Rachele Riccetto's Blog, page 7

November 20, 2024

LA SOTTILE LINEA SCURA – JOE R. LANSDALE

Voto: 7/10

Edito: Einaudi

1958, Texas, estate.
Siamo a Dewmont, Stanley ha tredici anni e lavora nel drive-in del padre.
Passeggiando nel bosco che cresce alle spalle della casa della sua famiglia, Stanley trova una scatola piena di lettere, riportando alla luce un mistero ormai quasi dimenticato.
Tanti anni prima, nella stessa notte, una ragazza è stata assassinata e un’altra è morta in un incendio che ha distrutto la sua casa.
E così Stanley, insieme alla sorella Callie e al suo amico Buster, inizia ad indagare sui segreti che gravano sulla loro città.

Quella non sarà un’estate normale per lui: fra fantasmi e confessioni, amore e odio, sesso e razzismo, Stanley perderà la sua “innocenza” e si ritroverà nel mondo amaro degli adulti.

Una storia di segreti taciuti e menzogne, di odio e repressione, e la verità che viene tenuta nascosta ma che è ancora ben visibile, per chi sa dove guardare. Ogni famiglia ha i propri segreti, alcuni sono semplicemente più grandi di altri.

Le pagine intere di fitti dialoghi riescono a rendere la lettura fluida e scorrevole, ci fanno sentire parte di un mondo ormai passato, ma mai troppo lontano dal nostro.

Il perbenismo dei personaggi, il “politicamente corretto” che li spinge a voler ribadire, ancora e ancora, il proprio disgusto per i razzisti e l’utilizzo di certi termini, da una parte è sicuramente lodevole, ma dall’altra risulta troppo ripetitivo e forzato, quasi stucchevole.

La parte migliore è sicuramente la crescita di Stanley, il quale smette di essere un ragazzino innocente e spensierato e, oltrepassando la “sottile linea scura” che lo separa dal lato più oscuro del mondo, entra in contatto diretto con la violenza, la morte, il razzismo, e tanto dolore.

Una lettura abbastanza semplice, una storia senza troppe pretese, prevedibile sin dalla prima pagina, con un colpo di coda finale che non dispiace ma non convince fino in fondo, e purtroppo non riesce a riscattare la pacatezza del resto del testo.

Un romanzo senza mordente, che fa un po’ il verso a storie e scrittori migliori.

Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:

La sottile linea scura

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Published on November 20, 2024 01:23

November 18, 2024

IL PRIMO ROMANZO DI LEONARDO DI MAURO

Salve a tutti!

Oggi ho il piacere di presentarvi il primo romanzo di Leonardo Di Mauro, che ringrazio infinitamente per la copia, pubblicato ad ottobre del 2024.

INGANNATI DALLA GIOIA. UNA FEROCE STORIA D’AMORE

Innamorarsi di una donna più di sempre, sentirsi corrisposto come mai, e infine venire abbandonato quasi sull’altare scaraventa all’inferno.
Per un anno e mezzo Donato e Beatrice sembrano aver trovato l’altra metà della mela ma, durante una sessione di massaggio Tantra, Beatrice è assalita da un’ombra potente che riaffiora dal passato, la impossessa e la sconvolge. In pochi giorni lascia Donato, scompare senza spiegazioni.

Lui cerca invano di capire, di ripercorrere le tappe dell’ascesa al paradiso e della caduta all’inferno.
Beatrice ha avuto sempre una sessualità forte e talvolta ingombrante: la famiglia, il suo ex-compagno, tutti hanno sempre considerato la sua passionalità e sfrontatezza un elemento negativo. Tanto che Donato fin dall’inizio si è sentito quasi sfidato da Beatrice: tu sarai capace di accogliermi o mi giudicherai male come hanno fatto gli altri?
Donato accetta la sfida, con tenerezza e con amore, offrendole la propria sessualità altrettanto centrale e complessa. Ma non basta.

Chi è Beatrice, quale groviglio di luci ingannevoli e di ombre paralizzanti ostacola la sua felicità e la loro relazione?

Leonardo Di Mauro pubblica per la prima volta un suo romanzo.

Se l’esordio susciterà interesse nei lettori, altri suoi romanzi già pronti seguiranno.

Non vedo l’ora di leggere questa storia e di parlarne con voi.

Presto la recensione!

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Published on November 18, 2024 01:43

November 16, 2024

UNO DI NOI – LARRY WATSON

Voto: 8/10

Edito: Mattioli 1885

Non è un viaggio lungo quello che separa Dalton, nel North Dakota, da Gladston, in Montana.
Eppure la distanza sembra insormontabile.
O almeno è così per Margaret, che un giorno decide di partire per raggiungere Lorna, la moglie del suo defunto figlio James, e il piccolo Jimmy, il suo unico nipote. Margaret è decisa a raggiungerli e a convincere la donna a lasciare che il bambino torni a Dalton, così che lei possa vivere liberamente la sua vita con il suo nuovo marito, Donnie.
Margaret è pronta a partire, e non sa se suo marito George abbia intenzione di unirsi a lei, ma questo non la fermerà.
George è un uomo di poche parole, e sarebbe pronto a seguire sua moglie fino all’altro capo del Paese. Così caricano tutti i bagagli sulla vecchia Hudson e si mettono in viaggio.
Quando raggiungono Gladston non impiegano molto tempo a trovare la casa dei Weboy, la nuova famiglia di Lorna, e anche le chiacchiere della città ci mettono poco ad informarli su tutto ciò che devono sapere sulle persone con le quali hanno a che fare.
Ma il piccolo Jimmy è tutto ciò che resta loro di James, e non hanno intenzione di andarsene senza lottare per la loro famiglia.

Questo è il secondo romanzo di Watson che ho il piacere di leggere ed è sempre esattamente questo: un vero piacere.

Watson è in grado di scrivere in quella maniera innegabilmente americana, che sembra in grado di trasportarci proprio sul precipizio dei calanchi del Dakota, farci ascoltare il soffio del vento e percepire il freddo tagliente della pioggia sulla pelle, e poi, con un due parole, ricordarci il tipo di viaggio che abbiamo deciso di intraprendere e farci precipitare di sotto.

Uno stile americano, sì, ma niente “dio-patria-famiglia”; o meglio, sono ovviamente presenti, ma non soverchianti come possono esserlo in altri autori.
Qui l’attenzione è tutta concentrata sulla famiglia, sull’amore, sulla paura per ciò che il futuro può riservare per qualcuno che amiamo con tutto il cuore, e che vorremmo proteggere ad ogni costo.
La famiglia che non ti abbandona mai, che verrà sempre a cercarti.

Watson, con il suo tono asciutto e il suo stile mai pomposo e mai scarno, ci racconta un’America del nord-ovest degli anni ’50, ancora piena di cavalli e cowboy, ma soprattutto di amore e coraggio.

C’è qualcosa di speciale nelle piccole cittadine circondate da boschi e campi sterminati, nelle strade polverose e nella nebbia che all’alba si diffonde in tutta la valle; o semplicemente c’è qualcosa di speciale nei romanzi di Watson.

Anche grazie ad una serie di personaggi secondari assolutamente fantastici (i signori Witt e la loro umanità; Alton e la sua gentilezza; i Weboy e la loro aridità), il viaggio di Margaret e George si trasforma in qualcosa di terribile ed enorme, che riesce a sorprenderci e a spezzarci il cuore.

Una lettura davvero coinvolgente e dolorosa, che dipinge un quadro vivido dei più piccoli aspetti delicati e mondani della vita, e di quelli più tremendi e inusuali.

Mescolando sapientemente azione e sentimento, ragione ed istinto, Watson racconta una storia piena di amore, di malinconia, di lutto, di resistenza, di cuore.

Un altro ottimo libro di un grande romanziere americano, che spero di rincontrare presto.

Se siete interessati, potete acquistare il libro direttamente al link qui sotto:

Uno di noi

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Published on November 16, 2024 00:52

November 12, 2024

IL TENENTE – ANDRE DUBUS

Voto: 7/10

Edito: Mattioli 1885

Daniel Tierny è il Tenente del titolo.
Ha 25 anni, si trova a bordo di una portaerei della Marina, la Vanguard, al comando di un distaccamento di Marines, durante gli anni ’60.
Guida i suoi uomini con orgoglio e disciplina, seguendo un sistema idealizzato e del quale non ha mai dubitato.
Almeno finché il giovane soldato semplice Ted Freeman non resta coinvolto in un incidente insieme ad altri tre soldati, e Dan dovrà decidere se portare alla luce la verità o proteggere la reputazione dei Marines, con un’intensa lotta interiore che cambierà per sempre le sorti di molte vite.

Opera prima di Dubus ed unico romanzo dell’autore, che si considerava scrittore di romanzi brevi.

Pubblicato nel ’67, ad appena 31 anni, questo romanzo mostra già la grandezza e la profondità dell’animo del suo autore.

Ottima è l’introspezione dei protagonisti, che ci vengono mostrati nei loro aspetti più umani, pieni di paure e dubbi e sogni (anche se i “cattivi” sono le tipiche macchiette senza troppo spessore).
In particolar modo il tenente Tierny, che dovrebbe spiccare fra gli altri per la propria maturità emotiva e la sensibilità che mostra nei confronti dei problemi del giovane Freeman.

È un’opera che non è riuscita a convincermi del tutto, però, nonostante contenga già molti dei tratti distintivi di una penna superba: nessuno è in grado di mostrare l’universo che si nasconde nell’animo di un uomo come Dubus, su questo non ci sono dubbi.

Ma in questo romanzo l’autore si dilunga troppo con paragrafi sulla Marina e i Marines e la guerra e le portaerei e la carriera militare, e tante piccole cose sicuramente accattivanti per chi è interessato a quel mondo, ma chiaramente non per me.
Il suo stile non è chiaro e diretto come nelle opere successive, ma visibilmente più tentennante, acerbo, non ancora all’altezza del suo nome.

Questo tende a creare anche un ritmo altalenante, un moto ondulatorio che mi ha fatto quasi venire il mal di mare, e ha rallentato di molto la lettura.

Ma il problema maggiore sta tutto nella storia: sì certo, erano gli anni ’60, e si parla dei Marines, e possiamo trovare tutte le scusanti che vogliamo, ma non ne posso più di libri che innalzano l’uomo etero dal cuore buono che vuole tornare a casa dalla sua ragazza ma ci sono quei maledetti fr*ci che gli mettono i bastoni fra le ruote.

Onestamente, mi aspettavo di meglio da Dubus, data la sua innegabile sensibilità, ma per tutto il romanzo le cose si muovono in un’unica direzione, in un unico modo, senza possibilità di riscatto alcuno, ed è una cosa che non giustifico.

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Il tenente

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Published on November 12, 2024 01:51

November 11, 2024

NUOVO TITOLO PER DOMINIONI EDITORE

Salve a tutti!

Oggi ho il piacere di presentarvi un nuovo titolo edito Dominioni, ancora per il loro nuovo marchio Docu per i romanzi-inchiesta, che mi è stato inviato dall’editore, che ringrazio enormemente.

PRIMORDIALE BELLEZZA – LUCIA VALCEPINA

1934. In riva al Lario, una giovane pittrice di nome Carla Badiali pensa al momento in cui, dodici anni prima, ha fatto ritorno a Como con la sua famiglia dopo aver trascorso un’infanzia felice in Francia. Da allora gli eventi sono precipitati: la città, come il resto d’Italia, si è tinta di nero, e ora, nel periodo di piena affermazione del regime fascista, Carla ha scelto di dedicarsi all’astrattismo pur sapendo che l’innovazione, e prima ancora l’idea di consacrarsi all’arte, sono per una donna un salto nel vuoto.

In un clima politico sempre più teso, tra gli assalti dei gruppi armati e l’emanazione delle leggi razziali, Carla traccia il proprio percorso, in bilico tra il bisogno di definirsi come artista e l’impossibilità di esprimersi al di fuori dei confini ideologici e culturali imposti dal fascismo.

Ma l’inizio della Seconda guerra mondiale e il matrimonio con un uomo di origine ebrea la porteranno a compiere delle scelte decisive e a diventare “uno di quegli individui nemici della patria, della virtù e del bene comune” destinati a scrivere il futuro del Paese.

Dalle serate in compagnia di astrattisti e razionalisti, in una Como fucina d’arte e modernità, alla lacerante esperienza di Mauthausen che sconvolse la sua famiglia, in mezzo ai grandi cambiamenti e alle fratture che hanno segnato il Novecento fino all’ardua fase della Ricostruzione, l’esistenza di Carla Badiali è una costante ricerca della bellezza aurorale, primigenia, persino dove l’orrore prende il sopravvento.

BIO: Autrice e performer, Lucia Valcepina scrive sugli inserti culturali del giornale “La Provincia” di Como, Lecco e Sondrio.

Ha pubblicato saggi di Drammaturgia per la rivista “Comunicazioni Sociali” (Vita e Pensiero), reportage sul mondo dell’arte contemporanea, il racconto sonoro Alfred e Jack per Fabbrica dei Segni (con Lux Bradanini), e curato alcuni volumi, tra cui i racconti della russista Milli Martinelli Ancora e sempre aprile per La Biblioteca dei Libri Perduti e il romanzo collettivo del gruppo Schiribìz, per la Biblioteca di Bormio, con il relativo laboratorio di scrittura.

Ha ideato e portato in scena monologhi e spettacoli teatrali sui temi della postmodernità e sulle voci letterarie del Novecento collaborando con numerosi artisti e gruppi. Con Dominioni Editore ha pubblicato il suo primo romanzo, Il paradosso dell’ossigeno, nel 2022.

Non vedo l’ora di leggerlo e parlarne con voi.

Presto la recensione.

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Published on November 11, 2024 00:19

November 9, 2024

IN BUONE MANI – MICHELE GRECO

Edito: Scalpendi

Un enorme ringraziamento a Michele per la copia!

Matteo è nato da pochi giorni quando viene improvvisamente colpito da un’emorragia cerebrale.
Michele e Francesca si ritroveranno così catapultati in un mondo di paura e speranza, tra camere d’ospedale e sale operatorie.
La vita, per alcuni mesi, diventa particolarmente tesa: c’è Giovanni a cui pensare, il primogenito; c’è il padre di Michele, così lontano e anche lui malato; la sorella di Michele, Rossana, e l’incombenza delle sue cure; ci sono parenti e amici in cerca di notizie.
E c’è Matteo, che ha tanta voglia di vivere e di lottare, aggrappato agli abbracci dei genitori e alle mani esperte dei chirurghi del Bambino Gesù.

Greco ha scritto un testo molto toccante, breve ma intenso, che lega indissolubilmente chi legge e chi racconta.

Il piccolo Matteo ha appena venti giorni di vita quando viene riportato di corsa in ospedale, e ci sembra di sentire sulla nostra pelle quel brivido di incertezza e terrore.

Con delicatezza e mano ferma, Greco ci racconta di quei terribili giorni, dei piccoli momenti di gioia nascosti in uno sguardo o una parola gentile, dell’impotenza e la paura del futuro.

Nello stesso momento, gli ultimi giorni della vita del padre di Michele passavano un po’ “in sordina”, quasi messi da parte da un dolore più grande, ma ovviamente mai dimenticati.
Con l’immagine di una fiamma che si spegne ed una che lotta per restare accesa, Greco ci mostra la fragilità di ogni attimo, la dualità che si nasconde in ogni cosa.

Riflettendo invece sulla vita di sua sorella Rossana, Greco immagina tutti i futuri possibili per il piccolo Matteo, sperando soltanto di avere l’opportunità di incontrarli.

Un libro molto toccante e riflessivo, “aiutato” dalla storia vera che contiene ma anche (e soprattutto) dalla penna di Greco, ben articolata e ricercata, carica di immagini che aiutano a creare la giusta dolcezza là dove la sterilità di una stanza d’ospedale sembra occupare tutto lo spazio.
Con uno stile particolarmente morbido, che punta a smussare le asperità di una situazione tanto tesa e dolorosa, Greco si siede al nostro fianco, e al fianco del piccolo Matteo, e racconta una storia con un filo di voce, un soffio appena, e riusciamo a percepire tutto l’amore che straripa dal suo cuore, tutta la paura che cerca di tenere a bada, tutte le incertezze che non riescono ad abbatterlo.

Presentato al Premio Strega del 2023, è un libro di speranza e di vita, ma anche di perdita e di morte, proprio come la vita stessa.

Che sia di buon auspicio per il piccolo Matteo, che sia un punto di partenza per qualcosa di grande.

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In buone mani

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Published on November 09, 2024 01:12

November 5, 2024

THE MIST – STEPHEN KING

Voto: 7/10

Edito: Sperling & Kupfer / The Viking Press

Bridgton, Maine.
In una giornata qualunque, una mattinata tranquilla dopo un brutto temporale che ha abbattuto alberi e pali della corrente, David e suo figlio Billy decidono di fare un salto al supermercato, mentre Stephanie resta a casa, ad occuparsi del giardino.
Una strana nebbia, densa e dai bordi misteriosamente regolari, avanza lentamente sulla superficie del lago, inghiottendo tutto ciò che incontra.
David e Billy raggiungono il negozio e sono impegnati a completare i loro acquisti quando la nebbia si diffonde anche su quella zona della città, e le cose iniziano ad andare per il verso sbagliato.

Qualcosa di sinistro e mostruoso si muove in quella bianca coltre impenetrabile, e le grida di terrore e di dolore delle persone che vi si avventurano si diffondono nell’aria.

Un romanzo breve perfetto come ultima lettura di ottobre.

Voglio molto bene a Stefano, e mi fa sempre piacere ritornare fra le sue pagine.

In questo caso, il libro inizia in maniera perfetta: una strana nebbia, un luogo chiuso ed apparentemente sicuro che si trasforma in una claustrofobica trappola, la nascita (rapidissima) di una setta pronta al sacrificio umano per la salvezza del mondo, strane e terribili presenze che si aggirano avvolte dalla foschia.

L’atmosfera è quella giusta per tenerci con il fiato sospeso, per farci dubitare di ogni scelta effettuata dai personaggi, per spingerci a domandarci ancora e ancora cosa diamine si nasconda nella nebbia.

Almeno finché non incontriamo alcune delle creature mostruose in agguato che, sì, non sono certamente carine, ma almeno per me rovinano quella sensazione di “la-morte-arriva-da-qualcosa-di-ignoto-e-inquietante” che funzionava tanto bene all’inizio del romanzo.

Anche il finale non è riuscito a convincermi del tutto, soprattutto perché non conosco abbastanza le opere di King per sapere se la “parola segreta” sia un richiamo ad un’altra opera, ma comunque non è riuscito a coinvolgermi abbastanza.

La parte migliore della novella (oltre all’atmosfera iniziale) è la capacità di King di descrivere così tanti tipi diversi di persone in così poco spazio, riuscendo a riunire quasi tutta l’umanità: c’è chi viene sconvolto dalla paura e chi decide di lottare; chi pensa solo alla propria sopravvivenza e chi cerca di aiutare tutte le persone che ha intorno; chi si abbandona ad un potere più alto e chi alla disperazione; chi non perde la speranza e chi si approfitta del terrore degli altri.

L’aspetto del libro con cui ho avuto più problemi, però, è lo stile di scrittura.
Ok, sono passati parecchi anni dall’ultima volta che ho letto qualcosa di King, ma ho ricordi estremamente positivi del suo stile di scrittura (per esempio in “Carrie” e “IT”), mescolati ad altri più negativi.
In questo caso ho trovato il suo stile estremamente semplice, quasi rozzo, troppo concentrato su commenti sessisti e dettagli inutili (come le descrizioni di ogni minimo movimento e dei vestiti di tutti i personaggi) che occupano lo spazio già ridotto di queste 160 pagine.

In generale è stata una lettura interessante, sicuramente migliore della serie tv che ne è stata tratta e che ho abbandonato dopo un paio di episodi appena.
Ho recuperato anche il film, che per la maggior parte segue fedelmente la storia narrata nel libro, tranne alcune minime differenza.
L’unico vero cambiamento sta tutto nel finale, e quello del film funziona decisamente meglio.

Comunque è un buon romanzo che tiene compagnia per qualche giorno, che sa creare le giuste atmosfere cariche d’ansia ed invogliare il lettore ad arrivare fino all’ultima pagina.

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The mist (eng)

The mist (ita)

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Published on November 05, 2024 01:17

November 3, 2024

NUOVO TITOLO DE IL RAMO E LA FOGLIA EDIZIONI

Salve a tutti!

Oggi ho il piacere di presentarvi un nuovo titolo edito Il Ramo e La Foglia, pubblicato ad ottobre 2024, che mi è stato gentilmente inviato dall’editore, che ringrazio calorosamente.

L’ODORE DEI CORTILI – GIULIANO BRENNA

Il Portogallo, nella sua transizione dalla dittatura alla democrazia, fa da sfondo alla vita del capitano Green e del giovane Mattia. Due personalità opposte, in qualche modo speculari; entrambi vivono una censura interna che nasce dal profondo del loro essere: per il primo si amplifica e giustifica nel clima di oppressione generale, per il più giovane si nutre di un grave lutto e dei conseguenti rimorsi e sensi di colpa. Con la liberazione del Portogallo anche i due protagonisti cominciano un cammino di redenzione, che li porta gradualmente, ma non senza fatica, a una presa di coscienza e alla giusta collocazione dei loro desideri, in un equilibrio la cui assenza ne aveva rosi gli animi.

La città di Lisbona, con i suoi vicoli e i caratteristici giardini dall’inconfondibile aroma, rappresenta lo sfondo pulsante che segna il ritmo della narrazione.

BIO: Giuliano Brenna è nato nel 1966 a Tradate, in provincia di Varese. La sua grande passione è la lettura; l’opera proustiana ha un posto speciale tra gli scaffali della sua libreria. Accanto alle lettere trova posto la passione per l’enogastronomia, alcune sue ricette sono pubblicate nel volume Alta pasticceria – golosi tutto l’anno, curato da Valeria Arnaldi (2013). È cofondatore della rivista letteraria libera LaRecherche.it di cui cura la sezione narrativa dei “Libri Liberi”; in particolare ha curato le antologie proustiane dal 2010 al 2021; sulla stessa rivista ha pubblicato numerose recensioni. Ha tradotto le poesie di Anna de Noailles, pubblicate su varie riviste e ne ha raccolto una piccola selezione in un volume dal titolo Le passioni, LaRecherche.it, (2016). Suoi racconti sono stati pubblicati su riviste on line e cartacee, tra cui “L’area di Broca”, “Quaderni proustiani”; con il racconto L’orfanatrofio ha vinto il “Premio Città di Conza” nel 2018. Ha pubblicato: per LaRecherche.it, le raccolte di racconti Ricette in brevi storie (2007) e Luoghi comuni (2010); per Virginia Edizioni, il romanzo Briscoe Hall (2020).

Non vedo l’ora di leggerlo e parlarne con voi.

Presto le recensioni!

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Published on November 03, 2024 22:17

November 2, 2024

BIG SWISS – JEN BEAGIN

Voto: 8/10

Edito: Faber&Faber

Greta ha quarantacinque anni, vive nella città di Hudson, in una vecchia casa colonica olandese proprietà della sua amica e coinquilina Sabine, e per lavoro trascrive le sedute di Om, un famoso sex coach della città.
Resta subito colpita dalla voce di una delle pazienti di Om, che lei soprannomina Big Swiss perché la ragazza è di origini svizzere e riesce ad imporre la propria aura (e la propria presenza) in qualunque stanza e nella mente di Greta.
Flavia (a.k.a. Big Swiss) ha subito un terribile trauma quasi una decina di anni prima, ma vive la sua vita cercando di evitare qualunque tipo di “vittimismo”, facendo in modo che ciò che le è successo non la definisca come persona.
Anche Greta ha subito un trauma enorme da ragazzina, e l’incontro con Flavia finirà col riportare tutto a galla, obbligandola ad affrontare tutto quello che aveva cercato di seppellire in fondo all’anima.

In questo libro ha ritrovato precisamente ciò che mi aspettavo di incontrare nei libri di Moshfegh, ma che non ho mai trovato davvero.

Non è un libro perfetto, ma è stato il libro perfetto per combattere la maledizione ottobrina.

L’aspetto principale di questo romanzo è la sua comicità: non so da quanti anni non mi ritrovavo a ridere ad alta voce durante la lettura di un libro.
Pur affrontando molti argomenti delicati e dolorosi, o proprio per questo, Beagin è riuscita a creare un’atmosfera di leggera tensione costante, di giocosità mescolata al sarcasmo, di umorismo nero, assurdità e un po’ di volgarità.

Greta è la protagonista principale del romanzo, e non è affatto una persona “piacevole”: mente e si approfitta delle sue conoscenze per conquistare Flavia, affronta tutto in maniera distaccata e sarcastica, lascia che la vita le scivoli addosso senza reagire davvero e usa la “scusa” del suo trauma per giustificare molti dei suoi comportamenti; non è sicuramente una bella persona, e non si fa mancare anche qualche commento razzista/sessista/abilista, cosa che certamente potrebbe infastidire alcune persone durante la lettura, ma che secondo me serve semplicemente per sottolineare certi aspetti del suo carattere.

Flavia, invece, è una ginecologa ventottenne che combatte per la propria vita e il proprio matrimonio, che non vuole essere “ingabbiata” nel passato e nel trauma subito, è pragmatica e diretta, seria e decisa.

La loro relazione è, onestamente, poco credibile: inizia e finisce in un lampo, e non riusciamo mai a percepire questa intensa chimica fra le due.
Anche i loro incontri risultano, ai nostri occhi, goffi e quasi impacciati, ed è difficile pensare che per questa relazione Flavia stia davvero pensando di lasciare suo marito.
Certo, si tratta di un rapporto nato non solo da una serie di bugie, cosa che altera visibilmente la percezione che Flavia ha di Greta, ma le due si sono trovate anche in un momento particolarmente delicato, legato ad eventi traumatici e dolorosi del passato, il che aiuta a creare un legame particolarmente intenso.
Ma avrebbe potuto essere sviluppato meglio, con meno sarcasmo e più cuore, per rendere la relazione più coinvolgente per il lettore.

Ecco, quindi, come dicevo, non è un libro perfetto. Ma.

Con dialoghi assurdi e divertenti, una serie di eventi più o meno realistici, una serie di personaggi secondari più o meno approfonditi e convincenti, Beagin ha creato una storia che funziona, e funziona davvero bene.

Per parlare di trauma e della necessità che avrebbe il mondo intero di andare in terapia e cercare un aiuto per affrontare la vita, di repressione e menzogne, di accettazione e superamento, di crescita, di depressione e amore, ha scritto una storia che sembra concentrarsi sul rapporto extraconiugale e abbastanza disfunzionale fra due donne che non sembrano avere nulla in comune, mentre la casa intorno a loro trema per le verità non dette o negate (o più semplicemente a causa di migliaia di api).

Ci sono molte metafore e molti simbolismi, alcuni più evidenti e quasi pesanti, ed altri giocati con maggiore perizia, che lavorano bene per trasmettere un messaggio di crescita e comprensione.

Un libro che ho trovato molto ben costruito (a parte il finale un po’ troppo affrettato), e soprattutto davvero ben scritto.

Un romanzo che, probabilmente, rileggerò tra qualche anno, perché so che riuscirà ancora a farmi ridere come la prima volta, arrivando comunque a colpire nel profondo.

Ed ora attendo con trepidazione l’adattamento televisivo con Jodie Comer.

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Big Swiss (eng)

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Published on November 02, 2024 02:06

October 29, 2024

NARCISO E BOCCADORO – HERMANN HESSE

Voto: 10/10

Edito: Mondadori

Narciso è un giovane novizio al convento di Mariabronn, taciturno e delicato, dai tratti fini e i capelli scuri come gli occhi, dedito allo studio e alla preghiera.
Boccadoro è un giovane studente alla scuola del convento, dai capelli biondi e gli occhi azzurri, bello e florido, con una grande sofferenza nel cuore.
I due si incontrano fra le mura del convento, si conoscono fra le aule delle lezioni, si avvicinano e si studiano, e tra loro sboccia una forte amicizia, un amore immenso, e resteranno legati per sempre da questo sentimento che, come un filo, si allenterà e si tenderà, riunendoli sempre.
Anche quando Boccadoro decide di lasciare il convento e vagare per il mondo, per conoscere tutto ciò che lo circonda e provare tutti i piaceri che esistono, e Narciso resta al convento, a studiare ed insegnare e pregare, i due non si separano mai.
Sono due facce della stessa medaglia, due aspetti contrapposti della vita, uno la parte più sensuale e l’altro quella spirituale, uno è il corpo e uno è la mente, uno è la primavera in fiore e l’altro il silenzioso inverno.

La storia che Hesse ci racconta segue principalmente il peregrinare di Boccadoro, i suoi mille incontri, tutte le donne che ha amato, tutte le città che ha visitato, come è sfuggito ripetutamente alla morte e come ne è stato lui stesso la causa, tutte le sue sofferenze e le sue gioie: Boccadoro lascia Mariabronn che è ancora un ragazzo, è un giovane che non conosce sé stesso né il mondo che lo circonda, e piano piano, un passo alla volta, riuscirà a trovarsi e a conoscersi attraverso i sensi e l’arte, e sarà così pronto, alla fine, per fare ritorno a casa.

Narciso resta più in sordina, prosegue la sua carriera ecclesiastica, diventa abate, e passa la sua vita completamente isolato dal mondo esterno.
Il filo che lo collega a tutto ciò che esiste fuori da quelle mura è strettamente legato al cuore di Boccadoro, e anche se lo vediamo soltanto in alcune pagine iniziali e quelle finali, riusciamo a percepire la sua presenza costante, sappiamo già che Boccadoro farà ritorno da lui.

Attraverso gli occhi dei due protagonisti, e attraverso i loro discorsi, Hesse ci trasmette tutto il suo amore per la natura e per la divinità che la permea, la sua capacità di comprendere ed accettare il prossimo, il suo amore per l’arte e per la creazione, l’importanza dello studio della filosofia e della logica, la caducità della vita corporea e la permanenza immateriale dello spirito artistico.
Centrale è questo confronto fra le due parti opposte che compongono ogni aspetto della vita, la dualità dell’uomo e di ogni cosa che lo riguarda, l’incontro e lo scontro tra vita spirituale e vita dei sensi, ragione e sentimento, e nel caso specifico dei due protagonisti anche ascesi e passione.

E di come le due parti si cerchino e si riuniscano, sempre.

Lo stile di Hesse è ricco e poetico, molto denso di immagini e riflessioni, eppure scorrevole e coinvolgente; mai eccessivo e ridondante, nasconde qualcosa di estremamente toccante e profondo in ogni sua frase.

Questo è il libro che ho letto più volte in tutta la mia vita (precisamente cinque volte), e ogni volta c’è un particolare diverso che mi colpisce, qualcosa di nuovo e magico.

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Narciso e Boccadoro

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Published on October 29, 2024 01:39