Fabrizio Ulivieri's Blog, page 132

October 24, 2017

Is in "Rugìle" sex egotist?


"Why does sex play such an important part in life?" by Jiddu Krishnamurti

In "Rugìle" one talks about sex. In this video one reason more to understand how egotist sex is.Sex is personal freedom from struggling for life, sex is own creativeness to assert themselves in this world.
Sex is the strongest reason why you exist in this world, sex is complete union between Individuum and Universe that your can reach just by yourself obeying that assertion.
When you obey your sexual instinct you obey the Universe law (program).

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Published on October 24, 2017 06:31

October 23, 2017

Isole di felicità (Laimes salos) - trentunesima parte


Foto Živile Abrutytė



Labai talentinga mokinė! Gali greit likti be darbo (1)
Scrisse Inga il giorno dopo sul Facebook della sua scuola sotto una foto di Goda in cui si vedeva il suo volto sovrapposto a altre foto in sottofondo.
Perfino Ruta fu impressionata dal talento di sua figlia. E se doveva essere onesta fino in fondo con se stessa provò anche una punta di invidia per la facilità con cui Goda fin da subito aveva mostrato il suo talento.

Ruta si era svegliata stanca ma felice e rilassata dopo il mercoledì diciotto. Sperò che anche il 19 non fosse da meno del 18. E quando vide il post di Inga su Facebook con il volto di Goda e quella frase a commento, il suo cuore ebbe un tuffo.
Subito condivise il post e lo commentò così
- Mano mergaitė su puikios mokytojos Inga Macernyte‎ pagalba kuria meną! Abra kadabra (2)

La scuola appunto si chiamava Abra Kadabra e Ruta giocò sulle parole.
Era verso le 17 quando ancora lavorava in ufficio che le arrivò la notifica da Facebook. Aprì Facebook e trovo quel post con la foto. Il suo cuore schizzò di sorpresa dapprima e di gioia dopo, velata da una piccolissima punta di invidia.

- Come bene che le ho proposto questa scuola! - pensò

Goda continuava con la scuola di arte ma frequentava ora Abra Kadabra per teatro e fotografia.

- Siamo una famiglia di artiste - disse a se stessa

Per tutta la sera lavorò con il cuore leggero. Rebeka ballava e ballava meravigliosamente, Goda aveva talento a dipingere e fare foto, Lei, Ruta, studiava con successo fotografia con Inga.

- Ho un nuovo studente di fotografia - le aveva detto Inga - Ha materiale ultratecnologico, che tu mai hai avuto. Ma la soddisfazione che ho avuto e che ho a insegnare a te con lui è impensabile. Tu subito capisci quello che ti dico. Da sola riesci a fare cose che io ho impiegato due anni. Lui non capisce niente di quello che gli spiego. Con te c'è un'intesa perfetta. Ci capiamo subito.
Quelle parole le fecero bene. Le infondevano fiducia. Si rese conto che era cambiata. Non era più la donna sfiduciata di quando viveva con Marijonas. Era un'altra. Una che sapeva ora cambiare le lampade nel soffitto alto della cucina. Sapeva fare piccoli interventi di riparazione alla lavatrice.
Aveva imparato a investire nel futuro. A pianificare il successo.
Aveva finalmente comprato la macchina fotografica con l'aiuto del figlio di Inga. Aveva comprato un computer professionale, pagandolo a rate. Inga le aveva promesso di aiutarla a costruire una pagina web per vendere le foto.

- Hai investito tanto. Ora devi cominciare a guadagnare. Ti aiuterò

Sembrava tutto bene.
Laimute, un'amica dai tempi del Ministero, la chiamò verso le 18.

- Ho i biglietti per il Nacionalinis Teatras danno il Sevilijos Kirpejas (3) vuoi venire?
- Non so...ho le bambine. Sono sole
- Non finirà tardi. Comincia alle diciannove alle venti e trenta sarà finito credo

Quando tutto fu finito ritornò a casa in taxi.
Le figlie, aveva ricevuto un messaggio, erano state con il padre. Entrò in casa e tutto era silenzio.
Dormivano. Tutto sembrava perfetto. Un giorno perfetto anche se la lirica non era la cosa che più amava, e durante lo spettacolo gli occhi si chiudevano e aveva combattuto il sonno.
Il suono di un sms la strappò dalla sua isola. Era Marijonas.
"Ma come pensi di vivere? Hai responsabilità verso le figlie. La sera ritorni sempre tardi, il sabato e la domenica le lasci spesso sole. Vuoi la vita libera. Hai voluto le figlie e ora vuoi la vita libera. Ti porterò via le figlie"

No, lui non era felice. Non amava la donna con cui viveva ora. Ne era certa. Uno che ha addosso un livore simile non ama la donna con cui vive. Se la amasse dimenticherebbe tutto l'astio.
Eik nachui (2) - gli ripose


(1) Studentessa molto dotata! Può lasciarmi presto senza lavoro(2) La mia bambina conl'aiuto della sua eccezionale insegnante Inga Macernyte‎ crea arte! Abra kadabra(3) Il barbiere di Siviglia
(4) Vaffanculo


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Published on October 23, 2017 07:52

Panoramitalia one of the most important online Italo-Canadian magazine reviewed "Rugìle" by Fabrizio Ulivieri, l'erudita editore, Roma, 2017!


Panoramitalia one of the most important online Italo-Canadian magazine reviewed "Rugìle" by Fabrizio Ulivieri, l'erudita editore, Roma, 2017!

An aging intellectual, still struggling with the aftermath of a mysterious and debilitating illness, seeks solace in a series of sexual encounters with much younger women. Simply put, this is not a new theme for a novel, but author Fabrizio Ulivieri manages to deconstruct the conventional notion of love and sexuality and to add layers of psychological and emotional depth to his tormented main character and his lovers. Although the descriptions of explicit, often extreme sex are attracting a lot of attention to Rugíle, Ulivieri’s latest novel, much darker, primeval fears powerfully emerge as the focus of this narrative. - See more: https://www.panoramitalia.com/en/arts-culture/history/fabrizio-ulivieri-s-rugile/4762/#sthash.PMwqXZ3v.dpuf



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Published on October 23, 2017 03:16

October 19, 2017

Isole di felicità (Laimes salos) - trentesima parte


Foto Živile Abrutytė
Una delle cose più belle che le stavano per accadere era il concerto di mercoledì 18. Rebeka avrebbe debuttato nel corpo di ballo e avrebbe danzato sul palcoscenico del Lietuvos Vaikų ir Jaunimo Centras.
La missione del centro, come loro dichiaravano nel sito era "Sviluppare il successo delle persone, che siano poi in grado di migliorarsi, crescere e essere cittadini attivi nella società", e quello che riscontrò in Rebeka fu effettivamente un miglioramento dell'umore e la voglia di partecipare che prima Rebeka non aveva. In poche lezioni fu in grado di poter essere nel corpo di ballo.

Fin lí tutto bene. Il dramma fu l'organizzazione di come portare alle prove Rebeka.
Il padre come sempre non voleva partecipare. Non voleva accompagnarla alle prove. Non voleva andare il 18 al concerto.
Goda manifestò una certa delusione:

- Mamyte dovremo cercare di fare tutto da sole
E anche se non amava portare Rebeka in filobus al Lietuvos Vaikų ir Jaunimo Centras disse che lo avrebbe fatto.
Ruta organizzò un piano cercando il sostegno di alcune conoscenze che avrebbero potuto portare Rebeka alle prove nei giorni che Goda non poteva e nelle ore che Ruta doveva lavorare.
Rebeka invece spiazzò tutti telefonando in lacrime al padre:

- Tetukas (1) perché non vuoi venire al mio concerto?

Ruta osservava quelle lacrime e tutta l'arte drammatica del repertorio di Rebeka al telefono.
Il padre infine aprì il cuore e accettò di essere al concerto. Di passare a prenderla da scuola e accompagnarla al Lietuvos Vaikų ir Jaunimo Centras e rimanere per tutto lo spettacolo.
Il lunedì Goda accompagnò Rebeka.
Sandra, figlia di Inga, la portò da scuola al Centras il martedì.
Infine Marijonas il mercoledì.

Quando il mercoledì Ruta la vide ballare sul palcoscenico al ritmo della musica in quello sfavillio di luci e colori ebbe un nodo in gola e subito avvertì le lacrime agli occhi. Una gioia immensa dentro di lei a vedere la sua piccolina ballare con gli altri le salì dal basso ventre calda, vellutata e avvolgente come un vino invecchiato anni in barrique che si scioglie nel corpo intirizzito dal gelo, lo scalda e lo rassicura.

Sbirciò Marijonas che era seduto qualche poltrona più lontana. Anche lui era commosso. E vide nell'espressione del suo volto l'orgoglio di essere suo padre. Cercava di nascondere l'emozione ma lo conosceva bene. Quella smorfia sul volto di Marijonas lei la conosceva a memoria.
Marijonas poteva ingannare tutti ma non lei. Troppe volte l'aveva ingannata. E Ruta aveva imparato a leggere i segni delle sue bugie.

Prima dello spettacolo quando era arrivata al Centras aveva trovato Marijonas intento ad aiutare Rebeka, Le stava cucendo (ago e filo!) una parte della gonna che in vita si era un poco strappata.
Quasi era scoppiata a ridere a vedere quella scena. Marijonas siuveja (2)!

Era stato un giorno felice. Un giorno speciale, per il quale aveva sofferto e lavorato tanto perché accadesse.
Spense la luce soddisfatta di se stessa e si addormento con il sorriso sulle labbra.Le mancava una sola cosa: un uomo che la abbracciasse e la tirasse a sé, forte e con prepotenza.
(1) Babbino(2) Sarta
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Published on October 19, 2017 09:18

October 18, 2017

da "Rugìle" - Puttana




-      Stanotte voglio fare la puttana – mi disse non appena fummo rientrati in casa. Fu così che cominciò quella serata dettata da un impulso il cui fondamento ho cercato di spiegare sopra.

Quella frase suonava per me irresistibile perché aveva la forza dell’entanglement, una forza connettiva che agisce da profonda distanza. Io avrei voluto dolcezza quella sera ma quando diveniva così provocativa tutto in me si metteva in moto. Il sangue ribolliva, la pelle traspirava meglio, i muscoli entravano in tensione, le ossa si facevano pesanti, il pene aveva un’erezione come pietra.
Non riuscivo più a dirle di no.

Era troppo forte quella forza.
E quella era la mia ultima notte a Vilnius. L’indomani sarei ripartito.
Rugíle voleva collassare a modo suo. Voleva farmi sentire quella forza che in lei era incontenibile. Voleva trasmettermela.

- Stanotte farò la puttana. Sarò la tua puttana. Succhierò cazzi per baciarti, per farti sentire il sapore della mia bocca porca
- Come farai?
- Manderò un’email a tutti i cazzi che mi hanno scritto sugli indirizzi gmail e yahoo
Galime šią naktį. Tu su automobiliu?
Mano numeris 8677*** Gali paskambinti po 23 val.[1]

Quella fu l’email che inviò.

Andammo a letto e cominciammo a scopare. Di lì a poco il telefono cominciò a suonare. Lei rispose in lituano mentre io continuavo a scoparla. Aveva difficoltà a parlare era troppo eccitata. Parlava in lituano e riuscivo a comprendere solo alcune parole.

- Gerai…iki[2] - furono le ultime parole – il cazzo vuole un pompino – disse con uno sguardo pieno di piacere
- Ora?
- Ora
- Vai?
- Vado a succhiare amore – e mi baciò con trasporto e passione
- Ma piove
- Non importa. Ho voglia di succhiare, leccare le palle, la cappella…e sentire lo sperma caldo arrivare in bocca
- Porca
- Sì, tua puttana. Sono puttana ma solo tua
L’amour est profondément animal: c’est sa beauté

Mi aveva detto prima di uscire. Non so da dove avesse preso quella frase, ma era efficace per la situazione. Poi era uscita dopo essersi truccata con labbra rosse fuoco

- Fuoco come la mia fica – mi aveva detto mentre si truccava

Aveva indossato un paio di mutande bianche e un vestito cortissimo nero che appena le copriva le natiche.

- Per eccitare il cazzo – aveva detto – quando lo succhierò vedrà le mie gambe e la forma della fica sotto le mutande bianche e implorerà di farlo scopare…ma gli chiederò una cifra pazzesca e non potrà pagare. Soffrirà…mi piace far soffrire i cazzi. Diventano più duri
- Anche far soffrire me ti piace?
- No, tu no amore. Tu no. Mai vorrei farti soffrire. Sei la mia luce, la mia vita…senza te non posso vivere…nebegalime vienas be kitos[3]
- Tikrai – le risposi – myliu tave beprotiškai[4]

Poi aveva indossato un paio di scarpe con tacco vertiginoso ed era uscita come una vera puttana.

- Mi piace fare la puttana amore - ed era uscita.

[1] Stanotte posso. Hai l’automobile.
Il mio numero è 8677*** Puoi chiamare dopo le 23
[2] Bene…a dopo
[3] Non possiamo vivere l’uno senza l’altro
[4] Veramente ti amo in modo pazzesco

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Published on October 18, 2017 01:17

October 17, 2017

La realtà "trans-umana" in "Rugìle" - romanzo di Fabrizio Ulivieri



Foto Živile Abrutytė

Nel panorama anodino e di pensiero debole rappresentato dalla letteratura contemporanea che gode dei favori delle case editrici che approvano e pubblicano questa linea editoriale sono stato più volte chiesto, durante le presentazioni del mio ultimo Romanzo - "Rugìle" (l'erudita, Roma, 2017), perché avessi alla fine di ogni capitolo di "Rugìle" messo dei sunti per spiegare in termini di fisica quantistica ciò che si vedeva accadere in ciascun capitolo.

Questa è stata una delle parti più controverse del mio romanzo.
Ma controversa da parte di chi? Non certo da parte dei liceali, parrucchieri, carpentieri, insegnanti, adolescenti, portieri di condomini, millennials, infermieri...gente semplice...che mai hanno questionato sulla fisica quantistica contenuta nei sunti ma hanno letto il romanzo godendo della continuità del ritmo del libro.

Controversa invece per chi aderiva e aderisce a quella visione anodina e di pensiero debole di cui parlavo sopra. Per questi si è avuto da obbiettare sulla non proprietà di tali sunti inseriti alla fine del capitolo.

A me, sostenitore di un pensiero forte che deve indagare e questionare la realtà - sociale e politica - quei sunti invece servivano per illuminare la dimensione trans-umana della realtà visibile newtoniana.
Nel caso specifico di "Rugìle" per spiegare l'istinto sessuale.
L'istinto (sessuale) è illogico, semplice e non ulteriore scomponibile. Non è analizzabile. E' solo applicabile. Infatti l'istinto ti colloca sopra o sotto, etero o gay (o entrambi), maiale o troia, pedofilo o zoofilo...
L'istinto non mente a se stessi. Si può ingannare gli altri ma non se stessi.
La menzogna in effetti non fa parte della realtà trans-umana. La menzogna copre la realtà trans-umana non la svela.

Alla fisica quantistica pertiene invece la realtà trans-umana.
L'istinto è bit(s). E' informazione che fa parte del programma (universale) del nostro universo, del computer (universale) che si autoprogramma all'interno del nostro universo a cui apparteniamo e dal quale siamo a nostra volta (auto-)programmati.
Avere un istinto è come seguire un entanglement fra il programma universale e il nostro programma personale a cui si riallaccia.
E' come passare da un istinto all'altro, è come di volta in volta sintonizzarsi su un programma diverso fra i tanti programmi presenti all'interno del computer. In altre parole come passare da "un universo" a "un altro universo".
La realtà trans-umana a cui accennavo sopra è un ulteriore modo di spiegare la teoria dei multiversi.
Certi fisici quantistici ci dicono che quando noi diciamo "No" le nostre particelle (bits) non hanno la stessa conglomerazione di quando diciamo "Sì". Passare da un "Sì" a un "No" significa passare da un universo all'altro.
Nel romanzo ci sono due personaggi, Ipazia e Rugìle, che si eccitano all'idea di essere violentate. Si rendono conto che questo è un pensiero assurdo (questo era il punto a cui riducevano la realtà gli esistenzialisti senza riuscire ad andare oltre: l'assurdo), sbagliato, ma non possono farci nulla, è qualcosa che va al di là del loro lato umano (trans-umano).
"Mi masturbo tutte le notti pensando a essere violentata", dice Ipazia.
"Una volta ho letto di una donna che era stata violentata da cinque uomini. Mi sono eccitata e masturbata. Molte volte dopo quel giorno mi sono masturbata pensando a questo. Ogni volta mi chiedevo se fossi normale. “Sarò normale?” mi chiedevo. Non mi sembrava normale eccitarmi per una cosa simile. Mi sembrava assurdo. Eppure mi eccitavo e mi masturbavo", dice Rugìle.
Gli universi della violenza sessuale di Rugìle e Ipazia sono due universi che corrono paralleli ai molti universi che costituiscono la nostra realtà quotidiana (classicality newtoniana), due universi trans-umani, che solo all'interno di una riflessione quantistica trovano spiegazione.

"Rugìle" affonda in una visione trans-umana, che ovviamente sfugge al piattume della linea editoriale anodina italiana.

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Published on October 17, 2017 07:12

October 16, 2017

Isole di felicità (Laimes salos) - ventinovesima parte

Foto Živile Abrutytė

Il fatto che a Goda fosse piaciuta la scuola per bambini aperta da Inga le fece venire un' idea. Insegnare italiano ai bambini.
L'idea le piaceva. Pensò che iniziare un corso simile avrebbe divertito lei e i bambini che vi avrebbero preso parte.
Avrebbe potuto portare con sé Rebeka come elemento aggiuntivo che le avrebbe facilitato l'insegnamento all'inizio. In fondo i bambini che frequentavano la scuola avevano più o meno l'eta di Rebeka, a cui aveva insegnato alcune parole di italiano, come "buongiorno", "buonanotte", "ciao", "come stai", "ti voglio bene", "bello"...

- Mamma che significa "aspetta un po'"?
- Palauk truputį
- Che strana parola mamma
Rūta cominciò a ridere. In verità le pareva ben più strana l'espressione lituana che quella italiana.L'idea le era venuta vedendo come Rebeka prendeva in modo giocoso questo apprendimento dell'italiano. Era stato divertente insegnarle un "italiano per gioco".
Con le ragazze che frequentavano l'Istituto Culturale Italiano di Vilnius avevano costituito un gruppo whatsapp e spesso chattavano o parlavano in italiano e Rebeka con quella sua aria assente e sempre indaffarata in un gioco assieme a Goda in realtà registrava ogni parola e la immagazzinava.
Dopo il corso di Roma Ruta aveva raggiunto un buon livello di italiano, ora infatti frequentava il livello C1 all' IIC di Vilnius e cercava in ogni modo di intensificare le opportunità di contatto con l'italiano e l'Italia.
Inga si dimostrò interessata.
- Mi sembra un'ottima idea, Rūta. Potresti iniziare con i bambini che già frequentano il corso di fotografia. Potrei lasciarti la parte finale della lezione, gli ultimi trenta minuti. Incominciamo così ed sperimentiamo come funziona questa nuova idea.
L'idea era semplice, come semplice era l'italiano che avrebbe insegnato.
Entrò in classe, guardò i bambini che guardavano lei e disse "Buonasera!", Rebeka che era seduta fra i bambini rispose "Buonasera!" e rise. Anche gli altri bambini risero imitando Rebeka e in coro risposero "Buonasera!"
Quello fu il primo giorno. Era un venerdì, penktadienis. Fu un buon giorno per iniziare.


Era un periodo che Rūta si sentiva in pace con se stessa. Aveva allontanato da se stessa ogni persona negativa e stava in contatto solo con quelle che erano positive.
Era una maniera per alzarsi la mattina e non sentirsi arrabbiata con il mondo. Era stanca di quella sensazione di rabbia sorda che l'aveva accompagnata durante gli ultimi anni.


- Con la persona con cui si vuole rompere la connessione, devi immaginare di essere connessa da un cordone ombelicale. Devi immaginare di prenderlo con mano destra e di tagliarlo con la mano sinistra. Poi con il pugno destro sollevato in alto auguri le cose migliori per quella persona per tre giorni: mattina e sera.

Aveva seguito il consiglio di Irena e molte delle persone che la facevano soffrire si erano allontanate in cerca di nuove opportunità. Quasi che la decisione fosse interamente opera loro.

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Published on October 16, 2017 05:18

October 14, 2017

Isole di felicità (Laimes salos) - ventottesima parte


Foto Elinga ŠakalytėFinalmente Goda accettò di andare alla scuola di Inga.
Fu il pomeriggio quando ritornò dalla gita con la scuola da Druskininkai, una città termale nel sud della Lituania, vicina al confine con la Bielorussia e la Polonia.
Alle terme di Druskininkai ci sono grandi quantità di sale. Goda con quel sale aveva modellato delle facce spiritose, come emoji.
Druskininkai ha la stessa radice di druska "sale", perché in effetti le acque termali sono piene di sali minerali. Gli stessi sali con cui Goda modellò le faccine.
Si era divertita. Era tornata dalla gita felice e rilassata. Con il sorriso sulla faccia.
Rūta andò a prenderla alla stazione degli autobus dove il bus della scuola fece sosta.

- Guarda mamyte - le corse incontro - guarda che ho fatto a Druskininkai! - e le mostrò una faccia di sale, come cotta in forno.
- Brava! Ma dove l'hai fatto?
- A Druskininkai
- Sì ho capito...ma dove?
- Non me lo ricordo

Rūta guardò Goda. Come era possibile non si ricordasse mai quello che faceva?
Il sole tuttavia brillava alto in cielo sopra le loro teste. Era una bella giornata di sole per essere febbraio. Un fatto sorprendente. Un clima che pareva primaverile.
La mattina però era stato freddo. Meno due. Aveva indossato il cappotto e un kepure ma ora le faceva caldo e un po' malediva quell'indumento ora divenuto fastidioso.
Anche Goda aveva caldo evidentemente perché si era tolta il piuminho pesante. Era un poco sudata. Da vicino Rūta sentiva l'odore del suo corpo. Capí che Goda era ormai una ragazza e non piú la bambina di qualche anno passato. La fine prossima dell'inverno annunciava una nuova stagione per lei e Goda.

- Fermiamoci un attimo Goda
- Dove?
- Qui - e le indicò una panchina
- Perché?
- Mi sento stanca, improvvisamente
- Stai male mamyte?
- Mi gira la testa

Goda assunse un'aria preoccupata.

- Stai tranquilla amore. Non è niente. Solo un affanno. Sediamoci qui al sole...solo per un po'. Mi rinfrancherà.

Goda obbedí docile.

Quando dopo un paio di ore andò a riprendere Goda alla scuola di Inga le trovò entrambe in giardino al sole che ridevano.
Fu sorpresa di vederle cosí intime.

- Goda è davvero divertente. Parla tantissimo. Mi ha raccontato tutto
- Tutto? - Rūta non capiva
- Sí, quello che fate a casa. Di Marijonas, di tua madre a Utena, della gita a Druskininkai, di dove a fatto le facce di sale...

Rūta abbozzò un sorriso ma in realtà si risentí.
Ma come? Con me non parla mai e a Inga racconta tutto?
Allora il problema sono io?
Forse sí. Io parlo poco. Sono chiusa per carattere. Goda è più come suo padre
- Guarda le mie foto mamma
- Oh Dieve! Ma sono bellissime!
- Sì, Rūta, davvero Goda ha talento come la mamma - e Inga si illuminò di soddisfazione

In effetti Goda aveva fatto un paio di foto, ritoccate con fotoshop ma bellissime

- Mamma mi sono divertita con Inga. Mi piace qui. Ci voglio ritornare. Posso?
- Certo meilė (1). Quando vuoi
- La prossima settimana?
- Va bene
- Sono felice, veramente felice - aggiunse Inga
(1) amore

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Published on October 14, 2017 07:53

October 12, 2017

Isole di felicità (Laimes salos) - ventisettesima parte



Foto Antanas Sutkus via Pinterest

La vita aveva riacquistato tuttavia il suo ritmo di sempre a cui, anche se avesse voluto, non avrebbe potuto sottrarsi.
Lavoro, casa, riprendere Rebeka da danza e ora Goda frequentava di nuovo i corsi di nuoto.
Marijonas era ritornato l'assente di sempre e aveva cominciato a pagare gli assegni familiari in ritardo.
Ormai su di lui in nessun modo poteva piú contare.
Anche Rebeka e Goda le pareva cominciassero a perdere fiducia nel padre.

- Forse mamyte dovresti risposarti. Sei sola e non puoi fare tutto tu. E se a te succedesse qualcosa che fine faremmo noi? - le disse Goda con sorprendente lucidità e un poco ingenuamente


Risposarsi? Ma con chi? Uomini nella sua vita non ne vedeva. Non che fosse brutta. Anzi. Tanti uomini per strada la guardavano. Qualcuno le aveva anche detto "Graži (1)!"
Si rendeva conto di attrarre gli uomini ma era come se una barriera si fosse interposta fra lei e il loro mondo. Avrebbe voluto un uomo ma non lituano. Trovava i lituani troppo bugiardi. Avrebbe voluto uno straniero. Forse un italiano. Un uomo come quello della scuola di Roma, a cui spesso aveva pensato.
Avrebbe anche vissuto bene cosí, con questi pensieri di distacco dall'universo maschile, se non fosse stato per il desiderio sessuale che non le dava pace.
La tormentava a tal punto che in certi momenti il bisogno di sesso era così forte che doveva masturbarsi dovunque si trovava. Non voleva finire come quella sera al Brodvėjus, di cui aveva amaramente pagato il prezzo, per questo si masturbava, per liberarsi del demone.
Per lo piú si masturbava in bagni di ristoranti, bar, stazioni del treno o dell'autobus...o a casa ma solo quando era sola.
Masturbarsi era solo un surrogato. Aveva bisogno del pene duro di un uomo nella vagina, nell'ano, in bocca, in mano anche. Sentirlo duro contro di lei, che la scopava forte fino a farle perdere
conoscenza.

Il tormento era forte, fortissimo. Il corpo e il cervello in particolar modo si irrigidivano, si bloccavano. Non capiva piú nulla. Non poteva lavorare, non poteva pensare. Quasi neanche respirare. Un fuoco dal sesso le risaliva fino in gola e le toglieva il respiro.
Doveva allora masturbarsi, liberarsi da quell'ossessione per ritrovare la pace, il controllo di sé e del proprio pensiero.
Poi per qualche ora sarebbe stata bene. Avrebbe ripreso a respirare, a sentire il cuore battere regolare e il sangue rifluire al cervello.

(1) "Bella!"

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Published on October 12, 2017 03:11

October 11, 2017

Isole di felicità (Laimes salos) - ventiseiesima parte


Foto Živile Abrutytė


Dalla Finlandia era ritornata stanca. La testa le girava ogni giorno. Forse la sua pressione era al minimo na non l'avrebbe mai saputo dal momento che ignorava di misurarla.
Non era che non volesse andare in una farmacia. Era che quando vi passava davanti nemmeno se ne ricordava. Se ne ricordava di solito la mattina presto quando alzatasi sentiva la testa girare e le gambe deboli che non la portavano da nessuna parte. Ma poi prendeva un caffè mangiava qualcosa di dolce e la vita un poco riprendeva a funzionare.
E cosí andava avanti da anni ma questa volta le sembrava tutto piú intenso. Aveva la visione di una realtà diversa. Una realtà aumentata.
Il viaggio in bus, in aereo, arrivare a casa a mezzanotte e la mattina dopo alzarsi presto per andare al lavoro e quel soggiorno assurdo a .... nemmeno si ricordava il nome...in mezzo alla foresta...solo quelle tre ore passate nel centro di Helsinki prima di prendere l'aereo l'avevano fatta sentire di nuovo nel mondo civile se non fosse stato che pioveva fortissimo ed era molto freddo. Comunque aveva ritrovato l'atmosfera le luci i colori e i sapori della grande città che l'avevano nonostante tutto rincuorata e quando aveva preso l'aereo era quasi felice.
 
La vita di tutti i giorni a Vilnius era ricominciata.
Svegliare e preparare Goda e Rebeka, filobus, boulangerie, ufficio e casa di nuovo.
In che era cambiata la sua vita dopo il ritorno?
Avrebbe detto in nulla se non fosse per una sottile e quasi impalpabile sensazione di novità che si portava ora dentro?
Dentro di lei era adesso presente una sensazione di migliore conoscenza dei colleghi che la faceva stare piú calma. Anche aver litigato con Tomas capiva che era stato positivo. Lui era piú rispettoso verso di lei e finalmente sembrava non disprezzarla come prima. Le mostrava una certa dolcezza nei modi.
Quel viaggio aveva cambiato il loro piccolo mondo  almeno.


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Published on October 11, 2017 02:28