Iaia Guardo's Blog, page 64

November 23, 2017

Le polpette di fagioli alla marocchina (più buone non si può!)

Ma davvero non si può, più buone. Allora oggi che è lunedì -ecchelunedììì!!!- ne vorrei un camion con rimorchio perché se hanno un potere queste polpette è quello di far tornare il buon umore. Sotto ti lascio la videoricetta molto veloce ed estemporanea che ho pubblicato qualche tempo fa su Youtube. Tante ragazze che mi seguono sul canale mi hanno detto di averle provate e che sono piaciute. Potrei essere più felice? No. Anche con i ceci e le lenticchie vengono buonissime le polpette e su RunLovers di questa tipologia ne ho fatte davvero di ogni, ma devo confessarti che secondo me il legume perfetto -ma davvero perfetto- per delle polpette veg è in assoluto il fagiolo. Qualsiasi esso sia. Certo se li cuocio io i legumi la differenza si sente eccome, ma nel caso contrario ricorro come sempre a prodotti in vetro di alta fascia e non sbaglio mai (Alce Nero su tutti). Puoi renderle ancora più appetitose friggendole ma onestamente non ce n’è bisogno, sai? Sono già buonissime così anche se le cuoci nel forno senza alcun tipo di condimento; ci pensa poi la salsa. Le spezie come sempre dovranno essere dosate secondo il tuo palato e gusto. Ormai vado talmente a occhio che proprio non saprei dirti, o per meglio dire saprei pure farlo ma è davvero una magia quella delle spezie e quantificare con un cucchiaino o un cucchiaino e mezzo è proprio una sciocchezza. Dipende sempre dal gusto dei fagioli e da quello che ci metti. Dalle spezie che adoperi. Faccio parte della fazione che “le spezie si devono sentire” e quindi sentile senza remora. Puoi assaggiare del resto l’impasto senza nessun problema oppure assaggiare i fagioli speziati soltanto e poi aggiungere gli altri ingredienti in modo da dover aggiustare solo di sale e pepe, poi.


Il pentolino che vedi è un regalo della mia bisnonna, o meglio di nonna e di mamma che l’hanno passato a me. Ci tengo così tanto a quel piccolo pentolino. E mi commuovo ogni volta che lo prendo per mano perché non faccio che chiedermi: chissà se potrò darlo anche io a qualcuno.


Che sono settimane impegnative neanche te lo racconto. La cucina e il salone vittoriano stanno finalmente prendendo la forma definitiva. C’è il secondo lavandino, i lampadari e il tavolo di sei metri -sì sei metri- sta per essere completato. Credo proprio che potrò fare qualche videoricetta già per questo Natale ma non voglio cantare vittoria. Male che va ci facciamo la Pasqua; almeno quella è sicura, no? risata isterica I divani sono arrivati e ho preso talmente tanti cuscini pelosi che non mi riconosco più. Gli alberi hanno le luci ma non gli addobbi. La scala è quasi finita e poi il 2018 comincerà con il completamento dell’opera. Ci sarà un giardino e tante di quelle cose che fatico a credere basti una vita. In questo periodo sento fortissimo la mancanza di Cristiana, Ale, Giulia e Ombretta. Di amiche, di tè e biscotti. Sento la mancanza delle mie “vecchie” amiche e neanche te lo dico di chi, perché rischio sempre di essere morbosamente ripetitiva. Quella la sento ogni secondo della mia vita sia chiaro, ma quanto è vero che le feste amplificano i ricordi e le assenze! Non ci credevo, sai?


Queste polpette entrano di diritto nella fascia comfort food. Sembra che a ogni boccone ti riscaldino un pochino e ti riportino nel passato. Sarà per le spezie o quella salsa calda e buona che mi ricorda nonna. Sarà per la forma tonda e cicciotta che non può non portare pensieri carini. Sarà quel pentolino o queste foto buie fatte con amore scavando a fondo che più a fondo non si può. Non so perché io le chiami alla marocchina, ma forse anche lì il ricordo di quelle spezie in Marocco e di quel suk con papà ha una sua fortissima componente.


 


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La Ricetta

 


 


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Published on November 23, 2017 03:12

November 22, 2017

La salsiccia cotta nel sidro di mele? Si può fare!

[image error] le foto che seguono le ho fatte con iphone 8 plus. Che ne dici? Non è sbalorditivo?


Del sidro di mele analcolico, cotto nella slow cooker, ti ho parlato qui.


Si era già intuito che tutto questo potesse diventare pericoloso, no? Adesso mi ritrovo a bere sidro di mele manco fossi una strega consumata di Hogwarts e a profumare la casa, come se non bastassero i miei amati diffusori di oli essenziali, semplicemente preparando questo sidro. Sì, perché che tu lo faccia in pentola o nella slow cooker poco importa. Saprai che a breve berrai una meraviglia che ti scalderà cuore, anima e corpo e non in ultimo ti riempirà la casa. Calcola che quando faccio il sidro la gente viene attirata alla mia porta già dal giardino. Arrivano tutti con aria sognante e mi dicono: uhhhh ma cos’è questo profumo?! Insomma il mio segreto quest’anno è proprio il sidro di mele e io da brava fissata che poi diventa monotematica e ossessiva compulsiva ho deciso che fosse il caso di cucinare pure con il sidro di mele. In qualche libro poi -che purtroppo non ricordo quale- avevo visto delle costolette di maiale e della salsiccia cotta nel sidro. Alcolico però.


Mi sono detta che io avrei potuto fare la salsiccia nel sidro analcolico e così è stato. Già bisgnorebbe ringraziarmi che non ho parlato di salsiccia di seitan, giusto per dire. In quell’occasione c’era in casa la mia amata Giulia, bestiabionda. Arrivava da Roma e io volevo stupirla. Considerato che avevo fatto tonnellate di verdura toccava fare un secondo di carne per lei e il torinese che quando hanno opportunità di trascorrere del tempo insieme amano rimarcare il fatto che loro mangiano carne e bevono alcool a differenza mia. Si divertono con poco, insomma.


 


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Il plumcake che vedi in foto l’ho improvvisato con un pochino di farina, uova, olio, spezie e pomodorini secchi per fare un panozzo, visto che la bionda va matta per i suddetti pomodorini. In pratica nella slow cooker ho messo del sidro filtrato e ho fatto cuocere la salsiccia per due orette a temperatura massima. Il risultato è stato gradito ma il mio errore è stato quello di esagerare con la cannella; che d’accordo nel sidro può anche andare bene ma magari con la salsiccia sarebbe stato opportuno metterne di meno.


La bionda ferrarese ha buttato giù senza fiatare sostenendo che avessi esagerato con la cannella. Ma con quel garbo e flemma che la contraddistingue. Anche quando stava per soffocare e starnutire ha mantenuto l’aplomb che si confà alla meravigliosa gente nordica.


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Curiosità

Perché so che quest’angolino piace molto assai.


Il Runner pelosetto è di Maisons du Monde. I piatti, il vassoio e le forchette sono di Zara Home.

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Published on November 22, 2017 03:12

November 21, 2017

I miei indispensabili in cucina: Elettrodomestici, aggeggini e Crock Pot

Parlo già sin troppo nel video e quindi mi limiterò ad aggiungere soltanto qualcosina. Ben presto farò altri di questi video, che sembrano essere molto apprezzati, soprattutto perché mi è stato chiesto di approfondire l’argomento Bimby e quale davvero credo sia nello specifico l’elettrodomestico tra tutti che non può mai -ma proprio mai- mancare. E credo, dopo lunghe riflessioni e notti tormentate, di essere giunta a questa difficilissima scelta. Inserisco all’interno di questo post anche un video vecchiarello, ma simpatico, dove mostro degli utensili che non dovrebbero mai mancare per una cucina spiritosa e soprattutto creativa. Anche di questa tipologia ne seguiranno perché nel corso del tempo mi sono resa conto di avere una grande dote (c’è del sarcasmo, qualora non fosse chiaro in modo lampante): quello di comprare qualsiasi oggetto inutile sia presente sul pianeta Terra.


Solo che grazie a questa grande dote talvolta anche un aggeggino apparentemente inutile può cambiare la vita (regia, posso avere un motivetto ricco di suspence proprio su questa affermazione? Grazie). Ti lascio alla visione di questi tre video permettendoti di ricordarti che nel secondo all’inizio parte un CIAOOOO talmente alto che potresti mandarmi -giustamente- la parcella dell’otorino, ergo parti basso con il volume. Ero giovane lo scorso anno e non conoscevo ancora il programma di montaggio e la regolazione dell’audio. Non è cambiato niente da allora (ma mi sono fatta furba e dico ciao piano piano adesso. Incredibile no?).


 


 



Utensili da cucina che non devono mai mancare



Perché comprare la Crock Pot

Presto un altro video dedicato con il nuovo fiammante modello che mi sono regalata che al posto del coccio ha la ceramica. Ti ricordo qualora capitassi per caso di qui che sono mie opinioni e che non accetto nessun tipo di collaborazione. Non è product placement a pagamento. E’ finita al contrario: chi lo fa non lo dice e chi non lo fa è costretto quindi a dirlo. C’est la vie.


 


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Published on November 21, 2017 03:12

November 20, 2017

I miei siti fidati per gli acquisti online (di casa/foodie) natalizi

Prima di cominciare ti avverto: non ho contatti con le aziende, non faccio product placement e questa è una chiacchierata. Dlin dlon fine comunicazione di servizio


I miei siti fidati per gli acquisti online (a volte non solo) natalizi? Intesi come casa e roba da foodie? Non so quante volte mi sia stata rivolta questa domanda come non so quantificare quante volte abbia posticipato una risposta “ufficiale” con tanto di post. Per quanto concerne regalini et similia credo proprio che ne parlerò in separata sede, ovvero nella Cura. Tra pochissimo su Runlovers uscirà la guida agli acquisti, che trovo sia una di quelle cose talmente interessanti che dovrebbe essere flaggata (quand’è che mi sono ridotta a parlare così?) alla voce “da vedere subito”. Certo si parla sicuramente di strumentazione, abbigliamento e aggeggini rivolti ai Runner e quindi -FORSE- se sei qui potrebbe non interessarti. E perché noi tutti insieme non dovremmo farlo per i Foodie? I Foodielovers, insomma (presto novità, sì. Io e Sandro abbiamo comprato il dominio. Il perché non si sa ma di solito quando facciamo cose senza senso un senso lo trovano. O forse ci convinciamo così e basta).


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Zara Home

Io su Zara Home ho sempre fatto degli acquisti sbalorditivi. Prima di tutto perché nel periodo dei saldi -che aspetto come un lemure allo spuntar di frutti e semi perché lo sai che è un frugivoro, vero?- quel taglio sul prezzo e la scritta del nuovo in rosso accanto mi fa provare emozioni incredibili e indescrivibili. Settanta euro tagliato e zac: trentacinque in rosso. Difficilmente mi emoziono così tanto. Una forchetta con il cinquanta o un cucchiaio con un settanta per cento mi mandano in estasi. Non dico più di una borsa con il trenta ma quasi. Non voglio divagare, comunque (risate in sottofondo). Di fatto su Zara Home si fanno acquisti interessantissimi se sei un foodie accanito. La sezione cucina infatti è molto ricca e sempre in continuo aggiornamento. Ci sono in pratica le stelle di natale a dicembre, i conigli a maggio, i pesci ad agosto e roba neanche troppo scontata dai. La cosa che mi piace sempre moltissimo di Zara Home è che in modo del tutto random a volte ti ritrovi le stesse collezioni magari leggermente modificate e riviste ma ti piacciono lo stesso. Per dire: hai visto i piatti stile Hermès? Ora che il Signor Hermès e tutti i cavallerizzi mi perdonino di certo non è la stessa cosa. Ma se non sei un conte o un discendente di Trump e magari non vuoi investire ventimila euro in un servizio di piatti ma solo qualche centinaio tutto completo -o anche meno con gli sconti- il gioco è fatto. Trovo che la qualità di Zara Home paragonata al prezzo sia onesta. La sezione cucina (sala da pranzo per intenderci) comprende anche una vastissima gamma di sottobicchieri e ti dico subito non è mica così scontato, sai? Non è facile trovare tutta una gamma così ampia. Dal legno al vetro al metallo alla plastica passando per ogni sorta di materiale. I sottopentola -neanche questi scontati- e vassoi di ogni tipo e sorta. Mi piacciono molto quest’ultimi proprio perché riprendono linee talvolta retrò, vintage e se vogliamo estremamente ricche e barocche. Non è facile trovare a quaranta euro un vassoio adornato e dorato con tanti ghirigori che da lontano -ribadisco da lontano- può sembrare pure un pezzo pregiato. Perché a quaranta euro da lontano sembra sempre una carcassa il più delle volte. Insomma per vassoi, sottobicchieri e accessori da sala da pranzo (pure bellissime le posate da portata) vai sul sicuro: Zara Home è la risposta. Ultimamente poi con scimmie e conigli portacandele ha portato una ventata vittoriana da cui non sono uscita affatto indenne.


 


H&M Home

H&M Home ha una qualità nettamente inferiore alla precedente azienda ma e urlo MA i prezzi sono anche la metà. H&M Home non entusiasma di certo per un vasto catalogo, anzi. Non ha ampia scelta ma centra il punto. C’è un po’ di tutto e quel poco è carino e fatto bene per il prezzo. Per quanto riguarda la cucina trovi sempre qualche piattino delizioso -soprattutto da frutta- ma se cerchi posate, vassoi e servizi completi allora non è il posto giusto. Per Natale però si lanciano gli amici di H&M, sai? Te lo dico. Quindi fiondati perché la deliziosa collezione annuale prevede anche un bel coniglietto niente male con bordini rossi. C’è pure il sale e pepe a forma di gnomo-nano da giardino e dei cucchiaini a set da tre con i classici animaletti sul manico che nelle tavole natalizie fanno furore al di sotto dei dieci euro. Per non parlare dei classici piattini di babbo Natale che da tre anni sono in collezione. Un foodie accanito non può rinunciare a queste delizie per la tavola ed è per questo che è giusto fiondarsi sul sito, visto che solo da poco ha aperto un punto vendita ad Arese, e aggiungere al carrello. Senza pietà.


 


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Moma Design

Questo è di sicuro un sito diverso dai due succitati e se stai fissando il monitor chiedendomi: Iaia, ma intendi proprio il Moma di New York? Ecco sì. Intendo quello e ti dico che sì. È stata la mia rovina. Fosse per me aggiungerei al carrello almeno sei prodotti al giorno per non dire di più. È un delirio visivo artistico e un percorso immaginario incredibile quello che ti si prospetta. Io lo apro anche solo per riempirmi gli occhi e guardare la zucca di Kusama. I prezzi sono tutto fuorché accessibili ma sempre per il concetto “stiamo parlando del Moma di New York” ti convinci che ci siano pure delle buone occasioni. Faccio il filo a un paio di cose e saranno mie perché è giusto così e perché le cose devono andare così (scusami, sto cercando di parlare con me stessa e giustificarmi. Contatterò lo psicanalista a breve, stai sereno). Amo la glass pot che non è mia (ANCORA non è mia!) e l’idea di veder galleggiare tanti maccheroni. Stare lì guardare e fare stop motion. Commuovermi magari. Teiere di incredibile bellezza, le Yoshimoto Mug e pure le Frida e Diego Mug (dai solo venticinque euro! Lo vedi che si risparmia?!), Mondrian Color Mug e il set di cup di Jeff Koons (le voglio. LE VOGLIO le voglio!!! Chiamate un dottore). Pure Pollock e basta così. Fare un giro non è una cattiva idea (o forse sì) e trovare un pezzettino di arte e sogni da portare a casa dovrebbe essere un diritto. Per ognuno di noi.


Nota dolente: non puoi acquistare se non con un intermediario che ci ricarica una bella cifra. Devi dare un’occhiata per vedere se ne vale la pena. Alcune volte sì. Altre, diciamolo, assolutamente no.


Altrimenti puoi dare un’occhiata al Tate (shop.tate.org.uk) che essendo in Europa -eh ancora per poco- di dogane, intermediari frizzi e lazzi non ne prevede. Di certo la zucca di Kusama ti viene a costare di meno lì, ci sono le mug di Dalì (e pure le calze di Frida) e sale e pepe artistici e tante di quelle meraviglie che metà bastavano. Ma forse no (al Louvre shop invece per foodie, stranamente, niente di che. Fate qualcosa amici francesi. Necessitiamo di piatti giocondosi, grazie).


 


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Maisons du Monde

Io te lo dico eh. Maisons du Monde come qualità mi delude spesso. Ikea no (pure Ikea dovrei inserire perché ha sempre tanta roba per i foodie, va detto. Conta che così l’ho fatto, in pratica. Tanto il catalogo Ikea lo conosciamo tutti a memoria, no?), Zara Home no, H&M Home no e Maisons du Monde sì. Vengo e mi spiego perché non voglio essere fraintesa e rimango comunque una cliente affezionata di Maisons du Monde. Solo che tra tutti i marchi succitati che difficilmente mi hanno deluso come qualità con Maisons du Monde sono rimasta più volte scottata. Va detto che le linee shabby e classiche che propone sono in assoluto le migliori. Da un punto di vista visivo sono imbattibili e tentano -riuscendoci- di scimmiottare maison di un certo tipo e livello. Poi però la qualità -rispetto al prezzo- è davvero deludente a volte. Mi è capitato soprattutto nelle cose di cucina di rimanere basita davanti alla qualità, soprattutto nel catalogo “vetro”. Sono prodotti che non comprerò più. Eccessivamente fragili e anche quelli che nelle indicazioni dicono di poter andare in lavastoviglie a lungo andare subiscono dei danni. Al contrario lato tazze (anche se preferisco sempre e solo Zara Home, te lo dico per le tazze e per la qualità), tazzine e piatti (posate no, a dirla tutta) rimango piacevolmente soddisfatta. Ci sono nel catalogo -adesso arrivano i complimenti eh- però tantissimi accessori per i foodie, oh! Va detto. Se vetro no, posate no e tazze/tazzine/piatti vabbè sì, c’è da dire che l’entusiasmo arriva con gli accessori. Quando si tratta di lavagnette per la cucina o gingillini da mostrare -anche natalizi eh-, cassettine per il pane, tovagliolini (di carta soprattutto, a basso costo e con un bellissimo design) non ce n’è per nessuno: Maison du Monde!


 


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Sass & Belle

Di Sass & Belle mi sono innamorata anni fa. Di animo shabby con quel bianco un po’ scrostato, propone un catalogo per foodie davvero interessante anche se non vastissimo. Se cerchi una tazza (tutte di ottima qualità) con ricami natalizi -e non- e le lettere allora sei nel posto giusto. Se sei un tipo romantico da uccellini di latta e banderine inglesi, pure. Unicorni e scritte carine lampeggianti per la cucina? Pure. Il sale e pepe a forma di cactus e ananas -che quest’anno hanno spopolato- e pure a forma di fenicottero, che inspiegabilmente continua a spopolare. Pure il sale e pepe dal sapore kitsch a forma di pappagallo colorato e vassoi con taglieri dall’effetto marmo che ha scatenato noi donne in questi ultimi due anni (a me no perché te lo dico: non mi piace per niente. Anzi). Set da cup e misure davvero deliziose alla vecchia maniera che fanno vintage colorato ma non eccessivo e tantissime altre meraviglie. Prezzi onesti e qualità ti assicuro ottima. E poi se cerchi quelle tazze che vanno tanto di moda -quelle di latta con le scritte motivazionali per intenderci- allora puoi gridare Bingo al mio via. Via!


 


 


 


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Amazon

Scontato? Forse. Ma tu non sai cosa si trova su Amazon. Molte volte alla domanda “Iaia dove hai preso quel piatto?”, “Iaia dove hai preso quella teiera?”, “Iaia …?!” la risposta è sempre: Amazon. Nelle mie notti insonni io sono su amazon. Sto lì a fare meccanicamente aggiungi a carrello senza sapere perché e poi mi ritrovo roba che neanche ricordo. Fortuna che anche in questa trance ipnotica da shopping insonne faccio sempre buoni acquisti (non è vero ma devo darmi un tono. Comprendimi ti prego). Ho fatto anche delle clamorose gaffe ma novanta su cento indovino! Alla domanda “ma dove l’hai trovato? io non l’ho mai visto” però non so risponderti. E sai perché? Perché in pratica io cerco piatti, ok? Mi segui? E poi guardo sotto i suggerimenti perché ci sono dei piatti che non risultano nella ricerca dei piatti. Ci hai fatto caso? Oppure è il signor Amazon che vuole farmi impazzire e c’è un piccolo bug di sistema nel mio account? Non che voglia entrare in paranoia ben intesi ma questo è il mio infallibile metodo. Perché a volte mettere piatti nel campo di ricerca non basta. Devi proprio scovare come quando sei a un mercatino e sì c’è un bel maglioncino blu sopra gli altri ma soltanto spostando di qua e di là e guardando sotto arriva lui: quello peloso nero che bramavi da anni! Ecco io su Amazon adotto lo stile: mercatino. Scavo tra i consigli e clicco robe a caso. Così ho comprato un servizio di piatti marrone e azzurro (abbinamento non da me ma ti assicuro che è risultato irresistibilmente chic) di Villa d’Este che su Instagram ha fatto impazzire le masse (e pure mia mamma che tenta di estorcermelo in tutti i modi! La legge della natura però dice che deve essere il contrario: la figlia estorce alla mamma e non viceversa. Ovviamente mamma sto scherzando se mi leggi: quel servizio è tuo. Prima però devi passare sopra me, il mio albero di Natale e Koi). Su Amazon i foodie -anche lato food proprio adesso- possono davvero sbizzarrirsi e trovare meraviglie. Ciotole e teiere. Ma lo sai che ci sono teiere di ghisa di tutto rispetto? E lo sai che appunto ci sono servizi di piatti incredibilmente belli? E lo sai (ora la smetto) che compro quasi tutto su Amazon di Villeroy & Boch? Perché ogni anno per Natale quando tiro fuori tutti i servizi di Villeroy versione natalizia -non in ultimo le tazze con i nani e Babbo Natale e i mercatini- arrivano come minimo dieci messaggi al giorno che mi chiedono dove ho preso Villeroy. La risposta in questo caso è: Amazon. E diciamolo se sei Prime -pur nelle isole anche se con un leggero ritardo doveroso- hai la certezza assoluta di puntualità e qualità. Non ho contatti con l’azienda e quindi importa poco di asserire questo ma sarò stata fortunata ma mai e dico mai ho avuto problemi con Amazon. Sia nelle consegne che nel reintegro di oggetti danneggiati. L’ho sempre trovato un ottimo servizio. Anche lato libri di cucina. E qui i foodie possono davvero sbizzarrirsi.


Anthropologie

Ehhh. Ma io ancora devo dirti del mio amore per Anthropologie? Su Youtube non faccio che far vedere di tutto. Anthropologie è proprio un paradiso. Bicchieri con i labrador, alzate come se Pollock fosse arrivato con un barattolo di vernice, dei vassoi con sfumature di una bellezza irresistibile e le ciotole conosciute in tutto il mondo. Ho preso davvero di tutto da Anthropologie; anche non riguardante il foodie ma il lifestyle in genere. Trovo che la qualità sia pazzesca. I prezzi forse altini sì, ma puoi sempre aspettare gli sconti che ora durante il Ringraziamento arriveranno. Rispetto allo scorso anno poi non c’è neanche il problema della dogana perché arrivano dall’Inghilterra. Le spedizioni sono velocissime e affidabili e quando arriva -raramente- qualcosa di rotto te lo reintegrano senza problemi. Mi sono sempre trovata benissimo con Anthropologie e non rinuncerei mai ai loro piatti da portata che sono in assoluto i migliori visivamente e come qualità. Certo le tazze -seppur costose e di una bellezza impareggiabile- sono molto delicate e non possono essere lavate in lavastoviglie o messe nel microonde il più delle volte, ma spesso la bellezza fatta a mano richiede una cura speciale.


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Eataly

Vuoi non fare un salto da Eataly? No dico davvero. Vuoi non farlo? Purtroppo chi non vive in determinate città non può fare la spesa da Eataly e solo il cielo sa quanto mi manchi Torino ma meglio interrompermi prima che scoppi a piangere. Proprio a fine articolo non mi pare il caso. Eataly ha messo in funzione già da tempo un efficiente servizio online dove puoi acquistare prodotti eccezionali e pregiati. Tipo i torroni di bontà inenarrabile tra i più buoni della produzione italiana, Pastiglie Leone e anche molti cereali di tutti i tipi e le specie. Per un foodie accanito Eataly è il posto giusto. Con i cestini o con quello che puoi creare sicuramente farai la felicità di un piccolo foodie abbandonato.


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


 


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Japan Centre

Che sia cibo nipponico o che siano utensili nipponici Japan Centre come dico da anni è il posto che fa per te. Io e il Torinese compriamo alghe, wasabi e tantissime leccornie almeno quattro volte l’anno facendo una mega spesona. Ci sono i prodotti in saldo che stanno per scadere oppure puoi fare come noi e acquistare periodicamente prodotti a lunga conservazione perché viene specificato all’interno del sito. Ci sono teiere e oggetti per il bento davvero interessanti. Come anche molti utensili speciali da cucina per servire e preparare il tè. Mi piace moltissimo perché -sito a Londra- sono affidabili e celeri nelle spedizioni e tutto viene imballato in modo davvero spettacolare. Se hai un amico foodie che ama molto il cibo giapponese allora questo sì che potrebbe essere un grande aiuto, sai? A prezzo onesto trovi anche il sakè in bottiglie meravigliose ed originali che ti faranno fare un figurone. Un bel cesto con alghe, salsa di soia, wasabi e gli sfiziosi salatini nipponici conosciuti in tutto il mondo invece del classico panettone e torroncino? Perché no?! Siamo tutti diversi e il bello del resto è proprio questo.


 


Potrei andare avanti per ore, sai? Ma mi fermo qui nella speranza di non esserti stata inutile come sempre. Qualora ti piacesse questo genere di post allora sarà mia premura farne ancora. Nel frattempo fammi sapere cosa ne pensi perché mi fa piacere e perché no: dimmi qualche sito anche tu. Del resto siamo qui per condividere, no? Share the love, sempre! E pure le idee. Un iperuranio continuo e in continuo aggiornamento.


Adesso scusa ma voglio la zucca di Kusama. E l’avrò.


 


 

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Published on November 20, 2017 01:49

November 18, 2017

Ripartiamo con i planner alimentari per non prendere dieci chili a Natale?

Ma io non ti ho abbandonato, lo giuro su tutti i miei nani da giardino e quella pelosetta bionda che attenta continuamente ai miei alberi di Natale; sì ho detto alberi e sì è ancora metà Novembre ma per tutto quello che devo fare se non comincio da qualche parte fallirò miseramente. Questo planner è pronto da mesi e ce ne sono ancora e ancora ma mi trovo sempre a dover dare priorità a qualcos’altro e mi perdo un po’. Mi perdoni? (voce velatamente minacciosa. E disperata) Direi di ricominciare con i planner anche perché in vista del Natale i dieci chili -se tutto va benerisata isterica– sono dietro l’angolo. Se ti sei perso le puntate precedenti mi permetto di lasciarti questo link, ovvero:


L’importanza del planner alimentare


Quella che è diventata una rubrichetta seguitissima infatti ha visto la luce in modo del tutto ufficiale proprio in questa occasione.


Sono seguiti sei planner e te li lascio più sotto, ricordandoti che ogni planner settimanale contiene un’idea per pranzo e una per cena. Quattordici ricette (anche il procedimento) per sei: quante ricette fa? Avevo quattro in matematica se andava bene. Non posso farcela e non voglio bluffare prendendo l’app della calcolatrice. Per principio l’ho disinstallata: tanto la matematica serve a qualcosa nella vita? (non rispondermi. Sto chiaramente vaneggiando)



Primo Planner
Secondo Planner
Terzo Planner
Quarto Planner
Quinto Planner
Sesto Planner

Io non so mica se poi hai continuato anche tu con i planner. Che ne dici di raccontarmi -se hai tempo e voglia- come è andata o se è stato un progetto che non ha visto la luce? Ci terrei tantissimo a saperlo. So che ricominciare con i planner è la cosa giusta da fare anche per me, che ho mollato un po’. È giusto perché in questo periodo frenetico che ci accingiamo a vivere sarà impossibile regolarsi e tra dolcetti, panettoni, leccornie, pomeriggi tra amici, cioccolate calde e biscottini intinti nel tè (“eccchesarà mai. Vai! Un altro biscottino!” e arrivi a 15 biscotti in sette secondi) quel cappotto meraviglioso per Capodanno lo potremmo indossare come plaid mantellina sopra le spalle senza abbottonarlo. Bene, mi sono terrorizzata abbastanza. E tu?


Ti lascio questo planner ben consapevole che l’ho stilato mesi fa e magari qualche ingrediente potrebbe non essere perfettamente reperibile. Come sai però è solo indicativo ed è una sorta di esercizio che facciamo insieme per incoraggiarci e motivarci. Fammi sapere se ti interessano davvero i planner natalizi e quelli post natalizi detox. In pratica fammi sapere se vuoi piangere con me o no. Io prefererei di sì. Se mi dirai di no nessun problema: mi butterò in un angolo con un barattolo di Nutella veg e un mestolo. Che poi c’è ancora chi crede che la versione veg sia DIETETICA! Capisci? DIETETICA! Certo. Seimila calorie veg dietetiche per cento grammi di prodotto.


Io, te lo dico, non ce la posso fare a sopravvivere a questo Natale. L’ho detto anche lo scorso anno ma forse questa è la volta buona che ti liberi di me.


 


 


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Cous cous speziato con tofu olive, avocado e datterino

Prepara il cous cous. Sgranalo per bene, aggiungi l’olio extra vergine d’oliva e le spezie che preferisci. Taglia a pezzettini piccolo il tofu, le olive, l’avocado e il datterino. Gira per bene e aggiusta di sale. Con la menta o il basilico? Perfetto!


Spiedini di Salmone all’orientale

500 grammi di filetto di salmone fresco circa, un porro, salsa di soia, mezzo cucchiaino di aceto di mele, aglio se piace, zenzero fresco grattugiato


Togli la pelle al filetto di salmone e taglia a dadini non troppo piccoli. Elimina la parte verde del porro e scotta per qualche istante delle strisce belle larghe. Avvolgi i pezzi di salmone nelle “foglie” del porro e infilali negli spiedini di legno. Irrora gli spiedini con la salsa di soia mischiata all’aceto (con l’aglio tritato e vuoi). Fai marinare almeno due ore e poi cuoci nella padella antiaderente.


Riso con Nasello al curry

Riso, nasello, cipolla, vino bianco secco, curry, prezzemolo fresco tritato. Lessa il riso parboiled in abbondante acqua salata e scola al dente. Trita la cipolla e lasciala rosolare con il burro e un pochino di vino e acqua. Aggiungi il curry e il nasello tagliato a cubetti. Dopo 8 minuti che il nasello cuoce aggiungi il riso scolato per bene e gira. Cuoci per qualche minuto e servi con prezzemolo fresco tritato sopra.


Avocado, feta, datterini e basilico

Taglia l’avocado a quadretti, i datterini a metà, sbriciola la feta, taglia il basilico e servi questa insalata gustosissima con un goccino di salsa di soia (o aceto al lampone che ci sta benissimo).


Farro in insalata

Una ricetta semplicissima quella del farro in insalata e che puoi declinare in infinite variazione. A volte ci si dimentica (io lo dimentico, ecco) di inserire il farro nella dieta settimanale. Questo è un buon metodo per non dimenticarsene. Aggiungi pomodori, tonno, mais, barbabietola o qualsivoglia verdura o condimento. Non dimenticare i funghi shiitake che fanno bene e sono buonissimi o l’avocado, la feta, mozzarella, pisellini, fagiolini o foglie verdi.


Melanzane al forno con la tahina

Io spero che questa ricetta ti piaccia perché é semplicissima e si prepara in pochissimo tempo ed è una delle mie preferite. Avvolgi le melanzane nella carta stagnola senza alcun tipo di condimento. Così intere e lavate. A 190 per 30 minuti ma dipende dalla grandezza. Quando aprendo la stagnola riuscirai a infilarci una forchetta perché la polpa sarà bella morbida allora sì che saranno pronte.

Puoi decidere di far cuocere la polpa tantissimo e quindi mischiarla alla tahina, che è una salsa di sesamo facilissima da trovare, oppure lasciarle meno morbide e mettere la tahina sopra. Aggiusta di sale e il gioco è fatto.


Baccalà con le patate alla ligure

(viene buonissimo anche con il merzullo)


600 grammi di baccalà ammollato, olive taggiasche in salamoia, 2 acciughe, aglio se vuoi, pinoli, vino bianco secco, brodo vegetale, prezzemolo tritato


Lava il baccalà, sgocciolalo e privalo delle spine. Metti da parte i pezzi di polpa puliti e asciugati. Dissala le acciughe sotto l’acqua fredda ed elimina la lisca. Scalda l’olio con uno spicco di aglio e aggiungi le acciughe, poi il baccalà e un cucchiaio di pinoli tritati. Sfuma con del vino bianco e lascia evaporare. Aggiungi poi le olive e cuoci per 30 minuti a fuoco basso. Bagna di tanto in tanto con del brodo e nel frattempo sbuccia e taglia le patate a dadi. Mettile in una pentola a parte e lessa per 20 minuti salando. Unisci poi le patate scolate al baccalà e cuoci per 5 minuti. Infine servi con una bella spolverata di prezzemolo fresco tritato.


Mozzarella di bufala e verdure

Dai. Non può mai mancare. Compri una buonissima mozzarella di bufala di qualità eccelsa e il gioco è fatto. La zizzona per esempio. Zero fatica e figurone assicurato. Griglia un po’ di zucchine e delle melanzane, o quello che ti piace di più, e le arrotoli su se stesse. Infili in uno stuzzicadenti lungo da spiedini e servi magari con una salsetta veloce a base di yogurt bianco con un pochino di senape sopra. Perché se non hai tempo di cucinare lo troverai per una coccola.


Tagliolini con mandorle, pomodoro e basilico

Tagliolini, mandorle pelate, pomodori, basilico, aglio se vuoi, peperoncino se vuoi

Trita le mandorle insieme all’aglio (se vuoi) in un robot e ottieni un composto omogeneo. Aggiungi il basilico e un pomodoro (senza pelle, magari sbollentato prima e privato della pelle) e trita ancora. Aggiusta di sale e se vuoi aggiungi il peperoncino e l’olio. Cuoci la pasta al dente e poi unisci il condimento. Servi con mandorle tritate sopra.


Vegan Avocado toast

Qui trovi il post.


Ti serve del pane, del tofu, delle spezie e un avocado. Poi puoi aggiungerci quello che vuoi.

Con le maglie della forchetta devi sbriciolare il tofu. Non solo cambia consistenza ma anche sapore (provare per credere!). Una volta ottenuto questo tofuovo strapazzato devi speziarlo per bene con curcuma, curry, paprica o comunque con tutte le spezie che preferisci. Se lo lasci addirittura con le spezie una notte intera viene saporitissimo ma va bene pure sul momento (con la curcuma e lo zenzero è una bontà!). Una volta che questo tofu sbriciolato è diventato a tutti gli effetti giallo grazie soprattutto alla presenza della curcuma  il gioco è fatto: via in padella. Come se fossero uova. Con olio o senza lo decidi tu. Aggiusti di sale e il gioco è fatto. Componi il tuo avocado toast come preferisci.

Pane, tofu strapazzato e avocado sopra. Puoi profumare con menta o condire con una salsetta a base di yogurt (ma anche maionese). Aggiusta di sale e pronto in tavola!


Spaghetti di zucchine allo zafferano con gamberi

Se non hai il tempera verdure corri su amazon o in un qualsiasi negozio casalinghi.

E fai gli spaghetti di zucchine. Una volta ottenuti gli spaghetti sbollentali leggermente in acqua salata per pochi minuti. La consistenza la decidi tu. In una padella cuoci i gamberi con poco olio (o non usarlo se sei in un regime ipocalorico controllato) e aggiungi dello zafferano. Metti gli spaghetti, gira per bene ed è pronto.


Spiedini di spada profumati

Pesce spada tagliato a fette spesse di 2 cm, foglie di alloro, pecorino romano, scorza grattugiata di un’arancia non trattata, aglio se vuoi, vino bianco secco, origano se vuoi


Elimina la pelle dal pesce e infila i cubetti di spada negli spiedini di legno alternando alle foglie di alloro. Priva il pan carrè dalla costa e mettilo nel mixer con il pecorino, origano se vuoi, scorza e sale. Ottenuto un composto omogeneo passa gli spiedini sopra per impanarli. Puoi cuocerli con olio e vino in padella oppure mettendo tutta al forno. Servi caldissimo magari profumando ancora con un altro po’ di scorza di arancia grattugiata.


Vermicelli di soia alla coreana

Prepara i vermicelli come da istruzioni e scegli quello che preferisci. Pulisci un peperone a striscioline, una carota e una cipolla. Scalda in un wok con carote, peperoni, cipolla e se ti piacciono i funghi e se ne vuoi fare una versione con il pesce dei gamberetti freschi. Aggiungi i vermicelli una volta cotto tutto e gira con poca salsa di soia. Ottieni la croccantezza che ti piace di più e servi fumanti.


 


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Published on November 18, 2017 02:11

November 17, 2017

Carne con latte di cocco, piselli e basilico nella slow cooker

Non mi sopporti più con questa slow cooker, lo so. Pure su RunLovers la settimana scorsa ho ammorbato migliaia di Runner da tutte le parti d’Italia (che però hanno accolto stranamente in modo entusiasta la cosa. Che la fine del mondo sia vicina ormai ho pochi dubbi) con la crock pot, la scelta di vita sana e le solite cose. Sembro un po’ la mamma adottiva di Edward (mani di forbice) che faceva la rappresente Avon porta a porta. Quella che credeva così tanto nei prodotti che non poteva fare a meno di parlarne, parlarne, parlarne a ogni ora del giorno e della notte. Fuori contesto lavorativo? Anche. Il problema -se così si può chiamare la patologia- è che io non solo non faccio product placement a pagamento, non solo non sono un’impiegata della Crock Pot, ma -non in ultimo- mi appassiono raramente alle cose. O, per meglio specificare, magari mi appassiono anche ma il mio interesse scema nel giro di pochi giorni (se va bene, altrimenti si tratta di ore se non minuti). Non sono una fedele appassionata, insomma. Con la slow cooker/crock pot invece non solo è stato amore a prima vista ma ci siamo pure giurate amore eterno per sempre con tanto di invitati, anelli e banchetti.


Non ho mai cucinato così tanta carne in vita mia (e neanche pubblicato sul Blog, a dirla tutta) e questa non è una bella notizia, certo. Però devo confessare come ho già fatto che per anni ho avuto sempre questo grandissimo problema di non sapere come cuocere una delle cose che ho sempre più detestato in vita mia. Quando hai amici in casa puoi sempre proporre piatti molto fantasiosi, particolari o sfiziosi, ma alla lunga tutto questo può essere forzato ed esagerato perché un semplice spezzatino -senza tanti magheggi e ingredienti ricercati e particolari- fa anche la sua figura. Ecco, la crock pot mi ha dato la possibilità di non strafare e di portare in tavola una cosa semplice, che piace generalmente a tutti senza tanti fronzoli. Da parte mia cucino tantissime verdure e legumi e ho fatto delle zuppe che definire buone mi sembra minimizzare alquanto. Questa è stata una delle prime ricette che ho fatto, che ho filmato e che ho offerto anche più volte proprio per l’incredibile successo che riscuote. Tutti mi dicono con la faccia da lemure ipnotizzato e stupito “ma cosa ci hai messo?!” e io tutta gongolante snocciolo i pochissimi ingredienti. Mia mamma e tante altre persone hanno provato a replicarla in pentola -e anche io stessa- ma il risultato non è assolutamente lo stesso. Non si può ottenere semplicemente perché il fuoco è diverso da una resistenza elettrica e anche perché con tutta la buona volontà di questo mondo non si può mantenere un calore costante usando un fornello e -non in ultimo- anche se a fiamma bassissima di sicuro non può equiparare il basso wattaggio della crock pot. In pratica con un chilo di carne da spezzatino di primissima qualità uso una lattina di latte di cocco che si attesta intorno ai 400 ml, ma faccio un mini risciacquo sotto il rubinetto come ha insegnato la nonna. Come si fa con la salsa, no?


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Poi metto una bella manciata di piselli -a occhio- qualche foglia di basilico, del sale e del pepe. Finito. Se voglio esagerare una cucchiaiata di curry di quello buono e abbondo ancora un pochino con la curcuma nonostante sia contenuta già nel curry, ovviamente. Ma un tantino in più non fa mai male. Il risultato è sorprendente e lo è ancora di più il fatto che posso conservarlo in frigo per due giorni e mi è stato detto che è sempre buono (sai che io non surgelo mai, se mi leggi da un po’. Se sei fortunato e mi leggi da poco invece per abbreviartela ti dico che: ho subito violenza psicologica sul surgelamento per via di mia mamma. Una storia triste che ti risparmio).


Ieri ti parlavo delle mie zuppe preferite ,ecco. Anche nella slow cooker ne sto facendo di buonissime. Merito anche della mia fiammante e nuova crock pot -di cui devo assolutamente parlarti- che invece di avere la pentola in coccio ce l’ha di ceramica. Tutta un’altra storia. Cuoce in modo diverso e più veloce ma non sono fatta per lo spoiler e per le informazioni approssimative -eccerto sono un’antipatica logorroica- ergo rimando la chiacchierata alla prossima settimana dove la presento ufficialmente premurandomi di dirti le differenze che ho riscontrato. Il Natale del resto è alle porte e c’è poco da fare: regalarti o regalare una crock pot è diventato un obbligo morale.


Sogno di andare porta a porta a fare dimostrazioni culinarie con la slow cooker sotto l’ascella. Dottore, è grave?


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Curiosità:

Quando mostro questi piatti tutti e dico TUTTI mi chiedono dove io li abbia presi. Trattasi di piatti di Caltagirone originale Alessi, che amo particolarmente e che ho in tutti i colori. Forse potresti trovarli anche online perché mi è capitato di vederli negli anni, o meglio ancora puoi fare un salto qui nella mia amata terra perché di queste meraviglie ce ne sono moltitudini.

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Published on November 17, 2017 03:00

November 16, 2017

Le mie zuppe preferite

Non ero un’appassionata di zuppe anni fa. Facevo parte del team pastina e urlavo pure sugli spalti “Farfalline! Go farfalline go! Co-ralllli-niiiiicoralliniiiii”. Mamma una sera sì e l’altra pure per cena serviva pastina. Io, che non sono mai stata amante della pasta del genere e aborrivo la carbonara e tutto quello che generalmente piace ai bimbi (sono diventata obesa con tanto impegno, sì. Solo io potevo diventarlo mangiando camion di kinder cereali e pane con maionese e pomodoro), amavo spudoratamente questo formato. Fosse stato per me avrei potuto mangiare pastina ventiquattro ore al giorno. Altro che “quando sei malato mangi la pastina”! Io stavo benissimo e ancora di più se la mangiavo. Niente pollo -come amava servirla mamma- ma solo brodo sì. Niente formaggino -passione anni ottanta di mamma ma non mia- e neanche parmigiano (sempre detestato, che il cielo mi perdoni e anche tu) ma solo farfalline e brodo o corallini e brodo. Pure seicento grammi potevo buttarne giù. Ma pure un chilo, dai. Tanto “è pastina” no? E tutti a pensare che fosse dietetica, chiaramente.


Essendo sicula la zuppa di per sé non appartiene alla mia tradizione culinaria e in più papà non era un grande amante -esclusa la pastina- di brodagliette deliziose e roba morbida al cucchiaio. Mamma neanche, ergo: mai mangiate zuppe in vita mia. Ricordo ancora la faccia di mio papà davanti a un consommé a Parigi. Non so quindi cosa sia scattato (no, lo so dai e ora te lo dico) ma un giorno ho cominciato a passare qualsiasi cosa. In realtà il mio grandissimo problema è sempre stato quello di masticare poco, mangiare velocemente e digerire male. Il Nippotorinese mi odia per questo. A volte mi fissa e dice “dovresti masticare quel pezzo di pane almeno per venti volte” e a me non rimane che immaginarmi come una mucca ruminare davanti ai cerchi di paglia in una landa deserta. Venti volte? È già tanto se lo mastico una volta!


Ho cominciato con le zuppette dopo gli ottanta chili persi. In una fase piuttosto dolorosa della mia vita dove mi ero convinta di non dover mangiare mai più niente perché gli ottanta chili potevano far capolino sulla bilancia da notte a notte. Mangiavo pochissimo, ero pericolosamente sottopeso e rifiutavo qualsiasi cosa potesse contenere carboidrati o zuccheri o tutto, insomma. Per qualche strana ragione il mio cervello (malfunzionante) mi aveva detto che qualche cucchiaiata di zuppa non mi avrebbe fatto prendere peso (salvo poi salire sul tapis roulant) e che mi avrebbe aiutato nella digestione per via del mio problema di voracità. Da allora sono cambiate molte cose. Non ho fatto pace con il cibo e neanche con la masticazione. Non ho risolto alcuni problemi mentre altri sì e come in tutto da brutti momenti possono nascere anche tradizioni carine e ricordi da portare nel cuore. La zuppa è diventata da un punto di vista psicologico sicuramente qualcosa di diverso. Una coccola senza troppo stress che mi concedo spesso e che mi fa sentire a posto. Non perché contenga poche calorie o amenità del genere (anche perché adesso ci butto dentro qualsiasi cosa e chi si è visto si è visto! Pure i crostini, oh!) ma perché fa parte della mia routine e cosa più importante: mi piace. Mi piace più della pastina, anche se in verità la pastina poi non l’ho più mangiata. Ma questa è un’altra storia.


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In qualche vlog ho detto che avrei parlato delle mie zuppette preferite e la cosa è stata accolta in modo molto positivo. Eccomi qui quindi a mostrarti quelle preferite del periodo e che ho avuto modo di preparare e mangiare insieme alla mia amata Ombretta, a cui vanno infiniti meriti tra cui quello di avermi insegnato un grande segreto: nella zuppa ci va il latte di cocco.


Ombretta elargisce sempre dei segreti degni di nota. Il latte di cocco conferisce alla zuppa una cremosità che puoi sperare solo se metti ottocento grammi di burro e qualche tonnellata di formaggio (sto esagerando? naaaa) e la bontà ti lascerà così basito che difficilmente ti riprenderai dallo shock. Ho usato diversi tipi di latte di cocco ma solo con uno mi sono trovata benissimo e credo sia il migliore per le preparazioni salate. Tutto sta nello scegliere l’ingrediente principale della zuppa, cuocerlo e infine passarlo facendolo andare con il latte di cocco e le spezie eventualmente. Oppure fare cuocere direttamente l’ingrediente principe (o più ingredienti) all’interno di latte di cocco (o latte di cocco e acqua per una consistenza meno cremosa). In pochissimo tempo hai davanti a te un piatto eccezionale, nutriente e leggero che puoi declinare in infiniti modi.


Zuppa di castagne e patate

La prima zuppetta che ti propongo è quella di castagne e patate. Ho fatto bollire le castagne e le ho sbucciate. Lo so non è comodissima come operazione ma (non dirlo a nessuno) pare che le vendano già bollite. Non sono stata così fortunata da averle in casa in questa versione sprint già pronta ma ho avuto la fortuna di avere Santa sempre Santa Signora Pina che con amore si è messa lì a sbucciarle una a una (sarò stata una brava persona in un’altra vita. Non in questa, sia chiaro). Ho bollito (la signora Pina, sì) le castagne e poi messo tutto in pentola con latte di cocco, pepe e sale e via. Frullatore. Servito il tutto con castagne bollite sminuzzate e la goduria suprema è servita. Ci metterei pure un po’ di noce moscata, sai?


 


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La zuppa di patate e funghi shiitake

Patate bollite e shiitake già cotti tutti sapientemente frullati (c’è del sarcasmo, sì) e cotti in pochissimo latte di cocco e acqua. Speziati con pepe nero e salati. Niente di più e niente di meno. Una ricetta talmente semplice eppure particolare che ti stupirà; a patto che tu sia un amante di questi funghi perché risultano -soprattutto serviti in questo modo- alquanto “pesantini” dal punto di vista del sapore, intendo.


 


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Zuppa di carota, zucca e shiitake

Mi piace rigirare gli shiitake interi dentro la zuppa. Altro che crostini! Danno la croccantezza giusta, fanno bene e soprattutto si sposano benissimo a diversi sapori. Questa è in assoluto una delle mie preferite (ma la mia preferita è quella che segue, lo confesso. Non uso il latte di cocco però ed è più consistente. Infatti non ti dà l’effetto in bocca di una vellutata ma di una zuppetta corposa e di carattere. Faccio bollire le carote e la zucca Hokkaido (o quella che ho in casa) e poi frullo tutto insieme. Aggiungo poca acqua in pentola così l’allungo un po’ e i due ingredienti arancioni che amo si vogliono bene e si abbracciano e via di curcuma, curry e cumino in polvere. Pepe e sale.


 


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La mia preferita di sempre e per sempre

La mangerei tutti i giorni (leggi: la mangio tutti i giorni fin quando non mi viene a nausea). Facilissima. Fai bollire le carote e la zucca in forno. Poi trasferisci tutto in un pentolone da strega come fosse il calderone delle meraviglie e vai di latte di cocco. Ma di brutto eh. Tipo che io vado anche di mezzo litro ma non dirlo a nessuno (ne vengono fuori tre piattoni che chiaramente non riesci a mangiare. Anche se non ci giurerei). Curry, spezie per tajine (sai che sono buone anche quelle della Lidl?), curcuma, zenzero in polvere, cumino in polvere, paprica e ciao. Il paradiso. Credo che sia una delle zuppe più buone e facili da preparare e che se servi con crostini o abbellendo con delizie assortite puoi anche presentare in occasioni particolari e speciali. Stupirà e piacerà anche a chi difficilmente apprezza questa consistenza nel cibo. Io penso sempre che a papà nonostante tutto sarebbe piaciuta.


Oppure avrebbe fatto la faccia da consommé a Parigi.


 


 


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[image error]Ultima arrivata: la zuppa di pomodoro!

Sempre Ombretta mi fa: facciamo la zuppa di pomodoro! Essendo Halloween, all’epoca, mi sono detta che la zuppa del vampiro era davvero una buona idea. Solo che io con il pomodoro, nonostante sia uno degli alimenti del mio cuore (in tutte le salse, è proprio il caso di dirlo), ho sempre problemi. E non importa se lo mastico tanto o poco, se lo cuocio poco o tanto o se faccio delle preghiere indiane prima di ingerirlo. Io con il pomodoro faccio proprio a botte. Se lo mangio -in qualsiasi modo- devo essere conscia del fatto che patirò le pene dell’inferno. La domanda che mi pongo generalmente è: oggi ce la faccio a combattere con i demoni del pomodoro?


Quando la risposta è sì vado di pomodoro e via. Sofferenza e felicità.


La zuppa di pomodoro è un evergreen irrinunciabile e basta del pachino meraviglioso o del pomodoro buono davvero con un po’ di sale e pepe per farci sognare (e poi tormentare tra le fiamme dell’inferno).


 


L’altro giorno -ma non l’ho fotografata purtroppo- ho cotto dei piselli (surgelati, sì) e poi li ho frullati con poco brodo vegetale. Ho aggiunto del basilico, dei pistacchi e un pochino di wasabi. Ma sai che è venuta una zuppetta eccezionale? Mi sa proprio che urge un secondo puntatone. Tu che ne dici?


E soprattutto: la tua zuppa preferita qual è? Ne hai mica una da consigliarmi? In caso affermativo: un bacio. In caso negativo: un bacio pure, dai.

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Published on November 16, 2017 04:05

November 14, 2017

Homemade Apple Cider – Sidro di mele nella Crock Pot

Ricordo, come se fosse ieri, mia zia seduta su una poltrona che leggeva “Le regole della casa del sidro”. Ero veramente molto piccola e non capivo cosa significasse sidro, solo che mi vergognavo un po’ a chiedere; sarà che non avevo la confidenza necessaria in quel caso o che mi ero convinta così, a dirla tutta. Sarà capitato anche a te di ricordare questi dettagli del tutto irrilevanti di momenti vissuti, apparentemente noiosi e così maledettamente quotidiani, eppure per qualche ragione diventano fotografie di pensieri e sensazioni che non riesci a dimenticare, ma che anzi nel tempo risultano così importanti che ci rimugini pure su. Me lo sono chiesta spesso perché quel giorno rimasi impalata lì a fissare la zia che leggeva quel libro così grande con quel nome così strano. Questo te lo dico perché ogni volta che leggo o sento sidro penso sempre a lei con quel volume in mano tutta intenta con espressione assorta e io piccola che la fissavo con sguardo interrogativo chiedendomi cosa fosse il sidro. Essendo una bambina molto curiosa quando ho potuto sono corsa verso la libreria dove mamma teneva il suo dizionario di italiano. Non so perché mamma tenesse così tanto a quel dizionario ma stava sempre lì. Nella stessa identica posizione. Capito cosa fosse il sidro mi ripromisi di assaggiarlo un giorno o l’altro. Bene, sono passati trent’anni da quella promessa e io non l’ho mai assaggiato. Il primo motivo è che contiene alcool e la mia religione me lo impedisce (se mi segui sai che sto scherzando; ma sono astemia per scelta da sempre e mai ho toccato alcool in vita mia. MAI. Una storia lunga, sicuramente già raccontata nei meandri di questo infinito contenitore di ricordi. Una scommessa personale andata a buon fine. Una cosa, non ti nascondo, di cui sono particolarmente orgogliosa, peraltro) e il secondo, che in realtà è l’unico motivo, è che me lo sono completamente tolto dalla mente. In realtà durante il periodo Potteriano quando tutti andavano al pub Tre manici di scopa a buttar giù sidro nelle serate natalizie o semplicemente freddolose ricompariva di nuovo la zia e la mia promessa, ma poi vuoi per una cosa, vuoi per un’altra. Insomma quasi una persecuzione questo sidro.


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Poi qualche mese fa, complice un nettare di mela davvero delizioso comprato alla biobottega, mi impongo di provare a vedere se ne esistesse una versione no-alcool. E dove vado se non su Pinterest? Ne vien fuori, come sempre, un universo sconosciuto. Pinterest ti bombarda di informazioni visive a tal punto che ne esci stordito. Un po’ come entrare alla Rinascente o alla Coin durante le feste quando milioni di milioni di milioni di addobbi travolgono le tue pupille e non sai più di che colore, forma e dimensione vorresti fare l’albero e soprattutto se dopo tutto quello visto hai ancora voglia di farlo. La risposta, per quanto mi riguarda, molte volte è NO. Con la conseguente voglia di fuggire. Ma poi ritorno in me e compro tutto (forse ero in me, prima. Non saprei). Apple Cider mettilo su Pinterest ti prego: un delirio. Di tutte le versioni e di più. In tutti i modi e se non fosse possibile ancora di più e di più. Di una semplicità imbarazzante, mi dico. La prima volta lo faccio con la pentola di ghisa de Le Creuset. La seconda pure e via così. Poi comincio con la crock pot e poi non la smetto più. Se lo scorso anno le mie pupille gustative erano in visibilio per il Pumpkin Spice Latte quest’anno lo sono per il sidro fatto in casa. E ti dirò di più: nella crock pot o slow cooker come vuoi chiamarla viene così buono che te lo consiglio assolutamente. Inoltre la preparazione svolge la doppia funzione di profumare la casa e rendere tutto così stramaledettamente perfetto e renderti una persona migliore e sorridente. Sì, perché a riprova che non solo l’alcool ti rilassa-disinibisce-fesserie assortite, anche un semplicissimo sidro può davvero stenderti e renderti sin da subito gioviale e anche molto sorridente. Ha un potere magico, me ne sono convinta. Quella cannella ti sale alla testa, quello zenzero ti rinfresca e le guanciotte diventano così dolcemente rosse che ti senti come catapultato in uno chalet, con un orrendo maglione natalizio strapieno di renne saltellanti vicino a un camino scoppiettante.


Sarà, ma io con l’età che avanza sto sempre più rivalutando le spezie. Oltre che le loro incredibili proprietà parlo proprio di gusto. Di come riescano davvero a riempire dei vuoti. La cannella, lo zenzero e i chiodi di garofano sono ormai immancabili; oltre a svolgere una funzione anti malanno proprio (soprattutto la cannella in caso di raffreddore o influenza. Per non parlare delle infinite proprietà dello zenzero) riescono ad alterare l’umore. Il sidro caldo che scende lungo la gola ti infiamma e sfiamma come in un tornado di yin yang. Riempie in tutti i sensi.


 


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Ci sono diversi modi per preparare il sidro fatto in casa

E tu troverai il tuo.


Quello che ti propongo non è un vero sidro originale a cui aggiungere il lievito per farlo fermentare e poi imbottigliare. Insomma non è una versione alcolica o frizzantina ma una basic, diciamo. Ma strepitosa! Puoi usare diverse tipologie di mele e ogni volta che le cambierai otterrai un sapore ovviamente diverso e dei contrasti che potranno piacerti o meno. Anche la combinazione di due tipi di mele è da prendere in considerazione. Anzi c’è chi dice che debbano essere almeno due le varietà altrimenti il sapore perde un po’. Puoi usare le Red Delicious, ovvero quelle rosse ricche di fruttosio belle tonde e rossastre oppure le Smith, quelle verdi croccanti leggermente acidule ma anche le Golden, ovvero le Yellow Delicious (tra le mie preferite), dolce e delicata leggermente acidula ma non troppo come quella verde.


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Come si prepara il tuo sidro, Iaia?

Il mio si prepara così: si tagliano due mele, si mettono 2-3 bastoncini di cannella, una manciata di chiodi di garofano ma non nella garza perché tanto poi filtro tutto con il colino e il problema non sussiste (e comunque ne metto davvero pochi e sono facilmente riconoscibili e possono essere tolti con comodità), un’arancia a fette, il succo di un’arancia spremuta e quello di mezzo limone (non si mette di solito nel sidro ma a me piace moltissimo), due pezzetti di radice di zenzero spellata che poi toglierò ma se vuoi puoi usare quello in polvere. Per zuccherare mi piace molto lo sciroppo d’acero ma puoi anche aggiungere il dolcificante che ti piace di più e nessuno ti vieta di usare il miele, che si presta benissimo. Magari un miele speciale dalle note che si sposano bene con la cannella, per dire. Metti tutto nel fondo di una casseruola, o della crock pot come nel mio caso, e cuoci a fuoco bassissimo fin quando le mele non sono morbidissime, che se passi la forchetta ne rimane la polpa per intenderci. Nella crock pot è comodissimo proprio perché non devi controllare il fuoco e naturalmente l’acqua non evapora in grande quantità, anzi.


Una volta trascorso il tempo (con la crock pot io lascio andare anche per sei ore) hai due strade davanti: togliere radice di zenzero, stecche di cannella e chiodi di garofano e frullare le mele oppure filtrare con un colino o una garza, che si è impregnata dei sapori con dentro tutti i pezzetti di frutta. Il primo metodo è innegabile sia il più saporito mentre il secondo il più scenografico. Qualsiasi sia la tua scelta però provali entrambi prima di decidere, ti prego. Non è così tanto macchinoso frullare le mele, sai? Non lasciarti ingannare. Puoi pure usare un frullatore a immersione. Ci stai davvero pochi minuti, come negli stessi pochi minuti puoi filtrare.


 


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Published on November 14, 2017 05:40

November 8, 2017

La Torta (del reggente) a strati strapiena di cioccolato? Prinzregententorte!

La zia Luci sarà orgogliosa di me, perché oggi quella che ti offro (quanto lo vorrei davvero!) insieme a buon tè nero di Peter’s Tea House al cioccolato (buonissimo!) è la Prinzregententorte! Certo è che se mi dovessi sentire pronunciarla in lingua tedesca quel tè mi finirebbe dritto in faccia per le risate. È un dolce famosissimo soprattutto in Baviera e tradizionalmente viene composto da sette dischi di pasta biscotto che vengono alternati con questa delizia al cioccolato. Sai che io quando arriva Natale ho questa passione per il Pappamondo, no? Ricette tradizionali dal Mondo. Ricordi due anni fa? Ci siamo fatti un giro intorno al Globo assaporando, solo virtualmente purtroppo, tutte le delizie prelibate che ogni magnifico paese sforna. Perché mai non dovrei ricominciare a farlo? È pur sempre una nostra tradizione quella di viaggiare insieme tra fette di torta, piatti fumanti salati e curiosità, no? Spingendo sull’acceleratore della fantasia possiamo volare da una parte all’altra gustando ogni sorta di meraviglia e chiacchiere fino allo sfinimento su quanto sia bello un posto, un gusto e una tradizione piuttosto che un’altra. Domani poi sarà pure il compleanno della mia mamma e stasera alla mezzanotte qui si festeggerà. Non con questa perché mamma non è tanto da torta al cioccolato ma più da panettone e iris; sì Iris, quella preparazione dolciaria su cui tantissimo abbiamo disquisito. La tradizione, giustappunto, di famiglia impone che mamma oltre i regali scarti anche un bel vassoio di iris caldi caldi fumanti. Quest’anno mi sono prefissa, a dirla tutta, di prepararli io (mamma non leggere!) e di farle questa sorpresa (mamma arriva sempre un po’ in ritardo con la lettura dei post quindi sono in una botte di ferro. Del resto per il ritardo a leggere le cose avrei pur dovuto prendere da qualcuno, no?).


Capisco che può spaventarti all’apparenza e sembrare di difficilissima preparazione ma non è così, te lo assicuro.


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È stata la prima volta che ho preparato questa torta, tanto somigliante per certi versi alla Torta Dobos che al contrario ho fatto diverse volte (anche con le lastre di caramello sopra, sì. Pura follia lo so), per cui ho deciso di adoperare una ricetta facile, veloce e senza fronzoli. Quale? Una ricetta che compare nei libri della Lidl di cuiti ho parlato ovunque e anche qui.


Libri che si riconfermano ancora una volta eccezionali. Non ne sbagliano davvero una! Con tutte le preparazioni non ho mai avuto problemi e sono sempre risultate perfette. E poi diciamocelo la Lidl è tedesca vuoi che sbagli questa ricetta? Giammai! Mi perdonerà ma sulla ricetta della Cassata siciliana avrei qualcosa da ridire ma nonostante questo è in lista perché mi incuriosisce parecchio anche questa versione “estrosa”. Divagazioni a parte la Torta del Reggente essendo molto scenografica e facile da preparare è perfetta per questi giorni di festa che ci accingiamo a organizzare. Sicuramente da inserire nella to do list qualora volessi fare davvero colpo e avessi poco tempo e per assurdo poca dimestichezza con i dolci. Con un buon tè nero amaro, o tisana/infuso agli agrumi, una fetta della torta del Reggente regalerà a te e i tuoi cari un momento che di sicuro sarà annoverato tra quelli indimenticabili. La reazione qui è stata di stupore, gridolini di gioia ed entusiasmo. Non da parte del torinese, che come ben sai non ama molto le preparazioni a base di cioccolato, ma per il resto: ovazione.


Adesso mi tocca trasformarla in una versione veg, perché mi è proprio venuta voglia di provarla.


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Le Curiosità

Il runner pelosetto è di Zara Home
Il piatto è un pezzo di antiquariato, regalo prezioso
Il cucchiaino è di una vecchia collezione di Zara Home natalizia
L’alzata è di H&M Home, collezione natalizia di qualche anno fa
Il piattino è di Maisons du Monde
La tazza (non ricordo bene, pardon) credo sia H&M Home (ho un’età)

 


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La Ricetta

 


Ingredienti. Una torta da 12-14 fette circa



200 grammi di farina
450 grammi di burro
250 grammi di zucchero
50 grammi di amido
un cucchiaino di lievito in polvere
125 ml di latte

 



100 grammi di cioccolato semifondente
150 grammi di zucchero a velo
125 grammi di glassa al cioccolato

 


Preriscalda il forno a 200. Amalgama 250 grammi di burro con lo zucchero. Separa le uova. Unisci i tuorli alla massa di burro e zucchero. Incorpora gli albumi montati a neve ferma. Setaccia la farina e l’amido insieme con il lievito in polvere. Ungi uno stampo a cerniera e versa metà dell’impasto. Inforna per 10 minuti circa. Fai raffreddare e poi inforna l’altra metà di impasto e lascia raffreddare. Una volta freddi questi due pan di spagna taglia a metà.


Per la farcia scalda il latte e fai fondere il cioccolato mescolando. Fai raffreddare. Monta poi il burro a spuma e amalgama con lo zucchero a velo e il latte al cioccolato. Spalma poi le basi di “pan di spagna” e copri. Infine chiudi con la glassa al cioccolato.


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Published on November 08, 2017 03:00

November 7, 2017

In fissa con i waffle salati? Naaaaa

Non starò esagerando con tutti questi waffle? Giammai! Il dramma reale è che quelli salati, a mio avviso, sono cento volte più buoni di quelli dolci. Il doppio dramma è che ad asserirlo è una che tra dolce e salato sceglierebbe sempre e solo dolce. Io e Ombretta dal 28 Ottobre non facciamo che girare in recipienti tondi l’impasto dei waffle con la piastra ben calda sempre accesa e pronta all’occorrenza. Giulia, la bionda che se mi leggi conosci sì, è arrivata con la bella artista romana del mio cuore nel week end precedente a Halloween per la maratona Stranger Things. Il tutto è stato ampiamente documentato nelle storie di Instagram (su maghetta e iaiaguardo), sul canale youtube e come se non bastasse con foto e altro (disegni? Pure). Dopo aver costruito un pannello con tanto di carta da parati, reperita da Alessandro e Peppe mie fidi amici e collaboratori, abbiamo potuto finalmente comunicare come si deve con il sottosopra. E solo una voce arrivava insistente dal sottosopra: waffle. Waffle e ancora waffle.


Se non vedi/hai visto la serie penserai che io stia delirando più del solito (e può anche essere a ben pensarci) ma di fatto i waffle (gli Eggo altro non sono che una versione industriale e surgelata) sono strettamente correlati al sottosopra in quanto cibo preferito della stupenda Eleven. Ho usato la ricetta classica dei miei soliti waffle vegani, senza aggiungere ovviamente lo zucchero. Con il tempo ci siamo accorte che anche con metà della dose di olio (ma anche senza) vengono buonissimi. Senza olio però devi aggiungere qualcosa. Ombretta ha avuto la brillante idea di aggiungere delle olive; questo perché l’impasto chiaramente senza olio farà risultare il nostro beneamato waffle troppo secco.


 


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Quindi ricapitolando:



200 ml di latte vegetale
160 gr di farina 0 (o quella che preferisci)
1 cucchiaino e mezzo di lievito
60 ml di olio vegetale (come ti dicevo anche metà va benissimo)
sale e pepe se vuoi o spezie che preferisci

Trovo che questa versione dei waffle salati si presti benissimo a infinite occasioni e non ti nascondo che la proporrò anche a Natale. Anzi sai cosa? Progetto già un albero di waffle. Conta che quelli in versione rainbow li ho già fatti e te li mostrerò un pochino più avanti. Sono immersa nelle ricette di Natale, tra gif e progetti con Ombretta e non solo. Questo è indiscutibilmente il periodo dell’anno più stressante sì ma anche più magico. Faticoso di certo ma è vero, e capiterà anche a te, che quando la fatica va a braccetto con la magia e l’entusiasmo si sente molto meno che la metà. Ti consiglio vivamente di acquistare una macchinetta per waffle. Su Amazon ne trovi di diversa misura, forma e prezzo ma questo ti assicuro che è davvero molto contenuto e non in ultimo la macchinetta non occupa spazio. Questa forma tonda mi mancava (avevo quella quadrata e quella classica a forma di cuore/fiore) e proprio su Amazon ho trovato la soluzione.


Insomma questi waffle s’hanno da fa’. C’è davvero poco altro da aggiungere. Esteticamente accattivanti, versatili e declinabili in infinite variazioni di sapore si possono arricchire con creme, accompagnare anche al tè perché insieme ai tramezzini e alle torta fanno la loro bellissima figura, offrire per merende e colazioni. Infiniti sono i modi e i tempi per proporli. Per la serie: stupire con poco e con tanto gusto.


 


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Curiosità

So che ti piace molto questa piccola sezione e quindi quando me ne ricordo è sempre un piacere.



Il runner pelosetto è di Zara Home
Il bicchiere fa parte di una collezione natalizia di Maisons Du Monde (preso quest’anno)
La paletta dei dolci è Zara Home
Il piatto è Villeroy & Boch (sì perché a Natale solo quelli e poco altro)
Forchetta e coltello: Zara Home (credo che ancora tu possa trovarli. Io li ho presi online in servizio da 6 e dal vivo sono davvero stupendi)

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Published on November 07, 2017 03:00

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