Iaia Guardo's Blog, page 117
January 31, 2015
Torta della Nonna all’Arancia per AIRC: Contro il Cancro io ci sono
Oggi 31��Gennaio��in tutte le Piazze Italiane trovi le Arance della Salute (clicca qui per cercare la piazza a te pi�� vicina). Puoi sempre donare tutto l’anno attraverso bonifico, paypal oppure diventando socio��(cliccando qui ti renderai conto quanto facile sia). Su Facebook puoi��seguire AIRC qui, ma pure su��twitter��e��youtube. Lo scorso anno �� stato il 24 Gennaio e per l’occasione ho postato 30 Ricette da fare con l’Arancia��(sotto faccio un piccolo riepilogo con tutte le nuove ricette che contengono l’Arancia, sperando di non fare pasticci perch�� in archivio ne ho davvero tantissime).
Compriamone quante pi�� possiamo. L’Arancia �� un post it che per�� bisogna ricordare tutti gli altri 364 giorni. Uno spicchio dolce in mezzo a un agrumeto. Un momento in cui i grandissimi volontari mettono a nostra disposizione sorrisi, coraggio e tanto amore.��
AIRC��attraverso il sole dei frutti ci ricorda quanto sia importante la salute, la gioia di vivere e allo stesso tempo quanto questo possa influire ed essere talvolta determinante per chi disgraziatamente �� stato colpito dal Cancro. Si ammalano tutti quelli che stanno insieme agli eroi del nostro tempo. Si ammalano i fidanzati, le mogli, le sorelle, le amiche, il collega d’ufficio. Coinvolge le vite di tutti. Le distrugge e ne fa un uso dove �� solo il mostro a essere padrone di tutto. Del tempo, delle relazioni e del futuro. Quindi della vita stessa. A me sembra ormai di vivere uno scherzo del destino continuo. Dopo la perdita di Massimo, Agata e del mio amato pap�� ancora una volta ha toccato le corde dei miei legami pi�� profondi e sinceri basati sulla stima e affetto. Ancora una volta ha lanciato il sasso in questo oceano di dolore e un cerchio ha colpito, seppur marginalmente me. Per questo mi convinco sempre pi�� che il tempo non esiste e che bisogna vivere e riempirsi di frazioni di secondi e ricordi. Non c’�� pi�� neanche l’adesso o l’oggi.
Le Arance vanno prese. Come simbolo. Ognuno di noi �� responsabile, s�� responsabile, della propria��vita e di quella degli altri.
Questa torta l’ho fatta diverse volte in tantissime varianti. Qui piace molto ed �� entrata a buon diritto a far parte delle ricette di casa. Ho deciso di farne una versione all’arancia per l’occasione. Ho pubblicato quella al Limone per una Pasqua e se ti fa piacere puoi trovare tutto qui.
Per 10 persone circa:
Per l���impasto: ��300 grammi di farina 00, 130 grammi di zucchero semolato, 150 grammi di burro morbido a pezzetti, 1 uovo, 1 bustina di lievito in polvere per dolci (16 grammi), la buccia grattugiata di un’arancia non trattata biologica.
Per il ripieno: la buccia di due arance, 120 grammi di zucchero, 50 grammi di farina, 500 grammi di latte intero freschissimo, 2 uova, essenza di vaniglia.
Si prepara prima la pasta.
Nel Bimby: versa nel boccale la farina, lo zucchero, il burro, l���uovo, la scorza e il lievito e impasta per 20 secondi a velocit�� 5. Metti l���impasto in frigo per 30 minuti avvolto in pellicola.
Senza Bimby si fa come la frolla normale ovvero impastando tutti gli ingredienti pian piano, avendo cura di non adoperare il burro troppo freddo ma morbido, quasi a pomata. Stessa cosa. Pellicola e frigo.
Il ripieno
Con il Bimby: trita la buccia di limone per 5 secondi a velocit�� 8. Aggiungi farina, zucchero, latte, uova, vaniglia e cuoci a 90 gradi per sette minuti a velocit�� 4. Togli dal boccale e fai raffreddare.
Senza Bimby: in un pentolino metti il latte e la scorza grattugiata dell’arancia. A parte lavora uova e zucchero e aggiungi vaniglia. Metti nel latte. Aggiungi farina setacciata e gira con frusta da pasticcere a fuoco basso finch�� non si addensa.
Togli l���impasto dal frigo, poco importa se stai agendo con Bimby o senza Bimby adesso, e dividi l���impasto in due parti. Stendi. Imburra e infarina la teglia se non adoperi il silicone (questa �� calcolata da 26 cm ma a me piace molto pi�� stretta e alta. 20 cm direi). Versa la crema raffreddata e ricopri con altro foglio di pasta. Se ti piace aggiungi pinoli e zucchero dopo aver spennellato la superficie con latte. A 180 statico gi�� caldo. Trenta-trentacinque minuti dovrebbero bastare.
Un’ultima cosa vorrei scriverla, senza alcun tono polemico. Lo scorso anno ho dovuto “fronteggiare” diversi punti di vista riguardo alla Ricerca; per carit�� condivisibili, comprensibili seppur diversi, sempre fatti in modo molto educato. Pare che una persona vegana/ animalista/ eticamente vicina al mondo animale/ sensibile e basta��non possa sostenere la Ricerca. Mi sono persa molto in chiacchiere in quell’occasione (esattamente sulla mia pagina Facebook), seppur parli di un evento sporadico che possiamo riassumere in un commento. Ho riflettuto per�� a riguardo. Quelle parole mi sono rivenute in mente mentre ticchettavo a favore della Ricerca poco pi�� su.
Mi rendo conto che ci sia un po’ di confusione. Non da parte mia, intendo.
Io non mi sono mai etichettata come vegana. Io ho sempre detto, cos�� pour parler, di seguire una dieta vegana e tanto basta. Le motivazioni, chi mi segue le ha potute anche cogliere attraverso i miei racconti e ne ha capito il motivo o semplicemente se ne �� fatto un idea e bon. Di certo ho pi�� volte sottolineato quanto io sia un’anima libera. Da ogni etichetta, convenzione e scala gerarchica. Non��appartengo proprio a nessuna “casta”. Per assurdo se dovessi indossare una pelliccia di certo non mi dovrei giustificare sul perch��, considerato che non mangio neanche i derivati animali. Questo non significa che io sia a favore delle pellicce; sono quanto di pi�� distante, a dirla tutta. Allo stesso tempo per��, come valutavo diversi anni fa, mi siedo in poltrone di pelle, indosso scarpe di cuoio e pelle e via discorrendo. Dove voglio arrivare?
Si fanno tante chiacchiere e demagogia. Mio pap��, stroncato da un tumore al pancreas, il pi�� doloroso invasivo e lacerante che ti rende anoressico e ti fa morire tra le pi�� atroci sofferenze che la morfina �� acqua fresca, deve molto alla Ricerca. Diceva sempre che le chiacchiere sono chiacchiere. Contano i fatti. E’ un po’ come se io andassi davanti a una Chiesa e dicessi a tutti che invece di perder un’ora del loro tempo a cantare e fare tre preghiere sarebbe meglio che andassero ad aiutare sorelle e fratelli alla mensa dei poveri. Sciocchezze, no? Voglia di perder tempo, criticare gli altri, non guardare se stessi e tutto quel bel frullato di qualunquismo-populismo e sana quanto divertente idiozia.
Di fatto la Ricerca aiuta. Di fatto non mi devo giustificare. Ma proprio mai, nel totale rispetto delle mie idee e di quelle che ho nei confronti degli altri. Di fatto sostengo l’AIRC fortemente, essendone socia, contribuendo in minima parte perch�� �� proprio una goccia di acqua in mezzo all’oceano, destinando il ricavato del mio Libro che se �� stato finito con tanto dolore da me �� solo stato per volont�� di pap��. Non mi vergogno affatto di sostenere la Ricerca. Non sono felice che siano gli animali talvolta ad avere la peggio. Basterebbe solo tacere a volte, farsi un giro al reparto oncologico e provare a pensare alle giornate interminabili di Chemio. Perch�� in quella sedia non �� difficile che ci staremo anche noi. Io per prima.
La Ricerca �� l’unica tutela e arma che abbiamo. Il resto sono tante chiacchiere e concedetemelo fortuna di essersi trovati raramente davanti alla vera sofferenza. Perch�� �� facile parlare, anche troppo e a sproposito. Per quello si pu�� aprire un blog, un canale youtube o prendere un microfono e fondare un degno concorrente di Scientology.
Ma fare i fatti �� un’altra cosa. Io chiacchiero tanto ma incredibilmente faccio pi�� fatti.
Ricette con L’Arancia ne abbiamo?��
Niente scuse. Se ne possono comprare chili e chili e fare un intero e incredibile Menu.
La Marmellata d’Arancia Inglese di Gosford Park
La Torta Rovesciata all’Arancia con Vaniglia
Melanzane al Cioccolato con Arance Candite
Pancake al Cioccolato e Scotch con Arancia e Cannella
Biscottini all’Arancia con Olio Extra Vergine d’Oliva
Pappardelle Vongole e Arance
Insalata di Finocchi, Capperi e Arance
L’Anatra all’Arancia e Mandarino di Nanda
Pane Greco alla Zucca e Arancia
Salmone Pepe Arancia e Pompelmo
Collana di Buccia d’Arancia
Fusilli Napoletani con Arancia e Gamberoni
Pasta con Arancia e Rucola
Lenticchia Arancia e Cotechino
Peach Cobbler
Pesce Spada, Mango, Papaya e Arancia
La FumettoRicetta e la VideoRicetta del Pesce Spada agli agrumi
Insalata Jack O’Lantern
Insalata Greca Sicula
Cupcake all’arancia con Semi di Papavero e Glassa aromatizzata
La Triglia all’Arancia
Cocktail Bronx
Mango e Arancia
Arrosto con Agrumi
Farfalle Arance e Mandarino
Dolce Siculo alla Ricotta e Agrumi
Centrifuga Carota e Arancia
Madeleine all’Arancia
Crostata di Grano Saraceno al Cacao Amaro con Marmellata di Arance Amare
Frolla morbidissima profumata con marmellata di Arance Amare
Smoothie Carota mela e arancia
Smoothie Papaya e Arancia
Arancia e zenzero
Quinoa con piselli spezzati, fave e arance
Gelato alla Banana e Cannella. Solo con Banana e Cannella (incredibile no?)
Qui il Video Introduzione all’Essiccatore
Mele e Per essiccate
Carote Essiccate
Banane essiccate
Mirtilli, Ananas, Lamponi e Kiwi essiccati
Se ti fa piacere iscriverti al mio canale su Youtube clicca qui
January 29, 2015
Smoothie di Carota, Mela e Arancia
Ho centrifugato due mele e due carote e ho spremuto a parte due arance. Ho messo un pizzico di cannella perch�� trovo che con i tre componenti stia sempre benissimo a prescindere e l’ho bevuto abbastanza freddo. Generalmente preferisco smoothie, centrifugati e frullati a temperatura ambiente ma questo mi �� piaciuto molto di pi�� dopo esser stato tre quarti d’ora circa in frigo.
Delle innumerevoli propriet�� della Carota ho parlato in occasione di questo Smoothie con la Papaya (buonissimo); in diverse altre occasioni invece ho detto che l’intenzione �� proprio quella di fare schede nutrizionali e componentistiche (esister��?) per ogni singolo alimento che mi consentano di averle a disposizione mia e di tutti per le diverse preparazioni. Se avessi la scheda Carota oggi, per dire, sarebbe facile linkare solo il sunto e farvici andare con un semplice click gli interessati. Contando che sto scrivendo almeno dieci giorni prima di quando verr�� pubblicato questo post voglio sperare che gi�� sia partita quella che chiamer�� “Operazione non troppo segreta Schede Alimenti” (un nome facile, intuitivo e veloce, no?).
Per adesso mi limito a un copia e incolla del suddetto post
Carota
La carota, oltre all���infinita lista di benefici su cui continuo a ticchettare incessantemente da anni ormai, ha per�� anch���essa la croce di essere zuccherina. Demonizzata insieme alla patata nelle diete ipocaloriche manco fosse un doppio cheeseburger, passa spesso per un ortaggio da evitare. Fesserie! Certo �� che se si �� a regime calorico strettissimo di zuccheri perch�� �� in corso una dieta specifica e controllata (per un breve periodo di tempo), la carota potrebbe essere s�� da evitare (fermo restando che di assoluto non vi �� nulla) ma un bel centrifugato di carota, oltre a non aver mai fatto ingrassare nessuno se preso prima dell���attivit�� sportiva (ma anche dopo), �� davvero un toccasana. Va per�� ricordato in questo caso specifico, ovvero nella ���costruzione��� di una bevanda perfetta per contrastare i malanni di stagione, che anche la Carota �� perfetta perch�� possiede grandi quantit�� di vitamina A, B e C (recenti studi stanno dimostrando che influisce anche sul sistema nervoso. Vai di carote insomma!).
Arancia
Sulle Arance, oltre alle sempiterne vitamine A, B e C, basta ricordare soltanto l���azione antinfiammatoria (come tanti altri agrumi e parenti di questa meravigliosa famiglia). Poi �� un susseguirsi di benefici infiniti e continui.
Per dire insomma che da questo mix incredibile di tre frutti dalle propriet�� infinite si ottiene innanzi tutto un sorso di benefici e relax ma al tempo stesso una botta alla stanchezza con lieve picco di zuccheri che influiscono sull���umore, senza contare l���azione proprio ���medica��� che svolgono in simbiosi per contrastare i malanni di stagione. Fermo restando che a prescindere da questi un centrifugato, tanto quanto uno smoothie o un frullato, �� sempre (scritto proprio lampeggiante font 200) fido alleato della nostra salute.
E la mela che toglie il medico di torno? (come dico sempre simpaticamente: speriamo non ne tolga uno carino di torno, perlomeno) Sulle mele non basterebbero otto giorni, un’enciclopedia monotematica e una banda di dottori, specialisti e luminari per decantarne le lodi (poi tra un anno si scopre che �� cancerogena e ce la ridiamo. Ok la smetto. Mi piaceva innescare un po’ di terrorismo psicologico gratuito perch�� sono una persona orrenda. E si sa).
Panacea di tutti i mali. Senza grassi, quaranta calorie per 100 grammi e 10 grammi di zuccheri (in alcune molto meno, vedi le Pink Lady), ricche di tutto il corredo di vitamine, �� tollerata dai diabetici e tiene pure sotto controllo la glicemia. E’ un ottimo rimedio per combattere la stipsi e aiuta le vie respiratorie. Abbassa quel maledetto colesterolo cattivo e previene l’insorgere di ictus. Nessun dietista si sognerebbe��mai di dirti “Non mangiare Mele! Fanno male!”, anzi te le consigliano vivamente; come se non bastasse fa bene pure ai denti dei nostri cani (ok sto perdendo il controllo). Addensa moltissime��elaborazioni culinarie. E’ incredibilmente buona nelle preparazioni salate. Sui dolci dico solo: torta di mele che �� la Regina. Insomma? Non si pu�� ticchettare in maniera esaustiva quando �� la protagonista (la scheda della Mela sar�� il triplo pi�� copiosa del resto).
Uno dei centrifugati che mi piacciono di pi�� �� quello semplicissimo di mela e cannella (qui il video). Riesco a mangiare in abbinato una mela a dimostrazione del fatto che il gusto non mi stanca mai (che dire poi delle chips di mela essiccate? Le mie preferite, dopo averne provate diverse, rimangono in assoluto quelle di Tiger. Che ho mostrato pi�� volte nell’instagram della mia Rubrichetta Miii che fame anche se gi�� da un po’ sono state rimpiazzate da quelle fatte in casa con l’essiccatore).
Ti lascio qualche Ricetta sana e gustosa con questi tre incredibili Frutti. Che ne dici?
Carota:
Torta Salata con Carota e Curcuma
Pasta con Pesto di Zucca, Anacardi, Carote e Mandorle
Panini alla Carota
Riso con Bietola, Carote e Feta
Carote essiccate
Centrifugato di Carote e zucca
Torta di carote zenzero ��e arancia (vegana)
Carote bollite con senape al miele
Carrot Square Cake
I Cuori di Ravioli con Zucca, Carote, Curry e Pachino
Arancia
Muffin Arancia e miele
Pane di zucca, arancia e mandorle
Insalata Zucca arancia e mandorle
L’Anatra all’arancia di Fernanda
30 Ricette con l’Arancia (AIRC)
Salmone cedro, arancia e limone
Tartare al salmone con arancia, pompelmo e senape in grani
Fusilli Napoletani con gamberoni e arancia
Pappardelle Arancia e Vongole
Mela
Pur�� di patate e mela
Strudel Mango , Mela e agrumi��
Fagiolini Mandorle e patate
Salmone Avocado Mela e Melagrana
Pan Brioche Mela e Nocciole
La Torta con le mele dell’AISM
Torta Mele e Pane
Tarte Tatin
La Torta del Nippotorinese e di Maghetta
January 28, 2015
La mia Storia di Cucina: Ascoltando e assaggiando la Norma per il compleanno del mio Pap��

Una Storia di Cucina?
C’�� forse un giorno della nostra vita capace di non raccontarne una? La casa della vita �� solo la cucina.��L’ambiente in cui��ci si ritrova al mattino, a colazione, dopo incubi e sogni. A pranzo dopo vittorie e sconfitte. A merenda��con��la gioia di aver finito i compiti e la stanchezza di dover stirare e preparare la cena, pensando a quando a fare algebra eravamo noi. Con i nostri amici, spensierati e senza responsabilit�� facendo studi di funzione, sgranocchiando pop corn e spalmando creme sul pane persi nella Critica della Ragion Pura. A cena sperando che il domani sia migliore e un po’ anche noi. Apre e chiude il tempo, la cucina. Come la chiave di Alice prima di riuscire a entrare nel Paese delle Meraviglie; per rimpicciolirci c’�� una pozione da bere e per ingrandirci un dolcetto con su scritto Eat Me. Perch�� nella metafora della vita la cucina rimane il tempio del tempo. Dove tutto si ferma e accelera a seconda delle giornate. Dove un piatto di spaghetti, un sapore, pu�� farti ancora sentire l’odore di tuo pap�� che �� partito per il viaggio pi�� lungo da cui��pare non ci sia un ritorno. Dove un piatto di melanzane fritte pu�� farti tornare obesa, infelice e malata con tutti i fantasmi pronti a tirarti gi�� negli inferi. Dove una melanzana ripiena al profumo di prezzemolo fresco cancella i capelli bianchi di tua mamma e la rivedi sorridente con i suoi vestiti a fiori, colorati ed etnici, adesso sostituiti da tuniche nere di dolori.
Dove ci siamo noi tre. In un eterno per sempre.
Io una specifica storia di cucina non ce l’ho. Ho un’enciclopedia interminabile. Un susseguirsi di immagini che si attorcigliano come in un caledoscopio. Come delle macro sospese nell’aria piene di dettagli. E’ per questo che ho dovuto costruire una cucina virtuale, rivelatasi poi la mia salvezza, sperando di poterlo fermare questo tempo. Confrontandomi con il cibo, per me��eterna passione e dilemma. Non avendo paura di mostrare attraverso questo le infinite debolezze e paure che mi tormentano. Abbellendolo, colorandolo, costruendolo e arricchendolo di tutto quello di cui mi privo; talvolta per costrizione, altre volte per convinzione.
La prima immagine che ho di me �� all’et�� di otto anni. Ero una scrittrice che doveva finire il suo primo libro intitolato “Capelli”; la storia di una bimba con i capelli lunghi che veniva presa in giro per il suo brutto faccino sfregiato e quindi��li portava avanti per nascondersi. La cucina era color mogano. C’erano cuscini attaccati con i laccetti. Un enorme centrotavola con manici di terracotta e giganteschi limoni sopra un centrino fatto da nonna. Un tubo lungo con tanti cerchi dove riposavano��bottiglie di vino. Dei pesci di ceramica sul muro e due brocche da birra intagliate e decorate. Un quadro con una bottiglia e un quotidiano su un tavolo con dietro una finestra dove sonnecchiavano raggi di luce e nuvole. Una tenda con la frutta: le ciliegie erano sproporzionate e sembravano mele. Era una cucina ricca di dettagli, pentole colorate e attrezzi; nella vetrinetta c’erano calici viola con una sorta di merletto di cristallo, a mamma non piacevano molto ma li conservava perch�� erano un regalo di matrimonio. C’era la caffettiera e due bottiglie rosa che mi ricordavano quella dove la Strega��Samantha��muovendo il naso riusciva a entrare per sdraiarsi su un letto di cuscini. A volte guardavo dentro e speravo di trovarla. Quando non riuscivo a vederla mi dicevo che la volta dopo sarei stata pi�� fortunata. C’erano tanti piatti con fiori, tovaglioli arancioni, tovaglie verdi e una lavastoviglie con dentro il libretto delle istruzioni. Immacolata. Perch�� mamma non voleva usarla. I piatti si lavavano a mano. Cotto Veneto, una paperella al muro e una finestra da cui��se ti sporgevi un po’ potevi vedere pap�� arrivare dall’ufficio.
Adesso la mia cucina �� sterile. Bianca. Con tutti gli accessori bianchi. Con tutti i bicchieri uguali. Con le tovaglie bianche e i tovaglioli in tinta. Vergognosamente tecnologica. Ci sono due forni. Due piani cottura in acciaio. Non c’�� una fantasia.L’unico colore ��: un colpo di gomma. Che ha cancellato tutto ma mai i ricordi pi�� belli della mia vita. Perch�� per me tutto quell’arcobaleno �� rimasto solo l��. Sospeso nel tempo a mezz’aria come fosse un Olimpo sulle nuvole. Con i Dei delle idee. In un Iperuranio di felicit��.
Avrei voluto che in quella cucina colorata crescessero anche i miei figli; che apprezzassero e rispettassero questo contrasto. Da dove venivo e dove ero arrivata. Credevo che avrebbero aspettato il Nonno alla finestra. Che avrebbero mangiato il dolcino di cioccolato, l’unico che mamma ha sempre preparato. Perch�� la mia mamma non ha mai amato niente che fosse costretto, imposto e con una grammatura precisa. La pasta con il nero, il risotto alla marinara, le melanzane ripiene, i calamari ripieni, la caponata, le polpette di melanzana, i peperoni ripieni di riso e le verdure dell’orto del nonno da mangiare con la pizza e la scacciata catanese ricolma di patate e cipolla oppure cavolfiori e salsiccia. Ma mai un dolce.
Per questo preparo solo dolci in quella cucina dove �� stato cancellato il colore. In questo specchio di tempo che mi vede grande nel bianco e piccola nel colorato.
Immagino la vita cos��. Come fosse una grande tavola imbandita nel Paese delle Meraviglie.��Dove prima di attraversare lo specchio �� tutto monotono, bianco e anonimo e poi oltrepassatolo ti riempi di quello che hai perso, ma mai dentro: colore, vita e quelli che sai saranno i giorni pi�� belli della tua esistenza. Il Menu? A sorpresa. Ma con la voglia, sempre e comunque, di vedere e assaporare la portata successiva. Con Cappellai Matti che pretendono risposte impossibili. Per il dolore del salato, il fastidio del piccante e la felicit�� del dolce. E compleanni da festeggiare anche nei giorni sbagliati.
Pap�� �� morto da otto mesi e non c’�� un luogo pi�� della cucina dove io lo riveda. Con il suo sorriso bellissimo che mi fa l’occhiolino e mi dice: siediti amore mio. Sar�� onesta, mi ero imposta di essere distaccata e raccontare una semplice storia di cucina, cos�� come �� giusto che sia per certi versi. Un piatto e un ricordo e non un delirio esistenziale e ambientale. La verit�� �� che i miei sogni si sono infranti e al contempo realizzati in cucina. Mi sono abbuffata nelle mie crisi bulimiche a quindici anni. Sono stata a terra negli angoli forzandomi di non aprire il frigorifero nelle mie fasi anoressiche. E adesso sono qui. Semplicemente io. Come fossi ancora quella bimba di otto anni. Al posto del quaderno ho un computer. Al posto di un coniglio immaginario ho un cucciolo di cane che mi guarda con amore. Al posto di mamma c’�� sempre mamma.
Al posto di pap�� c’�� sempre pap��. E’ seduto su quella sedia e vuole mangiare Spaghetti alla Norma. I suoi preferiti. Mentre io continuo a guardare nella bottiglia rosa in cerca di Samantha. Perch�� non bisogna mai smettere di credere ai sogni. Non bisogna mai smettere di sorridere.
Spaghetti alla Norma
Per il suo compleanno, il 30 Gennaio sarebbero stati 70, pap�� voleva solo un piatto di Spaghetti. Che fossero con i pomodorini freschi saltati in padella insieme agli spaghetti al dente o alla Norma, che qui a Catania �� la regina della tavola. E’ una danza di sapori. E’ come se fosse l’Etna con il nero della melanzana fritta ai bordi. Il rosso della lava. La neve della ricotta. Quando tagli le melanzane inizia il preludio e poi parte “Casta Diva” con la voce della Callas. Al minuto e trenta sei gi�� con i brividi mentre la salsa scoppietta come lava e pretende che tu sia pronto ad arrotolare i lapilli del fuoco e gli intrecci degli spaghetti che disegnano note come su uno spartito. Sono gesti semplici e complicati come la vita stessa. Melodie imprevedibili che devi obbligarti ad ascoltare e dolci passaggi capaci di incantarti come sirene su scogli in alto mare.
La Collana “Storie di Cucina”
uscir�� da domani, 29 Gennaio, con ��il Corriere della Sera. Ogni libro �� selezionato con cura da Angela Frenda
La��prima collana di libri per chi ama leggere e cucinare. Il Corriere della Sera ha progettato un vero e proprio viaggio tra ricordi, sapori ed emozioni da percorrere con una valigia piena di passione, quanto basta di��emozioni e una generosa manciata di ricordi e odori. Questa passione travolgente per i fornelli e il cibo che spesso coincide con quella di vivere e assaporare ogni singolo attimo. L’arte culinaria allo stato puro. Venti avventure per celebrare questo grande legame d’amore tra la scrittura e il convivio in Italia. Sono romanzi, saggi, biografie e autobiografie; molti titoli sono inediti e tradotti per la prima volta. Ogni Gioved�� in edicola, a ��� 7,90.
La prima uscita: “La Parte pi�� Tenera” di Ruth Reichl
La bellissima introduzione �� di Angela Frenda, che ci invita a riflettere su quanto sia importante il testo, oltre che la bellezza delle immagini in quest’epoca a dir poco gloriosa per tutto quello che concerne il cibo e l’arte culinaria. Rievoca la potenza dell’Artusi, dove certamente non erano le foto a invogliare ma piuttosto le considerazioni e l’incredibile bravura e sapienza nel raccontare il cibo. Per questo motivo ha selezionato per noi venti titoli italiani e stranieri con copertine che ricordano le trame di una fine porcellana. Ed �� incredibile come io mi senta piccola piccola in mezzo a tutto questo ma anche come mi senta al contempo stesso parte di questo. Da quattro anni non faccio che tediare la rete con tutte le mie storie, i miei giorni e ricordi. In una terapia pubblica rivelatasi il mio happy end.
Ruth Reichl, la critica culinaria pi�� famosa d’America che scrive per il New York Times, firma questo sorprendente libro che �� un percorso di vita attraverso sapori, passioni e ricordi. Ci regala una ricetta per ogni capitolo, condito da un’ironia travolgente e una bravura indiscutibile nel raccontarsi e raccontare. Ho amato moltissimo questo libro e vorrei consigliarvelo caldamente. Si parte con il primo capitolo, La Regina della Muffa, corredato dalla ricetta “Falso Prosciutto alla Miriam Reichl”: siamo in un appartamento newyorkese dove borbotta l’acqua della macchinetta del caff��. C’�� il pap�� di Ruth, ma non del fratello maggiore, e delle colazioni. Si susseguono divertenti ricordi con panne acide color verde, non di colorante ma pi�� semplicemente di muffa e convenevoli da rispettare insieme alle amiche nei confronti di questa incredibile Mamma, regina della muffa. Era un susseguirsi di domestiche che non si fermavano, un po’ come accadeva a casa Banks��prima che arrivasse Mary Poppins. L’arrivo della signora Peavey, che incredibilmente resistette otto anni, tra litigate continue e filetti in crosta ci regalano un’altra deliziosa ricetta, che �� quella delle cotolette di vitello Wiener Schnitzel. E credo di dovermi fermare qui, anche se non vorrei, confesso. Domani tocca proprio andare in edicola e accappararsi questo volume, qualora voi non lo possedeste; ma anche l�� per il prezzo e la qualit�� della copertina e dell’opera tutta ne vale comunque, a prescindere, la pena eccome.
Ho avuto il grandissimo onore di ricevere in anteprima un assaggio di quest’opera, di cui parler�� ancora; magari potremmo farlo����tutti insieme. Che ne dite? Io sto gi�� preparando una ricetta speciale tratta dal libro di Ruth, che comparir�� in questi giorni qui sul blog e sul canale youtube. Mi piacerebbe molto che ne scrivessimo��insieme e approfondissimo quello che �� diametralmente opposto, per certi versi, al genere che tratto ne La Libreria di Iaia, eppure complementare.
Le Prossime Uscite?
A seguire��Un filo d’olio di Simonetta��Agnello��Hornby, Julie&Julia di Julie Powell, Afrodita di Isabel Allende, Il perfezionista di Rudolph Chelminski, I biscotti di Baudelaire di Alice Toklas, Pomodori verdi fritti al caff�� di Whistle Stop di Fannie Flag, Chocolat di Joanne Harris, Sale e Zafferano di Kamila Shamsie, In punta di forchetta di Bee Wilson, Kitchen di Banana��Yoshimoto, Dolce come il cioccolato di Laura Esquivel, Le relazioni culinarie di Andreas Staikos, Biografia sentimentale dell’ostrica di Mary Frances Kennedy Fisher La casa nel bosco��dei fratelli Carofiglio e molti altri.
VideoRicetta: Pere e Mele Essiccate
Carote Essiccate
Banane essiccate
Domani ci saranno Ananas, Mirtilli, Lamponi e Kiwi essiccati sul mio Canale Youtube. Se ti fa piacere iscriverti clicca qui.��
Smoothie Avocado, Cavoletti di Bruxelles, Spinaci e Limone
Frulla l’avocado con il succo di limone. Che sia con il frullatore a immersione o con il mixer poco importa. Centrifuga gli spinaci e i cavoletti o anche il cavolo andr�� bene. Dosa tu i sapori che ti piacciono di pi�� in modo da ottenere il centrifugato perfetto per il tuo palato. Aggiungi un po’ di basilico se ti piace e anche un pizzico di sale. Buonissimo!
Forse io dovrei smetterla con questo Avocado e Spinaci, vero? In realt�� facendo ogni giorno smoothie, centrifugati e frullati e vedendo che la cosa vi ha entusiasmato, e continua a entusiasmare, parecchio nei diversi social ho deciso di fotografare un attimo il tutto, giusto per il piacere di condividere e scoprire con voi magari nuovi abbinamenti. Non �� un segreto che io sia un’appassionata di Avocado e che soprattutto con le zucchine e gli spinaci creda che il sapore venga esaltato a dismisura. Ho provato la stessa versione di oggi con gli asparagi (che puoi trovare qui) semplicemente con spinaci, avocado e limone (che puoi trovare qui), senza dimenticare shirataki, spaghetti di zucchine e tanto (forse troppo) altro. Poi complici i cavoletti di Bruxelles in casa (e l’amore per il centrifugato di Cavolo di cui ho parlato qui) mi sono detta che fosse proprio giunto il momento di provare. Non mi ha fatto impazzire e il cavoletto nonostante tutto si sentiva davvero poco. E’ uno di quegli smoothie che va gustato con una punta di salato per rendere al meglio. Continuo a preferire senza ombra di dubbio il cavolo e voglio provare questa versione con il sedano e il cetriolo.
Oltre al gelato non avevo mai avuto un cibo “feticcio” di cui sentivo l’assoluta necessit��. Neanche il cioccolato per certi versi lo �� mai stato davvero. Il gelato al contrario s��. Semmai potessi aggiungere un’alternativa credo che avrei ormai pochi dubbi a dire Avocado. La triade si riconferma: Riso, Avocado e Gelato. Si pu�� sopravvivere, no? Contando che il gelato �� composto da quanta pi�� frutta possibile e ogni sorta di latte vegetale, se lo si vuole, mi sento quasi di rispondere s��. Il Nippotorinese molte volte mi guarda stupito del fatto che io creda fortemente in questa affermazione e che ne sia talmente dispiaciuta da ragionarci pi�� e pi�� volte:
“Ma quanto tempo ho sprecato non mangiando avocado?” (come vedete mi perdo in quesiti esistenziali di un certo spessore)
E voi quali smoothie, centrifugati, frullati e abbinamenti avete scoperto in questo periodo? Vi va di dirmi il vostro podio? Primo, secondo e terzo posto cos�� magari il prossimo Smoothie, Centrifugato o Frullato che berr�� sar�� proprio quello e lo chiamer�� con il vostro nome. Un’idea carina, no? (mentite se necessario)
La mia Vita in formato Polaroid
January 27, 2015
Cosa c’�� nel mio Carrello
(Il mio sogno era intolarlo uozinmaicarela proprio scritto cos��. Ma mi sono trattenuta. Ecco, l’ho detto)
Seguir�� un Video complementare nei prossimi giorni (con frutta fresca, verdura e specifiche)
Questo Post sar�� utile per tutti quegli sventurati che si arrovellano con la domanda “ma cosa mangia ‘sta cretina?” cos�� semmai voleste invitarmi a pranzo-cena-merenda baster�� che vi rimandi a questo link e il gioco �� fatto (furbo no? mi sa di no).
Vi va di fare questo “giochino” insieme a me? Complice il fatto che su Youtube �� un continuo di “what’s in my bag?” – “what’s in my fridge?” – “what’s in my comodino?” (giuro, comodino) – “what’s in my iphone?” e via discorrendo, io mi sono prefissa di farne due importantissimi. What’s in my cervella e what’s in my carrella. Che ve ne pare? E allora una domenica, come preannunciato su Facebook e Twitter, ho aperto la dispensa e ho messo “alla come viene viene” quello che avevo in casa, giusto per non falsare nulla e per fare effettivamente vedere in primis a me stessa cosa non manca mai in casa. Sono stata felice di scoprire, visto che comunque non era una cosa organizzata, che niente mancava all’appello (solo il sesamo nero ma quello bianco c’era. A dirla tutta pure la zuppa di Miso e l‘Aceto di mele ma erano in ufficio, quello che io chiamo iperuranio, che ha una dispensa molto pi�� grande di quella che ho qui in casa. E di togliermi le ciabattine e mettermi gli stivali da pioggia solo per scendere gi�� e fotografare proprio non ne avevo voglia). Non ho stabilito un numero di prodotti, proprio perch�� a rischio di essere ripetitiva non essendo organizzato �� stato un po’ pi�� svuotare la dispensa e vedere cosa c’era. Qui la spesa si fa costantemente e se questo �� possibile, �� inutile che io mi prenda qualche merito, �� solo grazie a Seby e Alessandro, due santi che mi sopportano e che lavorano per me nell’azienda di famiglia (ne ho parlato diversi volte. Sono amici. Non dipendenti. Amici che mi sopportano e che per qualche inspiegabile ragione non si licenziano in cerca di un Capo professionale, al contrario di me). Seby e Ale si occupano di organizzazioni ma ormai sono diventati a pieno titolo “coloro che si occupano delle organizzazioni personale dell’antipatica ed esigente Signorina Guardo”.
Alcuni di voi, amici speciali, hanno potuto conoscere Alessandro in occasione del Salone del Libro di Torino (c’era Alessandro con mio pap�� e mia mamma) e Seby in occasione della presentazione del Libro a Catania (era lui il pazzo che all’improvviso mi ha dedicato i fuochi d’artificio). Questo per dire, e ci tengo tantissimo, che senza loro due la mia dispensa non sarebbe mai cos�� ricca e fornita di quello di cui necessito. Loro stessi si rendono conto quando il latte di soia sta finendo in dispensa (molti mi chiedono come faccia a tenere tutta questa roba e di quanto spazio io possegga. Prometto che in maniera molto sintetica vi sveler�� i miei segreti pi�� torbidi, anche se potrei pure ometterli. La realt�� �� che sono fortunata, grazie al mio pap��, e ho moltissimo spazio a ��disposizione tra casa-studio-ufficio-iperuranio e cantine). Io, Seby e Ale (e pure il Nippotorinese, altro santo che controlla insieme ai due Angeli della mia vita) compriamo bene o male sempre le stesse cose. Al Nippotorinese provvedo sempre io ma a essere sincera in questo periodo di assestamento familiare, dopo la tragica perdita del mio amore pap��, mamma si prende cura della dieta del nordico al quale probabilmente scoppier�� il fegato entro la fine dell’anno. Mamma non si era mai preoccupata di fare la spesa per noi, chiaramente, ma adesso che anche lei vive un momento di difficolt�� �� tutto meno organizzato e molto spesso capita che i prodotti per il Nippo li compri lei (far�� anche cosa c’�� nel carrello del Nippo perch�� merita, in quanto al novanta per cento �� comunque un carrello salutare di una persona che sa cosa mangia e perch�� lo mangia).
In pratica quindi io nel carrello metto ben poco. Compro molto online. Compro molto “virtualmente”: ovvero io stilo la lista e Ale e Seby, durante le loro attivit�� lavorative giornaliere, provvedono. Ormai sono talmente preparati che sanno pure l’ultima marca di tofu in uscita. Se prima Seby non sapeva cosa fossero il seitan e il tofu, adesso potrebbe tenere un comizio davanti ai vegani pi�� preparati (fermo restando che non ha capito bene perch�� io mangi queste schifezze, ben intesi). Sono arrivata a 40 prodotti non mostrando Tofu e Seitan. DI fresco diciamo che a parte frutta e verdura ho messo soltanto lo Yogurt di Soia, di cui comunque non faccio tutto questo grande uso se non in rare occasioni. L’ho fatto perch�� quella domenica nel mio frigo di tofu e seitan neanche l’ombra. Fatta piccola doverosa premessa che risponder�� per i pi�� curiosi alla domanda “come fai a trovare tutti questi prodotti”, comincio con l’elenco e l’enunciazione e piccola spiegazione per chi fosse interessato.
Partiamo col presupposto che semmai dovessi sceglierne il dieci per cento, e quindi lo stretto necessario per la sopravvivenza giornaliera, io direi sempre e solo: carote/zucchine/verdure/ortaggi in genere, salsa di soia, riso e t�� (ma anche senza avocado, limone, un frutto esotico a caso e la cannella comincio a dare numeri, eh).
1 Riso in genere. Non devono mai mancare in dispensa almeno tre (�� proprio la base) variet�� diverse di riso che si riassumono principalmente: chicco tondo giapponese, basmati indiano e carnaroli (soprattutto per il Nippo perch�� il Riso �� un prodotto comune in quanto rimane tra gli alimenti anche da lui preferiti, che di certo un “pastaro” non ��).
2 Riso giapponese per Sushi. Ecco nello specifico se manca questo �� un po’ come il caff�� a casa di mamma. Si va in iperventilazione.
3 Gallette di Riso. Ne faccio uso da un anno circa ed �� una passione che va a periodi. Ci sono momenti, soprattutto in un determinato periodo del mese, dove sono proprio affamata e ho bisogno di sentirmi piena, sazia e appagata come se avessi mangiato cartone. Ci potrebbe pensare il seitan direte voi. S��, ma avendo una difficolt�� con il glutine si amplificherebbe il problema del gonfiore e dell’irritazione umorale. Le gallette quindi devono esserci soprattutto per fare “bruschette” con il pomodoro o con crema di avocado e lime (buonissime!). Mi piacciono pure bagnate nella salsa di soia, giusto per farvi capire come sto messa.
4 Shirataki. Seppur ci sia stato il periodo degli Shirataki, adesso ne sono meno ghiotta, ma li tengo ugualmente sempre in casa perch�� che siano con il pesto di avocado, o semplicemente con salsa e basilico o anche solo con gomasio e salsa di soia non possono mai mancare.
5 L’alga Nori mi occorre per la sopravvivenza. Se manca la Nori qui cominciano a tremare tutti. Non tanto per il sushi in s�� (anche) quanto perch�� a me piace arrotolarci anche solo il tofu o le carote (o l’avocado) e poi inzuppare questa sorta di “involtini” pucciati nel wasabi dentro la mia onnipresente ciotolina di salsa di soia. La Nori mi piace moltissimo. Non posso farne a meno.
6 Insieme alla Nori la cuginetta Wakame (purtroppo la Goma, quella piccantina un po’ gelatinosa che servono spesso al ristorante giapponese, arriva confezionata con una salsa di gambero come conservante e quindi impossibile per me da mangiare) sta l�� in bella vista. Anche mamma a casa sua ne tiene sempre un pacchetto. E’ un po’ il mio salvavita. Non sai cosa dare a Iaia? Reidrata la wakame ed �� fatta. In insalata, nel miso o in qualsiasi preparazione di insalata ricca, soprattutto con avocado o pomodoro o tofu, mi fai sempre felice.
7 Latte di soia. Non sono una che prende il latte al mattino. Io prendo il caff�� e sto cercando di ridurlo fino a farlo scomparire. La realt�� �� che dovrei proprio abituarmi a farlo quotidianamente. Uno yogurt di soia, un bicchiere di latte di soia o qualcosa di simile, magari alternando perch�� sempre soia non fa neanche bene, ma �� innegabile che io in dispensa abbia sempre una copiosa fornitura di Latte di Soia. Per la preparazione di qualsivoglia ricetta devo averlo. Allo stesso modo riso, kamut e farro e qualsiasi tipo di latte vegetale.
8 Il latte di mandorla senza zucchero da un po’ �� diventato una fissa e lo uso molto spesso per gli smoothie o per il gelato alla banana e cannella che mi faccio semplicemente congelando la banana e buttando tutto nel mixer (far�� presto un video esplicativo). Ne basta giusto qualche goccia, altrimenti mi piace tantissimo freddo con un po’ di t�� matcha o freddo con la cannella. Caldo lo gradisco un po’ meno, come il latte di riso (proprio non riesco) e tutti gli altri latti vegetali (se deve essere caldo, per qualche oscura ragione solo soia).
9 Alla stregua del latte non �� mia abitudine giornaliera mangiare Yogurt di Soia ma quelli che mi piacciono di pi�� sono della Provamel, soprattutto alla ciliegia. Tengo per�� sempre lo yogurt bianco in frigo per diverse preparazioni, anche per il Nippotorinese, e per qualche eventuale snack o smoothie per quanto mi riguarda. Ma non �� un alimento che se non �� presente me ne rendo conto immediatamente.
10 Nocciole, Noci, Mandorle e Pistacchi. Sgusciati e puliti li trovo dal mio adorato Orazio, Fruttivendolo di fiducia. Me ne riempie sacchetti e li regalo spesso ai miei amici speciali. Non possono mai mancare e quando sono sotto allenamento ne mangio sempre qualcuno al mattino o al pomeriggio. Una manciata di noci, per quanto stupido possa sembrare, sazia. Non facendo poi uso di olio extra vergine d’oliva o olio vegetale in genere (�� sbagliato e non ho mai asserito che sia giusto ma �� cos��) per me �� fondamentale adoperare semi oleosi e frutta secca, che riescono a darmi grassi sufficienti per la veicolazione intestinale.
11 Anacardi. Non ne facevo un largo uso (e neanche adesso) ma nelle preparazioni di dolcetti raw sono onnipresenti e mi sto un po’ allenando nella preparazione dei “formaggi vegani”; che non mi entusiasmano personalmente tanto da introdurli nella mia dieta. Non sono mai stata una fan di nessun formaggio in vita mia (facevo parte della fazione mozzarella-ricotta salata-primo sale siculo e basta. Ma in tarda et��) e continuo a non esserlo. Gli anacardi per�� li tengo in dispensa che non si sa mai vien voglia di preparare ��qualcosa di sfizioso.
12 Avena. Per il porridge (e anche per biscotti e preparazioni che piacciono molto al Nippo. Faccio anche le barrette di cereali e frutta secca per cui mamma grazie al cielo impazzisce) con il latte di soia e cannella (ne ho parlato qui).
13 Crusca. La prendo una-due volte a settimana con il latte vegetale o mangiata cos�� al mattino. Non �� un alimento di cui vado matta ma sazia tanto e fa bene al transito intestinale, quindi tendo a tenerla spesso in casa (sono una golosa cronica di tutti i cereali biologici da colazione; che siano quinoa soffiata e tutto il resto, cerco proprio a non tenerli in casa molto spesso perch�� non mi so controllare e se acchiappo il riso soffiato et similia sono capace di mangiare quello pranzo-cena fino a quando finiscono. Con latte di soia e cannella. Mi piacciono da andar fuori di testa.
14 ��In casa avevo solo questi legumi ma generalmente non possono mai mancare ceci, lenticchie e fave che compro sfusi dal mio fruttivendolo di fiducia. Di fave secche chi mi segue assiduamente (santo subito!) sa gi�� vado proprio matta. Anche fresche, ma secche per fare il macco di fave con i semi di finocchio sono qualcosa di paradisiaco. Le mangio non troppo spesso perch�� tendo a non digerirle ma le fave non possono mai mancare. Se ce le ho in casa mi sento al sicuro.
15 Qualsiasi tipo di preparati di legumi e dove vi �� l’onnipresente orzo, ma anche quinoa. Farro, orzo perlato et similia sono presenti in dispensa sempre e ne faccio uso una volta a settimana. Dipende dal tipo di attivit�� fisica che svolgo e da come mi sento nel periodo. Tendo ad avere una difficolt�� con i carboidrati seppur non raffinati e sempre integrali nei periodi di sedentariet�� (che purtroppo ultimamente sono tanti per via di lavoro e impegni).
16 T�� nero, verde, bianco, giallo, rosso e a pois. Tostato o no. Sencha, bancha, kokeicha, qualsiasi t�� deve essere in dispensa. Mi fa venire una maledetta tachicardia ma sono comunque fissata e ne possiedo di svariate tipologie. Non sono affatto un’intenditrice perch�� occorrerebbero tempo e studio, ma tracanno felice e contenta quando non sono nel periodo paranoico “non reggo la tachicardia”. A volte la reggo e sono felicemente esaurita.
17 Il matcha �� il t�� che se manca do i numeri. Non pu�� mancare. Io il matcha lo venero. Oltre a piacermi moltissimo lo rifilo a chiunque ovunque. Nel salato. Nel pesce. Nei muffin. Ovunque. Da ormai un decennio il matcha �� il sale di casa mia.
18 Che siano Choco Tea o quelli della Pukka Herbs, infusi o deteinati (la settimana scorsa ho ricevuto un regalo pazzesco dal Nippo), in genere d’inverno mi piace moltissimo coccolarmi anche prima di andare a letto. E’ un ottimo modo per bere un po’ visto che sono una di quelle cretine che beve al massimo (se tutto va bene) quella goccia di acqua al mattino per prendere la pillola della tiroide e bon. Non metto ovviamente zucchero ma quasi sempre del dolcificante, dipende dai gusti. Dolcificante privo di aspartame. Naturalmente no miele. Niente fruttosio (perch�� non mi piace). Niente stevia (che altera il sapore) ma a volte Dietor liquido. Fa rabbrividire anche me questa asserzione ma amarissimo, dipende dai gusti, proprio non �� possibile.
19 Il succo di agave personalmente non lo avevo mai preso fino a qualche mese fa. Continuo a non prenderlo se non in rare occasioni ma per la preparazione di cupcake raw e cheesecake raw mi �� tornato utile e da l�� amore infinito. Una tantum sepof��. Pur non mangiando spesso muffin vegani, cupcake e roba con farina seppur integrale (s�� lo so sono noiosa, antipatica e pazza), ho ceduto qualche volta nell’ultimo anno allo zucchero di canna grezzo, ma essendo abituata ormai da anni a non mangiare nulla di zuccherato il mio palato sta bene cos�� (la cheesecake raw e il cupcake raw per quanto mi sono piaciuti mi hanno mandato le papille gustative al manicomio).
20 Bacche di Goji. Non le mangio ogni mattina come i cranberry e le mele disidratate e pure i gelsi bianchi e tutta quella serie di frutta disidratata. Non sono una fanatica ma da un po’ li tengo in dispensa e qualche volta ne butto gi�� qualcuno senza regolarit��.
21 Uvetta di Corinto. Uhm. Non sono (ero) una grande appassionata di uvetta ma da un po’ faccio uso di questa uvetta, non giornalmente ma quando ho voglia di farmi porridge o mangiare quinoa soffiata e cereali. Mi piace il gusto dell’uvetta in queste rare (ma come ho gi�� detto abbondanti in senso di quantit��) occasioni.
22 Lo confesso mi piacciono tutti i semi ma a volte pranzo solo con quelli di girasole (anche chia e zucca). S�� lo so �� pazzesco. Ma mangiare una ciotolina di semi (ci metto succo di limone e sale. Non guardare lo schermo cos��!) mi sazia tantissimo (unisco due frutti e via) ed �� un toccasana per il mio intestino. Soprattutto i semi di girasole (e lino! Ho dimenticato il lino) sono tra i miei preferiti e si possono preparare deliziose salsette.
23 Sempre in fatto di semi, come dicevo quelli di lino sono nella pole position dei miei preferiti (anche se difficilmente non me ne piace qualcuno, confesso. La canapa? Mi fa impazzire). I semi di Lino sono perfetti alleati soprattutto se c’�� di mezzo l’essiccatore e nella preparazione dei dolci raw. Ben presto far�� video e post esplicativi. Fatto sta che non possono assolutamente mancare nella mia dispensa.
24 C’�� un mix che contiene semi di lino e semi di chia che adoro e che mi piace mettere anche nei cereali o nel porridge, oltre che sull’insalata o anche quando pranzo con i semi di girasole. Ricchissimi di omega tre (ho gi�� parlato diverse volte dei semi di chia), �� un pacchettino che mai manca nel carrello, nella dispensa e nel cuore di Iaia.
25 No dico voi non avete in casa i semi di zucca? Se cos�� fosse: vergognatevi. Non aggiungo altro. Ovunque vanno bene. Anche e soprattutto nell’insalata o cos�� come snack. Al Nippotorinese piacciono moltissimo negli impasti del pane che faccio spesso in connubio con i semi di girasole.
26 L’olio di cocco io lo uso gi�� da diverso tempo per struccarmi buttando all’aria tutte quelle fesserie di Dior e Chanel che adesso se ci ripenso denotavano solo tanta ignoranza e pigrizia e mi hanno fatto pure buttare milionarie acque micellari. Con una confezione di olio di cocco sto mesi e mesi. Mi strucco. I miei capelli (ho dei bruttissimi capelli io, eh) sono migliorati grazie agli impacchi e le punte non si diramano in ottomila doppie punte ormai. L’olio di cocco mi ha cambiato la vita. Mi sono ostinata fino a circa 40-50 giorni fa a non mangiarlo mai. Ovviamente perch�� sono una psicopatica, non perch�� sia un ragionamento giusto. Poi dopo la preparazione di qualche dolcetto raw mi sono imposta di farlo ed �� scoppiato l’amore. Certo non �� un ingrediente che adopero settimanalmente per il “dentro” nonostante per il “fuori” lo adoperi giornalmente, ma quando capita adesso non mi tiro pi�� indietro. E sai cosa? Sono molto orgogliosa di me.
27 Non si vede bene dalla foto ma trattasi di cioccolato fondente raw, manco a dirlo completamente vegano. Da quando �� facile trovarlo mi sparo barrette in endovena un giorno s�� e l’altro pure se sono sotto allenamento. Se sto ferma a scrivere come una scema no. Ma un quadrato di cioccolato fondente non ha mai ucciso nessuno (anche se vorrei perire cos��, diciamocelo).
28 Gomasio. Sesamo e sale. Ne ho parlato diverse volte. Per una che non adopera condimenti �� fondamentale. E anche se li adoperassi (intendo condimenti “comuni”) lo sarebbe ugualmente. Molte volte lo faccio io stessa, altre volte lo compro. Mi piace sugli spinaci e soprattutto sui fagiolini. Mi piace lessarli e poi mettere abbondante salsa di soia e gomasio. Lo faccio spesso durante la settimana.
29 La salsa di soia �� come acqua per me. Senza la salsa di soia sono una donna infelice. La metto ovunque. E’ un po’ come l’olio per voi umani. In realt�� ho dimenticato (credo di averlo gi�� scritto ma ormai sono nel pallone e in totale confusione) di scrivere l’aceto di mele e quello di riso. Il primo oltre che sui capelli non lo adopero spesso nei piatti, ma lo prendo al mattino (un cucchiaino sciolto nell’acqua) mentre quello di riso lo prendo solo quando mangio il nostro buonissimo sushi fatto in casa.
30 Wasabi. Se prima lo odiavo (proprio come l’avocado e lo zenzero) adesso sento di poter asserire con assoluta certezza che senza non vivrei. Acquisto wasabi in tutte le forme, in polvere o in tubetto gi�� pronto cos�� e grazie a Japan Centre (vendita online che amo e di cui faccio abuso manco fosse Forever 21) posso comprarne bancali in offerta (ormai mi conoscono e mi infilano pure nel pacco regali di Natale. Sono praticamente la cliente migliore nel mondo, suppongo. Una casa in Giappone potevo comprarla).
31 Sono siciliana. Potrei mai vivere senza la cannella? Se per molti �� una moda ormai, qui a noi siculi ce la mettono nel biberon? Tutti i dolci siciliani hanno la cannella. Se non c’�� la cannella ce la mettiamo noi. Pure nel rag�� si mette la cannella. Pure nella pastasciutta. Ok la smetto. Non mi piace assolutamente la cannella confezionata. Grazie al cielo ho Orazio Santo Fruttivendolo di Fiducia che l’acquista a sacchi, manco fossimo a Casablanca, e io ne faccio incetta continua. Freschissima, profumata e incredibilmente buona, la metto��chiaramente in tutte le preparazioni dolci. Dal porridge ai cereali ai dolcetti raw.
32 Amo tuttetuttetuttetutte le verdure. Forse semmai dovessi dirne una che non mi fa impazzire, ma che comunque mangio ugualmente se capita, �� il radicchio. Tutte le verdure e gli ortaggi senza distinzione. Il cavolo in tutte le sue forme.I broccoli. I cavolfiori. Non c’�� una verdura o un ortaggio che non sia di mio gradimento, ma se mancano le zucchine e le carote posso pure piangere lacrime amare fino a prosciugarmi. Ho messo sul tavolo solo queste due perch�� sono in assoluto i must have immancabili. Sono un po’ come il mascara e il fondotinta. Mi piace pure il rossetto e l’eye liner ma se mancano fondotinta e mascara ‘ndo vado? (fermo restando che mi trucco una volta al mese e che esco sempre struccata ma era un esempio talmente cretino che volevo farlo)
33 Datteri. D’accordo i fichi secchi mi piacciono molto ma da due anni ormai vivo per questi datteri israeliani morbidi, succosi ed enormi che sempre Orazio (oh io Orazio lo amo, c’�� poco da fare) mi fornisce. I datteri, oltre che essere indispensabili nella preparazione di dolcetti vegani e raw, sono buonissimi. Che siano imbottiti di frutta secca, ricoperti di cioccolato o semplicemente cos��. Sono un dolcetto delizioso. Dopo pasto o colazione. Un dattero �� uno di quei momenti belli della giornata. Quando finiscono io vado letteralmente in depressione.
34 Sempre da Orazio giornalmente mi rifornisco di frutta esotica. Ecco. Io non sono una fissata con la frutta di stagione. S�� forse dovrei. L’ambiente blablablafrizzielazzi. Ma gi�� nel mio piccolissimo credo di contribure in minima parte all’universo. Potr�� mangiarmela una papaya a dicembre, no ? Il Nippo con una cotoletta in bocca a volte giusto per tediarmi mi dice “Sai quanta benzina si �� sprecata per portarti questa papaya qui?”. So che scherza (un po’ no, ma vabb��) ed eticamente �� un discorso che andrebbe affrontato, ma santo cielo bisogna pur vivere. E’ gi�� norma che io mangi avocado 365 giorni all’anno e confesso, senza nascondermi, che lo �� pure per molta altra frutta esotica. Non mangio ovviamente solo quella che amo e apprezzo la frutta di stagione, ma non �� affato raro che io mi nutra (proprio pranzo ma soprattutto cena quasi sempre) solo di frutta esotica.
35 Il limone lo mangio a morsi. Lo mangio con il sale e il bicarbonato. Lo metto sui semi come ho detto. Lo metto sull’avocado. Mi piace il limone spremuto sul riso lesso (lo facevo anche quando ero obesa e quando poi mangiavo otto chili di patatine). Mi piace la limonata, i ghiaccioli fatti in casa con base di limonata, mi piace sulla wakame e pure sull’insalata come unico condimento. Mi piace il limone ovunque. Io senza limone, intendo giornalmente, impazzisco. Il mio papino impazziva per la limonata e la passione per il limone la devo sicuramente a lui. E’ in assoluto (semmai dovessi decidere un frutto con una pistola puntata alla tempia) il frutto-agrume che pi�� preferisco. Niente viene prima del limone. Per me �� ��vita. Ricordi e vita.
36 Sempre da brava sicula quando �� periodi di mandaranci, mandarini e arance piango per la commozione. Cerco di incamerarne il pi�� possibile. Ne mangio una quantit�� vergognosa e mi piacciono da morire le spremute, anche ghiacciate. Nel freezer, fatte tipo granita all’antica. Per i mandaranci farei follie!
37 Ho fotografato lo zenzero in polvere ma in realt�� lo preferisco in radice fresco. Soprattutto negli smoothie (non lo avevo in casa al momento dello scatto anche se manca raramente). Sono un’amante delle spezie. Non tutte. Mi piace ad esempio mangiare l’ananas con limone e sale e qualche volta aggiungo il pepe nero. Non sono una patita del piccante ma mi piace moltissimo il pepe. Non ne faccio un uso quotidiano e neanche settimanale ma quando ho voglia di pepe una tantum me ne concedo una bella quantit�� (seppur faccia male e lo so). Lo zenzero in polvere per�� ultimamente lo prendo spesso con l’acqua calda e il limone che mi ha consigliato la mia amata Ombrellina.
38 Si �� capito che ho una perversione per l’avocado. E’ assurdo perch�� prima lo detestavo. Cotto. Crudo. In crema. Poco importa. L’ho mangiato, per voglia, anche acerbo e solo i temerari come me sanno quanto possa essere disgustoso. Fosse per me mangerei avocado tutti i giorni e in molti periodi l’ho fatto gonfiando come una zampogna. Ricco di grassi buoni e dalle infinit�� propriet�� (lo metto sui capelli e in faccia ottenendo risultati incredibili) non manca mai in casa mia. E’ pi�� probabile che manchi l’acqua ma l’avocado: mai. Chi me lo procura? Il migliore sul mercato? Sempre Orazio Santo Fruttivendolo di fiducia, cui si deve la mia sopravvivenza.
39 Sono una fan sfegatata della senape e quando impazzisco mi faccio pure una salsetta yogurt e senape davvero buonissima come dressing per insalata. Mi piace sperimentare tantissime senapi. Amo quella al mango che il Nippotorinese mi porta da Torino fatta proprio artigianalmente e ho assaggiato con piacere senapi multigusto. Rimango fedelissima a quella classica di Digione e mi piace moltissimo con le carote, con le zucchine bollite e pure sulle gallette di riso.
40 Avevo dimenticato i semi di canapa durante la numerazione ma non potevo non dar loro il giusto rilievo. I semi di canapa sono buoni a dir poco. Sono ipercalorici ma mi piacciono tantissimo. Cos�� nudi e crudi a cucchiaiate (guarda un po’? Con tanto limone sopra).
Cavoletti di Bruxelles, Pesto di Pistacchio e Sesamo Nero
Ho fatto sbollentare i cavoletti di Bruxelles in acqua bollente e salata. Ho tostato pochissimo i pistacchi in forno con un po’ di sale e ho preparato il pesto di pistacchio adoperando olio extra vergine d’oliva e pistacchi di Bronte con un pizzico di parmigiano grattugiato. Li ho poi passati in padella con un filo extra vergine d’olio d’oliva e ho aggiunto qualche cucchiaiata di pesto di pistacchio. Spolveratina di sesamo nero (avrei preferito quello bianco ma avevo in casa solo questo) tostato anch’esso e pronto per essere servito.
In foto non mi piaceva moltissimo l’effetto pappone cavoletto-pesto di pistacchio ed �� per questo che lo vedete con una presentazione un po’ diversa.
Alle 15:15 il Post Cosa c’�� nel mio Carrello (attesissimo. Solo da Ombrella. Il Solo �� chiaramente un eufemismo. Ama).
Che sia ��verza, acitano (sono sicula come faccio a non nominarlo?), cappuccio, o in versione mignon il Cavolo �� sempre stato boicottato e mai apprezzato se non da una ristretta cerchia di amanti che lo difendono strenuamente. Eccomi in prima linea. La scusa ufficiale �� l’odore e in effetti non �� una yankee candle alla cannella e miele che ti riempie la casa come avessi sfornato tre teglie di biscotti. La famiglia del cavolo �� stramaledettamente buona e chiunque vi dica il contrario sappiate che mente. Senza vergogna.Ci sono tra l’altro diversi rimedi per chi soffre (vabb��, soffre? La sofferenza vera �� l’odore della trippa, dai. A mamma piace tantissimo e la fa spesso. Quando ero piccola mi faceva venire proprio il mal di testa) questo odore. Alcuni mettono il latte e altri l’alloro nell’acqua di cottura. Chi fa macumbe e giri intorno al forno e chi fa bollire una patata insieme (soprattutto con il cavolfiore, pare sia miracoloso). Chi l’aceto e/o il limone e chi come me ha un metodo infallibile: aprire la finestra (colpo di scena, eh).
Fermo restando che non lo trovo tanto nauseabondo quanto la trippa e quindi riconfermo un’ovviet��, ovvero che gli odori come tutto del resto sono assolutamente soggettivi, il cavolo cos�� terribile non �� e non �� un Durian, per dire. Ottimo alleato nelle diete ipocaloriche, sazia e ha un modestissimo contenuto calorico con una piccolissima quantit�� di glucidi. Ricco di minerali e vitamina C che non fa mai male, ha un altissimo contenuto di fibre ed �� proprio questo che lo rende amico di chi ha bisogno di saziarsi per il troppo appetito o per una fame atavica (a me capita. Ci sono periodi in cui devo assolutamente mangiare abnormi quantit�� di cibo e certo non si pu�� scegliere, in quel caso, la torta triplo strato di cioccolato giusto per fare un esempio). Mi piace moltissimo il Cavolo cappuccio fatto con la salsa di soia e ne ho parlato diverse volte; suppongo ci sia pure una ricetta o addirittura una videoricetta con i vermicelli di soia e le verdure. Contiene zolfo, rame, selenio, magnesio, fosforo e oltre alla C pure la vitamina B1. Essendo composti di zolfo emanano questo odore cattivo per molti, in quanto viene sprigionato maggiormente in cottura. I cavoletti di Bruxelles per molti rappresentano la quintessenza della schifezza cosmica. Io li trovo buonissimi. Li faccio semplicemente lessati e salati senza troppi fronzoli. Ne vado pazza. Il cavolo poi ultimamente sotto forma di centrifugato aiuta il mio metabolismo basale lentissimo, nonostante abbia cominciato da qualche settimana un allenamento intensivo e finalmente serio. Nonostante questo si possono servire dopo averli fatti saltare con la salsa di soia e un po’ di succo di limone. Non �� propriamente light come idea ma i cavoletti di Bruxelles anche con maionesi senapate o salsette agrodolci non sono niente male. Si sposano benissimo nelle insalate di farro o orzo perlato come anche di quinoa, senza dimenticare che in abbinamento al riso sono gustosissimi. Un bel piatto di cavoletti di Bruxelles sbollentati accompagnati da riso basmati, magari speziato, �� un pasto equilibrato, sano e incredibilmente saziante. Possono essere saltati e insaporiti con altre verdure come la cipolla per dare dolcezza e fare contrasto, ma anche con altri tipi di ortaggi tagliati piccoli tutti nel wok. Sui cavoletti di Bruxelles, proprio come su ogni appartenente al mondo vegetale, si pu�� fare un vero e proprio trattato. Anche gratinati con un po’ di pecorino, per dire. Con le uova proprio per il loro sapore. Davvero in tantissimi modi nonostante lo dica una che li continua a preferire e mangiare solo ed esclusivamente sbollentati. Al massimo con il succo di limone ma non faccio testo perch�� lo metto ovunque, oppure con un po’ di salsa di soia cotti nel wok aggiungendo un po’ d’acqua fin quando non sono croccanti. Perch�� deve essere croccante e non moscio e insignificante perdendo tutte le propriet��. Il connubio pistacchio e cavoletto mi ha sorpreso. Non credevo potesse essere cos�� intrigante. Sono due sapori completamente diversi, su cui per�� il mio palato incompetente ha sentenziato: buono.
Il Cavolo centrifugato? Un toccasana!
Il Cavolo Acitano
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