Edy Tassi's Blog, page 3
March 25, 2020
Scopri come avere il serbatoio della motivazione sempre pieno
Ti ricordi il post precedente? Avevo usato la simbologia di una macchina sportiva che scivola veloce lungo una discesa (l’ispirazione). L’ispirazione è una condizione magica fatta di adrenalina, entusiasmo, batticuore. Quando la provi, tutto sembra perfetto. Peccato che non duri a lungo, o comunque, si alterni spesso a momenti meno euforici e magici proprio come un tratto stradale, dove, giocoforza, per trovare un’altra discesa devi prima arrancare lungo una salita. E qui, per avanzare, la tua macchina ha bisogno di un motore (la motivazione).
Bene, il motore della bellissima auto con cui viaggi nel mondo della scrittura è la motivazione. E, come tutti i motori, per funzionare ogni tanto ha bisogno di una bella revisione, ma soprattutto di benzina. Se mentre sei in macchina vuoi arrivare a destinazione, hai bisogno di un motore sano, robusto, affidabile e di un bel pieno.
COSA SERVE AL TUO MOTORE
Anche se non sei un pilota di Formula Uno, non ti sarà estranea l’importanza della revisione del motore e della benzina. Di sicuro sai che non puoi andare avanti se sei in riserva e magari ti è già capitato di restare ferma a bordo strada, con il cofano alzato.
Quando scrivi, però, cosa vuol dire fare una revisione al motore o fare il pieno con la benzina giusta?
La revisione al tuo “motore” è quella che fai ponendoti a cadenza regolare le due domande che trovi alla fine di questo post. Capire cosa ti motiva e perché non ti senti motivata, è fondamentale per tenere tutto sotto controllo. Il che è un po’ come verificare il livello dell’olio, lo stato delle candele ecc.
La benzina, invece, è una sorta di pozione magica. Una miscela unica e meravigliosa, diversa per ciascuna di noi e composta da tanti elementi. Non esiste un “distributore” di motivazione ufficiale, come quelli che vedi sulla strada per le macchine, ma sei tu che ti crei, da sola, la pozione perfetta per te.
Immagina di trovarti davanti a uno scaffale pieno di ampolle, barattoli, sacchettini. Sono contenitori speciali, decorati con maestria, luminosi e dai colori intensi. In alcuni c’è il tempo per scrivere, in altri c’è il luogo. Alcune ampolle contengono premi, altre numeri. Ci sono sacchettini di parole e scatole di fotografie. Una quantità incredibile di ingredienti speciali, che, mescolati tra loro in misure variabili e uniche, danno il carburante migliore per farti procedere in attesa della prossima discesa.
Ognuno di noi ha la sua dispensa personale di ingredienti, che scaturiscono proprio dalla revisione e dalla presa di coscienza di cosa ci serve per scrivere. Ecco perché le due riflessioni che ti ho fatto fare la volta scorsa sono tanto importanti. Senza di esse, rischieresti di fare tuoi gli ingredienti di qualcun altro, nell’illusione che possano funzionare anche per te. Invece non è così. Come per il DNA, le impronte digitali e la retina, anche la benzina della motivazione è unica. Per questo vale la pena perderci del tempo per scoprire la sua formula.
A me per esempio, piacciono gli ingredienti allegri, divertenti, che rendono la scrittura una festa ogni giorno. Magari a te piacciono quelli più ispirati ed esoterici.
Se vuoi provare anche tu, a creare la tua benzina magica, ecco un elenco del tutto personale di “ingredienti” a cui puoi ispirarti e che sei libera di provare, scartare, integrare con altri che senti più tuoi.
CREA LA TUA BENZINA MAGICA
Pensa al motivo per cui scrivi. Scrivi perché ti piace il semplice gesto di riempire le pagine di parole? O senti di aver qualcosa da dire? O magari vuoi intrattenere? Oppure vuoi essere letta? Concentrati sulla risposta che dai, scrivila su un foglio da appendere in bella vista vicino al computer e tienila sempre presente. Quando senti di non avere voglia, ricordati perché lo fai e la voglia tornerà.
Scrivi solo di cose che ti appassionano. Non scrivere cose che dovresti, cose che vanno di moda, cose che scrivono tutti. Scegli con attenzione di cosa scrivere e fai in modo che il solo pensiero di raccontare quella certa storia, quel certo episodio personale, quella certa conoscenza ti riempia di entusiasmo ed euforia.
Guarda vecchie recensioni o vecchi commenti, in cui le lettrici ti dicono quanto sei stata brava e quanto è bello il tuo romanzo, il tuo memoir, il tuo manuale. Le persone che ti apprezzano aspettano il tuo lavoro. Rendi questa lettura un piccolo rituale positivo.
Stabilisci obiettivi minimi. Vanno bene anche 500 parole al giorno, vanno bene anche 20 minuti di scrittura al giorno. Se li percepisci come punitivi, riducili ancora di più. Deve essere qualcosa che ti fa sentire bene, che non ti mette ansia e che ti fa avanzare. Ci saranno giorni con il vento in poppa nei quali riesci a scrivere 5000 parole, ma non sono solo quelli i momenti in cui devi sentire di aver fatto qualcosa di buono. Perciò concentrati sull’avanzamento.
Autorizzati a scrivere male. Va bene lo stesso. Tanto, anche impegnandoci al 100% sarà difficile che tu azzecchi tutto alla prima stesura. Mettiti l’animo in pace e goditi quello che stai scrivendo, così com’è.
Viziati. In modo scandaloso. Individua una coccola da farti al raggiungimento di ogni singolo, minimo obiettivo. Hai avuto una bella idea? Premiati. Hai scritto 500 parole? Premiati. Rendi il viaggio entusiasmante ogni singolo istante.
Tieni traccia dell’avanzamento. Quanto è bello e gratificante vedere il numero di parole che aumenta lì, in basso a sinistra?
Trasforma il momento della scrittura in un appuntamento super gratificante: scegli l’angolo più bello della tua casa (o un bar elegante, una panchina tra i fiori), scrivi in pigiama o mettiti il rossetto, concediti dei biscotti, sposta la scrivania vicino alla finestra… insomma fai tutto quello che può rendere il momento della scrittura qualcosa da aspettare con gioia.
Se non ami svegliarti all’alba, non farlo. Non c’è un momento giusto per tutti e se anche va di moda dire che bisogna scrivere come prima cosa la mattina (l’ho detto anche io qui) , in realtà tu sei libera di trovare il tuo momento. Se all’alba non sai distinguere nemmeno le punte dei tuoi piedi, scegli un altro orario.
Scombina le routine. Quello che ha funzionato sinora può smettere di funzionare. Ogni tanto fermati, pensa a cosa ti piace fare, pensa a cosa potresti modificare. Ti sei sempre svegliata presto? Prova a scrivere dopo cena. Lavori alla scrivania? Spostati sul balcone. Insomma, come in un vero viaggio, cambia il panorama, aggiungi tappe.
Condividi il tuo lavoro con qualcuno. Trova una persona fidata, stabilisci degli appuntamenti periodici e parla del tuo progetto, condividi il tuo percorso.
HAI TUOI TRUCCHETTI PER SENTIRTI MOTIVATA? CONDIVIDILI CON ME E CON CHI MI SEGUE, TU POTRESTI AVER TROVATO UN INGREDIENTE MAGICO CHE ANCORA NON CONOSCIAMO!
SE POI NON LO HAI ANCORA FATTO, ISCRIVITI ALLA MIA NEWSLETTER E SCARICA IL MIO WORKBOOK PER SCRIVERE SCENE CHE BRILLANO. SARÀ UN ALTRO MODO PER FAR ROMBARE ALLA GRANDE IL TUO MOTORE PERSONALE!
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L'articolo Scopri come avere il serbatoio della motivazione sempre pieno proviene da Edy Tassi.
March 11, 2020
CONOSCI LA DIFFERENZA TRA ISPIRAZIONE E MOTIVAZIONE?
Immagina di essere seduta in macchina. Una bella decapottabile sportiva, di quelle con i sedili in pelle, un sacco di accessori e pulsanti da premere, un impianto radio con i fiocchi e perfino un vano refrigerato per tenerci una bottiglia di bollicine.
Immagina di arrivare sul ciglio di una discesa. La macchina si lancia giù, rapida. Tu hai le farfalle nello stomaco, i capelli volano, liberi di danzare e attorcigliarsi. Senti il cuore che batte e hai una voglia matta di urlare tutta la tua gioia.
Poi la discesa finisce e tu continui il tuo viaggio, lungo un rettilineo rilassato o arrampicandoti su una salita che, sai già, ti porterà al prossimo tuffo adrenalinico.
Anche se forse non te ne sei ancora accorta, la scrittura è esattamente questo. Un viaggio, nel quale ci sono discese che ti fanno battere il cuore e urlare di gioia, alternate a rettilinei più tranquilli e ripide salite.
LA DIFFERENZA TRA ISPIRAZIONE E MOTIVAZIONE
Le discese sono l’ispirazione. Quello stato magico che ti fa volare senza che tu debba compiere nessuno sforzo. Quei momenti in cui le idee ti affollano la mente e senti la vita che ti pompa dentro, magica, irripetibile, assolutamente perfetta. Nelle discese non hai bisogno di fare nulla, fanno tutto loro. La macchina procede libera, veloce, anche se la metti in folle. Proprio come quando sei ispirata, e le parole compaiono sullo schermo rapide, facili, copiose.
Ma quando la discesa finisce e arriva il rettilineo o, peggio, la salita? Allora entra in campo la motivazione, il caro affidabile motore della macchina, che ti spinge in avanti fino alla prossima discesa, alla prossima esplosione di ispirazione.
Se sei ispirata, non hai bisogno di motivazione. L’ispirazione ha una sua pendenza, come la discesa, e tu ti senti avvolta in un bozzolo di aria che ti fa vibrare. Se sei ispirata, bruci dalla voglia di scrivere, di raccontare.
Quando però l’ispirazione passa… ecco che rischi di fermarti, come una macchina senza motore (o una bicicletta senza pedali, scegli tu!). Quando passa l’ispirazione, la motivazione diventa fondamentale per proseguire il viaggio e non rallentare piano piano sino a fermarti a bordo strada, magari sull’orlo di un precipizio.
DUE PASSI IMPORTANTI PER NON RESTARE A BORDO STRADA
L’ispirazione è poetica, potente, il sogno di ogni artista. Ma se non vuoi fermarti a bordo strada devi imparare a riconoscere l’importanza della motivazione.
Io capisco subito quando sono demotivata. Sono demotivata quando comincio a dirmi che non succede niente se oggi non scrivo. Se all’improvviso trovo un sacco di cose più importanti da fare. Oppure posticipo in continuazione il momento in cui scriverò. O guardo quello che sto scrivendo e mi sembra una schifezza. (Qui trovi un post sugli altri scherzetti che ti può fare la mente)
Però… non c’è niente da fare, i libri non si scrivono da soli. Quindi, la motivazione va ritrovata.
Nel prossimo post troverai un sacco di suggerimenti concreti, ma qui, voglio suggerirti due importanti riflessioni.
Ammettilo. Di’: “Oggi non ho voglia di scrivere. Non mi passa neanche per l’anticamera della testa! E non ho voglia, perché non sono motivata.” Usare questa parola è importante, perché se non chiamiamo le cose con il loro nome, facciamo anche fatica ad affrontarle. Quindi, se non sei motivata, dillo. Non nasconderti dietro scuse e giustificazioni.
Scopri PERCHÉ sei demotivata. Cosa non funziona? Cosa ingolfa il tuo motore? Con serenità, prova a fare mente locale e a elencare le cose che non vanno. Forse fai fatica a trovare il momento giusto. Magari sei troppo presa da altri impegni. O pensavi che l’ispirazione ti sospingesse lungo una discesa infinita e invece ti ritrovi già in pianura. Forse credevi che i tuoi sforzi avrebbero avuto un riconoscimento maggiore.
Assumerti la responsabilità di ammettere come ti senti e prenderti il tempo necessario per capire perché ti ritrovi a bordo strada ti aiuterà mettere la giusta benzina nel motore.
Nel prossimo post, ti darò tantissime idee su come riuscirci. Intanto, se vuoi svolgere qualche esercizio sull’efficacia personale, ti consiglio questo “quaderno”.
SE STAI ATTRAVERSANDO UN MOMENTO NO E VUOI RITROVARE LA MOTIVAZIONE, SCRIVIMI! POSSO AIUTARTI A RISENTIRE QUEL VENTO MERAVIGLIOSO TRA I CAPELLI. IL MIO INDIRIZZO È info@edytassi.it. PRENOTA UNA CALL CON ME E… RITROVA LE TUE ALI (COME DIREBBERO IN UNA FAMOSA PUBBLICITÀ!!!
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February 25, 2020
Come puoi fallire davvero, quando scrivi
Se mi stai seguendo in questo cammino dedicato la fallimento, non ti sarà sfuggito che, nonostante i miei fallimenti passati, di cui ti ho parlato in alcuni video sulla mia pagina FB, e nonostante io abbia ancora paura di fallire (delle cose spiacevoli si ha sempre timore, dopotutto siamo umani!), continuo a scrivere. Ho cominciato un nuovo romanzo e, poco prima di Natale, ho regalato un mio racconto a un’iniziativa volta a raccogliere fondi per la CRI.
Ma non finisce qui. Scrivo ancora, e ho addirittura l’ardire di aiutare altre aspiranti autrici a farlo.
Perché?
Non perché io sia come quello che si lamenta delle sue sofferenze ma non smette di darsi martellate o perché voglio campare sulle illusioni altrui.
Nel post precedente ti ho fatto riflettere su due elementi principali legati alla paura di fallire: qual è la tua idea di successo (che quindi definisce anche la tua idea di fallimento) e quanto di questa idea di successo dipende dal comportamento altrui (che non puoi condizionare).
Oggi, le riflessioni continuano.
UNA PRESA DI COSCIENZA FONDAMENTALE
Se continuo a scrivere, e se aiuto altre aspiranti autrici a farlo, è perché, negli anni, ho capito una cosa fondamentale.
Un libro che non vende, lettrici che non recensiscono, le recensioni negative, le case editrici che ti lasciano a piedi, non rappresentano davvero un fallimento. Sono, e qui forse ti sorprenderò…
ASSOLUTAMENTE LA NORMA
È normale che un libro venda poco. È normale che ottenga recensioni scarse e tiepide. Non è piacevole, ma succede. E quindi, è normale anche fallire quando scrivi. Il fallimento è una componente integrante della vita di chi scrive. Non si può non fallire. Tutto quello che non funziona: i pochi lettori, le poche recensioni, le poche copie vendute, fanno parte del gioco.
Fanno male, anche questo è vero. Fanno malissimo. Ma se decidi di scrivere, devi metterle in conto, esattamente come metti in conto che, se corri, prima o poi cadrai; che se giochi a pallone, prima o poi perderai ecc…
Pensaci. Nel momento in cui inizi a scrivere e le tue dita sfiorano la tastiera intraprendi un cammino meraviglioso, pieno di emozione, sogno, speranza, ma anche un cammino che, prima o poi, comprenderà il fallimento. Matematico.
Quindi, perché averne paura? Prendilo come il fatto che durante un lungo viaggio incapperai in un temporale, un rallentamento, una coda. L’importante però è proseguire, fino a destinazione.
Quando io ho realizzato questa cosa, ho provato un sollievo incredibile e sono sicura che, se fai tuo questo pensiero, anche tu ti sentirai molto sollevata. Non sei tu che sei una fallita, o che non sai scrivere. Semplicemente, il dosso che attende ogni viaggiatore, è arrivato.
IL VERO FALLIMENTO
Lo so, a questo punto, tutta avvolta dalla tua nuvola di sollievo, cominciavi a convincerti che il fallimento non esistesse e che la tua paura di fallire fosse una grandissima cavolata. Invece, mi tocca riportarti con i piedi a terra, perché un vero fallimento è possibile, ma solo a una condizione.
Fallire quando scrivi, non è un libro che va male, una battuta d’arresto, un momento di vuoto attorno. Il vero fallimento è solo uno
SMETTERE
Smettere di scrivere, di sognare, di creare mondi, storie, personaggi. Smettere di sederti alla scrivania alla ricerca della parola giusta. Smettere di guardare il mondo con gli occhi di chi cerca sempre un’angolatura nuova da raccontare, un raggio di sole da dipingere, una smorfia, uno stralcio di conversazione. Tutto questo andrebbe perduto. E sarebbe davvero un fallimento.
Ma bando ai romanticismi. Perché ok che il fallimento capita, ok che è nella natura stessa della scrittura che capiti e via dicendo. Ma quando arriva, è comunque una bella botta, che ti lascia tramortita. E quindi, cosa puoi fare, quando ti rendi conto che le cose non stanno andando come vorresti, anzi, che peggio di così non si potrebbe?
IL MANTELLO DELL’INVISIBILITÀ
Non posso darti consigli universali, ma solo qualche metaforica pacca sulla spalla, perché so quanto è doloroso, e offrirti altri spunti di riflessione, che ti prego di considerare con calma, quando la tempesta ormonale e le lacrime si saranno placate almeno un po’.
Quando compi il primo passo verso la realizzazione di un sogno, allo stesso tempo compi il primo passo verso la dimostrazione che la tua paura di fallire era fondata. Per questo, spesso, siamo tentati di non partire nemmeno. D’altro canto, muovere quel primo passo, e tutti i successivi, è l’unico modo per far sì che il tuo progetto abbia successo. Non ci sono alternative. Quindi, continua a camminare.
Anche dopo un insuccesso, puoi sempre ricominciare. Checché ne dicano gli altri, sei tu che stabilisci quando un insuccesso è permanente e definitivo (il che mi riporta a qualche riga sopra: ricordi?, fallisci solo se smetti).
L’insuccesso, spesso, è una sorta di mantello dell’invisibilità. Dopo un insuccesso sparisci, ti ritiri, e in quella solitudine e invisibilità puoi elaborare il tuo nuovo piano, il tuo nuovo progetto. Nell’invisibilità puoi sperimentare, reinventarti, rischiare. Il fallimento ti rende libera!
La paura di fallire quando scrivi è il segnale che stai facendo qualcosa di importante per te. E quindi, non vale forse la pena rischiare? Come dice Jeff Bezos, però, mantieni stabile la destinazione e aggiusta la rotta. Se qualcosa non ha funzionato, cerca di capire cosa, ma soprattutto, impara a procedere a piccoli passi e a costruire qualcosa ogni giorno. A quel punto la paura di fallire non sarà più un problema perché per te sarà più importante quello che stai costruendo.
HAI MAI APPROFITTATO DI UN APPARENTE FALLIMENTO PER REINVENTARTI E RINASCERE, COME UN’ARABA FENICE? SE CI PENSI, SONO SICURA CHE NEI MOMENTI PIÙ CRITICI HAI TROVATO LA SPINTA PER CRESCERE E MIGLIORARTI. TI VA DI VENIRE A RACCONTARMI LA TUA ESPERIENZA SULLA MIA PAGINA? E SE NON MI SEGUI ANCORA, REGALAMI IL TUO LIKE, COSÌ MI AIUTERAI A FARLA CRESCERE SEMPRE DI PIÙ E A RAGGIUNGERE AUTRICI ROSA COME TE!
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February 11, 2020
Due riflessioni, se hai paura di fallire quando scrivi
Nel momento in cui prendi in mano la penna o appoggi le dita sulla tastiera, eccola lì, che compare, insieme alle prime parole, alle prime idee. La paura di fallire. Una paura trasversale, ecumenica, che non guarda in faccia nessuno: esordienti o no. La paura di fallire, quando scrivi, è una compagna che può restare dormiente, ma che è pronta a saltare fuori al primo accenno di stanchezza, un po’ come l’herpes.
E quando salta fuori, diventa difficile da debellare perché, la fetente, sa premere tutti i pulsanti giusti e fare leva su tutta un’altra serie di ansie e paturnie di cui noi, sensibili creative, siamo piene… non senza ragione, oserei dire!
Cosa ne so? Be’, per molti versi posso considerarmi una campionessa mondiale di fallimento.
Il primo romanzo che ho scritto ha avuto un ottimo successo, ma, ironia della sorte, con l’andare del tempo ha preso sempre più le sembianze della beffa prima del danno, o di una scala che avevo salito rapidamente per poter precipitare giù da un’altezza maggiore.
Infatti, il secondo romanzo ha venduto così così, il terzo poco, il quarto… che te lo dico a fa?! (PS: se sei curiosa di scoprire tutti i dati esatti, ti invito a guardare il video che ho pubblicato sulla mia pagina Facebook, e già che ci sei, se ancora non lo hai fatto, mettile un bel like e comincia a seguirmi!)
Bene, hai visto il video? Quindi ora sai che sono, a tutti gli effetti, l’esempio vivente di un fallimento.
Ecco perché posso parlare a pieno diritto della paura di fallire. L’ho provata, la provo e, sono sicura, la proverò.
Sì, perché devi sapere che la paura di fallire non sparisce.
L’unica cosa che puoi fare è imparare a gestirla.
In un mio post precedente ti ho già parlato della paura di scrivere, della quale la paura di fallire, quando scrivi, è una stretta parente. Ma cosa vuol dire avere paura di fallire?
Principalmente, vuol dire due cose: temere di dover rinunciare a un sogno e temere di non dimostrarsi all’altezza di quel sogno.
C’è quindi una valenza interiore e una esteriore. Quando hai paura di fallire, in sostanza, temi di non soddisfare le aspettative altrui (alle tue lettrici non è piaciuto quello che hai scritto); e temi che le lettrici non soddisfino le tue aspettative (vendite, recensioni e compagnia bella che scarseggiano).
Quando entrambe le paure si concretizzano, è la fine, scatta la crisi più nera.
E di nuovo, lo so bene.
So cosa vuol dire non vendere come vorrei, cosa vuol dire aspettare come un’assetata nel deserto le recensioni, che nella maggior parte dei casi non arrivano, avvertire il vuoto attorno e non capire perché. Sulla carta tutto sembrerebbe in ordine, a posto, invece, nulla.
In questi casi le cose da fare sono due.
RIFLETTERE
Se è vero che il sasso fa male a seconda dell’altezza da cui cade (diceva il mio saggio nonno), tu prova a individuare cosa significa per te avere successo come scrittrice, cioè qual è altezza da cui ritieni di dover osservare la tua attività, o dalla quale potrebbe cadere il sasso di mio nonno.
Per te, successo, significa:
arrivare alla fine della stesura di un romanzo che sognavi di scrivere da una vita (Qui trovi un sacco di consigli su come farcela!)
trovare una casa editrice tradizionale
farti rappresentare da un agente
entrare nella classifica dei più venduti
fare presentazioni in tutta Italia
vendere il titolo all’estero
raggiungere 100 recensioni su Amazon
guadagnare 100.000 euro
arrivare alla prima ristampa (o alla quarta o alla decima)
avere un gruppo su FB con migliaia di iscritte
avere un profilo IG che scoppia
divertirti mentre scrivi
partecipare a un premio letterario
essere una fonte d’ispirazione
raccontare una storia in cui credi
L’elenco può andare avanti fin che vuoi. Anzi, sentiti libera di aggiungere tutto quello che preferisci. Ma, ovviamente, più l’elenco si allunga, più il simbolico sasso sale, su su, dove il vento è più forte, dove è più facile che si scatenino i temporali, le tempeste di neve e le probabilità che cada dritto su di te, che là sotto, ticchetti allegramente sulla tastiera, aumentano.
Quindi, la prima cosa da fare per gestire la paura di fallire quando scrivi è prendere coscienza del suo opposto. Cosa significa per te, avere successo? Di quanti elementi è composto, il successo che desideri? Perché potrebbe non essere un elemento così scontato, sai? Soprattutto visto che, a questo punto, devi…
INDIVIDUARE COSA DIPENDE DA TE
E, ovviamente, cosa dipende dagli altri, di tutte queste variabili del tuo successo.
Non che sapere che non puoi puntare una pistola alla tempia delle tue lettrici per obbligarle a recensire il tuo romanzo sia di grande consolazione, ma il fatto che di mezzo ci sia qualcosa come l’imperscrutabile volontà altrui, può aiutarti ad accettare con fatalismo la cosa. Mia nonna (sì, i miei nonni erano tutti saggi) diceva sempre che al tempo, ai padroni e ai matti non si comanda. E nemmeno alle lettrici, mi verrebbe da dire.
Quindi, osserva il tuo elenco. Quante leve del tuo successo hai messo in mano a persone terze? Quanto dipende, la tua idea di successo da quello che fanno o non fanno persone che non puoi costringere a comportarsi diversamente?
Perché se tutta la tua idea di successo dipende da quello che faranno o non faranno gli altri, be’, il sasso è praticamente un macigno grande come meteorite appeso a un capello. E il rischio che cada perfino se non tira un alito di vento è altissimo. Se invece la tua idea di successo ha a che fare un po’ con gli altri ma soprattutto con te stessa e quello che puoi fare tu per le tue lettrici, allora ci sarà sempre una rete di salvataggio, sopra di te, pronta a frenare la caduta del sasso.
COSA NE DICI? HAI MAI RIFLETTUTO SU COSA SIGNIFICA PER TE, IL SUCCESSO? E QUANTO DI QUESTO POTERE LASCI NELLE MANI DEGLI ALTRI O COME È COLLEGATO ALLA PAURA DI FALLIRE QUANDO SCRIVI? OGGI TI LASCIO COSÌ, UN PO’ SOSPESA (MI SEMBRA IL TERMINE PIÙ APPROPRIATO!) A PENSARE. E SE VUOI, POI RACCONTAMI A CHE CONCLUSIONI SEI ARRIVATA. TI ASPETTO SULLA MIA PAGINA!
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January 29, 2020
Gli errori organizzativi che ti impediscono di finire il tuo romanzo
Terminare la stesura di un romanzo è una corsa campestre, più che una maratona, durante la quale ti puoi imbattere in ostacoli fisici, come torrenti o temporali (salta la luce e non hai salvato tre ore di scrittura o ti si rompe il computer), ma spesso, il vero motivo per cui rischi di non arrivare al traguardo e di finire il tuo romanzo è che ti boicotti da sola con i tuoi pensieri (non ce la farò mai, sono già stanca, mancano ancora un sacco di chilometri/pagine) o non ti prepari correttamente per la gara, ossia, commetti un errore organizzativo.
Ecco quindi, da un punto di vista organizzativo, quali sono gli errori che ti impediscono di finire il tuo romanzo:
Non scrivi, correggi
Sei una scrittrice da weekend, se va bene, da “a data da destinarsi” se va male
Il tuo cassetto è pieno di work in progress
Controlli ancora una cosina e poi, giuri, scrivi
TUTTI IMPARIAMO DAI NOSTRI ERRORI (APPUNTO)
Per creare l’elenco degli errori che ti impediscono di finire il tuo romanzo, ho pensato, prima di tutto, a quelli che commetto io, e quello che io ho commesso più spesso è il primo, non scrivi, correggi. Una volta, infatti, le mie sessioni di scrittura si svolgevano più o meno così: mi sedevo alla scrivania e la prima cosa che facevo era rileggere quello che avevo scritto l’ultima volta. Il mio intento era di riprendere il filo del discorso, poi però cosa succedeva? Che immancabilmente cadevo nell’errore di cominciare a correggere una parola qui, una parola là, una frasetta, aspetta che cambio questa cosa… a quel punto la mente si metteva in moto e cominciavo a ragionare su quella scena che in realtà era già scritta.
Poiché mi alzavo alle 6 della mattina per avere un’ora tutta per me da dedicare alla scrittura, prima che si alzasse il resto della famiglia, quando scoccavano le 7 molto spesso io avevo dedicato ben 35 minuti alla correzione e alla riscrittura, e avevo scritto qualcosa di nuovo per 20 minuti soltanto. La progressione quindi era estremamente lenta.
Quando me ne sono resa conto, mi sono chiesta se avesse un senso continuare a correggere le cose indietro (talvolta non solo le poche pagine precedenti ma addirittura tutto il capitolo) e la risposta è stata NO. Primo, non procedevo, e secondo, la mia testa si affollava sempre più di due elementi che faticavano a coabitare: le correzioni che volevo apportare a quanto già scritto, e le idee nuove su quello che ancora dovevo scrivere.
E dopo due mesi ero ancora ferma alle prime 50 pagine, nonostante mi stessi dedicando alla scrittura con costanza e impegno!
Perciò, ho deciso che ogni mattina avrei riletto le pagine precedenti solo per cinque minuti. Sapevo che non erano perfette, ovvio. Chi scrive tutto subito alla perfezione? Ma dopo quei cinque minuti attaccavo con la parte nuova e da quel momento ho cominciato a finire le prime stesure in non più di tre o quattro mesi.
Pretendere la perfezione troppo in anticipo era più un intralcio che un aiuto.
LE SOLUZIONI
Gli errori che ti impediscono di finire il tuo romanzo non sono irrisolvibili, anzi, molto spesso per riuscirci basta il classico uovo di Colombo.
1. Non scrivi, correggi
Sì, le pagine che hai scritto non saranno un capolavoro, ma tu vai avanti. Spegni il critico interiore, spegni l’editor interiore. L’unica cosa interiore a cui devi dare ascolto sono le idee che ti frullano nella testa e che vanno messe su carta. Adesso. Pensa che, una volta terminata la prima bozza, avrai tutto il tempo del mondo per tornare indietro, molto più lucida e rilassata, a controllare ogni singola virgola, aggettivo, avverbio. E se mentre stai scrivendo ti balena in mente una correzione importante, tieni un file aperto e prendi nota lì, senza intervenire immediatamente.
2. Sei una scrittrice da weekend, se va bene, da “a data da destinarsi” se va male
Forse sei anche tu una di quelle che riesce a scrivere solo nel weekend, perché lavora fuori casa, ha una famiglia e il tempo, è vero, non basta per fare altro. E in ogni caso, scrivere per una lunga sessione il sabato, è sicuramente meglio che non scrivere mai. Però è rischioso. Per due motivi.
Innanzitutto, la scrittura non è qualcosa di immutabile e negli intervalli di tempo ha la brutta abitudine di cambiare senza che tu te ne accorga. Viene influenzata da tutto. Da quello che leggi, che vedi, che ascolti. Così, se passa troppo tempo tra una sessione e l’altra, la tua voce può risultare leggermente diversa, mancare di continuità. Inoltre, se per qualche motivo quel giorno hai un imprevisto, potresti dover saltare la sessione. E a quel punto? Ti ritroveresti a non scrivere per quindici giorni di fila, in attesa del sabato successivo. Una situazione insidiosa, perché a questo punto è un attimo gettare la spugna e ritrovarsi a non scrivere più, perché tanto, c’è sempre qualcosa che te lo impedisce.
Ecco perché, a costo di suonare monotona, la scrittura deve essere il più possibile un appuntamento quotidiano. Anche solo un quarto d’ora, per appuntarti un’idea, un passaggio, un botta e risposta che, poi, nella sessione lunga di sabato scriverai con tutti i crismi.
3. Il tuo cassetto è pieno di work in progress
Ok, sarai anche una multipotenziale, con un sacco di tempo a disposizione per scrivere, ma tenere troppe palle in aria rischia di provocare gli stessi problemi delle sessioni di scrittura troppo distanti: mancanza di focus, discontinuità, amnesie. Fai come il laser, invece, in grado di tagliare anche i materiali più resistenti e con la massima precisione, proprio perché tutta la sua potenza è concentrata in un punto solo. Scegli un progetto, quello che ora ti entusiasma di più, e portalo a termine come ti dicevo per quanto riguarda l’errore numero uno. Anche se non è perfetto. Piuttosto, crea un writing circle intelligente e comincia a lavorare al nuovo progetto solo quando hai finito la stesura del precedente. A quel punto, mentre ti occupi della seconda stesura del primo, puoi cominciare a fare ricerca sull’altro. Il che ci porta all’ultimo errore.
4. Ancora una cosina e poi, giuri, scrivi
Quando ti stai documentando per un nuovo libro, e l’argomento ti appassiona, rischi di dedicare troppo tempo alla ricerca. Le informazioni sono interessanti, ma innescano una catena per cui finisci un testo e nella bibliografia ne trovi altri tre, oppure parli con un esperto che te ne suggerisce un altro. Così ti ritrovi con un bagaglio di nozioni infinito e meraviglioso, ma stai “scrivendo” da sei mesi, e ancora non hai scritto niente.
Se questo è il tuo errore, regolati così: raccogli solo le informazioni di base sull’argomento, quelle che ti servono per cominciare a orientarti, e poi scrivi. E strada facendo approfondisci solo le informazioni che ti servono per quella determinata scena, passaggio, dialogo. Sii selettiva. E soprattutto, stabilisci una data entro la quale mettere uno stop alla ricerca. Tra un mese? Tra due? Leggi quello che vuoi, parla con chi vuoi, vai dove vuoi, ma allo scadere della deadline, quello che sai, sai e basta. Questo ti aiuterà anche a scegliere meglio, su cosa documentarti e a non disperdere la ricerca in mille direzioni.
Su come fare ricerca poi, trovi un sacco di consigli sul mio manuale, Scrivere Rosa, all’interno del quale c’è tutta una sezione dedicata alle informazioni e a come recuperarle.
COME HAI VISTO, GLI ERRORI CHE TI IMPEDISCONO DI FINIRE IL TUO ROMANZO, LEGATI ALL’ORGANIZZAZIONE, SI POSSONO RISOLVERE IN MODO SEMPLICE. SE PERÒ SENTI IL BISOGNO DI UN AIUTO IN PIÙ, PUOI RICORRERE ALLE MIE PERLE ISPIRATE, UN MAZZO DI CARTE CHE HO CREATO PROPRIO PER TE, PER AIUTARTI AD AVERE SEMPRE IL MINDSET GIUSTO PER SCRIVERE, GIORNO DOPO GIORNO. LE TROVI QUI. ORDINALE SUBITO E NEL GIRO DI POCHISSIMI GIORNI SARANNO TUE!
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January 21, 2020
Gli errori di mindset che ti impediscono di finire il tuo romanzo
La settimana scorsa ti ho accennato a una serie di errori di mindset che ti impediscono di finire il tuo romanzo. Te li ricordi?
Gli errori di mindset nascono da convinzioni, gesti ripetuti, informazioni introiettate che diventano parte del nostro modus operandi istintivo e, molto spesso, ci appaiono come atteggiamenti addirittura virtuosi. Invece, subdolamente, ci penalizzano.
QUESTO L’HO COMMESSO IO!
Ti faccio un esempio che riguarda me e uno degli errori di cui parleremo.
Anni fa, stavo scrivendo una storia che mi piaceva molto. Ero convinta che fosse una genialata. Anzi, in realtà di genialate secondo me ce n’erano due.
Avevo cominciato a scrivere una cinquantina di pagine e mi sentivo veramente ispirata. Non vedevo l’ora di sedermi alla scrivania e continuavo a pensare alla storia.
Poi…
… ho condiviso il mio progetto con una persona, chiedendole cosa ne pensasse, perché ritenevo che mi avrebbe dato un parere utile e costruttivo.
Invece, questa persona ha bocciato il mio progetto, dicendo che il genere si stava esaurendo (la chick-lit!). E io, indovina cosa ho fatto? Ho smesso di scrivere. Ho messo quel progetto nel cassetto. L’ho abbandonato. Con il senno di poi, ovvio che sia tu che io sappiamo che ho sbagliato, perché la chick-lit è ancora viva e vegeta, e perché, proprio come dice Elizabeth Gilbert nel suo Big Magic, l’idea (una delle due genialate), è andata a cercare qualcun altro che la realizzasse. Il motivo dell’errore, però, non è aver dato ascolto a quella persona, ma non aver creduto abbastanza al progetto.
Se credi in quello che fai, non è certo un parere a dissuaderti, no?
Io invece ero insicura e quindi sono caduta nel tranello che la mia mente mi ha teso, cancellando quello che IO pensavo e sostituendolo con quello che pensava l’ALTRA PERSONA.
Ora, non voglio dire che non devi ascoltare i pareri altrui (in fondo, anche quelli che ti do io sono pareri e mi piacerebbe molto che tu li ascoltassi), ma che uno degli errori di mindset che ti impediscono di finire il tuo romanzo è proprio quello di non credere abbastanza nel tuo progetto. Perché se non ci credi, ti esponi troppo al parere altrui e rischi che le tue azioni vengano condizionate, spesso nel modo sbagliato, da questa insicurezza.
Benissimo, e dunque,
RISOLVIAMO GLI ERRORI DI MINDSET
O quanto meno riflettiamoci su, nel dettaglio.
1. Pensi che per scrivere, tu debba aspettare l’ispirazione.
Molte volte, confondiamo l’ispirazione con altri elementi necessari alla scrittura. Per esempio, la VOGLIA di scrivere. È facilissimo sovrapporre questi due elementi. Se mi sento ispirata ho voglia di scrivere, se ho voglia di scrivere mi sento ispirata. Ovviamente vale il contrario. Non mi sento ispirata e quindi non ho voglia di scrivere. Non ho voglia di scrivere perché non mi sento ispirata.
Peccato che se aspetti che le due cose coincidano, potresti dover aspettare un bel po’, prima di scrivere. Quanto sei disposta ad aspettare?
Un giorno. Una settimana. Un mese.
Capisci anche tu che il rischio è di non scrivere mai.
Se la cosa non ti preoccupa, accomodati pure, e aspetta l’ispirazione. Ma se invece il tuo obiettivo è di finire di scrivere il tuo romanzo, allora non hai scampo. Scrivi sempre, ogni volta che puoi. Ispirazione o meno. Decidi un momento della giornata adatto alla scrittura e presentati all’appuntamento. Vedrai che l’ispirazione, accorgendosi che sei lì ad aspettarla, capirà che fai sul serio e ti sosterrà.
2. Ti lasci smontare dai pareri altrui.
Se ti capita di dare molto peso a quello che dicono gli altri, fermati a pensare al tuo progetto. Cosa ti entusiasma? Qual è l’elemento che ti piace e su cui vuoi lavorare?
Se non sei sicura di quello che stai facendo e del perché lo stai facendo, i pareri altrui saranno sempre venti capricciosi in grado di spingere la tua barca ora in una direzione ora in un’altra. Ma sei tu, che dentro di te, li devi considerare, valutare e poi accettare o scartare. E non devi farlo da un luogo di ansia, paura, insicurezza.
Paradossalmente, se sei un tipo insicuro, non chiedere pareri. Tira dritto, qualsiasi cosa stai facendo. Chiedi un parere solo se sai che sei in grado di mantenere la lucidità necessaria per valutarlo e la forza necessaria per respingerlo. E quando ti senti incerta, per prima cosa, parti da te. Guardati dentro, ripensa al tuo progetto. Perché lo hai cominciato, cosa ti aveva convinta, qual è il suo scopo. Impara a gettare radici profonde a quello che fai.
3. Hai deciso che questo libro sarà IL libro
Riponi tutte le tue speranze in questo progetto. Vuoi che sia l’opera con la quale sfonderai, scalerai le classifiche, guadagnerai un sacco di lettrici, di recensioni, di soldi. E quindi, giorno dopo giorno, l’ansia monta. Le cose scricchiolano. La trama comincia ad apparirti scontata, perciò pensi di modificarla un po’. Oppure ci sono dei personaggi che ti convincono sempre meno. Scrivi un capitolo e ti domandi se sarà davvero così bello, avvincente, emozionante da farti ottenere quello che vuoi.
D’altra parte, questo libro deve essere il tuo capolavoro, no?
Tutto questo lavorarci su, però, ti rallenta. E più le tue ambizioni si alzano, più la storia ti sembra inadatta e tu ti senti demotivata.
Lascia che ti dica una cosa. Non sei TU a decidere se questo libro sarà IL libro. Lo decidono le lettrici.
Quante volte hai letto dei bestseller e ti sei chiesta. Tutto qui?
Quante volte hai letto un capolavoro e ti sei chiesta perché non sia finito per mesi in testa alle classifiche?
Solo alcuni successi vengono studiati a tavolino. Normalmente, diventano successi i libri che diventano successi. Quindi, non caricarti di aspettative, perché rischi di convincerti che il libro che stai scrivendo non sia abbastanza, e di non finirlo mai. Comincia a scrivere qualcosa che convince te, prima di voler scrivere qualcosa che convinca l’Universo intero.
4. Ti sei convinta che questo libro faccia schifo
Ok, non sarà perfetto. Dopotutto, la perfezione è un obiettivo molto difficile da raggiungere. Però, quando scrivi, te ne dimentichi. Vuoi perché è il sogno della tua vita, vuoi perché lo stai caricando di aspettative grandissime, vuoi perché ti sei scelta degli esempi altissimi con cui paragonarti, fatto sta che il tuo romanzo ti sembra una schifezza e non sei più convinta che valga la pena lavorarci su.
Quello però a cui devi puntare, se vuoi finire il tuo romanzo, non è la perfezione, ma qualcosa di ancora più importante.
L’integrità.
Perché se la perfezione non esiste, l’integrità sì.
Sei integro quando rispetti i tuoi valori, quando sei accurata. Quando, come si dice, you walk the talk. L’integrità si fonda sui parametri che tu scegli per te stessa e che decidi di rispettare.
Lo stesso vale per qualsiasi progetto.
Pensa a quali sono i principi del tuo libro. Qual è il suo scopo? Qual è il messaggio? Sposta l’attenzione da un’ipotetica, e irraggiungibile, perfezione, a quali sono i principi del progetto. Vuoi far ridere? O raccontare una storia commovente? Vuoi scrivere una novella, un romanzo, un racconto? E più in generale, a chi vuoi parlare?
Rifletti e identifica i principi su cui si basa il tuo progetto e poi assicurati di rispettarli. Questo è importante.
La perfezione è un’utopia, l’integrità no. Scegli l’integrità e finisci il tuo romanzo.
L'articolo Gli errori di mindset che ti impediscono di finire il tuo romanzo proviene da Edy Tassi.
January 15, 2020
Cosa ti impedisce di finire il tuo romanzo?
In moltissimi vogliono scrivere un libro, ma solo il 3% (o poco più) riesce a finirlo.
Tu rientri in questo fortunato 3%? E se no, cosa ti impedisce di finire il tuo romanzo?
Innanzitutto è importante che tu sappia perché scrivi e scegliere bene cosa scrivere. Qui e qui trovi due miei post sull’argomento, per cominciare a rifletterci su. E poi…
NON È UN DESTINO INELUTTABILE.
Se non sei tra le poche elette, sarà una magra consolazione sapere che, dopotutto, non sei solo tu la sfigata che non riesce mai a mettere la parola fine al suo romanzo ma, anzi, sei in buona e nutrita compagnia. E questo novanta e rotti percento di buona compagnia non ti consola probabilmente perché senti che non è un destino ineluttabile quello di restare intrappolata in una sorta di perenne coito interrotto con il tuo progetto di scrittura, per cui parti, riparti, arrivi fino a un certo punto e poi, stop, come se sul più bello arrivasse qualcuno a obbligarti a tirare giù le gonne (e a lui, su i pantaloni), senza mai approdare alla famigerata, agognata conclusione.
Tuttavia, è un destino di cui tu al momento sei, ammettiamolo, complice.
Eh già.
Questo, soprattutto, brucia. Sapere che, se ti trovi in un limbo, hai le tue belle responsabilità, perché consapevolmente o inconsapevolmente hai commesso degli errori. Di qualcuno te ne sei già accorta. Qualcuno magari è più subdolo e sfuggente, però ci sono, senti che ti zavorrano. Alcuni poi non sono nemmeno errori, ma abitudini, che hai adottato quasi senza rendertene conto e che adesso ti tirano per una manica, cercando di trattenerti e, come risultato finale, ti impediscono di finire il tuo romanzo.
La soluzione è individuare gli errori e le abitudini controproducenti e decidere di risolvere i primi e modificare le seconde. Non c’è niente come la consapevolezza per fare luce e aiutare a passare all’azione.
Quali sono, quindi, questi errori?
Io ne ho individuati otto. Probabilmente sono di più, ma perché infierire?
La consolazione è che:
molti li ho commessi, e talvolta continuo a commetterli, anche io (mal comune…)
nella maggior parte dei casi sono facilmente rimediabili.
Per comodità ho suddiviso questi otto errori in due gruppi, gli errori di mindset, cioè quelli che riguardano te, le tue convinzioni, le tue ansie, il tuo modo di considerare la scrittura e che possono essere risolti cercando di affrontarla con una visione diversa; e gli errori organizzativi, cioè quelli che hanno a che fare con il tuo modo di lavorare, le tue abitudini, le inefficienze e compagnia bella e che possono essere risolti con qualche consiglio pratico.
GLI ERRORI DI MINDSET:
Pensi che per scrivere tu debba aspettare l’ispirazione
Ti lasci smontare dai pareri altrui
Hai deciso che questo libro sarà IL libro
Ti sei convinta che questo libro faccia schifo
GLI ERRORI ORGANIZZATIVI:
Non scrivi, correggi
Sei una scrittrice da weekend, se va bene, saltuaria se va male
Il tuo cassetto è pieno di work in progress
Controlli ancora una cosina e poi, giuri, scrivi
Non so se mentre leggevi ti sei riconosciuta in qualcuna di queste frasi, che ho voluto tenere un po’ sibilline di proposito. Di sicuro, qualcuna di esse avrà risuonato dentro di te. Di sicuro tra questi c’è l’errore che ti impedisce di finire il tuo romanzo.
Bene, allora non perderti i blog post delle prossime settimane, perché ne parleremo, oh, se ne parleremo. Nel frattempo, riflettici su, prova a individuare quello che, se ti guardi allo specchio ti fa dire «Eh, sì, questa sono proprio io!»
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December 4, 2019
Il dono della scrittura
Dicembre, mese di propositi (sì, anche lui!), in cui pensi che ti organizzerai con calma, che ti godrai le feste senza litigare con quei parenti che eviti tutto l’anno, che riuscirai a mettere da parte i regali senza doverti scapicollare nei negozi la Vigilia. Dicembre è un mese poetico e allo stesso tempo spietato. Ricco di magia, ma con la brutta abitudine di correre e correre dal primo giorno fino all’ultimo, quando ti ritrovi tramortita sotto una montagna di carte, nastri, pandori e film in cui la gente canta e si scambia biscotti alla cannella. Sono sicura che sai di cosa parlo!
Dicembre, però, è anche un mese riflessivo. Durante il quale, se vuoi, puoi soffermarti a pensare e a osservare. Puoi fare un po’ di decluttering in casa (ho trovato questo originale calendario dell’avvento che ti aiuterà a fare ordine un giorno alla volta!), riscoprire gli spazi, scegliere chi vedere, organizzare momenti conviviali, ritrovarti con gli altri e anche con te stessa.
Io amo dicembre perché, oltre a essere un mese freddo, è un mese che parla alla mia parte più introspettiva. A dicembre, non posso fare a meno di pensare a chi sono, cosa faccio, come impiego le mie giornate e la mia vita. E ovviamente è un mese di doni. Ma attenzione, non uso il termine “dono” come sinonimo di regalo, impacchettato, acquistato, consegnato e scartato. Lo intendo nel senso più nobile e alto. Qualcosa di prezioso, di umano, che sgorga dal cuore. Il dono è la parte spirituale del regalo. L’essenza, l’anima, il messaggio. Il dono è anche una dote, qualcosa di unico che rende preziosa te.
Quanti doni hai ricevuto, nella tua vita? Quanto c’è di prezioso attorno a te e dentro di te? Sono sicura che uno di questi, se stai leggendo il mio post, è il dono della scrittura.
La scrittura è un dono
Scrivere, raccontare, narrare è un gesto che appaga, diverte, aiuta a crescere. Quando finisci di scrivere una storia, non sei più quella che eri quando l’hai cominciata. Nel corso delle giornate sei cambiata, ti sei messa alla prova, hai scavato dentro di te per dare vita ad altre vite. Il cambiamento è inevitabile. Hai trovato una nuova te. Hai regalato al mondo nuove esistenze.
E questo, per me, è un vero miracolo. Creare altre vite, che possono allontanarsi per raggiungere le lettrici e cambiarle, farle crescere, emozionarle, divertirle come hanno fatto mentre tu le raccontavi. Uscire a fare ricerca ti cambia, ti fa scoprire luoghi nuovi, professioni che non conoscevi. Ti fa conoscere l’alba dalla vetta di una montagna, il rumore di un ruscello che scorre tra gli alberi, i gesti che compiono le persone quando salgono in metropolitana. Accende la realtà di particolari, ti mette in sintonia con ciò che ti circonda. Ti rende più resiliente, paziente e viva.
Scrivere è difficile. Non sempre le aspettative vengono soddisfatte. Eppure, cosa può essere la scrittura, se non un dono? Se non una meraviglia di cui essere felici e andare orgogliose?
Un dono per gli altri
I giochi si rompono, le bottiglie di vino durano pochi minuti, i maglioni si infeltriscono… ma le parole, quelle rimangono. E visto che scrivi, puoi fare in modo che i tuoi regali, quest’anno siano fatti di parole. Non quelle che si dicono e volano via appena pronunciate. Né quelle dette per cortesia. O quelle stereotipate di certi biglietti prestampati.
Ti ricordi quando, in un post di qualche tempo fa, ti ho raccontato del libro che ho scritto per i diciotto anni della mia amica? Nonostante l’esito discutibile, quello è stato un dono a tutti gli effetti. E anche tu, se vuoi, puoi realizzarne uno simile, magari meno impegnativo, ci mancherebbe! Ecco qualche esempio:
scrivi una lettera a un’amica o a qualcuno che vuoi bene e spediscigliela (se abita vicino, lasciagliela direttamente nella cassetta della posta);
scrivi un racconto di poche pagine, cinque o sei bastano, dedicato a una persona a cui vuoi bene, stampalo e ferma le pagine con un nastro rosso prima di regalarglielo;
racconta la tua storia ai tuoi figli; oppure racconta loro come hai conosciuto il loro papà; insomma, condividi qualcosa che non sanno e che potranno conservare;
scrivi su tanti foglietti che cosa rende speciale ai tuoi occhi una certa persona, arrotola i fogli e raccoglili in un bel barattolo, in modo che possa pescarne ogni giorno uno.
Sono piccoli gesti, che però, confezionati con amore, possono trasformare il tuo dono, in un dono per gli altri. Che ne dici?
HAI MAI CONSIDERATO LA SCRITTURA COME UN DONO? E SE SÌ, COME L’HAI USATO PER FARE FELICI GLI ALTRI? QUI HAI TROVATO QUALCHE SPUNTO. SE HAI VOGLIA, CONDIVIDI CON ME I TUOI PENSIERI E ALTRI MODI PER RENDERE LA SCRITTURA SEMPRE PIÙ UN DONO PER LE PERSONE CHE CI STANNO ATTORNO.
A PROPOSITO DI DONI… CONOSCI GIÀ LE MIE PERLE ISPIRATE? SONO VENTI CARTE PENSATE PER ISPIRARTI E FARE DELLA SCRITTURA UN MOMENTO DI GIOIA E RIFLESSIONE. SE NON LE HAI ANCORA, PUOI VEDERLE E ORDINARLE QUI!
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November 26, 2019
Se vuoi divertirti scrivendo, prenota una lezione di tango argentino
In fondo, restiamo sempre tutte un po’ bambine. E quando facciamo qualcosa, la facciamo più volentieri se riusciamo a renderla divertente.
Muoversi per restare in forma è più bello se scegli di passeggiare sulla spiaggia o in un parco. Mettersi a dieta è più bello se puoi concederti qualcosa di dolce ogni tanto o se impari a preparare comunque piatti invitanti, invece di un riso bollito. Restare intrappolata nel traffico è meno pesante se puoi ascoltare il tuo programma preferito alla radio o un podcast interessante.
Lo stesso vale quando scrivi. E infatti, oltre a scrivere per divertimento il secondo modo per divertirsi scrivendo è rendere divertente la scrittura! E intendo renderla divertente in modo concreto, proprio come succede con l’attività fisica, la dieta o il traffico. Renderla divertente per la bambina che ancora c’è dentro di te.
Quindi, come fare a divertirsi scrivendo?
GUARDATI DENTRO
Che cosa ti diverte? Qual è, in generale, la modalità in cui anche il lavoro di sempre ti sembra meno pesante?
Tu ti conosci meglio di chiunque altro, quindi soffermati a riflettere. Fai un elenco di cose che, in generale, ti divertono, e prova a vedere se c’è un modo per collegarle alla scrittura.
Magari ti piace ascoltare musica e quando lo fai anche il lavoro più noioso diventa sopportabile. O magari ti piace avere un sacco di “aggeggi” rosa attorno, che ti mettono il buonumore. Chissà, magari sei una chiacchierona e per te potrebbe essere divertente dettare i tuoi capitoli al telefono, mentre sei in macchina.
Inoltre, non dimenticarti che puoi rendere divertente la scrittura anche nei momenti in cui non stai davvero scrivendo (o dettando qualcosa nei memo vocali). Puoi rendere piacevole la scrittura anche con tanti gesti collegati indirettamente al tuo romanzo.
I MIEI SUGGERIMENTI
Questi sono i metodi che ho provato io o che ti suggerisco di sperimentare. E se leggendoli te ne vengono in mente altri, o nella tua lista ne hai di diversi, condividili con me, così ci divertiremo tutte di più scrivendo!
1. Apprezza la cattiva scrittura. La pagina di oggi fa schifo? Pazienza! Pensa che sei un passo avanti a completare la prima stesura. Una pagina scritta è sempre meglio di una pagina non scritta. Evviva!!!!! Che bello!!!! Insomma, goditi ogni parola che scrivi, pensa che se non funziona, potrai sempre correggere il tiro. Togli dalle tue spalle la pressione di dover fare tutto giusto subito. È la tua storia, sono i tuoi personaggi, vivi con leggerezza e serenità questo momento.
2. Approfitta della scrittura per acuire i sensi. Impara a sintonizzarti su tutto quello che ti circonda: cosa dicono le persone, i volti che vedi… la vita è piena di idee e di storie. Divertiti a notarle. Guarda quel tizio come beve il caffè… osserva quella ragazza, come tiene il cappotto allacciato fino al mento… Divertiti a cogliere i gesti, i profumi, i suoni. Invece di avere sempre lo sguardo rivolto dentro di te, nella tua testa, rivolgilo al mondo che hai attorno e divertiti a creare collegamenti, ipotesi, intrighi. La ragazza ha il cappotto abbottonato fino al collo perché non vuole far vedere qualcosa? Una cicatrice? Un livido? Una collana?
3. Usa la scrittura come scusa per sperimentare cose nuove. Se ci pensi, è fantastico! Nessuno può prenderti per matta se decidi di iscriverti a un corso di tango argentino, perché ti basta dire che stai facendo ricerca. Le possibilità sono infinite. Lezioni di piano, corsi di pittura, gite in canoa, manicure, tinte per capelli, squadre di calcio… hai un mondo da esplorare e milioni di esperienze da fare, solo perché hai deciso di scrivere un libro! Molta della ricerca che ti serve è a portata di click e ti basta ordinare un libro sull’argomento, ma perché sprecare l’occasione di fare esperienza dal vivo? Chiedi di visitare quel palazzo storico, o di fare un giro in uno spogliatoio di basket, intrufolati alle prove di un concerto, chiedi di fare una prova di canto. Se non ne hai motivo tu, che devi scrivere un libro, chi, allora?
4. Scrivi in coppia. Qualcuno ce la fa, qualcuno no. Ma scrivere in coppia ti offre sicuramente la possibilità di confrontarti, ridere, inventare. Quando ho scritto Non c’è gusto senza te con Gloria Brolatti, la cosa più bella erano i pomeriggi trascorsi a ridere come matte davanti a un tè caldo e a dei buonissimi biscotti al cioccolato. Fai un tentativo e vedi come va.
5. Fatti affiancare da un motivatore. Qualcuno che, come Giuseppe di Capua, il timoniere degli Abbagnale, ti incita, dandoti il ritmo. Sembra una tortura, ma credimi, non lo è. Pensa che sollievo non dover fare affidamento solo sulla tua forza di volontà, ma avere accanto qualcuno che, con tutto il tough love di cui hai bisogno, ti tiene d’occhio e non ti permette di sgarrare e che ti aiuta a procedere. All’inizio ti sembrerà una costrizione, ma piano piano proverai sempre più gioia e soddisfazione, te lo garantisco!
6. Scegli un luogo piacevole. Ti piace la natura? Vai al parco. Ti piacciono i libri? Vai in biblioteca. Scegli un luogo bello, o romantico, o stimolante. Puoi scrivere dove vuoi, scegli il posto migliore per te!
7. Scegli un taccuino che ti ispiri. (Io recentemente sono incappata in un block notes di Tiger che ho messo sul comodino, la cui copertina recita “Ideas I get in the middle of the night”. Carino vero? Mi basta guardarlo, la sera quando vado a dormire, per avere voglia di appuntarci sopra qualcosa!
ECCO TANTE IDEE PER DIVERTIRSI SCRIVENDO. TI SONO PIACIUTE? FAMMELO SAPERE CON UN COMMENTO!
E PARLANDO DI DIVERTIRSI SCRIVENDO… UN MODO PER DIVERTIRSI POTREBBE ESSERE PESCARE OGNI GIORNO UNA DELLE MIE PERLE ISPIRATE.
CONOSCI GIÀ LE MIE CARTE PER SCRITTRICI? SONO BELLISSIME E SE LE VUOI RICEVERE PRIMA DI NATALE PUOI ORDINARLE FINO AL 13 DICEMBRE, QUINDI NON ASPETTARE TROPPO.
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November 19, 2019
Scrivi per divertimento
Scrivi tutti i giorni!
Questa è senza dubbio una delle pratiche più consigliate. E sono sicura che anche tu te la sei sentita ripetere spesso o l’hai letta più volte su manuali, blog e riviste. Io stessa ne parlo qui.
Scrivere tutti i giorni è infatti una delle abitudini più importanti, quella che, un passo alla volta, con costanza, ti garantisce di portare a termine qualsiasi progetto tu abbia in mente.
Tuttavia, a volte, sedersi alla scrivania può essere davvero, davvero difficile. Perché non hai voglia, perché non sei convinta di quello che stai scrivendo, perché ti senti demotivata, perché hai paura di farlo.
Non so tu, ma a me è capitato di avere addirittura le palpitazioni. Una sensazione bruttissima che mi sconcertava. Dopotutto scrivere mi era sempre piaciuto! Invece, ci sono stati momenti in cui, per un motivo o per l’altro scrivere non era più così bello.
COSA NON ANDAVA?
Come ti ho accennato la settimana scorsa, la risposta è semplice. Scrivere non era più divertente.
Era la fine del 2015. Effetto Domino era uscito da pochi mesi ma era stato accolto in modo decisamente tiepido. L’impressione era che in poche si fossero accorte della sua uscita. O che a poche importasse. In quel momento, nella mia testa, invece di esserci solo la nuova storia che volevo raccontare, si affollavano voci di tutti i tipi: “sicura che piacerà?”, “e se poi finisce come Effetto Domino?”, “Cosa scrivi a fare? Tanto ti leggeranno in due!” e via dicendo.
Avrei dovuto scrivere, ma di fatto non mi sentivo per nulla motivata. Quando mi sono resa conto della direzione dei miei pensieri, in un primo momento ho cercato di combatterli. Di scrivere lo stesso, di dedicare tempo ed energie a quella nuova storia. Ma la sensazione di pesantezza non se ne andava, niente da fare! Guardavo la classifica, e mi deprimevo. Guardavo il numero di recensioni (scarsine) e mi deprimevo. Ero una vera lagna!
E quando mi sono resa conto che di quel passo non sarei andata da nessuna parte, ho preso una decisione. Ho deciso di accantonare quel progetto e di SCRIVERE QUALCOSA SOLO PER DIVERTIMENTO! Al diavolo tutto. Avevo voglia di ridere, di giocare con le parole, di inventarmi qualcosa di buffo. E non avrei potuto decidere meglio di così.
QUESTO È IL PRIMO CONSIGLIO CHE TI DO
Se vedi che la scrittura stagna, che sederti alla scrivania è diventata un’angoscia, lascia perdere la storia a cui stai lavorando e dedicati a un progetto solo per divertimento.
Il progetto a cui mi sono dedicata io è il racconto natalizio che puoi scaricare dal modulo che trovi in fondo a questo post, Strenne a sorpresa.
Rispetto alle storie che avevo scritto fino a quel momento, rappresenta una vera rottura. Perché è una commedia, è divertente, è ironico. E io mi sono divertita un sacco, ma davvero un sacco. Ci ho messo pochissimo e mentre digitavo alla tastiera ridacchiavo tra me e me. Durante la giornata, mentre facevo altro, la mia mente tornava di continuo alle scene che stavo raccontando, e cercavo ogni momento possibile per tornare alla scrivania, ad aggiungere una battuta o una descrizione. Insomma, ero FELICE!
Cosa ancora più importante, quando è stato pubblicato dal blog La Mia Biblioteca Romantica, ha avuto tantissimo successo, le lettrici mi hanno chiesto di continuare la storia (non l’ho ancora fatto, lo so! Ma, ragazze, mai dire mai.) e io ho trovato lo slancio per scrivere il romanzo successivo, Non c’è gusto senza te.
I CINQUE MOTIVI PER CUI VALE LA PENA SCRIVERE QUALCOSA SOLO PER DIVERTIMENTO
1. Se scrivi per divertimento, non importa il risultato finale. Anche se hai scritto una schifezza, non c’è nessun carico psicologico perché, appunto, ti stai solo divertendo.
2. Ti aiuta a ricordare perché hai cominciato a scrivere (magari lo hai fatto perché volevi diventare famosa, certo, ma probabilmente anche perché era un modo per diventare famosa CHE TI PIACEVA).
3. Ti permette di sperimentare con la creatività. Non hai mai scritto una storia di fantascienza ma adori da sempre Star Trek e in segreto sogni di scrivere una storia d’amore tra Uhura e il Dottor Spok? Fallo per divertimento!
4. Ti lascia libera di scrivere qualcosa di importante solo per te. Come per il punto sopra, se dentro di te senti il bisogno di scrivere la storia di una donna che afferma la propria indipendenza inventando un nuovo tipo di aspirapolvere (e in mille ti hanno già detto che è una storia che non ha mercato), a chi importa? Se senti il bisogno di scriverla, avanti, fallo per te.
5. E poi… non si sa mai! Qualcosa che hai scritto solo per divertimento è comunque qualcosa che hai scritto e che, chissà, potrebbe spiccare il volo in modi che ancora non riesci a prevedere.
E ORA ECCO QUI IL MIO RACCONTO. PUOI SCARICARLO ANCHE SE SEI GIÀ ISCRITTA ALLA MIA NEWSLETTER. SEGUI LA PROCEDURA. LA PIATTAFORMA TI RICONOSCERÀ E NON DUPLICHERÀ I TUOI DATI
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L'articolo Scrivi per divertimento proviene da Edy Tassi.