Iaia Guardo's Blog, page 65
November 6, 2017
La carne nella slow cooker e lo spezzatino con lime, soia e wasabi
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Come ho avuto modo di ribadire fino allo sfinimento da quando ho la mia slow cooker -una crock pot- riesco a sfornare degli spezzatini e degli stufati incredibili. Non ho mai, giuro, ricevuto così tanti complimenti. Ormai in famiglia e nella mia cerchia di amici l’hanno acquistata tutti. Non mi stupirei se anche la nonna, integralista con la pentola vecchio stile tra le mani, ne volesse una perché l’ultimo spezzatino con il latte di cocco e la senape l’ha davvero segnata. Le è piaciuto così tanto che adesso sforno spezzatini come se fossi un’esperta ristoratrice. E già di per sé la cosa fa riderissimo, no? (riderissimo, dopo super super super e stra stra stra è il tormentone linguistico del momento. Sono difficili indagini che eseguo quotidianamente e mi attengo quindi per non risultare indietro. Per essere sul pezzo, insomma). Io brava a cucinare la cosa che odio di più.
La vita mi riserva sempre incredibili sorprese.
Se mi avessero detto che mamma si sarebbe fidata di questo aggeggio infernale (per mamma sono tutti aggeggi infernali e ti ricordo che è la stessa -se mi segui da tanto tempo- che mi ha terrorizzato con tutti gli elettrodomestici possibili e mi ha fatto venire la mania di non surgelare nulla) non ci avrei mai creduto. Mamma fissa le pentole anche quando cuoce i piselli. Non riesce ad allontanarsi. Va in paranoia pure se c’è una candela accesa perché siamo, chiaramente, tutti a rischio incendio. Figurarsi se mollava lì la slow cooker da sola. Certo, non esce di casa e la guarda sempre di sottecchi e con sospetto ma diciamo che è già uno step avanti. Poi se quando ci sono io si finge sportiva e quando è sola mette la sedia davanti e la fissa come un lemure inebetito questo proprio non saprei (sottotitolo: ma potrebbe essere eccome). Adesso con l’autunno poi possiamo pure buttar giù tonnellate di legumi e ciao. Niente più stress per i ceci soprattutto che richiedono tempo e fuoco molto dolce per essere buoni davvero. Niente più stress per la soia, che mi ha sempre fatto dannare ti confesso. Adesso butto giù dentro e CIAO. Motto dell’autunno: Butta giù dentro e CIAO. Ripeti con me.
CIAO.
E poi, dai, le verdure nella slow cooker vengono così buone che se non le provi non ci credi. Spezzatini di seitan e tofu per me con tonnellate di legumi e diverse preparazioni di secondi piatti (anche pesce) per gli altri. E ti confido una cosa: pure il Nippotorinese mi fa i complimenti. Insomma mamma che non fissa le pentole e il NippoTorinese che mi fa i complimenti: Signor Crock Pot la ringrazio infinitamente.
E CIAO. Che suono meraviglioso ha questo CIAO?
Spezzatino con salsa di soia, lime e wasabi
Seguiranno diverse preparazioni all’interno della slow cooker, soprattutto in vista del Natale perché qui mancano davvero pochissimi giorni agli addobbi e al tanto sospirato spirito natalizio che vuole venir fuori prepotente già dal sei dello scorso gennaio. Non faccio in tempo a metter via gli scatoloni natalizi che ho già voglia di ri-addobbare tutto. Questo spezzatino è davvero semplicissimo e necessita degli ingredienti succitati: salsa di soia (non troppa), succo di lime (4-5 lime per un chilo di carne, all’incirca) e un po’ di wasabi quanto basta per il tuo palato. Ho provato a mixare tre degli ingredienti che in casa non mancano mai e il risultato è stato graditissimo. La salsa di soia deve essere davvero poca e non allungata con l’acqua perché come ben sai nella crock pot c’è un rilascio di liquidi considerevole e si rischia di cuocere in troppo liquido che può essere riutilizzato magari mettendolo in pentola con un po’ di farina per formare una crema ma non è sempre una buona idea ai fini del sapore. Filo di olio, carne e soia, lime con wasabi. In otto ore è venuto fuori uno spezzatino davvero interessante che ho servito accanto a qualche fetta di lime e del riso profumato al tè verde (matcha). Profumato e molto leggero. Se lo provi, come sempre, dimmelo perché mi rende felice l’idea che in qualche modo cuciniamo insieme.
Pollo speziato all’orientale
Considerazioni dopo un mese dall’acquisto
A breve un altro video. A distanza di un anno ho davvero moltissime cose da dire, e sono tutte positive.
November 5, 2017
Torta di carote soffice speziata con glassa al cream cheese
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Sarà banale o scontato ma l’autunno quanto l’inverno sa proprio di spezie. Non riesco proprio a rinunciarci. A volte faccio esperimenti, senza grandi pretese, e ne aggiungo anche qualcuna nel caffè o nel cappuccino o in qualche centrifugato e frullato. L’odore dei chiodi di garofano mi inebria e insieme alla cannella e allo zenzero rimane uno dei miei preferiti. Sarà che mi ricorda le Rame di Napoli, biscotti tipici del catanese, che in questo periodo impazzano nei bar e nei panifici insieme alle Ossa dei Morti, altri biscotti classici e tradizionali che la mia nonna preparava con tanto amore e che, insieme alle Rame di cui ti ho parlato già, erano tra i preferiti del mio amatissimo papà. Mi sono messa in testa di creare delle Rame di Napoli in versione veg. Mi sono detta che qualcuno ci avrà già pensato ma testarda come sono già so che farò di testa mia. La stanchezza avanza inesorabile proprio nel periodo in cui non posso ammalarmi (ma mi ammalo puntualmente, leggi) e Novembre è arrivato. Lo odio così tanto e con tutte le mie forze che spero passi in fretta. Trascorso il trentuno ottobre, data in cui mi ostino a sembrare felice per Halloween, è come fare un viaggio nel Nulla, nel sottosopra e a Neverwhere tutto insieme. Insomma quel luogo che chiamo da sempre Nightmareland.
Le torte non sono mai abbastanza e la voglia di costruire cose buone e dolci per sopperire ai ricordi e ai dolori è tanta. Mi sento un po’ la food blogger leopardiana (Giacomo perdonami. Giusto un misero esempio) con picchi di pessimismo insopportabili. Poi passa però, eh. Mi impongo di pensare al Natale, alle luci e poi quest’anno ho pure un camino finto con un fuoco che sembra proprio quello che accendeva papà. Sono sicura che qualcuno si avvicinerà con qualche salsiccia o castagna o con le mani infreddolite cadendo nella divertentissima trappola.
Oggi ti lascio velocemente questa ricetta che è piaciuta molto e dal sapore tipicamente americano. Scusa per le foto, scattate con fretta e poca attenzione. A dirla tutta non volevo neanche pubblicarle perché sembravano troppo tristi e spoglie ma poi mi sono detta che no.
Bisogna farlo per ricordarsi che non sempre è tutto perfetto, studiato e composto. E che è giusto così per certi versi.
Preparazione umida:
130 grammi di zucchero di canna grezzo (oppure 120 di zucchero semolato e 10 grammi di melassa)
120 ml di olio di girasole
4 uova medie
2 cucchiai di succo d’arancia (ma va bene anche il limone)
la scorza di un’arancia grattugiata non trattata
un cucchiaino di estratto di vaniglia
mezzo cucchiaino di estratto di vaniglia
Ingredienti secchi:
240 grammi di farina tipo 0
2 cucchiaini di lievito
un pizzico di sale
2 cucchiaini di cannella in polvere
un pizzico di cardamomo in polvere
un pizzico di pepe nero macinato fresco
un pizzico di noce moscata grattugiata
Carote e frutta secca:
240 grammi di carote grattugiate
2 cucchiai di noci tritate
2 cucchiai di uvetta
Per la glassa:
100 grammi di burro ammorbidito
150 grammi di formaggio da spalmare
100 grammi di zucchero a velo
100 grammi di cocco grattugiato
Scalda il forno a 180. Sbatti energicamente gli ingredienti della preparazione umida tutti insieme. Mescola poi i secchi e amalgama le due preparazioni. Non lavorare troppo l’impasto. Infine aggiungi le carote e la frutta secca. Imburra e infarina la tortiera di circa 20-22 cm e riempila. Infornala per 40 minuti e poi lasciala raffreddare.
Una volta raffreddata aggiungi la glassa: lavora il formaggio con il burro e lo zucchero fino a ottenere un composto liscio e omogeneo.
Stendi la glassa sopra la torta e se vuoi metti il cocco grattugiato.
November 4, 2017
This is Halloween! Halloween! Halloween! Halloween!
Mi rimbomba come un tormentone estivo nei due giorni precedenti alla notte del trentuno.
“I am the one hiding under your stairs
Fingers like snakes and spiders in my hair
This is Halloween, this is Halloween
Halloween! Halloween! Halloween! Halloween!
In this town we call home
Everyone hail to the pumpkin song”
Se mi leggi da un po’ sai perché festeggio con entusiasmo Halloween, che lo dedico alla mia amica Agata che sta in un’altra dimensione, che rifuggo dal qualunquismo “è una festa Americana perché mai festeggiarla?!” e interrogativi che fondamentalmente mortificano la voglia di festeggiare, la fantasia e la tradizione. Sul risvolto nero e “cattivo” neanche perdo tempo perché più che una risata che altro vuoi fare?
Di qualunque luogo sia la tradizione è una buon motivo per festeggiare, ergo perché non approfittarne? A volte riesco a essere sorprendentemente sintetica. Sono felice, seppur in modo diverso, come il giorno di Natale. Ho una tavola speciale da apparecchiare, dei pipistrelli da spolverare e tante delizie da preparare. Dvd da tirare fuori come piccoli gioielli e una to do list infinita che non riesco mai a completare. Quest’anno più dei precedenti, a dirla tutta. In qualunque modo però l’importante è arrivare alla mezzanotte del trentuno preparati o lievemente impreparati non importa. Attendere che le porte dal profondo si aprano con qualche caramellina tra le mani e un sorriso smagliante. Amo l’odore della zucca in forno e Jack che sbircia dalla finestra della cucina. Quella fiammella lenta e a tratti veloce e anche quella puzzetta tipica della candela all’interno della zucca quando sta per finire. E per bruciare la polpa, sì. Quest’anno, come lo scorso, sarò in compagnia di Ombretta e seppur prese da mille lavori e progetti sono sicura che riusciremo a sgranocchiare qualche dito mozzato e perché no arrivare a preparare qualche dolcetto raw vegan che sarà raccapricciante per gli altri ma mai per noi. La zuppetta prescelta, che esteticamente ben si adatta alla circostanza, sarà di sicuro quella verdognola ai cavolfiori con gli anacardi, senza dimenticare zucca e alga nori che è un abbinamento vincente. Su Instagram stories ti ho mostrato come è semplice fare dei fantasmini con il tofu e come anche il #veganhalloween sia davvero alla portata di tutti. A tal proposito ti ricordo di seguirmi perché di sicuro sarà un giorno speciale ricco di idee, avvenimenti e chiacchierate su Instagram. Su Maghetta, sì.
Per tutto il resto non hai che da spulciare l’infinito archivio di idee per Halloween all’interno del blog (cliccando qui).
Senza dimenticare la playlist corposa e sostanziosa che trovi su Youtube tra idee, apparecchiature, diy, vlog e tantissimo altro.
E questa torta come l’ho fatta? Te lo dico tra qualche riga, non prima però di averti augurato Happy Halloween!
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La Ricetta
Molto semplice realizzare questa torta dell’ultimo minuto. Puoi fare un pan di spagna, quello che preferisci e colorarlo con i coloranti alimentari. Io ho usato la classica ricetta dei bicchieri di plastica che ho fatto centinaia di volte negli anni e che ha sempre un’ottima resa anche in questo tipo di preparazioni:
3 bicchieri di farina
2 bicchieri di zucchero di canna integrale
3 uova
1 bicchiere di latte o yogurt magro bianco senza zucchero
1 bustina di lievito
3 uova
1/2 bicchiere di olio di semi
cannella, zenzero e chiodi di garofano perché volevo farla speziata ma metti quello che preferisci
Per la crema ho lavorato semplicemente del formaggio cremoso con lo yogurt greco e ho aggiunto qualche pezzetto di cioccolato bianco. Fatto tutto a occhio, sì. E ti consiglio caldamente di farlo anche tu perché è proprio questa l’idea: fidarti del tuo istinto e del tuo gusto. Sciogli il cioccolato bianco al micro o a bagnomaria e poi giri con formaggio cremoso e yogurt bianco naturale, anche greco.
Lavora tutti gli ingredienti per la ciambella/torta. Ho fatto il doppio delle proporzioni che ti ho detto. Una l’ho fatta arancione e l’altra nera. Una volta raffreddate le ho tagliate a metà e alternato con la crema velocissima. Ho chiuso con una colata di fondente e poi con delle cannucce nere e il cartoncino nero ho fatto la decorazione. Ho ritagliato dei pipistrelli ma tu puoi fare la forma che preferisci. Molto scenografica e facile da realizzare ti farà fare un figurone. Sia visivamente che di gusto.
Se non vuoi usare questa crema sai cosa puoi fare? La crema del tiramisù! Sì! Lavorando tuorli e zucchero e poi aggiungendo mascarpone. Infine panna montata e il gioco è fatto perché se inzuppi la ciambella/torta con del caffè saprà proprio di tiramisù. Largo sfogo alla fantasia. È la notte di Halloween. Quale migliore occasione?
Happy Halloween!
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October 31, 2017
12 Ricette dolci facili, veloci e divertenti per Halloween
Le Mummie con tanto cioccolato
Il famoso e buonissimo Tiramigiù
Gli immancabili S’More
I ragnetti dolci
Cerotti insanguinati
Occhi insanguinati
La merenda di Halloween
Tre dolcetti facili, veloci e d’effetto
Muffin vegani al cioccolato – Halloween edition
Marshmallow e cioccolato
October 30, 2017
6 (e più) idee facili e veloci per arredare la casa a Halloween
Nella playlist Halloween del mio Canale Youtube trovi sessanta video dedicati ed è in continuo aggiornamento (ricoveratemi, sì). Ho deciso di raggrupparne sei, girati lo scorso anno, per idee velocissime e carine dell’ultimo minuto. Basta davvero pochissimo per rendere l’atmosfera unica e indimenticabile. Ti confesso che non sono ancora riuscita a intagliare una zucca o ad appendere una piccola ragnatela per casa. Il primo anno in assoluto (shhhh non dirlo a nessuno) che non riesco ma. Mai demordere! Entro sera cercherò, tra dita mozzate e dolcetti di ogni tipo e sorta, in qualunque modo di rendere accogliente la mia casetta per tutti gli adorabili mostri e fantasmi che vorranno presentarsi e cenare con noi. Nel frattempo magari faccio un bel ripasso anche io con questi video, che non guasta!
Dipingere le zucche
Le mummie con i rotoli di carta
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Le cornici a tema per casa
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La bottiglia insanguinata
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I barattoli dolcemente inquietanti
Le Casette sinistre
5 drink salutari e buonissimi per Halloween
Ecco cinque bevande salutari, buonissime e facili da preparare per l’Autunno, o più nello specifico per l’imminente notte di Halloween. Purtroppo non sono riuscita a fare nemmeno un dodicesimo di quello che mi ero prefissa ma alla fine devo dire che sono felice anche così, seppur dispiaciuta di non averti tenuto molta compagnia (ma ci rifaremo a Natale, te lo prometto! Dal primo di Novembre qui sarà già la Vigilia, in pratica segue risata isterica). In questo week end sono riuscita a vedere tutta la seconda stagione di Stranger Things insieme a Giulia e Ombretta, a costruire una piccola parete con le luci per comunicare con il Sottosopra e molto altro. Se vuoi seguire le mie avventure quotidiane ti ricordo che ho cominciato a fare qualche instagram stories (ho ceduto, sì), sia sull’account principale Maghetta che su quello Iaiaguardo, ergo ti aspetto con vero piacere lì.
Però Happy Halloween ce lo diciamo domani, perché in queste ore vorrei proprio rimediare e postare qualcosina. Che ne dici? Meglio tardi che mai in fondo è un detto che mi appartiene e non poco.
Pumpkin Spice Latte
Abbiamo parlato diverse volte di questa meraviglia e negli anni si riconferma una bevanda salutare, gustosa e particolarmente confortante. Speziata, calda e fumante ti fa sempre sognare. A me sembra quasi di fare un giro a Hogwarts. Sì, proprio nel salone centrale quando tutti sono in vacanza e io, con il maglione della Signora Weasley, posso aggirarmi tranquillamente con un libro in mano e una sorsata di meraviglia.
Smoothie energetico speziato a base di zucca, anacardi e banane
Ti propongo due varianti per questo smoothie che sono sicura ti conquisterà.
Bloody Mary
Può mancare? Giammai. Il centrifugato di pomodoro ti confesso che è in assoluto il mio preferito, ma con quella punta di piccante e pepe, nonostante io non sia un’appassionata del genere, e quel connubio croccante con il sedano fa proprio la differenza.
Latte, cioccolato e marshmallow
Un classico in Autunno e per Halloween. I marshmallow ormai sono facilissimi da reperire e per la notte di Halloween non devono mai mancare. Soprattutto perché puoi fare i buonissimi S’more! Li fai gli S’more, vero?
Centrifugato di zucca
Non tutti sanno che la zucca centrifugata è di una bontà incredibile. Facile da realizzare e perfetta per abbinarla agli agrumi e molto altro, questa bevanda ti aiuterà a tenere lontani tutti i malanni che girano e non in ultimo faciliterà il drenaggio dei liquidi (che vogliono restare con noi. Ma perché?! Andate via!). Meglio di così?!
October 24, 2017
Cosa ho mangiato questa settimana?
Sul canale youtube piacciono parecchio i “what I eat in a day“; come ho avuto modo di spiegare è una sorta di tag che molti utenti in tutto il mondo usano per mostrare quello che hanno cucinato e mangiato durante il giorno o in modo esteso durante la settimana. Insieme a Ombretta ho ceduto quindi per la prima volta al what I eat in a week. Ci sono diverse zuppette che troverai nei prossimi giorni e un meraviglioso castagnaccio gustoso e facilissimo da preparare, su cui tacerò. Perché l’intenzione è quella di girare la videoricetta di quest’ultimo proprio con Ombretta che arriverà questo week end con la biondona ferrarese, romana d’azione, nazionale: bestiabionda. Qualora qualcuno se lo stesse chiedendo: sì, dobbiamo fare la maratona Stranger Things (grandi sorprese in arrivo al riguardo, a proposito!) e festeggiare degnamente Halloween uccidendoci di cioccolato.
L’intenzione è proprio quella di spiaggiarci sul divano -con chaise longue e labrador peloso annesso- per tutto il week end ingurgitando dolcetti, dolcetti, dolcetti, dolcetti, dolcetti e l’ho detto dolcetti? La produzione di insulina sarà talmente alta che se dovessimo sopravvivere sarà già una grandissima conquista. Considerando quindi che il what I eat in a week delle prossima settimana te l’ho già detto (dolcetti, dolcetti, dolcetti, dolcetti, dolcetti) ecco quello di qualche settimana fa.
October 23, 2017
Una zuppa speciale con i cavolfiori
Sono sempre stata un’amante dei broccoli e non dei cavolfiori, da piccolina. A Natale una delle ricette tipiche, di cui ho tanto parlato in questi anni, sulle tavole catanesi è la scacciata. Si propone in tre classiche versioni base, declinate poi in infinite variazioni, che sono: broccoli (rocculi), cavolfiori (bastardi) e patate. Esiste da sempre la fazione broccolo e quella cavolfiore; quella delle patate no perché chiaramente piace di default a tutti. Quelle dei broccoli e del cavolfiore invece sono proprio religioni. Non puoi appartenere a entrambe. È una sorta di credo. Ci sono intere famiglie, addirittura, che per tradizione ne fanno solo un tipo. Come se il cavolfiore si offendesse a trascorrere il Natale con il broccolo. In fondo credo sia proprio così. Ecco, io senza paura voglio dire che ho sempre tifato e parteggiato per la fazione del broccolo; e in casa mia comunque si facevano tutte e tre le versioni, giusto per chiarezza. Il mio cuore è sempre appartenuto al broccolo, tanto che bollito con il limone l’ho sempre annoverato tra i miei cibi preferiti. Ultimamente (leggi: la vecchiaia che avanza inesorabile) però ho dovuto fare i conti con un cambio radicale di gusti e quello che prima ai miei occhi era inaccettabile dal punto di vista gustativo adesso diventa ai limiti -e oltre- dell’intrigante. Ecco, il cavolfiore ne è un fulgido esempio.
Mai avrei creduto che un giorno avrei perso la testa per il cavolfiore. E mi dispiace un po’ per te Broccolo, amato mio. Una relazione così fedele e duratura messa in ginocchio con l’avanzare dell’età. Non mangio scacciata da anni e quindi non so dirti, ma quello che posso sostenere con assoluta certezza è che il cavolfiore nelle zuppette invernali è diventato nel tempo irrinunciabile. Tempo fa, non so se ti ricordi, ti ho parlato di quello strambo modo di cuocerli -con il latte di cocco e gli anacardi- che aveva Nigella e ti avevo pure mostrato un video dove preparavo questo piatto all’interno della Crock Pot.
Bene. In questi pochi mesi quella ricetta ha cominciato a diventare un vero comfort food e l’ho proposta e cotta in diversi modi fino a quando un bel giorno ho trovato la soluzione definitiva. Cosa intendo? Che adesso è diventata più morbida, liquida e gustosa. Che adesso non è più un contorno compatto ma quasi una vellutata morbida e setosa. Questo perché ho messo più latte di cocco e meno cavolfiore. Più spezie e sicuramente più amore e passione. Perché più l’amore per un prodotto e un ingrediente aumenta e più ne hai cura nel coccolarlo. Ci hai fatto caso?
[image error] [image error]Non so dirti la ricetta esatta ed è proprio questo il bello. Perché puoi adattarla al tuo palato, alle tue esigenze e al tuo senso estetico; perché sembra che non c’entri ma in realtà c’entra sempre, eccome. Cuocere i cavolfiori nel latte di cocco fa sì che assumano un sapore davvero particolare. Un gusto semplice, inesplorato e particolare al tempo stesso. Diventa verdina e ai più schizzinosi potrebbe fare impressione. Magari, essendo il periodo di Halloween, diventa anche un piatto gourmet se gli affidi un titolo del tipo vomitino di zombie; che non sarà apprezzato da molti ma anche sì. Il cavolfiore che trovo qui è molto viola ma in cottura tende a diventare verde. Con il latte di cocco e la curcuma mischiata allo zenzero avviene poi una qualche magia e diventa di un verdino pistacchio pastello davvero interessante. In pratica lavo per bene i cavolfiori e poi li metto in una casseruola, senza soffritto e senza niente. Metto tanta curcuma e zenzero e poi un po’ di curry. Ricopro con del latte di cocco e un bicchiere di acqua e qualche manciata di anacardi. E pian pianino a fuoco bassissimo lascio bollire. Se mi va più liquida aggiungo acqua o brodo vegetale. Se la voglio più ricca ancor più latte di cocco. Mi piace poter assaggiare le cose. Per molti è un gesto ovvio ma non per me. E mi piace affondare il cucchiaio e assaggiare senza timore per decretare cosa manca o cosa eccede. Mi sento un po’ come in Ratatouille la maggior parte delle volte. Sotto un cappello senza poter assaggiare e dovendomi rendere conto di tutto senza niente in mano e in bocca.
Poi però quando accade la magia di poter affondare il cucchiaio mi sento come lo Chef topino Rémy nel finale. Libero di poter decidere senza sensazioni ma con certezze. E basandomi solo su quello che mi piace. E non su quello che credo potrebbe piacermi o piacere.
È piaciuta molto anche a Ombretta, che settimane fa ha diviso con me ciotoline e ciotoline di questa delizia. Sono stati momenti meravigliosi, che presto fortunatamente si ripeteranno. Se la provi fammi sapere come sempre -se ti va- se è stata di tuo gradimento. Ne sarei davvero felice.
Che sia una bellissima settimana.
October 21, 2017
Disquisizioni veloci sul profilo “privato” Facebook mangiando Whoopie (veg)
I whoopie nel periodo di Halloween sono ormai una tradizione. Ho fatto quelli con sembianze aliene e all’interno le bacche di Goji, quelli con i colori bandiera del 31 Ottobre e gli evergreen zuccosi che impazzano in ogni libro americano. Quest’anno quindi ho puntato sulla semplicità e naturalità: semplici al cioccolato e in versione veg, in modo che anche tutte le persone intolleranti potessero godere di questi biscottini, che hanno una storia già raccontata e ri-raccontata, deliziosi camaleontici; sì perché davvero puoi farci di tutto. Ho fatto anche un tiramisù con i whoopie, che non ho né fotografato né pubblicato (mi sa che lo faccio), mettendo questi come base. E poi tanta zucca (sì, mi sa proprio che lo faccio e te lo mostro). Il risultato è stato sorprendente. Li puoi imbottire con le creme che preferisci, con panna vegetale, ganache o anche solo con del cioccolato fondente. Se segui il consiglio di Ombretta e fai filtrare lo yogurt vegetale per una notte usando colino e garza otterrai una forma “budinosa” buona, compatta e anche molto naturale e versatile che potrai arricchire con pezzi di frutta o qualsivoglia golosità.
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Sono giorni molto difficili da gestire emotivamente. Non trovo pace, il tempo scarseggia, i lavori aumentano (grazie al cielo, per carità), l’insonnia avanza e ho pure dovuto mettere gli occhiali riposanti che mi ricordano ogni secondo quanto i dieci decimi pian pianino saranno solo un ricordo (e la vecchiaia avanza, sottotitolo). Lacrimano e pure per diverse ragioni. Ti alzi una mattina e pensi di essere una nullità e poi un’altra ti ricordi semplicemente di essere una. Una contro un esercito di un milione che non ti dà tregua.
Ho deciso di dare un colpo di bianco, resettare e ricominciare. Infatti, insieme alla cucina vittoriana (che presto ti mostrerò perché non sono ancora arrivati i lampadari e ci terrei a fartela vedere completa), ho pensato bene di rinnovare anche gli uffici e alcune parti dell’azienda di famiglia. Che poi questa famiglia a volte mi chiedo cosa sia senza papà.
In questo momento, apparentemente nostalgico ma in verità di aggiornamento emotivo, mi permetto pure di informarti riguardo al profilo privato di Facebook. Ecco. Me lo stanno chiedendo in tantissimi. L’ho rimosso. Adesso ho un profilo nuovo con zero amici solo per gestire la pagina Gikitchen del blog. Valutavo da tempo di non avere più un profilo “privato”. Ho sempre fatto fatica a gestire e distinguere il “personale” dal “pubblico”. Non ho mai amato compilare status giornalieri, settimanali o mensili (in un anno ne ho messi tre e tutti e tre erano volutamente e meravigliosamente inutili e idioti, salvo infervorarmi due volte per le unioni civili ma vabbè) su miei stati d’animo e opinioni su tutto: dalla termodinamica, alla fisica, alla medicina sino ad arrivare alla politica estera e al gossip mediorientale. Perché a me piace dare un’opinione reale ed effettiva a quelle pochissime persone che ho il piacere di guardare negli occhi davanti a un caffè. Ma pure un tè.
E mi piace condividere le cose che mi piacciono, i video trash e quelli dell’animaletti saltellanti, con chi ho davvero confidenza. Perché sono una schizofrenica sociopatica in fondo, dai.
Non si è forti solo esponendosi, mi si conceda. Lo si è anche tenendo a bada questa spasmodica voglia di dire la propria e credere di conoscere. Si parla di politica, biodinamica, medicina e qualsivoglia argomento che non fa parte delle proprie competenze con la stessa facilità con cui si giudica una persona, la sua vita e il suo operato. Non sono Santa Maria Goretti, io. Ma sono una persona molto educata, molto (ci sarà un abuso di molto) riservata, molto (troppo) cerimoniosa tanto da apparire esagerata (ci sto lavorando) e molto formale. Non pratico lo sport nazionale del “so tutto di tutti e di tutto”, insomma. E non mi piace avere quell’alone di mistero finto dove non dici che lavoro fai ma magari fai il uoz in mai comodino. Credo insomma di avere una corretta percezione di quello che voglio mostrare o no. Mi chiamo Grazia Giulia Guardo e sono una viziata figlia di papà, che al momento di rimboccarsi le maniche l’ha fatto. Dirigo un’azienda. Ho dei sogni nel cassetto che coltivo. Ma non mi piace dirti cosa pensi di Asia Argento il giorno stesso perché la mia opinione conti qualcosa (e comunque che siano due giorni o venti anni l’importante è averlo fatto. Per se stessa e nessun altro).
Brevemente dove voglio arrivare? Che su Facebook “privato” gira questa malattia che ti fa credere di essere davvero amico di una persona; cannando clamorosamente perché un social come tutti gli altri social con la stragrande maggioranza di estranei è. Ci sono di mezzo tua nonna, il tuo compagno delle elementari e il tuo fruttivendolo di mezzo ma tant’è (ciao nonna!).
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Estranei che credono di sapere cosa sei, cosa fai, cosa pensi e come agisci solo perché ti hanno letto in 140 caratteri, visto in quattro foto e via. In pratica se metto un disegno di Maghetta su instagram che saltella significa che io sono felice a scorrazzare nei prati. Ecco, vorrei togliere questo velo di romanticismo al tutto: mentre Maghetta saltella felice nei boschi -possibilmente disegnata settimane prima nell’unica ora libera- io sono in un cantiere a gridare, davanti a un letto a piangere varie ed eventuali.
Togliendo facebook privato, e sto valutando seriamente di moderare e filtrare i contenuti del canale youtube (ancora più di così non saprei), alzo quei muri necessari per il mio tipo di vita, pensieri e sensibilità. So che “tornare ai vecchi tempi” quando c’era solo il blog e pochi social non si può. Non sono una nostalgica ma una che va avanti sempre. Non mi guardo mai indietro. Faccio solo qualche passo e cerco di capire ma poi dritta avanti senza mai voltarmi. In questo modo imponendomi distanza lo sarò: oggettivamente.
Essere reale, saper chiedere scusa e rispettare le norme base dell’educazione non va bene. La moda è giudicare, puntare il dito, offendersi e dire nefandezze. Bene, allora al primo dito puntato l’arma corretta -mio inutile ma insindacabile giudizio- è il blocco. Il muro. Alzare muri. Così non ci si vede più. Che può dispiacere, certo ma.
Ma va bene così. Che si potrebbe esprimere anche con un meraviglioso detto romano che mi ha insegnato la mia amata Ombretta. Comincia per sti, sì. E finisce con quello che stai pensando.
Questo non significa, visto quello che sono sempre stata in passato, che cambieranno le cose ma solo che io abbia voluto essere più chiara per gli accadimenti futuri. Ho conosciuto le persone che più amo qui, in questo cyberspazio, e so benissimo cosa ci sia dietro. I confini messi e tolti. Le paure alimentate e svanite. Non bisogna però mai confondere le potenziali amicizie dalle amicizie vere. La potenziale vita di una persona vista attraverso i social da quella vera; soprattutto se quella persona indossa una maschera.
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L’ho sempre detto. Non mi sono mai nascosta.
Io non sono una buona amica, nel senso comune del termine (ci sono quando ce ne è bisogno. Per chiacchierare e condividere, quasi mai. PURTROPPO). Non sono una che risponde per tempo. Sono una che scorda le cose, si dimentica e confonde. Mai con cattiveria o intenzionalmente ma si dimentica le cose.
Non sono una persona così tenera e indifesa. Ma non sono mai, e mai sarò, falsa. Sono così maledettamente vera che faccio pure paura. Chi mi ama (inspiegabilmente) teme proprio questa parte di me. Infine non sono così saltellante e gracilina. Ti mostro delle parti delicate di me e niente di più. Perché quelle dure, la corazza e la vera forza le applico nella vita di tutti i giorni.
Maghetta è un concetto astratto. Un sogno.
Grazia è reale. Un incubo sicuramente.
Detto questo, adesso: whoopie vegani.
Te li consiglio caldamente perché sono buonissimi. Li riprorrò la notte di Halloween, spero con sembianze da pipistrello. Il tempo scarseggia così tanto che non so davvero se riuscirò a fare panini imbottiti ma. Qui possono sognare, no?
Un bacio grande e grazie infinite.
Ci sono infiniti modi per contattarci, sentirci e soprattutto conoscerci attraverso tutto quello che non è detto. Perché nel non detto molte volte si cela più di qualsiasi sproloquio di parole. Potenzialmente siamo amici, è vero. Ma purtroppo non lo siamo (e non immagini quanto lo vorrei) e forse non lo saremo mai. Ma si può sognare qui. Si possono avere degli angoli di paradiso e comprensione. Dei fortissimi momenti emotivi di ricarica positiva. Godiamo di quello e non vaneggiamo su altro, da oggi e per sempre sarà la mia religione.
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La Ricetta (per 15 whoopie circa)
180 grammi di farina di frumento
250 ml di latte vegetale (mandorle)
90 ml di olio vegetale
200 grammi di zucchero integrale di canna
mezzo cucchiaino di vaniglia o cannella, decidi tu
50 grammi di cacao amaro in polvere
40 grammi di fecola di patate
un cucchiaino abbondante di lievito in polvere
mezzo cucchiaino di bicarbonato di sodio
un pizzico di sale
Per la farcitura: panna vegetale (o no) da montare sul momento oppure una ganache al cioccolato fatta con panna (di qualsiasi natura tu voglia) e cioccolato fondente (stessa grammatura). Zucchero a velo -facoltativo- per decorare se si vuole.
Mescola olio e zucchero e poi aggiungi la vaniglia e il latte. Mescola gli ingredienti secchi e poi unisci a quelli liquidi. Lavora per bene con la frusta e poi versa in una sacca da pasticciere. Forma dei piccoli dischetti sulla carta da forno posizionata sulla teglia distanziandoli un pochino. Cuoci per 12 minuti massimo -dipende dalla grandezza- a 180 già caldo, ovviamente. Provvedi alla farcitura.
October 17, 2017
Graham Cracker (vegano) per fare gli S’more
Di questo libro, regalo prezioso del mio amato amico Stefano, Cioccolato Vegan della Costigan ho parlato così tante volte (anche su youtube) che proprio non saprei cosa dire se non: compralo qualora non lo avessi fatto. Dei Graham Crackers ho già parlato qui e la ricetta era di Grossman. Se non sai cosa sono adesso devi dirigerti verso l’angolino buio e fare penitenza, ok? Si possono fare i Moon Pies e tanti dolcetti ma a noi interessa che sono i re indiscussi per Halloween. Perché? Perché insieme ai Graham, il cioccolato e i marshmallow puoi fare gli S’More! Sì, lo so che ogni anno in questo periodo comincio la solita cantilena di Halloween, dei film horror, degli s’more e non mi sopporta più nessuno; ma sai quanto sia legata affettivamente a Halloween. È una promessa che porto nel cuore. Devo e voglio festeggiarlo perché ho giurato che ogni anno sarebbe stato un Halloween incredibile, mostruoso e divertente. E io non dimentico mai le promesse. Ho voluto realizzare dei Graham un po’ più piccolini di quelli tradizionali -che somigliano per intenderci- a dei veri e propri cracker. Questo perché così potrò ottenere degli s’more monoporzione. Diciamolo. Più grande è il Graham più difficile è mangiare lo s’more perché al primo morso sei già tutto bello impiastricciato con fondente che cola e marshmallow attaccato pure sui capelli. Così invece puoi fare un solo boccone e tanti saluti. Se sei ancora nell’angolino buio in penitenza adesso vieni fuori che ti dico come si fanno gli S’more (e ti lascio pure il video sotto. Però prometti che da adesso in poi non lo dimentichi più?).
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Per fare gli S’more con i Graham
Devi prendere due graham. Poi devi prendere del cioccolato fondente. E poi un marshmallow. Se è quello grande non ti preoccupare perché si possono affettare e tagliare e spezzare, sì. Devi fare un panino in pratica. La base con un graham. Ci metti sopra il marshmallow e poi il fondente. Richiudi con un altro graham e riscaldi al microonde perché il marshmallow e il fondente devono fondersi e poi appiccicarsi magicamente al graham e creare questa piccola magia da mangiare.
Quando stavo quasi per cedere alla sigaretta elettronica è stato proprio il gusto “S’more” a fare da diavolo tentatore. E ti ho detto tutto. Fosse per me mangerei S’more tutto l’anno, altro che solo a Halloween! E me li fumerei pure! Tutto l’anno sempre (poi non l’ho fatto. Anche perché dopo che ho smesso di fumare da dieci anni perché mai dovrei ricominciare? Certo ricominciare con l’elettronica al gusto s’more avrebbe aggiunto un quid di credibilità in più alla mia inanità mentale, ma ho sempre tempo. Magari ricomincio seriamente. Che ne dici?)
(devi picchiarmi e dirmi: NO!)
Allora sono autorizzata a mangiare più s’more, giusto? Qualcuno mi dica qualcosa.
Per 25 graham di media grandezza
200 grammi di farina integrale biologica
50 grammi di zucchero di canna integrale biologico
1/4 cucchiaino di bicarbonato di sodio
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
1/4 di sale marino fino
60 ml di olio extra vergine d’oliva delicato
45 ml sciroppo d’acero puro scuro
2 cucchiaini e 1/2 di estratto di vaniglia liquido puro oppure 1 cucchiaino in polvere
2-4 cucchiai di acqua a temperatura ambiente a seconda di quanta ne serve per l’impasto
Farina, zucchero, bicarbonato, cannella e sale insieme. In un’altra ciotola olio, sciroppo e vaniglia liquida (se usi la vaniglia in polvere mettila in quelli secchi). Mescola per bene gli ingredienti liquidi e aggiungi a quelli secchi. Mescola per bene e poi solo dopo aggiungi l’acqua all’impasto. Quanta ne serve. O poco più o poco meno. Una volta ottenuto un impasto compatto e liscio lascialo riposare 10 minuti almeno. Poi con il piano infarinato procedi a ritagliare i biscotti e il gioco è fatto. Io avevo delle formine apposite, ma generalmente i graham sono smerlati ai bordi e hanno dei buchini. Per i buchini la forchetta, per la smerlatura male che va la rotellina classica della pasta potrebbe aiutarti. Altrimenti rettangolari (ma anche tondi vanno bene) e via. In forno a a 180 per 10-11 minuti ma dipende sempre dallo spessore e dalla forma che hai dato, quindi quando saranno dorati tira fuori, lascia raffreddare e voilà sono serviti.
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