Edy Tassi's Blog, page 4

November 12, 2019

Perché scrivi?


 


Nel corso degli anni, una delle domande che, come è normale, tornava di più quando presentavo uno dei miei libri è: Perché hai cominciato a scrivere? o Perché scrivi?


La risposta che ho sempre dato e che in gran parte corrisponde alla verità è questa: scrivo perché voglio suscitare emozioni; voglio che le persone provino qualcosa quando leggono e voglio che si divertano.


Questa spiegazione nasce, fondamentalmente, dal motivo per cui amo leggere. La lettura mi ha sempre regalato emozioni, mi fa compagnia, mi fa stare bene e mi diverte. Perciò, in una sorta di “payback” inconsapevole (questa spiegazione me la sono data prima di conoscere il concetto di “payback” che, in sostanza, significa restituire all’Universo parte della fortuna che ci elargisce), quando ho deciso di darmi alla scrittura l’ho fatto perché volevo che le persone si sentissero bene come mi sentivo io.


Di sicuro, ho cominciato a scrivere anche perché ero affascinata dal nome degli autori in copertina e da tutta la liturgia di presentazioni, apparizioni televisive, articoli sui giornali che accompagnava l’uscita di un libro.


Mi attirava la possibilità di diventare una di quelle figure misteriose e quali mitologiche che tanto potere avevano sulla mia vita e sulla mia felicità.


L’unica cosa di cui non ero consapevole, e della quale mi sono resa conto solo in un secondo momento, è che tra tutti questi motivi, mancava quello fondamentale.


LA RISPOSTA MIGLIORE ALLA DOMANDA «PERCHÉ SCRIVI?»

A scuola io, in italiano, ero brava. Era una di quelle materie in cui non ho mai dovuto studiare. Scrivere era una “dote”. Scrivevo temi di getto, quasi come se fossi stata sotto dettatura da parte di chissà quale entità misteriosa nella mia testa. Nella maggior parte dei casi, le mie brutte erano identiche alle belle. E ho completato il tema della maturità in due ore.


Ora, non ti racconto tutto questo per vantarmi, ma per spiegare come mai mi è sfuggito un elemento importante. Mi è sfuggito perché quando una cosa ti riesce senza fatica, dai per scontato non solo di riuscire a farlo, ma non ti domandi nemmeno perché lo fai. Non ci pensi. Lo fai e basta e ti convinci che tutto si esaurisca lì. Lo fai perché ti viene facile.


Poi, a un certo punto, le copertine con il mio nome sono arrivate. È arrivato qualche spicciolo (e non è un eufemismo). Sono arrivati anche gli articoli sui giornali e sulle riviste. E insieme sono arrivate anche le aspettative, la pressione, le scadenze (immagina la vita di una qualsiasi celebrità, scalata in piccolo, molto molto più in piccolo, ma fondamentalmente con le stesse dinamiche). Ed è stato a quel punto che mi sono resa conto dell’elemento chiave, sul quale non mi ero mai soffermata. Me ne sono resa conto perché solo in quel momento ne ho percepito la mancanza.


DIVERTIRSI.

Già, divertirsi.


Sembra banale, vero? Eppure ti garantisco che non lo è. Se scrivi per avere successo, per fare soldi, per avere il tuo nome in copertina… ma anche per comunicare, suscitare emozioni ecc… e non lo fai prima di tutto e soprattutto per divertirti, prima o poi aspettative, pressioni, scadenze prenderanno il sopravvento e tu smetterai di scrivere.


Perché il successo magari non arriva, perché di soldi neanche l’ombra, perché il nome in copertina a un certo punto diventa quasi una presa in giro e quanto a suscitare emozioni, a volte ti sembra che siano in così pochi a leggerti (e qui trovi un mio post a cuore aperto sulle recensioni) che non riuscirai mai a dare davvero il contributo che desideri.


E quindi, cosa resta? Nulla.


La risposta migliore alla domanda «Perché scrivi?» è che lo fai per divertirti. Se scrivi per divertirti, è tutto il resto che non conta, e niente e nessuno potrà convincerti che il tuo impegno e le tue parole siano inutili.


Non so se sei d’accordo con me, ma nei post di novembre il mio scopo è proprio aiutarti a coltivare il divertimento della scrittura. Togliere il carico di aspettative e pressioni che senti su di te e che magari ti ha fatto pensare più volte, come è capitato a me, che tutta questa fatica non ne vale la pena e che, in giro, qualcun altro si farà carico di suscitare le emozioni che avresti voluto suscitare tu!

Intanto, però, ti invito a rispondere alla domanda: Perché scrivi? E se ti va, lasciami un commento per spiegarmelo!


TI ASPETTO LA SETTIMANA PROSSIMA. NEL FRATTEMPO, SCARICA IL MIO RACCONTO, STRENNE A SORPRESA, COMPILANDO QUESTO FORM. QUANDO L’HO SCRITTO MI SONO DIVERTITA MOLTISSIMO E PENSO SI VEDA. LEGGILO, SONO SICURA CHE STRAPPERÀ QUALCHE SORRISO ANCHE A TE!



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L'articolo Perché scrivi? proviene da Edy Tassi.

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Published on November 12, 2019 23:00

November 5, 2019

Se non hai tempo per scrivere, rubalo!


 


Questo è l’ultimo post sul tempo per scrivere. La settimana scorsa ti ho lasciata con una citazione di E.B. White, oggi esordisco con un bellissimo proverbio africano.


When you pray, move your feet


che per certi versi è un rafforzativo delle parole di White con cui ho chiuso il mio ultimo post, non credi? Se non agisci, qualsiasi preghiera rischia di restare inesaudita. E lo stesso vale per la scrittura. Ecco perché oggi mi soffermo su un altro aspetto legato al tempo per scrivere. Anche se trovi il tempo, infatti, ma quando lo hai trovato lo usi in modo poco efficace o furbo, rischi di abbandonare l’impresa nel giro di poco. So di cosa parlo. In passato mi sono lanciata in maratone estenuanti sfruttando le ore nel weekend, ma poi abbandonavo il lavoro fino al weekend successivo e a quel punto ci mettevo un sacco a riprendere il filo; oppure, se avevo “solo” dieci minuti mi dicevo che in fondo non sarei riuscita a fare granché e quindi… perché provarci?


In entrambi i casi, mi sbagliavo. E un po’ alla volta ho imparato a sfruttare meglio il tempo, indipendentemente dal fatto che si tratti di un pomeriggio intero la domenica, o di un quarto d’ora prima di cena.


In questo post, quindi, troverai alcuni consigli semplici e pratici per sfruttare nel modo migliore il tempo che hai tanto faticosamente trovato.


DECIDI IN ANTICIPO COME INPIEGHERAI IL TEMPO

RISPETTA LA REGOLA DI PARETO. La settimana scorsa ti ho già dato alcuni consigli, dicendoti di pensare sempre al tuo progetto e di tenere sottomano sinossi e scaletta. Oggi approfondisco il concetto sfruttando la legge di Pareto. Se non la conosci, la legge di Pareto dice che l’ottanta percento di ciò che ottieni, dipende dal venti percento di ciò che fai. Sorprendente, vero?


Ti invito quindi a individuare qual è il venti percento così utile alla scrittura e a cominciare a mettere in pratica quello ogni volta che riesci a ritagliarti il tempo per scrivere. A seconda della fase in cui ti trovi il venti percento può cambiare, ovviamente, quindi sta a te stabilire in che punto sei e qual è la cosa più utile. In un certo momento potrebbe essere fare ricerca su un argomento specifico, quello successivo potrebbe essere smettere di fare ricerca perché la cosa ti ha preso la mano e stai tergiversando da tre settimane sulla sfumatura esatta di rosa del rossetto che si mette la tua protagonista. Come regola generale, tutto quello che non fa avanzare la storia non rientra mai nel venti percento di Pareto.


TROVA IL TRAGUARDO PIÙ VICINO. Se pensi al tuo progetto come a un impegnativo “voglio scrivere un libro”, è molto probabile che l’impresa ti sembri enorme e irraggiungibile. Il rischio di rinunciare ancora prima di cominciare è altissimo. Invece di pensare a questo compito arduo e gigantesco, scomponilo in piccoli traguardi. Individua il primo piccolo traguardo (che rispetti il suggerimento sulla regola di Pareto) e impegnati con tutta te stessa a raggiungerlo. Un esempio? Stabilire l’obiettivo della protagonista. O trovarle un nome. Scrivere un’idea di scaletta. Visitare un certo luogo.


POCHI MINUTI SONO MEGLIO DI NIENTE

Come ti ho detto, in passato pensavo che se non avessi avuto almeno qualche ora da dedicare alla scrittura, allora non valeva nemmeno la pena di accendere il pc. Oggi sono di tutt’altro parere. Penso che, soprattutto se sei agli inizi, e soprattutto se fai davvero fatica a ritagliarti intervalli più ampi, sia perfetto cominciare anche con pochissimi minuti proprio per far diventare la scrittura un momento abituale della tua giornata.


PUNTA UN TIMER. Prenditi l’impegno di  puntarlo ogni giorno per 10 o 15 minuti. Non importa se ti sembrano pochi. Rispetto a niente, 10 minuti possono rappresentare, nel tempo, un importantissimo passo avanti. Fallo per un mese e poi guarda quanto hai scritto! Questo metodo inoltre è utilissimo per tenere sotto controllo il critico interiore che, in un intervallo di tempo così breve, non ha occasione di attivarsi.


RUBA IL TEMPO. Se proprio non riesci a programmare prima nemmeno il momento in cui potrai puntare il timer, allenati a “rubare” 10 minuti di tempo ogni giorno. Fallo scientificamente, per esempio portando sempre con te qualcosa su cui scrivere. Non importa se quelli che butti giù ti sembrano pensieri scollegati dal resto o se dovrai tornarci sopra. L’importante è scrivere. E vuoi non trovare dieci minuti? Rubali prima di cominciare a lavorare. Rubali prima di mettere l’acqua sul fuoco. Diventa in maniera sistematica una ladra di minuti.


Un modo furbo per farlo, per esempio, è di creare dei “ritardi volontari”. Quando arrivi con la macchina sotto casa, nel parcheggio del tuo ufficio o in quello del supermercato, fermati cinque minuti a dettare qualcosa nel cellulare. Impara a ritagliarti attimi di scrittura prolungando le attività quotidiane in cui sei sola. Sei andata a fare la spesa? Ci hai messo dieci minuti in più perché ti sei fermata a dettare. Chi può scoprirlo? Se impieghi dieci minuti in più a rientrare dal lavoro, c’era traffico! Chi può sapere che ti sei fermata in quel parcheggio a dettare? Sono minuti tuoi, dei quali non devi rendere conto!


STABILISCI UN LIMITE DI PAROLE. Se il tempo non è un parametro che senti tuo amico, puoi decidere di focalizzarti sul numero di parole. Decidi, per esempio, di scrivere 250 parole al giorno. O 500. Non è obbligatorio passare ore e ore seduta alla scrivania. Parti in piccolo. La prospettiva di scrivere un intero capitolo, se sei agli inizi, è come un peso sul petto, che ti toglie il respiro. Sfrutta l’effetto valanga.


Come nel caso dei minuti, se scrivi poche parole al giorno, tutti i giorni, la storia comincerà a prendere forma e a quel punto, vedrai che fisiologicamente, inizierai a scrivere di più, perché si innescherà una sorta di effetto valanga, ti sentirai sicura, entusiasta, scrivere non sarà più un peso ma la storia ti trascinerà e arriverai a scrivere magari un intero capitolo, o perfino due, facendo le tre di notte, perché ormai sei un treno in corsa (credimi, succede!).


SFRUTTA LA TECNOLOGIA. Recentemente mi sono imbattuta in un sito molto molto interessante, che forse non conosci. Si chiama Pacemaker ed è perfetto se vuoi creare un ritmo di scrittura costante. Ti aiuta a individuare un obiettivo, stabilire una strategia, calcolare i tempi necessari per raggiungere l’obiettivo, registrare i progressi e arrivare vittoriosa al traguardo!


Infine, un consiglio che vale per la scrittura ma anche per tutti i tuoi progetti in generale. SEGNATI IN AGENDA GLI APPUNTAMENTI CON LA SCRITTURA. Se conosci il detto, “Se non è in agenda non esiste”, ti renderai conto che vale anche per la scrittura. Quindi, ogni giorno o ogni settimana, guarda l’agenda e identifica il momento in cui potrai dedicarti al tuo progetto narrativo, tira una riga e prenotalo per la scrittura.


ECCOCI ALLA FINE. SPERO CHE I MIEI POST TI SIANO STATI UTILI. SE È COSÌ, FAMMELO SAPERE CON UN COMMENTO O CONDIVIDILI SUI SOCIAL. E SE NON SEI ANCORA ISCRITTA ALLA MIA NEWSLETTER (trovi i form un po’ ovunque nel mio sito), TI CONSIGLIO DI FARLO AL VOLO, PERCHÉ SOPRATTUTTO IN QUESTI GIORNI, NE VALE VERAMENTE LA PENA!


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Published on November 05, 2019 23:00

October 30, 2019

Tempo per scrivere: ecco 8 strategie magiche

Tempo per scrivere: ecco 8 strategie magiche


Non so tu, ma io sono una a cui, dopo un certo numero di discorsi filosofici (li trovi qui e qui), piace passare al sodo. E visto che parliamo di tempo per scrivere, è ora di passare a un po’ di consigli concreti per riuscire a trovarlo. Nessuno ha la bacchetta magica e, come avrai capito, se la prima a mettersi i bastoni tra le ruote sei tu, difficilmente arriverà la fata madrina che, invece di un abito azzurro, ti consegnerà un orologio con venticinque ore, speciale speciale per te.


E.B. White diceva:


“Uno scrittore che aspetta le condizioni ideali per scrivere, morirà senza aver messo una parola per iscritto”


In altre parole, non limitarti ad aspettare, ma datti concretamente da fare perché ciò che desideri si realizzi. E quindi è proprio la citazione che fa al caso tuo, visto che la fata madrina non c’è e puoi contare solo su te stessa. Anche se, devo ammetterlo, un po’ fatina mi sento io, in questo momento, perché non potrò consegnarti un orologio da venticinque ore, ma posso regalarti un elenco ricchissimo di strategie pratiche migliori di qualsiasi bacchetta!


Troverai le strategie suddivise in due gruppi. Quelle legate a cosa fare PRIMA di sederti alla scrivania (in questo post) e quelle relative a cosa fare QUANDO ti sarai seduta alla scrivania (nel prossimo post).

Non tutti i consigli che troverai sono stati testati dalla sottoscritta, ma in un modo o nell’altro sono trucchi che mi sembrano validi, curiosi, intelligenti e che credo valga la pena di segnalarti, perché siamo tutte diverse e non è detto che quello che funziona per me debba funzionare anche per te e viceversa. Ti suggerisco quindi di leggerli tutti e poi provare a metterne in pratica uno alla volta, vedere se funziona e in caso contrario passare a quello successivo oppure integrarlo con qualcosa di compatibile.


COSA FARE PRIMA DI SEDERTI ALLA SCRIVANIA

STABILISCI UN LUOGO DOVE SCRIVERE. Avere un luogo, ti aiuterà a trovare un momento in cui starci. Se non hai un posto dedicato alla scrittura, rischi di utilizzare questa mancanza come un alibi per non scrivere mai. Siamo creature pigre e se ogni giorno ti devi inventare in che punto della casa appoggiare il pc, il tuo cervello ti invierà un sacco di messaggi del tipo «ancora? che barba, ma non puoi fare altro? Guarda che bel divano, è sempre lì, e anche le televisione, a portata di mano. Perché non ti guardi un bel film?».

Risparmia al tuo cervello una fatica e lui sarà meno incline a metterti i bastoni tra le ruote.


Inoltre, chi ti sta vicino imparerà presto che, quando sei lì, non deve disturbarti. Come ti dicevo, trovi il tempo per scrivere se tu per prima cominci a considerarti qualcuno che ha diritto di trovarne e, a cascata, cominceranno a pensarlo anche tutti gli altri.


 


PRENDI UN IMPEGNO CON TE STESSA. Ogni mattina, scrivi su un foglio “Oggi scelgo di scrivere. Il che significa che…” e fai un piccolo elenco delle cose che ti riprometti di fare in giornata per avanzare nella scrittura. Puoi decidere di terminare di leggere un libro sull’argomento di cui vuoi scrivere; oppure terminare un capitolo; o anche solo fare una telefonata per prendere appuntamento con qualcuno che può darti informazioni utili. Può essere una cosa sola, possono essere di più. Tu sai come sta procedendo il tuo lavoro e qual è il passo più importante da compiere per farlo avanzare nel migliore dei modi. In ogni caso, ti consiglio di non riproporti di portare a termine più di due o tre voci.


 


SCRIVI COME PRIMA COSA LA MATTINA. Ho già spiegato perché questa può rivelarsi una decisione saggia, e se vuoi trovi qui il post che ho scritto in merito. Riassumendo, visto che, come ti dicevo, il cervello ama fare economia di energie, se scrivi come prima cosa la mattina puoi contare sul sostengo di una forza di volontà fresca e carica. Inoltre, liberi subito la mente da un’incombenza che rischia di appesantirti per tutta la giornata, come una specie di grillo parlante sulla spalla che non fa che chiederti «Quando scrivi? Non avevi detto che avresti scritto nella pausa pranzo? Non avevi detto che avresti scritto prima di cena? Quando scrivi?». Insopportabile, vero? Quindi, per evitare questo tormento, scrivi subito e togliti il pensiero.


 


SCEGLI CONSAPEVOLMENTE COME IMPIEGARE IL TUO TEMPO. Ricordi il discorso che ti ho fatto nel post della settimana scorsa? Le tue attività quotidiane dovrebbero ricadere sempre nella categoria delle cose necessarie o delle cose piacevoli. Se non stai facendo niente di necessario o di piacevole (cioè qualcosa che ti nutre, che ti fa stare bene ecc, non il “cazzeggio”, per intenderci), decidi di sfruttare quel tempo per scrivere. Fermati, rifletti su come stai impiegando il tuo tempo ora e comportati di conseguenza.


 


DECIDI IN ANTICIPO DOVE SCRIVERAI. Mettiamo che tu abbia individuato il tuo “solito posto”, come ti consigliavo nel primo suggerimento (tipo la scrivania in soffitta, come faccio io). E mettiamo che per un motivo qualsiasi tu oggi non potrai scrivere lì. Se è una cosa che sai in anticipo, approfittane per trovare un luogo alternativo che ti permetta di non mancare al tuo appuntamento con la scrittura. Guarda l’agenda e individua il momento e il luogo giusto: un bar, un panchina, una sala d’aspetto.


 


PENSA A COSA SCRIVERAI, PRIMA DI COMINCIARE REALMENTE A SCRIVERE. Consideralo un lavoro preparatorio. Cominciare a far lavorare le rotelle quando ancora non hai le dita sulla tastiera, aiuta la tua mente a entrare in modalità scrittura. Consideralo una sorta di “preliminare amoroso” grazie al quale la tua mente può fantasticare e fare un sacco di sogni erotici “letterali” e che le farà pregustare il momento in cui potrà dar sfogo alla passione e mettere nero su bianco tutti i pensieri su cui hai rimuginato.


 


TIENI A PORTATA DI MANO SINOSSI E SCALETTA. Se hai sempre sott’occhio il tuo lavoro, e non lo releghi a un cassetto chiuso in un angolo della casa, anche la tua mente continuerà a ragionarci su, volente o nolente e, a un certo punto, sentirai proprio il bisogno fisico di scrivere, per liberare la mente da quel groviglio di parole e scene che premono da tutte le parti. E credimi, quando vedrai che, se aspetti troppo, le idee si volatilizzano, il tempo per correre alla scrivania lo troverai!


 


STABILISCI UN PROMEMORIA CHE TI RICORDI DI SCRIVERE. Questo è un consiglio che, ne sono certa, ti stupirà. Perché per promemoria, non intendo un foglietto attaccato alla porta del frigorifero, ma qualcosa di più motivante. Per esempio, decidi che non andrai a rifarti la tinta fino a quando non avrai terminato i primi cinque capitoli del romanzo. O che non ti farai la manicure. O che non ti comprerai quelle belle scarpe. Vedere la crescita che aumenta ogni volta che ti guardi allo specchio, ti ricorderà che devi scrivere. Lo stesso dicasi per la fatica che farai a digitare un tasto solo con delle unghie di tre centimetri!


Non male, vero? Sono sicura che almeno un paio delle strategie che ti ho suggerito hanno fatto scattare in te una scintilla di interesse. Prova a metterle in pratica per tutta questa settimana, perché fra sette giorni arriverà un nuovo post che scoppia di consigli per mettere a frutto nel migliore dei modi il tempo che hai creato per scrivere.


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Published on October 30, 2019 00:00

October 21, 2019

Il tempo per scrivere è una questione di equilibrio


Ciao scrittrice!

… Se ti domandi da dove nasce questo saluto, allora ti consiglio di leggere il mio post della settimana scorsa. Se invece ti è tutto chiarissimo, possiamo passare all’argomento di oggi. Trovare il tempo per scrivere.


Io scrivo da tanti anni e mi sono resa conto che il mio atteggiamento nei confronti della scrittura è cambiato a seconda di come cambiavano le mie giornate.

Quando studiavo, potevo scrivere in qualsiasi momento. Le possibilità erano infinite. Ma una volta trovato un lavoro, fatta una famiglia, le possibilità si sono ridotte parecchio. E non ho più potuto scrivere quando volevo, ma quando potevo.


Per scrivere il mio primo romanzo pubblicato nel 2013, Ballando con il fuoco (che oggi è Assolo), mi alzavo tutte le mattine alle sei, per scrivere un’ora prima che suonasse la sveglia per tutta la truppa. A quel punto spegnevo il computer e mi dedicavo a colazioni, cartelle, codini da fare; e poi le traduzioni, la spesa, la casa…

Durante il giorno, però, non mi dimenticavo mai del mio progetto, chiuso là, nel pc. La mia storia continuava a vivere con me, mi seguiva tutto il giorno. Come dice Stephen King, the guys in the basement continuavano a lavorare per me (ho scritto un post su questo, definendolo un tipo di brainstorming “furbo”). La mattina seguente, di nuovo, sveglia alle sei e avanti così per nove mesi circa.


CHE COSA TI IMPEDISCE DI SCRIVERE?

Solo poche elette vivono in un mondo perfetto dove se sei una scrittrice, tutto quello che devi fare è scrivere.

E questo mi porta al primo spunto di riflessione. Se tu non riesci a scrivere, ti sei mai soffermata a individuare cosa ti impedisce di scrivere?

Provo a indovinare:



Svolgi un lavoro che ti costringe a stare otto ore in ufficio
Hai una casa
Hai una famiglia
Uno dei tuoi genitori ha bisogno delle tue attenzioni
Possiedi un cane
Vai in palestra
Esci con le amiche

Benissimo. So che il consiglio che ti aspetti da me è di provare a vedere quali tra queste cose puoi imparare a gestire meglio. Invece sai cosa ti dico? Queste cose non spariranno mai.

Ripeto, QUESTE COSE NON SPARIRANNO MAI. Sono la vita. Sono parte di te, come un tuo braccio, o una tua gamba. Non puoi dire, ok adesso rinuncio a occuparmi della famiglia o ad andare in palestra, perché se cominci a percepire il tempo per la scrittura come qualcosa che ti obbliga a rinunciare a qualcos’altro, be’, ti sembrerà sempre di mancare a una tua responsabilità o di fare un torto a te stessa.


CAMBIA PROSPETTIVA

Invece di pensare che DEVI trovare tempo per scrivere, prova a pensare che VUOI CREARE tempo per scrivere. Sono due frasi simili ma con significati completamente diversi.

Poco fa ti ho detto che quando ho scritto il mio primo romanzo mi alzavo alle sei di mattina. Bene, riflettendoci su, quando anche io ho realizzato questo cambio di prospettiva, mi sono resa conto che scrivere alle sei di mattina è stata una scelta. Non scrivevo alle sei di mattina perché “potevo”, ma perché volevo! Alle sei di mattina avrei potuto fare tantissime altre cose. Dormire, tanto per dirne una. O uscire a correre. Leggere. Preparare una colazione luculliana per la famiglia. Invece, sceglievo di scrivere.


Scrivere è una scelta. Per questo ti dico che la soluzione giusta non è trovare tempo, ma creare tempo. Cioè, non attingere a qualcosa che c’è già, ma agire in modo attivo per creare qualcosa che, apparentemente, non c’è.


COME FAI A CREARE TEMPO?

Partiamo dal presupposto che se non hai tempo di scrivere è perché nella tua vita ci sono cose più importanti da fare. Giusto?

Lavorare è più importante di scrivere. Fare da mangiare è più importante di scrivere. Sono d’accordissimo. E se vuoi saperlo, per me anche andare in palestra è più importante di scrivere. O andare al cinema è più importante di scrivere, perché sono cose che ti mantengono sana, ti nutrono e quindi mantengono sana e nutrono anche la tua creatività.


Ci sono cose, però che non sono più importanti di scrivere. Lo so io, e lo sai anche tu.

Quindi, per creare il tempo occorrono due cose:



Studiare la tua giornata in modo proattivo. Per una settimana, traccia come impieghi il tuo tempo. Ogni sera, prova ad analizzare i dati: segna accanto a ogni voce se si tratta di qualcosa di necessario o che ti piace e ti fa stare bene. Ecco, quelle sono voci da non toccare, proprio per non avere la sensazione che la scrittura ti stia togliendo qualcosa (soprattutto se sei al tuo primo libro). A questo punto, lavora su tutto il resto. Ci sono momenti in cui non stai facendo qualcosa di necessario o di piacevole  e puoi decidere di sostituire quel qualcosa con la scrittura?
Approfondire la tua analisi. Se trovi che nella tua giornata, proprio non ci sono margini, allora domandati: per me, scrivere è necessario e/o piacevole? Se non è nessuna delle due cose, è ovvio che tu non trovi mai un momento da dedicargli. Ma se scrivere ricade in una o entrambe le categorie, allora ti invito a considerare in modo diverso i risultati del punto precedente. Prendi ogni singola giornata e verifica che percentuale occupano le cose necessarie e quelle piacevoli. Se per te scrivere è piacevole, potresti rilevare che la tua giornata è fatta per il 70% di cose necessarie e 30% di cose piacevoli e se decidi di delegare qualcosa di necessario, liberi tempo per inserire una cosa piacevole, cioè scrivere, ottenendo così una giornata più bilanciata; se per te scrivere è necessario e noti che la proporzione è invertita, cioè nella tua giornata fai troppe cose piacevoli, potresti ristabilire un maggiore equilibrio eliminando qualcosa di piacevole e magari decisamente inutile.

Come vedi, creare tempo per scrivere dipende da te!


La settimana prossima comincerò a condividere tanti, tantissimi piccoli consigli pratici su come creare tempo per scrivere. Intanto ti lascio con il link a un contenuto gratuito di Carolina Masieri su come trovare un’ora in più al giorno (che ovviamente sceglierai di usare per la scrittura!)


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Published on October 21, 2019 23:00

October 15, 2019

Se non hai tempo per scrivere, il problema sei tu


Proprio così! Prima di arrabbiarti o di obiettare, però, pensaci… vuoi scrivere un libro, ma sono passate settimane (per non dire mesi) e non hai ancora buttato giù una riga. O forse ne hai scritta qualcuna, ma ormai non te la ricordi nemmeno più, perché hai sempre un sacco di cose da fare. Impegni di lavoro, la famiglia… e un po’ dovrai pur rilassarti. Insomma, vorresti scrivere un libro, ma proprio non hai tempo. Giusto?


Bene, non so se hai notato, ma nel paragrafo precedente, “vuoi” è diventato “vorresti”.
Perché la differenza tra un libro scritto e un libro immaginato è tutta una questione di modi verbali: un indicativo contro un condizionale.


CI SONO PASSATA ANCHE IO


Per tantissimo tempo, anche il mio è stato un “vorrei”. Un sogno chiuso nella mia mente, che inseguivo da quando ero bambina. Un sogno che però non sembrava mai trovare i modo di realizzarsi, fino a quando non ho deciso di trasformarlo in un PROGETTO.


La differenza tra un sogno e un progetto è che il primo è solo una fantasia, un desiderio, qualcosa che si verificherà grazie a un intervento superiore, allo svolazzo di una bacchetta magica o magari a un fortunato episodio di dettatura onirica. Un progetto, invece, è un’idea che prendi nelle tue mani (qui trovi un post su come scegliere quella giusta), analizzi e trasformi in qualcosa di realizzabile.


Ecco, il primo libro che ho scritto è stato un progetto. La mia migliore amica compiva diciotto anni e io volevo regalarle un romanzo in cui lei era la protagonista. Se ci penso ora, mi si rizzano i capelli in testa! La trama era una scopiazzatura di Bagna i Fiori e aspettami di Lidia Ravera, che a sua volta è una fantastica rivisitazione di Piccole Donne, nella quale Jo faceva la centralinista a Mediaset. La scrittura… lasciamo perdere. La protagonista assomigliava più a me che a alla mia amica. Ma poco importa. Lei ha gradito (almeno credo… anzi, quasi quasi le chiedo se lo ha ancora) e io ho dimostrato a me stessa che, per quanto improbabile, per quanto imperfetta, ero in grado di scrivere una storia dall’inizio alla fine.


E la soddisfazione è immensa, davvero! Peccato che tra quel primo “libro” e il romanzo successivo siano passati almeno dieci anni… di sogni e non di progetti. Il che mi porta alla prima delle due considerazioni importanti che voglio fare.


VUOI SCRIVERE O VUOI AVER SCRITTO?

Scrivere è impegnativo, un lungo percorso pieno di insidie, trabocchetti, ostacoli. E spesso, quello che vorremmo, non è veramente scrivere, ma aver scritto. Vorremmo passare direttamente dal sogno, al libro bello e pronto nel nostro computer, senza tutti quegli sbattimenti intermedi. Vorremmo provare il brivido del successo senza tutto il sudore che richiede.


Quindi, la prima cosa che dovresti chiederti è cosa desideri davvero. Scrivere o aver scritto? Perché se non rispondi “scrivere”, difficilmente riuscirai a trasformare il tuo sogno in un progetto.


Se hai risposto “scrivere”, allora puoi leggere la considerazione numero due.


DECIDI DI ESSERE UNA SCRITTRICE

Se sei un architetto, è ovvio che tu trovi il tempo per progettare una casa. Se sei una cuoca, è ovvio che tu trovi il tempo per cucinare. Se sei un’insegnante, è ovvio che tu trovi il tempo per insegnare.
Quindi, se decidi che sei una scrittrice, sarà ovvio che tu trovi il tempo di scrivere. Se impari a definirti una scrittrice, e lo ripeterai a te stessa e alle persone attorno a te, per tutti piano piano diventerà ovvio che tu dedichi del tempo a scrivere.


Non è facile, perché istintivamente pensi che le scrittrici che possono legittimamente chiamarsi tali sono solo quelle pubblicate. Però, per logica, una scrittrice è colei che scrive, pubblicata o meno. Non credi? In più, se non scrivi è praticamente matematico che non diventerai mai una scrittrice pubblicata.


Sì, è dura, lo so. Anche io, dopo tutti questi anni, ancora ho una specie di sussulto quando qualcuno mi presenta come una scrittrice. Ma credimi, pensare a te stessa come a una scrittrice è il secondo passo fondamentale per trovare tempo di scrivere. Coraggio! Se vuoi, prova a ripetere tutte le mattine, davanti allo specchio “Sono una scrittrice”. Dieci volte. E vedi che effetto ti fa.


RICAPITOLIAMO

Decidi che vuoi scrivere, non aver scritto. E comincia a definirti una scrittrice.
Solo a questo punto, potrai trasformare il tuo sogno in un progetto e cominciare a trovare il tempo per realizzarlo. Ma di questo parleremo la prossima settimana!


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Published on October 15, 2019 23:00

October 8, 2019

Brainstormig digitale e olio di fegato di merluzzo


 


Siamo arrivate all’ultimo post dedicato al brainstorming. Se ti sei persa quelli precedenti, qui trovi una breve introduzione che ti spiega perché DEVI sempre fare brainstorming, qui un metodo furbo per farlo, e qui tante tecniche “approved” con cui cimentarti.


Come avrai notato, in tutti questi post ti ho parlato di metodi potremmo dire “analogici”. E sarà da imputare al fatto che appartengo alla Generazione X, ma sono quelli che preferisco. Se però tu sei nata con il pallino della tecnologia, o appartieni a una delle generazioni successive alla mia, allora forse sei interessata a scoprire metodi “digitali” per fare brainstorming. In giro esistono un sacco di app e di strumenti interessanti. Io qui ti elenco i tre che mi hanno incuriosita di più!


FAI BRAINSTORMING DIGITALE CON:

Werdsmith: è un’app che ti permette di scrivere sul cellulare come se tu stessi lavorando su un documento di Word. Penso sia ottimo per prendere appunti, perché puoi creare tutti i progetti che vuoi, c’è la possibilità di impostare un promemoria, che suona per ricordarti che è il momento di scrivere e alla fine puoi esportare il tuo lavoro sia su Pages che su Word. Se come sistema operativo hai Android, allora c’è Microsoft Word, che ti permette di scrivere su un file esattamente come se fossi sul tuo pc a casa.


Mindly: è un’app che ti permette di organizzare i pensieri visivamente, creando una mappa mentale che favorisce il brainstorming (di mappe mentali ne abbiamo parlato nel post precedente. Se è un tipo di lavoro che ti piace, con questa app puoi farlo in modo digitale senza usare carta e penna).


Speechy Lite: le idee migliori ti vengono sempre mentre sei in giro. Di solito quando non hai niente su cui prendere appunti o, peggio, mentre hai le mani impegnate, stai camminando o stai passando l’aspirapolvere. Se però ti affidi solo alla memoria, ciao! Bene, questa app è perfetta per prendere contemporaneamente note scritte e vocali, perché mentre parli la tua voce viene registrata e allo stesso tempo convertita in un testo scritto. Mica male! PS: se non usi IOS, un’app di dettatura molto buona per Android è Speechnotes


MA COSA C’ENTRA L’OLIO DI FEGATO DI MERLUZZO?

Quest’ultima app mi porta ad affrontare un altro importantissimo argomento, legato al brainstorming. Come hai potuto capire nel corso di questi quattro post, fare brainstorming è un’attività non necessariamente vincolata alla scrivania. Puoi ragionare sul tuo progetto ovunque. Anzi, spesso e volentieri, più sei lontana da scrivania e tastiera e più ti vengono le idee migliori. Ma tutte queste idee non si trasformeranno mai in qualcosa di concreto se te le dimentichi.


Quindi una cosa che devi assolutamente imparare a fare, in parallelo al brainstorming, è… cominciare a prendere tutti i giorni un bel cucchiaio di olio di fegato di merluzzo!


A parte gli scherzi, sì, l’olio di fegato di merluzzo che io buttavo giù da piccola aiuta la memoria. Però, senza soffrire troppo, c’è un modo molto meno disgustoso per archiviare in modo sicuro le tue idee, e cioè, prendere appunti. Di qualsiasi tipo.

Annota sempre tutte le idee che ti vengono. Scrivile subito, di getto, prima che la mente razionale intervenga a dirti: «Ma sei proprio sicura che valga la pena scriverla, questa cosa?».

Sii più rapida di lei. Perché la mente razionale, cioè l’emisfero sinistro, ha sempre un po’ voglia di intervenire, impicciarsi, come una specie di suocera. Solo che tu a quel punto ti fermi a pensarci su per decidere se ha ragione e… zac! l’idea sparisce.


Inoltre, se l’idea ti viene mentre stai facendo la coda in posta e aspetti di aver finito per scrivere, preparati perché nove volte su dieci, quando sarai sul marciapiede non ti ricorderai nemmeno più di averla avuta, una buona idea.

Per questo non mi stancherò mai di riperterlo: tieni sempre un quadernino in borsa, il cellulare per le note vocali e un taccuino vicino al letto.


Avrai una memoria da elefante, ma non fidarti.

Se il brainstorming deve diventare un’abitudine quotidiana, l’altra gamba che ti permetterà di andare lontano nella scrittura è prendere appunti.


Ho tenuto sempre due libri in tasca, uno da leggere e uno da scrivere – Robert Louis Stevenson


TI SONO PIACIUTI QUESTI POST SUL BRAINSTORMING? FAMMELO SAPERE CON UN COMMENTO O CONDIVIDENDO I MIGLIORAMENTI CHE HAI NOTATO METTENDOLI IN PRATICA.


DALLA SETTIMANA PROSSIMA L’ARGOMENTO CAMBIA. TI PARLERÒ DI… TEMPO. PERCHÉ PER SCRIVERE È TANTO IMPORTANTE QUANTO AVERE BUONE IDEE, NON CREDI?


NEL FRATTEMPO, SE VUOI SEGUIRMI SUOI SOCIAL, REGALA UN LIKE ALLA MIA PAGINA, DOVE TROVI TUTTE LE SETTIMANE CONSIGLI, SPUNTI DI RIFLESSIONE, LETTURE INTERESSANTI E MAGARI ANCHE LA POSSIBILITÀ DI FARMI QUALCHE DOMANDA!


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Published on October 08, 2019 23:00

September 17, 2019

Brainstorming: ecco 11 tecniche utili se scrivi


 


Come non tutte le persone nascono uguali, neanche tutti i brainstorming e le tecniche per metterlo in pratica nascono uguali.


La settimana scorsa ti ho suggerito una sorta di brainstorming libero, spontaneo, spensierato diciamo, senza una struttura vera e propria, sostanzialmente riassumibile nella formula: pensaci su e qualcosa di buono verrà fuori.

Ci sono momenti in cui questo metodo con me funziona molto bene, anche perché riflettere ogni volta che è possibile su una certa questione (cosa farà la protagonista, ora che le si è incendiato il pc? Come reagirà il protagonista, quando scoprirà che lei ha annullato il suo abbonamento alla Juve? In che modo lui può dimostrare a lei che la ama anche se l’ha visto baciarsi con un’altra?), non può che aiutare.

Ci sono certo più probabilità di trovare una risposta che, mettiamo, se decidi di trascorrere il tuo tempo in coda alla posta giocando a Fruit Ninja.


Quello che ti ho spiegato la settimana scorsa, però, è il metodo da maratona. Oggi, è il turno dei metodi da sprint.

Sono metodi scientifici o quanto meno strutturati e collaudati per fare un brainstorming un po’ più intensivo.


Prima due raccomandazioni. A volte il brainstorming non funziona, perché cadi in uno o entrambi i seguenti errori.



Non ti concedi tempo a sufficienza perché l’emisfero destro si svegli dal suo letargo, si renda conto che c’è da fare e cominci a sfornare idee;
Decidi di inibire l’attività del tuo emisfero destro come una novella signorina Rottermeier che gli dice: questo no, quello no, questo non va bene, quello non si dice, e insomma impegnati e guarda che il tempo passa ecc… Lascialo tranquillo, non stressarlo, non castrarlo.

Detto questo, ecco una serie di suggerimenti da provare che suddividerei in due tipologie. Le tecniche “quotidiane” e le tecniche “tecniche”.


Tecniche “quotidiane”.

1. Leggere nel genere.

Probabilmente lo fai già, perché spesso chi scrive in un genere ama anche leggere quel genere (io sicuramente sì!). Quello però che devi fare, in questo caso, è leggere con lo sguardo della scrittrice, per notare personaggi secondari non sviluppati, scene interessanti, dettagli curiosi che potrebbero fare al caso tuo e suggerirti una svolta, una novità.

Evita di dirti, ecco questo è già stato scritto, questo anche ecc… Non confonderti. Non stai cercando l’idea del secolo, e se parti da questo presupposto, certo che è già stato scritto tutto. Tu stai cercando quell’incastro che può funzionare per il tuo romanzo, quel qualcosa che, inserito nella tua storia diventa diverso e la rende diversa.


2. Fare shopping come se fossi il protagonista/la protagonista.

Prova a immedesimarti, esci di casa e vai in giro per la tua città come se fossi lui, o lei.

Entra nei negozi dove magari non saresti mai entrata. Ora non sei tu, se lei, che ama moltissimo fare la maglia, perciò entra in una merceria e prova a osservare, cercare e comprare qualcosa che osserverebbe, cercherebbe, comprerebbe lei.

Prova a vivere, per una giornata, la vita che vivrebbe lei e vedi cosa succede. Cosa provi quando scegli dei colori che servono per fare il tuo/suo maglione da regalare al fidanzato e invece magari finisce sulla scrivania del capoufficio? (O lui la vede tricottare allegramente durante l’orario di lavoro?)


3. Origliare

Questo è un classico per ogni scrittrice che si rispetti.

Se hai paura di incorrere in denunce per violazione della privacy, trasferisciti in un paese vicino, dove non ti conosce nessuno, prendi una bella rivista, entra in un bar, ordina un tè/caffè/cappuccino, apri la rivista e… ascolta.

Giusto.

Non “leggi”, ma “ascolta”. Tendi le orecchie, origlia, qualsiasi cosa si dicano le persone attorno a te. La coppia che discute del mutuo, le due vecchiette che borbottano di spese condominiali, il ragazzo che parla al telefono, i due baristi che fanno pronostici sulla partita. In tutto c’è vita e dove c’è vita c’è storia. Magari proprio quello che serve a te!

Unica raccomandazione, non farti beccare!

Ah, e ovviamente puoi farlo in moltissimi altri posti, tipo il treno, il tram, la metro, i ristoranti.


4. Visitare luoghi

Se hai scelto un certo luogo dove ambientare il tuo romanzo, e magari non ci sei mai stata, prova a organizzare un viaggetto per visitarlo davvero.

E se per caso non è proprio a due passi, lavora di fantasia (stiamo parlando di brainstorming, giusto?), perciò se hai in mente di raccontare un carnevale di Viareggio, prova a cercare video che ne parlano. Se c’è una scena che avviene in un mercatino di Trastevere, fatti un giro in quello sotto casa. Lei fa la bibliotecaria alla Sormani di Milano? Prova a vedere come funziona quella del tuo paese. Respira l’aria del luogo, vedi cosa ci succede dentro e usa le informazioni per ideare nuovi spunti da inserire nel tuo romanzo.


5. Intervistare qualcuno

Questo metodo rientra un po’ nel campo del fare ricerca e nel mio Scrivere Rosa trovi un sacco di altri suggerimenti. Ma senza entrare troppo nel dettaglio, se trovi un esperto dell’argomento che ti interessa, domandargli qualcosa sul suo lavoro di sicuro può innescare un interessante processo creativo. Sapere come si mescolano i colori per la tinta, scoprire i trucchi della panificazione, farsi un giro nella cabina di un camion con rimorchio non può che fare bene alla credibilità della tua storia e ispirarti.


 


Tecniche “tecniche”

1. Le liste.

Ok, non quella della spesa, non quella delle cose da fare. Le liste in questione sono elenchi di cose possibili, di eventi possibili, di problemi possibili.

Un modo creativo per farle è pensare a uno stato d’animo specifico e provare a vedere cosa viene fuori.

Cosa può succedere se la tua protagonista è nervosa? O se è troppo accondiscendente?


2. Fare domande

Interroga il tuo personaggio. Ma vai oltre il segno zodiacale e il cocktail preferito (anche se potrebbero essere interessanti). Prova con cinque domande, poi aumenta a dieci, e magari arriva fino a venti.

Un esempio di domanda utile potrebbe essere: qual è lo sgarbo più grande che potrebbe farti un’amica? In che situazione ti senti più in imbarazzo?

Insomma, induci il tuo personaggio a esporsi e una volta che si è esposto, approfittane!


3. Mappe mentali

Si tratta di una tecnica conosciuta che lavora con le associazioni. Scrivi il concetto principale al centro di un foglio e poi collega tutte le parole che ti vengono in mente rispetto a quella parola. Fai una prova. Metti al centro il termine “tradimento”. Dove si può consumare un tradimento? In una coppia, in un’amicizia, sul lavoro, in famiglia. Ok, adesso prendi ogni singola voce e prova a collegare tutte le parole che secondo te hanno una connessione con il tradimento in questi quattro ambiti. E vedi se ne esce qualcosa di interessante, magari prendendo le caratteristiche di un tradimento in ufficio per applicarle a quello tra due fratelli.


4. E se?

Un altro super classico di chi scrive. È un tipo di brainstorming che ti fa lavorare sulle possibilità. Non devi che domandarti, E se lui avesse un’allergia?, E se lei gli avesse nascosto di avere un gatto per farsi assumere? E se lui cominciasse a starnutire ogni volta che lei si avvicina? E se decidesse di pedinarla? E se lei lo vedesse e decidesse di depistarlo?

Ok mi fermo, il libro devi scriverlo tu, non io!


5. Scrivere le scene sui cartoncini e mescolarle

Questo è un modo per lavorare creativamente su scene che hai già ipotizzato. Magari hai già deciso come devono susseguirsi, però la cosa non ti convince. Un modo per ragionarci in modo creativo è scrivere una sintesi delle varie scene su alcuni cartoncini e provare a mescolarle. Cosa succede se metti la scena 1 al posto della 3? Come si modifica tutto il resto? Il risultato è più interessante o magari più fluido?

Spesso quando lavoriamo su un file è difficile vedere la situazione “dall’alto” e soprattutto fare mente locale su tutto quello che abbiamo già scritto.

Questo metodo dei cartoncini ti aiuta a vedere a che punto sei e a valutare se la sequenza funziona o no. Soprattutto, ti mostra i buchi, i vicoli ciechi su cui ragionare.


6. Cubing

È un metodo che ti spinge a considerare una situazione da sei angolature diverse, proprio come le facce del cubo da cui prende il nome. Funziona così:

Prendi un foglio, pensa all’argomento su cui devi fare brainstorming. Per comodità ipotizziamo che sia ancora “tradimento”. Ora rispondi a queste sei indicazioni:



Descrivilo: cos’è il tradimento?
Paragonalo: a cosa assomiglia o non assomiglia il tradimento?
Associalo: a cosa ti fa pensare? trova similitudini, somiglianze del tradimento rispetto ad altri comportamenti umani.
Analizzalo: da che elementi è composto?
Mettilo in pratica: come si fa a tradire?

Ora osserva cos’hai scritto e prova a vedere se ti fa venire in mente qualcosa di interessante per il tuo romanzo.


CHE NE DICI DI TUTTE QUESTE TECNICHE? LE CONOSCEVI GIÀ? E QUAL È LA TUA PREFERITA?

NEL POST DELLA PROSSIMA SETTIMANA TI DARÒ QUALCHE CONSIGLIO PIÙ TECNOLOGICO UTILE PER FARE BRAINSTORMING E PER SALVARE LA PIOGGIA DI IDEE CHE NE RICAVERAI, QUINDI NON PERDERLO!


E SE NON VUOI PERDERTI TUTTO QUELLO CHE RACCONTO SU SCRITTURA E LIBRI, REGALA UN LIKE ALLA MIA PAGINA.


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Published on September 17, 2019 23:00

September 10, 2019

Scopri qual è il brainstorming più furbo


 


Nel post della settimana scorsa, che trovi qui, ti ho fatto una breve introduzione sul brainstorming e su quanto sia necessario per mantenere attiva la parte destra del nostro cervello.


Svolgendo un lavoro creativo, questo è fondamentale perché di fondo, chi come noi si deve spremere le meningi tutti i giorni non può permettersi un emisfero destro rinsecchito come una foresta pietrificata. Serve un emisfero destro bello polposo e pieno come una pianta grassa.
Invece, non so se capita anche a te,  ma ci sono giorni in cui mi sento proprio immobile, mentalmente, al punto che mi sembra di sentir soffiare il vento tra le sinapsi come in una foresta spettrale. E mi domando da che parte riuscirò mai a tirare fuori anche solo UNA idea, figurarsi tutte quelle necessarie per scrivere un intero romanzo.
Quando succede, mi sento frustrata e preoccupata, perché comincio a temere di non essere in grado di scrivere o di inventare una nuova storia che le lettrici ameranno. Un dramma.


E siccome voglio evitare che questo accada troppo spesso, da qualche tempo ho preso l’impegno con me stessa di dedicarmi al brainstorming come se fosse un’attività fisica quotidiana, da praticare per tenere in forma non i muscoli del corpo, ma quelli della creatività.
Anche perché, il brainstorming funziona davvero come i muscoli, ai quali, quando sono allenati, puoi chiedere sia di reagire a uno sprint di cento metri che di condurti al traguardo di una maratona.


L’allenamento quotidiano, o quasi, quindi è fondamentale per avere un cervello pronto a soddisfare ogni tua necessità. E la cosa bella è che se ti abitui ad allenare la creatività tutti i giorni, allenamento e “gara” finiranno con il coincidere. Ossia, quello che riuscirai a produrre durante l’allenamento sarà esattamente quello di cui hai bisogno per portare avanti i tuoi progetti.


Come puoi allenarti?

Impegnandoti a trasformare il brainstorming in un’abitudine e integrandolo nella tua giornata mentre svolgi le attività ripetitive di tutti i giorni.
Quando sto pensando alla trama di un nuovo romanzo o devo decidere come rendere al meglio una scena, oltre al tempo che dedico alla storia seduta alla scrivania,  continuo a rimuginarci su anche durante il resto della giornata, nei momenti in cui le sinapsi non sono impegnate, e tengo sempre un quaderno a portata di mano o il telefonino, per prendere nota di tutte le idee.
Perciò, anche tu, mentre ti lavi la mattina, ti asciughi i capelli (se mi segui da un po’ sai già che questo è il mio momento preferito!), cucini, sei in macchina, in coda ecc, nei momenti “vuoti” insomma, puoi prendere l’abitudine di pensare al tuo progetto, lasciando che la mente giocherelli con quella scena, quel personaggio, quel dialogo. Sono sicura che, dai e ridai, oltre a diventare un meccanismo automatico, ti ritroverai con un sacco di idee fantastiche tra le mani.


In pratica, non dovresti mai prendere il tuo progetto di scrittura e infilarlo nel freezer tra una seduta di scrittura e l’altra, ma tenerlo sulla fiamma più piccola del tuo fornello mentale, quello che messo al minimo fa cuocere lentamente il cibo, senza bruciarlo. Hai presente? Ecco, metti il tuo progetto lì e lascialo pippiare come un bel ragù napoletano.
Il brainstorming più furbo, quindi, è quello che fai quasi senza accorgerti, quello che diventa un’abitudine utile, quello che, ti porta al traguardo senza che tu te ne accorga.


Il trucchetto in più

Se poi vuoi integrare questo brainstorming in una pratica di scrittura quotidiana, quello che io definisco l’uovo di Colombo è il semplice, pratico metodo Albanese, che non ha niente a che fare con il comico, ma con una collega scrittrice che ammiro molto: Ornella Albanese.


Ornella è una scrittrice con tanti libri sullo scaffale che, durante una chiacchierata di qualche tempo fa, mi fa rivelato il suo metodo di lavoro.
Lei scrive un’ora al giorno. E basta. Il che è molto pratico se svolgi un altro lavoro, hai una famiglia e compagnia bella. Inoltre, sapere che una scrittrice professionista non vota tutta la sua giornata alla scrittura è una forte fonte di motivazione.
Il motivo per cui può permettersi di scrivere un’ora soltanto e che lei, in quell’ora, scrive tantissimo. E sai perché? Perché tra un’ora di scrittura e l’altra, per tutto il giorno rimugina, riflette, insomma, fa brainstorming sulla scena che scriverà. Così, quando il momento arriva, lei è pronta, con le idee chiarissime su cosa faranno, diranno, penseranno i suoi personaggi.


Non è fantastico? E lo stesso puoi fare tu, che magari corri di qua e di là per accompagnare i tuoi figli a nuoto, calcio, basket, e pensi che per scrivere un romanzo devi avere ore e ore a disposizione. No. Se applichi il metodo Albanese, di ore di scrittura vera e propria, te ne basta una.
In questo modo, il brainstorming diventa una sorta di pre-scrittura o, per tornare all’esempio dell’attività fisica, diventa allo stesso tempo allenamento e maratona. Mica male!


Se però quello che ti interessa è lo “sprint”. Allora la prossima settimana ti spiegherò tutte le tecniche per mettere alla prova i muscoli della creatività con brevi sessioni concentrate di brainstorming. Tu, intanto, mi raccomando, rimugina, rimugina, rimugina.


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Published on September 10, 2019 23:00

September 3, 2019

Come non far seccare la “pianta” della creatività


 


Il cursore lampeggia.

E lampeggia.

E lampeggia.

Sempre nello stesso punto.

Perché tu ti sei bloccata e non sai più cosa scrivere.

Guardi fuori dalla finestra, poi lo schermo, poi ti rifai la coda, poi sospiri, ti appoggi il mento a una mano, il gomito scivola e piano piano ti trovi con la testa sulla scrivania, disperata.

Niente, l’idea non arriva.

E adesso?


La creatività è una risorsa fondamentale per tutti, nella vita, perché aiuta a risolvere moltissime situazioni, dal frigorifero vuoto (e su questo ci tornerò!) all’invito improvviso, all’appuntamento saltato ecc.

E ovviamente la creatività è importante se svolgi un lavoro… creativo.

Quindi, per una scrittrice è praticamente di vitale importanza.

Purtroppo però è anche una risorsa che va coltivata, perché se non lo si fa, rischia di seccare come le piante che dimentichi sul balcone d’estate, quando parti per il mare.


Un modo per evitare tutte quelle foglie accartocciate e radici rattrappite è utilizzare il brainstorming.

Sono sicura che ne hai già sentito parlare, ma forse riuscirò lo stesso a raccontarti qualcosa di interessante in proposito.

Intanto, il concetto di brainstorming, così anglosassone, ha in realtà radici latine e medioevali, perché risale alla pratica dei professori di allora che coinvolgevano gli studenti in vere e proprie dispute su argomenti di natura teologica ed è stato divulgato per la prima volta in un testo del 1953, Applied Immagination, scritto da un certo Alex Faickney Osborn, che ha addirittura fondato la Creative Education Foundation.

Lo sapevi?


Il brainstorming è una tecnica con la quale, in pratica, stimoli il cervello a venirsene fuori con tutte le idee possibili su un certo argomento o su una certa situazione. In particolare, stimoli l’emisfero destro del cervello, che è la parte più creativa.

Se vuoi immaginali così, pensa all’emisfero destro come allo studente scavezzacollo che se le inventava tutte per copiare durante le verifiche a scuola, mentre la parte sinistra come il professore che se ne stava impettito in cattedra a dettare i compiti e a controllare che nessuno copiasse.

Nella tua testa succede la stessa cosa. La parte sinistra cerca sempre di tenere sotto controllo la parte destra.


Ora, non è che l’emisfero sinistro sia cattivo, più che altro è la vita di tutti i giorni che gli impone di stare sempre vigile e attivo. Nella quotidianità, infatti, quasi tutto quello che facciamo richiede un utilizzo preponderante di razionalità e controllo. Prendi la guida. Ti immagini se al volante ci fosse l’emisfero destro?

E questo nostro vivere prevalentemente nell’emisfero sinistro rende sempre più difficile “accendere” quello destro.

L’emisfero sinistro però non è il nemico. Anzi, è utilissimo per mettere a frutto le idee di quello destro, perché, schematizzando, potremmo dire che le idee arrivano da destra e vengono valutate e archiviate a sinistra, quindi, poverino, vai subito a battergli una pacca sulla spalla, prima che si offenda.

D’altro canto, se da destra non arriva niente…


Esercitarsi il brainstorming significa stimolare l’emisfero destro, fargli una specie di massaggio cardiaco quando sembra caduto in una sorta di stato catatonico o, tornando all’immagine botanica, collegare un rubinetto alle sinapsi in modo da far scorrere le idee come acqua, per annaffiare la famosa pianta rinsecchita sul balcone.

In particolare, la cosa bella del brainstorming è che può servire a più scopi.

Immagina un frigorifero (sì, questo post è pieno di immagini, ma dopotutto, stiamo parlando di brainstorming e creatività. E inoltre ti avevo anticipato che ci saremmo arrivate!). Apri il frigorifero e dentro ci sono quattro ingredienti. Una mela, della maionese, due sardine e un uovo.

Il braistorming funziona così:



da un lato, può stimolarti a combinare quei quattro ingredienti per inventarti un piatto moderatamente commestibile;
dall’altro può farti venire in mente una lista della spesa grazie alla quale, partendo da quei quattro ingredienti riesci a comporre un pranzo da applausi.

Tornando quindi alla scrittura. Fare brainstorming ti è indispensabile, se davanti al metaforico frigorifero decidi di combinare in modo creativo i pochi ingredienti, per esempio una commessa, un ombrello, una piscina e un artista di strada, per scrivere un racconto. Oppure partire da quegli stessi “ingredienti” e svilupparli in modo da avere abbastanza materiale per un romanzo.


Perciò preparati, perché la prossima settimana si passa all’azione! (Nel frattempo, se vuoi cominciare a scaldare i motori, ti ripropongo il mio post di qualche tempo fa, in cui trovi una breve meditazione per stimolare la creatività,)


LA PAROLA PASSA A TE! TI DEDICHI GIÀ AL BRAINSTORMING? CON CHE RISULTATI? RACCONTAMELO NEI COMMENTI OPPURE SULLA MIA PAGINA EDY TASSI TRADAUTRICE E SE ANCORA NON LO FAI, INIZIA A SEGUIRMI. LA MIA PAGINA È IL POSTO DOVE PARLO DI SCRITTURA, LETTURE, DOVE CONDIVIDO IDEE E RIFLESSIONI SUL MERAVIGLIOSO MONDO DELLA SCRITTURA (IN) ROSA.


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Published on September 03, 2019 23:00

July 23, 2019

L’organizzazione pratica del tuo writing retreat

L'organizzazione pratica del tuo writing retreat


Il fatidico momento è arrivato!

Domani (o comunque tra poco) comincia il tuo writing retreat.

Contenta?

Perché tutto fili via liscio, però, un po’ di organizzazione non guasta.

Sai cosa diceva Benjamin Franklin?

“Ogni minuto dedicato all’organizzazione ti fa guadagnare un’ora”.

E vista tutta la fatica che hai fatto per ritagliarti del tempo da dedicare al tuo writing retreat, non ci vuole molto a capire che di ore guadagnate, più ne hai e meglio è.


Ma cosa puoi organizzare in anticipo? Un po’ di tutto, in realtà.

Una volta che hai deciso dove andrai, per quanto e qual è il tuo obiettivo, non ti resta che pensare a:



il bagaglio
il programma della tua giornata
i pasti

Io sono una maniaca dell’organizzazione e quindi per me queste voci sono imprescindibili. Ma tu puoi tranquillamente limitarti a quelle che ti sembrano più importanti.


IL BAGAGLIO


Decidi cosa non può mancare nella tua borsa. Di sicuro un cambio d’abito per ogni giorno di assenza, il necessario per l’igiene personale, il computer, i materiali su cui devi lavorare, un po’ di soldi. Prepara un piccolo elenco, che ti sarà utile anche in futuro (i writing retreat creano dipendenza!), così non dovrai pensarci su ogni volta, ma potrai aggiornarlo e adeguarlo a ogni occasione. Io ho una check list che mi porto dietro da quando le mie figlie erano piccole. Negli ultimi tempi l’ho modificata, perché di sicuro ora le bavagline o il cuocipappa non mi servono più, però resta un punto di partenza insostituibile per ogni bagaglio che devo organizzare. Se non ne hai già una anche tu, ti consiglio di cominciare a impostarla approfittando di questa occasione, perché sarà una check list di cui non riuscirai più a fare a meno.


 


LA GIORNATA


Un aspetto che spesso ci fa perdere tempo ed energie è decidere “cosa faccio adesso”?

Se ti alzi senza avere già messo a punto un piano d’azione a prova di bomba, rischi di ritrovarti paralizzata dai vari “faccio prima questo/no faccio prima quello”.

Il consiglio che ti do è quindi quello di riflettere su quale sarebbe, secondo te, la tua giornata di scrittura ideale. Prendi un foglio e dedica un po’ di tempo a descriverla il più possibile nel dettaglio in modo da poterla mettere in pratica senza incertezze al momento buono.

Ti faccio vedere quale sarebbe la mia, che comprende alcuni elementi fondamentali: una passeggiata, un rituale di inizio lavori, una serie di blocchi di scrittura, un po’ di relax, un rituale di fine lavori. Se pensi che possa funzionare anche per te, sentiti libera di copiarla!


7.30 sveglia

7.30 – 8.00 doccia e colazione

8.00 – 8.30 passeggiata

8.30 – 9.00 rituale di inizio lavori

9.00 – 10.30 primo blocco di scrittura

10.30 – 10.45 prima pausa

10.45 – 12.15 secondo blocco di scrittura

12.15 – 13.00 pranzo

13.00 – 13.30 passeggiata

13.30 – 15.00 terzo blocco di scrittura

15.00 – 15.15 seconda pausa

15.15 – 16.45 quarto blocco di scrittura

16.45 – 17.15 rituale di fine giornata

17.15 – 19.00 relax

19.00 – 20.30 cena

20.30 – 22.00 relax

22.00 – 22.30 momento di gratitudine prima di dormire


Ovviamente si tratta di un’ipotesi. Tu per esempio potresti essere una che preferisce avere la mattina libera e lavorare dalle quattro del pomeriggio fino a mezzanotte.

In ogni caso, se la mia versione ti piace, o quando avrai elaborato la tua, moltiplicala per i giorni a tua disposizione.

Questa giornata tipo, inoltre, prevede che la mattina tu ti svegli già nel luogo dove si svolgerà il tuo writing retreat, quindi al netto del viaggio se ti sposti, o comodamente tra le pareti della tua camera, se invece non ti muovi da casa. Ma se il tuo programma prevede che tu debba raggiungere un altro luogo, tienine ovviamente conto.

Quanto agli elementi fondamentali di cui ti parlavo, eccoli spiegati nel dettaglio.


Il rituale di inizio lavori. Nella mia ipotetica giornata ideale, ho inserito questa voce che forse non sai bene come affrontare. In questo momento, probabilmente, ti sembra già un miracolo essere riuscita anche solo a organizzarlo, un writing retreat, ma quando arriverà il momento di mettere mano alla tastiera, un rituale di inizio lavori ti aiuterà a passare con la mente dalla modalità “tran tran quotidiano” a “writing retreat”. Un rituale di inizio lavori ti permette di concentrarti, di cominciare con lo stato d’animo giusto e attirare a te tutte le fantastiche idee di cui hai bisogno. Come per il programma della giornata, non esiste il rituale “tipo”, quindi sentiti libera di ideare il tuo rituale personalizzato. Io mi limiterò anche qui a suggerirti alcuni elementi possibili. Di solito, infatti, un rituale può comprendere:



una breve meditazione: siediti in un posto comodo e concediti di meditare per cinque, dieci minuti, lasciando che la tua mente si calmi e si prepari a concentrarsi sulla scrittura. Fai spazio solo al tuo progetto o alla storia che stai scrivendo. Sul cellulare puoi scaricare diversi tipi di app, come questa, che ti permettono di meditare accompagnata da suoni della natura o musiche. Se questo ti aiuta, approfittane!
una visualizzazione per stimolare la creatività: su internet ne trovi parecchie, di lunghezza diversa. Io ti consiglio quella di Ilaria Ruggeri, che puoi scaricare iscrivendoti alla sua newsletter. Ilaria è un’artista e si occupa di creatività, quindi chi meglio di lei può arricchire il tuo rituale mattutino?
una lettura ispiratrice: a disposizione hai centinaia di libri. Io ti consiglio di adottarne uno strutturato con brevi brani giornalieri, come Life by the cup.
affermazioni positive: se non le hai mai provate, ti consiglio di farlo; se le conosci, sai già come possono essere potenti. Le affermazioni positive trasformano in realtà qualsiasi desiderio perché lo comunicano al tuo cervello come se si fosse già avverato. Vuoi provare? Allora scegli una qualsiasi tra queste:




scrivo ispirata e le parole fluiscono con facilità dalle mie dita
so cosa voglio scrivere e non mi lascio distrarre
 una parola alla volta, raggiungo il mio obiettivo giornaliero


 una coccola: perché ti stai impegnando in questo progetto e quindi meriti di sentirti bene. Certo, la coccola deve essere breve e adeguata: niente massaggi thailandesi di tre ore. Però, metterti una goccia di profumo o un po’ di rossetto, indossare qualcosa di carino che ti faccia sentire bene, apparecchiare con cura la tavola per quando dovrai pranzare, sono tutti gesti piccoli che fanno bene al tuo spirito
qualche respiro profondo: se sei un po’ in ansia perché hai paura di non raggiungere il tuo obiettivo di scrittura (e hai già deciso che la meditazione o le affermazioni non fanno per te), comincia con tre respiri profondi. Fai entrare l’aria dal naso contando fino a quattro e poi espira dalla bocca contando di nuovo fino a quattro. Calmati, sii serena e fiduciosa.
 qualsiasi cosa ti dia la carica e ti faccia sentire bene. Io per esempio amo ascoltare una canzone dance anni 80/90, di quelle che ascoltavo da ragazza e che mi fanno venire voglia di ballare. Cinque minuti che mi fanno alzare il buonumore e mi danno una iniezione di adrenalina. Le mie preferite?




It’s Raining Men di Geri Halliwell
All night long di Mousse T. (feat Jovanotti)
Viva la vida dei Coldplay



 


I blocchi di scrittura. I blocchi di scrittura possono avere una lunghezza variabile, quindi non sei obbligata a rispettare quella che ho ipotizzato io. Valuta tu per quanto tempo sai di poter essere produttiva e concentrata: puoi decidere di dedicare alla scrittura da tre a quattro blocchi della durata di un’ora e mezza l’uno, nel corso della giornata, fino a un totale di sei ore (se ti sembrano poche, pensa a quanto scrivi di solito in un giorno qualsiasi e parliamone!).


Se poi vuoi un suggerimento su come utilizzare i tre blocchi di scrittura, io sono una grande fan del Metodo del Pomodoro. In sostanza, il metodo del pomodoro prevede che tu punti un timer (il famoso pomodoro che si usa in cucina) e che per 25 minuti tu lavori concentrata sulla scrittura, senza distrazioni, senza fare altro se non scrivere o dedicarti al compito che ti sei prefissata. A questo punto puoi concederti cinque minuti di pausa, quindi un nuovo “pomodoro” da 25 minuti e poi un terzo, fino a completare il primo blocco. Nei momenti di pausa evita di fare qualcosa che ti coinvolge troppo o che ti distrae troppo, perché invece di cinque, i minuti di pausa rischiano di diventare in fretta dieci, quindici o anche di più. Meglio sgranchire le gambe, magari fare qualche bel respiro davanti alla finestra aperta o bere un bicchiere d’acqua.


I momenti di relax. Sì, ti ho detto che è meglio spremere questo writing retreat il più possibile, ma un po’ di riposo è necessario. Quindi, se vai fuori casa, informati prima su quali sono le cose interessanti che puoi fare nel tuo luogo di destinazione (fosse anche il quartiere attaccato a quello dove vivi di solito). Se sei un’introversa, una passeggiata al parco è l’ideale, se sei un’estroversa, potresti approfittare di una palestra, di un seminario serale, di un cineforum.


Il rituale di fine lavori. Al termine dell’ultimo blocco di lavoro, fai il punto della situazione. Sei riuscita a rispettare il tuo obiettivo finale o giornaliero? Questa è un’analisi puramente pratica, senza note di merito. Valuta come hai lavorato, in quali momenti ti sei sentita più energica e dove più stanca. Cerca di capire qualcosa di più sui tuoi bioritmi, su quando la tua concentrazione è al top. Rifletti sull’obiettivo: se lo hai rispettato, potevi forse fare di più? E se non lo hai rispettato, da cosa dipende? Forse, nonostante tutto, avevi fissato l’asticella troppo in alto? Sono tutte analisi e considerazioni utili per aggiustare il tiro il giorno seguente o in occasione del tuo prossimo writing retreat. Niente deve assomigliare a una sconfitta, ma tutto deve trasformarsi in una maggiore consapevolezza delle tue possibilità e di quello che puoi pretendere da te stessa.


Un momento di gratitutine. A fine giornata, non dimenticarti di dedicare un momento per riflettere su quello che di bello ti ha regalato il tuo writing retreat.


 


I PASTI


Se resti a casa, decidi in anticipo cosa mangerai. Predisponi un menù giornaliero (se il tuo writing retreat dura più giorni, puoi pensare a due menù da alternare), poi vai a fare la spesa e se puoi cucinare qualcosa in anticipo, fallo.


Lo stesso vale se ti allontani. Se vuoi cucinare tu, programma in anticipo qualche piatto semplice e acquista gli ingredienti che porterai con te, così al primo languorino non dovrai interrompere per troppo tempo il tuo lavoro per trovare il primo negozio di alimentari. Se non intendi metterti ai fornelli, svolgi una piccola ricerca su internet per trovare qualche posticino carino nelle vicinanze che possa rivelarsi la meta perfetta per la tua pausa pranzo o per una cena.


Quanto ai tuoi amati cari?


Agisci con astuzia. Se sono loro a restare a casa, e tuo marito non sa distinguere un panino al latte da una mozzarella, prima di andartene consegnagli un piccolo elenco di rosticcerie ben fornite a cui rivolgersi. Evita di metterti ai fornelli un pomeriggio intero per lasciare il frigo pieno. Un po’ di sano pollo allo spiedo non ha mai ucciso nessuno.


E IL TUO WRITING RETREAT È PRONTO! NON TI RESTA CHE GODERTELO FINO IN FONDO. MI RACCOMANDO, POI RACCONTAMI COME È ANDATA E SE SEI SODDISFATTA DEL TUO LAVORO.


PS: UN WRITING RETREAT PERFETTO, POTREBBE ESSERE ISCRIVERTI ALLA MIA GIORNATA INTENSIVA DEL PERCORSO MADREPERLA, CI AVEVI PENSATO?  SE VUOI, SCRIVIMI E PARLIAMONE!


L'articolo L’organizzazione pratica del tuo writing retreat proviene da Edy Tassi.

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Published on July 23, 2019 23:00