Iaia Guardo's Blog, page 66
October 16, 2017
Waffle salati con le patate
Scones salati con formaggio, miele e frutta secca, Muffin salati al formaggio, Pancake salati con rucola e parmigiano, Omelette con fesa di tacchino e semi di chia. Crackers con ricotta e semi di canapa, Toast con fesa di tacchino e formaggio di capra, Tramezzino con bresaola e limone. Frittata con mela e uvetta, Grissini con arrotolato il prosciutto crudo o bresaola e pucciati nel formaggio fresco, Toast con frittata e avocado, Chips di riso con guacamole rivisitata (crema di avocado, basilico e pinoli), Bagel con salmone e formaggio, Pita con hummus e semi di sesamo (sì, c’è chi al mattino mangia hummus e non sbaglia), Pane tostato con crema di yogurt greco e avocado, Mango, caprino, sale e pepe, Feta con avocado, sale e limone. E tantissimo altro ancora. Molte altre idee le trovi su RunLovers perché della colazione salata ho parlato fino allo sfinimento.
C’era una volta una sicula
Sono catanese e da che mondo è mondo (leggi: mondo siculo) a colazione si mangiano: pizzette, arancini, cartocciate, bombe fritte, patè, bolognesi e cipolline. Adesso, lo so, fissi lo schermo interrogandoti su cosa siano esattamente queste preparazioni culinarie leggerissime (c’è del sarcasmo, sì). Qualora ne fossi curioso devi solo cliccare qui per un approfondimento. Nonostante io passi alla storia come colei che turba le menti inneggiando a porridge, cibo sano, cereali integrali -e non in ultimo segua un’alimentazione veg schizofrenica per alcuni- ricordo che in me scorre il sacro sangue siculo e che la mia aorta principale porta ancora i segni di tonnellate e tonnellate di arancini alle otto del mattino. Cerco di calmarmi e di non metterci troppo sentimento, ok? (Ma come si fa? Sono SICULA! Non sono calma. Non sono sintetica e soprattutto: non sono razionale quando si parla di cibo)
Il fatto è che la colazione salata fa davvero parte del mio DNA.
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Non perderti le uova strapazzate con il Kefir e l’uso dello yogurt greco in versione salata
La colazione salata (ne ho parlato qui) è tra le cose più intelligenti che si possano fare. Molte persone non gradiscono il sapore dolce al mattino. E chi mai ce lo ha imposto? Non abbiamo firmato nessun contratto territoriale che preveda: latte e cornetto o pane burro e marmellata o bolognese (pezzo di tavola calda siciliano composto da involucro di sfoglia con dentro il ragù. Che alle 9 del mattino è leggero, no?). La colazione salata fa parte di moltissime culture. Uova e bacon, wurstel e varietà di formaggi, fagioli e scones salati senza dimenticare bagel con formaggio, salmone ed erba cipollina. E poi in vacanza la facciamo in albergo. Ma che senso ha? Ogni giorno la colazione può essere una piccola vacanza (e se mi dici che il tempo non ce l’hai giuro che ti tiro un arancino in testa, intesi?).
Molti credono che sia solo una questione di temperatura e che più freddo faccia più si abbia bisogno di carburante; assolutamente vero ma che il carburante debba essere dolce se non fa freddo e salato se lo fa, mi spiace, non regge. Va sempre e solo riferito al proprio gusto personale. Un russo a meno venti gradi che deve andare a fare un lavoro non sedentario se mangia tre bagel col salmone o mezza fetta torta di strudel con i semi di papavero non sbaglia in nessun caso (sì però il bicchiere di vodka no, dai). Solo questione di gusti.
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Ma se faccio la colazione salata a pranzo devo mangiare macaron?
Riequilibrare tutto con il pranzo poi è compito nostro e del buon senso. Troppe proteine a colazione? Carboidrati a pranzo e viceversa. Non ci sono dei dogmi da rispettare. L’equilibrio della dieta giornaliera -come ribadito più volte- è il vero e unico segreto, insieme alle quantità che devono essere commisurate al dispendio di energie quotidiano. Per questo se non sei in grado -o semplicemente non ne hai voglia- di star dietro a tutti questi noiosissimi “calcoli” il Santo nutrizionista è bello sorridente davanti alla porta del suo studio. Ti sta aspettando. Non tardare eccessivamente, te ne prego.
Abbandona le vesti dell’habituè -che tu sia del nord o del sud, santoarancino!- e mangia secondo il tuo gusto e le tue esigenze. Al mattino non si mangia per forza il cornetto o l’arancino. Sei tu a decidere sempre. L’equilibrio parte dalla tua testa e dalla tua forza. Una cosa è da ficcarsi bene in testa in fondo fino all’ipofisi: la colazione va fatta SEMPRE. Non bisogna mai saltarla (hai appeso in cucina i 10 Comandamenti della Sacra colazione, vero?). Mai. Deve essere ricca e consentirti di non arrivare affamato al pranzo. Lo so lo so. Le solite cose, eppure sbaglio costantemente anche io che ne blatero un’ora sì e l’altra pure (difatti, rullo di tamburi, sette giorni su sette non voglio farla né dolce né salata perché al mattino per me mangiare è una condanna al patibolo. Periodi che riesco. Periodi no, mea culpa. Ma nei periodi in cui riesco sto molto meglio ed è innegabile.
Perché tutto questo lungo e noioso preambolo (ah, era un preambolo? Dai, la smetto)?! Perché oggi ti propongo dei waffle salati a base di patate che ti faranno cambiare idea immediatamente. Vorrai solo mangiare waffle di patate, te lo dico. Puoi abbinarli al salmone affumicato o a una frittata (anche solo di albumi. Ma ti prego ALBUMI VERI di UOVA VERE. Non comprare quei brik dove c’è un litro di albumi. È una cosa talmente vergognosa che neanche la commento) o semplicemente mangiarli così. Anche con del formaggio spalmabile, sì. Sono tratti dal libro Cucina Nordica di cui ti ho parlato qualche settimana fa, che si riconferma un bellissimo volume da possedere.
Se li provi ti prego non dimenticare di dirmelo perché mi fai come sempre felice. Qui hanno riscosso un successo assurdo e mi vengono richiesti un giorno sì. E l’altro pure, già.
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La ricetta
è tratta dal libro La cucina del Nord di Simon Bajada
250 grammi di patate lesse, sbucciate e schiacciate
30 grammi di burro salato fuso
60 grammi di farina
2 uova
un pizzico di pepe
un cucchiaino di aneto tritato finemente (io non ce l’avevo e ho usato quello classico in busta di tiger)
sale
Puoi condire con panna acida e salmone e una cipolla rossa affettata finemente e lasciata macerare con un cucchiaino di zucchero fino e il succo di mezzo limone. Oppure con dell’ottimo prosciutto crudo. Puoi comunque presentare questi deliziosi waffle come preferisci perché si prestano davvero a infinite interpretazioni.
Dopo che hai bollito le patate, sbucciale e schiacciale. Scolale bene e lasciale raffreddare. In una ciotola capiente metti le patate schiacciate, il burro fuso, la farina, le uova, il pepe e l’aneto e chiaramente il sale. Lavora per bene fino a ottenere un imposto morbido simile alla pastella per pancake e poi dopo aver scaldato e oliato (o imburrato) la piastra versane due cucchiaioni al centro e distribuisci ma non per l’intera superficie della piastra; cuoci almeno 2-3 minuti, dipende dal modello e dalla grandezza della tua piastra, regolati quindi di conseguenza. Servi poi i waffle come preferisci e soprattutto provali in tantissimi modi speziandoli a più non posso. Per una versione totalmente veg sostituisci il burro con l’olio e metti un pochino di farina in più al posto delle uova, aumentando anche la dose di patate. Procedi a occhio, assaggia e vai tranquillo perché verrà ottimo ugualmente.
Ti sei perso la versione dolce? Ecco la videoricetta!
October 14, 2017
Chiacchieriamo un po’ e mangiamo waffle al cioccolato? Sì. Sono veg.
Quest’anno non mi dedicherò tantissimo alle ricette di Halloween; questo non significa che non ce ne saranno e che i video mancheranno ma lo scorso anno, ponendomi l’obiettivo di fare un video al giorno (poi ne ho fatti di più), ho davvero impiegato troppe energie e troppo tempo e questo mi ha portato a rallentare con il Natale. Qui troverai la playlist di Halloween sul mio canale youtube; conta ben 56 video e ci sono ricette, do it yourself, apparecchiature, vlog e tantissimo altro.
Raggrupperò quindi i video più significativi e che credo possano essere utili e li ripresenterò qui a corredo di post, proporrò poche idee culinarie ma molto particolari e d’effetto e poi: only Christmas! Un po’ come i vecchi tempi perché ne ho proprio voglia. Quando il Natale cominciava il primo di Novembre e tra tombole, ricette tradizionali da ogni parte del mondo e risate diventava tutto magico e unico. Grazie soprattutto a te e a tutti voi che mi tenevate compagnia. La verità è che ormai con tutti questi social si fa un po’ fatica a rimanere focalizzati. Onestamente a me questo boom di stories, youtube e instagram in generale mi ha un po’ confuso. Nel senso che mi distraggo e non focalizzo bene i miei obiettivi -e a dirla tutta non finisco fiscalmente, come prima, i miei programmi “editoriali”- e non in ultimo faccio fatica ancora di più a gestire il tempo. Perché hai fatto caso a quanto tempo si perda ormai a seguire le storie? È innegabile che rispetto all’immagine statica ci sia una “dispersione di tempo” maggiore. Oltre che di qualità fotografica. Comunque vaneggiamenti a parte ci tenevo davvero molto a fare un po’ il punto della situazione in modo che tu possa sapere cosa ti aspetti. In primo luogo riprenderanno i planner alimentari al Sabato; ovvero proporrò settimanalmente l’organizzazione delle ricette nell’arco della settimana con i consigli per la spesa. La rubrica dei Menu è sempre molto piaciuta ma richiede davvero tantissima cura e non volevo buttar giù velocemente dei planner giusto per farli. Davvero in tanti me lo avete chiesto e quindi con annesse scuse: sì. Tornerà prestissimo. In secondo luogo Halloween sarà una breve parentesi rispetto agli scorsi anni ma non per questo motivo meno ricco, perché sono a dir poco lusingata di sapere che ci sono diversi affezionati alle mie classiche rubriche halloweenarecciiie (?!). Infine sarà tutto un tripudio natalizio alternato alla rubrica la Libreria di Iaia, che è sempre attesissima, qualche vlog giusto per tenerci compagnia e aggiornarci. A tal proposito ti lascio l’ultimo:
Come accenno nel video sono stata candidata come miglior Food Blogger da Vegan Italy; premesso che onestamente trovo la mia presenza impropria in quanto “i colleghi” sono certamente più preparati di me e io effettivamente non sono una Vegan Food Blogger tipica, colgo l’occasione per ringraziare te e tutti quelli che passeranno di qui perché il merito è solo tuo. Vostro. E di nessun altro. Se ti fa piacere puoi votarmi mandando una mail. Nel video ho detto l’esatto contrario, ovvero che non cercavo il voto, ma come mi hanno detto in tanti è giusto invece dare il link. E io volevo essere tutto tranne che scortese; quindi qualora ti facesse piacere questo è il link. Basta cliccare sul volto e mandare una mail, tutto qui. Credo sia tutto automatico.
Oggi, dopo averne parlato su RunLovers e proprio qualche giorno fa qui all’interno del Blog, ecco la versione con l’aggiunta del cacao amaro dei waffle che stanno facendo impazzire un po’ tutti. L’hanno provata davvero in tantissimi, e la cosa non può che rendermi felice. Sono piaciuti in modo incredibile e anche Ombretta, che è appena ritornata ahimè a Roma (ma fortunatamente sta per tornare con annessa biondona ferrarese), è impazzita di felicità all’assaggio perché glieli ho preparati per una colazione speciale insieme. Non demordere anche se non hai la macchinetta, mi raccomando! Puoi comunque cuocerli su una piastra bollente a mo’ di pancake oppure comprarla, perché costa davvero pochissimo e la trovi pure alla Lidl senza problemi.
La ricetta hawaiana su RunLovers
Come ogni Giovedì è uscita la mia ricetta su Runlovers. Si tratta di una ricetta particolare, facile e gustosa in occasione del Triathlon più famoso del mondo che questo week end si svolgerà in quel di Kona. Quello a cui partecipa anche Gordon Ramsay, sì.
E niente. Io sono nel lettone con diversi acciacchi perché la vecchiaia avanza e la stanchezza si moltiplica ma non demordo e oggi se riesco ad alzarmi mi faccio dodici waffle di questi per rimettermi (non è vero, dai. Imporrò al Torinese di cuocerli). Che sia un fine settimana bellissimo per te e noi ci rivediamo Lunedì perché comincia il tour de force che ci porterà fino all’Epifania. A Pasqua? A.
Non è mai un tour de force se fatto con il sorriso, sognando. E soprattutto con te. Grazie sempre.
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La Ricetta
Ingredienti per 4 waffle molto spessi, croccanti fuori e soffici dentro (l’ho detto che sono buonissimi?)
200 ml di latte vegetale
160 grammi di farina 0 (o quella che preferisci)
1 cucchiaino e mezzo di lievito
70 ml di olio vegetale
50 grammi di zucchero e 2 cucchiai di cacao amaro in polvere
vaniglia o cannella (o spezie che decidi tu)
zucchero a velo per decorare se vuoi
Butti dentro una ciotola tutti gli ingredienti e con la frusta da pasticciere giri forte forte forte in modo da non lasciare grumi. Una volta fatto questo spennella con altro olio le pareti della macchinetta dei waffle sia sotto che sopra e versa al centro 2-3 cucchiai. Cuoci per almeno 4 minuti ma dipende dalla macchinetta. Non devono diventare marroni. Devono staccarsi comodamente dalle pareti e dopo la prima prova sono sicura che riuscirai a capire di che consistenza e cottura ti piacciano.
Spolverali con zucchero a velo e poi condiscili e adornali con tutte le meraviglie che ti piacciono.
October 10, 2017
Vegan Waffle (Gaufre)
Ho parlato, diversi anni fa, per la prima volta dei waffle qui. Come nella moda, anche e soprattutto nel food ci sono ondate improvvise di pancake alla banana -anche se adesso è il momento delle acai bowl– di financier, di waffle appunto o di qualsivoglia prelibatezza sia dolce che salata. Lo scorso anno anche grazie a Stranger Things, serie tv di rara bellezza su Netflix, è riscoppiata la smania dei waffle perché la protagonista indiscussa Undici (Eleven) ne era ghiotta. Diventata cult l’immagine di lei con la parrucca bionda, pacco di Eggo in mano, calzettoni bianchi di spugna con le due strisce, vestitino rossa e giubbottino blu. Gli Eggo sono dei waffle surgelati pronti da scaldare e mangiare al mattino. Anche in Italia proprio lo scorso anno ne sono usciti di tutti i tipi: prodotti pronti da shakerare o da scongelare per far felici grandi e piccini. I waffle sostanzialmente sono una base da arricchire, proprio come i pancake, con gelato o sciroppi vari, frutta fresca e secca o semplicemente da inzuppare nello yogurt o imbottire con creme e cremine.
La Videoricetta
Non sono una gran fan, come sai, di tutti questi prodotti o tipologie. Francamente l’idea di mangiare al mattino pancake, lievitati, waffle o qualsivoglia preparazione di questo genere mi fa girare la testa, davvero. Ho sempre enormi difficoltà anche solo a pensare di fare colazione. Tutto molto scenografico d’accordo e come dicono i giovani instagrammabile (uccidimi adesso perché non posso farcela) ma nella realtà delle cose, dai. Anche no. I waffle onestamente non li avevo mai assaggiati, poi una volta guardo il Nipptorinese e gli dico: ma di che sanno? Così. Interrogandomi su un quesito così importante non mi restava che fugare ogni dubbio, farne una versione vegana e via. Assaggiarli.
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Naturalmente la versione vegana prevede in pratica solo farina, olio, spezie e zucchero, volendo. E un po’ di lievito, dai. Ho provato allora a guardare nei miei libri. Gente competente insomma. Prova di qui e prova di lì. Poi alla fine ho unito due ricette e il risultato è stato semplicemente perfetto. La cosa che mi ha stupito di più è stata che mi sono piaciuti e pure molto (pure più dei pancake che per mio gusto sono sempre stati: uhm) sicuramente per la croccantezza. Ripeto che per quanto riguarda le mie abitudini la colazione no, ma santouaffol come dolcetto sì. Eccome sì! Poi con il gelato neanche te lo dico: buonissimi! Anche con lo yogurt e con quelle “americanate” meravigliose tipo mirtilli intorno, noccioline e un meraviglioso etcetera. Quindi se tu riesci a mangiare queste prelibatezze al mattino ti avverto subito che potrebbero diventare potenzialmente una droga (e diciamolo sono più facili secondo me dei pancake). Non ho ancora provato a farli in padella, qualora non avessi l’aggeggino magico, ma va detto che costa pochissimo e lo trovi praticamente ovunque ormai. Dai quindici euro, ovunque davvero. Pure alla Lidl. Io ne ho due, uno pagato 15 euro su Amazon a forma di cuoricino (delizioso!) e questo dell’Ariete che trovi ovunque. Pare che anche quello della Lidl sia ottimo e se lo ribecco sul volantino lo provo perché sì: mi manca quello tondo ed è chiaro che non posso vivere senza.
E poi Eleven li mangiava solo tondi. Tocca rimediare!
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La Ricetta
Ingredienti per 4 waffle molto spessi, croccanti fuori e soffici dentro (l’ho detto che sono buonissimi?)
200 ml di latte vegetale
160 gr di farina 0 (o quella che preferisci)
1 cucchiaino e mezzo di lievito
60 ml di olio vegetale
50 gr di zucchero
Vaniglia o cannella (o spezie che decidi tu)
zucchero a velo per decorare se vuoi
È talmente semplice la ricetta che quasi mi vergogno a dirla. Butti dentro una ciotola tutti gli ingredienti e con la frusta da pasticciere giri forte forte forte in modo da non lasciare grumi. Una volta fatto questo spennella con altro olio le pareti della macchinetta dei waffle sia sotto che sopra e versa al centro 2-3 cucchiai. Cuoci per almeno 4 minuti ma dipende dalla macchinetta. Non devono diventare marroni. Devono staccarsi comodamente dalle pareti e dopo la prima prova sono sicura che riuscirai a capire di che consistenza e cottura ti piacciano.
Spolverali con zucchero a velo e poi condiscili e adornali con tutte le meraviglie che ti piacciono.
La Videoricetta dei Waffle tradizionali
October 9, 2017
Un cous cous tutto verde profumato e un segreto
Avevo già svelato un segreto (pazzesco!) nell’ultima caldissima (e insopportabile) estate per ottenere un cous cous profumato buono da urlo; mi ritrovo qui a mostrarne un altro di ridicola preparazione ma non riesco a smettere. Da quando mi hanno detto “Iaia ma sai che fai il cous cous bene?” mi gioco questo jolly, visto che non sono ferratissima con la pasta. Allora vai di cous cous, riso, farro e quinoa; che non è per fare sempre la salutista -che giuro non sono- ma proprio perché non so preparare la pasta. Splendido, no?
Adesso ho un metodo tutto mio con il cous cous e sono sicura che se quelle adorabili signore dell’Hafa Cafè di Torino mi vedessero, dopo avermi svelato le meraviglie e i segreti, mi lancerebbero come minimo ciotoline e couscoussiere in testa. E farebbero bene, sottotitolo.
Mi sono convinta di aver inventato questo metodo e se quindi esiste vi prego tutti di non infrangere un sogno, ma di annuire e complimentarvi con me. E poi prendermi in giro in separata sede, grazie. Il perché io lo faccia è presto detto: una volta ho sbagliato perché parlavo al telefono di lavoro ma il risultato è stato buono e da allora mi sono convinta che il cous cous si prepara così.
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Il segreto di iaia
In una ciotolina metto il cous cous e poi lo bagno con l’olio. Colpo di scena! Non metto più l’olio nell’acqua come facevo prima e come consigliano di fare ma direttamente nel cous cous. Metto l’olio e lo bagno un pochino e le spezie. Giro per bene e faccio il movimento della sgranatura come se fosse cotto. Questo per far sì che i chicchi si inumidiscano e le spezie impregnino i granelli. Poi metto il bollitore in azione e vado a occhio. Nel senso che non peso più il cous cous come facevo prima scrupolosamente ma metto acqua fino a coprire senza esagerare. Deve coprire il cous cous ma senza esagerare. A quel punto lo abbandono lì senza curarmene fin quando lui si fa spazio tra l’acqua. Non gli do più proprio la confidenza di guardarlo altrimenti lo metto sotto stress e poi fa pasticci perché si emoziona. Una volta che i granelli hanno assorbito tutta l’acqua giro per bene e aspetto che si raffreddi. Poi con le mani ben pulite, manco a dirlo, lo sgrano per bene e tutte le pallottoline che si sono formate le faccio scomparire. Fatto questo ho la mia base speziata e profumata e poi la condisco come mi piace di più, dopo averla aggiustata di sale oppure per un delizioso dolcetto perché anche il cous cous dolce mi piace da impazzire.
In questo occasione ho messo: zucchine al vapore che avevo fatto cuocere con la radice di zenzero, fagiolini lessi tagliati a pezzetti piccoli, piselli conditi con pochissimo wasabi, spinaci freschi sbollentati tagliati a pezzettini piccolissimi e anche un pochino di sedano. Ci sarebbe stato come componente verde anche un bell’avocado ma il Nippotorinese è stanco che io metta avocado ovunque e allora ho desistito.
Il consiglio (non richiesto) del Torinese
Il sedano non metterlo (parola del Nippo. Rovina tutto. Ci fidiamo?).
October 6, 2017
Conquista tutti con il pesce spada e la crema di mango
Preparo molto spesso questa salsetta e mi piace tenerla in frigo dentro quei cosini squeeze per averla a portata di mano. Si conserva benissimo fino a 4-5 giorni. Senza problemi davvero. Non scurisce ma certo è che puoi farla tranquillamente sul momento. Il pesce spada si presta benissimo, sia tagliato a carpaccio che non, a essere servito con frutta o composte di frutta. Se cerchi nel mio archivio lo troverai con l’avocado, con gli agrumi, con il matcha e lo zenzero, con i fichi, con il melone cantalupo e moltissimo altro. L’ho anche fatto già con il mango, ma sotto forma di tartare e quindi crudo. In quel caso speziarlo con il cumino o ancor meglio con i semi di senape e il pepe rosa è davvero un’ottima idea.
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Ma come si prepara questa salsetta?
Schiaccia la polpa di un mango maturo. Aggiungi un po’ di succo di limone e un pochino di senape, quella che ti piace. Il vero segreto è assaggiare questa salsetta sino a renderla di tuo gradimento. Aggiusti un pochino di sale e se ce l’hai aggiungi anche dell’ottima scorza di arancia grattugiata che non è una brutta idea, come anche lo zenzero. Puoi renderla pungente con le spezie o semplicemente ricca e saporita, ripeto, lo decidi tu secondo il tuo gusto perché al fine della ricetta poco cambia. Il pesce spada del resto deve solo essere strofinato con del limone e poi fatto cuocere sulla piastra rovente finché sarà cotto.
Mango, curcuma, succo di limone, scorza di arancia, curry, senape e sale. Anche un pochino di olio. Puoi mettere anche tutto dentro un mixer e fare la salsetta, oppure usare un frullatore a immersione. Come ti viene meglio.
Il risultato sarà per tutti sorprendente e ne rimarranno piacevolmente colpiti. Servire la porzione di salsa a parte è sempre una buona idea, in modo che ognuno possa dosare nella quantità che gradisce.
Dimmelo su Instagram
Ti ricordo che mi fa sempre piacere sapere se hai provato una mia ricetta e quindi dimmelo su Instagram (stories anche! O con i messaggi privati) perché davvero mi farai felice. Grazie!
October 4, 2017
Il soufflè al formaggio con i fiori e l’olio di lavanda
Se mi leggi sulla sezione Cura del Maghetta.it sai che da un po’ sono entrata in fissa con gli oli essenziali (e qui scatta il bacio al mio amore Alessandra! Mia sorella di anima nonché madrina di Koi). Non tutti sanno che pochissime gocce possono anche andare nelle preparazioni culinarie. Sembrerà una sciocchezza ma trasformano davvero tutto. Volevo inserire questa ricetta nella rubrica Cibo e Fiabe perché volevo dedicare la ricetta alla Bella Addormentata nel bosco. Volevo fare la spiritosona insomma, visto che la lavanda combatte anche l’insonnia. Da quando ne metto qualche goccia nel mio diffusore e cerco di concentrarmi al massimo mi sono convinta -o funziona davvero e basta, bisogna arrendersi- che faccio meno fatica ad addormentarmi. Non posso dire di aver sconfitto la mia insonnia cronica, ma sicuramente qualche passo avanti è stato fatto.
Il Soufflè francamente non è una pietanza che si serve sempre. Sarà che passa alla storia come una cosa complicatissima che poi alla fine si sgonfia. In realtà è un piatto molto carino, versatile e che si può declinare in tanti modi. In poco tempo, perché ne occorre davvero poco, e con qualche cocotte carina e colorata si porta in tavola una pietanza scenografica e dal nome altisonante se vogliamo. Due fiorellini, qualche goccia e una bella insalata super colorata per la fine estate o una zuppetta coreografica e la cena romantica è servita. Che ne dici?
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La ricetta
100 gr di farina 00
60 gr di burro
1 pizzico di noce moscata
130 gr di parmigiano grattugiato
270 ml di latte intero
220 gr di emmenthal o quello che preferisci
4 uova (dividi i tuorli dagli albumi)
olio extra vergine di oliva
2 gocce di olio essenziale di lavanda
sale
pepe nero
Fai sciogliere il burro a fuoco dolcissimo e poi aggiungi la farina. Usa la frusta da pasticciere. Devi incorporare pian pianino girando veloce e senza fermarti per non fare formare grumi. Aggiungi pian piano il latte sempre senza formare grumi e infine la noce moscata, il sale e il pepe. Ma puoi utilizzare le spezie che preferisci. Una volta formata questa besciamella, quando è ancora calda aggiungi i diversi formaggi e i tuorli. Gira per bene fin quando tutti gli ingredienti sono ben amalgamati. Adesso monta a neve gli albumi mentre il composto si raffredda. Una volta montati incorporali delicatamente con movimenti dal basso verso l’altro alla besciamella con le uova. Verrà un composto soffice e spumoso. Adesso puoi metterlo all’interno delle cocotte imburrate. Puoi decidere se mettere o meno la carta forno, io generalmente non la metto.
Infornali a 170 per 30 minuti già caldo e spegni il fuoco. Lasciali riposare 3 minuti all’interno del forno prima di tirarli fuori e sistema i fiori di lavanda o quello che preferisci come decorazione.
October 3, 2017
I Cookies migliori con cioccolato e zenzero? Eccoli
Di ricette simili è pieno il web, ma oltre a non aver mai abbastanza di cookies -e questo è il periodo giusto- questi sono firmati Sigrid Verbert, ovvero il Cavoletto di Bruxelles che io ho sempre adorato come sai se mi leggi. Adorazione che perdura nel tempo. Del resto siamo tutti “figli di Sigrid” qui in Italia perché se c’è una regina indiscussa da sempre, quella che ha fatto storia e che con la sua umiltà, delicatezza ed eleganza per me è stata, è e rimarrà sempre lei. Bon. Fine di quella che non voleva essere affatto un’insulsa sviolinata ma un sincero complimento di ammirazione e stima.
Detto questo. Di cookie al cioccolato, come dicevo, è pieno il web e il mondo tutto e i ricettari di ogni sorta ma ogni volta, francamente, che ho donato o semplicemente offerto questi ho sempre ricevuto tantissimi complimenti. Sono tratti dal libro Regali Golosi che mi sono ripromessa di inserire nella Libreria di Iaia tantissime volte (rimedierò al più presto e te ne parlerò nello specifico) che insieme a questa vanta ricette davvero bellissime, particolari e facili da preparare per stupire. In pieno stile Cavoletto, insomma.
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La Ricetta
230 gr di farina, 200 gr di cioccolato fondente, 110 gr di burro, 100 gr di zucchero di canna, 90 ml di Golden Syrup, 1 cucchiaio di miele, 1 cucchiaino di cacao in polvere, 1 cucchiaino di bicarbonato, 1 cucchiaino di zenzero in polvere, una punta di noce moscata.
Con la frusta lavora il burro morbido con il golden syrup, lo zucchero e il miele. Aggiungi la farina, il cacao, il bicarbonato, le spezie, e lavora ancora in modo da ottenere un impasto omogeneo. Aggiungi il cioccolato grossolanamente tritato e mescola bene con una spatola. Trasferisci il tutto al fresco per circa mezz’ora. Stacca dall’impasto delle cucchiaiate e forma delle polpettone delle dimensioni di una noce. Appiattiscile leggermente e inforna a 160 per 15 minuti. Parola di Sigrid (rendiamo grazie a Sigrid *si sente in lontananza). Per 40 biscotti circa e in effetti sono 40 precisi, esattamente.
Non sbaglia mai un colpo. E se mai dovessi passare di qui ti lascio: un bacio.
October 2, 2017
Cibo e Favole: Il Plumcake (vegano) di Biancaneve
Ritorna Cibo e Favole e per farlo ho deciso di pubblicare questa foto (datata 2012) che avevo negli archivi e fa parte di un progetto mai finito, che spero un giorno veda la luce. Del resto una decina di anni fa ero partita con Project12, dove dodici era appunto il numero delle cose da realizzare, ma poi sono arrivata a Project83838383 mila e mi sono persa un po’ per strada. Adesso però sistemando pian pianino e incastrando tutto sto riuscendo in qualche modo, e con enormi difficoltà ma che odorano sempre di sorriso, a far sì che non lasci nemmeno un sogno irrealizzato. L’importante del resto è sognare. Chi è che diceva che al massimo si è fatto un giro tra le stelle non lo ricordo, ma è una filosofia di vita -come ho avuto modo già di dire fino allo sfinimento- che mi piace parecchio e che fa proprio parte di me.
Oggi un plumcake, che ho voluto fosse vegano, in onore della meravigliosa Biancaneve e i Sette Nani; insieme ad Alice e Cenerentola una delle mie favole preferite. Ho già preparato la crostata e altre delizie in onore di questa allegra combriccola. Mentre Biancaneve prepara la crostata di mirtilli arriva la Strega Cattiva, che non perde occasione di dirle “gli uomini preferiscono la crostata di mele”. In effetti Dotto nel film della Disney chiede a Biancaneve se può preparare “la crosmata di tele”, perché non sa parlare bene ma intende proprio la crostata di mele. Inizialmente volevo preparare una bella crostata che comprendesse sia le mele che i mirtilli ma poi mi sono detta che un bel plumcake senza creme, facilissimo da preparare sarebbe stato perfetto per i nani che vanno in miniera, e per noi tutti. Ho pacioccato un po’ alla rinfusa, sicuramente con meno grazia di Biancaneve e il risultato è stato buonissimo. Adesso poi arriva anche la stagione delle mele quelle buone e io non vedo l’ora perché nel tempo mi sono resa conto di amarle come mai avrei creduto.
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La ricetta
190 gr di farina di riso
190 gr di farina 00
150 gr di zucchero
50 gr di farina di cocco disidratato
vaniglia
300 gr di latte di soia
60 gr di olio evo
120 gr di mirtilli freschi
1 mela
1 limone
zucchero per spolverare
Devi lavorare tutti gli ingredienti (tranne i mirtilli e la mela, che devi macerare un pochino nel succo di limone) insieme. Non importa se a mano, nel Bimby, con la frusta elettrica o nel robot. Devi lavorarli per bene e amalgamarli. Poi aggiungere i mirtilli interi. Versare in una teglia da plumcake imburrata, mettere le mele sopra e infornare a 190 già caldo per almeno 30-40 minuti ma fai la prova stecchino per essere sicuro. Metti zucchero a velo e voilà: pronto.
September 28, 2017
Laddu – Besan Ladoo – indiano con sesamo e cardamomo
Sarà perché sono sicula, ma amo moltissimo i dolci arabi e medioerentali in genere. Sicuramente sì, alcuni risultano eccessivamente leziosi e dolci o forse troppo pastosi. Eppure i profumi, le spezie, la consistenza e tutto quel tripudio di semi e frutta rievoca tanti di quei ricordi che è davvero un’ondata indimenticabile. Per questo motivo mi piace mangiarli -quando posso- e provarli. La mia adorabile zia Agata un paio di anni fa me ne preparò una versione vegana con burro vegetale e me ne innamorai perdutamente. Quella che ti lascio oggi è la ricetta tradizionale. Per quanto possa sembrarti eccessivamente leziosa ti assicuro che è davvero qualcosa di indimenticabile. Te ne innamorerai e la potrai naturalmente declinare e speziare secondo il tuo gusto, trovando il giusto mix di spezie. Ladoo significa pallina, che è poi la tipica forma di questo dolcetto con la caratteristica principale di odorare fortemente di farina di ceci. Oggi te li propongo in formato rettangolare perché li ho visti così in diversi libri di cucina indiana e non. Non mancano mai durante i matrimoni e le feste e sono un vero e proprio dolcetto casalingo sempre presente nelle occasioni familiari. In alcune versioni ho visto adoperare la tahina, ovvero la crema di sesamo, e non il seme per intero. Mi sono ripromessa di farla al più presto insieme a quella con i pistacchi sbriciolati, che sembrano essere un altro must. Sicuramente gli ingredienti imprescindibili sono il ghee, la farina di ceci, il cardamomo e il sesamo. La dolcezza puoi deciderla tu. Il miele è sicuramente perfetto ma volendo anche dello sciroppo di dattero andrebbe benissimo.
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100 grammi di ghee o burro biologico
125 grammi di farina di ceci
1 cucchiaino colmo di semi di cardamomo macinati sul momento
50 grammi di sesamo
4 cucchiai di miele molto liquido preferibilmente non pastorizzato
Fai fondere il ghee in una casseruola a fuoco dolce. Quando sta per sciogliersi aggiungi sia la farina di ceci che il cardamomo. Mescola evitando che bruci e togli i grumi. Cuoci per 12 minuti a fuoco basso e infine aggiungi i semi di sesamo e il miele. Gira per bene. Dovrebbe essere a questo punto un composto denso e dorato. Non cuocere per più di qualche minuto ancora. Togli dal fuoco. Se dovesse sembrarti troppo liquido può dipendere dal tipo di burro che hai usato e in quel caso non avere paura ma aggiungi un altro po’ di farina, ma senza esagerare. Adesso stendi il composto su carta da forno e appiattisci leggermente. Deve raffreddare così per almeno 15 minuti. Una volta trascorso il tempo taglia a pezzetti rettangolari e conserva in frigorifero. In genere il besan ladoo o laddu lo trovi rotondo ma nulla ti vieta di dargli la forma che preferisci. Se conservi il laddu in frigo dentro un contenitore con chiusura ermetica puoi tranquillamente lasciarlo per 5-7 giorni.
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September 25, 2017
La Torta di Lumache
Schnecke!!!
Quando la zia Luci ha visto questa torta ha esclamato proprio così. Mi piace sempre quando non capisco nulla di quello che dice. Mi fa sorridere e allora cerco di indovinare. La prima volta che ho indovinato è stata proprio questa perché per qualche assurdo giro mentale ho capito snail e forse nel mio iperuranio quella che io identificavo più come una torta di rose rimandava sicuramente all’immagine di una lumaca. So che ti stai confondendo. È normale. Mi confondo pure io, sempre quando penso e parlo, quindi non posso che complimentarmi con te perché occorre davvero coraggio nel seguirmi. Insomma! Se per noi questa è la classica torta di rose, che qui sul Blog ho fatto in versione dolce e salata e in diversi modi, per gli adorabili tetesccchi è la torta di lumache. A ben guardare hanno ragione perché sembrano più lumache che rose, no? La ricetta l’ho presa, come vedi dalla foto, da uno di quei libri adorabili della Lidl che mi ha fatto perdere la testa alcuni mesi fa. La serie che riguardava le torte per i bambini, le torte dal mondo, le torte più facili e così via. Se vuoi sfogliarli insieme a me sotto il post trovi il video.
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Il libro in questione è Torte da tutto il mondo e questa ricetta fa parte del capitolo Torte irresistibili ed è proprio identificata come proveniente dalla meravigliosa Germania. Ormai la Lidl sta sfornando dei libri sempre più curati, ricchi e a prezzi davvero bassissimi. Non c’è neanche bisogno di sfogliarli o di pensarci. Bisogna infilarli nel carrello senza colpo ferire e dirigersi correndo verso la cassa sperando che qualcuno non ci bracchi al reparto cetriolini e ce lo rubi. Io ormai ho capito bene come funziona la cosa. Ne prendo almeno due o tre per tipo perché ogni volta poi vedo la faccia della mamma che dice: lo voglio pure io! E quando ci ritorni hanno preso tutto (anche in ostaggio il ragazzo del reparto). Tra amiche e via dicendo l’acquisto di un libro della Lidl crea malcontento proprio perché tutti -e dico tutti- alla fine, dopo averli visto, lo vogliono. Tra l’altro visto che ambisco al premio Furba dell’anno ho fatto scorta nei vari periodi in modo che a Natale possa tirarli fuori e fare sorprese un po’ a tutti. Lo vincerò a mani basse questo premio, me lo sento.
Nel frattempo ti dico che questa torta ha avuto un successone e che è facile da preparare. Puoi naturalmente imbottirla con quello che più preferisci e di seguito ti lascio la ricetta al grido di: evviva la Lidl! Ma soprattutto: evviva la zia Luci che mi ha fatto diventare una fedele adepta.
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La Ricetta
Impasto
130 ml di latte
380 gr di farina
30 gr di lievito
50 gr di zucchero
80 gr di burro
1 uovo medio
un pizzico di sale
Farcitura
confettura di ciliegia
100 gr di granella di mandorle
Per la glassa
100 gr di zucchero a velo
succo di mezzo limone
Burro per lo stampo (torta a cerniera da 26 cm)
Scalda il latte. Setaccia la farina e falla a fontana. Nel centro sbriciola il lievito e versa il latte tiepido con un cucchiaino di zucchero. Adesso mescola un pochino e ottieni un composto denso. Copri e lascia riposare per dieci minuti in un luogo asciutto e caldo. Sciogli il burro e uniscilo al latte. Falli intimidire insieme.
In una ciotola aggiungi all’impasto un po’ alla volta lo zucchero che ti è rimasto e poi l’uovo. Poi aggiungi latte e burro tiepidi e comincia a lavorare ma questa volta con un gancio elettrico e con il robot. Aggiusta di sale e impasta.
Togli l’impasto dalla ciotola e lavoralo con le mani aggiungendo poca farina piano per volta. Rimetti l’impasto nella ciotola, copri e lascia riposare almeno un’ora e mezza o finché il suo volume non è raddoppiato. Rilavora nuovamente con le mani e nel frattempo accendi il forno a 220. Imburra una torta a cerniera e stendi l’impasto. Forma un rettangolo di circa 50×40 e spalma uno strato omogeneo di marmellata lungo tutta la superficie. Poi aggiungi cospargendo la granella di mandorle. Arrotola l’impasto dal lato più lungo e poi taglialo in 14 pezzi di uguali misura. Adesso disponi ogni singolo pezzetto sulla teglia e incastrali per bene. Adesso fai riposare la tua torta almeno 15 minuti e poi inforna. Cuocila per 45-50 minuti finché sarà dorata e poi metti la glassa, dopo aver spremuto il limone sullo zucchero a velo e averla formata, e servila. Anche tiepida è buonissima. Anzi ancora di più.
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