Ella S. Bennet's Blog, page 23

February 20, 2021

Agatha Christie – Un cavallo per la strega * Le mie letture

(titolo originale “A Pale Horse” pubblicato nel 1961; edizione italiana da me letta del 1986 traduzione Lidia Ballanti)

Mark Easterbrook è uno studioso, sta scrivendo un libro sul popolo mongolo e, come lui stesso afferma, vive in un modo tutto suo. Questo non gli impedisce, però, di notare certe coincidenze che gli paiono strane e su cui decide di indagare, anche perché riguardano la morte di varie persone. Si tratta di morti naturali ma sembra che siano state in qualche modo provocate a distanza, come per effetto di pratiche magiche. A rendere la faccenda ulteriormente sospetta c’è una lista di nomi, buona parte dei quali corrispondono proprio a quelli dei deceduti, trovata indosso a un prete assassinato mentre tornava dal capezzale di una moribonda.

Durante le sue indagini Mark trova una collaboratrice in una giovane donna, Ginger, amica di sua cugina Rhoda e con lei riesce a svelare quasi tutto il mistero che sta dietro a quelle morti. Quasi perché a individuare il colpevole è l’ispettore Lejune, che ha iniziato ad occuparsi del caso dopo l’omicidio del prete,

Nel romanzo è presente anche la scrittrice Ariadne Oliver, amica di Mark, ma non si interessa del caso, anche se verso la fine è lei a riferire a Mark un fatto fondamentale per comprendere la causa dei decessi.

Trovo che il titolo italiano – per quanto abbastanza legato alla storia – sia decisamente meno centrato di quello originale. Il Cavallo Pallido è infatti un’ex locanda trasformata in abitazione in cui vivono tre donne che si occupano di occulte e che sono considerate streghe dagli abitanti del villaggio e hanno una loro parte nel mistero delle morti.

Anche questo romanzo finisce con un matrimonio; decisamente non ricordavo questa sottile vena rosa di Agatha Christie.

Nonostante la presenza di streghe ho trovato questo romanzo meno ironico di altri; certo non nelle scene in cui vi è Ariadne Oliver, che nella prima è, tanto per cambiare, alle prese con un problema relativo al romanzo che sta scrivendo…

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Published on February 20, 2021 14:04

February 15, 2021

Anna dai capelli rossi – Lucy Maud Montgomery * Le mie letture

(titolo originale “Anne of Green Gables” pubblicato nel 1908; edizione italiana da me letta del 2010, traduzione di Rossana Guarnieri)

È il primo romanzo di Lucy Maud Montgomery che leggo, mi avevano incuriosita dei post letti su Facebook. È sostanzialmente un romanzo per ragazzi, visto anche il messaggio che porta, ma è piacevole da leggere anche per ragazzi cresciuti.

Fino dall’inizio mi ha ricordato molto un altro romanzo da ragazzi che ho letto da bambina, Pollyanna, di Eleanor Hodgman Porter (pubblicato nel 1913). In entrambi i casi le giovani protagoniste sono orfane e, nonostante questa infelice condizione, sono ottimiste, riescono a vedere il meglio in ogni situazione, attingendo soprattutto alla propria fantasia, anche se in modo diverso.

Anne viene mandata ad Avonlea, per vivere con una coppia di una certa età, Matthew e Marilla Cuthbert, fratello e sorella; i due avevano chiesto all’orfanotrofio un ragazzo, che potesse aiutare nei campi, ma la richiesta viene fraintesa e Matthew trova ad aspettarlo alla stazione una ragazzina, Anne, appunto. Incapace di rimandarla indietro la porta a casa e la sorella, dopo un tentativo poco deciso di trovare per la bambina un’altra sistemazione, decide di tenerla, cosa che rende Matthew e Anne molto felici.

La ragazzina ha una grande fantasia e parla – o parlerebbe – in continuazione. Con l’immaginazione cambia ciò che non le piace della realtà: un brutto abito diventa elegante e alla moda, una stanza spoglia diventa arredata con gusto; e poi i luoghi e la natura sono suoi amici, per loro inventa nomi e inventa continuamente storie. E racconta quello che fantastica e fantastica mentre racconta; sta raramente in silenzio, tanto che Marilla, di quando in quando, le impone di tacere. Devo dire che a tratti le chiacchiere di Anna mi sono sembrate un po’ troppe (da leggere), ma sono una parte importante del suo personaggio. Crescendo, ad ogni modo, questa sua abitudine si ridimensiona un po’, come dice lei stessa. Anna è un personaggio estremamente positivo, una ragazzina che presto viene apprezzata da tutti. Ha una sorta di tallone d’Achille: non ama i suoi capelli rossi e se qualcuno la prende in giro o la critica per quelli talvolta è capace di insorgere con irruenza e trova difficile perdonare.

Per dare un’idea di Anne, ecco come si presenta a Matthew quando i due si incontrano alla stazione:

«Lei è il signor Matthew Cuthbert di Green Gables?» chiese con una voce particolarmente chiara e dolce. «Sono lieta di conoscerla, signore. Temevo che non sarebbe venuto e stavo immaginando le ragioni che potevano averglielo impedito. Nel caso in cui lei non fosse arrivato, avevo già progettato di raggiungere quell’albero di ciliegie che cresce in fondo alla strada, vicino alla curva, e di arrampicarmici per passarci la notte. Deve essere bellissimo dormire su un albero di ciliegie tutto bianco, con i fiori che splendono alla luce della luna. Avrei immaginato di trovarmi in un bel salone rivestito di marmo bianco. Splendido, non le sembra? Comunque ero certa che lei sarebbe arrivato domattina.»

Il romanzo è il primo di una serie di otto, in questo seguiamo Anna dall’età di undici anni a quella di sedici e mezzo; brilla nello studio (geometria esclusa), combina guai per inesperienza o perché si incanta inventandosi una storia, stringe un’amicizia speciale con Diana, la figlia dei vicini.

Una bella storia, senz’altro, ma non so quanto possa piacere ai ragazzi di oggi, anche se sarebbe una lettura adatta: natura, amicizia, fantasia, lealtà.

Lucy Maud Montgomery (Clifton, 30 novembre 1874 – Toronto, 24 aprile 1942) è stata una scrittrice canadese, autrice di numerosi libri per l’infanzia, ambientati spesso nell’Isola del Principe Edoardo, presso la costa meridionale del golfo di San Lorenzo.

Eleanor Hodgman Porter (Littleton, 19 dicembre 1868 – Cambridge, 21 maggio 1920) è stata una scrittrice statunitense, celebre per essere l’autrice del romanzo Pollyanna.

(da Wikipedia)

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Published on February 15, 2021 14:18

February 8, 2021

L’attentato al Principe Reggente del 1817

Durante il periodo della Reggenza inglese, precisamente il 28 gennaio 1817, ci fu un attentato alla vita del principe reggente, quello che sarebbe divenuto re Giorgio IV. Di questo attentato, o presunto tale, non ho trovato molte notizie in rete, comunque meno di quante mi sarei aspettata.

Negli “Annali del regno di Giorgio 3. re d’Inghilterra…” il fatto viene riportato con le seguenti parole:

Si fu appena il principe ritirato dall’assemblea (il Parlamento), che il lord Sidmouth alzossi, annunciando aver egli una importantissima partecipazione da sottoporre alla camera… il Sidmouth informò la camera che il principe reggente, nel suo retrocedere dal parlamento, dietro il giardino di Carlton House, avea corso grandissimo rischio d’essere vittima di un attentato commesso contra la sua persona, e che il cristallo della sua carrozza era stato infranto da un colpo di pietra, e da due palle lanciate con un archibuso a vento.

Nonostante quanto scritto negli annali non è sicuro che vennero sparati dei colpi d’arma da fuoco, pare che i proiettili non siano stati trovati nella carrozza. Ad ogni modo nessuna persona fu arrestata.

In seguito all’attentato, il Parlamento, il 4 marzo 1817, sospese l’ Habeas Corpus, sospensione che fu revocata solo nel gennaio 1818, il che significava che il governo poteva arrestare i suoi oppositori senza doverli portare in giudizio. Fu anche approvato il Seditious Meetings Act, che stabiliva fra l’altro che nessuna riunione di più di cinquanta persone potesse essere tenuta senza il previo consenso dei magistrati.


Re Giorgio IV raffigurato con indosso abiti da incoronazione e quattro collari di ordini cavallereschi

L’attentato al principe non fu che una manifestazione del malcontento della popolazione; infatti le guerre contro la Francia avevano causato problemi sociali ed economici in Inghilterra e di conseguenza anche grandi cambiamenti e questo stato di cose aveva generato inevitabilmente sofferenza. Inoltre il futuro Giorgio IV non era molto amato, sia per il suo stile di vita dispendioso (sperperava denaro mentre molte persone rischiavano di morire di fame) che per le sue relazioni extraconiugali e per il fallimento del matrimonio con la principessa Caroline si Brunswick da cui si era separato nel 1796, dopo la nascita della figlia Carlotta Augusta.

Giorgio IV di Hannover (Giorgio Augusto Federico), nacque a Londra il 12 agosto 1762 e morì a Windsor il 26 giugno 1830; fu re del Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda e re di Hannover dal 29 gennaio 1820 e principe reggente a causa dell’infermità mentale del padre Giorgio III dal 1811 al 1820. La madre era Carlotta di Meclemburgo-Strelitz.

Con Habeas corpus, locuzione latina che significa letteralmente “che tu abbia il corpo” e utilizzata nei sistemi giuridici di common law, si indica l’ordine emesso da un giudice di portare un prigioniero al proprio cospetto, per verificarne le condizioni personali ed evitare una detenzione senza concreti elementi di accusa.

Fonti principali

https://it.wikipedia.org/wiki/Giorgio_IV_del_Regno_Unito

Annali del regno di Giorgio 3. re d’Inghilterra nei quali si contengono la … – Google Libri

http://www.historyhome.co.uk/c-eight/constitu/regent.htm

foto da Wikipedia, public domain

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Published on February 08, 2021 16:25

January 28, 2021

Agatha Christie – L’assassinio di Roger Ackroyd * Le mie letture

(titolo originale “The Murder of Roger Ackroyd” pubblicato nel 1926; edizione italiana da me letta del 1976, traduzione Giuseppe Motta)

La storia è narrata in prima persona dal dottor James Sheppard, che la trascrive via via che gli eventi si svolgono per emulare il capitando Hastings, l’amico e compagno di Poirot in tante indagini, al momento in Argentina. Non l’ho detto, infatti, ma anche questo romanzo ha come protagonista il piccolo belga.

Dopo il suicidio della signora Ferrars, che aveva ucciso il marito e che per questo era vittima di un ricattatore, viene assassinato l’uomo che, probabilmente, avrebbe voluto sposarla e con cui lei si era confidata, il ricco proprietario di villa Fernly, Roger Ackroyd.

Nella villa vivono la cognata (vedova) del defunto e sua figlia Flora, fidanzata con il capitano Ralph Paton, figliastro di Roger Ackroyd ed anche il colonnello Charles Blunt e il segretario di Ackroyd, Geoffrey Raymond.

L’omicidio avviene in un lasso di tempo molto breve ed è scoperto poco dopo che è stato perpetrato, dal dottor Shepard e dal maggiordomo Parker.

Tra i possibili sospettati vi sono anche la governante, una cameriera e uno sconosciuto incontrato del dottor Shepard. È Flora Ackroyd a chiedere a Poirot, che si è ritirato in paese a coltivare zucche, di scoprire l’autore dell’omicidio. E lui, puntualmente, lo fa.

Un personaggio simpaticamente ficcanaso è Caroline Shepard, la sorella zitella del dottore, maggiore di lui di otto anni. Quasi una collega di Miss Marple, anche se non è lei a scoprire il colpevole…

È difficile se non impossibile dire qualcosa di un giallo, se si vuole evitare di rovinare la lettura. Quindi, come al solito, mi limiterò a riportare qualche brano che mi ha colpita.

Dapprima un’osservazione del dottore sull’investigatore:

Certe volte quell’uomo mi ricordava un gatto. Forse per gli occhi e i modi.

C’è poi un lungo brano in cui Poirot, riferendosi al ricatto subito dalla signora Ferrars, descrive al dottore e alla sorella come una persona comune, che nelle profondità del suo animo ha però un punto debole, che viene a conoscenza di un segreto e ha bisogno di denaro si trasforma in ricattatore e, chiedendo sempre di più, commette un errore, perchè

Un uomo lo si può spremere fin che si vuole, ma con una donna si deve andar cauti. Non bisogna esagerare, perché la donna ha sempre un gran desiderio di dire la verità.

Di conseguenza la donna si è suicidata ma il ricattatore rischia lo stesso di essere scoperto e allora uccide la persona che potrebbe rovinarlo e poi

In seguito, rimosso il pericolo, ritornerà in sé, ridiventerà normale, affabile, socievole. Ma se sarà necessario lui colpirà nuovamente.

Per quanto apparentemente generiche, queste parole descrivono la psicologia dell’assassino e, forse, il lettore potrebbe immaginare a chi si riferisce Poirot. Avendo già letto il romanzo ricordavo di chi si trattasse e ogni frase dell’investigatore mi è risultata chiara, contrariamente a quanto era avvenuto nella prima lettura…

Ecco poi uno dei tanti esempi della sicurezza nelle proprie capacità dimostrata da Poirot. A un poliziotto che gli chiede perché abbia posto una certa domanda, l’investigatore risponde:


«È una mia piccola idea e nient’altro. Io sono famoso per le mie piccole idee.»


«Davvero?» fece Raglan guardandolo perplesso.


Il sovrintendente (Hayes) scoppiò a ridere.


«L’ispettore Japp lo dice sempre! Poirot e le sue piccole idee! Troppo fantasiose per me!»


«Lei mi prende in giro» fece Poirot sorridendo. «Ma non ha importanza. A volte i vecchi ridono per ultimi, quando i giovani, gli intelligentoni, non ridono affatto!»


Ed eccone un altro, durante un dialogo con la governante, signorina Russel:


«… sì, lo so.»


«Come fa a saperlo?»


«Signorina, è il mestiere di Hercule Poirot sapere ogni cosa. …»


E infine questo, quando, saputo che dal dottor Shepard del suo resoconto, gli chiede di poterlo leggere (ricordo che il narratore è Shepard):


Non ero preparato a una richiesta così inaspettata. Mi torturai il cervello per cercar di rammentare com’erano descritti certi particolari.


«Spero che non ci farà caso» balbettai. «Può darsi che qua e là sia stato un pochino… come dire… personale.»


«Oh, comprendo perfettamente; forse mi ha descritto in maniera un po’ caricaturale, ridicola? Non fa nulla. Anche Hastings non era sempre molto educato. Ma io sono superiore a queste banalità.»


Insomma, per mesi tratta di un romanzo davvero ben congegnato, in cui – come al solito – tutti i possibili indiziati nascondono qualcosa, molti guadagnano qualcosa dalla morte della vittima, non tutte le cose sono come sembrano… del resto, altrimenti che giallo sarebbe?

L’assassinio di Roger Ackroyd” ha anche una caratteristica molto particolare, che non però posso svelare, sempre per non guastare il piacere della lettura, per quanto, trattandosi di un libro molto famoso, come tutti quelli della Christie, probabilmente molti – se non tutti – sanno quale sia l’elemento che lo rende molto originale…

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Published on January 28, 2021 14:51

January 23, 2021

Persuasione – Jane Austen * citazione

Una sorella insopportabile… a mio parere. Tanto quanto è delicata, gentile e altruista Anne, tanto è viziata, egoista ed egocentrica Mary. Quello che segue è solo uno dei tanti esempi.


«Sono contenta che ti sentissi abbastanza bene e spero ti sia divertita al ricevimento».


«Nulla di particolare. Si sa sempre in anticipo come sarà il pranzo e chi vi parteciperà. E poi è un così grosso incomodo non avere una carrozza propria. Mi ci hanno portata Mr. e Mrs. Musgrove, e stavamo così stretti! Sono tutti e due talmente robusti e occupano così tanto spazio! E Mr. Musgrove si siede sempre davanti. Così io ero sul sedile posteriore, stretta fra Henrietta e Louisa. Penso proprio che il mio malessere di oggi dipenda da questo motivo».


Con un po’ di perseveranza nella pazienza e un po’ di forzata allegria, Anne riuscì quasi a guarire Mary. Poco dopo poteva già star seduta sul sofà e le parve che per l’ora di pranzo sarebbe stata in grado di alzarsi. Poi, dimenticandosi di pensare al suo malessere, si spostò dall’altra parte della stanza per sistemare un mazzolino di fiori; poi mangiò la sua carne fredda e infine si sentì abbastanza bene da proporre una breve passeggiata.


«Dove andiamo?», disse quando furono pronte. «Suppongo che tu non voglia andare a far visita alla Casa Grande prima che loro siano venuti a salutarti qui da me».


«Non avrei proprio nulla da obiettare», rispose Anne. «Non mi passerebbe mai per la testa di far delle cerimonie con delle persone che conosco così bene come Mrs. Musgrove e le sue figlie».


«Oh! Ma dovrebbero venire a farti visita prima possibile. Dovrebbero sapere cosa ti è dovuto in qualità di mia sorella. Tuttavia possiamo pure andar noi da loro, star lì un poco e poi goderci la nostra passeggiata». Anna aveva sempre pensato che fosse


(trad. di Fiorenzo Fantaccini)

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Published on January 23, 2021 15:41

January 15, 2021

Progetto Gutenberg non più accessibile

Ho scoperto che il sito del Progetto Gutenberg, dove è – o meglio era – possibile scaricare in formato ebook moltissimi testi, fra cui i grandi classici, non è più accessibile al pubblico italiano; la spiegazione (leggi diverse fra USA e Italia in merito alla tutela del diritto d’autore) la trovate in questo articolo di WIRED: Perché il Progetto Gutenberg sarà sotto sequestro per sempre.

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Published on January 15, 2021 14:26

January 14, 2021

Club maschili nella Londra Regency

Ho estratto dalla rete – per documentarmi durante la stesura delle mie storie – varie informazioni sui club londinesi maschili più noti e frequentati in epoca Regency (e non solo) e ne ripropongo alcune in questo breve articolo.

Questi club avevano molte cose in comune, fra queste il divieto di ingresso alle donne; la possibilità di giocare d’azzardo e di fare scommesse (è noto che i gentiluomini scommettessero praticamente su tutto); erano luoghi di incontro non solo per diletto ma per mantenere contatti anche importanti, stringere alleanze politiche e commerciali.

White’s

È il più antico club dell’Inghilterra e fu fondato nel 1693 da un italiano, il veronese Francesco Bianco (Francis White); inizialmente era un emporio di cioccolata calda e aveva sede al numero 4 di Chesterfield Street. Successivamente divenne un club esclusivo e anche casa da gioco (come del resto anche gli altri club). Nel 1778 si trasferì al numero 37 di St James’s Street, dove si trova ancora oggi. Alla fine del XVIII secolo fu costruito un bovindo al piano terra e il tavolo di fronte a questo venne occupato dai soci più influenti del club; appartenne per esempio a Beau Brummell, fino al suo trasferimento nel continente nel 1816; gli successe Lord Alvanley e poi il posto fu riservato al primo duca di Wellington fino alla sua morte nel 1852.

A proposito di gioco d’azzardo e scommesse: si narra che Alvanley abbia scommesso con un amico 3.000 sterline su quale di due gocce di pioggia sarebbe arrivata per prima in fondo a un vetro del bovindo, ma non si sa chi abbia vinto la scommessa. Nel club c’era un famoso libro di scommesse; molte riguardavano lo sport, gli sviluppi politici ma anche sociali (chi si sarebbe sposato e con chi).

I frequentatori erano simpatizzanti tories (conservatori).

Boodle’s

Fu fondato nel gennaio 1762, al numero 50 di Pall Mall, da Lord Shelburne, il futuro Marchese di Lansdowne and Primo Ministro del Regno Unito.

La sede fu originariamente accanto alla taverna di Almack’s e perciò il club inizialmente prese il nome di Almack’s e nacque in opposizione a White’s.

Nel marzo 1764 il club si divise in due società separate, probabilmente per le differenti opinioni politiche dei membri o per desiderio di alcuni di giocare d’azzardo più pesantemente di quanto consentito dalle regole. La società che si trasferì al numero 49 divenne poi Brooks’s, quella che rimase al 50 divenne poi Boodle’s: Edward Boodle infatti ne assunse la gestione nel 1764. Nel 1782 Boodle’s rilevò la club house “Savoir Vivre” al 28 di St. James’s Street e vi si trasferì. I frequentatori erano simpatizzanti tories (conservatori).

Brooks’s

Fondato da ventisette nobili (fra cui il Duca di Portland, il Duca di Roxburghe, Lord Crewe e Lord Strathmore) nel 1764, la sua prima sede fu in Pall Mall, al numero 49, ed era parte di Almack’s (vedi sopra). Poi William Brooks, un mercante di vini e dirigente del club, fece costruire a sue spese una nuova sede in St James’s Street, dove il club si trasferì nel 1778 e prese il nome, appunto, di Brooks’s. I frequentatori erano simpatizzanti whigs (liberali).

Fonte Wikipedia

Alcuni articoli più dettagliati sull’argomento:

https://www.brooksclub.org/about-brooks

http://georgianagarden.blogspot.com/2012/04/boodles.html

White’s ~ Club per gentiluomini | Racconti dal passato (wordpress.com)

Da Il salotto di Miss Darcy: Il club vittoriano

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Published on January 14, 2021 23:47

January 13, 2021

Agatha Christie * I romanzi con Hercule Poirot

Di seguito l’elenco dei romanzi che hanno fra i personaggi che investigano l’ispettore privato Hercule Poirot e che ho riletto. Di conseguenza questo è un articolo in progress, aggiungerò via via titoli.

In “Carte in tavola” Poirot è affiancato da altri personaggi-investigatori: il colonnello Race, l’ispettore Battle e la scrittrice Ariadne Oliver. Anche in Poirot sul Nilo è presente il colonnello Race.

Ecco ad ogni modo la lista dei romanzi, per ciascuno dei quali ho scritto un breve commento, con l’anno di pubblicazione:

Poirot a Styles Court (1920 )

Carte in tavola (1936)

Poirot sul Nilo (1937)

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Published on January 13, 2021 15:53

January 7, 2021

Le disavventure di Amos Barton – George Eliot * Le mie letture

(titolo originale “The Sad Fortunes of the Reverend Amos Barton” pubblicato nel 1857; edizione italiana da me letta del 2019, traduzione di Francesca Frigerio)





Attenzione: nell’articolo è raccontata anche la fine del romanzo.





Non posso dire che questo romanzo breve (la prima opera di George Eliot, che fa parte delle “Scenes of Clerical Life” cioè “Scene di vita clericale”) mi abbia entusiasmata, ma vi ho trovato, oltre a un’interessante descrizione di uno spaccato della società dell’epoca, una notevole vena ironica, che non mi aspettavo (ho letto diversi anni fa “Il mulino sulla Floss” e lo ricordo come una storia molto drammatica). L’ironia mi colpisce sempre, forse chi ha letto altri miei articoli sul blog lo ha notato.





Primo esempio, per il quale non importa neppure illustrare il contesto:





… nella società rurale di venticinque anni fa, si riteneva che l’animale umano di sesso maschile fosse sempre assetato, e “qualcosa da bere” era una “condizione di pensiero” necessaria quanto il Tempo e lo Spazio.





Secondo esempio; anche in questo caso per apprezzare l’ironia non serve sapere chi sia Mr Bridmain, ma lo introduco lo stesso: è il fratello della contessa Czerlaski, vedova; i due abitano insieme e il brano che riporto (come il successivo) sono relativi a una cena a cui sono stati invitati il reverendo Barton e la moglie con la quale Mr. Bridmain parla accompagnandola in sala da pranzo:





Mr Bridmain si applicava alla conversazione come fosse un’arte. Alle donne parlava del tempo, ed era avvezzo a prendere in esame il tema da tre punti di vista: come questione climatica in generale, comparando sotto questo aspetto l’Inghilterra con altri paesi; come questione personale, informandosi su come influisse nello specifico sulla propria interlocutrice femminile; e come una questione di probabilità, chiedendosi se le condizioni atmosferiche del momento avrebbero subito un cambiamento o sarebbero rimaste stabili. Con gli uomini parlava di politica, e leggeva due quotidiani con lo scopo preciso di prepararsi a quel compito. Mr Barton lo reputava un uomo politicamente ben informato, ma non molto vivace.









Dopo cena la contessa loda il reverendo e proclama di volerlo raccomandare a un lord suo conoscente; l’ironia in questo caso è determinata dal comportamento del cane della contessa:





Se lo spaniel Jet, essendo un cane molto più perspicace di quanto tutti immaginavano, volesse esprimere la propria disapprovazione al discorso della contessa, non accordandosi questo con l’idea che egli aveva della saggezza e della sincerità, non sono in grado di dirlo; ma in quel momento saltò giù dal grembo della contessa e, volgendole le terga, mise una zampa sul parafuoco, e tenne l’altra sollevata per scaldarla, come fingendo di sottrarsi alla corrente della conversazione.





La storia è piuttosto semplice, e racconta solo una parte della vita del reverendo Barton, uomo non particolarmente brillante né come ecclesiastico né altro; una persona normale, insomma:






Mr Barton non era per niente ascetico: riteneva che i benefici del digiuno fossero interamente confinati alle norme del Vecchio Testamento; gli piaceva rilassarsi con un po’ di pettegolezzi; anzi, Miss Bond e altre signore infervorate nelle loro opinioni a volte si rammaricavano del fatto che Mr Barton non esibisse una più costante superiorità nei confronti delle cose della carne.



E, dopotutto, il reverendo Amos non sfiorò mai i confini del vizio. Le sue mancanze erano mediane – non era molto sgrammaticato. Non era nella sua natura essere superlativo in qualcosa; a meno, in verità, di essere superlativamente mediano, la quintessenza concentrata della mediocrità. Se c’era una cosa nella quale mostrava un’inclinazione all’eccesso, era la fiducia nel proprio acume e nella propria abilità riguardo le questioni pratiche….






Lui e la moglie, una donna dolce che ha molta considerazione e amore per lui, si trovano a un certo momento a dover ospitare la contessa Czerlaski, dopo che il fratello di lei si è sposato con la cameriera. La presenza della contessa nella casa attira i pettegolezzi dei paesani su Mr. Barton, data anche la cattiva fama – per quanto sostanzialmente immeritata – della donna. Per i Barton e soprattutto per Mrs. Barton, tra l’altro in attesa del settimo figlio, l’ospite è soprattutto causa di maggiori spese e di maggior lavoro. Quando finalmente la contessa se ne va, grazie anche all’intervento deciso della tuttofare Nanny, stanca di vedere la padrona affaticarsi per soddisfare le sue esigenze, i pettegolezzi si acquietano ma il reverendo non recupera la stima dei parrocchiani, fino a che il dolore grande e sincero per la morte della moglie e del figlio nato prematuramente non gli fanno riconquistare la stima e la solidarietà di tutti.

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Published on January 07, 2021 16:04

January 5, 2021

Libri letti nel 2020

Di seguito le immagini dei libri che ho letto nell’anno appena trascorso, lista prodotta con l”ausilio di Goodreads.































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Published on January 05, 2021 06:48