Alessio Brugnoli's Blog, page 264
March 20, 2014
Verdone all’Esquilino
Stasera all’Apollo 11, sempre di lato al Galilei, sarà proiettato il documentario
Carlo ! Carlo racconta Verdone
di Gianfranco Giagni e Fabio Ferzetti, in cui si racconta Il cinema di Carlo Verdone visto da dentro.
Gli attori, le attrici, i collaboratori, gli amici, la famiglia, le strade e le voci di Roma, il gioco infinito di riflessi da cui nascono personaggi, caratteri, storie. Ma anche la tecnica, la capacità di osservazione, l’uso del corpo e della voce, la nascita e la psicologia dei personaggi maschili, il rapporto complicato con quelli femminili. E poi i film e gli attori di riferimento, il rapporto con il pubblico, la casa in cui è cresciuto, l’importanza della figura paterna, gli studi al Centro Sperimentale, una formazione che abbraccia l’underground e lo Sceicco bianco, Sergio Leone e Pietro Germi, Alberto Sordi e Jack Lemmon.
Il tutto ripercorso nei luoghi più tipici del cinema di Verdone, Ostia, Ponte Sisto, gli studios di Cinecittà, il set di Posti in piedi in Paradiso. In un viaggio contrappuntato da foto e filmati inediti oltre che dalle testimonianze di collaboratori, amici, familiari.
E udite udite, alla proiezione ci sarà anche Verdone che introdurrà il film
March 19, 2014
Sperimentare nella fantascienza
Per arricchire il dibattito su Fantascienza e Sperimentazione, do visibilità all’intervento del buon Sandro Battisti
Dissento: perché non osare sperimentalismi estremi, nella sf? del resto, parliamo di un genere che è avanguardia pura, per la sua stessa essenza. personalmente amo sperimentare a prescindere dalla storia, che è in ultima analisi un fattore banale; sperimentare, quindi, con la potenza delle parole, come se fosse un mantra o un sabba, evocando immagini oltre la normalità. e se questo non lo fa la sf, chi lo fa?
a cui risponde il caro Pier Luigi Manieri
Oddio, mantra e sabba mi sembrano, questi sì, accostamenti estremi. La letteratura non è un gioco, è un esercizio. La sperimentazione è ammessa e ci mancherebbe. Ogni volta che si crea una nuova parola si sta sperimentando.Ogni immagine che prima non c’era è sperimentazione. Ma slegare le due cose è un esercizio sterile. Dante, che senza offesa verso ognuno, ha realmente inventato, lo ha fatto in funzione dal contenuto, tant’è che la Divina Commedia è differente per stile dalla Vita Nova. Dissento al dissenso: sostenere che la storia sia un fattore banale equivale a negare il senso stesso della narrazione.
Dal mio punto di vista, sono d’accordissimo sulla necessità di innovare: la questione è che abbiamo due vincoli precisi.
Il primo, è nella natura “commerciale” della narrativa fantastica: nella lontanissima ipotesi che ne fossi capace, potrei scrivere un Finnegans Wake fantascientifico, però sospetto che l’editore mi aspetti sotto casa per prendermi a bastonate.
La sperimentazione non deve inficiare la leggibilità complessiva del racconto: la fantascienza è letteratura di idee, ma queste risultano inutili se non vengono recepite dal destinatario
Il secondo, è nel limite stesso della letteratura: se nella pittura posso trascendere il vincolo della figurazione con l’astratto e nella musica, finite le scale tonali, posso inventarmi la dodecafonia, alla fine i moduli narrativi rimangono quelli che sono.
Scrivere e sperimentare è proiettare se stessi nelle sequenze di Propp e negli archetipi universali, farli propri, ricombinarli per mostrare le diverse reealtà sotto diversi occhi al lettore, facendogli recuperare il senso of wonder, forse ciò che manca di più nella fantascienza italiana contemporanea
Doppia morale
Premesso che amo i Rolling Stones e che non ho nessuna adorazione feticista per le rovine, ritengo che con rispetto e accortezza possano essere tranquillamente impiegate per eventi culturali, sono molto sorpreso però per l’ipocrisia di un certo mondo artistico e intellettuale… Vi ricordate la questione Visalli ?
Sono stati tutti pronti a crocifiggerlo e lapidarlo, per una la sua performance che, al di là la sua denuncia contro un sistema “culturale” marcio e contro una politica cittadina disattenta al Bello, non ha danneggiato nessuno.
Ora, invece, sono tutti pronti ad applaudire per il concerto di Mick Jagger a Circo Massimo, dimenticandosi i rischi che potrebbero correre i resti archeologici
March 18, 2014
Fantascienza e sperimentazione
Sul gruppo FB di Edizioni Scudo, è cominciata un’interessante discussione, partita da un articoli in cui si sosteneva come lo scrittore debba stordire il lettore…
Luca Oleastri così chiosava:
“Dopo averlo scorso, ho riflettuto sul fatto che per quello che riguarda gli scrittori italiani di qualsiasi genere, ed in particolare di genere “fantastico”, secondo me, vi sono ben altre questioni più importanti da sottolineare e che vengono prima di mettersi il problema di “stordire il lettore” o meno.
A mio parere la più rilevante è il fatto che tutti si concentrano sulla trama e l’intreccio e nessuno si concentra sullo stile, mentre invece alla fin fine è proprio quello che inconsciamente attrae o repelle il lettore e che differenzia Stephen King o Gabriele D’Annunzio (a prescindere se vi piacciano o meno) da un Fabio Volo qualsiasi
Il risultato è che le storie che vengono fuori dai vari scrittori (non professionisti) possono esse belle, medie o brutte, a seconda dell’autore, mentre mediamente lo stile della scrittura, più o meno padroneggiato dagli scrittori, è sempre o quasi sempre al minimo sindacale (generalmente piatto e di default) per narrare una storia di qualsiasi genere.”
Uno stile uguale per tutti, senza infamia e senza lode e con nessuna personalità, e mai con una ricerca o una sperimentazione nella scrittura, come se fosse già molto essere riusciti a scrivere.
Parole sante, che mi hanno fatto riflettere: nella fantascienza, cosa si può intendere come ricerca stilistica ?
Lavorare sulla trama, come sottolineare Luca è fine a se stesso: alla fine ha ragione lo strutturalismo… I moduli narrativi sono quelli che sono e da quando l’Uomo ha cominciato a raccontare storie, sono stati combinati in tutte le maniere possibili e immaginabili.
Personaggi e ambientazioni, beh quelli dipendo dalla fantasia di chi scrive: purtroppo, comincio a pensare che in Italia si stai andando in una sorta di omologazione, in maniera analoga a quanto accaduto per la Commedia dell’Arte
Rimangono lingua, montaggio e punto di vista, sulla lingua, si può fare ben poco. La fantascienza è letteratura popolare e deve essere leggibile all’Uomo comune: quindi imitare Joyce o Marinetti, a meno di essere dei geni, pare difficile. Già per il fatto di avere usato il dialetto in brani de Il Canto Oscuro, mi ha fatto ricevere diverse critiche.
Per il montaggio e il punto di vista, do ragione a Luca, alla faccia dei talebani del Pov
Per “sperimentalismo” io intendo qualcosa di più “light” magari lo smontare e il rimontare differentemente il proprio scritto una volta finito, oppure scrivere tutto in terza persona… insomma uscire dalla propria solita “mappa” e ripensare alla propria scrittura anche in maniera “out of the box”.
Alla fine, si possono e si devono rimettere in discussione le coordinate spaziali e temporali del proprio racconto, per spiazzare il lettore e scardinare le sue certezze, magari utilizzando più voci narranti, per rappresentare la complessità del reale
Onde gravitazionali
Molti degli amanti di Big Bang Theory ricordano la puntata Monopolar Expedition, in cui Sheldon, Leonard, Howard e Raj vanno nell’Artico, per un esperimento sui monopoli magnetici.
Dopo mesi, in cui Sheldon fa quasi impazzire i suoi amici, al punto che cominciano a ipotizzare vari modi per ucciderlo, Howard e Raj modificano i dati dei suoi esperimenti, per fargli tornare il suo “ehm” buonumore.
Ecco la prima cosa che mi è venuta in mente, ascoltando la notizia sulle osservazioni del BICEP 2 (Background Imaging of Cosmic Extragalactic Polarization), installato fra i ghiacci antartici presso la Amundsen–Scott South Pole Station, posto secondo me alquanto sfigato.
Nell’ipotesi che però non sia un modo per tener buono lo Sheldon di turno, i dati forniti ieri, la misurazione dell’impronta lasciata dalle onde gravitazionali sulla radiazione cosmica di fondo, o CMB, la “prima luce” dell’universo, formatasi quando, circa 380.000 anni dopo il big bang, il caldissimo e denso plasma che lo costituiva si raffreddò abbastanza da permette la formazione degli atomi di idrogeno, liberando un’immensa quantità di fotoni, è una scoperta epocale.
Di fatto, prende due piccioni con un fava: da una parte, è una seconda prova indiretta dell’esistenza delle onde gravitazionali pari come importanza a quella connessa all’osservazione del segnale dalla pulsar binaria, che è valsa a Taylor e Hulse il premio Nobel per la fisica del 1993.
Dall’altra, è la prima prova concreta che l’inflazione cosmica si sia effettivamente verificata… Il che ci rende più confidenti sulla nostra capacità di modellizzare l’Universo
March 14, 2014
Piazza Vittorio ai tempi dei romani
Per farsi un idea come fosse Piazza Vttorio ai tempi dei Romani, un plastico, purtroppo non aggiornato sulle ultime ipotesi archeologiche, in cui il parco degli Horti Lamiani si confonde con i giardini di Maia ( Horti Lamiani et Maiani ) con il relativo sacello
Un lunghissimo portico, che correva al fianco di via Merulana e che delimitava gli Horti Lamiani ed una piscina semi-circolare completano il panorama dell’area
A sinistra dell’immagine, una parte dei giardini di Mecenate (Horti Maecenatis), di cui si parlerà nei prossimi giorni e dei giardini di Frontone anche se si sospetta che la domus del console e precettore di Marco-Aurelio fosse distante dai giardini.
Stato dell’arte….
Da quando seguo la fantascienza italiana, sento sempre lamentele sul suo stato di perenne crisi: forse, in termini di lettori, è vero, anche se, per me, tutto deve essere inquadrato nella condizione generale della nostrra povera editoria.
Però, se dovessi parlare di scrittori e di nuove iniziative, sembra il contrario. Oltre alla nascita di Zona 42, la Deleyva, specializzata in architettura, ha inaugurato con
La casa di Bernardo di James Patrick Kelly, racconto sulla domotica e sulle paturnie di una casa senziente, la sua linea narrativa.
La Kipple, con Malanina – Storie di lame e presenze, ha rilanciato il suo ruolo di casa editrice sperimentale e provocatoria…
Insomma, secondo me lo stato dell’arte non è male…
March 13, 2014
Desolation Road
Una delle cose che mi lasciò più perplesso, ai tempi del mio esordio, è stata la scelta della copertina de Il Canto Oscuro: la povera Elena Cermaria, che all’epoca evitò di strozzarmi, e per questo le sono sempre grato, presentò tre diversi bozzetti, prima di ottenere l’approvazione dell’editore.
Con il senno di poi, devo dare ragione alla Kipple: la copertina è il biglietto da visita del romanzo, ciò che colpisce l’occhio e che stimola la fantasia e la curiosità del lettore: se fa schifo, chi vorrebbe comprare il libro si volta da un’altra parte.
Tale discorso mi è tornato in mente in occasione della notizia che la nuova casa editrice di Fantascienza Zona 42 (a cui auguro lunga vita e prosperità) esordirà con Desolation Road, il primo romanzo di Ian McDonald (1988).
Il che è una gran cosa: ciò che non mi convince è la copertina che trovo anonima: se non conoscessi il contesto, avrei pensato a tutt’altro tipo di romanzo, qualche grigia storia da bassa padana.
Detto questo, non fatevi ingannare dall’apparenza: Desolation Road merita di essere letto e guai se ve lo fate sfuggire !
Ritratto del figlio vestito alla turchesca
Nella città precipita il silenzio
e non sentono i carri bestemmiare
le strade dipinte di ghiaccio e fango
Le sogno incatenate nella luce
fredda e eterna che cancella nere ombre
liberando gli spazi dagli affanni
Dipingerò la felina merlettaia
che si gode il sole nella stradina
dove abita la mia lattaia impicciona
pronta a inventarsi epifanie di amanti.
Mi somiglia dando forma a sublimi
inganni e vite possibili e ignote
Giù nell’osteria la suocera smette
di imprecare con quell’ultimo ubriaco
saziandosi la sua aspra fame d’oro
I tanti debiti l’affosseranno
e sprecherà le mie cose lo sento
di me non rimarrà traccia e memoria
Mi trema il pennello e si secca l’olio
se troppo ascolto il suono di pensieri
Mio figlio travestito alla turchesca
sbadiglia e incerto non rimane fermo
rendendo il tutto più lento e complesso
Tra poco la mamma verrà a portarlo
a letto, per navigare nel sonno
Se mai finirò il suo acuto ritratto
che ne penserà chi lo terrà in mano
quando saremo polvere e miseria ?
Il suo volto sarà qualcosa d’altro
e non saranno che flebili voci
soffi di vento, ignare opinioni
che il sogno muore dietro al sognatore
March 12, 2014
Chi vivrà vedrà…
Premesso che sono anni che non uso Anobii, ma più per mia pigrizia che per altro e che quindi non posso parlare per esperienza diretta dei problemi di cui si lamentano tanti miei amici, ai miei tempi funzionava dignitosamente, non sono particolarmente sconvolto dal suo acquisto da parte di Mondadori, che di fatto, sembra essere una sorta di accanimento terapeutico.
Anobii ha appena un milione di utenti, di cui un terzo in Italia: che la casa di Segrate la utilizzi come negozio virtuale o come banca dati per capire i gusti dei potenziali clienti, il problema è che se non ci investe soldi nello sviluppo del sito,rischia di trovarsi con uno scatolone vuoto…. E in periodi in cui l’editoria piange miseria…..
Tra l’altro mi ha fatto sorridere una battuta di un mio amico scrittore radical chic.
Anobii è di Berlusconi. Me ne scappo su Goodreads.
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