Iaia Guardo's Blog, page 101

September 24, 2015

Le Fondant au Chocolat di Iaia




Per otto persone



210 grammi di cioccolato fondente
200 grammi di burro
250 grammi di zucchero di canna
5 uova
un cucchiaio di farina

Scalda il forno a 190. Sciogli il cioccolato e il burro nel microonde o a bagnomaria e aggiungi lo zucchero. Poi lascia raffreddare un po’. Incorpora le uova, una alla volta sempre mescolando con un cucchiaio di legno. Alla fine la farina. Lavora fino a quando il composto è liscio. Versalo in uno stampo ben imburrato per 22-25 minuti circa e cuocilo. Il fondant deve essere ancora non del tutto rassodato al centro. Togli dal forno. Sforma velocemente e lascia raffreddare su una griglia. Conservala in frigo se la stagione è troppo calda per poi tirarla fuori almeno una o due ore prima di servirla.




Le Fondant au Chocolat è il dolce che mette d’accordo tutti. Roba cioccolatttosa qui ce n’è che straripa in ogni dove (lo scorso anno per Halloween avevo pure fatto una top ten) ma semmai dovessi sceglierne una da consigliare direi sempre e solo Cheesecake chenonèunacheesecake Coulant con Cioccolato Coulant, che è stata la prima ricetta di cui fossi davvero sicura quando ho scritto il libro. Testimonierebbero a favore di questa in decinedecinedecine e decine perché l’ho fatta e proposta svariate volte e mai una delusione. Posso dire che anche la suddetta di oggi avrebbe il favore di moltissimi. La classica Fondant au Chocolat con tannnnnnnnnnnto burro, tannnnnnnnnnnnnnnnto cioccolato e taaaaaaaaaantissssssimo zucchero: una bomba. Che ha quel cuore tenero e avvolgente che manda in iperventilazione gli amanti del cioccolato. Sarò onesta, fosse pure senza burro, mi attrae pochissimo. Pur amando la sensazione della bocca impastata di cioccolato credo che ci sia un limite oltre il quale si cade davvero in un preoccupante pornofood. Il sapore alla lunga, se così esasperato e pesante si perde eccome. Una cosa è mangiarsi otto chili di ceci (volevo dirlo perché sono comunque a favore di determinati sapori in sovrabbondanza) e un’altra se l’aborme quantità è di cioccolato. Nella mia illimitata esperienza (sfido chiunque ad averne mangiato più di me) posso dire che in piccole quantità la goduria si centuplica. Questa è l’ennesima torta bomba al cioccolato, ma che per qualche inspiegabile ragione pur essendo esasperata-esagerata-incontenibilmentecioccolatosa riesce a piacere anche a chi come non riesce ad andare oltre un limite. Perfetta anche per i dopo pasti, in quanto non ciambellosa ma proprio sul cremoso andante, farà riscuotere un successo che senza dubbio alcuno può essere classificato come: assicurato. In un momento di poca capacità di analisi e liberi da paranoie e conteggi calorie poi una bella porzione abnorme di panna montata sopra potrebbe essere la fatidica ciliegina sulla torta. Con questa resa e con la peculiarità di essere veloce da preparare e con pochissimi ingredienti, l’idillio è servito. Tutto, quasi ovvio dirlo, dipende dalla qualità del cioccolato e del burro. Una cosa ovvia dirai tu. Hai ragione ma non sempre ci si pensa. La qualità del burro sarà fondamentale per la cremosità e affidarsi a un prodotto meno commerciale e più d’elitè farà la differenza eccome.


Le Fondant au Chocolat salva la serata. Che siate padroni di casa o ospiti poco importa. Portarla vi farà amare da tutti. Servirla lo stesso. In qualsiasi modo vada è una garanzia.



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Published on September 24, 2015 03:12

September 23, 2015

Biscotti Vegani con Avena e Uva Passa


Per 10 biscotti grandi:



50 ml di olio di semi di girasole
70 grammi di zucchero di canna
60 grammi di purea di mela non dolcificata
55 grammi di zucchero di canna integrale
1 cucchiaio di semi di lino macinati
1 cucchiaino di estratto puro di vaniglia
60 grammi di farina 00
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1/2 cucchiaino di cannella in polvere
1/2 cucchiaino di sale
150 grammi di fiocchi di avena
110 grammi di uva passa (o mirtilli-frutta disidratata)

Sono biscottoni giganti. Rivesti due teglie grandi con carta da forno. Mescola in un recipiente capiente l’olio e i due tipi di zucchero, la purea di mele e i semi di lino macinati. Lavora circa un minuto finché non sarà omogeneo e poi unisci la vaniglia. Setaccia nella ciotola la farina con il bicarbonato, la cannella e il sale e mescola. Aggiungi l’avena e l’uva passa e lavora il composto con le mani fino a formare un impasto. Distribuisci sulla teglia le palline (un cucchiaio abbondante circa per biscotto) e appiattiscile con la mano. Dato che utilizzi 2 teglie, cinque per ognuna saranno perfette. Cuoci per 12 o massimo 14 e poi trasferisci su griglia per lasciare raffreddare.





Uhm. Ieri i Muffin con Avena e Mirtilli tratti dal libro “Fai come Isa” di Isa Chandra Moskowitz e oggi una cosa diversa (regia può fare partire le risate registrate? Grazie!). Una Ricetta Vegana tratta dal libro “Fai come Isa”. Un colpo di scena incredibile, nevvero? E questa volta biscottiiiiiiii! Poi prometto che la smetto. E comincio con quelle salate. No basta! Devo disintossicarmi sul serio da Isa. Sta prendendo una brutta piega questa cosa, soprattutto perché li assaggio (intendo l’intero vassoio) e mi piacciono pure. Mai successo! Schizzinosa e rompiscatole trovo sempre qualcosa che non mi convince. Che non mi piace così tanto da. Che blablablabla. E invece tra i muffin con avena e mirtilli e questi biscotti ho capito che amo Isa d’accordo ma che potenzialmente potrebbe essere la mia rovina. Sono biscottoni che ricordano le barrette fatte su RunLovers (te le sei perse? Ce ne sono cinque qui e una con riso e cioccolato qui. Tutte buonissime e da provare). Croccanti  come piacciono a me (e al mio papà), scrocchiano in bocca che è una meraviglia e mentre si sbriciolano dici uhmmmgnamcielosantocielognam. Bofonchiando, godendo e sputacchiando. Un’immagine poetica, insomma. Perfetti per colazione e merenda credo raggiungano la massima espressione dell’idillio inzuppati nel latte. Nel mio caso latte di mandorla freddissimo macchiato da caffè al cioccolato (nessuno dica che il caffè dalle note al cioccolato sia disgustoso! Sopporto già il Nippotorinese santo cielo. Lui che beve amari intensi potenza sedici) e via verso il paradiso gustativo. Voglio provarli in tutti i modi e con il cioccolato fondente. In realtà il mio intento è ritornare 140 kg mangiando questi biscotti e i muffin di ieri. E poi dimagrire di nuovo. E poi ingrassare di nuovo sempre con questi biscotti e questi muffin.



Chi un po’ mi segue sa che MAI mi sono tanto entusiasmata per una ricetta. Generalmente parlo e ticchetto su quello degli altri -entusiasmo- e racconto impressioni. Anche perché non potendo mangiare il novanta per cento di quello che pubblico -lato dolci soprattutto- in quanto contengono derivati animali si fa presto a capire il perché. Le ricette vegane poi mi hanno sempre lasciato sì leggermente soddisfatta, ma davvero nulla paragonato a queste meraviglie.


Spero di averti incuriosito e invogliato. Sono biscotti da provare, replicare, regalare ma soprattutto mangiare a chilate. Il fatto che siano giganti poi ti dà quella soddisfazione enorme di agguantarli a due mani e affondare i denti con violenza e senza pietà. Ora scusami devo mangiarmi l’ultimo (gli altri 9 li ho mangiati io. Ahem).


 


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Published on September 23, 2015 03:12

September 22, 2015

Muffin (vegan) con mirtilli, sciroppo d’acero e avena



Per 12 muffin di media grandezza



230 ml di latte di mandorla (o del latte vegetale che preferisci)
1 cucchiaio di aceto di mele
60 grammi di sciroppo di mele (zucchero delle mele)
80 grammi di farina di avena (la ricetta originale prevedeva la crusca)
120-150 grammi di farina 00
11 grammi di zucchero di canna integrale
1 cucchiaino e mezzo di lievito per dolci
1/2 cucchiaino di bicarbonato
1/2 cucchiaino di sale
50-60 ml di olio di semi di girasole
2 cucchiai di marmellata che preferisci (io ne ho adoperata una fatta dalla bellissima zia Luci con pesca e mela)
1 cucchiaio di sciroppo di acero (la ricetta prevedeva l’estratto ma no. Non ce l’avevo: Isa nel libro ti consiglia pure il link di Amazon dove comprarlo. Credo di amarla)
vaniglia se ti piace
100 grammi di mirtilli




Preriscalda il forno a 180 e nebulizza le teglie con l’olio. Unisci in una ciotola il latte e lo sciroppo di mele e metti da parte. Versa in un’altra ciotola l’avena (l’ho passata al frullatore, quella classica da porridge per intenderci), la farina, lo zucchero, il lievito, il bicarbonato e il sale. Fai la fontana al centro e versa anche il latte cagliato, l’olio, lo sciroppo di mele, la marmellata e gli estratti. Mescola tutto insieme e non lavorare troppo il composto. Unisci i mirtilli e gira di nuovo. Riempi quasi completamente ogni stampo e inforna dai 22 ai 28 minuti circa (se i mirtilli sono surgelati prolunga la cottura). I muffin devono essere umidi all’interno e quindi nonostante lo stecchino non debba essere asciutto neanche deve venir fuori troppo liquido. Umidiccio è perfetto. Il tempo indicato però è perfetto così. Lascia raffreddare prima di servirli.



Ci eravamo lasciati con un entusiasmo incredibile per il Libro di Fai come Isa di Isa Chandra Moskowitz. Da quel giorno, confesso, è stato il mio cuscino per la notte e pure per i riposini pomeridiani. Nel senso che non l’ho mollato un attimo ma stretto a me in calorosi abbracci. L’ho girato in lungo e in largo e quando mi mancava tanto farlo sfogliavo sognante le foto e dicevo questalovogliofare, questalavogliomangiaresubito, questalavogliopure e così via in un preoccupante loop. Mi sono un po’ fissata? Sì. Ho pure guardato il suo blog e pensato di scriverle una lettera di ammirazione e complimenti (devo darmi una calmata, lo so). Il fatto è che non mi entusiasmo davverodavverodavvero mai così. Vivo di passioni passeggere e poi dimentico. In fondo sono una che si innamora di tutto e niente.


Sono un’inguaribile entusiasta che emette gridolini. Per poi annoiarmi e apatica andare in cerca di altro (una psicopatica borderline stai pensando? Ecco. Ci hai preso). Un po’ come accade con tutti gli oggetti. Un giorno guardo la matita con i baffi e dico che non la lascerò mai e disegnerò solo con quella per poi tradirla con la gomma cupcake. Passati tre minuti. Mi piacciono le persone che si descrivono attente, altruiste, generose e corrette. Io proprio non ce la faccio a mentire così. Sono un’egoista, materialista che vive di fugaci passioni (però sono generosa, lo giuro. Sì quello sì) che tendenzialmente dimentica. E accantona. Ma se è amore. Amore puro e vero sarà per sempre (certo qualche volta me ne dimentico perché sono appunto egoista -e molto distratta-  ma poi ricordo sempre). Bene. Per dire insomma che Isa non è una passione passeggera o una matita nuova. Un po’ come Vefa sento già che rimarrà per sempre tra gli odori della mia cucina.





La cosa incredibili di questi Muffin vegan è che nessuno capisce che sono vegan. Bello no? Anche il Nippotorinese è stato preso alla sprovvista. Li ha definiti “non troppo gustosi” ma siamo di fronte a Anton Ego di Ratatouille che trova apprezzabili solo i dolci di Montersino (e come dargli torto? maledetto!) ma anche “non sembra poltiglia vegana assemblata!”. Quindi affidandoci alle parole di Monsieur Pier Melon -come sempre dolci e comprensive- si può dedurre senza dubbio alcuni che sono: BUONI. Leggeri e profumatissimi.


Non amo moltissimo assaggiare roba dolce di questo tipo. Non sono una fan di brioche, dolcetti, muffin e cupcake. I prodotti da forno -pane escluso- non sono affatto una mia passione. Questi muffin però mi hanno colpito proprio per la consistenza e l’odore, così non ho potuto fare a meno di assaggiarli e: la fine. Volevo mangiarli tutti e mentre li fotografavo combattevo con l’altra me stessa -crudele e spietata- che voleva impedirmi di mangiarne almeno sei.


Poi abbiamo optato per due interi e pace fatta *va via ridacchiando e urlando “fateliiiiiiiiiiiiiii! sono buonissimiiiiiiiiiiiii”.


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Published on September 22, 2015 03:12

September 21, 2015

Vieni al supermercato con me e RunLovers? (non puoi rispondere no. CHIARO?)


Da Lunedì dieta!!!!!!!!! (cielo che depressione). Ma il nemico è sempre in agguato. Il maledetto si insinua nelle nostre vite per non farci portare a compimento i propositi prefissaticicici (non lo so  scrivere). Ma da oggi vengo con te! Non ti lascio solo. AL SUPERMERCATO! (musica del terrore in sottofondo).


Il delirio, come ogni Lunedì, è online e lo puoi leggere cliccando qui: Le prime 5 regole per affrontare al meglio l’acerrimo nemico: Il Supermercato. 


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Alcuni dei miei deliri su Runlovers?

Il Pollo Magico (un po’ di me e la mia storia con la corsa)
La scarpetta di Iaia (l’introduzione e il perché)
Cocktail di  Gamberoni con salsa al limone e zenzero (il Benvenuto ufficiale)
5 Ricette di Barrette Energetiche fai da te
3 Minutes Sandwich! Un Panino delizioso in 3 minuti: Hamburger in salsa worcester
Hamburger Vegetariano con Ceci e Lenticchie
Insalata di Tofu, Agrumi con dressing di Senape e Agave
Barrette (senza glutine) di riso (o altri cereali) e cioccolato
La Torta nella Tazza dentro il Microonde
La Colazione Perfetta per i Runner
Panino con Hamburger di Tacchino e Verdure Croccanti
Il Pranzo Perfetto per i Runner
Patatine chips al Microonde
La Cena perfetta per i Runner
L’Acqua Aromatizzata
Smoothie Centrifugati e Frullati 
5 Regole per sentirsi leggeri mangiando (e l’immancabile insalata) 
Hamburger di ceci con fesa di tacchino e burro d’arachidi
Gazpacho di pomodoro, fragole e menta con bruschetta
I Runner scelgono il gelato artiginale
Una ciambella facile e veloce 
Il Miglior Buongiorno (tutte le mie colazioni su Instagram RunLovers) 
Non semplici Ghiaccioli Fatti in casa
RunLoverella-Crema di cioccolato e nocciole
Il Panino Parmigiana
Drink, Soft Drink e tutte le Bibite e Bevande 
Cous Cous con avocado e pomodoro (Il Pranzo di Ferragosto)
L’Avocado: benefici, proprietà e ricette
La RunLovers Cheesecake (banane, yogurt greco e mandorle) 
L’Importanza della Frutta Secca
Il Pollo in mille modi
Biscotti con Avena e Anacardi senza burro e zucchero
Il Dramma: Lo zucchero Raffinato
La Tartare della salute (spada, salmone, mango, agrumi)
Meglio le proteine vegetali o animali? 
Gli Gnocchi equilibrati

 


 


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Published on September 21, 2015 08:00

Il compleanno di Stephen King e il Menu completo


“Il primo libro che mi votò definitivamente all’amore sconfinato e prepotente per il genere che definire horror è restrittivo e offensivo fu It di Stephen King. Fu l’inizio di una passione profonda che mai avrà mai fine. Pur essendo importante distinguere il prodotto letterario da quello cinematografico il film Shining (con il mio fidanzato Jack – nessuno osi sostenere il contrario!), tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King, rimane uno dei pochissimi ad aver terrorizzato la mia adolescenza. In una scena clou, quando viene spiegato il concetto di luccicanza al piccolo Danny, questi dice che il suo piatto preferito sono le patatine con il ketchup. La scena mi fa venire in mente me e il mio amico Max, quando lui mi spiega quello che non riesco a vedere anche se è lampante. Le patatine fritte, semplici e complesse, raccontano tante storie di amicizie e ricordi”.


Pagina 112 (12!!!!) del mio libro “Le Ricette di Maghetta Streghetta”, edito da Mondadori (il mio ricavato va alla Ricerca sul Cancro), con la ricetta Knodel di patate in coppa di sale con ketchup fatto in casa (che mica potevo fare solo la ricetta delle patatine fritte altrimenti passavo peggio della Canalis col petto di pollo arrostito. Che poi tutto quel polverone e aveva messo pure il succo di limone. Vai a capire i criticoni! Mica lo aveva semplicemente messo sulla piastra. C’era il sale e il limone! Pentitevi!).



Domani sarà l’equinozio d’autunno ma cosa ben più importante oggi è il Compleanno di Stephen King. Nella vita bisogna avere le giuste priorità. Ora io lo so che ultimamente il caro e buono vecchio Stefano ce la sta davvero mettendo tutta per farsi detestare (pur sempre con amore) dai suoi bimbi orfani di vecchie genialate, ma è pur sempre il Re, santaluccicanza! Ergo sia dia il via ai festeggiamenti in grande stile come solo il sovrano merita. Lascerò (mai successo. E qui urge far finta che si è stra-stra-felicissimi) la ricetta degli Knodel di patate in coppa di sale con un buonissimo ketchup da fare in casa ma anche un Menu completo per gli amanti del genere.



La prima cosa da sapere è che il dolce preferito di Stephen King è la Cheesecake e lo scorso anno ne ho cucinate talmente tante che a Guardoland, la terra dove vivo e regno (risate registrate), non ne potevano davvero più. Se ti facesse piacere quindi c’è la Cheesecake all’Overlook Hotel e una tra le più cliccate (e buone) ovvero quella al Cioccolato e Zenzero. Da brava psicotica quale sono ho anche fatto dei brownies agli Oreo dedicati a Jack e Kubrick (i motivi puoi trovarli qui) e nel caso la ricetta ti sembrasse troppo cioccolatosa e ti fosse venuta solo voglia di Oreo beh c’è anche la ricetta di quelli cliccando qui.


Un Menu completo però deve partire dalla colazione e come rinunciare a quella di Annie Wilkies (Misery non deve morire)Uova strapazzate alla Wilkes e passa la paura (esattamente il contrario ma è divertente ugualmente così, no? L’effetto sorpresa fatidico). E a pranzo? Gli knodel con il ketchup, ovviamente accompagnati dal buon polpettone sanguinolento della dolcissima Annie.  E chi se la dimentica premurosa con un’ascia intenta a tagliare gli arti del suo prigioniero? Sono queste le scene romantiche che tutti portiamo nel cuore, del resto.


 



La Ricetta degli Knodel

Ingredienti per 2 persone:



1 patata grande bollita di circa 250 grammi
1 albume
60 grammi di farina di riso
30 grammi di burro morbido
sale

Schiaccia la patata, quindi aggiungi sale e spezie se ti piacciono (paprika? perfetta). Sbatti un po’ l’albume e aggiungilo. Lavora con una forchetta, amalgama bene e unisci la farina di riso e il burro a pomata (a temperatura ambiente, sì). Fai delle polpettine con le mani inumidite e friggi in abbondante olio extra vergine di oliva.


 



Ketchup

Ingredienti per un bel barattolino:



400 grammi di pomodori maturi
80 grammi di zucchero
50 grammi di aceto di mele
1 cipolla
1/2 spicchio di aglio (facoltativo)
1 pizzico di pepe nero
1 pizzico di cannella
2 foglie di alloro
2 chiodi di garofano pestati
2 cucchiaini di zucchero
sale

Sbollenta i pomodori per qualche minuto e spellali, poi priva dei semi il peperoncino. Tagliali entrambi a pezzi e passali al mixer insieme alla cipolla e all’aglio. Mettili in un pentolino e unisci le spezie, l’aceto e lo zucchero. Fai cuocere a fuoco basso per almeno un’ora aggiungendo acqua se occorre finché la salsa non raggiunge una consistenza corposa e omogenea.


Per realizzare la coppa di sale

Per ogni chilo di sale grosso occorre un albume. Capovolgi una cocotte o una teglia piccola che possa andare in forno. Ricoprila con abbondante sale mescolato all’albume dopo che hai inumidito le mani. Inforna a 140 per un’ora finché non si è solidificata.


 


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Published on September 21, 2015 03:12

September 19, 2015

September 18, 2015

Tartare di Gamberoni con Avocado, Pesca tabacchiera, Mango, Papaya e olio alla menta


8 Gamberoni freschissimi, 1 Avocado, 1 Mango, 1 Papaya, 1 Pesca tabacchiera, Olio extra vergine d’oliva con foglie di menta, sale grosso macinato sul momento e pepe (rosa) se piace, abbondante succo di lime (o limone)


Aromatizza l’olio con foglie di menta freschissima se ti piace l’idea. Taglia tutti gli ingredienti e lasciali marinare nell’olio e nel succo e anche nella scorza se non è trattata. Basterà grattugiarne giusto un po’. Aggiusta di sale e pepe se piace. Adopera un coppapasta se ti piace la presentazione a torretta, come in foto. Bon. Finito.


Si sposa benissimo anche con una salsetta guacamole o una maionese di avocado. Ma pure dello yogurt bianco naturale non zuccherato.



E mentre che ci sei (che è un bell’inizio) non perderti la Tartare della Salute che ho messo la settimana scorsa su RunLovers. La trovi qui.


I Gamberoni (come tutto il pesce in realtà) con la frutta esotica si sposano benissimo e non si stava aspettando certamente me per dire questa ovvietà. Nel tempo non so neanche quante tartare abbia fatto. Combinazioni e condimenti. Sta di fatto che rimane un piatto velocissimo da servire e non in ultimo scenografico e accattivante. Pur nella semplicità diventa protagonista della tavola e in pochi vi resistono; tranne chi ha qualche problema con il cibo crudo chiaramente. In Sicilia, moda sashimi dilagante a parte, da sempre si è servito l’antipasto di pesce crudo. Il neonato (bianchetto) con limone, olio e sale e gli onnipresenti masculini (alici) che primeggiano sempre tra gli antipasti siciliani. Frutti di mare a parte. Non è un pasto di pesce completo in Sicilia se non c’è tutto questo con qualche riccio, occhio di bue e cozza di Messina (anche cruda, seppur non si dovrebbe). Il pesce crudo però è pericoloso (elosochedicosemprelastessacosaaaaaa) e prima di avventurarci in preparazioni di questo tipo dovremmo essere davvero (ma davvero davvero) sicuri della provenienza e se ha riposato all’interno di un abbattitore per debellare nemici silenziosi e pericolosissimi.


Una foto vecchiotta che risale a qualche mese fa ma che mi ricorda una bellissima giornata passata tra sorrisi e momenti calmi dalla luce tenue. Un accostamento apprezzato nella sua semplicità e che quindi lascio qui come ricordo e piccolo appunto di cucina.


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Published on September 18, 2015 03:12

September 17, 2015

La Libreria di Iaia: Fai come Isa di Isa Chandra Moskowitz


Isa Chandra Moskowitz è autrice di best seller e il suo sito web è seguito con passione da milioni di lettori. Isa si dedica alla cucina vegan creativa da oltre due decenni e per sette anni consecutivi è stata nominata miglior scrittrice di ricettari da Veg News. Cresciuta a Brooklyn, vive a Omaha e scrive questo libro delizioso con le bellissime foto di Vanessa Rees. L’editore è Sonda, che ho avuto il piacere senza mai stancarmi di lodare per questa incredibile produttività di meraviglie. Il prezzo, come tutti i libri editi da Sonda, è davvero basso e si attesta intorno ai 19.90. Bassissimo per la qualità e il contenuto. La grafica e anche le illustrazioni iper colorate e simpatiche. Un altro libro d’acquistare, sì. Fotografie invoglianti. Altro che cibo vegan triste, sono piattoni stracolmi di leccornie a tutta pagina con altrettante spiegazioni più introduzioni e motivazioni (mi piace tanto quando c’è l’introduzione a ogni ricetta). Pagine che sanno di pregiato, colorate da sfumature pastello e moltitudine di stili che si mischiano creando la personalità dirompente di questa incredibile Vanessa Rees. Il libro è strutturato in questo modo:




Introduzione
Le basi della cucina vegana alla portata di tutti
Come lo fa Isa?
Attrezzatevi!
Fate scorta!
Tagli vegani
7 consigli per una cucina semplice e salutare
Cambio! Le modifiche preferite per sostituire gli allergeni più comuni
Zuppe
Insalate
Panini, Burger & Co.
Pasta e Risotti
Stufati, Chili e Curry
Stir-Fry: piatti rosolati e salati
Tutto in una ciotola (o quasi)
Le cene della domenica
Alimenti proteici di base
Colazione, brunch e prodotti da forno del mattino
Dessert





Isa racconta con fare gioviale e simpatico che da bambina non sfornava torte di mele con la nonna e neanche cucinava con la mamma gli ingredienti colti dal giardino. Che prova addirittura invidia quando sente questo determinato tipo di racconti. Nella sua famiglia si mangiava pasta pronta e purée confezionato in fiocchi. Dice che la cucina le era estranea come l’astrofisica. Poi all’improvviso la scelta di diventare vegetariana e dopo troppe pizze al formaggio era pronta per variare la sua dieta. La seguirono a ruota libera la mamma e la sorella e da allora il mondo della loro cucina variò diventando completamente altro. L’amore per la cucina nasce nel 1989 a Brooklyn insieme a un fratello che odiava i vegetariani ma che presto si è dovuto ricredere e tanto. La passione scatta e ci si ritrova in cucina a spadellare insieme. Si divertivano tantissimo quando lasciavano alle spalle l’aria fredda e il rumore del treno per essere avvolte da quel bouquet di profumi: aglio, olio e cannella. Isa dice che non ama creare banchetti enormi e stravaganti con cene da cinque portate ma qualcosa da mettere in tavola che sia semplicemente buono e facile da realizzare. Per questo motivo ci svela qualche segreto su come organizzarci e come stupire. Un libro davvero incredibile questo. Che riesce come Pasticceria Vegana a far dimenticare sin da subito quell’idea errata che si tratti di una cucina povera di alimenti, ripetitiva e nauseante.


Ci aiuta a fare la spesa suggerendoci tutto l’essenziale: legumi precotti e a cottura rapida, pasta e noodles, cereali e simili, alimenti in scatola, aceto, conndimenti e alimenti in barattolo. E li enuncia uno per uno. Dalla senape di Digione alla salsa hoisin. Dalla tahina al burro di arachidi sino ai fagioli dell’occhio e le lenticchie per arrivare al latte di cocco, noci, mandorle e tantissimo altro. Passa dalla colazione al brunch sino al pranzo della domenica illustrandoci ogni tipo di portata e lo fa con tale simpatia, naturalezza e sfrenata fantasia che è impossibile non innamorarsi di questo libro. Per chi ne possiede tanti, di volumi vegan, non stuferà assolutamente. Parola di una che ce li ha tutti… ahem. Quella delle zuppe è una delle mie sezioni preferite: vellutata di piselli secchi e rutabaga, vellutata di riso e ceci, vellutata di patate dolci e curry rosso con riso e cavolo riccio rosso, zuppa cinese acidula ai funghi e l’harira con melanzana e ceci (che ho provato ed è buonissima). Zuppa al pesto con gnocchi, fagioli e verdure e bisque di zucca variegata al cocco fino alla zuppa di broccoli formaggiosa. La Caesar Salad di quinoa e l’insalata Ranch con patate rosse e ceci affumicati. Bhindi Masala con fagioli dell’occhio, Stufato orientale ai funghi, Chili con polpette di fagioli e stir-fry con avocado, basilico e arachidi. Yakisoba di Omaha con cavolo rosso e masi, Pad Thai di ogni giorno, Seitan estivo rosolato con coriandolo e lime, Riso fritto al mango, Stir Fry all’arancia con seitan di ceci e Seitan e broccoli con salsa barbecue casalinga (che non vedo l’ora di fare perché un rivolo di bava mi è sceso lungo l’angolo della bocca solo leggendola). Insssssssssssssssomma. Infinite ricette super gustose che solo a sfogliarle si va in iperventilazione.



Un’influenza mediorientale e indiana fortissima che mi fa amare tutto ancor di più. Malai Kofta di Chandra ma anche cosmopolita come mai si è visto in queste preparazioni: Sheperd’s Pie di Tamales, Nachos e molto altro. Muffin con mirtilli, sciroppo d’acero e crusca e con banana e frutta secca. Plum cake al limone e mirtilli e Muffin con farina di mais. Scones con banane e frutti di bosco e Plum cake alla banana marmorizzato, Biscotti al rosmarino e gocce di cioccolato, Biscotti con avena e uva passa, Cookies giganti al cioccolato e Biscotti di pan di zenzero al cioccolato con gocce di cioccolato bianco. Una scelta e varietà incredibile che fanno di questo libro un vero e proprio Must Have.



E se sei arrivato fin qui vieni premiato con una cosa che ti dico all’orecchio: il terzo commento ne vince una copia. Sarà infatti mia premura spedirtelo direttamente attraverso Amazon. E un bacio. Di quelli grandi.


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Published on September 17, 2015 03:12

Gnocchi viola con Mascarpone, Speck e Cannella



Corri Corri che Maghetta ha fatto gli gnocchi! E’ Giovedì del resto, no? Riconosco che sia una pessima battuta. Se ti fa piacere leggere il mio delirio, sbirciare le foto e dare un’occhiata alla ricetta Gli Gnocchi viola con Speck, Mascarpone e Cannella li trovi solo su RunLovers cliccando qui!


Per le patate viola si ringrazia San NippoTorinese con Meravigliosa Cognata Socia in trasferta. Perché loro sono così. Vanno in Svizzera a comprare le patate viola e tornano prima di un bicerin (tremendamente chic! ADOVO!). Nessuno dica che siamo una famiglia gnegnegne, CHIARO? (oh tu passante ignaro giunto in queste lande per sfortuna: C’è del sarcasmo, sì)


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Panino con Hamburger di Tacchino e Verdure Croccanti
Il Pranzo Perfetto per i Runner
Patatine chips al Microonde
La Cena perfetta per i Runner
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Smoothie Centrifugati e Frullati 
5 Regole per sentirsi leggeri mangiando (e l’immancabile insalata) 
Hamburger di ceci con fesa di tacchino e burro d’arachidi
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I Runner scelgono il gelato artiginale
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Published on September 17, 2015 03:05

September 16, 2015

Insalata di Zucca, Avocado e Menta con semi di girasole e zucca sbriciolati con lievito alimentare


Avocado, Zucca, Foglie di menta, Semi di girasole, Semi di zucca tritati con lievito alimentare e pochissima polvere di pistacchi


Condimento: salsa di soia



Quasi tempo di zucca e quindi scorpacciate, mal di pancia e felicità. Sì perché è chiaro che io non digerisca neanche la zucca. Mi pare una specifica poco sorprendente. Se unita all’avocado, per antonomasia mio acerrimo nemico da sempre -e spero non per sempre-, il mix è letale. Condito infatti con salsa di soia, che ultimamente -manco a dirlo- per la presenza di glutine fa il resto. Insomma tutto bene! Tengo tantissimo a precisare che no. Non è questa la porzione. Ho mangiato praticamente due avocadi e mezza zucca di non so quanti chili. Solo che mentre tagliavo la zucca, semplicemente cotta su carta da forno senza alcun tipo di condimento, mi è venuto di fare questo psuedo piatto minimalista e via. Avevo anche poco tempo per lo scatto perché uno di quelli non programmati e via. Click. La cosa che mi è piaciuta di più è stato il mix di semi di zucca tritati -che ho già trovato in commercio così al biologico insieme a quelli di lino e che con molta probabilità finirà nel Cosa c’è nel mio carrello- con il lievito alimentare e le leggere note del pistacchio. Trovo infatti che quest’ultimo si sposi benissimo con la zucca e a tal proposito vorrei riproporre l’abbinamento in una sorta di lasagna che racchiuda sia il pistacchio che la zucca. Me ne dimenticherò entro 3…2…1… cosa stavo dicendo? Ah sì. Uno scatto non programmato di un pranzo veloce e della prima zucca di stagione. Orazio, Santofruttivendolodifiducia, ben conscio della mia dipendenza ci ha tenuto a farmi sapere che ne aveva una e che sembrava anche parecchio buona. E difatti non ha sbagliato. Una zucca assolutamente perfetta e gustosa che mi ha stupito proprio perché fuori periodo (digito qualche settimana prima della pubblicazione di questo post. A dirla tutta sono i primi giorni di settembre).



Avocado maturo ma non troppo come piace a me (sono l’unica al mondo a cui non piace eccessivamente maturo, sì) che si è sposato benissimo con la consistenza della mia adorata e amata cucurbitacea. Mi sfrego già le manine per le indigestioni a cui mi sottoporrò a breve. Ho già l’acquolina in bocca per le zuppe calde e fredde speziate. Quest’anno poi ho diverse ricette raw da provare. Nella speranza che non perisca definitivamente, perché la zucca cruda la vedo difficile ma sull’essiccata ho riposto grande fiducia (uhm. Forse). Insomma tra zucche, essiccazioni e zuppette calde sta arrivando la MIA stagione. Quella in cui ho deciso di nascere -giusto qualche giorno prima dell’inverno- e che se fosse per me vivrei in uno stato perenne e continuo. Cinque giorni e sarò a ritagliare delle foglie da cartoncini marroni. In Sicilia sarà estate almeno fino a fine Ottobre ma non importa. Lo status mentale è fondamentale e gioca fattori illusori determinanti per la psiche. Sono ormai nel mood: maglioncino caldo e plaid. Che qui girino in costume e mangino granite poco importa. Zuppa e maglioncino. Ripetiamo tutti insieme:

Zuppa e maglioncino.


(santocielochecaldo)





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Published on September 16, 2015 03:12

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Iaia Guardo
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