Iaia Guardo's Blog
June 26, 2025
Sono usciti i primi due volumi dei miei libri da colorare
Il sei sei alle sei sono usciti i primi due volumi della mia prima collana di libri da colorare. Le stagioni da colorare è una collana poetica, intima e dolcissima pensata per chi desidera fermarsi, respirare e regalarsi momenti di quiete e leggerezza. Ogni volume è dedicato a una stagione, raccontata attraverso illustrazioni in bianco e nero dal tratto morbido e accogliente pronte per essere colorate. Protagonista silenziosa di questo viaggio è Maghetta, una creatura tenera e sognante con amici reali e immaginari kawaii, insieme alle sue inseparabili Labrador: Koi e Kiki.
Una collana da colorare pensata per accompagnare con dolcezza e poesia ogni stagione della vita, pagina dopo pagina.
Le stagioni da colorare è un viaggio tra emozioni, colori e piccoli rituali di benessere da vivere con matite e pennarelli alla mano. Un rifugio gentile, un invito alla cura, una carezza da tenere sul comodino o in borsa. Una collezione che cresce nel tempo per accompagnare le stagioni fuori e dentro di noi.
Sono tre le uscite in realtà e vorrei raccontartele, se ti fa piacere. Due in edizione italiana Autunno ed Estate e uno, Estate “Summer Vibes”, in edizione inglese.
Ognuno di essi contiene 40 illustrazioni pensate per offrire un’esperienza intima e poetica da vivere matita o pennarello alla mano lasciandosi avvolgere dal tempo lento e dal gesto gentile di colorare. Non a caso il sottotitolo è: antistress, hygge e pause di quiete.

Un piccolo approfondimento sulla cartaPer chi ama colorare e ancor di più, per chi sogna un’esperienza sensoriale oltre che creativa la carta è tutto. Per questo motivo desidero, come sempre, essere completamente trasparente con te su questo aspetto. Questi volumi sono un vero e proprio banco di prova. Sogno di poter realizzare personalmente questa tipologia di libri. Trovare una buona tipografia. Seguire passo passo le varie fasi della stampa. Proporre un prodotto di altissima qualità e confezionarlo personalmente, come meriti, con tanto di dedica e un bel pacchetto con nastro. Per fare questo però, oltre il tempo e l’impegno chiaramente, ho avuto bisogno letteralmente di sondare il terreno. Di capire se la cosa potesse interessare, in soldoni. Amazon dà la grande opportunità di farlo. Stampa, invia e si occupa dei resi. Un sogno? Uhm, sì. A metà. Bisogna chiaramente accontentarsi di molti aspetti ed è questo il rovescio della medaglia. Se è letteralmente stupendo doversi occupare “solo” della parte creativa e non della logistica ci sono per contro -come è giusto che sia- tanti fattori che non dipendono dalla tua volontà. Questo per sottolineare che Le Stagioni da colorare sono a tutti gli effetti una prova generale. E con mio immenso stupore e gioia devo dire che questa prova sta andando oltre le mie più floride aspettative.



“Estate da Colorare” è stampato su carta premium lucida. Una scelta iniziale fatta per valorizzare la stampa e la definizione ma che ha un piccolo effetto collaterale: i pennarelli evidenziano di più le strisce di colore a causa della superficie lucida. È elegante e più spessa (la più spessa che si possa scegliere perché non cene sono altre) ma meno “accogliente” nel tratto. Se vuoi acquistare il volume puoi cliccare qui>>>
“Autunno da Colorare”, al contrario, è realizzato su carta opaca (non premium). A un primo sguardo potrebbe sembrare meno pregiata ma nell’uso pratico si rivela sorprendente nonostante la qualità abbastanza scarsa che si attesta intorno ai settanta grammi: il colore viene assorbito con più dolcezza e i tratti risultano più fedeli, più intensi, più vivi. Se vuoi acquistare il volume puoi cliccare qui>>>
Summer Vibes Coloring Book Hygge moments, gentle quiet and pages to heal è la versione inglese di Estate da colorare e ho scelto la carta opaca per poter offrire, con gli stessi 40 disegni, un’esperienza di coloroterapia diverse. E per capire io stessa le reali differenze colorando sugli stessi disegni. E le differenze sono tantissime. Se vuoi acquistare il volume puoi cliccare qui>>>

Il mondo Amazon, per ora, offre solo queste due opzioni principali (premium lucida o opaca base e hanno chiaramente due prezzi diversi) ma sto indagando, leggendo, esplorando alla ricerca di soluzioni alternative ed escamotage tecnici che possano migliorare ancora l’esperienza. Anche se, ti confido, nel frattempo sto pure girando per trovare un tipografo con cui possa stabilire una bella affinità (la vedo dura ma non voglio mollare).
La raccomandazione che non mi stanco mai di ripetere nonostante sui diversi volumi sia scritto ben sottolineato: è importante inserire sempre un foglio bianco sotto l’illustrazione che si sta colorando, così da evitare che il colore trapassi sul retro o sulla pagina seguente.
I prossimi sogni? Halloween, Inverno e NataleSto lavorando con entusiasmo e impegno a tre nuovi volumi che spero possano vedere la luce entro la fine dell’anno. Un obiettivo forse un tantino eccessivo per il tempo che ho a disposizione ma voglio crederci. Del resto che fossi riuscita a pubblicare questi due, guardando bene indietro, era proprio fuori questione; sto vivendo un periodo personale molto difficile e intenso. Mi stupisco onestamente che sia qui a parlarne con questi tre volumetti proprio accanto a me.
Halloween da Colorare, un progetto divertente, magico e un po’ misterioso con il fantasmino svolazzante di sempre e atmosfere da brivido gentile. Ho già pronti i quaranta disegni. La bozza è in approvazione e attendo la risposta dal team di Amazon. Insomma, scrivo a metà Giugno 2025 e mi sembra già un ottimo punto d’inizio (si vede che sto cercando di far finire quest’estate caldissima e maledetta il più presto possibile? Ecco)
Inverno da Colorare dedicato esclusivamente alla stagione e al silenzio della neve che sogno ogni anno (e abitando in Sicilia rimarrà tale per sempre), ai camini accesi e ai pomeriggi lenti con tazze fumanti. Essendo nata in Inverno e amandolo visceralmente proprio come Autunno vorrei potermici dedicare seriamente. E settimana prossima credo proprio che comincerò. Disegnare l’Inverno sotto le stelle di Luglio in Sicilia mi dà l’idea di essere un connubio quasi perfetto.
Natale da Colorare, che sarà un volume a parte, speciale e sontuoso (sì, voglio usare proprio sontuoso come termine), perché: sì, io faccio parte della categoria di chi ama follemente il Natale con tutto il cuore e come ragione di vita ma esistono persone che lo mal tollerano. Era importante quindi scindere l’inverno del Natale. Desidero rendergli omaggio in un’edizione d’eccezione magari con un formato diverso più ricercato e prezioso. Un piccolo sogno che intendo realizzare. Avevo pensato di partire proprio con questo dall’autoproduzione e non affidarmi ad Amazon ma non so se forse è il caso di chiudere il cerchio delle stagioni (aggiungendo poi naturalmente la primavera, che è prevista a inizio 2026 se tutto va bene perché non credo di farcela. Gli obiettivi sono già troppi e surreali così) e ripartire poi con un nuovo progetto. Magari con delle seconde edizioni delle stagioni da colorare. Perché sai che 40 illustrazioni sono poche? Ogni volta che devo scegliere quale fare me ne vengono in mente altre dodici.
April 4, 2025
Proviamo insieme i Copic Ciao Portrait Colours (set 5+1)
Ho provato i Copic Ciao Portrait Colours. Il set da 5 più uno. I copic sono dei marcatori grafici -pennarelli- prodotti in Giappone dal gruppo Top di Tokyo dal 1987. Sono famosissimi, ambitissimi, desideratissimi e tutto l’abuso possibile e inimmaginabile del superlativo assoluto. La loro è una fama mondiale che non conosce rivali. Sono perfetti per le esigenze di artisti professionisti e amatoriali. Il loro design a doppia punta è diventato imitatissimo; si tratta di un pennello super flessibile fine e una punta più larga a scalpello (che riguarda alcuni evidenziatori per capirci). Ci sono diverse linee dei Copic: ciao, sketch, classic e wide. La capacità varia a secondo del modello e quello dei ciao equivale alla capacità inferiore ovvero 1,4 ml con 180 numeri di gamma. E sono neanche a dirlo tra i più economici dei Copic. Averli non è così semplice e su Amazon/online in genere non ci sono tante varietà di set e cofanetti. I ciao si trovano più facilmente, in soldoni. A meno che non abbiamo nella nostra città un Belle Arti fornitissimo perché lì è un’altra storia (una bellissima storia sconosciuta a Catania ma vabbè).



Bisogna rivolgersi a negozi forniti di Belle Arti e non in tutte le città sono così facili da reperire,ordunque. Oggi vorrei farti vedere questa palette davvero interessante che occorre per i ritratti. Per colorare la pelle, sì.
Sono colori che possono essere sovrapposti tra di loro e sfumati e si possono ottenere davvero dei bellissimi effetti di profondità. Una punta è moto morbida e flessibile mentre l’altra un po’ più rigidina a scalpello (nonostante la rigidità rimane stupefacente rispetto ad altri marchi). La cosa che più piace dei copic è la possibilità di ricaricarli almeno per quattro volte. Si ammortizzano i costi e la qualità non ne risente. Non è un dettaglio da sottovalutare, insomma.
COLORI del set: e43, v91, r20, r00, e00, e il più uno è una penna 0.3multi liner black per i bordi (bellissima!)
Non li provo da così tanto tempo per poterne parlare seriamente quindi mi riservo di farlo in un prossimo futuro ma la prima impressione può essere riassunta in un esaustivo suono che più o meno fa così:
WOW.
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Le sue dimensioni sono ridottissime 17 cm (L) x 11 cm (A) x 5,5 cm (P). È costituita da tessuto in poliammide con almeno il 70% di fibre riciclate. Sembra minuscola ma in realtà ci vanno dentro parecchie cose tanto da scatenare delle vere e proprie challenge sui social. C’è chi ci fa entrare dentro ben più di dieci oggetti necessari (a patto che siano mini size, of course) tra cui lucidalabbra, chiave della macchina, rossetto, spray disinfettante per le mani, blush, specchio, pettine, telefono, fazzoletti, carta di credito e non esagero se dico ancora e ancora. È la figlioletta XS della classica Le Pliage e la trovi in color carta (una sorta di avorio), Marine (un bel blu cobalto), Eucalipto (un latte e menta molto forte-carta da zucchero), Camoscio (un bel color cammello), Marshmallow (un bel rosa shocking ed è l’ultimo arrivato e ricercatissimo perché sempre non disponibile sul sito), Nero (non occorre la parentesi) e un bel color pomodoro (un rosso perfetto per tutte le occasioni leggermente freddo).


Ha la classica patta con chiusura a pressione, l’inserto metallico in color oro e il decoro di cuoio di Russia (pelle bovina) mentre il resto è tela.
Ti confesso che non ho mai amato particolarmente le Longchamp. Al contrario qualche mia amica e in particolar modo mia cognata e mia suocera mi hanno suggerito di provare perché clienti fidate e soddisfatte. Così ho fatto e quello che ne è venuto fuori è stato qualcosa di insospettabile: me ne sono innamorata. Voglio scriverci proprio un articolato a riguardo. Mi hanno davvero aiutato tantissimo in diverse circostanze e sono diventate un’ossessione. Una cosa però bisogna sottolinearla sin da adesso: resistentissime. Riescono a portare dei pesi considerevoli e questa piccoletta -visto che parliamo di lei adesso- pure! Stupefacente!

Le Pliage di diversa misura, maggiore intendo, hanno bisogno secondo il mio modesto parere di un organizzatore di borse; stanno “in posa” meglio e danno una forma perfetta alla borsa che inevitabilmente tende a sformarsi un po’ per via proprio del taglio. Non eccessivamente come avrei creduto anche con grandi carichi ma con l’organizza borse tutto diventa a dir poco perfetto. Non sospettavo minimamente che ne esistesse uno addirittura per questa piccoletta. Oggettivamente impossibile, diresti no? Eh.
Un accessorio (anzi due in uno!) imperdibileE invece c’è. La trovi su Amazon e ti permette di organizzarla ancora meglio. Ti dico subito che a me stanno due iPhone (e pure grandicelli perché sono dei 16 pro max) e nella tasca interna (perché c’è pure una tasca interna nell’organizzatore) pure le chiavi della macchina (e le mie chiavi sono cicciottissime). Non la uso mai come borsa perché se mi segui da un po’ sai che sono ossessionata Dalle borse enormi e non posso vivere senza portarmi dietro almeno un iPad e il Mac air e quindi l’adopero proprio come porta cellulare (che non lascio mai nella borsa senza custodia) o come pochette durante la giornata quando giro per i miei uffici e faccio tragitti ufficio-casa-laboratorio e mi serve solo avere telefoni, chiavi e nulla di altro. Ognuno poi troverà il proprio utilizzo.
Perché insieme all’organizzatore ti danno pure una tracolla che si può attaccare ai bordi finali del manico: ovviamente non è un accessorio originale del brand ma di chiunque sia stata l’idea bisogna ammettere che: geniale.
È stata a dir poco geniale.

L’ho provata ed è comodissima. E, dettaglio da non sottovalutare, non si ribalta come credevo. Anzi l’organizzatore la fa stare proprio in forma bella dritta e con la tracolla va tutto che è una meraviglia. Essendo anche piuttosto alta posso dirti che non è una tracollino stupida che ti arriva sotto il seno ma una vera e propria tracolla. Un accessorio insomma imperdibile, di qualità e a pochi euro.
Sempre pulita e brillante!Una delle cose che amo di più delle Longchamp le pliage è che puoi lavarle per bene e sembrano sempre nuove. Basta un po’ di acqua, del sapone neutro e uno spazzolino morbido come ti consigliano loro stessi sul sito (o un panno delicato) e torna nuova. Anche la parte del cuoio, sempre con lo spazzolino morbido.



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April 3, 2025
Coloroterapia con animaletti Kawaii
Di questi coloring book ho scritto un po’ più accuratamente qui.
Si trovano su Amazon a prezzi più o meno vantaggiosi (dipende dagli artisti che li firmano). Sono stampati su Amazon, ovvero con la possibilità che il sito ti dà di pubblicare qualsivoglia manoscritto, e la carta scelta non è cartonata o di spessore. I costi, comprensibilmente, salirebbero di tanto. Basta mettere però un foglietto bianco dietro e cominciare a colorare in modo che la pagina successiva non venga compromessa dal colore.
Gli argomenti sono tanti ma c’è una particolare attenzione per il relax, l’hygge, comfy, simple, cozy. Ragazze che si prendono cura di sé facendo maschere, che dipingono, lavorano l’argilla, colorano, disegnano, si prendono cura della casa e delle piante. E ancora momenti di puro relax con il cagnolino o gattino sul divano. Lavori a maglia, uncinetto e pure decluttering, pulizia della casa, del corpo e di se stessi sotto più ambiti. Serie tv, divani, film con le amiche, piccole coccole, croissant da inzuppare e pure tanti tanti animaletti Kawaii. Sì, perché oltre a questi momenti di relax con ragazze nella stragrande maggioranza come protagoniste (in pochi compaiono ragazzi e credo che la cosa andrebbe corretta il più presto possibile) sono comparsi da un po’ anche gli animaletti carini e dolcissimi dallo squisito sapore orientale. Non sono solo “comparse” ma attivi protagonisti. Hanno pasticcerie, servono enormi bubble tea nei loro bar alla moda, sono proprietari di piccoli van e camioncini che sfornano delizie. Vanno in campeggio, fanno trekking e si prendono cura dei loro orti ricchi di verdure deliziose.
Little Fuzzy e tanto altroAdoro questi album da colorare con gli animaletti come protagonisti e ne sogno uno con Koi, Kiki e tutti i loro amici animaletti da colorare. Non ti nascondo che ho già buttato giù qualche bozza. Little Fuzzy al momento è il mio preferito ma in queste settimane voglio mostrartene alcuni sul mio Canale YouTube che spero di poter riprendere perché è il social che al momento fa al caso mio: lento e con contenuti che non si perdono nel giro di trenta secondi. Anzi a tal proposito qualora passassi di qui e ne avessi voglia ti invito a iscriverti per non perderti le novità che presto pubblicherò. Basta cliccare qui e cliccare su iscriviti, Grazie infinite!

April 2, 2025
Coloring Book: art and relax
Che colorare sia rilassante e un’azione meditativa non lo scopriamo oggi. È un assioma. Si sa dalla notte dei tempi, direbbe la mia nonnina. Si sa da sempre, ecco. I mandala, molto in voga da un decennio ma esistenti anch’essi da sempre, e poi questi adorabili quadernetti hygge/cozy -li chiamano tutti così!- firmati da artisti coreani e giapponesi in principal modo ma non lo solo. Sono per la stragrande maggioranza stampati su carta non pregiata direttamente dalle stamperie Amazon e le autrici sono -chi più chi meno- seguitissime sui social. Presto vorrei fare un video dedicato per spiegare bene cosa mi ha conquistato di questi quadernetti. Cosa mi piace tantissimo e cosa potrebbe essere -a mio modesto avviso- migliorato. Di certo i pennarelli sono una parte fondamentale del discorso e anche lì spero di poter approfondire presto e trasmetterti la voglia di cominciare nel caso in cui non lo avessi ancora fatto.


Non sono mai stata un’amante dei colori, lo sai se mi segui anche solo da un po’. Amo il bianco e nero con pochi dettagli coloratissimi. Sono un po’ alla “Sin City”, diciamolo. Tutto quello che è iper-stra-super colorato mi ha sempre messo particolarmente angoscia ma da pochi anni qualcosa è scattato in me. Un bisogno di colore improvviso. E faticando non poco per cercare di capire che stile mi appartenesse e che colori prediligessi mi sono esercitata tanto con questi quadernetti. Il covid credo che abbia influito a livello mondiale. La domanda è cresciuta esponenzialmente. Del resto, se mi seguivi già, sai che la disegnoterapia insieme l’abbiamo fatta proprio dal 2020 (anche se in realtà la facciamo insieme dal 2009 *__* ! Ma quanto sono vecchietta?)
Colorare per ritrovare sé stessi: una coccola creativa che conquista il mondo
In un tempo che corre veloce, affamato di stimoli e urgenze, esiste un gesto semplice, antico e oserei dire rivoluzionario: colorare. Non è più soltanto un’attività riservata all’infanzia, ormai da tempo e aggiungere fortunatamente. Oggi, in ogni angolo del mondo, milioni di persone riscoprono la magia dei colori per prendersi cura della propria mente e del proprio cuore. E nascono anche sempre più app che ti consentono di colorare ovunque in formato digitale quando non hai possibilità di portarti dietro fogli e colori (anche se su questa cosa io avrei due o tre milioni di cose da ridire e dire. Lo farò!)
Le librerie si popolano di albi meravigliosi non solo ricchi di mandala dal fascino ipnotico, ma anche di illustrazioni delicate e accoglienti: tazze fumanti, gattini addormentati, coperte intrecciate, librerie incantate e cucine sognanti. Soggetti dolci definiti “cozy” da chi ama rifugiarsi nel calore di un’estetica gentile e rassicurante. È una vera e propria moda, certo, ma anche una carezza silenziosa per chi cerca quiete in un mondo spesso rumoroso fatto di troppi pensieri e brutture. Anche sul web -su YouTube in special modo- esistono delle piccole isole felici dove potersi rilassare colorando con asmr e musiche strumentali capaci di far respirare. Io stessa ne sono un’appassionata telespettatrice. Il fatto che YouTube adesso si possa gustare anche dal mega schermo tv in casa è una manna dal cielo. Ho fatto una prima prova con filtro orrendo, registrato di notte con scarsa luce e iPhone ma non ti nascondo che vorrei proprio cimentarmi seriamente per condividere con te questi attimi di benessere.
Colorare: rivoluzionario. E sai perché? Perché ribellarsi al caos mentale e fisico e dedicarsi a se stessi è a tutti gli effetti un momento doveroso e rivoluzionario. Dove diventiamo parte attiva creativa. Non subiamo soltanto. Sono stanca già da anni e lo ripeto senza sosta: vegetare davanti le serie tv e davanti ai social ci sta portando inesorabilmente verso un degrado mentale. Partecipare attivamente a qualcosa. Costruire. Plasmare. Creare. Colorare, in questo caso fa sì che il ruolo da spettatore non sia solo quello a cui aspiriamo/meritiamo. In principal modo solo ed esclusivamente per noi stessi. Non contano i numeri. Contiamo noi. E noi possiamo non essere un numero ma la priorità. La nostra priorità=noi stessi.
Un modo per rallentare, respirare, lasciarsi guidare dal ritmo tranquillo delle matite che sfiorano la carta. I pennarelli che si incontrano (e questi nuovi marker in commercio sembrano acquerelli). Non occorre essere artisti, e lo sai. È un mantra che ripeto da decenni. Basta lasciarsi andare e non fermarsi a “non ne sono capace”, “non so disegnare”, “non sono brava/o” e via discorrendo così all’infinito della sottovalutazione personale. I confini smettono di essere limiti e si trasformano in inviti alla libertà espressiva. Ogni pagina colorata racconta un frammento di sé anche se non si ha il coraggio di dirlo ad alta voce. Puoi decidere come colorare un ambiente esprimendo te stesso e la tua fantasia. Puoi andare fuori dai bordi e disegnare altro. Puoi non avere alcun tipo di regola. Puoi lasciar andare la mano e la mente dove vuole. Dove desidera. Dove ha bisogno di non avere regole e confini.

Dipingere con le matite — o con i pennarelli, i pastelli, l’acquarello — è un esercizio di presenza, una meditazione silenziosa che restituisce ordine interiore, leggerezza, meraviglia; proprio come con il disegno e tutto quello che ho ribadito con la nostra meravigliosa disegnoterapia, ricordi? Una coccola creativa che fa bene a tutte le età, senza bisogno di parole. E, cosa non meno importante, non è un hobby dispendioso. Sì certo, se seguiamo ogni moda e pretendiamo di avere i copic -pennarelli costosissimi- e carte di cotone -carte costosissime- beh.
Ma non dobbiamo vincere dei concorsi internazionali (o perlomeno: per adesso! eheheh): bastano dei pennarelli che somigliano alla lontana ai copic e che costano venti euro e non duecento per cominciare. Poi si vedrà. L’obiettivo non è la performance e non c’è nessuna gara. L’obiettivo è stare bene. Chi può acquistare qualcosa di qualità migliore, ben venga. Chi non può, otterrà comunque uno splendido risultato. Lo strumento è innegabile dirlo occorre, eccome ma solo in alcune circostanze. Al momento qui parliamo di respirare, inspirare e creare e per farlo pure i pennarelli di Tiger vanno bene eccome.
Una tisana calda, una candela accesa, una playlist rilassante e un album da colorareLla ricetta perfetta per regalarsi un momento di pace. Perché anche nell’imperfezione di una sfumatura sbagliata si nasconde la bellezza e la meraviglia. Ed è lì, in quella fragilità, che ritroviamo la parte più vera e tenera di noi.
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Che colorare sia rilassante e un’azione meditativa non lo scopriamo oggi. È un assioma. Si sa dalla notte dei tempi, direbbe la mia nonnina. Si sa da sempre, ecco. I mandala, molto in voga da un decennio ma esistenti anch’essi da sempre, e poi questi adorabili quadernetti hygge/cozy -li chiamano tutti così!- firmati da artisti coreani e giapponesi in principal modo ma non lo solo. Sono per la stragrande maggioranza stampati su carta non pregiata direttamente dalle stamperie Amazon e le autrici sono -chi più chi meno- seguitissime sui social. Presto vorrei fare un video dedicato per spiegare bene cosa mi ha conquistato di questi quadernetti. Cosa mi piace tantissimo e cosa potrebbe essere -a mio modesto avviso- migliorato. Di certo i pennarelli sono una parte fondamentale del discorso e anche lì spero di poter approfondire presto e trasmetterti la voglia di cominciare nel caso in cui non lo avessi ancora fatto.
Non sono mai stata un’amante dei colori, lo sai se mi segui anche solo da un po’. Amo il bianco e nero con pochi dettagli coloratissimi. Sono un po’ alla “Sin City”, diciamolo. Tutto quello che è iper-stra-super colorato mi ha sempre messo particolarmente angoscia ma da pochi anni qualcosa è scattato in me. Un bisogno di colore improvviso. E faticando non poco per cercare di capire che stile mi appartenesse e che colori prediligessi mi sono esercitata tanto con questi quadernetti. Il covid credo che abbia influito a livello mondiale. La domanda è cresciuta esponenzialmente. Del resto, se mi seguivi già, sai che la disegnoterapia insieme l’abbiamo fatta proprio dal 2020 (anche se in realtà la facciamo insieme dal 2009 *__* ! Ma quanto sono vecchietta?)
Colorare per ritrovare sé stessi: una coccola creativa che conquista il mondo
In un tempo che corre veloce, affamato di stimoli e urgenze, esiste un gesto semplice, antico e oserei dire rivoluzionario: colorare. Non è più soltanto un’attività riservata all’infanzia, ormai da tempo e aggiungere fortunatamente. Oggi, in ogni angolo del mondo, milioni di persone riscoprono la magia dei colori per prendersi cura della propria mente e del proprio cuore. E nascono anche sempre più app che ti consentono di colorare ovunque in formato digitale quando non hai possibilità di portarti dietro fogli e colori (anche se su questa cosa io avrei due o tre milioni di cose da ridire e dire. Lo farò!)
Le librerie si popolano di albi meravigliosi non solo ricchi di mandala dal fascino ipnotico, ma anche di illustrazioni delicate e accoglienti: tazze fumanti, gattini addormentati, coperte intrecciate, librerie incantate e cucine sognanti. Soggetti dolci definiti “cozy” da chi ama rifugiarsi nel calore di un’estetica gentile e rassicurante. È una vera e propria moda, certo, ma anche una carezza silenziosa per chi cerca quiete in un mondo spesso rumoroso fatto di troppi pensieri e brutture. Anche sul web -su YouTube in special modo- esistono delle piccole isole felici dove potersi rilassare colorando con asmr e musiche strumentali capaci di far respirare. Io stessa ne sono un’appassionata telespettatrice. Il fatto che YouTube adesso si possa gustare anche dal mega schermo tv in casa è una manna dal cielo. Ho fatto una prima prova con filtro orrendo, registrato di notte con scarsa luce e iPhone ma non ti nascondo che vorrei proprio cimentarmi seriamente per condividere con te questi attimi di benessere.
Colorare: rivoluzionario. E sai perché? Perché ribellarsi al caos mentale e fisico e dedicarsi a se stessi è a tutti gli effetti un momento doveroso e rivoluzionario. Dove diventiamo parte attiva creativa. Non subiamo soltanto. Sono stanca già da anni e lo ripeto senza sosta: vegetare davanti le serie tv e davanti ai social ci sta portando inesorabilmente verso un degrado mentale. Partecipare attivamente a qualcosa. Costruire. Plasmare. Creare. Colorare, in questo caso fa sì che il ruolo da spettatore non sia solo quello a cui aspiriamo/meritiamo. In principal modo solo ed esclusivamente per noi stessi. Non contano i numeri. Contiamo noi. E noi possiamo non essere un numero ma la priorità. La nostra priorità=noi stessi.
Un modo per rallentare, respirare, lasciarsi guidare dal ritmo tranquillo delle matite che sfiorano la carta. I pennarelli che si incontrano (e questi nuovi marker in commercio sembrano acquerelli). Non occorre essere artisti, e lo sai. È un mantra che ripeto da decenni. Basta lasciarsi andare e non fermarsi a “non ne sono capace”, “non so disegnare”, “non sono brava/o” e via discorrendo così all’infinito della sottovalutazione personale. I confini smettono di essere limiti e si trasformano in inviti alla libertà espressiva. Ogni pagina colorata racconta un frammento di sé anche se non si ha il coraggio di dirlo ad alta voce. Puoi decidere come colorare un ambiente esprimendo te stesso e la tua fantasia. Puoi andare fuori dai bordi e disegnare altro. Puoi non avere alcun tipo di regola. Puoi lasciar andare la mano e la mente dove vuole. Dove desidera. Dove ha bisogno di non avere regole e confini.
Dipingere con le matite — o con i pennarelli, i pastelli, l’acquarello — è un esercizio di presenza, una meditazione silenziosa che restituisce ordine interiore, leggerezza, meraviglia; proprio come con il disegno e tutto quello che ho ribadito con la nostra meravigliosa disegnoterapia, ricordi? Una coccola creativa che fa bene a tutte le età, senza bisogno di parole. E, cosa non meno importante, non è un hobby dispendioso. Sì certo, se seguiamo ogni moda e pretendiamo di avere i copic -pennarelli costosissimi- e carte di cotone -carte costosissime- beh.
Ma non dobbiamo vincere dei concorsi internazionali (o perlomeno: per adesso! eheheh): bastano dei pennarelli che somigliano alla lontana ai copic e che costano venti euro e non duecento per cominciare. Poi si vedrà. L’obiettivo non è la performance e non c’è nessuna gara. L’obiettivo è stare bene. Chi può acquistare qualcosa di qualità migliore, ben venga. Chi non può, otterrà comunque uno splendido risultato. Lo strumento è innegabile dirlo occorre, eccome ma solo in alcune circostanze. Al momento qui parliamo di respirare, inspirare e creare e per farlo pure i pennarelli di Tiger vanno bene eccome.
Una tisana calda, una candela accesa, una playlist rilassante e un album da colorareLla ricetta perfetta per regalarsi un momento di pace. Perché anche nell’imperfezione di una sfumatura sbagliata si nasconde la bellezza e la meraviglia. Ed è lì, in quella fragilità, che ritroviamo la parte più vera e tenera di noi.
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Il mio nuovo laboratorio: scacchi e pastello






Non ho mai amato gli aforismi. Le citazioni. Ho sempre cercato -nella mia totale incapacità- di esprimermi cercando. Cercandole le parole. Imprecise magari, poco efficaci, strampalate. Ma sempre tirate fuori dal cuore, dalla mente.
Dall’ anima.
Ma c’è un virgolettato che mi accompagna da vent’anni e che sarebbe impossibile tradurre in altro modo.
“Finché non ci si impegna, allora regnano l’esitazione, la possibilità di tirarsi indietro, e sempre l’inefficacia. A proposito di ogni gesto di iniziativa, c’è una verità elementare, ignorare la quale vuol dire uccidere un’infinità di idee e splendidi progetti: nel momento in cui ci si impegna definitivamente, allora anche la Provvidenza inizia a muoversi. Cominciano a succedere cose che altrimenti non sarebbero mai accadute. Un intero flusso di eventi scaturisce dalla decisione, portando a favore di chi si impegna ogni sorta di accadimento imprevisto, ogni incontro, ogni assistenza materiale, come nessuno avrebbe mai potuto immaginare. Qualsiasi cosa puoi fare o sogni di poter fare, comincia a farlo. Nell’ardimento ci sono genio, potere e magia. Comincia. Ora.” [Ghoethe]
Migliaia di cose da fare, sistemare, ordinare, colorare, rassettare ma.
Ma adesso, piano piano cercando di non farsi assalire dall’ ansia. Ogni cosa troverà il proprio posto da sé. E forse, anche io. Tra scacchi rigidi bianchi e neri e un’inaspettata tavolozza di colori pastello arrivata come secchiata sul cuore per prendersene cura.

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March 29, 2025
Pennarelli ad alcool: tornano in auge
Il mondo dell’arte è sempre in perenne ricerca ed evoluzione. Tradizione e tecnica sono fondamentali e alla base e negli ultimi anni c’è un strumento che ha catturato l’immaginazione di molti artisti e amatori: i pennarelli ad alcool. Questi pennarelli ormai utilizzati con frequenza nelle tecniche di colorazione, sono diventati i compagni irrinunciabili di chi cerca precisione, sfumature delicate e una resa visiva impeccabile. Sì certo il pennarello esiste da un bel po’ ma c’è ancora quest’immaginario collettivo che i pennarelli siano equiparabili a quelli “a spirito” degli anni 80 e no. Siamo ben distanti.
Adesso il pennarello ha delle punte specifiche e diverse. Il colore riesce a sfumare come fosse un acquarello. Le consistenze e la texture sono bel lontane da quell’effetto appiccicaticcio che riusciva a bagnare anche fogli di 400 grammi.
Ma sono come i pennarelli a spirito che usavo alle elementari?C’è un’attenzione maniacale e una resa incredibile adoperando lo strumento con cura, attenzione e tecnica. Nel panorama dei pennarelli ad alcool ce ne sono diversi. E se i copic sono il sogno di tutti (70 pennarelli possono arrivare a costare più di 400 euro) ci sono valide alternative che Sto testando (e ho già provato) di cui voglio parlarti pian piano. C’è da dire che i pennarelli Copic sono strumenti di alta qualità molto apprezzati nel mondo dell’arte e del design. Questi pennarelli a base alcolica offrono una vasta gamma di colori e sono noti per la loro versatilità e facilità d’uso e non in ultimo i principali illustratori giapponesi e appassionati/professionisti di manga li adoperano giurando che di meglio proprio non c’è.
In genere questi pennarelli di inchiostro a base alcolica garantisce una rapida asciugatura e la possibilità di sfumare i colori per creare tradizioni più morbide e sfumate. Più chiaramente il pennarello -neanche a dirlo- è di buona qualità più sfumature si otterranno. I copic hanno un vantaggio che molti pennarelli seppur di ottima qualità non hanno ovvero quello che l’inchiostro può essere ricaricato prolungando la vita del pennarello e riducendo poi i costi anche a lungo termine. Un copic in genere può essere caricato quattro volte. C’è chi giura meno e chi pure di più. Io non mi fido e voglio provare di mia mano. Ti scriverò chiaramente quante volte secondo il mio modesto parere vale la pena ricaricarli. Non in quanto professionista, lo sai, ma da amica ad amica/o.
Alternativa ai più costosi? Marchi e considerazioniOhuhu e Arthehe sono tra i pennarelli che al momento mi piacciono di più -copic a parte- perché a parità di prezzo la qualità è davvero alta. Non ho ben capito se possono ricaricarsi in qualche modo (credo di no) ma lo scopriremo presto insieme. Adesso ho pure preso i promarker che sono osannati e idolatrati; Amazon molti articoli per inspiegabili ragioni (o a me sconosciute) non spedisce determinati tipi di pennarelli e tra questi proprio i promarker. Non ho potuto acquistarli sino a ora e la cosa mi ha fatto particolarmente innervosire.

La magia dell’alcoolLa principale differenza che distingue i pennarelli ad alcool dagli altri tipi di pennarelli è il loro inchiostro, che contiene una base di alcool anziché acqua (e sin qui è come se avessi scoperto l’acqua calda ma è giusto fare anche queste specifiche banali). Questo conferisce loro una fluidità unica e una capacità di asciugatura rapida ma soprattutto consente di ottenere sfumature e transizioni di colore più morbide e omogenee. Niente più stacchi assurdi e palline di carta appallottolate che girano tra punte e fogli.
Il pigmento rimane vivace e luminoso, permettendo agli artisti di ottenere un effetto di profondità e tridimensionalità che difficilmente può essere raggiunto con altri strumenti e non in ultimo anche con il passare del tempo il colore – sfumature comprese rimane e persiste.
I pennarelli ad alcool sono estremamente versatili. Possono essere utilizzati per una varietà di tecniche artistiche dalla semplice colorazione di disegni alla creazione di opere più complesse come ritratti, illustrazioni o lavori di design grafico. La punta fine e precisa consente un controllo totale sul tratto mentre la possibilità di combinare i colori, sfumare e stratificare i pigmenti, dona una profondità rara da ottenere con altri strumenti come matite o acquerelli. Questo rende i pennarelli ad alcool ideali anche per chi ama i dettagli; un aspetto capace di affascinare non solo gli illustratori ma anche gli artisti di tatuaggi e quelli che si dedicano alla pittura e al fumetto/manga.
Ci sono poi generalmente due punte per pennarello adesso: la punta fine e la punta più larga. Al posto della fine molte volte (come nei copic) trovi quella “a pennello” per un effetto ancora più fluido. La punta infatti anche se piccola non è rigida e statica ma bella morbida e come più volte ho ribadito: fluido. La fluidità cambia totalmente tutto, del resto.
Come utilizzarli al meglioLe sfumature quindi possono essere sofisticate senza compromettere la definizione dei dettagli: primo vantaggio. Un altro vantaggio è la rapidità nell’asciugarsi: questo consente di lavorare su più strati senza il rischio che il colore si mescoli in modo indesiderato (qui dipende però tantissimo dalla carta che utilizzi, neanche a dirlo ma diciamolo lo stesso). Tuttavia è importante sapere che, poiché il colore si asciuga rapidamente, bisogna agire con decisione e attenzione affinché non si perda la possibilità di sfumare il colore prima che si asciughi del tutto.
I pennarelli ad alcool e la sostenibilitàMolti degli strumenti che utilizzano alcool come base sono considerati non solo innovativi, ma anche sostenibili. Infatti, i pennarelli ad alcool possono essere ricaricabili il che riduce l’impatto ambientale rispetto ad altri pennarelli usa e getta. Inoltre, gli inchiostri sono solitamente a base di alcool denaturato che è un prodotto meno dannoso rispetto ad altri solventi chimici.
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Pennarelli ad alcool: tornano in auge?
Il mondo dell’arte è sempre in perenne ricerca ed evoluzione. Tradizione e tecnica sono fondamentali e alla base e negli ultimi anni c’è un strumento che ha catturato l’immaginazione di molti artisti e amatori: i pennarelli ad alcool. Questi pennarelli ormai utilizzati con frequenza nelle tecniche di colorazione, sono diventati i compagni irrinunciabili di chi cerca precisione, sfumature delicate e una resa visiva impeccabile. Sì certo il pennarello esiste da un bel po’ ma c’è ancora quest’immaginario collettivo che i pennarelli siano equiparabili a quelli “a spirito” degli anni 80 e no. Siamo ben distanti.
Adesso il pennarello ha delle punte specifiche e diverse. Il colore riesce a sfumare come fosse un acquarello. Le consistenze e la texture sono bel lontane da quell’effetto appiccicaticcio che riusciva a bagnare anche fogli di 400 grammi.
C’è un’attenzione maniacale e una resa incredibile adoperando lo strumento con cura, attenzione e tecnica. Nel panorama dei pennarelli ad alcool ce ne sono diversi. E se i copic sono il sogno di tutti (70 pennarelli possono arrivare a costare più di 400 euro) ci sono valide alternative che Sto testando (e ho già provato) di cui voglio parlarti pian piano. C’è da dire che i pennarelli Copic sono strumenti di alta qualità molto apprezzati nel mondo dell’arte e del design. Questi pennarelli a base alcolica offrono una vasta gamma di colori e sono noti per la loro versatilità e facilità d’uso e non in ultimo i principali illustratori giapponesi e appassionati/professionisti di manga li adoperano giurando che di meglio proprio non c’è.
IN genere questi pennarelli di inchiostro a base alcolica garantisce una rapida asciugatura e la possibilità di sfumare i colori per creare tradizioni più morbide e sfumate. Più chiaramente il pennarello -neanche a dirlo- è di buona qualità più sfumature si otterranno. I copic hanno un vantaggio che molti pennarelli seppur di ottima qualità non hanno ovvero quello che l’inchiostro può essere ricaricato prolungando la vita del pennarello e riducendo poi i costi anche a lungo termine. Un copic in genere può essere caricato quattro volte. C’è chi giura meno e chi pure di più. Io non mi fido e voglio provare di mia mano. Ti scriverò chiaramente quante volte secondo il mio modesto parere vale la pena ricaricarli. Non in quanto professionista, lo sai, ma da amica ad amica/o.
Alternativa ai più costosi? Marchi e considerazioniOhuhu e Arthehe sono tra i pennarelli che al momento mi piacciono di più -copic a parte- perché a parità di prezzo la qualità è davvero alta. Non ho ben capito se possono ricaricarsi in qualche modo (credo di no) ma lo scopriremo presto insieme. Adesso ho pure preso i promarker che sono osannati e idolatrati; Amazon molti articoli per inspiegabili ragioni (o a me sconosciute) non spedisce determinati tipi di pennarelli e tra questi proprio i promarker. Non ho potuto acquistarli sino a ora e la cosa mi ha fatto particolarmente innervosire.
La magia dell’alcoolLa principale differenza che distingue i pennarelli ad alcool dagli altri tipi di pennarelli è il loro inchiostro, che contiene una base di alcool anziché acqua (e sin qui è come se avessi scoperto l’acqua calda ma è giusto fare anche queste specifiche banali). Questo conferisce loro una fluidità unica e una capacità di asciugatura rapida ma soprattutto consente di ottenere sfumature e transizioni di colore più morbide e omogenee. Niente più stacchi assurdi e palline di carta appallottolate che girano tra punte e fogli.
Il pigmento rimane vivace e luminoso, permettendo agli artisti di ottenere un effetto di profondità e tridimensionalità che difficilmente può essere raggiunto con altri strumenti e non in ultimo anche con il passare del tempo il colore – sfumature comprese rimane e persiste.
Precisione e versatilitàI pennarelli ad alcool sono estremamente versatili. Possono essere utilizzati per una varietà di tecniche artistiche dalla semplice colorazione di disegni alla creazione di opere più complesse come ritratti, illustrazioni o lavori di design grafico. La punta fine e precisa consente un controllo totale sul tratto mentre la possibilità di combinare i colori, sfumare e stratificare i pigmenti, dona una profondità rara da ottenere con altri strumenti come matite o acquerelli. Questo rende i pennarelli ad alcool ideali anche per chi ama i dettagli; un aspetto capace di affascinare non solo gli illustratori ma anche gli artisti di tatuaggi e quelli che si dedicano alla pittura e al fumetto/manga.
Ci sono poi generalmente due punte per pennarello adesso: la punta fine e la punta più larga. Al posto della fine molte volte (come nei copic) trovi quella “a pennello” per un effetto ancora più fluido. La punta infatti anche se piccola non è rigida e statica ma bella morbida e come più volte ho ribadito: fluido. La fluidità cambia totalmente tutto, del resto.
Come utilizzarli al meglioLe sfumature quindi possono essere sofisticate senza compromettere la definizione dei dettagli: primo vantaggio. Un altro vantaggio è la rapidità nell’asciugarsi: questo consente di lavorare su più strati senza il rischio che il colore si mescoli in modo indesiderato (qui dipende però tantissimo dalla carta che utilizzi, neanche a dirlo ma diciamolo lo stesso). Tuttavia è importante sapere che, poiché il colore si asciuga rapidamente, bisogna agire con decisione e attenzione affinché non si perda la possibilità di sfumare il colore prima che si asciughi del tutto.
I pennarelli ad alcool e la sostenibilitàMolti degli strumenti che utilizzano alcool come base sono considerati non solo innovativi, ma anche sostenibili. Infatti, i pennarelli ad alcool possono essere ricaricabili il che riduce l’impatto ambientale rispetto ad altri pennarelli usa e getta. Inoltre, gli inchiostri sono solitamente a base di alcool denaturato che è un prodotto meno dannoso rispetto ad altri solventi chimici.
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La resina ad acqua: che cos’è, come si utilizza e cosa si ottiene
Da un po’ di settimane, dopo tante ricerche, mi sono decisa a provare la resina ad acqua. Dopo aver comprato la polvere di gesso e di ceramica. Dopo aver visto tantissimi video sulla Jesmonite. Questo perché è un momento diverso, dal punto di vista artistico e personale, e mai come adesso ho avuto il bisogno e la voglia di concentrarmi sulle diverse materie. Di studiarle, capirle, toccarle e conoscerle. Su Instagram, YouTube e online tra vari siti -soprattutto stranieri- e blog sono venuta a conoscenza di diverse tipologie di fluidi e liquidi che potevano fare al caso mio. Premetto che la resina epossidica mi ha sempre spaventato. L’effetto non mi piace particolarmente perché legata più esteticamente all’argilla e ceramica ma a prescindere da questo il fatto di dover maneggiare materiale altamente inquinante e per di più pericoloso per le vie respiratorie, uhm. No. Ho messo da parte. E qualora ci fosse bisogno di un e “in più” essendo io un soggetto altamente allergico non desideravo altre sorprese. Infatti, da più fonti scientifiche, ho letto e appreso che la resina epossidica può sviluppare diverse allergie e che -neanche a dirlo- i soggetti allergici sono i primi candidati.
La ricerca della sostenibilitàIn un’epoca in cui l’arte si intreccia con la ricerca della sostenibilità e della sicurezza, anche i materiali diventano protagonisti di un racconto nuovo. La resina ad acqua è uno di questi: un fluido lattiginoso e sicuro che si trasforma in un solido; promette che anche i bimbi possano adoperarla senza adoperare guanti e maschere protettive. Per sicurezza ti confido che io i guanti li metto ugualmente sempre per il discorso allergia. Ho imparato con tempo ed esperienza che “chi si è guardato si è salvato”. È a base d’acqua d’accordo ma per la mia pelle sensibile un’accortezza in più è un atto dovuto.
A differenza delle resine epossidiche dal fascino vetroso ma dagli odori pungenti e dalle precauzioni obbligatorie, la resina ad acqua offre un’esperienza più libera e delicata, permettendo all’artista di creare senza timori per la salute in linea generale.

Cos’è tecnicamente la resina ad acquaTecnicamente la resina ad acqua è un materiale composito bi-componente a base di polimeri acrilici in emulsione acquosa e cariche minerali. Si presenta come una polvere bianca da miscelare con acqua. Una volta uniti nelle giuste proporzioni, si ottiene una miscela fluida autolivellante che indurisce in breve tempo. Il risultato finale è un solido simile alla ceramica o alla pietra dalla superficie liscia e compatta. A differenza del gesso comune questa resina ha porosità ridotta e maggiore resistenza meccanica, risultando meno fragile. In pratica con 100 grammi di polvere di resina ad acqua e 30 grammi di acqua, in poche ore puoi avere vasetti, svuotatasche e decorazioni di ogni tipo e sorta. Che puoi colorare in diversi modi (ma di questo parliamo dopo).
Priva di solventi e di composti volatili irritanti l’acqua è il veicolo e non sprigiona vapori tossici. Ciò la rende adatta anche a studi d’arte domestici e spazi chiusi, senza bisogno di ventilazione forzata, in linea generale. Te lo confido che io comunque lavoro in un ambiente ventilato o evito? Ecco.
Come si lavora la resina ad acqua?Lavorare con la resina ad acqua è un’esperienza agevole e sensoriale. La miscela ha una consistenza cremosa priva di odori aggressivi – al massimo un lieve sentore di terra umida, ben diverso dal tipico odore chimico delle resine a solvente; Prepararla è semplice: si combinano polvere e acqua mescolando fino a ottenere un composto omogeneo, pronto da colare in uno stampo o da stendere a spatola. Molte ragazze su Instagram lavorano la resina ad acqua con i frullini classici da cappuccino o le fruste elettriche. Altri artisti ancora, in linea generale, soprattutto su YouTube lo fanno con stecchi di legno (quelli del gelato, sì) e bicchiere di plastica.
Io adopero dei contenitori in silicone (dove chiaramente la resina fa fatica ad attaccare e i residui si tolgono facilmente) e il frustino elettrico classico per fare cappuccini altrimenti un cucchiaio sempre di silicone o legno.
Il tempo di indurimentoIl tempo di indurimento è piuttosto rapido: dopo la miscelazione, la resina inizia a gelificare in pochi minuti e solidifica in circa 30 minuti, a seconda della temperatura esterna. Più caldo c’è e più solidifica in fretta. Questo però dipende anche dai marchi e da quanto chiaramente è grande la forma di resina a cui stiamo lavorando. Un po’ come i dolci in forno. Un muffin chiaramente cuoce in breve tempo rispetto a una torta bella grande.
Già dopo mezz’ora si può estrarre l’opera dallo stampo. Ma la solidificazione completa avviene dopo 24 ore. Questo significa che dopo un breve periodo si può togliere dallo stampo in silicone ed è anche meglio perché essendo a base d’acqua potrebbe creare una patina umidina. Ma per essere sicuri che il processo di indurimento sia finito è meglio aspettare 24 ore.
La resina ad acqua nasce bianca opaca ma è facilmente colorabile aggiungendo pigmenti durante la miscela (anche normali colori acrilici o tempere. Questa è la teoria ma io ho davvero tantissime cose da dire a riguardo e farò articolo apposito). Si possono ottenere tinte vivaci, sfumature marmorizzate o effetti con glitter e polveri metalliche. Una volta indurito il pezzo può essere carteggiato (soprattutto per togliere quei piccoli buchini che vedi durante l’indurimento. I buchini è perché durante la colata ha preso aria), forato o dipinto a piacere. La finitura naturale resta vellutata e satinata simile alla porcellana, e può essere lasciata tale per un effetto materico elegante.
Quindi le bolle d’aria come si tolgono?Sì, si tolgono chiaramente sbattendo un po’ sul tavolo da lavoro la forma di silicone dopo la colata. Sempre pian piano per non farla andare fuori dalla forma. Ma si tolgono anche e soprattutto durante la mescolatura che deve essere accurata e lunga fino a quando tutte le polveri sono ben amalgamate all’acqua. E la colatura sulla forma deve essere lenta e non troppo veloce affinché l’aria si incorpori piano piano. Qualsiasi siano le accortezze può capitare di trovare qualche piccolo forellino dopo l’asciugatura. E anche qui: niente paura perché ci penserà la carta vetrata.
Può essere colata in stampi siliconici e alcuni ti diranno in stampi di plastica; ecco a quelli non credere per favore. Dipende sempre dalla forma ma quelli in plastica sono difficili da togliere e il più delle volte si spaccano. Anche quelli siliconici troppo grandi e alti per ovvie ragioni; sfilare uno stampo molto alto e complesso come un albero di natale da 30 cm, facile non è e si rischia di compromettere il lavoro. Si possono realizzare oggetti di grande spessore: il composto non sviluppa calore eccessivo e all’occorrenza si può inserire una rete di fibra per rinforzo. Un vantaggio ulteriore è che non corrode materiali come plastiche o polistirolo: si possono creare gusci rigidi su forme di polistirolo espanso senza scioglierle, cosa impensabile con le resine a solvente.
Un’alternativa sicura alla resina epossidica?Il punto di forza più rivoluzionario della resina ad acqua è la sua atossicità specialmente se paragonata alla resina epossidica. Quest’ultima pur dando risultati splendidi, è notoriamente irritante prima della cura: obbliga all’uso di guanti, mascherina e molta ventilazione come detto. Però una differenza seppur banale ribadirlo esiste ed è essenziale: la resina epossidica è trasparente e non esiste una resina ad acqua che ti permettere (finora) l’effetto trasparente; quindi per capirci in soldoni: quelle meraviglie con i fiori non si possono fare. Alcuni artisti colano sui fiori la resina ad acqua ma diventando bianca gesso non è che si possano ottenere risultati anche solo lontanamente simili all’epossidica.
Quindi ricapitolando: Dal punto di vista estetico va notato che la resina ad acqua non è cristallina: non offre la trasparenza vetrosa di un’epossidica, bensì un aspetto diverso ma altrettanto suggestivo. Le colate opache e lattiginose regalano un effetto porcellana o gesso levigato in contrasto con la finitura a specchio delle resine tradizionali.
Le possibilità d’impiego della resina ad acqua in campo artistico sono molteplici. Questo materiale si presta alla realizzazione di sculture di ogni dimensione. Può essere colato in stampi per forme dettagliate oppure stratificato su strutture di supporto (come reti o armature) per costruire figure più ampie. In scenografia si possono creare elementi architettonici decorativi, pannelli scenici o oggetti di scena applicando strati su sagome di polistirolo, ottenendo volumi solidi.
Nel design artigianale la resina ad acqua consente di realizzare oggetti d’arredo e decorativi originali. Si possono creare vassoi, centrotavola, cornici, portacandele o piccoli complementi come gioielli e piattini svuota-tasche. Grazie alla facile colorazione, ogni pezzo può diventare unico: combinando resine di tinte diverse si ottengono venature marmorizzate; aggiungendo graniglie o pigmenti si crea l’effetto del terrazzo veneziano o della pietra naturale (non ho ancora provato ma non vedo l’ora).
Pittori e artisti mixed media usano la resina ad acqua per aggiungere rilievi e texture alle opere bidimensionali. Può fungere da pasta materica da modellare su tele o tavole: spatolata, crea spessori che, una volta induriti, vengono dipinti o integrati nel quadro come bassorilievi; ne ho visti di meravigliosi soprattutto realizzati da artiste di oltreoceano e nord Europa che lasciano letteralmente a bocca aperta tanto è la bellezza.
Inoltre la resina ad acqua è un ottimo legante per collage e assemblaggi: inglobando diversi materiali li fissa stabilmente conferendo al tempo stesso un aspetto uniforme e leggermente satinato alla superficie. Questa tecnica mista apre la strada a combinazioni inedite tra pittura e scultura. Ma anche di questo ne parleremo in futuro. Come in tutto poi, adoperando diversi materiali, si possono ottenere degli effetti unici. Incredibili.
Tra tecnica e ispirazioneLa resina ad acqua rappresenta un felice incontro tra innovazione tecnica e sensibilità artistica: offre prestazioni notevoli (resistenza e rapidità) ma anche una qualità quasi poetica legata alla sua natura fluida che si solidifica come un’alchimia moderna. Non devi aspettare chissà quanto. Puoi avere anche delle cornici in gesso dove poter colare altri colori, elementi e materiali. Mescolare polvere e acqua e vederla trasformarsi in una forma rigida rievoca il potere creativo dell’arte: un gesto semplice che produce meraviglia. Che produce un oggetto utile o meno nella pienezza dell’arte.
La sua sicurezza d’uso elimina le barriere pratiche: non servono laboratori chimici né protezioni ingombranti, e l’artista può dedicarsi a un dialogo diretto con la materia.
Dalla piccola creazione artigianale alla grande installazioneQuesta resina eco-friendly consente di dare forma alla creatività in modo nuovo. Questo è il primo articolo che scrivo riguardo questo materiale che mi ha davvero rapito ed entusiasmato. In questi giorni sarà mia premura trascrivere anche quello che ho visto, provato e sentito e quello di cui mi sono accorta dopo le mie colate. Inoltre vorrei fare dei video dedicati sul mio canale YouTube, al momento abbandonato (che trovi qui)
I primi lavori fatti con la resina ad acquaDove ho preso le forme siliconiche e quali mi sono piaciute di più? È un argomento talmente vasto che dovrò presto dedicarci un articolo (proprio come ai colori e colorazioni della resina) a parte ma devo dirti che i primi stampi li ho presi su Amazon: vasetti, svuota tasche e piccoli vassoietti multiuso. Quelli colorati nella stragrande maggioranza sono risultati esteticamente molto interessanti e alcuni addirittura belli oserei dire. Ci sono però diversi errori e sottolineature da fare. In linea generale però quelli non colorati sono assolutamente perfetti e di bolle d’aria ne ho notate davvero poche facilmente debellate con la carta vetrata.
Seguiranno degli update anche a questo articolo in modo da poter rettificare e specificare grazie all’esperienza che acquisirò in questi tempi lavorandoci. Perché voglio continuare a farlo e imparare sempre più sulla resina ad acqua.
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