Edy Tassi's Blog, page 18

June 6, 2014

En Pointe!

PunteLe scarpette da danza sono il sogno di tutte le ragazzine. Chiunque pensi a una ballerina, la immagina muoversi leggiadra sulle punte. Ma come sono fatte? Come si scelgono? Se volete sapere di più su questi oggetti del desiderio così affascinanti e impegnativi, leggete il mio post!


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Published on June 06, 2014 07:43

May 27, 2014

Un San Valentino in dolcezza

Smarties e stecche di vanigliaSì, lo so, San Valentino era almeno tre mesi fa. Ma siamo in primavera, l’aria è frizzantina e ci sono un sacco di buoni motivi per leggere qualcosa di breve, divertente e che magari fa anche venire l’acquolina in bocca.


Questo è il racconto che ho scritto per il blog Insaziabili Letture, intitolato Smarties e Stecche di Vaniglia.


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Published on May 27, 2014 03:19

February 1, 2014

Il mio racconto di Natale per La Mia Biblioteca Romantica

SCALDAMI TUcornice (1)Dopo qualche mese di silenzio torno a parlare un po’ di me e a fare ordine in queste pagine.


Avete letto il racconto che ho scritto per La Mia Biblioteca Romantica in occasione del Natale? Era il mio primo racconto e devo dire che mi sono divertita parecchio a scriverlo.


Ve lo siete perso? Nessun problema, potete leggerlo qui sotto. E anche se ormai non fa più freddo, un po’ di magia non guasta mai


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Published on February 01, 2014 11:36

December 30, 2013

Il segreto dell’Highlander

Sì, intendo proprio quello del “ne resterà solo uno”. Peccato che Lambert, lì, non si sottoponesse proprio a un trattamento di tutto riposo, no? Fulmini, lampi, mostri vari che gli vorticavano attorno… E poi, non è che io ambisca davvero all’immortalità, anche se mi piacerebbe che scrivessero un film sulla mia vita, magari con una colonna sonora altrettanto bella… Diciamo che mi basterebbe rallentare un po’ il tempo. Non chiedo tanto, mi sembra.


highlander


Comunque, si sa che sono un tipo un po’ schizofrenico. O magari affetta da personalità multipla. O forse solo un’indecisa patologica. Fatto sta che mi piacciono cose spesso lontanissime fra loro. Tipo le colonne sonore di Morricone e i Duran Duran. Tipo i romanzi di Rosamunde Pilcher e quelli di Anne Rice. Tipo i vestiti fru fru e gli anfibi. Tipo i pizzoccheri e la cucina vegana…


Ora, cosa c’entrano Morricone, la Rice e i pizzoccheri con l’Highlander? La prendo un po’ alla larga, ma ci arrivo.


La mia ultima passione sono le bacche e i semi. Dove per bacche non intendo ribes o more (recentemente ho scoperto che anche il pomodoro, l’uva, il peperone e la melanzana sono bacche, a seconda che a prenderli in considerazione sia un botanico o un profano come me, pensa un po’!), e dove per semi non intendo quelli di zucca, salati, che sgranocchiavo da bambina d’estate o quelli di sesamo e di papavero che mi diverto a grattare via dai panini e dai grissini al ristorante, oggi.


No, per semi intendo i semi di lino, che trito e infilo ovunque: nel muesli, sull’insalata, nel minestrone. Pare facciano benissimo in un milione di modi, e chi sono io per discutere?


chia


Poi ci sono i semi di chia. Su questi mi dilungo perché forse non tutti li conoscono. Sono ricavati dalla Salvia Hispanica, una pianta che si coltiva soprattutto in Sudamerica, e sono ricchi di Calcio e Omega3. Li mangiavano già gli Aztechi, e sappiamo tutti quanto fossero avanti quei ragazzi. I semi di chia contengono cinque volte più calcio del latte. Sono una miniera di vitamina C, Ferro e Potassio. Sono ricchi di aminoacidi e aiutano a controllare gli zuccheri nel sangue. Come usarli? Se sono interi si possono sgranocchiare come tutti gli altri semi. Se sono tritati si possono infilare come quelli di lino dove più piace. Perché porre limiti alla fantasia?


Poi ci sono le bacche.


Da un paio d’anni ho sviluppato una passione malsana per le bacche di Goji. Ormai le conoscono in parecchi, per non dire quasi tutti. Ma i primi tempi, quando ne parlavo, le amiche mi guardavano con tanto d’occhi. Le bacche che…?


goji


Be’, le bacche di Goji altrimenti conosciute come le “bacche dalla vita” (WOW!!!!!! Forse le conosceva anche l’Highlander, chi lo sa?) crescono soprattutto in Tibet, e basta questo a renderle estremamente fashion. Sono ricche di antiossidanti naturali, di vitamine, sali minerali, polifenoli, polisaccaridi… Mi fermo, perché certi termini non li so gestire nemmeno io!


Insomma, queste bacche sono una meraviglia. Contengono un certo tipo di polisaccaridi fondamentali per lo sviluppo delle difese immunitarie, che non sono contenuti in nessun altro vegetale del pianeta. Aiutano a rallentare i processi di invecchiamento. Migliorano la vista. E… rullo di tamburi, prego, e orecchie ben aperte… aiutano a mantenere livelli ottimali di testosterone negli uomini. Quindi funzioni sessuali a tutto gas!!! Lo dico per dire… casomai interessasse…


Ma la novità di questo Natale è un’altra.


La novità sono le bacche di Maqui (pronuncia: machi).


Sono fruttini rotondi che sembrano mirtilli. E attenzione a non comprare mirtilli al posto di bacche di maqui perché costano un botto e qualche furbone potrebbe provarci a rifilarvi gli uni per le altre!


maqui


Queste bacche crescono prevalentemente in Patagonia. Mai sentito parlare del Mirtillo della Patagonia? Eccolo qua!


Nella ridente Patagonia, cresce un alberello che produce “ben” dieci kg di frutti ogni sette anni. Lo riscrivo in cifre: 10 kg ogni 7 anni. Capito perché costano un botto?


Una pianticina un po’ indolente la ragazza. Però sa fare le cose per bene, perché le bacche di Maqui contengono un polifenolo, la delfinidine, che ha il massimo potere antiossidante mai riscontrato in natura. O così dicono.


Comunque. Prima di Natale, io e la mia amica Morena ci siamo incontrate per farci gli auguri. Tutte e due siamo arrivate con il nostro bel pacchettino. Solo che il suo praticamente conteneva la fonte dell’eterna giovinezza. Quando ho slegato il fiocchetto rosso della confezione di Noberasco, mi sono ritrovata davanti un sacchettino da cui mi fissavano, tutte allegre e soddisfatte del loro eccezionale potere antiossidante, tante belle bacche di Maqui.


Ogni mattina ne mangio metà cucchiaino. Sono buonine, ma c’è da dire che se so che una cosa fa bene, io la mando giù a occhi chiusi anche se sa di Lysoform.


Perciò, se la prossima volta che mi vedrete dimostrerò dieci anni di meno, saprete che è merito del mirtillo della Patagonia!


PS. Non ce l’hanno detto, ma a questo punto sono piuttosto sicura che anche l’Highlander se ne mangiasse una manciata a colazione. Altro che fagioli e uova…


 


 

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Published on December 30, 2013 13:18