Ella S. Bennet's Blog, page 7

June 4, 2023

Prossime letture #27

Nuovo acquisto: ho approfittato delle offerte amazon per comprare un romanzo di Julia Quinn, “Io ti avrò”. È il secondo della serie “Agenti della Corona”, di cui qualche anno fa ho letto il primo: “La spia della corona”.

Presto un mio commento.

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Published on June 04, 2023 14:07

May 26, 2023

La Compagnia delle Indie Orientali #6 – la caduta di Delhi

Nel 1737 a Delhi vivevano circa due milioni di persone, più di quelle che abitavano a Londra e a Parigi messe insieme.

L’imperatore era Muhammed Shah, un esteta e un gaudente, che lasciava la politica ai suoi consiglieri; la conseguenza fu che gradualmente i governatori regionali presero sempre più spesso decisioni in autonomia, anche sulle questioni più importanti.

Presto anche Delhi venne minacciata dai Maratha; poi fu l’esercito persiano di Nader Shah Afshar a raggiungerla e a devastarla. Nader, dopo aver invaso e conquistato l’Afghanistan, nel 1739 si diresse verso Kabul (la capitale estiva dell’impero Moghul) e dopo averla conquistata valicò il passo di Khyber e in breve entrò a Delhi, dove massacrò la popolazione e devastò la città, fino a che ottenne una grande ricchezza (gioielli e manufatti preziosi, oro e argento, per un valore di circa ottantasette milioni di sterline dell’epoca) in cambio della vita dei cittadini. Tornò in Persia dopo meno di due mesi, con tutti i tesori appartenuti all’impero Moghul (tesori che in realtà erano il suo obiettivo).

L’ulteriore perdita di potere da parte di Muhammed Shah indusse i governanti regionali a non inviare più a Delhi il denaro dei tributi, causando così di fatto la divisione dell’impero in tanti piccoli stati.

In varie parti dell’India si ebbe una rinascita delle identità locali e in molte città fiorirono l’arte e la letteratura. Benares divenne un grande polo commerciale e finanziario, oltre ed essere uno dei principali centri religiosi induisti.

A trarre il maggior vantaggio dallo sfaldamento dell’impero Moghul furono le due compagnie delle Indie Orientali, la francese e l’inglese.

Fonte: “Anarchia – L’inarrestabile ascesa della Compagnia delle Indie Orientali” di William Dalrymple; titolo originale “The Anarchy”, 2019; traduzione di Svevo D’Onofrio, edizione italiana del 2022, Adelphi * dal primo capitolo, 1599

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Published on May 26, 2023 14:10

May 19, 2023

La Compagnia delle Indie Orientali #5 – Moghul e Maratha

Nel 1707 morì l’imperatore Moghul Aurangzeb (che aveva sconfitto gli inglesi nel 1690). Era stato un governante severo e repressivo e un musulmano bigotto. Aveva introdotto tasse per chi non era musulmano e represso ogni rivolta nel sangue. Sotto di lui l’impero Moghul si era espanso molto, e aveva aumentato così il numero dei propri nemici.

Il principale oppositore di Aurangzeb era stato Shivaji Bhonsle, un signore della guerra indù che lo aveva combattuto soprattutto mediante incursioni che avevano prevalentemente l’obiettivo di danneggiare l’economia. La sua cavalleria leggera poteva percorrere anche ottanta chilometri al giorno; i suoi uomini non portavano né bagagli né provviste. Shivaji aveva fondato l’impero Maratha nel Deccan occidentale (era stato incoronato nel 1674) ed era morto nel 1680; gli autori maratha scrissero di lui come di un semidio oltre che rappresentante-simbolo della resistenza.

Le rivolte contro il regime di Aurangzeb erano continuate anche dopo la morte di Shivaji causando fra le altre cose una sensibile diminuzione dell’afflusso del denaro derivante da tasse e imposte.

Dopo la morte di Aurangzeb vi furono lotte per la successione e l’impero Moghul si indebolì ulteriormente. I Maratha compivano incursioni e devastavano villaggi; giunsero a riconquistare molti territori e all’inizio del diciottesimo secolo controllavano gran parte dell’India centrale e occidentale. Erano organizzati sotto cinque capi (che diedero origine a cinque dinastie).

I governatori regionali Moghul cessarono di inviare tributi all’imperatore e presero a comportarsi come fossero dei sovrani indipendenti. Una parziale eccezione era costituita dal governatore del Bengala, Murshid Quli Khan, che rimase fedele all’imperatore a cui versava ogni anno mezzo milione sterline. Il suo governo aveva però imposto un regime fiscale troppo duro, con punizioni crudeli nei confronti dei debitori. Dato il clima di anarchia, Murshid Quli Khan, iniziò a inviare il tributo annuale all’imperatore (cioè a Delhi) tramite una famiglia di finanzieri: Marwari Oswal, i Jagat Seth (i banchieri del mondo).

Fonti: Wikipedia

Anarchia – L’inarrestabile ascesa della Compagnia delle Indie Orientali” di William Dalrymple; titolo originale “The Anarchy”, 2019; traduzione di Svevo D’Onofrio, edizione italiana del 2022, Adelphi * dal primo capitolo, 1599

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Published on May 19, 2023 14:49

May 9, 2023

La Compagnia delle Indie Orientali #4 – insediamenti principali

Dopo un tentativo con scarso successo di fondare una base fortificata, la CIO, nella persona di Francis Day, ebbe il permesso di costruire un nuovo forte nell’India del Sud, che divenne noto come Madras; presto fu la prima città coloniale inglese dell’India e verso il 1670 iniziò a battere una propria moneta d’oro, la pagoda.

Dopo Madras un altro grosso insediamento inglese fu Bombay (ricevuto nella dote da parte di Caterina di Braganza – portoghese – che nel 1661 sposò Carlo II); negli anni Ottanta del 1600 divenne il centro del potere e del commercio degli inglesi nelle Indie Orientali.

Nel 1693 si scoprì che la Compagnia corrompeva ministri; ciò portò fra l’altro alla reclusione del Governatore della Compagnia.

Dopo un tentativo fallito (da parte di Sir Josiah Child) di conquistare territori Moghul con la forza, nel 1690 Jeb Charnode iniziò a fondare quella che sarebbe divenuta Calcutta, nel Bengala. Il Bengala era uno dei paesi più ricchi e popolati. Era il principale fornitore asiatico di merci all’Europa (a Dacca contava più di 25.000 tessitori).

Fonte: “Anarchia – L’inarrestabile ascesa della Compagnia delle Indie Orientali” di William Dalrymple; titolo originale “The Anarchy”, 2019; traduzione di Svevo D’Onofrio, edizione italiana del 2022, Adelphi * dal primo capitolo, 1599

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Published on May 09, 2023 14:35

May 6, 2023

La Compagnia delle Indie Orientali #3 – I rapporti con i Moghul

L’impero Moghul (termine che deriva da “mongolo”) occupava quasi tutta l’Asia meridionale; i Moghul erano una dinastia indiana di religione musulmana. Governarono sull’India dal 1526 al 1707 e la loro economia fu la più forte del mondo; inoltre l’architettura indiana raggiunse il massimo: è di questo periodo infatti la costruzione del Taj Mahal.

Il fondatore dell’impero fu Babur, discendente da Tamerlano; la capitale principale fu Delhi; fra le altre Agra, Fatehpur e Sikri.

Le città dell’impero Moghul erano grandi, ricche e popolate. In esse affluiva l’argento europeo in cambio di merci. I Gran Moghul disponevano di un esercito di quattro milioni di soldati; di conseguenza gli europei non potevano permettersi nei loro confronti comportamenti aggressivi come con gli altri popoli, perché militarmente erano troppo inferiori.

La Compagnia tentò allora di stringere delle relazioni con l’imperatore. Riuscì a gettarne le basi, con fatica e pazienza, Sir Thomas Roe, legato regio, in circa tre anni. Per i duecento anni successivi la CIO fece in modo di operare rispettando l’autorità e il sistema Maghul e questo le permise di superare tutti gli altri europei nel favore dell’imperatore, ottenendo così possibilità che agli altri non venivano concesse.

Roe, rientrato in patria, aveva consigliato di dedicarsi solo a pacifici commerci; per alcuni anni il consiglio venne seguito e non furono erette dai britannici fortificazioni.

Verso il 1630-39 la CIO importava dall’India pepe per un milione di sterline, poi lo rivendeva in Italia e in Medio Oriente.

Dal 1601 al 1640 la Compagnia inviò in India 168 navi di cui solo 104 fecero ritorno. Nonostante queste perdite gli utili crescevano e sempre più investitori volevano acquistare le azioni. Nel 1613 una sottoscrizione per l’aumento di capitale portò 418.000 sterline e nel 1617 un’altra addirittura un milione e seicentomila.

Fonti: Wikipedia

Anarchia – L’inarrestabile ascesa della Compagnia delle Indie Orientali” di William Dalrymple; titolo originale “The Anarchy”, 2019; traduzione di Svevo D’Onofrio, edizione italiana del 2022, Adelphi * dal primo capitolo, 1599

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Published on May 06, 2023 15:41

April 30, 2023

La Compagnia delle Indie Orientali #2 – Le prime spedizioni

Il 13 febbraio 1601 un vascello da 900 tonnellate, già usato contro le imbarcazioni spagnole dai corsari, partì da Woolnich per raggiungere l’estuario del Tamigi, diretto verso le Indie Orientali. Il vascello si chiamava Red Dragon (ex Scourge of Malice) ed era accompagnato da tre navi più piccole: l’Hector, la Susan e l’Ascension; comandava la spedizione sir James Lancaster. La flotta doppiò il Capo di Buona Speranza a settembre, poi raggiunse Mauritius; infine nel giugno 1602 arrivò ad Aceh (parte settentrionale dell’isola di Sumatra, Indonesia) e Lancaster poté iniziare ad acquistare le spezie.

Il 6 giugno 1603 i quattro vascelli approdarono in Inghilterra, con non meno di 900 tonnellate di pepe, cannella e chiodi di garofano (molta della merce era stata prelevata da una caracca portoghese, assalita quando le navi erano nel porto di Aceh).

Dopo questa spedizione ve ne furono altre quindici, una per anno. Erano però spedizioni modeste, che portavano guadagni modesti. Per vari motivi la Compagnia aveva una flotta piccola in confronto a quella olandese e, di conseguenza, dopo vari combattimenti, i direttori della Compagnia decisero di abbandonare il commercio delle spezie e di acquistare invece tessuti di cotone, indaco, chintz; questa scelta portò la Compagnia a dirigere i propri interessi e i propri viaggi verso l‘India.

Così, il 28 agosto 1608, la nave Hector, comandata da William Hawkins, approdò in India, al largo di Surat. A quel tempo in India vivevano 150 milioni di persone, circa un quarto della popolazione mondiale e venti volte quella dell’Inghilterra. La nazione era anche la prima produttrice mondiale di manufatti tessili. Complessivamente i prodotti manifatturieri indiani erano un quarto di quelli mondiali, mentre quelli dell’Inghilterra non arrivavano al 3%.

Fonte: “Anarchia – L’inarrestabile ascesa della Compagnia delle Indie Orientali” di William Dalrymple; titolo originale “The Anarchy”, 2019; traduzione di Svevo D’Onofrio, edizione italiana del 2022, Adelphi * dal primo capitolo, 1599

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Published on April 30, 2023 14:44

April 27, 2023

La Compagnia delle Indie Orientali #1 – La nascita

Leggendo il libro “Anarchia – L’inarrestabile ascesa della Compagnia delle Indie Orientali” di William Dalrymple, molto interessante e avvincente (nonostante sia un saggio) non posso fare a meno di prendere appunti; riporto questi appunti sul blog, per mia memoria e per eventuali lettori interessati. A chi volesse approfondire l’argomento e conoscere qualcosa delle storia dell’India e degli imperi che vi si trovavano qualche secolo fa, suggerisco di leggere questo libro.

Intanto condivido con chi passa dal mio blog qualche sintetica informazione, cominciando, ovviamente, dall’inizio.

Il 24 settembre 1599 un gruppo di persone, fra cui Sir Stephen Sloane (il lord major) e Sir Thomas Smythe (revisore dei conti della City) insieme a mercanti,soldati, marinai, avventurieri, si riunì a Founders’ Hall, vicino a Moorgate Fields, a Londra; lo scopo della riunione e del gruppo era quello di chiedere a Elisabetta I di fondare una compagnia per scambiare merci e derrate con le Indie Orientali. Il finanziamento era il risultato di sottoscrizioni individuali, raccolte da Smythe dai 101 mercanti più ricchi; la somma raggiunta fu considerevole per l’epoca: 30,133 sterline, 6 scellini e 8 penny.

Il 31 dicembre 1600 la regina concesse la patente richiesta ai 218 uomini e nacque così la Compagnia dei Mercanti di Londra per il Commercio con le Indie Orientali. La definizione Indie Orientali era vaga e fu interpretata in modo da comprendere tutti i commerci fra il Capo di Buona Speranza e lo stretto di Magellano. La patente consentiva molti poteri alla Compagnia, fra cui il diritto di governare territori e quello di assoldare eserciti. In virtù della formulazione alquanto imprecisa dei poteri conferiti, negli anni i vari funzionari della Compagnia si ritennero autorizzati a battere moneta, promulgare leggi, muovere guerra oltre che innalzare fortificazioni a scopo difensivo eccetera, fino a che, circa duecentocinquanta anni dopo, la Compagnia divenne una potenza coloniale, con controllo su persone e territori e con il monopolio su quasi i due terzi del commercio mondiale.

Fonte: “Anarchia – L’inarrestabile ascesa della Compagnia delle Indie Orientali” di William Dalrymple; titolo originale “The Anarchy”, 2019; traduzione di Svevo D’Onofrio, edizione italiana del 2022, Adelphi * dal primo capitolo, 1599

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Published on April 27, 2023 15:21

April 4, 2023

Georgette Heyer – L’omicidio di Norton Manor * Le mie letture

(Titolo originale “Why Shoot a Butler?”, Traduzione di Giuseppe Catozzella, originale pubblicato nel 1933; edizione italiana da me letta 22 settembre 2005, Classici del Giallo Mondadori)

Inizio dicendo che la trama gialla del romanzo mi è parsa piuttosto semplice, ho capito molto presto come stavano le cose, a meno di qualche dettaglio.

Il romanzo non mi è dispiaciuto comunque grazie ai personaggi, soprattutto al protagonista, che è in realtà un po’ troppo pieno di se ma riesce lo stesso a rimanere simpatico (almeno a me). A proposito, il protagonista è il giovane avvocato – già di successo – Frank Amberley, che, sulla strada per la casa dello zio sir sir Humphrey Matthews, si imbatte in un cadavere e decide di occuparsi delle indagini, anche perché in questa morte è coinvolta una giovane donna…

I vari personaggi sono ben caratterizzati, come al solito nelle storie delle Heyer, in particolare gli zii e la cugina di Frank; i dialoghi con loro spesso sono piuttosto divertenti. Sir Humphrey viene anche paragonato dall’autrice al padre di Emma Woodhouse quando, in occasione di una cena, si rallegra che i suoi ospiti se ne vadano a casa presto, in quanto pensa che così sia meglio per tutti.

Come si comprende dal titolo originale la prima vittima è proprio un maggiordomo e anche in questo caso non vedo perché modificare il titolo nella versione italiana.

L’immancabile storia rosa è in perfetto stile Heyer, con dichiarazioni di antipatia per tutto il libro e una proposta di matrimonio stringata di una sola pagina…

Personaggi

Frank Amberley, giovane avvocato

sir Humphrey Matthews, suo zio

Marion Matthews, moglie di sir Humphrey Matthews

Felicuty Matthews, figlia di sir Humphrey e Marion

Basil Fountain, vicino di sir Humphrey Matthews e proprietario (per eredità da uno zio) di Norton Manor

Joan Fountain, sorellastra di Basil

Anthony Corkran, fidanzato di Joan

Dawson, maggiordomo di Norton Manor

Collins, domestico di Norton Manor

Shirley Brown, giovane donna affittuaria del villino Ivy Cottage

Mak Brown, suo fratello

Gubbins, sergente della polizia di Upper Nettlefold

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Published on April 04, 2023 14:09

March 31, 2023

Georgette Heyer – Notti e delitti * Le mie letture

(Titolo originale “They Found Him Dead”, Traduzione di Marilena Caselli, originale pubblicato nel 1937; edizione italiana da me letta 26 ottobre 2006, Classici del Giallo Mondadori)

Festa di compleanno del ricco Silas Kane. Scontenti i suoi soci in affari perché lui non vuole investire il denaro in un’impresa molto promettente proposta da un certo Oscar Roberts; scontenta Rosemary Kane che vorrebbe – forse – lasciare il marito – cugino di Silas – per Trevor, il suo amante. Insomma, non una festa poi così piacevole. Dopo che tutti se ne sono andati via, Silas come al solito esce per una passeggiata, che gli è necessaria per conciliare il sonno, ma quella sera la passeggiata gli è fatale. Era malato di cuore e la diagnosi è infarto. Non c’è motivo per sospettare che la morte non sia naturale; per lo meno se anche qualcuno lo pensa lo tiene per sé. Tranne il quattordicenne Timothy Harte, che è sicuro che Silas sia stato ucciso.

L’erede della fortuna di Silas è il cugino Clive che, con la moglie Rosemary, si trasferisce nella residenza dove Silas viveva con la madre. Prende inizio una serie di altri incidenti, alcuni dei quali proprio non si possono definire incidenti, ma azioni deliberate. La situazione si complica e presto si verifica una nuova morte, ma stavolta si tratta chiaramente di un omicidio. Viene chiamato ad assumere la gestione dell’indagine Hannasyde, il sovrintendente di Scotland Yard che abbiamo incontrato in altri gialli della Heyer (“Corpo contundente” e “Veleni di famiglia”) e alla fine il colpevole viene individuato.

In questo romanzo l’aspetto giallo – a mio parere – è migliore di altri che ho letto della Heyer; ritengo comunque che questa autrice sia particolarmente dotata quando si tratta di dipingere i vari personaggi. In particolare in questa storie ve ne sono due davvero insopportabili: Rosemary Kane, che in pratica parla sempre e solo di sé e pretenderebbe che tutti si occupassero sempre e solo del suo benessere, e Betty Kane, un’altra donna che parla molto, soprattutto dei figli e del marito, con il quale dichiara di andare davvero d’accordo. Un personaggio divertente e simpatico è invece il giovane Timothy Harte, convinto fino dall’inizio di trovarsi davanti a un omicidio e sempre in cerca di indizi, di confidenze da parte della polizia e vulcano di ipotesi per quanto riguarda l’autore/autrice dei delitti.

Un piacevole giallo, insomma.

Personaggi

Silas Kane, ricco uomo d’affari sessantenne

Emily Kane, sua madre, ottantenne

Patricia Allison, giovane donna, dama di compagnia di Emily

Clement Kane, cugino di Silas

Rosemary Kane, sua moglie

James (Jim) Kane, pronipote di Emily

Timothy Harte, fratellastro di James

sir Adrian Harte, padre di Timothy e patrigno di Jim

lady Norma Harte, madre di Jim e di Timothy, esploratrice

Joseph Mansell, socio di Silas

Paul Mansell, figlio di Joseph

Betty Pemble, sorella di Paul

Clive Pemble, marito di Betty

Trevor Dermott, amico di Rosemary

Oscar Roberts, uomo d’affari

Hannasyde, sovrintendente di Scotland Yard

Hemingway, sergente

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Published on March 31, 2023 08:03

March 28, 2023

Prossime letture #26

Nuovo passaggio in biblioteca, dove ho preso un giallo di Georgette Heyer, “L’omicidio di Norton Manor”, che avevo prenotato.

Presto un mio commento.

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Published on March 28, 2023 12:55