Ella S. Bennet's Blog, page 34
May 1, 2020
Emily * work in progress
La storia di Emily sta subendo dei cambiamenti, quindi probabilmente non pubblicherò altri capitoli fino a che non sarà terminata o, almeno, quasi finita.
La trama è rimasta invariata ma sto modificando la successione dei capitoli e degli eventi e anche altro. Del resto è normale, ameno per me, via via che conosco meglio i personaggi le loro azioni devono essere rese coerenti e avere tutte una motivazione.
Scrivendo la domanda che mi pongo più spesso è “perché?” Perché Tizio fa quella cosa e perché proprio così? è coerente con il suo carattere? se non lo è c’è una ragione che lo induce a comportarsi in un modo diverso dal suo solito? Se le risposte non mi paiono soddisfacenti devo modificare fino a che lo siano, almeno secondo me.
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April 5, 2020
Saint-Jean-Cap-Ferrat – Villa Ephrussi de Rothschild #4 * vista sul mare
Alcune foto scattate da me dalla villa verso il mare. I panorami che si possono ammirare sono davvero notevoli.
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April 2, 2020
Emily – tre
Lo zio le aveva detto qualcosa di inaspettato che l’aveva riempita di sgomento.
«Dove sei stata?» le aveva chiesto.
«Ho fatto una passeggiata a cavallo.»
«Non devi farlo più. Non è appropriato che una signorina fidanzata se ne vada in giro da sola» l’aveva ammonita con un sorriso soddisfatto e mellifluo.
«Fidanzata?» Emily aveva creduto di aver capito male ma il colloquio successivo le aveva tolto ogni illusione in tal senso.
«Seguimi nello studio» le aveva ordinato.
Emily aveva obbedito, entrando dietro di lui in una stanza buia in cui si trovavano una vecchia scrivania ingombra di carte e registri polverosi e una libreria mezza vuota dal legno tarlato; come un automa si era seduta su una delle due scomode sedie mentre lo zio si accomodava dietro alla scrivania.
Dopo averla fissata per qualche istante si era degnato di spiegarle: «Mr Wood ha chiesto la tua mano e io gliel’ho accordata. Non ti nascondo che di recente anche altri gentiluomini si sono proposti, ma la mia scelta è caduta su di lui perché è quello che può garantirti una vita più agiata. È una fortuna che un uomo tanto ricco abbia deciso proprio ora di prendere moglie e che la sua attenzione si sia fermata su di te.»
Mr Wood? Quel nome aveva richiamato alla mente di Emily un uomo magro, alto, dai capelli biondi e gli occhi chiari e freddi, l’espressione sdegnosa, distaccata. L’aveva incontrato un paio di volte nel corso dei suoi vagabondaggi, cosa non strana perché anche una delle sue tenute confinava con Sethgrave Park, e poi alla cena che lo zio aveva dato un paio di settimane prima. Era il più ricco degli ospiti e quello a cui Mr Davies aveva dedicato più cortesie ma con lei aveva scambiato solo poche parole. Le aveva baciato la mano nell’andarsene e a lei era parso che la sua pelle bruciasse, benché le labbra di lui l’avessero a malapena sfiorata con delicatezza.
Quando William l’aveva baciata, sulla bocca, non aveva provato quella sensazione destabilizzante, il contatto era stato lieve e sapeva di tenerezza. Non poteva pensare di trovarsi vicina a Mr Wood per più di qualche istante, lui le incuteva uno strano timore.
La voce dello zio l’aveva riscossa da quei ricordi: «Non dici niente? Dovresti essere contenta. Molto contenta. Tu non hai una dote e io non posso procurartela ma a Mr Wood questo non interessa.»
«Non lo conosco nemmeno, ci siamo appena scambiati un saluto» aveva mormorato Emily.
Mr Davies aveva alzato le spalle con noncuranza: «Avrai tutto il tempo che ti serve dopo il matrimonio.»
Emily aveva smesso di replicare, era chiaro che non sarebbe servito a niente. Doveva pensare a come avvertire William, affinché trovasse il modo di portarla via di lì. Aveva fatto per alzarsi ma Mr Davies le aveva lanciato un ultimo avvertimento: «Non pensare che quel giovanotto che lavora per Buntbury possa aiutarti. Non lo farà.»
Poi le aveva fatto cenno che il colloquio era terminato.
Emily allora era corsa a rifugiarsi in camera ma il ghigno che lo zio aveva sulle labbra aveva continuato a tormentarla a lungo. Più tardi non era scesa per la cena e Mr Davies non l’aveva cercata.
Continuava a guardare le gocce che cadevano percorrendo linee oblique a causa del vento e pensava. Da quando lo zio le aveva dato quell’annuncio terribile aveva riflettuto fino a farsi venire il mal di testa. Soprattutto non credeva all’ultima frase che aveva pronunciato riguardo a William. Non voleva crederci. Non poteva. Loro due si amavano.
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April 1, 2020
La figura del tutore in epoca Regency
Chi legge romanzi ambientati in epoca Regency (e non solo, certo) si sarà imbattuto più volte nella figura del tutore (uno per tutti il conte di Worth nel romanzo di Georgette Heyer “Il dandy della reggenza“). Volevo approfondire l’argomento perciò ho fatto qualche ricerca in rete; ho trovato alcuni interessanti post in inglese (vedi in fondo i relativi link) e riporto in questo articolo le informazioni principali.
Una delle fonti storiche è costituita dai Commentari di Blackstone.
In realtà la figura del tutore era essenziale solo se il minore possedeva un patrimonio; negli altri casi si rendeva necessario solo per consentire al minore di sposarsi, dato che non c’era nessuna proprietà da amministrare.
Orfani con patrimonio
Solitamente un tutore veniva nominato se il minore era orfano di padre. Solo il padre legittimo poteva nominare nel testamento un tutore.
La madre, pur potendo avere la custodia del figlio e occuparsi del suo mantenimento e della sua educazione, non poteva gestire il suo denaro e la sua proprietà. Queste responsabilità venivano assegnate a un uomo. Secondo la Common Law doveva essere scelto come tutore il parente più stretto che non avrebbe ereditato nulla dal minore.
Tutte le questioni relative a tutori e pupilli erano sotto il controllo del Lord Cancelliere e quindi Corte della Cancelleria. Ci si doveva rivolgere a quel tribunale se il padre non aveva nominato un tutore nel proprio testamento: la scelta veniva effettuata dalla Corte della Cancelleria. Anche se il tutore era indicato dal testamento la Corte aveva l’autorità di ignorare la decisione del padre se non la considerava idonea.
La Corte poteva togliere la tutela dei figli al padre, nel caso in cui questi fosse ritenuto inadatto; ad esempio il poeta Percy Bysshe Shelley perse la custodia dei suoi figli perché insisteva sul suo diritto di educarli a essere critici del governo, riformisti e atei.
I padri di figli illegittimi non avevano il potere di nominare un tutore.
Nel caso di decesso del tutore, se non ne era nominato un secondo nel testamento paterno, la Corte ne nominava un altro; la tutela non era ereditaria.
Se il minore orfano aveva almeno 14 anni poteva chiedere alla Corte un tutore di sua scelta o farne nominare uno alla Corte, ma la maggior parte dei giovani non conosceva la legge e accettava chiunque la Corte nominasse.
Il tutore doveva avere almeno 21 anni e doveva prestare giuramento e pagare una cauzione; inoltre ogni anno doveva presentare un resoconto dell’amministrazione dei beni del minore tutelato e rinnovare la cauzione.
La tutela terminava quando il minore compiva 21 anni. Al compimento di quella età il giovane/la giovane aveva diritto di ricevere tutte le sue proprietà e firmava uno scarico della tutela.
Consenso al matrimonio
Il permesso di sposarsi con licenza speciale poteva essere dato a un minore solo dal tutore testamentario, da quello nominato dalla Corte e dalle madri non sposate. Altrimenti i minori potevano sposarsi solo dopo i tempi previsti per le pubblicazioni matrimoniali.
Le madri risposate e i padri di figli illegittimi non potevano dare questo permesso.
Qualsiasi matrimonio di un minore su licenza senza il permesso di un tutore nominato da un padre legittimo o dalla Corte della Cancelleria era invalido.
Per quanto riguarda gli orfani privi di patrimonio pubblicherò un post dedicato.
Ringrazio le autrici e gli autori dei seguenti post:
https://www.ncgsjournal.com/issue82/New%20PDFs/NCGS%20Journal%20Issue%208.2%20-%20Policing%20Sexual%20Morality%20-%20Danaya%20C.%20Wright.pdf
http://www.regencyresearcher.com/pages/guardian.html
https://wordwenches.typepad.com/word_wenches/2012/11/adoption.html
http://jobourne.blogspot.com/2013/11/adoption-in-regency.html
https://austenauthors.net/release-of-the-earl-claims-his-comfort-excerpt-giveaway-and-guardianships-during-the-regency/
http://www.lahilden.com/plugins/p2_news/printarticle.php?p2_articleid=205
March 31, 2020
Saint-Jean-Cap-Ferrat – Villa Ephrussi de Rothschild #3 * giardino
Alcune foto scattate da me del giardino della villa.
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March 28, 2020
Emily – due
L’amicizia con William aveva alleviato la tristezza di Emily, il giovane era un compagno gentile e amava la campagna come lei. Facevano passeggiate raccontando cose di sé e lui le confidava i propri progetti: presto sarebbe diventato l’amministratore della tenuta di lord Buntbury perché di lì a pochi mesi il suo predecessore, ormai troppo anziano, si sarebbe definitivamente ritirato, dopo avergli insegnato quel che gli serviva per occuparsi al meglio degli affari del barone.
Emily non aveva progetti, ma aveva iniziato a considerarsi parte di quelli di William, ritenendo che certe frasi che lui talvolta pronunciava, come “allora potrò sposarmi” oppure “al massimo fra un anno potrò pensare al matrimonio” fossero riferite a lei. E di questo si era convinta quando lui l’aveva baciata, vicino alle rovine di una vecchia costruzione in pietra che si trovava proprio sul confine della proprietà di Mr Davies. Quei resti erano diventati presto il loro posto: lì si incontravano, lì si lasciavano un messaggio sotto un certo sasso quando non potevano vedersi. Era naturale che William l’avesse baciata lì, entrambe le volte in cui l’aveva fatto. E questo, per Emily, equivaleva a una dichiarazione, significava che lui era innamorato di lei come lo era lei di lui.
Così una dolce speranza si era accesa nell’animo della ragazza, che aveva cominciato a vedere il proprio futuro come moglie di Mr Marshall, amministratore apprezzato di lord Buntbury. Avrebbero abitato in un cottage tutto per loro, con grande ma abbastanza spazioso per una famiglia con due o tre bambini. I figli avrebbero ricevuto una buona educazione per poi farsi strada nella vita come il loro padre. Non ne aveva ancora parlato con William ma era certa che lui immaginasse nello stesso modo il proprio avvenire e che intendesse condividerlo con lei.
Purtroppo quella sera il suo sogno era stato bruscamente infranto.
Poco prima, infatti, rientrando da una breve cavalcata con William, Emily si era imbattuta in Mr Davies, che la stava cercando.
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March 25, 2020
Emily – Uno
Emily guardava fuori dalla finestra la pioggia che scendeva. Sembrava che il cielo piangesse con lei, anche se per la verità lei non stava piangendo, aveva finito le lacrime quando erano morti i suoi genitori, un anno prima.
Da allora aveva vissuto come in un limbo, ospite di Mr Davies, fratellastro della madre, che aveva conosciuto tre giorni dopo il funerale. Lo zio non l’aveva aiutata ad affrontare quel momento terribile, si era limitato a ospitarla a Sethgrave Park, la sua dimora, disinteressandosi quasi del tutto di lei. Sethgrave Park era una grande villa cadente dall’atmosfera cupa che si rischiarava un poco solo nelle ore di sole. L’umore di Emily, comunque, si intonava di più all’ombra che alla luce: la giovane non riusciva a trovare consolazione in niente e trascorreva le giornate immersa in una sorta di apatia.
Quello stato di cose era durato fino a un paio di mesi prima, quando aveva conosciuto William. Allora qualcosa era cambiato. William Marshall, di cinque anni più vecchio di lei che di anni ne aveva diciotto, lavorava come aiutante del vecchio amministratore del barone Buntbury, uno dei vicini di Mr Davies. Emily lo aveva incontrato durante una delle sue passeggiate verso i confini del bosco che circondava Sethgrave Park. Lui stava tornando alla villa e si era fermato per chiederle se avesse bisogno di qualcosa; così avevano iniziato a parlare e quando era stato il momento di separarsi avevano deciso di rivedersi. Nelle settimane successive questo era avvenuto spesso, perché la solitudine che circondava Emily le consentiva una discreta libertà di movimento: nessuno infatti si occupava di come impiegava il suo tempo.
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March 23, 2020
Emily * una storia rosa a puntate
“Emily” è una nuova storia breve, un racconto rosa di ambientazione Regency, che pubblicherò anche su Wattpad.
Sinossi
Una storia rosa ambientata nel periodo Regency.
Emily è orfana e da un anno vive con lo zio, che non si occupa di lei fino a che non decide di darla in moglie a un ricco gentiluomo, più vecchio di lei.
Emily è innamorata del giovane WIlliam, che la ricambia, ma lui vive del suo lavoro di amministratore…
Riusciranno a fuggire insieme? Cosa sarà di Emily?
Copertina elaborata da me con un’immagine di Andreas Hensel da Pixabay
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Emily
“Emily” è una nuova storia breve, un racconto rosa di ambientazione Regency, che pubblicherò anche su Wattpad.
Sinossi
Una storia rosa ambientata nel periodo Regency.
Emily è orfana e da un anno vive con lo zio, che non si occupa di lei fino a che non decide di darla in moglie a un ricco gentiluomo, più vecchio di lei.
Emily è innamorata del giovane WIlliam, che la ricambia, ma lui vive del suo lavoro di amministratore…
Riusciranno a fuggire insieme? Cosa sarà di Emily?
Copertina elaborata da me con un’immagine di Andreas Hensel da Pixabay
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March 21, 2020
Un marito per Martha * anteprima amazon
Cliccando su “anteprima gratuita” è possibile leggere l’inizio del mio romanzo rosa di ambientazione Regency “Un marito per Martha”, per chi fosse interessato a leggerlo.