Ella S. Bennet's Blog, page 24

January 3, 2021

Statistiche 2020

Un piccolo bilancio del blog relativamente all’anno appena finito.





I post più visitati, senza contare la Home, sono stati:





Georgette Heyer – L’incomparabile Barbara * Le mie letture (73 visite)





Agatha Christie – Poirot sul Nilo * Le mie letture (55 visite)





Agatha Christie – Giorno dei morti * Le mie letture (45 visite)





Georgette Heyer – Pecora nera * Le mie letture (39 visite)





Agatha Christie – È troppo facile * Le mie letture (39 visite)





Gli stati da cui il blog ha ricevuto più visite sono:





Italia (2443 visite)





Stati Uniti (200 visite)





Cina (68 visite)





Regno Unito (52 visite)





Germania (44 visite)









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Published on January 03, 2021 23:01

January 1, 2021

Agatha Christie – C’è un cadavere in biblioteca * Le mie letture

(titolo originale “The Body in the Library” pubblicato nel 1941/42; edizione italiana da me letta del 1983, traduzione Alberto Tedeschi)





In questo romanzo è Miss Jane Marple trovare il colpevole, anche se il racconto verte in buona parte sulle indagini effettuate dall’ispettore Slack, dal colonnello Melchet, dal sovrintendente Harper e, soprattutto, da Sir Henry Clithering (ex capo di Scotland Yard). L’anziana signorina viene interpellata spesso da quest’ultimo per la sua capacità di fare paragoni tra persone coinvolte nel crimine e particolari riscontrati con quanto capitato nel villaggio di St. Mary Mead dove abita o fra le sue conoscenze, paragoni che le suggeriscono immancabilmente lo spunto per ulteriori approfondimenti e, infine, per scoprire la verità.





In questo mio commento al romanzo, come sempre, e in particolare per i gialli, racconto poco della trama, per non rischiare anticipazioni che potrebbero rovinare una lettura; preferisco soffermarmi sui particolari e periodi che per qualche motivo mi colpiscono.





L’inizio è davvero intrigante: a Gossington Hall dove abita il colonnello a riposo Arthur Bantry con la moglie Dolly, viene trovato un cadavere nella biblioteca. O, meglio, una cameriera avvisa i due del fatto ed entrambi i coniugi – ancora a letto al momento dell’insolito annuncio – faticano ad accettare che una cosa del genere sia davvero possibile, fino a che, dopo essersi alzati, hanno la conferma della realtà dell’avvenimento.









Nessuno pare conoscere la vittima, una ragazza molto giovane. La signora Dolly Bantry chiama subito Miss Marple, che abita nel villaggio vicino ed è sua amica, perché scopra cos’è successo e chi è l’assassino. Quando telefona a Miss Marple sono le otto meno un quarto, ora da quest’ultima considerata insolita/irregolare per una telefonata, perché le chiamate e gli inviti fra vicini “si facevano fra le nove e le nove e trenta”; a meno che a telefonare non fosse il nipote dell’anziana signorina:





Era pur vero che il nipote di Miss Marple, scrittore e, come tale, stravagante, talvolta chiamava alle ore più impensate, osando, una volta, telefonare a mezzanotte meno dieci. Ma quali che fossero le follie di Raymond West, l’alzarsi presto non vi era certo inclusa.





Non si può non cogliere una sottile ironia in questa descrizione di uno scrittore, mi pare…





La telefonata fra le due amiche è davvero particolare, soprattutto da parte della signora Bantry:






«Desideri che io venga lì?»


«Sì. Ti mando la macchina.»


La signorina fece, con aria perplessa: «Va bene cara, se credi ch’io possa sollevarti…»


«Oh, non ho bisogno di essere confortata. Ma tu sei così pratica di cadaveri.»


«Oh, no davvero. I miei piccoli successi son sempre stati per lo più teorici.»


«Ma sei così in gamba in materia… È stata uccisa, capisci, strangolata. Mi sembra che quando in una casa accade un assassinio tanto vale gustarselo, tu capisci cosa intendo dire. Per questo desidero la tua venuta, per aiutarmi a trovare il colpevole e chiarire il mistero o altro. Non trovi che sia una cosa eccitante?»


«Bé, certo, cara… se posso esserti d’aiuto…»


«Benissimo! Arthur sta facendo il difficile. Sembra pensi che io non ho proprio nessun motivo per divertirmi. Certo, capisco che tutto ciò è molto triste, ma, sarà forse perché non conosco la ragazza… e quando l’avrai vista capirai cosa intendo dicendo che non sembra per niente vera.»






La signora Bantry sembra terribilmente cinica, vero? E il concetto del divertimento lo ribadisce anche più avanti: “Ma questo è il mio assassinio, Jane, e io desidero gustarmelo tutto… Non sei di questo parere?”





Quando la signorina giunge a Gossington Hall, Dolly l’accompagna in biblioteca perché possa vedere il cadavere e la scena del delitto, ma l’agente Palk tenta di vietare loro l’ingresso nella stanza:






«Mi spiace, ma nessuno può entrare, signora. Ordini dell’ispettore.»


«Andiamo, Palk» disse la signora Bantry. «Voi conoscete bene Miss Marple.»


L’agente ammise di conoscerla.


«È molto importante che possa vedere il cadavere» disse la signora Bantry. «Non siate sciocco, Palk. Dopo tutto, è la mia biblioteca, no?»


L’agente si fece da parte. L’abitudine di cedere di fronte agli aristocratici era inveterata.






Le osservazioni fatte da Miss Marple si riveleranno poi determinanti per la soluzione del caso; ma voglio riportare un altro brano; mentre le due donne e l’agente sono ancora in biblioteca:






S’udì il rumore di un’auto che frenava bruscamente, fuori sulla ghiaia. L’agente Palk disse con ansia: «Dev’essere l’ispettore…»


La signora Bantry, conformandosi alla convinzione fermamente radicata in Palk per cui gli aristocratici non lasciano mai nessuno nei guai, si avviò immediatamente verso la porta, seguita da Miss Marple, e disse: «D’accordo, Palk, d’accordo.»






Il colonnello Melchett, anche su suggerimento di Arthur Bantry si reca a interrogare il giovane Basil Blake che sembra sospetto perché ha un’amica bionda come la vittima e perché “ha a che fare con l’industria cinematografica”, ma sembra proprio che non c’entri perché l’amica rientra in casa mentre c’è anche Melchett.





Da un controllo sulle persone scomparse la polizia realizza che la ragazza morta potrebbe essere Ruby Keene, una ballerina che lavorava a Danemouth, elegante stazione balneare non molto distante da St. Mary Mead, presso l’hotel Majestic; ed è proprio così: la ragazza viene identificata dalla cugina, Josie Turner, anch’essa dipendente dell’hotel.





Le indagini procedono dunque al Majestic, dove si recano anche Dolly Bantry e Miss Marple. Qui alloggiano fra gli altri Conway Jefferson, un ricco invalido, e come suoi ospiti la nuora Adelaide Jefferson con il figlio e il genero Mark Gaskell, entrambi vedovi. Il vecchio Jefferson aveva una particolare predilezione per Ruby e forse questo non era ben visto dai parenti acquisiti.





Queste ed altre persone che conoscevano Ruby e che perciò potrebbero averla uccisa hanno però tutte un alibi… Nuovi eventi e scoperte, però, consentono a Miss Marple di trovare riferimenti in precedenti fatti e di comprendere cosa sia accaduto, tanto che a pagina 158 (su circa 200 in tutto) la signorina confida all’amica Dolly di avere compreso chi è l’assassino.





Non svelo altro della trama, vi lascio invece qualche piccola nota su Miss Marple (e non solo).





Dopo che è stata presentata dalla signora Bantry a Mark Gaskell come esperta in delitti :






Mark Gaskell squadrò Miss Marple con una certa perplessità.


«Forse… scrivete racconti polizieschi?» disse con aria dubbiosa.


Sapeva che le persone più improbabili scrivevano romanzi polizieschi. E Miss Marple, nel suo abbigliamento da zitella vecchio stile, non aveva proprio l’aria di un’autrice di gialli.


«Oh, no, non sono intelligente abbastanza per quel lavoro.»






Una considerazione di Miss Marple (forse anche un giudizio sulle anziane signorine da parte dell’autrice?)





«Gli uomini» disse, con l’abitudine delle vecchie zitelle di considerare quelli del sesso opposto come una specie di animali selvatici «non sono sempre equilibrati quanto sembrano a prima vista.»





Poco prima della fine Jane Marple dice di sé:





«Vi ho già detto che io sono molto sospettosa. Mio nipote Raymond mi dice sempre, in modo affettuoso, che ho un cervello simile a una cloaca. Ed è suo parere che lo abbia la maggior parte della gente di stampo vittoriano. Io so soltanto che i vittoriani conoscevano molto bene la natura umana. …»





In conclusione, una trama interessante, in certo senso semplice, come le riflessioni che portano Jane Marple alla soluzione. Con le ormai consuete pennellate di ironia e in fondo un cenno di storia rosa… ormai anche questa consueta, almeno nei romanzi che ho riletto finora. E, una parte dell’ironia, è dedicata, chissà perché agli scrittori o scrittrici, soprattutto se di romanzi polizieschi…





Aggiungo un breve elenco di altri personaggi che non ho nominato, avendo appena accennato alla parte iniziale della trama, ma che non per questo sono meno importanti: George Bartlett, giovanotto ospite del Majestic; Raymond Starr, maestro di tennis e ballerino del Majestic; Pamela Reeves, studentessa; Dinah Lee, amica di Basil Blake; Hugo Mc Lean, amico di Adelaide Jefferson.

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Published on January 01, 2021 23:41

Mam Tor hill path, Derbyshire / England

Jasmine Stone


Mam Tor hill path, Derbyshire / England




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Published on January 01, 2021 06:17

December 30, 2020

Agatha Christie – Poirot a Styles Court * Le mie letture

(titolo originale “The Mysterious Affair at Styles” pubblicato nel 1920; edizione italiana da me letta del 1974, traduzione Diana Fonticoli)





La storia è narrata in prima persona dal capitano Hastings che la definisce “il caso Styles”; è il resoconto delle indagini in seguito all’omicidio della signora Inglethorp, la ricca proprietaria della residenza chiamata appunto Styles Court.





Hastings è ospite nella dimora in quanto amico – fino da quando era ragazzo – di uno dei figliastri della signora, John Cavendish.









Dopo la morte della donna, Hastings propone all’amico di chiedere a Poirot di occuparsi del caso; l’investigatore, che Hastings conosce bene, abita nel paese vicino a Styles insieme ad altri belgi, profughi di guerra. In effetti, durante la fine della prima guerra mondiale, diversi belgi trovarono ospitalità in Inghilterra e questo fornì ad Agatha Christie l’ispirazione di dare quella nazionalità a quello che sarebbe diventato il suo personaggio più famoso – e uno degli investigatori letterari più celebri in assoluto.





Dunque Poirot inizia le sue indagini, durante le quali di quando in quando pronuncia frasi che paiono sibilline, una sua abitudine che si ripeterà in tutti i romanzi. Hastings talvolta si risente un po’ per questo atteggiamento, vorrebbe che l’altro gli confidasse subito sospetti e deduzioni; riporto per esempio questo breve scambio di battute fra i due (il primo a parlare è Hastings):






«Trovo che non sia giusto nascondermi i fatti.»


«Non ve li ho nascosti. Tutti gli elementi di cui sono a conoscenza io, li sapete anche voi. Potete trarre le vostre brave conclusioni. Stavolta è questione di idee, non di fatti.»


«Però mi farebbe piacere saperle.»


«Vedete, a voi manca l’istinto» mi apostrofò.


«Fino a un momento fa vi serviva l’intelligenza.»


«Spesso le due cose sono collegate» dichiarò Poirot, con aria enigmatica.


L’osservazione sembrava tanto banale, che non mi presi neppure la briga di controbattere. Però giurai a me stesso che, quando vessi fatto qualche scoperta importante, me la sarei tenuta per me. E alla fine avrei lasciato tutti di stucco, con la mia rivelazione.


Ci sono momenti in cui si ha il dovere di farsi rispettare.






Come si vede l’ironia non manca… Naturalmente, scansando falsi indizi e altri particolari che avrebbero potuto confondere una persona meno acuta di lui, il piccolo belga risolve brillantemente il caso, il primo di una lunghissima serie.





Non manca una appena accennata storia rosa, che dà il sapore di lieto fine al romanzo. Mi pare che anche questa sia una costante in molti dei gialli dell’autrice.

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Published on December 30, 2020 05:56

December 28, 2020

Ancient Bridge, Glencoe, Scotland


Molto suggestivo…


Jasmine Stone


Ancient Bridge, Glencoe, Scotland




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Published on December 28, 2020 01:35

December 27, 2020

Georgette Heyer – The Transformation of Philip Jettan * Le mie letture

(L’edizione originale del 1923 fu pubblicata con il sottotitolo “A Comedy of Manners” e l’autrice usò lo pseudonimo Stella Martin; dal 1930 il titolo divenne “Powder and Patch” – “Cipria e merletti”)





Ho letto questo romanzo nella versione inglese, scaricata dal sito del Progetto Gutenberg. Forse per questo, ovvero perché non sono in grado di apprezzare appieno un testo scritto in questa lingua, o forse perché è davvero così, ma devo dire che il romanzo mi è piaciuto meno della maggior parte degli altri della Heyer. Un altro motivo credo che dipenda dall’epoca in cui è ambientato, ovvero verso il 1752-53 (come altri, quelli cosiddetti del periodo georgiano) anziché in epoca Regency.





In quegli anni Parigi era il centro dell’eleganza, della raffinatezza e anche della trasgressione (vedi anche “La pedina scambiata”).





Philip Jettan è un giovane gentiluomo dai gusti e dai modi semplici, perfino un po’ rozzi, che preferisce vivere in campagna e non ama la vita di società: quando il padre lo ha condotto a Londra diciottenne si annoiava e si anche è rifiutato anche di partire per il Grand Tour (ovvero un luongo viaggio in varie città dell’Europa continentale utile ai giovani per imparare e soprattutto divertirsi), cosa i suoi coetanei solitamente apprezzavano molto. Questo suo modo di essere non è troppo gradito a Cleone, la ragazza di cui è innamorato e che, tutto sommato lo ricambia, e sembra eccessivo anche al padre, che, da giovane, è stato, al contrario di lui, un frequentatore del bel mondo.





Così, un po’ per amore e un po’ per ripicca, Philip decide di cambiare e si impegna per trasformarsi in un nobile alla moda, un damerino, abile anche con la spada (visto che anche i duelli andavano di moda). E vi riesce alla perfezione, tanto da stupire sia Cleone che il padre e far loro rimpiangere il vecchio Philip. Cleone, avendo sentito voci di conquiste femminili da parte del giovane, cerca di vendicarsi facendosi ospitare da una zia (Lady Malmerstoke) a Londra per frequentare la società e avere dei corteggiatori, civetta con diversi e alla fine si trova promessa in sposa a ben tre pretendenti, ma Philip riesce a sistemare tutto e a conquistare il lieto fine.





Con la consueta ironia la Heyer mette in risalto – in ridicolo, soprattutto – le abitudini dei nobili di vestirsi e comportarsi in un determinato modo: dalle parrucche incipriate al trucco sul viso e ai nei (sto parlando degli uomini); dal linguaggio adottato agli argomenti trattati nelle conversazioni; all’arte di duellare.





Un brano mi ha lasciata perplessa: per quanto lo possa collocare nel contesto storico, non mi è piaciuto nemmeno un po’. Lo propongo sia in inglese che tradotto (da me, quindi forse con delle inesattezze) in italiano. Si tratta della fine di un dialogo fra Philip e la zia di Cleone, lady Malmerstoke, che incoraggia il giovane a non preoccuparsi per il comportamento anche contraddittorio di Cleone perché è una caratteristica di molte donne e quando lui replica che se lei ragionasse con se stessa si renderebbe conto di quanto questo è assurdo, la zia replica:





“You’re mad,” said Lady Malmerstoke with conviction. “Women don’t reason. That’s a man’s part. Why, do you suppose that if Cleone thought as you think, and had a brain like a man’s, you’d be in love with her? Of course you’d not. You’d not be able to feel your superiority over her. Don’t tell me!”





“Sei pazzo”, disse Lady Malmerstoke con convinzione. “Le donne non ragionano. Questo è il ruolo dell’uomo. Perché, credi che se Cleone la pensasse come pensi tu, e avesse un cervello come quello di un uomo, saresti innamorato di lei? Certo che no. Non riusciresti a sentire la tua superiorità su di lei. Non dirmelo!”









Personaggi principali





Maurice Jettan





Thomas Jettan, suo fratello minore





Maria Marchant. Moglie di Maurice





Philip, figlio di Maurice





Cleone Charteris, figlia dei vicini di casa dei Jettan, amica d’infanzia di Philip





Jennifer Winton, amica d’infanzia di Philip e di Cleone





Mr. Bancroft, figlio di un altro vicino dei Jettan, damerino di sei-sette anni più vecchio di Philip





conte Louis Sint-Dantin, amico di Philip Jettan a Parigi





Paul De Vangrisse, amico di Philip Jettan a Parigi





Jules De Bergeret, amico di Philip Jettan a Parigi





duca de Vally-Martin, amico di Philip Jettan a Parigi





Le Vallon, amico di Philip Jettan a Parigi





De Chambert, amico di Philip Jettan a Parigi





De Farrand, conoscenza di Philip a Parigi





Lady Sarah (Sally) Malmerstoke, zia di Cleone





Sir Brenderby Deryk, ammiratore di Cleone





Moggat, cameriere di Thomas Jettan





Mrs Moggat, cuoca, la moglie di Moggat

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Published on December 27, 2020 09:34

December 22, 2020

Sophie Kinsella – Ho il tuo numero * Le mie letture

(titolo originale “I’ve Got Your Number ”; trad. Paola Bertante, versione italiana del 2011)





Un romanzo “alla Kinsella”, con una protagonista che si racconta al presente in prima persona, combina un bel po’ di pasticci e fa cose tendenzialmente assurde.





Però, se si decide di credere a quanto avviene nell’incipit, ovvero che Poppy Wyatt trovi uno smartphone aziendale nel cestino dei rifiuti di un hotel, lo prenda perché il suo è stato rubato e instauri uno strano rapporto di simil-segretaria esterna con Sam Roxton, uno dei dirigenti dell’azienda proprietaria di detto smartphone, bé se si decide di credere a questo, tutta la storia sembra plausibile, anzi la trama risulta un meccanismo perfetto. Ci si può così gustare un romanzo leggero e divertente (mi è capitato di farmi più di una risata), che è un continuo susseguirsi di situazioni decisamente insolite, improbabili e talvolta quasi surreali.









Poppy, il cui matrimonio con un intellettuale la cui famiglia è costituita da intellettuali barra geni, pur di tenere per alcuni giorni il cellulare, si impegna a inoltrare a Sam tutte le mail aziendali, però – quasi inevitabilmente – non si limita a questo: legge i messaggi e non solo quelli di lavoro e si ingegna per “correggere” quelli che per lei sono comportamenti da cambiare. Questo dà origine a vari fraintendimenti e quindi a scene imbarazzanti e comiche.





Riguardo al proprio matrimonio la ragazza ha diversi problemi, primo fra tutti il senso di inferiorità che prova nei confronti della genialità del fidanzato e della sua famiglia e anche su questo fronte riesce a combinare diversi pasticci.





Un storia leggera, in cui i personaggi principali sono comunque approfonditi e le loro azioni sono motivate. Direi che si sente il “mestiere” dell’autrice, ma la commedia rosa che ne risulta è godibile e la trama ben congegnata, non mancano nemmeno i colpi di scena finali…





In questi giorni mi è capitato di rivedere in tivù “Susanna!” (“Bringing Up Baby”), un film del 1938 diretto da Howard Hawks con Katharine Hepburn e Cary Grant: avevo già iniziato la lettura del romanzo della Kinsella e ho trovato una somiglianza con il film. Ripensandoci, credo di aver avuto questa sensazione solo perché anche nel film ci sono situazioni assurde e una serie di equivoci, la maggior parte dei quali derivanti dal comportamento di Susan; dopo aver finito il libro, infatti, devo dire che quest’ultimo, pur nella sua “improbabilità” risulta più realistico e i comportamenti dei protagonisti decisamente più logici e meno farseschi. Sarà anche per la differenza di età… (tra il film e il romanzo, intendo)





Ho letto questo romanzo perché mi aveva incuriosita la recensione pubblicata da Chiara Mitton sul blog The Lark and the Plunge, che vi consiglio di leggere, a questo link: .“Ho il tuo numero” di Sophie Kinsella.

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Published on December 22, 2020 14:58

December 16, 2020

Primo anniversario del blog

Sembra incredibile ma ho iniziato a scrivere in questo blog già da un anno!





Se non mi avesse avvisato WordPress non me lo sarei ricordato…









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Published on December 16, 2020 15:37

December 12, 2020

La perfida madrina – 67 Clarges Street #3 – M.C. Beaton * Le mie letture

(Titolo originale “The Wicked Godmother”; trad. Simona Garavelli; originale pubblicato nel 1987; edizione italiana del 2015, Astoria srl)





Un’altra storia romantica e ironica, in cui l’autrice riesce con maestria a rendere plausibili situazioni che talvolta lo sono davvero poco.





Nominata madrina di due gemelle diciottenni, in virtù del testamento del padre di queste, Harriet Metcalf, di soli sette anni maggiore delle sue pupille, le accompagna a Londra per la Stagione, dove ritiene possano incontrare dei gentiluomini da poter sposare, grazie sia alla loro avvenenza che all’entità delle loro ricchezze, prendendo in affitto la casa al 67 di Clarges Street.





Nella capitale, grazie a pettegolezzi diffusi di proposito dai servitori della casa di Clarges Street sulla ricchezza delle ragazze e ai consigli del maggiordomo Rainbird, Harriet riesce a introdurre le pupille nella società.





A causa di Beauty, il suo cane, la giovane madrina conosce due affascinanti gentiluomini, lord Gilbert Vere e l’amico marchese di Huntingdon, e immagina che l’attenzione che i due le dedicano fino dall’inizio sia dovuta a un loro interesse per le gemelle. Naturalmente le cose non stanno proprio così… come non è vero che le ragazze ricambino l’affetto di Harriet, anzi.





La disponibilità e la gentilezza di Harriet fanno sì fin da subito che la servitù del numero 67 sia dalla sua parte e, al momento del bisogno, sotto la guida di Rainbird, agisca in suo sostegno. Non è immaginabile quanto si diffondano in fretta le voci che passano tra i valletti delle varie dimore signorili, o fra i maggiordomi, o fra le serve che vanno al mercato…









Molto divertenti gli interventi del cane Beauty, la cui ingombrante presenza svolge un ruolo galeotto, creando l’occasione per il primo incontro fra lui e lei e poi altre, rendendo così inevitabile il loro rivedersi.





Mi pare giusto riportare la sua descrizione:





Beauty, il grosso e sbavante bastardo dall’indole irascibile. Harriet amava Beauty: troppo spesso trovava gli esseri umani volubili e sconcertanti, mentre la devozione del suo cane nero e fulvo, che ricambiava il suo amore e odiava invece qualunque altra persona al mondo, le dava una sensazione di sicurezza.





Il malinteso, altro elemento costante in questa serie, è già nel titolo: fino dalle prime pagine si intuisce che la madrina non è né perfida né malvagia, anzi…





In questo romanzo vengono approfonditi i personaggi di alcuni dei domestici: Rainbird, che essendo il maggiordomo è anche il capofamiglia del gruppo, è quello sempre più presente e svolge il ruolo di consigliere per Harriet e quasi assume quello di deus ex machina; Lizzie, la sguattera, mostra l’ambizione di migliorare e Harriet inizia a insegnare a leggere; Joseph finisce più volte nei guai a causa della sua vanità; tutti insieme, infine, si impegnano per far sì che Harriet possa sposare il suo lui.





Molti i riferimenti alle condizioni sociali dell’epoca; ad esempio, quando Lizzie sembra non sentirsi bene:





Rainbird decise che se di lì a qualche giorno Lizzie avesse avuto ancora quell’aria malata l’avrebbe accompagnata da un farmacista della city. I domestici andavano dal medico solo in casi di estrema emergenza, considerato che una visita anche dal medico più anonimo avrebbe potuto depauperarli di un intero anno di stipendi.





Inoltre vediamo anche come vengono alloggiati i vari servitori, fra i quali vige una rigida gerarchia, perfino maggiore di quella in essere fra i nobili; nella casa di Clarges Street la servitù ha le sue camere in soffitta:





a eccezione di Lizzie e Dave. Lizzie aveva un giaciglio nel retrocucina, mentre Dave dormiva sotto il tavolo.





(ricordo che Lizzie e Dave sono gli sguatteri: non solo non hanno una camera, ma nemmeno un letto…)

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Published on December 12, 2020 10:17

December 10, 2020

Claire * Epilogo

Mia carissima Martha,





forse quanto stai per leggere ti meraviglierà ma sono sicura che ti farà piacere.





Sono fidanzata con Tom Carlton e ci sposeremo alla fine della Stagione.





Credevo di detestarlo e che lui detestasse me – immagino che questo non ti giunga nuovo – ma abbiamo scoperto che non è così. Probabilmente faremo scintille, insieme, ma ne varrà la pena.





Mio padre è rimasto stupito quando Tom gli ha chiesto la mia mano e si è accertato che fossi davvero convinta di desiderare queste nozze. Io gli ho spiegato che era l’unico uomo che avrei voluto sposare e che ci amiamo e lui non ha più obiettato. So che avrebbe preferito qualcuno con un titolo più prestigioso e magari dalla reputazione più limpida, ma ha accettato la mia decisione, perché per lui e per mia madre la mia felicità è la cosa principale. Del resto Tom è ricco ed e questo ha rassicurato i miei genitori sul fatto che non mi sposi per interesse. Inoltre, siccome può contare sull’amicizia di tuo marito e basterebbe questa ad assicurargli porte aperte ovunque, non ha bisogno di me neppure per migliorare la sua posizione sociale.





Mi ha promesso che viaggeremo, andremo ovunque desidererò. Ad essere sincera è una condizione che ho posto io e lui l’ha accettata prontamente dicendo “Non mi sarei aspettato niente di diverso da voi”.





Ho saputo che Arabella non ha sposato l’uomo che le aveva imposto la famiglia ma quello che aveva scelto il suo cuore e sono molto contenta per lei. Alla fine ha trovato il coraggio per fuggire in Scozia con lui.





A presto





Claire









Il romanzo è disponibile come ebook gratuito su vari store, fra cui: Kobo, Bookrepublic e Streetlib.





Qui i link per scaricarlo:





su Kobo





su Streetlib





su Bookrepublic

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Published on December 10, 2020 10:14