Alessio Brugnoli's Blog, page 267

February 21, 2014

Monotonia di genere


Qualche giorno fa, un mio amico scrittore ha pubblicato su FB questo status


Ma davvero per uno scrittore italiano di genere fantastico non c’è altro che mettersi un cilindro steampunk o darsi all’ennesima variante dell’apocalisse zombi? E un po’ di fantasia, dai…


Ha perfettamente ragione ! Il problema non è solo la monotonia nella scelta del genere… Vuoi o non vuoi, alla fine le storie, con qualche encomiabile eccezione, si somigliano tutte…


Perchè questa omologazione ? Il fatto è che gli scrittori sono figli del loro tempo: viviamo in una società in crisi, che ha paura del futuro e del diverso. Per questo si guarda al Passato, più o meno idealizzato, e alle metafore di ciò che mette in pericolo il poco benessere che abbiamo accumulato


E queste paure, si riflettono anche nella scelte di scrittura: meglio seguire il percorso già battuto, uniformarsi alla media, evitando il rischio del nuovo…


E tale tendenza al conservatorismo è assecondata da parecchi lettori: di conseguenza, gli editori, che devono far quadrare i conti, non danno spazio alla sperimentazione: così gli scrittori continuano a omologarsi a ciò che in teoria piace al pubblico, creando un circolo vizioso…


Per romperlo, in un discorso più ampio della semplice fantascienza, bisognerebbe recuperare il coraggio dell’avanguardia: lo scrittore non è il custode del Sistema, ma colui che guarda oltre l’orizzonte…


Ma questa rivolta, deve nascere per prima in noi stessi… Se non ricominciamo ad amare il Futuro, ad avere il coraggio dell’Utopia, saremo sempre schiavi del Presente


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Published on February 21, 2014 03:12

February 19, 2014

Nel bar di Li


Ogni alba scopre i deboli sipari


delle vite che recitano inganni


pensando vuote ai propri grigi affari


o naufragando nel caffè gli affanni


 


Barista dipinge solitudini


socchiudendo i neri occhi da orientale


oscuri e morti gorghi di acquitrini


dove il corallo prospera abissale.


 


Più di Hopper può la sua immaginazione


narrare vite infinite e lente storie


accennando parvenze d’abiezione


che finta redenzione sfuma e accoglie


 


Qualcuno paga il suo conto salato


rimpiange il sogno stanco di fuggire


dalle rovine di un lavoro odiato


la cupa percezione di morire



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Published on February 19, 2014 01:13

I Fantasmi di San Berillo


 


Sempre in occasione del focus sul Premio Solinas, questa sera all’Apollo 11, a via Bixio 80 sarà proiettato il documentario I Fantasmi di San Berillo di Edoardo Morabito

Fantasmi di ieri e di oggi popolano il vecchio quartiere di San Berillo, a Catania. 1958: mentre in Italia si chiudono i bordelli, San Berillo viene raso al suolo e i suoi abitanti deportati in periferia. Del quartiere rimane un pezzetto, dove si riversano migliaia di prostitute da tutta Italia, dando vita a uno dei quartieri a luci rosse più importanti del Mediterraneo. Fino a quando nel 2000 un blitz delle forze armate costringe ancora una volta gli abitanti del quartiere ad abbandonare le loro case.


«Sono entrato a San Berillo per seguire le “storie del sottosuolo” di quei personaggi di cui ci si innamora per la loro bellezza e il continuo attaccamento alla vita; per la loro sorprendente capacità di leggere l’umano e nello stesso tempo per la facilità con cui vengono tratti in inganno con le promesse più irreali; per il loro sperare nonostante tutto; per l’abilità di aprirti il cuore come dei bambini e poi essere crudeli come soltanto chi ha visitato l’abisso sa essere; e, ancora, per la facilità con cui alla fine riescono a ridere di tutto, della miseria ladra e di se stessi»


Edoardo Morabito


Regia e Montaggio: Edoardo Morabito – Soggetto: Edoardo Morabito, Irma Vecchio – Fotografia: Irma Vecchio – Suono: Riccardo Spagnol, Daniele Scialò – Interpreti: Donatella Finocchiaro (narratore) – Produzione: Lemur Films

Edoardo Morabito (Catania, Italia, 1979) si è trasferito a Roma nel 2003 per frequentare il corso di montaggio presso il Centro sperimentale. Ha poi lavorato come montatore di fiction e documentari, tra cui Io sono Tony Scott di Franco Maresco, presentato al Festival di Locarno nel 2010, e Andata e ritorno di Donatella Finocchiaro, selezionato alla Mostra di Venezia nel 2011.


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Published on February 19, 2014 00:41

February 18, 2014

Festa delle Lanterne


Venerdì scorso a Roma non si è festeggiato solo San Valentino: per per la comunità cinese dell’Esquilino c’ è stata la festa delle lanterne, con cui terminano il loro Capodanno.


Secondo la tradizione, le famiglie dovrebbero per le vie cittadine con in mano lanterne accese e colorate, mentre fuori dalle case si accenderebbero candele, per guidare gli spiriti beneauguranti alle abitazioni.


L’usanza sembra risalire al 180 a.C. e cade nel primo giorno di luna piena dell’anno.


In Cina, il tutto termina con rito del drago in fiamme, durante il quale viene dato fuoco alle enormi lanterne a forma di drago per simboleggiare il ritorno della creatura (rappresentante di fertilità e ordine) in cielo.


Speriamo che, alla faccia dei mugugnatori locali, di vedere presto le stesse cose anche a Piazza Vittorio


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Published on February 18, 2014 05:32

Giordano Bruno è Fagot ?


Giordano Bruno è Henry Fagot, la misteriosa spia di Elisabetta, colpevole di aver mandato al rogo e fatto squartare decine di cattolici e di aver portato all’esecuzione di Maria Stuart ?


La questione è assai controversa: di Fagot sappiamo che era italiano, che era un sacerdote, il che esclude l’ipotesi Giovanni Florio, che bazzicava ambasciatore francese a Londra Michel de Castelnau e quello spagnolo Mendoza.


Tutti indizi che si mappano bene al filosofo nolano: però manca una qualsiasi prova concreta. Le stesso note di spesa, emesse da Walsingham, sembrano essere sussidi a favore della sua attività di letterato e per evitare che polemizzasse con i circoli culturali di Oxford


Anche il processo a Bruno, ha parecchi lati ambigui: non è chiaro perchè Bruno sia voluto tornare in Italia e neppure le spiegazioni “spionistiche” convincono molto.


O Il perchè il 30 luglio 1592, dopo la sua abiura veneziana


Domando humilmente perdono al Signor Dio et alle Signorie Vostre illustrissime de tutti gli errori da me commessi; et son qui pronto per essequire quanto dalla loro prudentia sarà deliberato et si giudicarà espediente all’anima mia [...] et se dalla misericordia d’Iddio et delle Signorie Vostre illustrissime mi sarà concessa la vita, prometto far riforma notabile della mia vita, ché ricompenserò il scandalo che ho dato con altrettanta edificatione


La vicenda non si sia chiusa, ma Roma abbia chiesto l’estradizione, inizialmente respinta il 3 ottobre e poi approvata il 7 gennaio 1593, dopo l’invio del cardinale Santorio di un memoriale, purtroppo perduto.


O Il perchè Bruno non si sia appellato al tribunale dei conservatori, per prendere tempo o perchè dopo l’abiura del 10 settembre 1598, invece di far compiere al filosofo pubblica ammenda e spedirlo ai domiciliari, si prende tempo, sino a quando il 16 settembre, salta fuori un nuovo memoriale, anche questo scomparso nel nulla, che porta al condanna alla sua condanna al rogo


O perchè sia scomparso l’orginale della sentenza, ma rimanga solo una copia parziale, in cui spicca l’accenno all’Inghilterra.


O perchè, nonostante il silenzio delle spie inglesi presenti a Roma all’epoca, Essex prima dell’accusa di tradimento, aveva tra le carte un memoriale sul processo di Giordano Bruno.


Tanti punti oscuri, che però si scontrano con un dato di fatto: non c’è nessuna testimonianza, relativa al processo, in cui si accenni anche lontanamente alle accuse di spionaggio e tradimento…


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Published on February 18, 2014 01:08

February 17, 2014

Ventennale Poeti d’Azione


Il 20 febbraio, presso il Centro Culturale Elsa Morante di Roma, comincerà una settimana di celebrazioni dedicata al ventennale dei Poeti d’Azione, movimento d’avanguardia fondato da Alessandro D’Agostini che si è sempre posto l’obiettivo di riportare la Poesia al centro della Vita, restituendo agli artisti il ruolo di sentinelle dell’alba, coloro che guardano oltre l’Apparente, per preparare la via al futuro.


Il poeta non può essere avulso dalla società, ma ne costituisce gli anticorpi, contro l’infezione del Nulla e del Banale.


La manifestazione inizierà alle 18, con il vernissage della pittrice Germana Gismondi e dello scultore Gabriele Giardini. Seguirà la presentazione del nuovo disco di Giampaolo Bellucci, “Un grappolo di rose appese al sole”, con la prefazione del filosofo Manlio Sgalambro.


Sempre nel primo giorno della Manifestazione, alle ore 19, sarà proiettato il film-documento “Soffocamento”, al quale seguirà un dibattito con la partecipazione del pubblico presente in sala, coordinato da Alessandro D’Agostini e presieduto dallo scrittore Petrangelo Buttafuoco, dal poeta Elio Pecora, dal poeta Valentino Zeichen e dal Dott. Pierluigi Manieri, Direttore Artistico del Centro Culturale Elsa Morante


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Published on February 17, 2014 00:45

Architettura Dieselpunk


Pochi conoscono l’Acquario romano. Gli nuoce forse essere nascosto in un angolo dell’Esquilino, rione già di per sé dimenticato dall’amministrazione capitolina, che lo considera poco più di una discarica di problemi. Eppure, pochi luoghi a Roma possiedono lo stesso fascino: a cominciare dal giardino, in cui spiccano i resti delle mura serviane,  per passare alla sua grande sala aperta e luminosa, caratterizzata da un doppio ordine di colonne in ghisa e decorata da capolavori della pittura liberty, degno scenario di qualsiasi racconti steampunk.


Questo edificio, abbandonato per anni, è diventato sede della Casa dell’Architettura: cosa che gli ha giovato, rendendolo sede di interessanti mostre e convegni.


L’ultima che ho avuto il piacere di visitare è dedicata all’architetto Francisco Salamone, documentate in uno splendido bianco e nero dal fotografo Stefano Nicolini che rende in maniera magnifica il loro spirito visionario.


Francisco Salamone nacque a Catania nel 1897 ed emigrò in Argentina a quattro anni insieme alla sua famiglia. In soli quattro anni, tra il 1937 e il 1940, costruì in cemento armato decine di edifici pubblici – circa 70 – in molte cittadine della provincia di Buenos Aires, allora retta dal governatore conservatore Manuel Fresco, in uno stile che unisce il razionalismo italiano e Art Decò, creando scenari degni di Metropolis e che rende visivamente gli incubi e i sogni del dieselpunk, dall’illusione che la tecnologia sia la soluzione a ogni problema alla natura spersonalizzante dello Stato, leviatano che costringe l’individuo a perdersi in una massa anonima..


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Published on February 17, 2014 00:23

February 14, 2014

Horti Lamiani II


Per riprendere il discorso sugli Horti Lamiani pressi del Krisna 13 fu rinvenuto nel 1874 un gruppo di capitelli di lesena, probabilmente pertinenti alla decorazione architettonica di uno degli ambienti descritti da Lanciani; la lavorazione è raffinatissima, una lastra di marmo rosso antico (marmo del Tenaro) accoglie una decorazione ad intarsio di pietre dai colori contrastanti. Un lusso stupefacente degno di un imperatore “eccessivo” come Caligola.


Nel dicembre dello stesso anno durante i lavori di realizzazione del sistema fognario di via Foscolo, il terreno cedette, all’altezza di dove oggi c’è la vetreria, e diede accesso ad una camera sotterranea piena di statue. La prima a comparire fu una testa di Bacco semi colossale, coronata di edera e corimbi; poco a poco lo scavo fu allargato e vennero alla luce altre sculture: il corpo semidisteso del Bacco, di cui era stata in precedenza trovata la testa; i busti di due Tritoni, sui capelli dei quali erano conservate tracce di doratura; il magnifico busto di Commodo e le varie parti della complessa allegoria che costituisce la sua base. Sempre nello stesso ambiente furono rinvenute anche due statue di Muse e la statua di Venere che si prepara ad entrare nel bagno allacciandosi un nastro intorno ai capelli e infine molti pezzi di altre sculture: braccia, gambe, mani e teste.


Secondo Lanciani queste sculture


« dovevano essere cadute per la rottura delle volte del piano superiore che era il piano nobile dell’edifizio e trovavasi al livello del suolo antico »


In realtà la concentrazione in un unico vano di un gruppo di opere di natura e datazione assai diverse, piuttosto che alla decorazione di un unico ambiente, fa pensare ad un deposito in occasione di una ristrutturazione dell’edificio, ai tempi di Alessandro Severo o per proteggerle da un pericolo imminente, durante i saccheggi del V secolo


Nel 1874 alcuni scavi compiuti in via Ariosto avevano anche portato in luce un piccolo impianto termale databile attraverso i bolli di mattone agli ultimi decenni del III secolo Nel momento in cui fu deciso l’abbattimento di tale edificio, gli archeologi si trovarono davanti una moltitudine di frammenti di sculture con i quali fu possibile addirittura ricomporre una raffinatissima tazza di fontana di età tardo repubblicana decorata con elementi vegetali inseriti all’interno di un disegno creato da tralci d’acanto. Dai muri delle terme riapparvero altri frammenti di sculture e un’iscrizione che in origine doveva appartenere alla base di una statua con la firma di un artista di Afrodisia. Le sculture conservavano tutte tracce di colore e di doratura.


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Published on February 14, 2014 01:39

Consigli per San Valentino

casamatta


Oggi è San Valentino: se siete fidanzati o single e abitate nella zona di Massa o dintorni, c’è un modo alternativo per trascorre la serata. Invece di essere banali, di andare al ristorante, o in qualche smielato concertino, vi consiglio di passare al CasaMatta, in via Alberica, 62, dove si inaugura la personale di Dorian Rex, ammirando opere di profonda inquietudine, che, specie a noi maschietti, fanno riflettere sul mistero della femminilità.


Se poi, invece di regalare alla vostra metà un mazzo di fiori o una scatola di cioccolatini, la volete stupire con un’opera di Dorian, ancora meglio… Perché Amore è stupire, diffondendo bellezza


P.S. se siete a Roma, invece, stasera fate una scappata al Mangiaparole, in via Manlio Capitolino… Ci sarà un aperitivo speciale per gli innamorati, accompagnato da musica e dalla performance di Alessia Luongo


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Published on February 14, 2014 01:12

February 13, 2014

Concerto Grosso

caravaggio-concerto


 


Qualche goccia svogliata

ignara di modelli e integrali

cade sul traffico romano

schiavo di enigmi e ingorghi

che nessuno attrattore strano

può mai interpretare.


Rimbalza sui vetri e lamiere

con il ritmo

di un batterista alle prime armi

perdendosi nel gorgo

di sistemi non lineari.


La luce del lampo è un ostinato assolo

perso tra i riflessi di semafori

sbrecciati e deliri

di biscrome impazzite


Il riff dei motori prova a spiccare

spacciandosi per l’improvvisazione virtuosa

di un solista imbarazzato.


Nessuno lo nota, fuggendo

tra pensiline scrostate e il proprio vuoto.


Nel bar osservo la parodia del silenzio

inseguendo la mia voce e un verso.


 


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Published on February 13, 2014 00:54

Alessio Brugnoli's Blog

Alessio Brugnoli
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