Iaia Guardo's Blog, page 114

February 25, 2015

RunLovers e La Scarpetta di iaia


Del perch�� e di altri incredibili vaneggiamenti ho parlato all’interno del mio delirante ticchettio su Runlovers, che puoi leggere cliccando semplicemente qui:��http://www.runlovers.it/2015/la-scarpetta-di-iaia/


Quello che non ho detto (per fingere di essere sintetica seppur con scarsi risultati) �� che tutte Le Ricette pubblicate su RunLovers non verranno postate qui all’interno della mia/nostra Cucina. Non �� mai successo ma �� chiaro che per una situazione del genere si fa eccezione, eccome. Ho aspettato tanto per l’esclusiva (avevo sempre sognato di dirlo, santapizzetta)��ma a ragion veduta. Ho scelto il meglio (soffiandosi sulle unghie). ��Sar�� mia premura, naturalmente, ��informarvi qui e attraverso i social in modo da ammorbarvi per bene. Saranno ricette gustose, nutrienti ma che come unico denominatore comune hanno la leggerezza (no! Io il termine dietetiche non lo adopero neanche se mi corrompete con due chili di datteri. Per tre �� andata!). Chi coraggioso mi legge da anni (ma pure da tre minuti) conosce il mio amore smisurato per la corsa. Pap�� ha vissuto per correre ed io ho sempre vissuto per pap��. E’ l’unico momento che mi riconcilia con tutto. Che mi fa percorrere i suoi stessi passi. Che per certi versi mi porta finalmente. Di nuovo. Da lui.


Sono settimane, ormai, che ho ricominciato seriamente. Riprendendomi me stessa e tutto quello che ne consegue. La vita.


Stimo e voglio bene a Martino Pietropoli e Sandro Siviero. Sono due amici. E sono speciali. Per me �� un onore immenso riprendere i miei passi e ricominciare a correre da dove mi ero purtroppo fermata per cause di forza maggiore. Tra ricette ( e non solo), foto di me con la maglia della salute che corro agile come un piccolo mammut e molto altro spero vivamente che abbiate il piacere di seguirmi. E magari mettervi le scarpette. Pap�� ha fatto correre persone insospettabili nei suoi quaranta anni e passa di amore viscerale per la corsa, unica passione di anima. Se io riuscissi a fare anche solo l’uno per cento. Anche solo farvi allacciare le scarpe beh.


Potrei a quel punto accelerare��e: Volare.



La mia Rubrica si chiamer�� La Scarpetta di Iaia, idea geniale dello spilungone creativo Sandro, che con somma pazienza (spero) sopporter�� tutti i vaneggiamenti del caso. La scarpetta: si chiama cos�� quella passaporta Magica (anche a voi viene in mente la scarpetta rossa di Dorothy che vola a Oz?) che ti porta da te stesso e ti fa sentire i respiri pi�� profondi e pure quella che inzuppi voglioso per tirar via l’ultima leccornia rimasta appiccicata al piatto.


Vi aspetto con un dolcetto al cioccolato per festeggiare ma dalla prossima volta la cosa si fa seria (dovete crederci, per favore. Fingete voi credibilit�� per me).


Allacciate le scarpette. Si parte.


Su��Runlovers����che trovi:



Su twitter a questo indirizzo��
Su Facebook a questo indirizzo��
Su Instagram a questo indirizzo��



14 Maggio 2012 e il Pollo con yogurt ed erbette(introduzione)
Articolo su Runlovers: Il Pollo Magico di Maghetta
I biscotti Runlovers
Knowyourcalories: 16 Ricette con l’Avocado

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 25, 2015 03:12

February 24, 2015

Sono un Cantuccino di Ciliegia e Pistacchio




Ingredienti



300 grammi di farina
1 cucchiaino e mezzo di lievito in polvere
150 grammi di zucchero di canna
80 grammi di ciliegie essiccate
90 grammi di pistacchi sgusciati e tritati

Raccogli la farina con il lievito e lo zucchero all’interno della planetaria. Aggiungi le uova fino a quando l’impasto non diventi un tutt’uno. Se non hai la planetaria niente paura. Puoi lavorare chiaramente tutto a mano impastando per bene e infarinandoti eventualmente le mani. Aggiungi infine i pistacchi e le ciliegie e continua a lavorare con la planetaria o con le mani. Una volta ottenuto un impasto omogeneo infarina per bene la superficie e ricava dei rotolini. Puoi decidere tu chiaramente la grandezza, altrimenti orientati con una sezione di sei centimetri circa come ho fatto io. Poggiali su carta da forno o su teglia imburrata e fai cuocere massimo 25 minuti a 180 gi�� caldo. Saranno sicuramente ben dorati per allora e quindi toglili dal forno e lasciali riposare per 10 minuti affinch�� rassodino un po’. Tagliali quindi a fette abbastanza alte di un centimetro e mezzo e rimettili nuovamente sulla teglia per farli cuocere almeno altri dieci minuti. Fai raffreddare come sempre prima di servire.



Ero l�� su twitter e ho cominciato a costruire case��con finestre di luce e buio e pareti di biscotti non eccessivamente sbriciolabili. Non sono di molte parole in questo periodo e non necessariamente per l’umanit�� questa pare essere una brutta notizia. Tutt’altro, no? Sar�� che ne spendo troppe per cose noiosissime e altre di insolita��bellezza ma �� uno di quei periodi, che raramente mi capitano, in cui ho la necessit�� di esprimermi pi�� con immagini che a parole. I cantuccini sono biscotti apparentemente duri e solidi, di quelli che gli anziani con la dentiera per capirci porgono la mano in avanti e dicono no grazie. Poi qualora fossero impavidi e li provassero troverebbero una tenerezza e friabilit�� commoventi. Palazzi alti, forti ��e apparentemente coraggiosi pronti a sgretolarsi a un piccolo e delicato morsicino.



Mi sento anche io cos��, sapete? Come una che deve essere un cantuccino. Di sostanza, compatta e dura. Mai come adesso le responsabilit�� e quello che mi viene richiesto mi hanno incollato sulla faccia e sul cuore un’immagine talmente distante da quello che sono, capace di distrarre pure me. Non vorrei tornare pi�� una bimba con le spalle coperte, ma di certo vorrei dimostrare a pap�� che nonostante dentro sia una ganache molle pronta a squagliarsi immediatamente riesco a essere uno stramaledetto cantuccino. E non contenta riesco a costruirmi intorno corazze, finestre, tetti e camini.


E’ l’ennesimo periodo di metamorfosi.��Lo sento. Arriva cos��. Senza bussare. Entra e irrompe.


In questi ultimi sei anni ho dovuto essere uno, nessuno e centomila. Abitare in corpi a me estranei, fermo restando che mai uno lo sia��stato: mio. Assecondare il destino, fermo restando che non abbia��mai creduto esistesse. Combattere contro i mostri paurosi e le paure che al solo pensiero mi facevano vomitare verde. Eppure nonostante tutto continuo a impilare cantuccini e improvvisarmi muratore della mia anima.



E’ quella sensazione di cuore in gola. Quando la testa gira e i capelli si attorcigliano nel vento e chiudono occhi e bocca. Perlomeno ho smesso di mettere gli ugg e sono ritornata ai tacchi, segno di riconosciuta ��e rivoluta femminilit��. E’ il trasformismo di diventare biscotto e donna con scarpe da grandi e rossetto rosso. E’ un continuo carnevale di dolore. Conto i giorni al 15 Maggio. Mi dico che trover�� motivi per sorridere ed essere degna e unica erede dell’anima che fa ancora ricordare meraviglie a chiunque incontri, ma la verit�� �� che.


La depressione, seppur termine amato-gettonato-idolatrato, �� uno di quegli incontri gi�� fatti. Di quelli che ti fanno esclamare con non troppo stupore: Toh chi si rivede. E riecheggia “sei troppo sensibile, amore mio di pap��”. Me lo dicevi sempre quando in un angolino disegnavo e piangevo. Perch�� non mi sentivo capita dalle amiche. Perch�� dicevo che io non mi sarei mai comportata cos��. Perch�� nella vita non avrei mai concluso nulla, considerando che qualunque cosa di me fosse ovviamente sbagliata.



L’evoluzione della depressione esiste, per��. Ti rendi conto che alcuni passaggi fossero errati ma sorprendentemente ne trovi altri. Cambia adesso, al contrario di tutte le altre volte, che non mi pongo un limite costringendomi a ragionare per assiomi che poi si scoprono non essere tali. Cambia che se devo fare una mansarda abusiva non sto l�� a cincischiare su piani regolatori, approvazioni e inquinamento ambientale visivo. Riesco a concepire solo concetti semplici quali: ti piace una mansarda di ciliegie e pistacchi rinforzati sulla testa? S��. No. Avanti.


E non mi preoccupa pi�� nulla. Ci sono stata tanto tempo ma ce l’ho fatta. E’ davvero questa la mia vita. Un continuo trasformarsi, evolversi e mai vestire le stesse maschere.


Come pap�� sono libera. Sono acqua e lava. Sono cantuccino e ganache. Sono uno, nessuno e centomila ma non importa. Perch�� ogni volta che tento di ritrovarmi mi perdo ulteriormente. E da ogni perdita non ottengo mai sconfitte ma solo nuovi traguardi.


Cosa sto dicendo? Provateli.


Sono buoni questi cantuccini.


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 24, 2015 03:50

February 23, 2015

(Nano) Palline al Cocco Croccanti di Maurizio Santin



Per 6 persone circa:



120 grammi di albumi
300 grammi di zucchero semolato bianco
300 grammi di farina di cocco disidratato in polvere
zucchero a vero per spolverizzare

Mescola tutti gli ingredienti a bagnomaria con una spatola e una volta raggiunta la temperatura di 50 gradi centigradi circa lascia intiepidire e forma delle palline. Adagiale su una teglia rivestita con carta da forno e cuoci a 200 gi�� caldo fin quando si dorano. Prima di servire spolverizza con zucchero a velo.



La Ricetta �� tratta da “Frollini” di Maurizio Santin edito da Guido Tommasi. Di Maurizio Santin, adorabile Black Chef che adoro��e venero e che ho avuto l’immenso piacere di poter conoscere, ho parlato diverse volte; una su tutte qui, in quanto �� stato uno dei miei “regali” pi�� belli per un compleanno indimenticabile. Si trovano diverse ricette del grande Ma��tre������Sucrer, ovvero un indimenticabile��biscotto morbido, le��meringhe e pure i��brownies. Il primo, biscotto morbido adagiato su un oceano di crema mentre i brownies con una crema soffice di arachidi. Il mio volume era in una sorta di Cooking Box adorabile di latta nera, colore che si riconferma appartenere all’anima di questo grande artista, con otto formine per intagliare biscotti. Il libro, anch’esso di buio lucente confezionato, vanta tre capitoli principali, ovvero i Frollini delle Feste, i Frollini Rustici e i Consigli pi�� golosi. Sono sessanta pagine scarse ed �� piccino da tenere sempre con s��. Dai frollini occhio di bue ai frollini al cioccolato e cardamomo sino ad arrivare alle lingue di gatto. Frollini che hanno fatto storia e che per questo se eseguiti da un pasticciere di tal livello hanno un loro perch�� di esserci ed elaborazioni sfiziose e rivisitate. Le ho provate praticamente tutte le ricette e ogni volta, come ogni volta sottolineerei ridondando ulteriormente, sono le uniche a essere trascritte sulla Bibbia culinaria. Insieme a Montersino il Black Chef sta sul podio tra cuoricini, rispetto e ammirazione.



Questi dolcetti hanno la capacit��, come appunta lui stesso nelle note sotto ogni ricetta che ci regala, di essere molto croccanti fuori e morbidissimi dentro. Facili da preparare, si conservano per bene all’interno di una latta. Non devono chiaramente inumidirsi. Un’idea golosa e da non sottovalutare potrebbe essere quella di intingerli nel cioccolato fondente fuso in modo da creare un doppio strato di goduria estrema, fermo restando che l’abbinamento sempiterno cioccolato-cocco stravince su qualsiasi palato.


��Curiosit��

La Teiera: ��su instagram, twitter, facebook, youtube, ovunque ��– e mi avete fermato pure tra i corridoio dove mi aggiro – mi avete chiesto della Teiera, che definire meravigliosa �� poco. L’ho presa su Goolp. E presto ci saranno tantissime novit��. Niente collaborazioni, frizzi e lazzi. Solo amicizia. Ho avuto il grande piacere e onore di poter scambiare due parole in privato con il genio che ci sta dietro e. Mi piace moltissimo.
Il centrino e il tovagliolo sono stati ricamati dalla mia Nonnina
La Tazza �� di Maxwell&Williams

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 23, 2015 03:12

February 20, 2015

Manzo al vino con datteri e mandorle (cucinato da Nanda, s��)





500 grammi di datteri denocciolati (la ricetta per chi avr�� lo stomaco di leggere prevedeva in realt�� le prugne secche denocciolate)
450 ml��di vino dolce
1,5 kg di bocconcini di manzo o vitello senza osso tagliati a cubetti
1 spicchio di aglio
1 rametto di rosmarino fresco
100 grammi di mandorle spellate
olio extra vergine d’oliva
sale e pepe

Si accompagna generalmente a un pur�� di patate


(La Ricetta �� tratta da meraviglioso libro di��Vefa sulla Cucina Greca, di cui ho parlato svariate volte)


Metti i datteri in un recipiente e versaci 150 ml di vino. Lascia macerare in ammollo almeno sei ore. Metti in un altro recipiente la carne e bagna con il vino rimasto insieme al rosmarino e aglio e lascia in frigo. Non buttare naturalmente il vino ma tienilo da parte quando prenderai i pezzi di carne. Anche quello dei datteri, eventualmente. Scalda in una padella dal fondo spesso dell’olio e unisci la carne. Rosolala per bene per dieci minuti almeno finch�� non si colora. Aggiungi il vino tenuto da parte e aggiusta di sale e pepe. Cuoci a fuoco basso per almeno 45 minuti e poi prosegui la cottura nel forno gi�� caldo a 180 per un’oretta circa. Nel frattempo tosta le mandorle in una padella antiaderente a fuoco medio (o se preferisci in forno) ma presta attenzione a non bruciarle. Metti carne, vino, ancora rosmarino e mandorle in una pirofila e copri tutto con carta stagnola.


��


��


 



A Mamma piace sempre guardare nelle mie librerie. Certo, si sconvolge sempre un po’ per il fatto che i libri siano catalogati per genere, altezza e parametri insopportabilmente iaiosi. Mi piace vederla con la faccia schifata mentre si aggira nel reparto Vegano, Vegetariano e Crudista. Il suono onomatopeico �� sempre e solo: Bleah. Ma lo dedica anche alle ricette pi�� convenzionali e comuni senza problema alcuno. Non la convincono determinati abbinamenti su non so bene quale base; tipo��polpo e patate (in Sicilia il polpo �� sacro. Riformulo: in Sicilia u puppu sacro ��, va meglio no? ��O in insalata o semplicemente lesso e condito. Inutile dire fesserie) l’ha destabilizzata tantissimo. A nulla �� valso spiegarle che �� un piatto davvero comunissimo e che anche al Sud Italia si trovano le patate molto spesso con il pesce. Lei concepisce solo stoccafisso o baccal�� alla messinese.��Con patate, salsa e olive nere. Semmai doveste invitare Nanda a cena, insomma, non ditele mai che polpo e patate �� buono. Da questa grandissima apertura mentale non �� difficile intuire che sposatasi con il grande Turi amante di biscotto abbraccio-philadelphia e caviale o che ne so, vino con il succo di frutta, coca cola con sprite e arancia e senso del gusto comune pari a 0, e non in ultimo genitrice di una che promuove sempre e solo frutta nel salato, roba crudista, abbinamenti olio cocco-avocado e nomi mai sentiti (e che mette lo yogurt nei ceci. Sacrilegio! Nanda non si ripiglia mai da questi abbinamenti): vive ��da sempre una situazione di fortissimo disagio. Emotivo familiare. Mamma �� semplice. Seppur fantasiosa non concepisce accostamenti e parametri diversi quando cucina. Quando assaggia, avendo anche viaggiato molto, si lancia senza problemi e questo le fa onore. A patto che le porzioni siano abbondanti, ci sia del fritto, sia tutto bello unto e l’olio sia messo senza esitare e con grande coraggio.




Ha agguantato il libro di Vefa, che adoro e che �� tra i pochi volumi che voglio sempre avere a disposizione e la mamma lo sa, e ha detto: Ho voglia di carne. Capirete il mio entusiasmo, contando che sia l’unica persona sul pianeta Terra che tedio con la storia della carne. Solo che mi ha promesso di mangiarla una volta a settimana��e��sta facendo la brava per la paura di aver visto la pressione a 170 e il colesterolo a 250 (paura pi�� dei miei occhi e delle mie parole alla vista delle analisi, a dirla tutta). Potevo negarle una ricettina un po’ sfiziosa? S��. Ma �� difficile combattere contro il gene calabrese nandoso, ve lo assicuro. Mentre ticchettavo l’ho vista tutta intenta. Prendeva appunti, annuiva, diceva pochi Bleah e molti ahchebello e quindi non potevo che esserne contenta. Opta per questo piatto con Prugne e Mandorle. E si badi bene. Non ho scritto male. Proprio prugne e mandorle; tipica ricetta balcanica. Le dico che �� una buona idea. Mi dice se voglio metterla sul blog. Le dico che mancopernienteperch��preferiscolamortenerapiuttostocheparlaredivitello. Mi dice che allora prender�� il manzo che si �� fatto una vita e non �� un vitello piccolo e innocente. A quel punto non so se ridere o se piangere ma la sua voglia di fare qualcosa per me mi ha commosso. Mi dice che posso dire di averlo fatto io. Le dico che dir�� l’abbia fatto lei. Tentenna e poi dice: allora mi impegno.


E la trovo cos�� carina che il cuore si disintegra in mille pezzi. Si mette davvero d’impegno e armeggia nella mia cucina tutta indaffarata lamentandosi del fatto che ci sono milioni di cose ma non le tre che servono davvero (un po’ come ha fatto Max quando ha preparato l’Amatriciana e mi ha detto che non avevo un coltello buono. Leggi: coltello di ceramica ultimo modello fiammante. Tz��. Non ci sono pi�� gli ingegneri comprensibili di una volta). Dopo diverse ore, la sera, vedo dei datteri bagnati di vino. Capisco immediatamente che mamma li abbia confusi per le prugne. Ma da oggi e per sempre sar�� bello ricordare le sue considerazioni oltre che la sua faccia.


Le faccio presente infatti che sono datteri e non prugne. Mi fa presente che si confonde e che non gliene importa nulla di cosa siano perch�� vuole maledettamente questa carne. Il risultato, chiaramente, �� stato dolciastro, sin troppo nonostante la marinatura e forse sarebbe un bene adoperare le prugne. Se Lady Nopolpoconpatate per�� ha detto s�� (incosciamente) a Datteri-Manzo/Vitello direi di darle fiducia��(o forse no, ma Nanda ci legge ed �� meglio mentire).


Quindi appuntate Manzo che si �� fatto una vita con datteri s��. Polpo con patate no. E’ tutto chiaro, nevvero?



 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 20, 2015 03:12

February 19, 2015

Fagioli Lima cotti con l’alga Konbu e serviti con Olio extra vergine d’oliva al limone


Ho fatto un ammollo di sedici ore��e una cottura di un’ora e mezza. Per un’oretta circa ho lasciato l’alga konbu, poi eliminata, e ho servito con un ottimo extra vergine aromatizzando al limone con poco succo e scorza grattugiata. A me l’abbinamento limone-legume pare sempre vincente.


Provato mai ceci e limone? (anche il miele sarebbe perfetto nel caso. Mistura con limone, s��)



Phaseolus limensi, leggo. Pianta erbacea annuale delle famiglia delle leguminose. Fagiolo del Papa coltivato in America meridionale soprattutto in Per�� dal 6000 A.C. (apper��). Li trovi nel biologico nuovo fiammante di Catania centro, allestito all’interno di un borghetto delizioso di cui mi sono francamente invaghita non poco.C’�� il parcheggio. C’�� il ristorante con piatti naturali e biologici e c’�� pure il Naturas��. Cos’altro volere? Questi fagioli semplicemente lessi (nell’acqua di cottura ho messo la konbu) e serviti con abbondante pepe nero, mia ultima fissazione ma passer�� ne sono certa, sono saporiti e hanno una consistenza morbidissima. Certo s�� �� proprio un “comunissimo” fagiolo a guardarlo distrattamente; come sapore intendo. Ma se si presta attenzione e si lascia sciogliere in bocca le note sono essenzialmente diverse.



Ho fatto un ammollo di 16 ore e poi cotto per quasi un’ora e mezza a fuoco bassissimo. Ricco di proteine �� anche una fonte di vitamine importanti minerali compresi. Privo di colesterolo, sazia tantissimo. Diciamolo: io dei legumi non mi sazio mai. Ne vorrei ancora e ancora. Vorrei poter vivere solo di legumi e gelato e granite (e liquirizia e sushi vegano e basta. Ok ho finito) ma questi saziano davvero. Pi�� delle lenticchie e dei ceci sicuro e stranamente non danno i classici disturbi post fagiolata. Hanno una percentuale di ferro, che a me proprio serve eccome e riescono a sprigionare un’energia incredibile grazie anche alla presenza dei carboidrati. Li ho trovati della Ecor e vantano per 100 grammi di prodotto un valore energetico pari a 346 Kcal con proteine 23,6 e carboidrati 51,7. L’aspetto �� completamente diverto dal fagiolo comune. Sono piatti e molto pi�� grandi. Sembrano quasi dei sassolini e hanno una texture (fashion blogger nell’anima, io) che sa di trench Cavalli ultima (orrenda) stagione.


Fortuna che sono buoni da impazzire altrimenti questo collegamento visivo avrebbe distrutto tutta questa magica poesia fagiolosa.



 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 19, 2015 08:25

February 18, 2015

Smoothie di Avocado, Spinaci, Lime e Arancia (e perversioni culinarie)



L’Avocado �� frullato. L’Arancia e il Lime sono spremuti e��gli Spinaci sono centrifugati (�� uno smoothie, vero? Frullospremocentrifugato? Lo chiamiamo cos��?)





Vi sono mancata? Sicuramente no e questo �� un bene. Significa che siete vivi e lottate per la razionalit�� e non con eserciti di nani da giardino e unicorni rosa con tut��. Adesso arriva il momento in cui dovrei dire “ho tante novit�� e non vedo l’ora di dirvele”, che tiene incollate le pupille ai pixel. Bene. Non lo far�� (come sempre del resto). Il fatto �� che in ufficio c’�� la Finanza (posso scriverlo? Arrestatemi!) e capirete come io mi stia divertendo a smettere i vestiti di Maghetta e indossare quelli della piccola incompetente abbandonata tra carte, documenti, ipi, ici, imu, lici, pici che a me francamente sembrano tutti dei nomi di smoothie esotici abbreviati. A tal proposito guarda un po’. Uno smoothie.


Forse io con l’avocado ho un problema (�� legale? Ok la smetto. Avocado-legale. L’hai capita? S�� dai la smetto); se provi a mettere Avocado come chiave di ricerca vien solo voglia di mettersi le mani tra i capelli (avendoli) oppure, ipotesi ancor migliore, chiamare l’igiene mentale. Me ne sono resa conto sul terrazzo. Era una notte estiva bellissima piena di stelle e per quanto io detesti la suddetta stagione, in mezzo a questa pioggia-vento-nebbia-gelo-neve, confesso un pizzico di nostalgia. La mia cuginetta (che inciso aborrisce l’avocado ma che �� stata costretta sbaciucchiandola ad assaggiarlo) mi ha fatto presente che forse avevo una piccola psicosi nei confronti di tal alimento.


Strano perch�� avevo solo fatto gamberi e avocado, mousse di avocado, chips di mais con guacamole, avocado con wakame, insalata di avocado con il surimi e il lime e non mi vergogno a dire pure dell’avocado con la salsa di soia e vi assicuro tristemente molto altro. Le portate erano una quarantina ma servite in monoporzioni-bicchierini. Altrimenti come detengo il nome di La Cugina psicopatica dell’universo?



Qui trovi 16 Ricette sfiziose con l’Avocado, qualora ti facesse piacere.


Nonostante il problema continuo a sostenere che debba necessariamente recuperare. Da soli due anni �� scattata questa perversione nei confronti dell’avocado e poco importa��della variet�� degli alimenti, vastit�� di scelta, consumo consapevole (s�� sono sempre quella che scrive Mangiar S(tr)ano ma vale per gli altri mica per me. Giusto, no? Annuite vi prego. Non vi faccio tenerezza?): io voglio stramazzare al suolo ingurgitandolo in tutti i modi. E se Valerio Scanu me lo concedesse insieme ai suoi quattro ciuauaua: voglio mangiare avocado in tutti i luoghi e i in tutti i laghi. Per tutta la vita.


Ho scoperto poi,con sommo gaudio, che frullato mi gonfia meno. L’avocado infatti, come tutti gli alimenti del mondo (che non sia un fagiolino masticato cinquanta volte e una carota bollita masticata sei ore) guarda un po’ (?!): mi gonfia. Frullato assolutamente no e questo diventa un gran bel vantaggio. Lo preferisco di certo a dadini con la salsa di soia, piastrato, in insalata e buttato gi�� con tutta la buccia e il nocciolo (che c’�� di strano?), ma certo �� che non mi dispiace affatto doparmi ed essere felice. Alzi la mano a chi non piace l’avocado, cos�� con comodo gliela spezzo, suvvia!



 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 18, 2015 03:12

S�� la Tombola �� il 12 ed io non sono in ritardo, ok? (perdono!)



Ogni dodici del mese la Tombola, giusto? Nessuno dica che oggi non �� il Dodici altrimenti mi arrabbio fortissimo (e gi�� sono piuttosto nervosetta per non aver potuto incontrare Pani, perch�� in ostaggio di loschi figuri che mi tengono segregata tra nani cattivissimi e gnomi spietati desiderosi dei miei pupazzetti. E’ una vita difficile la mia; soprattutto perch�� non capisco nulla). Questo per dire che non si pu�� saltare una tombola,�� detto con lo stesso tono di “Non si pu�� mettere baby in un angolo”. Quindi (Maxxxxxxx dove seiii?) si delira fino a data da destinarsi. E’ che mi mancate tanto e non vedo l’ora di leggervi (perch�� �� tra le cose che mi piace di pi��) e tediarvi random quando arrivo con le mie uscite senza senso (a questo punto dovete dire che anche io vi manco. Altrimenti vi infilo nella planetaria).


Siamo prontiiiiiiiiiiiii?��

Per tentare di farmi perdonare invece di un premio ne metto in palio tre.



Il commento numero 1 vince: Un week end con me al reparto di Igiene Mentale. Ah no. ��Cucine Smart di Jamie Oliver (che puoi trovare su amazon qui)
Il commento numero 666 vince: New York le Ricette di Culto (che puoi trovare qui su Amazon) di cui ho parlato qui in occasione di Biscottini gelato e in ricordo del mio amato pap��
Il commento numero 1212 vince: Una Planetaria – Robot da cucina (che puoi trovare qui su Amazon e se sono disponibili colori diversi sar�� felice di accontentarti); prodotto che ha SantaSignoraPina e con la quale si trova benissimo

Onde evitare di ritrovarmi con pacchetti, pacchettini, indirizzi persi e una serie di tragedie pronte in agguato spedir�� direttamente da Amazon con un semplice click. Inviami il tuo indirizzo,qualora fossi il vincitore, a info@maghettastreghetta.it con oggetto (per favore me lo scrivi maiuscolo per dare maggiore risalto?) CRETINA HO VINTO LA TOMBOLA del 12 Febbraio che hai fatto il 18 Febbraio perch�� sei una cretina, appunto! ��� a seguire la data della Tombola- (cretina devi dirmelo per forza, s��. Se la coscienza ti rimorde, sappi che sbaglia, ma aggiungici un cuoricino e tutto passa). Non dimenticare il numero di telefono che sar�� utile per la consegna! Grazie!
Non �� un giveaway che sponsorizza un brand. Non ho alcun tipo di contatto con nessuno dei marchi, case editrici e quant���altro.

Non si richiede nulla ai partecipanti. I prodotti sono stati da me acquistati (con molto piacere, tra l���altro) come fossero semplicissimi regali ad amici. E��� una tombola, che affida tutto al caso e niente pi��; tanto da dire in anticipo il numero del commento vincitore. Non vi �� alcun tipo di estrazione. Non ci sono operazioni commerciali o magheggi. Difficile da credersi ma nel mio caso bisogna rassegnarsi. Farsene una ragione. Cos�� ��. Per chiarimenti, comunque, potete rivolgervi al mio Notaio Nano da giardino a questo indirizzo info@maghettastreghetta.it. Grazie (non fate brutte figure riguardo illegalit��-giveaway-frizzi e lazzi perch�� sono davvero ben informata. No perditempo, insomma. Buon Natale! Grazie *plin plon comunicazione di servizio*).
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 18, 2015 01:57

February 16, 2015

Il Riassunto della Settimana


Era ieri. E abbiamo saltato pure la Tombola del 12. E oggi non ci sar�� neanche il post. Ma *rulloditamburi* sono sommersa quindi recupereremo tutto a partire da domani (oh mi mancate. Dovete dire lo stesso o la settimana comincia male, vi avverto).



La tavola fumetto dei Minion (video)
Il Progetto San Valentino: Oscar e Andr��
Video: La Tavola Fumetto per Carnevale
Cosa c’�� nel mio carrello questa settimana
La Tavola Fumetto di Lilly e il Vagabondo
Cous Cous Caponata��

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 16, 2015 02:11

February 13, 2015

Un Cous Cous di Caponata e un tuffo a Portopalo






Diverse volte mi �� capitato di parlare della Caponata.��C’�� un post che puoi trovare qui e pure un video che puoi trovare qui. Io la faccio cos��. Sempre cos��. Solo cos��.��Per il Cous Cous invece seguo la classica ricetta base che se ti fa piacere��puoi trovare qui sul mio canale youtube.


Ho praticamente preparato la caponata e il cous cous in maniera separata e poi serviti nel modo classico; ovvero mettendo il cous cous sgranato con olio extra vergine d’oliva con sopra una generosa cucchiaiata di caponata. Ogni commensale li girer�� nel piatto o li comporr�� come preferisce. Si pu�� mischiare il tutto o assaporare in questo modo, facendo s�� che il cous cous sia da accompagnamento alla spadellata di verdure sicula per eccellenza. A seconda del vostro gusto doserete l’agrodolce della Caponata, vera protagonista indiscussa del piatto. Il tutto se profumato di limone di Sicilia, un po’ di scorza grattugiata sopra magari, aggiunger�� un quid interessante.


Mi manca tanto il Pappamondo ma pi�� gli attimi che non posso dedicargli. Due settimane incredibili ma poi l’ho detto pure delle precedenti e quindi perde valore. Mi sono ritrovata a fare la caponata guardando Masterchef; nel senso che bramavo divano, neuroni in caduta libera e telecomando tenuto in stato catatonico e mi sono ritrovata con una cucina piena di pentole, capelli che odoravano di melanzane e peperoni spiaccicati ovunque. Sono stati giorni complessi pi�� che altro emotivamente. Il fatto che si necessiti del mio ottimismo per far andare avanti la baracca �� cosa nota. In pratica difficilmente posso buttarmi a terra e piangere. Mi �� stato dato questo ruolo da leader dove vinco sempre, non sbaglio mai e do coraggio agli altri. Pare che sia una grande attrice insomma. Colpi bassi che ho dribblato con un sorriso, giorni di riposo che non sono arrivati e pure qualche uscita non programmata che ha mandato all’aria tutto. Sono cos�� carina mentre rigiro gli incastri di iCal sperando di poter davvero portare avanti il Progetto di San Valentino, il Carnevale e tutte le ricette marocchine che avevo programmato in gran segreto, visto che finalmente una Tajine degna di questo nome l’ho trovato da Maxwell&Williams insieme a tutte le pentole che bramavo gi�� da un po’. E pure con uno sconto incredibile del trenta per cento che mi ha reso orgogliosa di me. Non ho comprato una borsa in saldo e neanche un maglioncino. Non faccio shopping da praticamente due anni e mi sono concessa la scelta dello shampoo online, per dire, ma almeno questo dannato trenta per cento sulla Tajine reperita online l’ho avuto e tanto basta. Mi ricordo mentre vago per negozi in scelta di una borsa che poi non avrei usato ma aggiunto alla collezione. Avevo i capelli puliti e pure una riga di eyeliner dritta. Ero molto pi�� in forma di adesso e i maglioni mi cadevano bene. Adesso ho una pancia gonfia e mi sento goffa. Qualsiasi cosa mangi: gonfio. Il mio endocrinologo, che amo, mi ha detto che �� solo un leggero esaurimento nervoso e che passer�� (e che devo smetterla con la dieta vegana ma questo non voglio scriverlo, suvvia).��Non avevo le spalle curve e indossavo pure i tacchi. Adesso sembro una che hanno avvertito all’ultimo secondo e che sta evacuando da casa tutta di fretta con le prime tre cose che trova. Durante un incendio, per dire. Un terremoto. Un cataclisma. Porto pure gli Ugg e ho detto tutto. Ho sempre detestato quella roba pelosa che ti mozza la gamba, eppure nella vita bisognerebbe tacere perch�� poi gira che ti rigira ti ritrovi cos��. Con i capelli lavati con uno shampoo ecobio che per carit�� non avr�� allergeni parabeni e schifezze ma che ti fa sembrare di avere la stoppa da idraulico in testa. La linea dell’eyeliner neanche a parlarne. Pallida e con un mascara messo alla meno peggio dopo esserti infilata lo scovolino nei due bulbi e dulcis in fundo: gli Ugg. Per dire insomma che ho l’autostima non a terra ma ventimila leghe sotto i mari. E che vorrei proprio partire per un po’. Quando accadr�� davvero difficilmente torner��.



In Marocco per il Pappamondo ci sono stata durante la settima tappa, ti ricordi?��Ciambelline deliziose Sfenji con il t�� alla menta e bon. Un giro tra ricordi e passato. Solo che appunto ho trovato la tajine della mia vita s��, ma pure questo set che definire vomitevolmente carino �� riduttivo e non ho saputo resistere, complice il fatto che mamma da un po’ manifesta voglia di Cous Cous e la cosa non pu�� che rendermi felice. Ho provato a fare per la prima volta Tajine di pollo, limone e olive dopo averlo promesso al Nippotorinese per un po’ e pure la carne con i datteri che pubblicher�� tra qualche giorno. Complice anche un libro che presto inserir�� ne La Libreria di Iaia che tratta proprio di Cucina Marocchina.��Che Rachida all’Isola dei Famosi mi stia influenzando da Cayo Cochino? (cosa sto dicendo?)


Eravamo rimasti in Cina a mangiare Calamari fritti con salsa piccante per la ventesima tappa del Pappamondo; stavamo l�� a disquisire circa l’enorme differenza che sussiste nelle diverse latitudini di questa immensa nazione, che a me era venuta proprio voglia di girarla tutta e soffermarmi dove Ken Hom��racconta incredibili avventure e accostamenti. Stavo proprio l��, ricordandomi di Anthony Bourdain in una puntata dedicata alla Cina al confine con la Russia mentre si uccideva di alcool e pescava tra il ghiaccio, quando��poi mi �� rivenuta voglia di tornare in Marocco. Il perch�� lo so. Ritorno sempre nei posti dove vorrei poter tornare con pap��; che sanno di casa come la caponata di mamma ma anche di cous cous e di quei viaggi che non torneranno mai pi��. Poi mi fermo su��queste due parole come fossero i due lati di un ponte dove se guardi sotto c’�� l’abisso. Hai mai provato a chiudere gli occhi, sopra questo ponte sospeso? Guardare sotto e ripetere con l’anima sgombra da qualsiasi altro pensiero il significato pi�� profondo del Mai Pi��? Ogni volta che lo faccio sento tutto il sangue fermarsi. Il corpo paralizzarsi. Comincia un tremore vicino al metatarso e poi sale su inarrestabile. Incontenibile. Fino ad arrivare alle ginocchia che si ghiacciano come se fossi inginocchiata l�� al confine con la Russia dove Bourdain pesca. E la fitta? Arriva dopo pochi istanti. Al cuore. Come se qualcuno avesse azionato un martello pneumatico e Faccia di Cuoio stesse arrivando con la sega elettrica per far schizzare tutto quello che di pi�� bello hai faticosamente raccolto. In aria. E poi per terra. Sangue tra la neve questo Mai Pi��. La delicatezza e la purezza di un vissuto sporcato da questo abisso di paura.




Mi ero fatta le meches quando ero a Casablanca dodici anni fa circa; credo stessi peggio di quanto stia male con gli Ugg adesso ed �� tutto dire. “Non bevete niente. Non bevete acqua. Non prendere bibite non confezionate”. Questo ci avevano raccomandato tre minuti prima di ritrovare pap�� con un t�� al limone in un bicchiere sporco, offerto dal signore dei tappeti e poi una coca cola in bottiglia, sicuramente aperta. Pap�� diceva che si vive all’avventura. Che non bisogna troppo star l�� a guardare, indagare e razionalizzare. Era del resto l’amore mio che se vedeva il mare, via i pantaloni e tuffo. Pure con le mutande, che importa? Ecco io questa da pap�� �� l’unica cosa che non ho preso. Sicuramente l’unica in cui non ci somigliamo. Se non ho programmato il tuffo, comprato tremila costumi prima di deciderne uno che poi non andr�� bene ugualmente, accertato che non ci sia nessuno, controllato il meteo, l’altezza delle onde, il vento se tira ad est e tanti altri piccolissimi dettagli: niente tuffo. E comunque l’asciugamano gi�� pronto e pure il phon da borsetta e la piastra e forse anche tre bigodini per l’evenienza. Pap�� rideva sempre di me. Mi diceva “amore mio non programmare niente e vivi”. Poi mi ha fatto l’esempio ahim�� pi�� calzante che mi ha cambiato la vita. Sulla sua pelle. Sul suo sangue. Ed �� morto di tumore al pancreas. Perch�� torno a dire sempre la stessa cosa? Perch�� ormai da due anni non faccio altro?


Perch�� sto male. E sento avanzare il Mai Pi��. Perch�� faccio caponate e cous cous, videoricette, fumetto ricette e parlo al microfono con voce sorridente e accattivante ma sto male. Perdo amiche. Le accantono. Le allontano. E continuo a rilasciare interviste. Dire di s��. Dire di no. Occuparmi dell’azienda e spingere, incastrare, andare avanti e mostrarmi forte, di successo e sempre sulla cresta dell’onda ma in realt�� sono a riva che calcolo il mio tuffo.



Una spiaggia di ghiaccio, con il ponte del mai pi�� come trampolino��e io in ginocchio. E non �� tanto il freddo perch�� di quello poco importa. E neanche del sangue, dai. Ma �� sapere di non trovare nulla dentro me e quello che �� rimasto. Sapere che se ogni storia sta trovando la fine �� perch�� ho deciso di annientarla e raccontarne meno. Essere consci del fatto che non �� sopraggiunta n�� la stanchezza ma neanche la voglia di continuare. Lo cercavo l’equilibrio, mi dico, e forse se ne sono stata lontana incosciamente era per tutelarmi. Fatto sta che questo fa parte anche di quel gioco del Mai Pi�� e io devo essere felice di aver trovato la Tajine, di essere tra le food blogger pi�� seguite d’Italia, di essere raccontata attraverso gli occhi degli altri e di avere molti progetti importanti in ballo che si scatenano sotto le stelle e non.


La vita �� proprio questa. Un terreno di Cous Cous friabile con sopra una caponata pesantissima che trabocca di olio. Non si sa proprio come faccia questa montagnetta a rimanere su, ma incredibilmente. Lo fa. Quindi adesso devo smetterla di delirare e dire qualcosa riguardo la Cucina Marocchina, giusto?


No. Proprio non ce la faccio. Ma �� un viaggio anche questo no? Un mancato tuffo, intendo.



Pappamondo: In giro per il Mondo con una valigia di Sogni!

Prima Tappa: Portogallo ��� Pastel de Bel��m
Seconda Tappa: Grecia ��� Kourabiedes (biscottini alle mandorle)
Terza Tappa: Siria ��� Torta meringata con datteri, cioccolato e crema al formaggio e colata di fondente
Quarta Tappa: Germania ��� Stollen
Quinta Tappa: Polonia ��� Babka al cioccolato
Sesta tappa: Giappone ��� Sushi Alberello
Settima Tappa: Marocco ��� Sfenj
Ottava Tappa: Italia ��� Caprese all���olio extra vergine d���oliva
Nona Tappa: Ungheria ��� Danubio al Pistacchio
Decima Tappa: America ��� Cookies con avena e cioccolato bianco
Undicesima Tappa: Francia ��� Buche de Noel (versione bianca)
Dodicesima Tappa: ��Thailandia ��� Yam Pla Meuk (insalata di calamari piccante)��
Tredicesima Tappa: Polonia ��� Bialy
Quattordicesima Tappa:��Nuova Zelanda ��� Muffin con Miele Manuka e datteri
Quindicesima Tappa: Svezia ��� Spiedini di Aringa con cetrioli e crema di barbabietole
Sedicesima Tappa: Spagna ��� Churros con Cioccolata calda
Diciassettesima Tappa: Estonia – Kringle con cannella uvetta e mele
Diciottesima Tappa: Russia ��� Blinis con Caviale e Champagne
Diciannovesima Tappa: Cuba ��� Zuppa di Fagioli Neri piccante
Ventesima Tappa: Cina – Calamari Fritti con salsa piccante


 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 13, 2015 03:12

February 12, 2015

Video: La Tavola Fumetto di Lilli e il Vagabondo. Spaghetti and Meatballs

 





 











Su��Lilli e il Vagabondo, per la Rubrica Cibo e Cinema (allora neanche esisteva in effetti), ho ticchettato molto spesso��ma in particolar modo qui.��Gli indimenticabili Spaghetti and Meatballs che diventano l’emblema stesso dell’infinito amore. Un filo. Un percorso. Una strada a senso unico, insieme. Da afferrare, mordere e tenere ben saldi. Nel film, come blatero nel video, l’apparecchiatura �� composta da immancabile tovaglia a scacchi bianca e rossa, fiaschetto di vino riutilizzato a candelabro e piccola brocca da osteria con i grissini dentro (insomma come la foto che ho ricreato diversi anni fa). Rimane pur sempre valida l’idea e se vogliamo ancor pi�� facile e veloce da realizzare. La Tavola Fumetto potrebbe essere un’alternativa qualora voleste cimentarvi in qualcosa di completamente personalizzabile.��Ho deciso questa volta di adoperare le lattine vuote della Cirio come vasetti. Rustico��come deve essere��ma francamente con quel quid di sciccheria che non guasta mai. Anche il vetro della passata sar�� perfetto.


La Ricetta (base?) di Spaghetti & Meatballs

(Bastianich me le tirerebbe dietro lo so)



Spaghetti (la quantit�� la decidete voi, dai. Facciamo orientativamente 80 grammi a testa?)
Salsa di Pomodoro (rigorosamente Cirio, oh!)
Polpette: carne tritata, mortadella (una chicca per chi vuole��un pizzico di sapore un pi��), parmigiano grattugiato, pangrattato (o pane ammollato in poco latte), 1 uovo circa, prezzemolo, sale (personalizzabili in infiniti modi con spezie e quant’altro). Ma si possono fare anche vegetariane con i legumi o altrimenti con l’utilizzo del seitan. Insomma con Lilly e il Vagabondo possono mangiare davvero tutti.






Tutte le altre Tavole Fumetto

��La Tavola Fumetto della Vigilia di Natale Work in progress
La Tavola Fumetto della Vigilia di Natale
La Tavola Fumetto con la carta da imballaggio
La Tavola Fumetto di Benvenuto all���Autunno con Prodotti monouso
La Tavola Fumetto di Hansel e Gretel e delle Fiabe
La Tavola Fumetto del Bosco Incantato (Video)
La Tavola Fumetto economica con la plastica
La Tavola Fumetto San Valentino
La Tavola Fumetto dei Minion
La Tavola Fumetto per Carnevale

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 12, 2015 03:50

Iaia Guardo's Blog

Iaia Guardo
Iaia Guardo isn't a Goodreads Author (yet), but they do have a blog, so here are some recent posts imported from their feed.
Follow Iaia Guardo's blog with rss.