Edy Tassi's Blog, page 6
February 5, 2019
I romanzi: finzione o realtà?
“Ogni riferimento a persone o fatti realmente accaduti è puramente casuale”
Hai mai notato questa frase? È il disclaimer che si trova su molti romanzi e che funge un po’ da salvagente per gli autori e le case editrici. Una precauzione che serve per mettersi al riparo da guai (anche seri).
Ma perché un autore dovrebbe sentire il bisogno di questo salvagente?
Perché, ammettiamolo, la vita in certi casi sa essere più avvincente della finzione. Quante volte tu stessa lo hai sentito dire, o magari lo hai pensato?
Quante volte sei venuta a conoscenza di un fatto e ti sei detta, “caspita, sembra un film!”
Di sicuro, ogni volta che hai assistito a qualcosa di bellissimo o bruttissimo. Quando hai letto una notizia sul giornale o hai ascoltato il racconto di un’esperienza vissuta da un amico o da un conoscente così insolita o rocambolesca da sembrare studiata a tavolino.
Perché è così: spessissimo, la vita reale si rivela più sorprendente, commovente, drammatica, o devastante di qualsiasi parto della fantasia. A volte la vita è capace di infilare una serie meravigliosa di eventi postivi o di sfighe galattiche.
Bene.
E secondo te, un’autrice può lasciare questo ben di dio chiuso in uno sgabuzzino a prendere polvere, solo perché quella tale vicenda o quel tale evento non sono frutto della sua mente sadica?
Ma neanche per sogno.
Che sia chiaro, un’autrice prende spunto da TUTTO (se hai bisogno di qualche idea, ne trovi nel mio manuale, Scrivere Rosa, e in questo post, che parla di Natale ma sicuramente potrà ispirarti per approfittare di molti altri momenti) e quindi anche dalla realtà.
Proprio così. Nonostante i disclaimer come quello che trovi nel colophon di tanti romanzi, molte, moltissime autrici attingono a fatti reali o alla loro vita personale (dopotutto, quel disclaimer a te non sembra un modo per mettere le mani avanti? Per dire a zia Filomena, che quel personaggio un po’ acido, con la mania di cucinare cavoletti di Bruxelles, e che colleziona saponette, è solo un caso se assomiglia vagamente a lei, che di certo non brilla per amabilità, ha una passione per la verza e colleziona bagnoschiuma?).
Perché, diciamolo, attorno a noi ci sono un sacco di “personaggi” perfetti per le nostre storie. O eventi che ci ispirano.
Quello che però accade di solito, nella realtà, è che da un lato ci siano personaggi stupendi con una vita normale e a cui non succede niente di particolare, dall’altro fatti stupendi che accadono a persone banali.
Gli scrittori sono le paraninfe che possono compiere il miracolo e unire personaggi indimenticabili a storie incredibili.
Per esempio: le peripezie di un esploratore che si perde nella giungla senza bussola e con risorse limitate per sopravvivere sarebbe un ottimo documentario sulla sopravvivenza in ambienti ostili (e magari tu hai scoperto questa notizia proprio così). Ma per trasformare questo documentario in qualcosa di più, l’esploratore deve diventare un personaggio.
E forse lo diventa se una scrittrice come te decide di raccontare che questo esploratore ha scommesso qualcosa, sta cercando qualcuno, o forse ha a casa una moglie che lo aspetta ma sta perdendo la speranza che lui torni.
Questo è un modo attivo e consapevole di attingere alla realtà. E magari tu non lo fai.
Probabilmente, capita molto più spesso che tu attinga inconsapevolmente, in modo automatico, dalla realtà.
Sì, sì. Anche tu.
Quando nel tuo romanzo racconti che Anna è entrata in un McDonald’s attingi dalla realtà. Quando racconti che Roberto passeggia in corso Vittorio Emanuele a Milano, con lo sguardo rivolto verso le guglie del Duomo, attingi dalla realtà.
Citare trasmissioni televisive, riviste, negozi, strade, monumenti, prodotti è un modo blando e tutto sommato sicuro di mescolare finzione e realtà.
“Quella che chiamiamo fiction, è come una tela di ragno, attaccata forse lievissimamente, ma pur sempre attaccata alla vita per tutti i suoi quattro angoli”
Virginia Woolf Una stanza tutta per sé
Se vuoi mescolare finzione e realtà, puoi trovare tantissime fonti di ispirazione: dai fatti di cronaca di cui senti parlare, da quello che vedi con i tuoi occhi, da biografie, da documentari, da programmi televisivi (pensa a che miniera inesauribile possono essere certi programmi spazzatura!).
I tuoi personaggi possono assomigliare a qualcuno che hai notato per strada, a concorrenti di uno show, al tuo vecchio vicino di casa o al fruttivendolo del paesino dove vai tutti gli anni al mare. Puoi prendere spunto da tutto (e sottolineo “spunto”).
Soprattutto, come accennavo qualche riga più su, puoi prendere spunto da te stessa e dalla tua vita.
Vuoi sapere come? Te lo racconto la prossima settimana!
A PROPOSITO DI PERSONAGGI, HAI GIÀ DATO UN’OCCHIATA A MADREPERLA, IL PERCORSO DOVE TI INSEGNO A CREARE PERSONAGGI UNICI E PREZIOSI COME PERLE? POTREBBE ESSERE L’OCCASIONE PERFETTA PER AIUTARTI A INTEGRARE QUALCOSA DI PERSONALE NELLA STORIA CHE VUOI SCRIVERE E RACCONTARE.
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January 29, 2019
Per scrivere, prima devi conoscere la tua protagonista
La protagonista del tuo romanzo per alcuni mesi diventerà la persona più importante della tua vita. Per scrivere di lei, quindi, devi andarci d’accordo, devi conoscerla.
Nella vita reale, potresti mai parlare di qualcuno che non conosci, di cui non sai nulla? Non credo. Conoscere le persone ti aiuta a sapere se sono in sintonia con te, se possono diventare tue amiche o restare semplici conoscenti. Se non sai cos’ha vissuto una persona, prima di entrare nella tua vita, potresti fraintendere certi suoi comportamenti, giudicarla nel modo sbagliato. Non sapresti nemmeno cosa regalarle per Natale e ti accontenteresti di qualcosa di banale o stereotipato.
Per te che scrivi, sapere chi sono i tuoi personaggi è ancora più importante, perché hai la responsabilità di raccontare la loro storia. Il rischio, se non hai la più pallida idea di chi sono, è di presentarli in modo superficiale, banale, stereotipato. O che, peggio ancora, a un certo punto si ribellino alla tua penna e comincino a fare di testa loro. Si sa, ogni tanto capita che un personaggio si ribelli anche alla penna più sensibile, e di certo tu non vorrai ritrovarti a sedare addirittura una sommossa.
Quindi non ti resta che armarti di buona volontà e pazienza per imparare a conoscere il più possibile la tua protagonista. E questo è il lavoro più impegnativo, te ne rendi conto da sola.
Se quando leggi un romanzo, infatti, impari a conoscerla una pagina dopo l’altra, quando la scrittrice sei tu, e di fatto la tua protagonista non esiste, per te conoscerla equivale a “crearla”.
Solo il processo di creazione ti permette di scoprire tutto quello che c’è da sapere di importante (e meno importante) su di lei. Un compito fondamentale, da svolgere con attenzione, sensibilità e passione, perché se farai bene il tuo lavoro, le tue lettrici impareranno a conoscerla e non potranno fare a meno di amarla.
Gli elementi che definiscono un personaggio:
La tua protagonista dovrà avere ovviamente un nome. Se pensi che un nome valga l’altro, però, ti assicuro che non è così. Scegli un nome qualsiasi, e le tue lettrici se ne accorgeranno. Sceglilo con un proposito e se ne accorgeranno. Quindi ti conviene optare per la seconda eventualità, non credi? Il nome dovrebbe adattarsi alla personalità, all’età, alle origini della tua protagonista. Se io ti dico che la mia si chiama Virginia, anche senza ulteriori informazioni a te richiamerà alla mente una certa immagine, molto diversa che se ti dicessi che si chiama Assunta. Giusto?
Dovrà avere o aver avuto una famiglia. Svolgerà un mestiere o una professione. Avrà delle simpatie e delle antipatie, pregi e difetti. Magari ha un cane ed è allergica ai peli del gatto. Adora le serie tv e non legge un libro nemmeno sotto l’ombrellone (no, dico, sicura di voler scrivere di una così?!).
Questi, che sono tutti elementi importanti, però, sono dettagli rispetto a quello che conta davvero.
Quello che conta davvero:
Pensa alle protagoniste dei tuoi romanzi preferiti. Quanto ti importava, davvero, del loro nome? Della loro allergia ai peli del gatto? O a quella verso la carta stampata? Se non erano elementi fondamentali per lo sviluppo della trama, non credo ti importassero molto. Quello che ti importava di loro erano tre cose:
quello che volevano;
perché lo volevano;
perché non potevano averlo.
Questi sono i tre elementi su cui devi concentrarti di più e a cui dedicare tutte le tue energie quando stai creando la protagonista del tuo romanzo. Azzeccali, e le lettrici si innamoreranno di Virginia (o Assunta), fino a dimenticarsi di scolare la pasta o di spegnere la luce sul comodino. Proprio come hai fatto tu con i tuoi libri preferiti.
E qui arriva il bello. Perché proprio per aiutarti in questo passaggio fondamentale, ho creato un percorso fantastico durante il quale ti aiuterò a creare dei personaggi indimenticabili, a prova di sonno e di bucatini. Si chiama Madreperla e ti permetterà di creare, proprio come fa l’ostrica, le perle più preziose di tutte: i tuoi personaggi principali. Io sono entusiasta di questo progetto e non vedo l’ora di presentartelo. Intanto, se vuoi, puoi cominciare a scaricare una scheda personaggi gratuita che ti permetterà di iniziare a conoscere meglio la protagonista (o i protagonisti del tuo prossimo romanzo)!
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January 23, 2019
Cominciare in media res
Sei seduta alla scrivania, hai bene chiaro in mente chi sono i tuoi personaggi e cosa succede loro (non è così? allora iscriviti alla lista d’attesa del mio percorso “MADREPERLA”, su come costruire personaggi credibili e irrisistibili), hai anche metabolizzato alla perfezione quello che ti ho spiegato sull‘importanza della prima pagina. Ora, devi solo iniziare a scrivere. Ma… da che punto della storia?
E lì ti fermi.
A volte infatti, l’ostacolo più grande è proprio questo. Quale, tra le tante scene, tra i tanti momenti che compongono la trama del tuo romanzo, deve essere il primo, quello che conquisterà le tue lettrici?
Le alternative non sono tante. O cominci dall’inizio o cominci in media res.
Cominciare dall’inizio
Innanzitutto, qual è l’inizio di un romanzo? In teoria l’inizio della tua storia potrebbe essere un momento qualsiasi della vita dei personaggi. Dal primo vagito in poi. Ma ovviamente non avrebbe nessun senso partire da così lontano. Primo, perché le tue lettrici si annoierebbero a morte; secondo, perché il libro rischierebbe di fare concorrenza ai volumi di un’enciclopedia. Invece, di solito si identifica l’inizio di un romanzo nell’ultimo momento possibile prima dell’evento scatenante. Cosa vuol dire? Che se l’evento scatenante della tua storia è la classica sposa che scappa davanti all’altare, l’inizio del tuo romanzo sarà quella serie di scene che ti permettono di far conoscere alle lettrici la sposa, lo sposo e inquadrare la situazione in modo che quando lei scapperà, loro sapranno perché.
Un inizio classico infatti, parte di solito dalla descrizione dello status quo. Chi è chi. Cosa fa. E il trucco per non annoiare, in un inizio di questo tipo, è appunto non partire troppo presto. Se prima di arrivare al momento della fuga sull’altare cominci raccontando la storia della sposa dal suo primo fidanzatino delle medie in poi, direi che sei partita troppo presto.
Il vero inizio di una storia è quel momento in cui, fondamentalmente, non è ancora successo niente di drammatico, ma sta per succedere.
Comincia così Non c’è gusto senza te. L’evento scatenante è quello in cui Massimiliano, lo chef protagonista del romanzo, e Caterina, la blogger, vengono invitati a partecipare a un gioco culinario televisivo. Io però ho iniziato un passo prima, nel momento in cui ciascuno dei due vive ancora nel suo status quo e quasi non sono consapevoli l’uno dell’esistenza dell’altra.
Cominciare in media res
L’alternativa a un romanzo che comincia dall’inizio è un romanzo che comincia in media res, cioè nel vivo dei fatti. Riprendendo l’esempio della sposa, nel momento in cui la sposa raccoglie le gonne, si volta e scappa. Si tratta di un inizio di sicuro molto più coinvolgente di quello classico, nel quale le tue lettrici diventano quasi inconsapevolmente delle detective impegnate a scoprire tutti i tasselli che compongono il quadro completo. Ecco qualche regola per orientarsi:
Inizia dall’evento che altera lo status quo. Può essere un gesto imprevedibile, una decisione impulsiva, un problema da risolvere, una situazione di difficoltà;
scegli un evento che abbia un significato all’interno della tua trama. L’evento che altera lo status quo non deve essere un cataclisma senza nessun collegamento con quello che accadrà ai personaggi. Il crollo della borsa è sicuramente un evento catastrofico, ma che può condizionare solo marginalmente la vita dei tuoi protagonisti. Lo stesso dicasi di una tempesta, di un maremoto. In certi casi, quindi, può rivelarsi più destabilizzante una torta bruciata che un incendio;
decidi in che modo riempirai gli spazi. Se inizi il tuo romanzo nel momento in cui lei scappa dall’altare, dovrai trovare il modo di spiegare perché, di solito con dei flashback o attraverso dei dialoghi;
pensa sempre a come incuriosire le tue lettrici, costringendole a domandarsi chi è chi, perché si comporta così, cosa succederà dopo, in modo che continuino a leggere fino all’ultima pagina.
Tra i miei romanzi, comincia in media res Assolo, il primo capitolo della serie SULLE PUNTE dedicata alla danza, quando il coreografo, Nicholas Morgan, scopre che Arianna Radburn, una sua ballerina, si esibisce in un locale per soli uomini.
Attenzione!
Se il rischio di cominciare dall’inizio è di identificare questo inizio in un punto troppo lontano, anche cominciare in media res presenta insidie da cui tenersi alla larga. Innanzitutto, rischi di cominciare troppo avanti, dando per scontate cose che poi non riesci più a inserire nella trama. In questo caso le tue lettrici potrebbero fare troppa fatica a seguire la storia e abbandonare la lettura (oddio no!). E questo è un errore che ne innesca altri, tipo dover costruire il tuo romanzo con un struttura poco piacevole, fatta di continui flashback o di lunghi dialoghi pieni di info dumping. Hai presente? Quando due personaggi parlano e si capisce benissimo che non stanno parlando tra loro, ma con te che leggi?
Quindi anche l’inizio in media res, così pirotecnico e affascinante, va pensato e ragionato.
COMINCIARE NEL MODO GIUSTO È FONDAMENTALE. PER ESEMPIO, CREANDO PERSONAGGI DI CUI LE TUE LETTRICI SI INNAMORERANNO PERDUTAMENTE.
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January 15, 2019
Tre consigli utili per fare bene ricerca
Da qualche anno ho in mente l’idea per una serie di romanzi, che però non mi sento ancora pronta a scrivere. L’argomento mi appassiona, l’ambientazione anche, i personaggi sono tutti ben tratteggiati. E allora perché tentenno? Perché non credo di avere ancora la competenza necessaria per affrontare in modo credibile certe scene. E quindi, mentre mi dedico ad altro (e questo potrebbe essere argomento di un post) continuo a fare ricerca.
Se anche tu sei una persona scrupolosa come me, probabilmente ti sarai ritrovata a posticipare dei progetti proprio per questo motivo: non pensi di saperne ancora abbastanza e quindi continui a ricercare. Il che ti fa onore. Com’è brutto trovarsi tra le mani un libro pieno di imprecisioni o errori evitabili! Di sicuro ti sarà capitato di leggerne uno in cui hai avuto l’impressione che l’autore o l’autrice non sapessero assolutamente nulla sull’argomento e ti sei riproposta che a te non sarebbe capitato mai e poi mai.
Perché è utile fare ricerca
ti permette di scrivere di ciò che ti piace. Non possiamo sapere tutto di tutto e come ti dicevo qui , se ci limitiamo a scrivere solo di ciò che conosciamo, il campo d’azione si restringe moltissimo. Nulla ti vieta però di scrivere di un argomento che ti piace, imparando quello che non conosci attraverso la ricerca;
ti permette di verificare ciò che sai già. A volte le nostre conoscenze sono più lacunose di quello che pensiamo. Se fai ricerca su un argomento che conosci, puoi verificare i fatti ed evitare svarioni dettati dalla convizione di sapere tutto quello che serve;
ti permette di avere nuove idee. Fare ricerca è un po’ come fare brainstorming. Più apprendi di un argomento e più le idee cominciano a scoppiettarti in testa come popcorn.
Perché rischi di fare troppa ricerca
Innanzitutto, fare ricerca è un istinto innato nell’essere umano. Già gli uomini della caverne, a loro modo, facevano ricerca per vivere meglio. Mettersi in bocca bacche sconosciute, battere nuovi sentieri, seguire impronte gigantesche sul terreno, cos’era, se non ricerca? La ricerca, già a Mr Neanderthal, serviva per diventare più competente e, nel suo caso, arrivare vivo a sera. Tuttavia, come per lui, a volte la troppa ricerca può risultare deleterea (le impronte giganti no, meglio non seguirle, vero?).
Ecco quindi le trappole in cui rischi di cadere se non stai attenta:
continui a fare ricerca per placare un senso di insicurezza che, invece, paradossalmente alimenti. Quando le informazioni si accumulato nella testa, rischiano di creare un sacco di confusione e di bloccarti perché non sai più da che parte prenderle o come recuperarle quando servono.
rimandi all’infinito il momento in cui comincerai davvero a scrivere, a quando avrai letto un certo libro, un certo articolo ecc… anche se poi sai che dopo di quello ce ne sarà un altro, e poi un altro;
cominci a ricercare per il semplice gusto di farlo invece che perché ti serve e così parti dalla ricerca sulle coltivazioni di canna da zucchero in Brasile e ti ritrovi a spulciare le ricette per la colomba di Pasqua senza burro sul sito di qualche foodblogger; o, perggio ancora, sviluppi dipendenza dal senso di euforia che ti porta la scoperta di un’informazione nuova.
I sintomi? Be’, accumuli libri da leggere, ti sembra di non saperne mai abbastanza e allo stesso tempo ti senti bloccata.
Tre consigli per smettere di fare ricerca e cominciare a scrivere
Crea un diario della ricerca, in cui prendere nota in modo organizzato delle informazioni che raccogli o che ti sembrano importanti per la tua storia. Così eviterai di dover pescare nella memoria o tra la pila di volumi che hai letto finora.
Stabilisci un limite. Tipo, che farai ricerca fino alla fine del mese, o fino a marzo. Io, per esempio, ho deciso che farò ricerca per quel progetto di cui ti parlavo all’inizio mentre sto scrivendo un altro romanzo. Dopo, stop. Comincerò a scrivere la nuova serie. Per Non c’è gusto senza te, Gloria e io ci siamo date un mese di tempo per fare ricerca e durante quel mese abbiamo visitato un laboratorio di cioccolato, la cucina di un ristorante, abbiamo fatto sopralluoghi in giro per Milano, fotografando scorci utili per la storia, abbiamo passeggiato per le vie virtuali di Cisternino.
Comincia a scrivere. Spesso, di un certo argomento basta saperne quel tanto per inquadrare la questione ed evitare sfrondoni colossali. Raccogli informazioni sufficienti a stabilire una trama di massima e poi avanti, metti mano alla tastiera e dacci dentro. Puoi sempre soffermarti sui dettagli in un secondo momento e ricercare in parallelo alla scrittura. Nessuno ti impedisce di chiedere pareri a qualche esperto mentre scrivi. Oppure lasciare sul vago certi passaggi in modo da poterci tornare in un secondo tempo. L’importante è che tu sappia dove ci sono dei buchi e torni in seguito a tapparli.
Dove fare ricerca?
A seconda dell’argomento, puoi fare ricerca in tantissimi modi diversi e affidandoti a risorse di ogni tipo: libri, riviste, film, viaggi, amici… Nel mio manuale SCRIVERE ROSA, trovi una sezione intera dedicata ai suggerimenti su come trovare le informazioni che ti servono per scrivere.
MA SE VUOI PARTIRE CON IL PIEDE GIUSTO, OLTRE A FARE RICERCA, DEVI ANCHE METTERE BENE A FUOCO I PERSONAGGI DEL TUO ROMANZO. SE TI È GIÀ CAPITATO DI AVERE LA SENSAZIONE CHE NON SIANO INCISIVI COME VORRESTI O CHE LE LETTRICI NON SI INNAMORERANNO DI LORO, SCARICA LA SCHEDA PERSONAGGIO CHE TI REGALO SEGUENDO IL LINK QUI SOTTO. IN QUESTO MODO TI ISCRIVERAI ALLA MIA NEWSLETTER E SARAI TRA LE PRIME A SCOPRIRE TUTTI I DETTAGLI DI
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January 8, 2019
Scrivi come prima cosa la mattina
Ma quante cose dovremmo fare, come prima cosa, la mattina?
Se dai retta a tutti, alla mattina dovresti meditare, fare ginnastica, scrivere il diario, impostare la cena, fare due chiacchiere con la tua famiglia… la lista può proseguire all’infinito. La verità però è che alla fine, per logica, anche se scegli di fare come prima cosa tutte queste cose, la vera, prima cosa, di tutte le prime cose, sarà solo una. (Se ti sei persa, ti lascio il tempo di rileggere la frase!
December 26, 2018
Scrivi un racconto di Natale… e non perderti il mio regalo!
Un regalo oggi?
Sì, lo so, avrei dovuto fartelo ieri. Però sarebbe stato un gesto scontato, e invece, di sicuro oggi non te lo aspettavi. Perché Santo Stefano è un po’ il giorno dei postumi. Dovresti andare a Messa, perché è di precetto, ma ci sei già andata ieri. Ti puoi alzare più tardi perché tanto non devi cucinare (ci sono gli avanzi!). È la giornata del cinema nel pomeriggio o della gita in montagna. È una giornata che, dopo le corse per i regali, per la spesa, per i biglietti di auguri, puoi finalmente lasciar scivolare via pigramente, se ti va.
A Santo Stefano io di solito mi godo la sensazione di non dover fare niente. Di essermi lasciata alle spalle frenesie, ansie da prestazione culinarie e corse al supermercato per trovare l’ennesimo ingrediente esotico di cui non avevo mai sentito parlare. Di poter trascorrere la giornata sul divano a guardare la legna che si consuma nel camino (a proposito, sembra un esercizio di pigrizia, ma avete mai provato? La legna che brucia è uno spettacolo stupendo!).
E siccome immagino che Santo Stefano sia una giornata abbastanza pigra anche per te, ho pensato di proporti un giochino (e non solo) con cui intrattenere le sinapsi, mentre ti godi il viaggio in macchina fino alla sciovia o, come me, osservi le fiammelle colorate nel camino.
In cosa consiste questo gioco? Presto detto: io ti propongo dei promt e tu provi a usarli per costruire una racconto di Natale (brevissimo non preoccuparti!). Sono dieci incipit e dodici finali. Per stabilire quali usare, il criterio è semplice.
Per l’incipit usa il tuo giorno di nascita. Se è superiore a 10 somma le cifre fino a ottenere un numero tra 1 e 9.
Per il finale usa il tuo mese di nascita.
Ecco i tuoi incipit:
Snowy, la fatina del Natale, ne era sicura, sarebbe riuscita a ritrovare in tempo tutti i regali!
Miriam aprì la porta e rimase senza parole.
A Lisa le renne piacevano. Quasi tutte.
Pamela non aveva mai visto delle luminarie così belle.
Cindy osservava con il fiato sospeso il suo fidanzato che apriva il pacchetto. Pochi istanti e tutto sarebbe cambiato per sempre.
La casa era stranamente silenziosa e tranquilla.
Lilian osservava Babbo Natale, che si faceva sempre più vicino. «Avanti», si disse, «Hai trent’anni. Digli quello che gli devi dire e falla finita».
Chi se ne fregava del dress code?, pensò Stefania, spingendo le porte del locale. Alle feste, lei ci andava vestita come le pareva.
La neve scendeva in grossi fiocchi soffici e gelidi, mentre Susan osservava le finestre illuminate della casa.
Letizia osservò l’arrosto. Ecco, lo aveva bruciato un’altra volta.
E i finali:
Di sicuro era un regalo che avrebbero ricordato tutti per diversi anni.
Quando chiuse gli occhi, sorrise al pensiero di quello che era riuscita a fare in una sola notte.
Da quella volta, nessuno osò più proporre di scambiarsi i regali così.
Era stata la festa più bella di tutta la sua vita.
Povero albero, dopo quelle feste, sarebbe tornato con sollievo nel suo scatolone
Anche a Natale, chi la fa, l’aspetti.
«Non ci penso neanche», dichiarò, uscendo dalla stanza.
E fu così che tutto si risolse.
La neve ricominciò a cadere, silenziosa e magica.
Meno male che le feste arrivavano una sola volta l’anno!
Guardò i bambini che scartavano i regali e sorrise.
E dalla finestra socchiusa giunsero le note allegre di un canto natalizio.
POI ARRIVA IL MIO REGALO!!!!
Ora che hai individuato il tuo incipit e il tuo finale scrivi un racconto breve (dieci pagine al massimo) e mandamelo entro l’Epifania. Io lo leggerò e te lo restituirò corredato da un mio breve commento e suggerimenti entro la fine di gennaio!
Per sapere come funziona e avere a portata di mano tutto quello di cui hai bisogno, segui questo link e scarica il documento che ho preparato per te.
MANDAMI IL TUO RACCONTO
PRONTA A SCRIVERE IL TUO RACCONTO DI NATALE?
ALLORA BUONE FESTE E BUONA SCRITTURA!
Photo Credits: Marina Montorfano aka MasMe
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December 18, 2018
6 modi per farsi ispirare dalle feste natalizie
Quando arrivano le feste natalizie, anche se cerco di prepararmi sempre con largo anticipo, alla fine mi ritrovo a correre di qua e di là per sbrigare incombenze di tutti i tipi.
Le recite, i regali da comprare e impacchettare, il lavoro da portare avanti, magari un filo di neve che rende più complicati gli spostamenti. E poi un sacco di giornate con le figlie e il marito a casa, (Se vuoi sopravvivere a questa ultima cose, qui trovi i miei consigli!), parenti che vanno e che vengono o valigie da preparare se quella che si sposta sei tu.
In tutto questo frenetico e gioioso marasma, non è facile continuare a scrivere. Ma ciò non significa che le feste natalizie debbano per forza essere tempo sprecato. Come sai, io considero l’ozio un’abitudine fondamentale per stimolare la creatività e farsi ispirare. E in questo post ti suggerisco alcuni modi per sfruttare proprio questi momenti un po’ frenetici.
1. OCCHIO A QUEI DUE
O tre, quattro, dieci… insomma, tieni d’occhio i tuoi parenti. Quelli che fino al Natale scorso cercavi con tutta te stessa di evitare, nascondendoti in cucina o in camera o in bagno. La zia che ti fa sempre un sacco di domande, il fratello che vedi solo in queste occasioni, il nonno che vorrebbe chiudersi in bagno proprio come te (ma non può, perché ci sei già tu!). Invece di pensare a come svignartela e sfuggire alle loro grinfie, osservali. Ma in modo diverso dal solito. Osserva come si relazionano TRA LORO. Chi parla con chi? Come si salutano? Come si abbracciano? Cosa fa la zia quando il nonno non guarda? E tua suocera?
Approfitta di questa fenomenale occasione di vedere i tuoi parenti tutti insieme e sfruttala per ipotizzare trame, scenari o anche solo per dare un tocco più vivace a un tuo personaggio. La spilla orrenda della tua nonna, quella che si mette sempre e che ti scortica la faccia a ogni Natale potrebbe essere perfetta e diventare un tratto distintivo di quella zitella che hai inserito a pagina 50.
2. CON IL NASO ALL’INSÙ
Quando sei in giro, invece di pensare a come arrivare prima possibile a casa, prova a parcheggiare la macchina e concediti un quarto d’ora a piedi lungo le strade. Osserva le luminarie. Che forma hanno? Che colore? Funzionano tutte? Regalano un’atmosfera gioiosa o malinconica? La gente passeggia o va di fretta? E nelle vetrine dei negozi cosa vedi? Ce n’è qualcuna più originale delle altre? Ora sposta lo sguardo verso le strade più buie. Che impressione ti fanno? Come si sfumano le luci alle tue spalle? Come si mescolano le due atmosfere?
Osservare la tua città in questo periodo è un esercizio molto efficace perché la trasformazione è impressionante.
Ah, e se per caso hai la fortuna di intraprendere un viaggio, ricordati di osservare anche come si trasformano gli altri luoghi che attraversi o visiti. Se viaggi in treno, riesci a scorgere segni del Natale anche dal finestrino? E quali differenze ci sono tra il Natale a cui sei abituata tu e quello che vedi lì? Fatti ispirare da tutto quello che vedi.
3. MI CONCEDE QUESTO BALLO?
Il periodo natalizio è ricco di feste e di occasioni sociali. Pensa a quelle a cui partecipi di solito tu. La cena aziendale? La recita scolastica? Il saggio natalizio? Il tè con le amiche?
Non limitarti però a queste occasioni domestiche. Se vuoi prendere ispirazione da questo momento di gioia, interessati a cosa succede nella tua città. Cosa organizza il comune? Ci sono eventi speciali? Dalle mie parti, a Como, la città organizza la Città dei Balocchi, con pista dove pattinare, mercatino, iniziative benefiche, mostre. Cosa succede nella tua? Curiosa un po’, perché potrebbe trattarsi di occasioni carine da inserire nel tuo romanzo, o ispirare una nuova idea per il tuo prossimo progetto.
4. EMOZIONATI
A Natale a volte ci dimentichiamo che la cosa più importante sono le emozioni. Pensiamo a tutto quello che c’è da fare e organizzare, e non facciamo caso a come ci sentiamo. Quest’anno, prova a concentrarti su quello che provi. Analizza cosa ti fa piacere, cosa ti mette ansia, in quali attività provi più entusiasmo e cosa ti annoia a morte. Ma non fermarti lì. Cerca di capire come si manifestano concretamente queste emozioni o sensazioni. Con il batticuore? Una risata? Che sapore hanno le tue emozioni? Se vuoi ripassare quello che ti ho raccontato sui cinque sensi, trovi il mio post qui!
5. MI PORTA IL MENÙ?
Cosa mangerai? Le feste natalizie sono occasione di pasti luculliani. Dolci, teglie, cioccolatini, arrosti. A me viene l’acquolina in bocca al solo pensarlo. E ogni pasto è motivo di chiacchiere, incontri. Perché non approfittare allora dei menù, per inventarti scene simpatiche o strappalacrime? Ci sono in menù per conquistare, quelli per coccolare. Che cosa cucinano i tuoi personaggi? La tua protagonista, per esempio, potrebbe cucinare a maggio il paté che faceva sempre la tua nonna a Natale solo perché ha bisogno di tirarsi un po’ su. O magari potrebbe cimentarsi in un piatto nuovo (che però non le riesce) solo per fare buona impressione a un buffet in ufficio, rubando la ricetta che la tua mamma prepara da trent’anni e che riesce solo a lei!
6. DA DOMANI GIURO CHE…
Non mangio più dolci, vado in palestra, tengo il diario, leggo tutti i giorni. Sono i buoni propositi. Quelli che sicuramente farai anche tu. Le feste sono un momento in cui tutti ci sentiamo più buoni o cerchiamo di esserlo. Hai mai pensato a quanti propositi hai fatto in questi anni? Sono sempre gli stessi o variano? E quali buoni propositi potrebbe rubarti, la tua protagonista, se decidesse di farne uno? Come cambierebbe la sua vita se, da domani, decidesse di andare tutti i giorni in palestra? O si ripromettesse di non rispondere più male al suo capo? O di dimostrarsi gentile con una collega che le sta sulle scatole?
I buoni propositi hanno la capacità di dare una scossa imprevista alla nostra vita e lo stesso vale per il tuo romanzo. Approfitta di questo momento per pensare a un buon proposito perfetto per complicare la vita alla tua eroina. O a uno qualsiasi dei tuoi personaggi. Se stai vivendo un piccolo momento di blocco, vedrai che questo trucco ti aiuterà a rimettere in moto l’ispirazione!
COME VIVI TU LE VACANZE DI NATALE? COME UN MOMENTO DI RIPOSO IN CUI NON VUOI PIÙ SENTIRE PARLARE DI LAVORO, SCRITTURA, IMPEGNI? O NE APPROFITTI PER RACCOGLIERE NUOVE IDEE? DA COSA TI FAI ISPIRARE?
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December 11, 2018
Continua a scrivere durante (o nonostante) le vacanze
Se lavori, probabilmente le vacanze di Natale ti sembreranno il momento perfetto per darci un po’ di più dentro con la scrittura.
Anche se ti alzi un filo tardi, anche se ciondoli per casa per qualche ora, alla fine ti rimane un sacco di tempo per accendere il computer e andare avanti con il tuo fighissimo romanzo. Già li pregusti, quei momenti, lo so.
Peccato che, le vacanze siano, appunto, vacanze, per tutti. Tipo, per i tuoi figli (se ne hai). Tipo, per tuo marito o il tuo compagno (che spesso vale come un figlio, se non due). E con i figli e un marito/compagno in giro, il rischio che tutti i tuoi sogni di gloria narrativi vadano a farsi benedire è altissimo.
Ci sei già passata? Allora saprai che quelle che ti sembravano distese sterminate di possibilità sono destinate a volatilizzarsi più velocemente di un panettone gettato agli alligatori. Il che è molto frustrante e rischia di rovinarti le vacanze, le feste e anche l’inizio del nuovo anno.
Io lavoro da casa e ho fatto della difesa dei tempi e degli spazi un’arte, oltre che una questione di sopravvivenza. Perciò ho pensato di condividere con te gli stratagemmi che metto in atto per scrivere durante le vacanze di Natale e sopravvivere a queste settimane senza un esaurimento nervoso.
LAVORA DI SOTTRAZIONE.
Cioè, dai per scontato sin dall’inizio che riuscirai a fare meno di quanto vorresti. Mettiti l’anima in pace. Rassegnati. Io ero una di quelle che la to-do-list sembrava scritta sui Rotoloni Regina, hai presente? Quelli che nelle pubblicità va da qui alla luna e… non finiscono mai. Ma a furia di dare capocciate e di farmi venire un fegato così, negli ultimi anni mi sono resa conto che le vacanze devono essere vacanze anche per me (moderatamente… non è che una può trasformarsi di colpo in quella che non è!). E quindi, il mio primo consiglio è proprio questo: riduci.
Se pensi che riuscirai a fare dieci cose al giorno, sforbiciane almeno cinque. Parti con aspettative basse e vedrai che starai molto meglio. Tanto, quello che ha aspettato sinora può continuare ad aspettare, giusto? Se fossero state cose urgenti e improrogabili, da brava mamma/moglie/figlia/amica ecc le avresti già fatte, non le avresti lasciate lì ad ammuffire fino a Natale.
PIANIFICA
Ora che hai definito quali sono le cose da fare, mettile in ordine di priorità partendo da SCRIVERE. Sì, scrivere va messo per primo, se no, lo sai che alla fine non scriverai più perché una qualsiasi delle altre incombenze ruberà tempo e addio. E scrivere durante le vacanze deve essere una tua priorità, giusto?
Se di solito scrivi un’ora al giorno, concediti il lusso di raddoppiare. Due ore. Che meraviglia! Oppure vai di parole. Invece di 500, prova a puntare a 1000.
STIPULA ACCORDI E STRINGI ALLEANZE
Lo so che ti piacerebbe poter dedicare al tuo libro tutto il giorno. Ma credimi, anche se ora ti senti ispiratissima, difficilmente riuscirai a lavorare per otto ore di fila al romanzo anche senza figli e marito in giro. Quindi tanto vale che tu giochi d’astuzia e faccia passare come una comprensiva concessione qualcosa che, con tutta probabilità, avresti fatto lo stesso. Nello specifico, accordati con il resto della famiglia che, se ti lasciano lavorare in santa pace per tre o quattro ore la mattina (e credimi, in quattro ore puoi fare un sacco di roba), poi sarai tutta loro per il resto della giornata per montare mobiletti, costruire Lego, andare a pattinare, invitare amichetti ecc.
Stringi soprattutto accordi con tuo marito (se anche lui è a casa in ferie) o con qualcuno che ti può aiutare mentre tu scrivi. Una nonna, una vicina, una sorella, in modo che ti lascino in pace e facciano in modo che tu sia lasciata in pace.
DIFENDI I CONFINI
Se ti sembra che questa serie di suggerimenti assomigli a una strategia militare, be’, è proprio così! E questa è la fase più difficile.
Una volta che hai preso accordi per scrivere durante le vacanze, la prima che deve rispettarli sei tu. E quindi, in quelle quattro ore di tempo a disposizione, non fare la furbetta, scrivi! Siediti alla scrivania e dacci dentro. Non sprecare tempo prezioso, tu sai come (leggi “social”).
Non allungare le orecchie per sentire cosa fanno gli altri. Resisti alla tentazione di intervenire in litigi, discussioni, combattimenti all’ultimo sangue. Resta incollata su quella sedia. Se necessario, mettiti dei tappi o infilati delle cuffie isolandoti dal mondo attraverso un sito come questo, che ti delizia le orecchie con suoni della natura o rumori metropolitani.
Se puoi, isolati proprio fisicamente. Chiuditi in camera, nel tuo ufficio, in garage. Rimuoviti dalla vista.
NON BARARE
Ti vedo, stai marciando come un treno, le parole fluiscono, le idee infuriano nella tua mente come neanche i cavalloni in una tempesta perfetta. E tu decidi di andare avanti, a oltranza. Quando capitano questi momenti di grazia, visto che non sono frequentissimi, meglio approfittarne. Però stai attenta, perché corri due rischi. Il primo, è che se rispetti le ore concordate con gli altri membri della tua famglia, non ti resta tempo per fare tutte le altre cose che avevi in lista. Secondo, che se decidi di non rispettare le ore concordate per fare tutto quello che avevi in mente, poi non ti devi lamentare se nemmeno loro rispettano più gli accordi. Con la conseguenza che tutto precipita di nuovo nella confusione. Io piuttosto ti consiglio di sforare un po’, ma senza esagerare e ti mantenere quell’abbrivio per domani. Dopotutto, anche Hemingway pare si fermasse a metà frase, proprio per poter ricominciare con slancio il giorno seguente.
CONDIVIDI
Approfitta del fatto di poter scrivere durante le vacanze per raccontare alla tua famiglia quello che stai facendo. Sono sicura che i tuoi bambini saranno orgogliosissimi di sapere che, grazie a loro (o meglio, grazie al fatto che ti hanno lasciata stare), la loro mamma è riuscita a scrivere ben tre pagine del suo nuovo romanzo. E chissà, magari domani potrebbero essere loro a dirti, “no mamma, lascia stare, tu scrivi!”
Sì, lo so. Ma sperare non costa nulla, no?
E DOPO…
Goditi le vacanze, goditi la tua famiglia, goditi le feste. Dopotutto, quello che ti ho raccontato sull’ozio ad agosto, vale anche ora.
QUALI SONO I TUOI PROGETTI PER LE VACANZE? COME TI STAI ORGANIZZANDO PER REALIZZARLI? RACCONTAMI I TUOI TRUCCHI!
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December 4, 2018
Regali di Natale per scrittrici… e non solo
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Adoro i primi giorni di dicembre. Sono quelli in cui apprezzo di più il clima natalizio. Non avverto ancora lo stress dei preparativi dell’ultimo minuto, della corsa ai regali e mi godo la sensazione di avere davanti giornate intere per pensare a come festeggiare questo momento magico.
La mia non è una famiglia numerosa (la cerchia ristretta, almeno). Ci siamo solo mio marito, le nostre due figlie, mia madre e io. E anche se ho sempre sognato quei Natali affollati di gente che si abbraccia e di auguri, con il tempo ho imparato ad apprezzare anche i nostri, più intimi e rilassati.
Decoriamo l’albero con il camino acceso, facciamo il presepe, pensiamo al menù sfogliando riviste e libri di cucina (mio marito chiede invariabilmente il vitello tonnato che, si sa, è un tipico piatto natalizio!) e scriviamo le letterine, sorseggiando una tazza di tè al caramello e sgranocchiando biscotti.
“Scriviamo” perché sì, la letterina a Babbo Natale non la scrivono solo le mie figlie. La scrivo anche io!
Ho copiato l’idea di ricominciare a scrivere una letterina a un’amica. Nell’armadio, all’interno di un’anta (quella di mio marito, il mio Babbo Natale personale, così la vede ogni volta che la apre per pescare una camicia o una cravatta) appiccico un foglio carino, decorato con brillantini, ghirigori e stelline su cui elenco dei regaliche desidero ricevere perché lui, le mie figlie o mia madre possano ispirarsi.
So che può sembrare un gesto cinico, ma in realtà evita a chi mi vuole bene di scervellarsi per scegliere qualcosa che mi piacerà (perché i miei desideri sono tutt’altro che prevedibili anche per chi vive con me tutti i giorni). E per me che la compilo è un gesto carico di significato.
La letterina, infatti, è diversa ogni Natale. E riguardando quelle degli anni precedenti riesco a vedere come sto cambiando, in che direzione si sta muovendo la mia vita proprio sulla base di quello che scrivo e desidero. C’è stato l’anno dei libri di cucina. C’è stato l’anno dei regali tecnologici. Il Natale 2017 è stato quello dei corsi. Le letterine dicono chi sono e chi sto diventando o vorrei diventare.
Quest’anno, poi, sarà ancora diversa. Perché sarà doppia.
Ci sarà la parte dedicata a “Babbo Natale”, nell’armadio di mio marito. E la parte con i doni che io scelgo di fare a me stessa che incollerò nella mia anta. Non buoni propositi, ma proprio regali.
Per esempio, mi regalerò dieci giorni di riposo. Mi regalerò tre respiri profondi ogni volta che una delle mie figlie mi farà innervosire. Mi regalerò una parola speciale per il prossimo anno.
Se anche tu sei come me e ti piace l’idea di (ricominciare a) scrivere una letterina, puoi scaricare la mia! Trovi la parte dedicata ai regali che vuoi farti da sola e i suggerimenti per quelli che possono farti i tuoi cari.
LA TUA LETTERINA E’ QUI!
Se poi hai bisogno di qualche suggerimento su cosa scriverci sopra, ecco un elenco di perfetti reagli per scrittrici (e lettrici!). Ma ovviamente puoi approfittare di queste idee anche per fare regali a qualcun altro. Sono sicura che tra le tue amiche c’è chi apprezzerebbe moltissimo.
Una borsa letteraria. Hai mai pensato di andare in giro con una borsetta a forma di libro? Ne trovi qui e e sono bellissime! Se poi sei una che non bada a spese, ci sono anche queste !
Una chiavetta USB scintillante o raffinata
Un taccuino personalizzato. A me piacciono moltissimo questi, in colori pastello, che poi puoi far personalizzare nei negozi tipo Personalizzatela, oppure questi , davvero magici e perfetti per le feste!
Una t-shirt letteraria, ma va benissimo qualsiasi altra cosa di questo sito meraviglioso (accedi a tuo rischio e pericolo!)
Sottobicchieri con le pagine di Harry Potter
Una tote bag con le copertine dei tuoi/suoi libri o di un libro che le regalerai (infilato nella borsa)
Un taccuino impermeabile per approfittare dell’ispirazione anche sotto la doccia!
Un viaggio letterario seguendo i luoghi dei tuoi/suoi romanzi preferiti per esempio con questo tour operator o questo o questo.
E ovviamente un manuale di scrittura o un romanzo. Quali? Uno a caso… dei miei?

November 27, 2018
Se scrivi, la tua migliore amica è la beta reader
Una delle emozioni più belle quando scrivo è la sensazione di essere arrivata alla fine. Ce l’ho fatta! Osservo il cursore che lampeggia vicino all’ultima parola e gongolo nella consapevolezza che sono stata davvero, davvero brava ad arrivare fin lì.
Si tratta di un momento speciale. Il mio libro è speciale.
Un momento… ma lo sarà davvero?
Sai come si dice, no? Ogni scarrafone è bello a mamma soja. E a questa regola non sfugge nessuno scarraf… ops, nessun figlio, nemmeno se cartaceo. Perciò può capitare che quel romanzo che ai tuoi occhi appare avvincente, profondo o spassosissimo, in realtà non lo sia poi così tanto. E no, non è affatto rassicurante che anche la tua mamma, il tuo papà, il tuo fidanzato o chiunque abbia un legame qualsiasi con te (di sangue o sentimentale) ti dica che è il capolavoro del secolo.
Fidati, loro non possono dirti niente di diverso. E non perché mentano. Ma perché, come te, vedono il tuo lavoro con gli occhi del cuore, anche se per interposta persona. E sì, esistono le eccezioni, ma onestamente, non ci conterei.
Quindi?
Quindi ti serve qualcuno di più spietato. Cioè, una beta reader.
Chi è la beta reader.
Hai già capito chi non è, ma se togli amiche, fidanzato, marito, genitori, nonni, zii e parenti vari fino al quinto grado, chi ti resta? Un sacco di gente se ci pensi bene. Tra tutta questa gente, però, devi trovare qualcuno che ha caratteristiche precise.
– deve essere una lettrice regolare. Una di quelle, per intenderci, che va oltre i tre libri all’anno dei lettori deboli citati nelle statistiche;
– non necessariamente deve essere una scrittrice a sua volta. Se è una scrittrice che comincia a dirti come lo avrebbe scritto lei, il libro, allora non va bene. La beta reader scrittrice deve privilegiare comunque lo sguardo da lettrice.
– deve essere una lettrice che ama il tuo genere. Ti immagini un’appassionata di gialli che legge il tuo “polpettone” rosa?
– non guasta (anzi è auspicabile) che vanti conoscenze legate all’argomento di cui parli nel tuo romanzo. Se hai ambientato la tua storia in un salone per estetiste, conviene che sappia come si applica uno smalto semipermanente (questo per dire che non sto parlando di conoscenze di fisica quantistica, anche se in un romanzo con una protagonista scienziata, potrebbero tornare utili) in modo da sgamare tutti i tuoi eventuali errori.
Quante te ne servono?
Ah ah… credevi che ne bastasse una, vero? Come per i preventivi per comprare la lavatrice o per ristrutturare il bagno, io ti consiglio di trovarne tre. Il numero dispari è nemico degli stalli e tre opinioni diverse sono ancora gestibili. Qualcuno si affida anche a più beta, tipo cinque o addirittura dieci. Mah… molto dipende dal carattere. Io so che davanti a dieci opinioni diverse andrei in tilt.
Dove le trovi?
Esclusa la cerchia famigliare, puoi trovare beta reader tra le tue colleghe, tra chi ti segue sui social, attraverso il sito se ce l’hai. Ma anche in modi più creativi. Perché non chiedere alla tua libraia di fiducia? Nella libreria dove vado io c’è una ragazza perfetta. Oppure in biblioteca. Nei gruppi di lettura. E perché no, magari a scuola.
Che cosa devi aspettarti da una beta reader?
Innanzitutto onestà. E sano spirito critico.
La prima te la dimostra dicendoti cosa c’è che non funziona nel tuo romanzo (perché credimi, c’è sempre qualcosa che non funziona), il secondo dicendotelo in modo costruttivo.
Una beta reader non ti serve per trovare i refusi, quindi, quando le dai il tuo prezioso pargolo, dille di sorvolare su questi dettagli ma di concentrarsi su altre cose che riguardano la struttura della storia, il suo ritmo, i personaggi, i passaggi fiacchi, gli errori concettuali.
Per esempio, alle tue beta reader potresti consegnare un piccolo questionario in cui rivolgi una serie di domande specifiche. E questo è il mo regalo per te, perché se vuoi, il questionario lo trovi già pronto qui!
SCARICA IL QUESTIONARIO
E poi?
Innanzitutto, preparati con animo sereno alle critiche. Sono fondamentali e, in tutta onestà, puoi solo augurarti che ce ne siano. Accogli pareri e commenti con un sorriso e ringrazia.
Poi… riflettici su. Non precipitarti a cambiare la trama, i personaggi e compagnia bella solo perché te lo hanno detto loro. Se ti fidi delle tue beta reader, il loro parere non deve scivolarti addosso come acqua, ma puoi prenderti tutto il tempo necessario per valutare se le osservazioni che ti hanno fatto hanno senso e se quindi devi correre ai ripari, oppure no. Non sei obbligata. Certo, se tutte e tre ti hanno detto che lo smalto semipermanente non si mette così, bisogna che quella parte la correggi, ma se pensano che la tua protagonista non sia particolarmente simpatica, be’, sta a te decidere se ti va comunque bene oppure no. L’importante è che loro ti abbiano messo la pulce nell’orecchio.
E se per caso vedi che le tue beta nutrono lo stesso una sorta di timore reverenziale nei confronti del tuo lavoro, cioè non sono abbastanza spietate, di’ loro che si tratta di un work in progress e che non ti chiuderai in casa per tre mesi piangendo tutte le tue lacrime se ti diranno che lei è una cretina, lui è odioso e la trama fa acqua da tutte le parti. (Ma davvero hai scritto una porcheria del genere?)
Il che mi porta a un altro suggerimento.
Chi l’ha detto che le beta reader debbano saltare fuori solo a lavoro finito? Se vuoi puoi coinvolgerle anche durante la scrittura e passare loro un capitolo alla volta. Come sempre, sta a te decidere. Se hai paura di scoprire solo alla fine di aver scritto una schifezza, coinvolgile prima. Se invece sei abbastanza sicura di te e di quello che stai scrivendo e temi che i loro pareri prematuri possano bloccarti o confonderti, tira dritto fino alla fine.
E in ultimo:
Ringraziale! Di solito le beta non si pagano. Ciò non vuol dire che tu non possa dimostare la tua riconoscenza in altro modo. Per esempio regalando loro il libro pubblicato. O citandole nei ringraziamenti. O regalando loro un altro libro (il tuo lo hanno già letto, poracce!). Insomma, i modi sono infiniti.
La cosa fondamentale è che queste persone ti sono necessarie, indispensabili per prendere distanza emotiva dal tuo lavoro e vederlo con occhi diversi, quindi sceglile bene e quando le hai trovate, coccolale!
HAI GIÀ DELLE BETA READER? COME LE HAI TROVATE? IN CHE MODO TI AFFIDI A LORO?
Photo Credits: Edy Tassi TradAutrice
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