J.C. Hidalgo's Blog, page 12

January 28, 2020

5 peccati

Perdonami padre, perché ho peccato.


A che ora i miei cinque sensi mi hanno tradito e sono diventati portali per peccare?


Come ha potuto una donna far emergere queste emozioni che non conoscevo e farmi perdere la mia volontà riguardo alle mie azioni?


I miei occhi, con i quali ho sempre contemplato il mondo in modo ragionevole, sono ora diventati il ​​mio più grande nemico. Mi mostrano cose che non ho mai visto prima, ma la parte peggiore è che non posso allontanarle da lei.


Non è solo il suo corpo. Non è solo quando si muove, quando le sue curve sono contornate da la sensualità di la serpente. Non è solo quando mi domina con il suo peso su di me. Non è solo la visione del suo seno che trema dal respiro corto. Ciò che tormenta la mia mente è la sua faccia.


Il suo volto, con lineamenti fini, quasi angelici, diventa l’immagine della perdizione, un volto che non posso non vedere. I miei occhi lo accarezzano, corrono ogni piccolo gesto, ogni minimo cambio di espressione. I suoi occhi, o il suo modo di chiuderli, il sorriso malvagio quando mi desidera e mentre le mie mani sperimentano il suo corpo è qualcosa di impossibile da ignorare anche con la più grande volontà


Anche lei mi chiedi di non guardarla, che non vuole sentirsi osservata, nemmeno il suo ordine è in grado di farmi provare a soddisfare una fame insaziabile di vedere tutto, di riempirmi di ombre disegnate alla luce della candele.


Anche adesso, quando non c’è più, il ricordo mi ritorna senza riuscire a fermarlo. Anche chiudere gli occhi è inutile, perché la sua immagine è impressa nella mia mente.


La sensibilità del mio corpo si è ribellata con una forma di piacere che non conoscevo. Quando le sue mani attraversano il mio corpo, mi perdo nella più deliziosa sensazione che abbia mai provato. Ma questo non è niente in confronto a sentire la sua pelle.


Oh … la sua pelle, morbida e setosa. Anche le imperfezioni che appaiono qua e là servono solo ad accentuare la meraviglia del resto della sua fisionomia. È così facile camminare con le dita per lei, che posso passare dalle tue mani, attraverso le braccia, il seno, la vita e finire ai piedi con un movimento fluido. Le mie mani diventano fiumi che divorano ogni centimetro della sua pelle mentre attraversi il flusso delle sue forme.


Anche le mie labbra vogliono unirsi a questa festa di sentimenti, invidiosi e desiderosi di partecipare. Divoro con bocca e denti ogni sinuosità, che non esiste una iota senza essere baciato o morso, nel tentativo di soddisfare una fame che, lungi dal farlo, sta aumentando sempre di più. Un appetito che aumenta fino a minacciare di farmi impazzire.


Ma se questo suggerisce che il piacere di sentire il suo corpo era qualcosa di insormontabile, non lo è, perché nessuna delle precedenti può essere paragonata a deliziare quando le mie labbra fanno l’amore con il suo. È lì che trabocca la mia oscurità e perdo la traccia del mio essere, quando perdo il desiderio di vivere preferendo morire in bocca, perché nulla può soddisfarmi più come fa il suo bacio.


La gioia dei miei sensi trova un altro nuovo mondo riempiendomi con il suo sapore, il sapore della sua bocca, la sua pelle, il sapore del suo seno, un sapore che mi porta in altri mondi e mi ha reso dipendente.


Il suo odore mi riempie le narici. Mi perdo inalando il suo profumo, annusandolo ovunque, mentre ascolto come ride, senza capire la mia strana perversione. È il suo odore, un leggero aroma, il mio oppio personale a cui sono dipendente.


Questo è quando i loro gemiti rompono il silenzio. Mi chiedono di smettere ma il loro sguardo mi chiede di continuare. Il modo in cui mi sussurra all’orecchio che io sono il suo giocattolo del piacere, coprendosi la bocca per affogare il suo piacere, è ciò che fa emergere una furia interiore e mi fa pressare contro di me, e lei fa lo stesso.


Ci stringiamo in un abbraccio disperato, provando a stare sul corpo dell’altro, e con le unghie corrompo la perfetta bellezza della sua schiena. Lei geme, la sua voce stimola ancora di più il mio desiderio e labbra e denti si fondono con la sua pelle.


Non sono più un essere umano. Sono un animale, il suo giocattolo, come ha detto.


Sono stato da quando i miei sensi mi hanno tradito. Si sono rivelati per mettermi al tuo servizio. Mi hanno fatto venire voglia di soddisfare questa fame per perdermi nel loro profumo, nella loro pelle, nel voler tutto senza limiti. Voglio tutto da lei, tutto ciò che lei vuole darmi. Tutto! Possa la sua voce frustare la bestia che risiede in me per soddisfare tutti i desideri, i suoi e i miei, una bestia spinta come un animale domestico a suo piacere.


In realtà, padre, non voglio il tuo perdono. Ho peccato… e lo farò di nuovo.


Ne sono persino orgoglioso…

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Published on January 28, 2020 22:01

5 pecados

Perdoname padre, porque he pecado.


¿En qué momento mis cinco sentidos me hayan traicionado y se hayan convertido en portales al pecado?


¿Cómo puede una sola mujer hacer aflorar estas emociones que desconocía, y hacerme perder la voluntad sobre mis actos?


Mis ojos, con los que siempre he contemplado el mundo de forma sensata, ahora se han convertido en mi mayor enemigo. Me muestran cosas que nunca había visto antes, pero lo peor es que no puedo apartarlos de ella.


No es solo su cuerpo. No es solo cuando se mueve, cuando sus curvas se contornean con una sensualidad propias de una serpiente. No es solo cuando me domina con su peso sobre mí. No es solo la visión de sus pechos agitándose por la respiración entrecortada. Lo que atormenta mi mente es su rostro.


Su cara, de facciones finas, casi angelicales, se torna en la imagen de la perdición, un rostro que no puedo dejar de observar. Mis ojos lo acarician, recorren cada ligero gesto, cada mínimo cambio de expresión. Sus ojos, o su manera de cerrarlos, la sonrisa maligna cuando me desea y mientras mis manos experimentan con su cuerpo es algo imposible de ignorar ni siquiera con la mayor de la voluntad.


Aunque me pida que no la mire, que no quiere sentirse observada, ni siquiera su orden es capaz de hacerme dejar que intente saciar un hambre insaciable de verlo todo, de llenarme de las sombras dibujadas contra la ligera luz de las velas.


Incluso ahora, cuando ya no está, el recuerdo vuelve a mí sin que pueda detenerlo. Ni siquiera cerrar los ojos sirve de nada, porque su imagen está grabada a fuego en mi mente.


La sensibilidad de mi cuerpo se ha rebelado con una forma de placer que desconocía. Cuando sus manos recorren mi cuerpo me pierdo en la sensación más deliciosa que nunca había sentido. Pero esto no es nada comparado con sentir su piel.


Oh… su piel, suave y sedosa. Incluso las imperfecciones que aparecen aquí y allí solo sirven para acentuar la maravilla el resto de su fisionomía. Tan fácil es de recorrer con mis dedos, que puedo ir desde sus manos, pasar por los brazos, pechos, cintura y acabar en sus pies en un movimiento fluido. Mis manos se convierten en ríos que devoran cada centímetro de su piel a medida que avanzan por el caudal de sus formas.


También mis labios desean sumarse a este banquete de sensaciones, envidiosos y ávidos de participar. Devoro con boca y dientes cada sinuosidad, que no quede ni un ápice de ella sin ser besado o mordido, en un intento de saciar un hambre que, lejos de hacerlo, se acrecienta cada vez más. Un apetito que aumenta hasta amenazar con volverme loco.


Pero si esto hace pensar que el placer de sentir su cuerpo era algo insuperable, no lo es, porque nada de lo anterior puede compararse al deleite cuando mis labios hacen el amor a los suyos. Ahí es donde mi lascivia se desborda y pierdo la noción de mi ser, cuando pierdo el deseo de vivir por preferir morir en su boca, porque ya nada podrá satisfacerme nunca más como su beso lo hace.


El deleite de mis sentidos encuentra otro nuevo mundo al llenarme de su sabor, el sabor de su boca, de su piel, el sabor de sus pechos, un sabor que me lleva a otros mundos y me ha convertido en un adicto a él.


Su olor llena mis fosas nasales. Me pierdo inhalando su aroma, oliéndola por todas partes, mientras escucho como ella ríe, sin entender mi extraña perversión. Es su olor, un ligero aroma, mi opio personal al que soy adicto.


Es entonces cuando sus gemidos se hacen hueco en el silencio. Me piden que pare pero su mirada me pide que siga. La forma en que me susurra al oído que soy su juguete de placer, el taparse la boca para ahogar su placer, es lo que hace que una furia interna emerja y me haga apretarla contra mí, y ella hace lo mismo.


Nos apretamos en un abrazo desesperado, intentando estar en el cuerpo del otro, y con las uñas corrompo la belleza perfecta de su espalda. Ella gime, su voz estimula aún más mi deseo y labios y dientes se mezclan con su piel.


Yo ya no soy un ser humano. Soy un animal, su juguete, tal como ella dijo.


Lo fui desde que mis sentidos me traicionaron. Se han revelado para ponerme a su servicio. Han hecho que deseé satisfacer este hambre de perderme en su aroma, su piel, quererlo todo, sin límites. Lo deseo todo de ella, todo cuanto quiera darme. ¡Todo! Que su voz azote la bestia que reside en mí para satisfacer todos los deseos, los suyos y míos, una bestia manejada como una mascota a su placer.


En realidad, padre, no quiero su perdón. He pecado… y lo volveré a hacer.


Incluso me siento orgulloso de ello.

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Published on January 28, 2020 22:00

January 27, 2020

Día #71 – El italiano es el idioma de la lascivia

Querido diario, dos puntos.


Ayer fui a la cafetería a escribir un rato (dicho sea de paso, estaba la cafetera de memento, que sigue sin reconocerme pero por lo menos me pone el café sin froth).


La historia de la botella me está jorobando, así que la voy a dejar de lado un poco. En su lugar, escribí una historia de lujuria y tiritas.


La cuestión es que tras esto, y revisarla un par de veces, la he traducido al italiano y me gusta muchísimo más como suena en este idioma. Por lo que sea, me suena más romántico, pasional, con un punto de suciedad y pecado. Mencanta.


De hecho, me gusta tanto como suena, que probablemente la publicaré español y en italiano. O si se me cruzan los cables, solo en italiano, según del humor con el que me levante.


Por cierto, aclarar que para la imagen de portada, puse “lascivia classic art” y me salió el rinoceronte ese.

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Published on January 27, 2020 22:00

January 26, 2020

Día #70 – Esto no tira

Querido diario, dos puntos.


He ido a la cafetería de confianza #1 a seguir con la historia de la botella.


Tengo las ideas en la cabeza, pero por lo que sea, es como que no tira para adelante. No sé exactamente porqué. Quizá debería hacer un plan y esquematizarla. A lo mejor eso me ayuda a organizarme o algo.


Tambien echo de menos la “historia del mago cretino”, que la dejé un poco de lado por escribir los relatos cortos. Mañana a ver si le meto mano y descanso de la de la botella.

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Published on January 26, 2020 22:00

January 22, 2020

Día #69 – Fotos

Querido diario, dos puntos.


El lunes pasado me fui a Weymouth a hacerle una sesión de fotos a una amiga.


El tema fue bastante bien, pero esta es la tercera vez que hago foto de modelo y me doy cuenta de que no es lo mío. Por un lado me gusta, pero este estilo en sí no.


Quiero decir, lo que no me gusta de las fotos de poses que las modelos se quedan mirando a la nada como las vacas miran al tren y eso es algo que no va conmigo. Las fotos en las que expresa alguna emoción me gustan más, que parece que esté pasando algo, la naturalidad de una expresión real…


Al final, así es como uno descubre su estilo y se conoce a uno mismo, a base de pruebas y ver que es lo que me gusta y lo que no.


Además, otra cosa que m gusta en una/un modelo sonlas imperfecciones. Por ejemplo, esta chca tenía marcas de varicela, y a mi eso me gustaba porque contrastaba con la fineza de su cara y sus rasgos. Yo creo que esas imperfecciones en algo de por sí bello realza la belleza. Pues ella no quería que se viera.


He pensado en pedirle hacerle fotos a una amiga que tengo en Bristol, que es punk, con mazo tatuajes, y pinta trasngresiva, que creo que pegará más con mi estilo.


Dicho sea de paso, mi gran drama fotográfico del momento es que la chica que me gusta, que a mi me parece guapísima, y de forma natural, no le gusta que le hagan fotos. En fin… Algún día conseguiré hacerle fotos y que su encanto natural quede inmortalizado.







 

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Published on January 22, 2020 02:10

January 19, 2020

Día #68 – Texto en ingles

Querido diario, dos puntos.


Le he dado fuerte a traducir uno de los cuentos al ingles, el de Caperucita Feroz. La cuestión es que mientras estaba con eso, me he dado cuenta de que es un poco culo. Me gusta por el mensaje y todos los detalles que tiene haciendo referencia a conceptos, pero como cuento, no me hace muy feliz. Sigue la estructura original del de Caperucita roja, y técnicamente debería estar bien, pero… no sé. Pero ahora no lo voy a reescribir. Se queda como está.

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Published on January 19, 2020 01:57

January 17, 2020

Día #67 – La letra perdida

Querido diario, dos puntos.



Estoy escribiendo esto mientras windows realiza esa tarea titánica que es arrancar. Quizá lo de dar a on y que las cosas se enciendan es pedir demasiado, pero un hombre puede soñar.



En lugar de mi cafetería de confianza, he venido a otra cafeteria muy específica, con una idea en mi cabeza; I’m a man on a mission.



Hace una semana quedé aquí con la chica que me gusta a tomar un café (¿en qué momento me he convertido en la vecina rubia?), y hay un cuadro en el que aparece una palabra justo en el borde y está incompleta. La cosa es que al pasar junto a él, ella me dijo que si le añades una A más, es su nombre.



Así que he venido a arreglar ese cuadro, a poner la A perdida. Puede que sea algo incorrecto, pero nunca dije que yo fuera una buena persona. Además, si algún día, por lo que sea, me hago famoso, ese cuadro valdrá un huevo, asi que, hasta le hago un favor.



Y mientras espero a que no haya nadie a la vista y que windows le de por funcionar, aquí estoy, escribiendo esto.

Por fin windows arrancó el archivo de texto.

He escrito un poco, no mucho, porque entre arranques y sabotajes románticos, me he bebido el large-soya-latte-nofroth-please antes de escribir nada. Además, quería ir a hacer otras cosas.

La cuestión es que me he dado cuenta de que me he metido en un jardín. Resulta que quiero poner una cosa argumental para que luego derive en algo importante, pero no sé como colocarlo. Mi primer idea era que pasara el evento catalizador, pero es meterlo con calzador y extenderme de una forma absurda. Creo que lo mejor es que ese catalizador ya ha ya pasado y sencillamente lo recuerde. Lo probaré de todas formas, y a ver como queda.

Como no he podido hacer mucho en la cafetería, más que nada por haberme ido corriendo después del sabotaje, esta tarde seguiré con eso.

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Published on January 17, 2020 22:00

January 16, 2020

Día #66 – Un día memorable

Querido diario, dos puntos.


Ayer fui la cafetería de confianza #1. Hace tiempo que no veo a la camarera de memento, no sé si ya no trabajará o qué, pero lo importante es que si pido mi large-soya-latte-tohavein-no-froth-please, me lo ponen sin nada de froth. Gracias a dios.


Me he ido a un rincón y le he dado caña a la historia del frasco, y me he tirado como dos horas con la tontería.


Creo que como me descuide, esta historia se me va a ir de las manos y me va salir bastante larga.


He querido dar incapié a la atmosfera de presión que la protagonista sufre, y la tensión constante. No sé si lo estoy consiguiendo, pero ahí vamos.


Por cierto, el día de ayer, 16 de enero, ha pasado a mi calendario.

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Published on January 16, 2020 22:09

January 15, 2020

Día #65 – Otro conato de poema raro

Anoche se me volvió a ocurrir otra cosa y, de la misma manera, a base de una canción.


Ni he controlado el ritmo ni la rima ni nada, pero al menos me van saliendo versos. Luego ya veré de ir puliendo las cosas. Lo que más me costaba era precisamente expresarme en términos versiles, especialmente siendo que soy una persona que tiende a expandirse, como Nacho Vidal.


El tiempo de la escarcha ha terminado


para dar paso a la era de la luna de agua.


Yggdrasil sigue creciendo


como siempre ha hecho


 


Y esta es la canción.

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Published on January 15, 2020 22:00

January 13, 2020

Día #64 -Me cuesta, pero lo hago

Querido diario, dos puntos.


He continuado con el cuento del frasco maldito.


Estoy en esa fase post-boceto en la que cambio montones de cosas conforme avanzo. Muchas de las ideas de la versión original ya no me cuadran, así que van volando o la cambio.


A decir verdad, me ha costado concentrarme, con toda esta tontería del amorío, pero más o menos, he avanzado. Yo es que tengo una cosa, me encariño poco, pero cuando me da, me da.


Acabo de recordar el poema que puse, tambien boceto. A ver si me pongo un poco con él.

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Published on January 13, 2020 22:00