Iaia Guardo's Blog, page 134
October 24, 2014
Ghost Cake. La Torta che a Halloween non può assolutamente mancare
La Ricetta e la Procedura le ho spiegate tantissime volte. Non è che mi annoi e non voglia spiegarle più, intesi ma. Ma è meglio cliccare qui perché in quell’occasione ho fotografato i passaggi ed è tutto molto più chiaro con un po’ di foto che a parole (e no. Ancora non sono riuscita a filmare la Videoricetta, me tapina).
Per la Torta in sé si può adoperare qualsiasi ricetta. Io ho adoperato quella dei bicchieri che trovi sempre nel post segnalato. Se la fai e vuoi mostrarmela (su twitter ne ho ricevute diverse con il cuore e ne sono felicissima!) usa sempre l’hashtag #halloweenconmaghetta o semplicemente #maghettastreghetta. Oppure uploadala direttamente sulla Pagina Facebook o su Twitter. L’ultimo posto, francamente, è instagram. Mi dispiace sempre tanto ma purtroppo con la mole di notifiche che comporta un followeraggio (?) del genere è per me seriamente impossibile. Grazie infinite!
Per questa specifica ho adoperato per il fantasmino il classico impasto aromatizzato semplicemente con scorza di limone abbondantissima. Per il secondo impasto ovvero quello involucro ho adoperato quello classico al cacao (proporzione 2 di farina e 1 abbondantissimo di cacao amaro in polvere) che ho leggermente speziato con la cannella.
Per il fantasmino basta fare una piccola cupoletta e porla al centro.
Gli occhi sono naturalmente solo coreografici e non saranno in ogni fetta che servirete. Come rimediare? Ma con due gocce di cioccolato!
E’ sempre difficile dire poi a quale creatura (non sono mica piatti) mi affezioni di più. Soprattutto quando del novantanove virgola nove per cento (periodico) delle cose che pubblico non assaggio nemmeno una briciola (“ma allora chi le mangia tutte queste cose?”, domanda che mi viene posta, giustamente, dalle mille alle tremila volte al dì. La risposta è sempre quella “i santi ragazzi che lavorano per me, amici, parenti, Nippotorinese, Mamma, SantaSignoraPina, muratori che vivono in pianta stabile e un tragico etc etc. Per rassicurarvi – sempre giustamente sottolineato tre volte aggiungo – non butto mai il cibo). Dopo la lunghissima e doverosa parentesi, dicevo? Ah sì. E’ difficile perché diventano proprio creazioni-creature, talvolta proprio amichetti. Che quando li vedo finire giù per la trachea seriamente mi dispiace. Soprattutto quando si tratta di qualcosa per cui non occorre particolare fantasia per vederne le fattezze e sembianze. Come nel caso di questo adorabile fantasmino. Staccarsene è stato massacrante. Pensare di non poterlo tenere stretto a me sull’alzata nel mio ufficio mi ha devastato psicologicamente. E’ stato come impormi volontariamente di fare a meno di qualcosa (se soffro ancora? molto). Mi ha fatto pensare al mio adorabile Mino il Fantasmino, che ha avuto tanto rilievo in questo blog. Era il lontano 2005. Ero su Splinder. Era tutto diverso ma anche non troppo (qualcosa sono riuscita a scovare qui, ma i fedelissimi – chi non è finito nel reparto psichiatrico intendo – ne sapranno certamente di più) e io mi aggiravo di notte in Autogrill per riempire buste piene di cioccolato e caramelle. Prima con amiche. Qualche volta in solitaria. Poi con il Nippotorinese.
Ma lì eravamo già sulla via della salvezza e i saccheggi non erano viaggi verso il vuoto infinito della tristezza ma più allegre gite fuori porta. Con i mostri dappresso, certo. Ma meno terrore.
Un’idea che non potevo non realizzare dopo il cuore rosa, i pois, il cuore rosso, la carota, la zucca .Anche se.
C’è ancora Frankenstein, un ragno, Dracula, una strega, una scopa, una caramella gigante, la scritta trick or treat, Mino e l’intero Autogrill strapieno di Orsetti Haribo in versione Zombie da fare! C’è ancora tantissimo altro e come sempre tutto sta sfuggendo di mano arrivando sempre troppo presto (sono i deliranti ragionamenti che faccio mentre tutti mi dicono: sieditiiaiariposaticalmarespirasieditiRIPOSATIRESPIRA). Mi rattrista la fine, uff. Dopo la frenesia/adrenalina di cominciare un tour de Force di questo tipo è come se poi tutto all’improvviso: puff (uff, puff. Compro una vocale). Perché postare ogni giorno, Domenica compresa, alle 12.12 una nuova ricetta con nuove foto chi sa cosa sia un blog e cosa ci sia dietro-davanti-destra-sinistra può capirne la difficoltà oggettiva ma. Ma con tutto l’amore, la voglia e la passione diventa qualcosa da cui è difficile staccarsi. Proprio come un fantasmino dentro la torta coperto da una montagna di cioccolato. Senza contare la tristezza (paranoia mode on a palla!) che poi neanche un dolcetto insieme possiamo mangiarci. Neanche posso offrirvi davvero (ma davvero eh) qualcosa. Solo in formato pixel.
Perché sono così depressa? E’ Venerdì santomino! E poi è finito Halloween ma. Sta cominciando il Natale. Uhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhhh. E’ Venerdì davvero! E si ricomincia.
L’ho fatto intuire ma non scritto pubblicamente. Mino travolto da un impasto di cioccolato, tra tutti il mio preferito sei tu. Ci rivedremo presto. Lo so. Magari in Autogrill.
Qui il Riassunto di Tutte le Ricette degli scorsi anni in formato Video e Fumetto, Idee per Apparecchiature, Racconti e molto altro per la Notte di Halloween
Se hai deciso di farne una e vuoi farmela vedere ti prego non taggarmi perché mi perdo tra le notifiche. Usa l’hashtag #halloweenconmaghetta oppure #halloweenwithmaghetta (mi spiace sempre tantissimo non potervi parlare, ringraziare e vedere le vostre meraviglie. A mie spese ho imparato dopo anni che l’hashtag è l’unica soluzione. L’hashtag ci salverà!)
October 23, 2014
Ciambellone al cacao, spezie e miele – Le Ricette di American Horror Story (1×9)
Per otto persone
300 grammi di farina, 100 grammi di zucchero di canna, 60 grammi di cacao amaro in polvere, 2 dl di latte intero, 120 grammi di burro, 2 uova, un cucchiaino generoso di miele, 16 grammi di lievito in polvere per dolci, 1 pizzico di sale, 1 cucchiaino abbondante di cannella, 1 pizzico di pepe bianco, cardamomo ridotto in polvere (generoso a chi piace)
Sciogli il burro in un pentolino a bagnomaria o nel microonde senza farlo cuocere. Setaccia la farina, il cacao, il lievito, la cannella e il pepe e un piccizo di sale. Sciogli il burro nel latte leggermente intiepidito. Unisci quindi alla farina e a tutti i secchi il miele sciolto, il burro, le uova una alla volta, lo zucchero e mischia tutto per bene avendo cura che gli ingredienti si amalgamino gli uni agli altri. Versa l’impasto in uno stampo per ciambelle imburrando per bene la superficie e a forno già caldo fai cuocere almeno 50 minuti. Quando il tempo è trascorso infila uno stecchino di legno e aspetta che venga fuori asciutto. Lascia raffreddare la ciambella e se ti piace decora con glassa e cioccolato fuso accompagnando con panna.
Per la glassa di zucchero ho adoperato solo zucchero a velo e acqua. Per il cioccolato fondente ho adoperato un 70 per cento e l’ho fatto sciogliere al micro per un minuto aiutandomi con uno stecchino di legno per formare le striscette (un po’ come capitava).
1×9, così viene meglio capirsi no? Si tratta infatti della nona puntata della prima serie di American Horror Story. Nonostante in questa Sarah Paulson ricopra un ruolo marginale, non è certamente passata inosservata. Medium e confidente della Lange, è insieme alla Conroy e alla Paulson tra le donne sempre riconfermate sino alla quarta del Freak Show. Pian piano che le serie sono andate avanti la Paulson ha dimostrato moltissimo, sino a ricoprire in maniera conclamata un ruolo assolutamente da protagonista nella terza Coven e nella quarta appena cominciata. Mi do bacchettate sulle manine perché non voglio neanche ticchettare un attimo sulla prima puntata di quest’ultima. Una cosa però voglio dirla: troppi stereotipi. Mi aspettavo sinceramente qualcosa di incontrollabile e invece la sensazione è stata di “qualcosa di stravisto”*si dà un colpo sulla falangetta e la smette.
La medium fa da sfondo a una Lange alla finestra distrutta per il “futuro” del suo piccolino e per la perdita di Adelaide durante la Notte di Halloween (qui parlo anche di quello che penso a riguardo. Sul fatto che non ci sia una coicidenza temporale. E lo faccio con le animelle). Medium che gusta una deliziosa fetta di torta/ciambella al cioccolato con glassa sopra. E’ un susseguirsi di cibo continuo in American Horror Story. In ogni angolo, inquadratura e poi con la finezza di Myrtle Snow nella terza stagione si nota un crescendo visivo di portate in ogni dove. Ci sono maestosi maiali all’ananas ed enormi polli ripieni sino ad arrivare a carne e stuzzichini. Non sono mai ripetitivi e buttati lì per caso. Se lo fossero come in altri film, del resto, si ripeterebbero perché “cibi di scena”. Al contrario invece vengono esaltati, mostrati e pure raccontati. Dietro American Horror Story si nasconde un foodie e io ci scommetterei tutti i nani da giardino!
Jessica Lange nella prima stagione, oltre a preparare dolcetti a tutto spiano (sotto lascio il link dei famigerati muffin al cioccolato con la violetta per Violet), parla diverse volte di cioccolato. Anche di una torta bruciacchiata al cioccolato che devo assolutamente inventare-fare-pubblicare. Per questa, nello specifico, ho scelto un ciambellotto speziato anche con una certa sagacia (che non mi appartiene) perché il periodo novembre-dicembre è sempre costellato di questo tipo di preparazioni cioccolatose speziate. Che sanno indiscutibilmente di Natale e Festa del Ringraziamento per certi versi.
Sto pensando al Natale? Sì. Anche se al momento un po’ come al Natale in Coven nella terza stagione con lo squilibrato Babbo Natale che fa l’albero con le dentiere e pezzi di vittime ma: pur sempre Natale è, no?
Animelle
Muffin al Cioccolato per Violet – American Horror Story Prima Stagione
Omelette Bloody Mary – Le ricette della prima stagione di American Horror Story
Key Lime Pie – American Horror Story terza stagione
Chicken Pot Pie – American Horror Story terza stagione
Peach Cobbler – American Horror Story terza stagione
Qui il Riassunto di Tutte le Ricette degli scorsi anni in formato Video e Fumetto, Idee per Apparecchiature, Racconti e molto altro per la Notte di Halloween
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October 22, 2014
Un Pane che sa di arancia, zucca e mandorle. Un po’ Pan brioche. Un po’ Rustico. Un po’ una magia.
Ingredienti:
100 grammi di lievito di birra fresco
4 cucchiai di acqua tiepida
300 grammi di zucchero semolato extra fine
1 kg di farina bianca forte
1/2 cucchiaino di sale abbondantissimo
500 grammi di zucca già lessata (o in forno) e scolata
5 cucchiai di succo di arancia spremuto freschissimo
120 grammi di olio di girasole (e un po’ per spennellare)
la scorza grattugiata di due arance non trattate biologiche
una manciata di mandorle spellate e tagliuzzate
In una ciotola metti acqua tiepida e lievito di birra fino a ottenere una pasta liscia.
Metti la zucca, lo zucchero, il succo di arancia, l’olio, la scorza e la vaniglia in una ciotola e lavora con un mixer per almeno a cinque minuti ad alta velocità. Setaccia metà della farina, aggiungi il lievito e il composto di zucca. Lavora pian piano aggiungendo l’altra metà della farina. Ottieni un impasto soffice che deve staccarsi facilmente dalle pareti della ciotola dove stai lavorando. Aggiungi le mandorle (facoltative e comunque si potrebbero mettere solo in superficie e non nell’impasto). Copri per tre ore finché il volume è più che raddoppiato. Sotto un telo al calduccio. Dividi l’impasto e procedi a formare due filoni, una treccia grande o la forma che preferisci (anche panini? sì). La treccia? Dividi in tre parti e ricava tre strisce. Intreccia le strisce premendo per sigillare le estremità. Spennella con olio e nel frattempo metti il forno a 180 (dipende dalla forma. Stai attenta!). Lascia lievitare ancora per 30 minuti (io ho fatto lievitare altre due ore) e inforna per circa 45 minuti (che dovrebbero bastare perché dipende sempre dal forno e dalla forma). Quando il pane sarà bello dorato lascialo raffreddare. Per tre giorni sarà perfetto (e pure qualcosina in più se lo conservi bene nella carta).
La Ricetta è di Santa Vefa e ne ho parlato qui ma anche diverse volte in ogni dove. E’ il classico pane quaresimale (mi tormenta la domanda: la zucca a Pasqua in Grecia c’è? Evviva la mia sconfinata ignoranza). Fa ancora parte delle ricette mai pubblicate che ho servito durante il Benvenuto all’Autunno (ancora? ebbene sì). Ci sono delle piccolissime varianti rispetto alla prima versione che ho pubblicato e ho provato a farlo anche senza lievito di birra fresco ma con quello secco. Sono felicissima di aver provato e fatto entrare ormai nel Libro di Bodrum questo pane. Piace sempre tantissimo e vederlo mangiare dallo zio Gabri proprio di gusto è stato ai limiti del commovente (lo zio Gabriele odia-adesso ODIAVA- la zucca). Ho messo un po’ più di zucca di quanto segnalo poco sopra. Guardando le foto precedenti e queste ce ne si può rendere da conto da soli. E anche molta più buccia d’arancia e succo. Non mi sono proprio risparmiata. Ha un effetto quasi pan brioche ma non è dolce. Ha un aspetto quasi di pane casareccio ma non è forte e deciso anzi tuttaltro. Tenero e indifeso come Cappuccetto nel bosco (fermo restando che Cappuccetto è un’altra sulla quale si potrebbe fare un trattato di mille pagine. La fa in barba al lupo. Sopporta lo sventramento del lupo da dove vede tirare fuori la nonna, grazie al cielo integra. Tutto questo indossando un capo sempiterno e iper fashion senza neanche una macchia di sangue. Wonder Woman, levate).
Con sommo piacere riproporrò ancora una volta questo pane proprio in virtù del successo che ha ottenuto. Questa volta però vorrei “condirlo” e “acconciarlo” mostruosamente (intravedo dei pistacchi e del formaggio. E pure dei semi di chia. Toglietemi la cucina e rinchiudetemi!) e ho qualche mezza ideuzza che non so ancora bene come realizzare. Ovviamente, purtroppo per voi, lo saprete visto che la mia tavola ha meno segreti di quelli di Cappuccetto Rosso.
(perché diciamocelo: a me non la racconta mica giusta)
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October 21, 2014
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