e succosi datteri con questa pasta. L’ho fatto anche io, e nonostante non ami moltissimo i sapori leziosi, ne sono rimasta rapita. A patto che il dattero sia un vero dattero. I siriani a mio modesto avviso rimangono i migliori. Fatto sta che questi biscottini riscuotono sempre un successo incredibile. Croccanti fuori e morbidi dentro. Hanno questa tipica forma tonda caratterizzata da un “colpo di forchetta” come fosse una piccola impronta. E poi? Tanta cannella. Ma di quella fresca che trovi al mercato e che vendono sfusa. Niente a che vedere con quella imprigionata nella bottiglietta di un centro commerciale.
Questi biscottini sono opera di Yotam Ottolenghi e se non sai chi sia ti prego corri verso una libreria e agguanta qualsivoglia meraviglia abbia scritto (e se non lo conosci per punizione: niente biscotti, ecco!)
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La Ricetta
270 grammi di farina 00
130 grammi di zucchero di canna
140 grammi di burro non salato di prima scelta a temperatura ambiente
110 grammi di tahina leggera
vaniglia
25 ml di panna fresca
1 cucchiaino di cannella
Lavora con un robot lo zucchero con il burro fino a ottenere una crema per almeno un minuto- un minuto e mezzo. Senza fermare il robot aggiungi la tahina, la vaniglia e la panna e solo alla fine la farina poco per volta. Impasta almeno due minuti a velocità moderata. Trasferisci su un piano di lavoro infarinato. Fai delle palline e schiacciale un po’. Con il dorso della forchetta esercita una lieve pressione sulla pallina appiattendola quanto basta perché si veda l’impronta. Dolcemente e senza forza. Disponi i biscotti su carta da forno distanziandoli e spolvera la cannella sopra. Inforna a 180 gradi già caldo per 15-20 minuti (dipende dal forno) e quando sono dorati tira fuori e lascia raffreddare. Si conservano fino a 10-12 giorni se non prendono umidità e se disposti in scatole di latta.
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