Giovanni De Matteo's Blog: Holonomikon, page 30

July 5, 2015

Rassegna stampa (5/7/14)

Per non perdere il contatto con la realtà, fa piacere ricordarsi con recensioni come queste che i nostri lavori vengono letti, commentati, e più spesso di quanto siamo soliti credere anche apprezzati.


Su Fantascienza.com l’esperto di libri Giampaolo Rai recensisce The Origins con queste parole:



Immagino fosse inevitabile, certe cose prima o poi devono accadere. Comunque a me amante dei libri tradizionali e fisici, recensire un libro privo di supporto cartaceo, esistente solo come oggetto virtuale fa un po’ impressione. Per l’occasione ci voleva qualcosa di particolare e credo che The origins sia la scelta giusta: una raccolta di racconti che riassume il movimento più innovativo della fantascienza italiana.


Il Connettivismo ha sancito, all’alba del nuovo millennio, un ideale passaggio tra la fantascienza più tradizionale e quella scossa prima dal fenomeno cyberpunk e poi dalle tematiche del transumanesimo. Nel 2004 il manifesto del connettivismo annunciava la nascita del movimento e ne delineava i temi portanti, nel 2005 nasceva la rivista Next e nel 2007 veniva pubblicata l’antologia Supernova Express.


Dopo un decennio di iniziative in vari campi, editoriali e no, la Kipple Officina Libraria pubblica ora The origins, un’antologia che riassume in diciassette racconti il percorso del movimento dalle origini sino ai giorni nostri.


[continua a leggere]



Ettore Fobo, invece, parla sul suo curatissimo blog Strani Giorni di Next-Stream, e la sua è una recensione che passa in rassegna tutti i racconti inclusi nell’antologia, attraverso i quali riesce a sondare gli intenti dei curatori e tirare le somme sul loro lavoro.



Per ragioni storiche che non starò qui a indagare, la fantascienza è mal vista in Italia. Non è così nei paesi anglosassoni dove gli scrittori di fantascienza riescono a incidere nell’immaginario, possono godere di un’attenzione critica, talvolta si arricchiscono persino,  arrivano a essere delle vedette contese dai giornali e dalle tv. In Italia ormai, potrei aggiungere con amarezza,  è malvista la letteratura, ma tant’è.


Questa italica avversione per la fantascienza permette,  però,  a un movimento come il Connettivismo di svolgere una funzione quasi clandestina ma di sicuro impatto per leggere il nostro caotico presente  e ce lo conferma quest’antologia di racconti. Lo scopo di NeXT–Stream, antologia edita da Kipple Officina Libraria nel gennaio 2015,  è  quello di svincolare il movimento dalle sue tematiche prettamente fantascientifiche e raggiungere una dimensione in cui i generi si mescolano e forse non c’è più nessun genere riconoscibile.  Il sottotitolo è l’eloquente: “Oltre il confine dei generi”.


[continua a leggere]



A fare strano è che Fobo, la cui acutezza è risaputa e già ampiamente apprezzata, sia stato comunque il primo lettore a interessarsi pubblicamente — a sei mesi dal varo  — di un’operazione come questa, che avrebbe avuto tutte le carte in regola per richiamare l’attenzione dall’interno del settore, ma anche e forse soprattutto dall’esterno dei confini del genere. A dimostrazione, forse, di quanto difficili da scavalcare siano le barriere che ci vengono imposte dalle categorie di consumo.


E prima di concludere, due articoli che recano la mia firma, che valgono anche come consigli di lettura. Il primo riguarda la riedizione di un classico da tempo fuori catalogo, il romanzo d’esordio di Alessandro Vietti: Cyberworld. Dal mese scorso il libro è tornato disponibile sul circuito digitale grazie a Delos Digital, per soli 3,99 euro. Su Delos potete leggere la mia prefazione: Sulla frontiera del cyberspazio.


Il secondo è invece una ripresa di un mio vecchio saggio, uscito su Next-Station.org nel 2010, in occasione della prima edizione di Little Brother di Cory Doctorow, all’epoca intitolato X da Newton Compton Editori. Adesso Multiplayer.it ripropone il titolo nella sua collana Apocalittici, e lo fa anticipando l’uscita anche del suo seguito, Homeland, per l’autunno, offrendomi l’opportunità di riprendere quell’articolo e rivederlo. Il risultato, anche in questo caso, potete leggerlo sulle pagine di Delos: Little Brother: il canto di libertà di Cory Doctorow.


E siccome è domenica, ed è estate, lasciamoci con un quadro di Edward Hopper.


Edward Hopper - Highland Light, North Truro (1930)

Edward Hopper – Highland Light, North Truro (1930)


Archiviato in:Connettivismo Tagged: Alessandro Vietti, connettivismo, controllo informatico, Cory Doctorow, cyberpunk, Cyberworld, e-book, Edward Hopper, Ettore Fobo, Fantascienza.com, generi, Giampaolo Rai, Little Brother, Lukha B. Kremo, mainstream, Marco Milani, Next Station, Next-Stream, Sandro Battisti, sicurezza, The Origins, transumanesimo
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Published on July 05, 2015 05:20

July 3, 2015

Cronache dall’orlo del baratro


Manifestanti a favore del NO a piazza Syntagma ad Atene, 29 giugno 2015. (LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images)

Manifestanti a favore del NO a piazza Syntagma ad Atene, 29 giugno 2015.
(LOUISA GOULIAMAKI/AFP/Getty Images)


C’è modo e modo di raccontare una storia, specialmente mentre la storia si compie. E nessuno dei modi che sceglieremo sarà mai oggettivo al cento per cento. Il nostro punto di vista finirà sempre per condizionare la nostra lettura dei fatti, è inevitabile. Ed è una cosa da tenere ben presente, specie davanti ai casi che presentano tutte le caratteristiche in regola per poter ambire al ruolo di svolte nodali nella storia che racconteranno — e che si sentiranno raccontare — le generazioni future. Per l’Europa i giorni che stiamo vivendo credo che si riveleranno più importanti di quanto, alla fine, potranno esserlo per il popolo greco. Alessandro Gilioli sul suo blog Piovono Rane spiega bene che l’uscita della Grecia dalla moneta unica, o dall’Unione Europea, in questo momento, non ha nemmeno la legittimità giuridica di un’ipotesi di studio.


D’altro canto, l’esito della consultazione voluta dal premier greco Alexis Tsipras avrà un impatto notevole sui prossimi passaggi. Che riguarderanno in prima battuta i negoziati che coinvolgono Atene nell’esposizione verso i suoi creditori, ma presto si estenderanno anche agli altri PIGS a cui siamo tanto affezionati, se non proprio per la simpatia che ci ispirano almeno per via dell’antico attaccamento alla nostra pellaccia.


Sulla vicenda si sono espresse voci autorevoli, e sorprende trovare economisti illustri schierati dalla parte di quello che nel racconto della stampa nostrana ha assunto da diversi mesi le fattezze di Belzebù. Stiamo parlando ovviamente del summenzionato Alexis Tsipras, leader di Syriza al timone di questo Titanic chiamato Grecia. E se le opinioni di studiosi di fama internazionale, per quanto suffragate dai massimi riconoscimenti mondiali che recano lustro ai loro CV, potrebbero comunque essere condizionate da bias, perdita di lucidità, errore umano o — perché no, consideriamole proprio tutte — malafede, viene da chiedersi come mai proprio coloro che propongono la lettura diametralmente opposta abbiano bisogno di raccontare il falso per vedere affermata la ragione di cui sarebbero legittimi custodi. Per esempio, dimenticandosi di ricordare che nel baratro la Grecia è stata trascinata dai predecessori dell’uomo attualmente al governo, e che l’impresa di taroccare i conti è potuto riuscire grazie all’avallo e alla distrazione delle stesse autorità europee e internazionali deputate alla vigilanza. Ed è altrettanto interessante notare che adesso quei personaggi, ovvero i creditori di ieri e di oggi e gli artefici stessi del debito (i capitani che hanno guidato il Titanic dritto contro l’iceberg), si ritrovino compatti, uniti sullo stesso fronte, casualmente opposto a quello su cui Tsipras cerca di mantenere le ultime posizioni in difesa di un’Europa diversa.


È bene dirlo: malgrado gli endorsement prestigiosi di Paul Krugman, Thomas Piketty e Joseph Stiglitz, queste postazioni somigliano terribilmente a una rocca, e gli oppositori a qualsiasi accordo tra le parti che non comporti l’annientamento di Tsipras e del suo governo sono legioni che la cingono d’assedio, salivando all’odore del sangue che potrebbe essere versato la notte di domani.


Ognuno è libero di pensarla come vuole, soprattutto qui in Italia dove la Grecia ci sembra un paese esotico se non, nella spavalda narrazione dei nostri politici e governanti, fatta propria senza difficoltà dagli organi di dis-informazione filogovernativi e non solo, addirittura un altro pianeta (e invece vedremo quanto ci metterà a diffondersi il contagio nella malaugurata ipotesi che i creditori decidano di portare alle estreme conseguenze la loro sciagurata linea punitiva)… Non dovremmo tuttavia dimenticare una cosa. Tsipras sta facendo, a modo suo, quello che i principali personaggi saliti alla ribalta della cronaca politica italiana di questi ultimi dieci anni hanno coltivato per mesi se non per anni come un sogno bagnato. Renzi prima dell’investitura tedesca, Grillo prima del più rapido sperpero di consenso nella storia della Repubblica. Stendiamo un velo pietoso sul ricordo di Berlusconi, e ignoriamo per decenza Salvini.



Dimostrando doti di leadership assolute che qui da noi vengono troppo facilmente scambiate un tanto all’etto con chiusure dogmatiche, prescrizioni, sotterfugi, colpi di fiducia, battutacce e repulisti, Alexis Tsipras sta facendo esplodere le contraddizioni interne del sistema Europa, così com’è stato messo in piedi in questi anni. Un sistema che da europeisti non dovremmo più tollerare di lasciare nelle mani della gente che ci ha portato a questo punto. E questo per la gente di cui sopra è un motivo sufficientemente valido per desiderare a seconda dei casi il suo fallimento (se il treno è ormai perso), oppure il suo successo (se sussiste la speranza di salire sul carro, come si augurano gli antieuropeisti che della mossa di Tsipras non hanno capito alcunché).


Tsipras rappresenta un’alternativa di governo che siamo stati convinti a credere non possa esistere. I politici e i burocrati che attualmente stringono le redini delle istituzioni europee forse non lo vedranno come un vero pericolo, ma sicuramente lo considerano alla stregua uno scomodo imbarazzo: innanzitutto perché non è addomesticabile come un Renzi qualunque né macchiettistico come il primo Grillo, Berlusconi o Salvini di passaggio, ma per di più li mette davanti ai limiti delle loro politiche, oltre che agli effetti degli errori commessi finora. La vera scelta davanti a cui ci ha messi Tsipras con la sua mossa potenzialmente suicida è tra una possibilità di redenzione e la perseveranza dell’errore, ma forse a questo punto potremmo parlare anche di crimine viste le statistiche sui suicidi provocati dall’austerity dettata da Berlino. E per questo alla fine il referendum proposto ai greci è stato così manipolato da diventare un referendum sul loro primo ministro: le più affilate armi retoriche sono state messe al servizio della strategia della distrazione, allo scopo di disinnescare il rischio di una vittoria del No. Non conosco così bene il popolo greco e la realtà ellenica per dedurre dagli umori della piazza e delle strade i possibili esiti della consultazione, ma anche in questo coraggio Tsipras si è dimostrato agli antipodi rispetto a tutti i suoi predecessori e colleghi.


Per questo, per come la vedo io, Tsipras rappresenta un futuro alternativo a quello che ci hanno insegnato a ritenere inesorabile. Se sia un futuro ancora possibile, quel futuro che da qualche anno ormai ci siamo dimenticati di avere frettolosamente riposto in soffitta, insieme a tutte quelle cose che potrebbero ancora servirci (tra cui anche la nostra dignità), lo scopriremo nei prossimi giorni. E se il popolo greco non avesse voglia di rispolverare quei vecchi articoli, nessuno dovrebbe fargliene una colpa. Dopotutto perché dovremmo crederci diversi da loro, noi che abbiamo saputo già dimostrare capacità insuperate di rimozione, distrazione, spavento e opportunismo?





Archiviato in:Agitprop Tagged: Alexis Tsipras, austerity, crisi economica del 2008-2014, democrazia, disinformazione, economia, futuro, Grecia, Grexit, Joseph Stiglitz, Paul Krugman, progresso, propaganda, strategia della distrazione, Syriza, Thomas Piketty, Unione Europea
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Published on July 03, 2015 16:00

June 30, 2015

Prima che sia tardi

E adesso che abbiamo messo una toppa anche su questa triste vicenda dei cookie, proviamo a riprendere anche le trasmissioni. Dopo un paio di mesi vissuti intensamente sul piano personale, mi preme aggiornarvi sulle ultime uscite che mi interessano da vicino. Partiamo con una riedizione, e proseguiamo con due inediti.


La riedizione riguarda Riti di passaggio: uscito lo scorso autunno inFF_Storie_dal_futuro_ebook e-book sotto il marchio Future Fiction, che si sta facendo molto apprezzare in Italia e non solo, il racconto, sempre disponibile sugli store on-line, è stato anche incluso nell’antologia che raccoglie in un unico volume le opere uscite nel corso del 2014 nella collana digitale curata da Francesco Verso e Francesco Mantovani. Storie dal domani rappresenta una ghiotta occasione per avere in un unico volume le storie pubblicate da Future Fiction, con racconti a firma di pesi massimi del calibro di Robert J. Sawyer, Ian McDonald, James Patrick Kelly, Paul McAuley e David Marusek, senza dimenticare gli autori non anglosassoni che la collana sta contribuendo a far apprezzare anche al pubblico italiano: il nigeriano Efe Tobunko, il romeno Cristian M. Teodorescu e il greco Michalis Manolios. Storie dal domani è acquistabile sia in cartaceo (prezzo di copertina 16,50 euro) che in e-book (ePub o mobi, per 4,99 euro).


FF_Storie_dal_futuro

Veniamo quindi al primo inedito. L’antologia Il prezzo del futuro, curata da Gian Filippo Pizzo e Vittorio Catani per i tipi di La Ponga Edizioni, raccoglie quindici racconti incardinati su un unico tema, per quanto ampio e declinabile secondo molteplici sensibilità: l’economia del domani. Dalla prefazione a firma di Valerio Evangelisti:



La fantascienza è un genere letterario “massimalista”, per cui può avere per oggetto interi sistemi politici, economici e sociali. La fantascienza è anche un genere che, quando parla del futuro, molte volte allude al nostro presente, lo distorce, lo satireggia, lo critica.


Da queste due premesse discende questa antologia di racconti di fs a sfondo economico. Ci si pensi: sarebbe stata possibile una raccolta del genere, e di tale forza, nel quadro della narrativa corrente, o di altri filoni della cosiddetta “paraletteratura”? No, è evidente. Lo spazio sarebbe stato troppo limitato. Tanti romanzi senza etichetta, o fin troppo etichettati, mettono in scena l’economia. Ma si tratta di singoli aspetti, di ricadute localizzate o individuali.


Solo la fantascienza può rendere protagonista l’economia tutta intera, e affrontare più problemi alla volta fino a delineare uno scenario completo. Gian Filippo Pizzo e Vittorio Catani (che in “fantaeconomia” è particolarmente versato, come si nota dalla sua bibliografia) hanno confezionato una summa destinata a rimanere in vista sugli scaffali domestici, per complessità e intelligenza. Una chiave per leggere, sotto forma appena appena allegorica, i tempi che stiamo vivendo e quelli che verranno.


Tutti autori italiani, e non a caso: l’Italia è tra le vittime di una crisi finanziaria che non pare avere fine, cui si risponde con soluzioni arruffate e discutibili. In un tale contesto, la fantascienza lancia, con questo volume, la sua sfida volutamente arrogante al resto della narrativa, e soprattutto a quella mainstream. Noi, i presunti sognatori volti al futuro, ci occupiamo di ciò che ci accade attorno. E voi, i supposti realisti, che fate?



Su Carmilla on line potete inoltre leggere l’introduzione di Pizzo.


Nel mio racconto In caduta libera mi sono “divertito” (si fa per dire) a immaginare una storia di rivendicazioni sindacali sullo sfondo di un cantiere orbitale. La colonizzazione spaziale innesca le contraddizioni intrinseche del turbocapitalismo e nelle linee lasciate scoperte s’insinua il germe della rivolta, se non proprio dell’utopia. Quello che mi sono soprattutto sbizzarrito a manipolare è la gloriosa tradizione dell’anarcosindacalismo americano, con i wobblies della Industrial Workers of the World (ricordate One Big Union proprio del magister Evangelisti?) che confluiscono in una nuova federazione: la Industrial Workers of the Solar System.


Anche in questo caso il libro è disponibile sia in edizione cartacea (prezzo di copertina 16,90 euro) che digitale (a 4,49 euro).


LaPonga_Prezzo_del_futuro


E completiamo questa breve rassegna con un volume da poco giunto in edicola. Si tratta di un classico della New Wave, firmato da Roger Zelazny, un maestro visionario e poliedrico, lucido anticipatore di temi che sarebbero diventati maggioritari decenni più tardi, e anche per questo gigante tra i più lungimiranti che hanno dato il loro apporto negli anni ’60 alla maturazione della fantascienza. Il romanzo s’intitola Il signore dei sogni e risale proprio a quella fortunatissima stagione. Alcune immagini di Blade Runner e Inception (ma non solo), a distanza di anni, mi sembrano ancora ispirate alle sue descrizioni. Ne parlavo in maniera più circostanziata la bellezza di sette anni fa su Next Station. Ma anche se mi sembra trascorsa un’epoca geologica e più da allora, ricordo ancora il carattere innovativo della lettura, a dimostrazione della sua persistenza.


Cosa c’entro io con Zelazny? È presto detto. Il volume pubblicato da Urania Collezione, che rimarrà in edicola ancora per una settimana o due (quindi, consiglio interessato, affrettatevi a recuperare la vostra copia se siete ancora affezionati alla carta), include in appendice un romanzo breve firmato dal sottoscritto in collaborazione con Lanfranco Fabriani, un veterano che non ha certo bisogno di presentazioni. S’intitola YouWorld e fa chiaramente il verso alla piattaforma di video sharing che ha aperto la strada ai nuovi consumi delle nostre vite digitali, sociali o solitarie. Si tratta di una storia nata su un terreno abbastanza distante dai percorsi narrativi che ci erano familiari, e penso di poter parlare anche a nome del mio socio, anche se mi auguro di tornarci sopra nei prossimi giorni per poter mettere a pubblico confronto le nostre rispettive esperienze.


Se siete in cerca di etichette per classificare un lavoro di questo tipo, penso che fantascienza sociologica, postcyberpunk, satira di costume, postmoderno e action thriller siano tutte, ciascuna alla sua maniera, adatte allo scopo. Ci sono delle Intelligenze Artificiali stanche di farsi sfruttare dalla società dello spettacolo 2.0. C’è un citazionismo che mi auguro troverete simpatico. E soprattutto ci sono un bel ritmo e tante sorprese. È stato divertente, per quanto faticoso, scriverlo. Ma credo che la lettura possa risultare altrettanto divertente, e sicuramente meno faticosa. Ma solo voi potrete dircelo.


Il libro è in edicola fino alla prima decade di luglio al prezzo di 6,50 euro e in e-book a 3,99 euro.


UC_zelazny



Archiviato in:Connettivismo Tagged: antologie, Blade Runner, Cookie Policy, crisi economica del 2008-2014, Cristian M. Teodorescu, David Marusek, e-book, economia della post-scarsità, Efe Tobunko, Francesco Mantovani, Francesco Verso, Future Fiction, Gian Filippo Pizzo, Ian McDonald, Il prezzo del futuro, In caduta libera, Inception, James Patrick Kelly, Lanfranco Fabriani, Michalis Manolios, new wave, Next Station, One Big Union, Paul McAuley, Riti di passaggio, Robert J. Sawyer, Roger Zelazny, Storie dal domani, turbocapitalismo, Urania, Valerio Evangelisti, Vittorio Catani, YouWorld

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Published on June 30, 2015 04:59

May 7, 2015

Intelligenza artificiale: una risorsa o una minaccia?

Questa recensione di Ex Machina, film scritto e diretto da Alex Garland (dal 30 luglio anche in Italia) che s’inserisce nel filone trasnumanista recentemente esplorato da Hollywood gi�� in diversi titoli �����con risultati alterni����� da Lei a Transcendence, richiama l’attenzione su una serie di riferimenti che gi�� mi sono serviti come punti cardinali in un paio di uscite pubbliche. Dalla riflessione era per altro��scaturito questo articolo per Quaderni d’Altri Tempi, e a Bellaria abbiamo colto l’occasione con Zoon e Kremo per imbastire un panel a 360�� sui rischi esistenziali, proprio a partire dal clamore suscitato dagli avvertimenti lanciati da luminari del calibro di Stephen Hawking��(che non ha certo bisogno di presentazioni da queste parti) o Elon Musk��(l’imprenditore sudafricano-americano fondatore di start-up di successo, da PayPal a Tesla Motors a SpaceX). E proprio i loro nomi, insieme a quello di Nick Bostrom, sono quelli che richiamavamo in quella sede, a partire dal dibattito incentrato sull’evoluzione delle intelligenze artificiali simil o super umane.


Com’�� stato detto, se mai risulter�� possibile una superintelligenza artificiale sar�� anche l’ultima invenzione dell’uomo. Il progresso �� sempre guidato dalla civilt�� pi�� evoluta. E in presenza di una intelligenza artificiale confrontabile o gi�� superiore all’intelligenza umana, capace di migliorarsi a un ritmo per noi vertiginoso e inimmaginabile,��l’umanit�� dovr�� rassegnarsi a passare il testimone. Risulta quindi��plausibile che a quel punto il timone del progresso passi “nelle mani” delle IA, che si sostituiranno in tutto o in parte a noi nel ruolo di motore��dell’evoluzione tecnologica, scientifica e culturale sulla Terra.


In uno dei suoi articoli sempre estremamente stimolanti, il divulgatore Caleb Scharf, astrobiologo alla Columbia University, ha provato addirittura a mettere in relazione lo sviluppo delle IA con il paradosso di Fermi, passando per il Grande Filtro: �� un’idea interessante, sennonch����mi sembra fondarsi sull’assunzione un po’ troppo restrittiva che ogni forma artificiale di intelligenza contenga il germe intrinseco dell’autodistruzione.


D’altronde, se come esseri umani ci stiamo interessando cos�� tanto a un argomento che fino a non molto tempo fa sembrava poterci appassionare solo in forma di fiction (e in effetti credo che negli ultimi trent’anni sia stata scritta e filmata ben poca fantascienza capace di prescindere da un qualche impiego futuro ��� o rischio connaturato all’uso �����delle IA), non �� solo per l’effetto perturbante della difformit�� implicita nell’IA, del suo essere qualcosa di altro da noi. Le implicazioni dell’eventuale avvento dell’IA sono intrinsecamente imprevedibili: potremmo trovarci davanti agli scenari pi�� diversi, da una vera e propria esplosione di intelligenza alla riprogrammazione stessa della materia disponibile sulla Terra e nei suoi paraggi (tutta la materia, esseri viventi inclusi) in computronium, fino a esiti ancora pi�� inquietanti come l’inferno a misura d’uomo teorizzato nel cosiddetto rompicapo del Basilisco di Roko. Si va quindi dal caso migliore dell’umanit�� vittima collaterale dello sviluppo dell’IA, a quello peggiore dell’umanit�� completamente asservita (ed eventualmente annichilita) dall’IA. In nessun caso, proiettando sull’intelligenza artificiale ci�� di cui �� stata capace nel corso della sua storia l’intelligenza umana, la nostra “ultima invenzione” dovrebbe mostrare un senso di compassione nei nostri confronti.


Ma se i nostri timori sono oggi cos�� fondati, �� perch�� sono sostanzialmente il frutto del nostro passato, che troviamo cos�� ben rappresentato nel presente. E abbiamo appunto imparato a nostre spese��che dell’umanit�� come oggi la conosciamo �� meglio diffidare. Ogni sviluppo futuro, ogni tentativo di estrapolazione, ci costringe a fare i conti con i punti di partenza: e ci�� che siamo oggi, evidentemente, non ci piace granch��. E allora: perch�� non cogliere l’occasione di questo dibattito per fare qualcosa che cambi le cose? Forse le cose andranno male comunque, ma almeno non avremo nulla da rimproverarci.



BATTLESTAR GALACTICA -- Pictured: Tricia Helfer as Number Six -- SCI FI Channel Photo: Justin Stephens

BATTLESTAR GALACTICA — Pictured: Tricia Helfer as Number Six — SCI FI Channel Photo: Justin Stephens


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Published on May 07, 2015 16:00

April 2, 2015

La scienza della fantascienza

scienza_fantascienzaLo scorso febbraio, a grande richiesta, �� arrivata nelle librerie la terza edizione di questo celebrato volume di Renato Giovannoli, dedicato alla disamina dei temi scientifici esplorati nella letteratura di fantascienza e dei rapporti tra i due mondi, quello della finzione letteraria e quello della ricerca teorica e sperimentale. Su invito di Roberto Paura e Gennaro Fucile ne ho scritto sull’ultimo numero di Quaderni d’Altri Tempi, on-line da qualche giorno.


Vale la pena comprarlo e leggerlo? S�� e no, a seconda del vostro grado di conoscenza del genere e del vostro interesse per la sua storia, perch�� di sviluppi recenti non ne troverete nemmeno l’ombra. Per capire meglio il mio punto di vista, vi rimando comunque��alle��pagine��della rivista.


Archiviato in:Imaginarium Tagged: critica, fantascienza, scienza
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Published on April 02, 2015 16:15

April 1, 2015

Cassiopea 2015

Tornando seri, lo scorso 21 marzo in occasione della Deepcon 16 sono stati annunciati i risultati della terza edizione del Premio Cassiopea. Ringrazio la giuria e l’organizzazione e mi complimento con gli altri autori sul podio. Potete leggere di pi�� su Fantascienza.com.


Premio_Cassiopea_2015


Archiviato in:ROSTA Tagged: Corpi spenti, fantascienza, Premio Cassiopea
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Published on April 01, 2015 16:15

Dove eravamo rimasti

Scusate il lungo blackout. Di cose in giro ne sono accadute diverse nelle ultime settimane, tenendomi lontano dal blog e costringendomi a latitare sui social, e spero di farmi perdonare con questa esclusiva. Sembra��finalmente che i tempi siano maturi per una anticipazione, aspettando i canali ufficiali per l’annuncio vero e proprio.


Ad alcuni lo avevo accennato, altri forse avevano carpito qualcosa tra le righe di alcune mie��risposte elusive e dichiarazioni sibilline. A quanto pare, �� in arrivo la terza incarnazione della Sezione ����. Dopo i romanzi, dopo il fumetto (interrotto dopo solo quattro episodi e relegato nel limbo dei progetti incompiuti), Briganti e soci approderanno sul piccolo schermo.


Non dico di pi��, gli accordi contrattuali me lo impediscono e voglio evitare di ritrovarmi i sicari sotto casa, tanto pi�� che adesso sanno anche dove abito, per cui non sarebbe prudente. Posso dire che si tratta di una produzione che ha tutte le carte in regola per sbalordirvi, di quelle capaci di��permettersi un cast di altissimo profilo, e addirittura le macchine per la pioggia e la nebbia e tutto il resto.��Siamo nelle fasi calde della pre-produzione ormai, ma se la cosa andr�� in porto come pare e deve preparatevi a vederne delle belle: l’autunno si preannuncia rovente.


Intanto incrociate le dita e��tenete d’occhio la programmazione del 2016. See you, necrospace��cowboys!


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Archiviato in:ROSTA Tagged: Cronache del Kipple, serie, Sezione ����
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Published on April 01, 2015 01:53

March 14, 2015

Agli albori della psicografia

Due notizie a breve distanza l’una dall’altra sono venute fuori negli ultimi giorni. La prima in ordine temporale riguarda l’annuncio di uno studio francese di aver creato dei falsi ricordi tramite stimolazione transcranica su delle cavie di laboratorio addormentate: al risveglio, i roditori sottoposti al trattamento mostravano di “ricordare” posti in cui non erano mai stati prima. La stimolazione �� stata attuata durante una particolare fase di attivit�� dell’ippocampo, “la regione cerebrale che funge da substrato neuronale alle mappe mentali che consentono di muoversi in un certo ambiente”. Durante il sonno nei mammiferi avverrebbe infatti un processo interpretato come il consolidamento degli input spaziali, testimoniato da uno specifico schema di onde cerebrali denominate SPW-R (sharp wave ripples). La scoperta delle cosiddette cellule di posizione era��stata premiata nel 2014 con il Nobel per la medicina.


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Il secondo risultato �� stato divulgato da uno studio del Cold Spring Harbor Laboratory (New York) pubblicato da Nature: oggetto dell’articolo �� la possibilit�� di risalire dall’analisi dei tessuti neurali di una cavia morta alle abilit�� ed esperienze che il soggetto aveva acquisito da vivo. Semplificando, una lettura post-mortem della mente. Anthony Zador, a capo del team di ricerca, ha dichiarato: “[…]���� come se avessimo decifrato un pezzettino del codice neurale col quale l’animale archiviava queste memorie. In sostanza, riuscivamo a leggere la mente di questi ratti���. La stessa tecnica potrebbe essere applicata ad altre regioni del cervello, per decifrare altri sensi. ���Non vediamo l���ora di applicare questo metodo a forme pi�� complesse di apprendimento e ad��altri sistemi sensoriali, come quello alla base della vista���.


Gi�� qualche anno fa due team americani avevano effettuato importanti annunci sulla decodifica di schemi di attivazione neurale legati alla vista e alla parola. Non ci sarebbe da stupirsi dunque se da qualche parte nel mondo, magari in un cupo e freddo seminterrato di qualche prestigiosa universit��, un dottor Elliott Grosvenor fosse��al lavoro con il suo assistente Rundolph Carter, procedendo per tentativi ad apprendere i rudimenti della psicografia.


Archiviato in:Transizioni Tagged: Corpi spenti, falsi ricordi, memoria, neurologia, psicografia, Sezione ����, sonno
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Published on March 14, 2015 02:00

March 8, 2015

Gli effetti dell’energia oscura sull’universo osservabile

L’universo �� una macchina stupefacente che non cessa di produrre meraviglia. Giunti al livello di indagine cosmologica di questi ultimi anni, potremmo pensare di aver scoperto tutto quello che c’era da sapere, ma ci sono alcune verit��, gi�� acquisite dalla scienza, che potrebbero essere sfuggite alla nostra attenzione. Per esempio, che l’universo �� pi�� vasto di quanto potremmo normalmente aspettarci da quel che sappiamo della sua et��. Se immaginiamo il Big Bang come un’esplosione in grado, 13,798 �� 0,037 miliardi di anni fa, di dispiegare lo spazio e il tempo a partire dalla singolarit�� primordiale, un punto di densit�� e temperatura tendenti all’infinito che concentrava tutta la materia e l’energia oggi presenti nell’universo, allora viene naturale immaginare che le dimensioni del cosmo, da un capo all’altro, avranno un limite superiore coincidente con il doppio della sua durata. Questa assunzione trascura invece un risultato importante, che ricaviamo dallo studio di quella che �� nota come radiazione cosmica di fondo a microonde (CMB radiation) e dall’osservazione dell’omogeneit�� manifestata dall’universo su ampia scala e della sua curvatura pressoch�� nulla, e che ci fa ritenere, salvo alcuni illustri pareri contrari come quello di Roger Penrose (tra i primi sostenitori dell’ipotesi del Big Bang), che l’universo abbia attraversato un periodo iniziale di espansione inflazionaria.


Lambda-Cold_Dark_Matter,_Accelerated_Expansion_of_the_Universe,_Big_Bang-Inflation


L’effetto di questa fase inflazionaria durata una frazione di secondo (meno di 10-32��secondi, secondo i modelli), durante la quale l’impasto di energia e materia che formava l’universo si sarebbe espanso a velocit�� maggiori della velocit�� della luce, �� che dalla Terra risulta osservabile una regione sferica con un raggio di circa 46 miliardi di anni-luce, pi�� del triplo quindi della distanza che ci separa dal Big Bang. Ma se ci hanno insegnato che la velocit�� della luce �� una costante fondamentale e una soglia invalicabile, come possiamo vedere qualcosa che, viaggiando alla velocit�� della luce, dovrebbe essersi verificato 32 miliardi di anni prima del Big Bang?


La risposta scaturisce dalla relativit�� generale e non comporta alcuna violazione dei vincoli fisici a noi noti. In particolare, i fotoni non stanno viaggiando a velocit�� maggiori di c, �� invece lo spazio in cui si muovono che ha subito uno stiramento, portandolo cos�� a espandersi oltre i confini che avremmo potuto aspettarci. E non �� tutto.


Edge_of_the_Observable_Universe


Se l’universo �� in espansione, ci�� che riusciamo a vedere oggi, come si �� capito, non �� quello che potevamo vedere ieri e non �� quello che potremo vedere domani. Il risultato �� l’effetto combinato di due fattori: la costante di Hubble e la velocit�� di espansione dell’universo. La costante di Hubble misura il��redshift��cosmologico, ovvero la velocit�� con cui si allontanano da noi le galassie pi�� distanti, e delimita un volume che cresce col tempo, ma ad una velocit�� decrescente (la costante di Hubble �� infatti una costante in termini spaziali, nel senso che ovunque la si misuri in un un dato istante fornir�� sempre lo stesso risultato, ma non in termini temporali, e gli scienziati ritengono che il suo valore stia diminuendo nel tempo). L’universo, al contrario, si starebbe espandendo a una velocit�� crescente, per effetto della cosiddetta energia oscura.


CMB_Timeline300_no_WMAP


Non abbiamo dati molto precisi a riguardo, ma finch�� la costante di Hubble si ridurr�� a una velocit�� inferiore rispetto al tasso di crescita della velocit�� di espansione dell’universo, l’orizzonte dell’universo osservabile diventer�� sempre pi�� ampio. Uno dei motivi per cui �� cos�� importante capire come funzioni l’energia oscura �� proprio questo: da essa dipende anche la nostra comprensione di come evolver�� l’universo in��futuro, insieme a ci�� che di nuovo ci sar�� consentito di��scoprire o verificare sperimentalmente, e questo avr�� inevitabilmente delle ripercussioni sulla nostra comprensione della realt��. Il tutto �� spiegato in maniera estremamente chiara e dettagliata dall’astrofisica Vanessa Janek, in un articolo divulgativo apparso su Universe Today e ripreso da io9.


Archiviato in:Transizioni Tagged: Big Bang, cosmologia, costante di Hubble, energia oscura, Inflazione, principio cosmologico, radiazione cosmica di fondo, redshift cosmologico, Roger Penrose, universo, Vanessa Janek
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Published on March 08, 2015 16:00

March 5, 2015

The Camera

Viviamo in un’epoca usa-e-getta. La velocit�� ci toglie il respiro. Siamo continuamente incalzati da diverse correnti di novit�� – una tempesta, a guardar bene – e per farne esperienza siamo disposti a sacrificare tutto. Occorre tenere il passo, per accumulare quanto pi�� ci riesce possibile. Ma per favorire l’accumulo, troppo spesso facciamo un torto al nostro gusto e col tempo rischiamo di disperdere il piacere che si accompagna all’esperienza: sia essa la lettura di un buon libro, la visione di un bel film o l’ascolto di un bel disco.


Lo so, c’�� cos�� tanta roba che merita di essere scoperta e apprezzata che �� impossibile soffermarsi su tutto. Eppure dovremmo imparare a separare l’attitudine dalla patologia. Bisognerebbe��dichiarare guerra alla ricerca spasmodica, esasperata, ossessiva del nuovo, perch�� ci sono cose che si apprezzano meglio se degustate con calma, lasciandole sedimentare sul palato e nella mente. Cose anche piccole, come questo corto di Peter Lewis, “vecchio” ormai di quattro anni: s’intitola The Camera e a suo tempo (era il 2012) lo scoprii grazie a Fantascienza.com. Ad oggi �� l’unica opera nel curriculum del suo regista e sceneggiatore, che volle dedicarlo a una misteriosa ragazza scomparsa a soli 23 anni.


Una casa abbandonata sulla spiaggia, una partitura avvolgente che accompagna una ragazza alla scoperta di una vecchia fotocamera Polaroid, che naturalmente non �� quello che sembra. Un espediente per raccontare una storia di fantasmi sull’orlo del tempo, ma anche una storia di ricordi perduti, e di realt�� che si annidano in altre realt��…


No, prendetevi otto minuti e godetevelo. E poi magari riservatevi altri cinque minuti per lasciarlo decantare come si conviene a un buon vino. Il corto li vale tutti. E il mondo, l�� fuori, potr�� tranquillamente sopravvivere prima che voi torniate��ad occuparvene.



The Camera (short film / original score) from Peter Lewis on Vimeo.


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Published on March 05, 2015 12:08