Andrea Indini's Blog, page 97

April 15, 2019

Europee, gli infiltrati in Italia per favorire la politica di Parigi

Nelle sue liste il Pd di Zingaretti ospita candidati legati a Macron e Juncker. Due politici che in questi anni non hanno mai fatto il bene dell'Italia






Partito democratico (Pd)




Andrea Indini







Elezioni Europee 2019 focus


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per favorire la politica di Parigi


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Nicola Zingaretti
Emmanuel Macron
Jean-Claude Juncker
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Published on April 15, 2019 01:21

La Trenta vuole riaprire i porti: "Dalla Libia rifugiati e non migranti"

Andrea Indini




In Libia continuano gli scontri. Ci sarebbero 6mila immigrati pronti a partire. E il ministro della Difesa: "Il futuro non è gestibile con la chiusura dei porti"


C'è una fronda, all'interno dell'esecutivo, che vuole contrastare la linea dura dettata da Matteo Salvini per contrastare l'immigrazione clandestina. Contro la chiusura dei porti italiani alle navi delle Ong si sono, infatti, schierati sia il vicepremier grillino Luigi Di Maio sia il ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Un attacco incrociato alle misure volute dal numero uno della Lega che hanno portato all'azzeramento degli sbarchi sulle coste italiane.


"Sono appena tornata da un ultimo viaggio nel Corno d'Africa, ero stata poco tempo prima in Niger: in questi Paesi abbiamo dei tassi di crescita demografica incredibili, il raddoppio della popolazione entro il 2030. Come pensiamo di poter gestire questo futuro con la chiusura dei porti? È impossibile, bisogna lavorare su una soluzione alternativa". Le dichiarazioni rilasciate dalla Trenta ai microfondi di Circo Massimo su Radio Capital il ministro della Difesa Elisabetta Trenta ricalcano l'attacco lanciato da Di Maio dalle colonne del Corriere della Sera. Entrambi considerano, infatti, la chiusura dei porti una misura eccezionale che non può essere protratta in eterno. "Non sono quella che dice 'apriamo a tutti', assolutamente no - spiega il ministro della Difesa - però ragioniamo sul futuro perché prima o poi questo futuro ci sfugge di mano".


La presa di posizione della Trenta arriva in un momento delicato per l'Italia. In Libia, come scriveva tempo fa Gli Occhi della Guerra, sono presenti 800mila immigrati pronti a partire per raggiungere il nostro Paese. In queste ore, stando a un retroscena pubblicato ieri dal Corriere della Sera, gli 007 italiani avrebbero consegnato al premier Giuseppe Conte un dossier che ipotizza una prima ondata di 6mila stranieri. Alcuni trafficanti senza scrupoli si starebbero già attrezzando per metterli in mare. Il pericolo è stato confermato anche dal direttore dell'Aise, Luciano Carta, nella sua audizione al Copasir e riguarda gli immigrati rinchiusi nei centri di detenzione o in quelli per i profughi. Anche per il ministro della Difesa "il pericolo che possano aumentare gli sbarchi è assoluto", ma auspica ancora che si possa trovare "una soluzione europea" per risolvere l'emergenza.


Tra Salvini e la Trenta le differenze sono abissali. E non solo sulla chiusura dei porti. Anche in tema di accoglienza i due non sono esattamente sulla stessa lunghezza d'onda. "Se si dovesse arrivare alla guerra, non avremmo migranti ma rifugiati - commenta il ministro della Difesa su Radio Capital - e i rifugiati devono essere accolti". Anche sulla guerra in Libia non sono mancati i mal di pancia dei leghisti che la accusano di non fare abbastanza. "In queste occasioni la diplomazia, che è sempre necessaria, deve essere portata ai massimi livelli - replica indirettamente lei - non è utile utilizzare queste occasioni per fare politica, ma bisogna lavorare tutti nella stessa direzione". Da tempo, però, c'è chi strappa per ottenere più spazio. Tanto che, anche sulla drammatica esecuzione del carabiniere a Foggia, la Trenta non manca di tirare stoccate: "Bisogna che qualcuno si concentri molto di più sulla sicurezza del Paese...".





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immigrazione
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Elisabetta Trenta
Matteo Salvini
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Published on April 15, 2019 00:54

April 12, 2019

Ecco i bilanci della ong dei centri sociali: quello che Mediterranea non dice

Andrea Indini




La ong: "Non ci paga George Soros". E pubblica i bilanci. Ma sorvola sui nomi dei 5mila donatori che hanno versato più di 500mila euro


Non è tanto quello che dice, quanto piuttosto quello che no dice. Perché i bilanci pubblicato online da Mediterranea Saving Humans, la ong aperta da Luca Casarini e altri esponenti dei centri sociali e dell'associazionismo rosso per mettere in mare la nave Mare Jonio, svelano sì i soldi che fino a oggi gli sono arrivati nel portafogli, ma non pubblicano alcun nome se non quelli che già si conoscevano. "Non ci paga George Soros", scrivono su Twitter facendo il verso alla destra ma guardandosi bene dal dirci tutta la verità sui bilanci della ong (leggi qui).


Il progetto "Mediterranea Saving Humans" nasce nell'estate del 2018, quando Casarini inizia a radunare attorno a sé alcuni esponenti dei centri sociali veneti. Le piazze sono già piene di teste calde che protestano contro Matteo Salvini e la linea dura del governo per contrastare l'immigrazione clandestina. E l'ex disobbediente del G8 di Genova convoglia questo odio in una ong che punti a contrastre il Viminale laddove sta combattendo la sua battaglia più importante: nel Mediterraneo. Da qui l'idea di mettere in mare una nave per andare a recuperare gli immigrati clandestini fin davanti alle coste libiche. E così, come scrivevamo giorni fa, Casarini costituisce la società armatrice, la Idra Srl, e fa rete con i più intranigenti fan dell'accoglienza. Al suo appello rispondono l'Arci, le ong Ya Basta Bologna, Sea Watch e Open Arms, il centro sociale Esc di Roma e l'associazione "Baobab Experience". I contatti politici con le Giunte di Palermo, Napoli e Milano e con i parlamentari di Sinistra italiana fanno, invece, arrivare i primi soldi. È Banca Etica ad aprir loro una linea di credito da 465mila euro. Ma questo primo prestito non è abbastanza: nel primo anno scarso la ong ha, infatti, "bruciato" la bellezza di 1.225.333 euro e 20 centesimi. Come li hanno coperti?


Chi ci paga? Quanto costano le missioni? Ecco i bilanci di Mediterranea #SavingHumans. Raccontano una cosa, anzi due.


• Non ci paga Soros
• Abbiamo bisogno di tutto il vostro sostegno per continuare a navigare,
per continuare a salvare vite. https://t.co/8AOAdmZhhf


— Mediterranea Saving Humans (@RescueMed) 12 aprile 2019


Sul proprio sito la Mediterranea Saving Humans parla di "trasparenza". E così siamo andati a spulciare tutti i numeri che hanno pubblicato. I conti tornano. Ma non si va aldilà dei numeri. "Lo sviluppo del progetto - si legge - non sarebbe stato perciò possibile senza il sostegno iniziale delle organizzazioni della società civile italiana e delle singole persone che hanno creduto nell'operazione con contributi a fondo perduto per 98.115 euro e prestiti solidali infruttiferi per 115mila euro, raccolti tra il luglio e l’agosto 2018". A questi, come detti, vanno ad aggiungersi i 465mila euro di Banca Etica che per Casarini & Co. "supporta anche le attività di crowdfunding" e "svolge attività di tutoraggio per gli aspetti economici dell'intera operazione".


Al prestito di Banca Etica, che ha creato non pochi malumori tra i correntisti, bisogna aggiungere gli oltre cinquemila donatori che dal 4 ottobre 2018 hanno versato alla Ong 518.533 euro attraverso "i diversi canali di crowdfunding". Con 25 euro sostensono mezzo miglio di navigazione, con 100 arrivano fino a due miglia. "Deve essere considerato - fanno notare - che numerose tra queste donazioni arrivano da soggetti collettivi (associazioni, parrocchie, centri sociali etc.), che le hanno raccolte in occasione di iniziative pubbliche con centinaia di persone partecipanti". Qui, però, l'elenco è più fumoso. Perché, se è vero che su un'altra pagina viene indicato chi sostiene il progetto (leggi qui), da nessuna parte si dice se questi sostenitori sono solo morali e, se hanno versato anche un contributo economico, non viene detto quanto hanno donato.





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ong
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Luca Casarini
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Published on April 12, 2019 04:08

April 6, 2019

Le legittime ragioni dei residenti e l’arroganza di chi li chiama fascisti

Hook: Cosa c'è dietro le proteste di Torre Maura

Le proteste di Torre Maura mettono a nudo il fallimento di chi, come la Raggi, scarica tutti i problemi sulle periferie. E parlare di "razzismo" significa non comprendere la situazione






rom
Torre Maura
accoglienza
campo nomadi




Andrea Indini




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Published on April 06, 2019 10:22

April 4, 2019

Il verbale che blocca Sea Eye: perché non può entrare in acque italiane

Andrea Indini




Il verbale inviato all'ambasciata tedescaLa direttiva del Viminale con le linee operative

Nonostante il divieto del Viminale, la Sea Eye punta su Lampedusa. Il governo italiano in pressing su Berlino: ecco il verbale per fermare l'Ong


Dal ministero degli Affari esteri è stato inviato all'ambasciata tedesca il verbale per bloccare la nave "Alan Kurdi" della Ong tedesca Sea Eye che in queste ore sta facendo rotta verso l'isola di Lampedusa dopo che ieri aveva soccorso al largo della Libia 64 immigrati che si trovavano a bordo di un gommone. "Un tentativo di ingresso nelle acque territoriali italiane - si legge nel documento - costituirebbe dunque una minaccia al buon ordine e alla sicurezza dello Stato". Ed è proprio facendo riferimento all'articolo 19 della convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare che Matteo Salvini ha ribadito il "no" all'ingresso in Italia della nave della Ong tedesca (guarda il video).


"Altre vite messe a rischio da una Ong straniera, partita da acque libiche in direzione Italia". Anche questa volta Salvini è pronto a non cedere di un millimetro. Li aveva già avvertiti ieri che in Italia avrebbero trovato solo porti chiusi e oggi, quando l'imbarcazione ha puntato verso Lampedusa, ha bloccato l'ingresso in acque territoriali italiane. "Il nostro governo - ha spiegato - ha scritto al governo tedesco perchè si faccia carico del problema e dal Viminale abbiamo diffidato la nave dall'entrare nelle acque italiane". Il verbale è stato redatto dal ministero degli Affari esteri e inviato all'ambasciata tedesca. "Le autorità italiane - si legge - non hanno in alcun momento assunto il coordinamento delle operazioni di soccorso che sono avvenute ben al di fuori della zona Sar di responsabilità italiana". Solo alle 15:30 di oggi è, infatti, arrivata la richiesta di place of safety. "Sono tutti al sicuro sulla nostra nave", aveva twittato ieri l'organizzazione umanitaria dopo il soccorso. "Ora Italia e Malta assegnino loro un porto sicuro di sbarco", aveva anche chiesto Mediterranea Saving Human, il progetto italiano di soccorso promosso dai centri sociali capitanati da Luca Casarini. E, nonostante il netto diniego di Salvini ("Chiede un porto sicuro? Bene, vada ad Amburgo"), hanno cercato lo scontro obbligando un intervento immediato del Viminale (leggi il verbale).


La "Alan Kurdi", secondo quanto appreso dall'agenzia Adnkronos, si trova a circa 36 miglia da Lampedusa. "Le modalità delle operazioni sin qui condotte - si legge ancora nel verbale - nonché la rotta successivamente intrapresa dalla nave risultano quantomeno dubbie dal punto di vista del rispetto delle norme europee ed italiane in materia di sicurezza e di controllo delle frontiere in contrasto all'immigrazione illegale". Per questo un qualsiasi "tentativo di ingresso nelle acque territoriali italiane costituirebbe una minaccia" alla sicurezza dello Stato. Contestualmente Salvini ha diramato ai massimi esponenti delle forze dell'ordine e della Difesa una direttiva per fornire "le linee operative per il coordinamento unificato dei controlli sulla frontiera marittima" dal momento che "un eventuale transito nell'area marittima di competenza italiana" verrebbe considerato un "passaggio non inoffensivo" (leggi la direttiva).


[[video 1674436]]


Salvini sta seguendo l'evoluzione dei fatti da Parigi, dove è in corso il G7 dei ministri dell'Interno. A chi gli chiede un commento taglia corto spiegando che si tratta di "un problema tedesco". E proprio da Berlino sta, infatti, aspettando una risposta per risolvere l'impasse. "Per noi la nave non entra in acque e porti italiani - commenta il leader leghista - ad Amburgo c'è un porto accogliente...".





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immigrazione
ong
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Matteo Salvini
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Published on April 04, 2019 10:21

April 1, 2019

La campagna elettorale di Fabio Fazio

A Che tempo che fa la campagna elettorale contro i partiti sovranisti. E Fazio non manca di attaccare (sempre) l'Italia


Andrea Indini




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Fabio Fazio
Emmanuel Macron
Jean-Claude Juncker
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Published on April 01, 2019 00:35

March 30, 2019

L’eterna frattura tra il popolo ​e l’élite che vuole indottrinarci

Andrea Indini




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e l’élite che vuole indottrinarci
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Published on March 30, 2019 23:47

March 28, 2019

La legittima difesa ora è legge. ​Salvini: "Bellissimo giorno per gli italiani"

Andrea Indini








Ecco cosa cambia adesso con la riforma



I magistrati sono già sul piede di guerra



Soddisfatti Zancan e Birolo, vittime di rapina



La polizia: "Non temiamo alcun effetto far west"video
Salvini fa festa con la t-shirtvideo
Approvata con 201 voti a favore

Il Senato approva in via definitiva il disegno sulla legittima difesa. La Lega festeggia: "Finalmente è legittima davvero". L'Anm sulle barricate: "Meno garanzie per tutti"


Da oggi la legittima difesa sarà sempre presunta. Con 201 voti a favore, 38 contro e sei astenuti (video) il Senato ha, infatti, approvato la riforma che, modificando il comma due dell'articolo 52 del codice penale, allarga le maglie per poter usare "un'arma legittimamente detenuta o altro mezzo idoneo" per la difesa della "propria o altrui incolumità" o dei "beni propri o altrui". In questo modo non saremo più costretti ad assistere a persecuzioni giudiziarie che troppe volte hanno trasformato le vittime in carnefici. "Un bellissimo giorno per gli italiani in cui viene sancito il sacrosanto diritto alla legittima difesa", esulta Matteo Salvini (video) che in campagna elettorale aveva fatto di questa norma uno dei propri cavalli di battaglia.


Con il via libera del Senato, è stato reso meno vincolante il principio di proporzionalità tra offesa e difesa. E, pur non venendo meno le indagini e l'obbligo di dimostrare che la difesa è stata appunto legittima, viene drasticamente ristretta la discrezionalità del giudice. "Finalmente la difesa è legittima davvero", esulta il ministro Giulia Bongiorno sottolineando come la nuova legge cancelli una volta per tutte gli "ingiusti calvari giudiziari" a cui una certa magistratura sottopone le vittime di furti e rapine. Ed sono proprio l'Anm e i penalisti i prima ad alzare le barricate contro la riforma lamentando "pericolosi automatismi" e, soprattutto, la restrizione degli "spazi di valutazione dei magistrati". "Tutto ciò - chiosa il sindacato delle toghe - significa che tutti saranno meno garantiti". In realtà è vero l'esatto contrario. "Non si distribuiscono armi, non si legittima il Far West ma si sta coi cittadini per bene - fa notare Salvini - da oggi i delinquenti sanno che fare i rapinatori in Italia è più difficile: è un mestiere ancora più pericoloso".


[[video 1670377]]


La nuova legge riconosce "sempre" la sussistenza della proporzionalità tra offesa e difesa. Affinché scatti la legittima difesa non è, dunque, necessario che il ladro abbia un'arma in mano ma è sufficiente la sola minaccia di utilizzarla e non è necessario che la minaccia sia espressamente rivolta alla persona. Con il nuovo testo viene, infatti, esclusa anche la punibilità di chi si è difeso in "stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto". "Sono almeno 15 anni che stavamo lavorando a questa battaglia, non per la Lega ma per gli italiani", ha commentato Salvini mostrando, durante la conferenza stampa, la storica maglietta "la difesa è sempre legittima" (video). Una vittoria che, però, non porta solo la firma della Lega, ma di tutto il centrodestra unito. Perché è da Forza Italia e Fratelli d'Italia che sono arrivati compatti i voti a sostegno del disegno di legge. All'interno della maggioranza, invece, non sono mancati (nemmeno a questo giro) i mal di pancia dei soliti grillini "ribelli". Certo, ci sono nove senatori pentastellati che erano assenti "giustificati". Poi, però, ce ne sono altri sei che mancano all'appello. Tra questi spiccano Elena Fattori, Paola Nugnes e Virginia La Mura. I tre, soltanto una settimana fa, avevao votato in dissenso rispetto alla linea pentastellata, chiedendo l'autorizzazione a procedere per Salvini sul caso Diciotti. "Chi c'è, chi non c'è, chi sorride di più o di meno, mi interessa molto poco - ha tagliato corto Salvini - io bado ai risultati: e questo è un ennesimo risultato che il governo dopo solo nove mesi di vita porta a casa e regala agli italiani".


[[video 1670439]]





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Published on March 28, 2019 07:47

March 27, 2019

Ecco il documento segreto Ue che rende il Global Compact obbligatorio

Andrea Indini




La Commissione Ue vuole rendere obbligatoria la risoluzione che garantisce a tutti gli stranieri il "diritto a migrare": ecco il documento


Fino a qualche giorno era solo un'indiscrezione. Adesso c'è anche la prova. La Commissione europea vuole rendere obbligatorio il Global Migration Compact anche per gli Stati membri che si sono dichiarati contrari. I primi a lanciare l'allarme sono stati i ministri degli Esteri di Austria e Ungheria. Ora, però, il sito di informazione La Voce del Patriota ha svelato i contenuti del documento che Bruxelles avrebbe voluto tenere segreto fino all'ultimo.


"I burocrati pro-invasione - tuona Giorgia Meloni - hanno subdolamente predisposto un documento che rende vincolante il Patto Onu che vuole dichiarare l'immigrazione un diritto fondamentale dell'essere umano". Speravamo di non dover più sentir parlare dell'accordo non vincolante dell'Onu, che punta ad abbattere tutti i confini sancendo il "diritto a migrare", eppure ecco che ci ritroviamo a doverci preoccupare nuovamente del Global Compact. Già nei giorni scorsi si vociferava dell'esistenza di un documento segreto che di fatto impone anche agli Stati che hanno votato contro di adottare la risoluzione che ha come obiettivo primario l’abbattimento delle barriere per aiutare chi vuole a emigrare e a raggiungere, in sicurezza, qualunque Paese desideri. Oggi è stata tirata fuori la prova che svela il blitz di Bruxelles: si tratta di un documento in 53 paragrafi redatto da Lucio Gussetti, director and principal legal adviser for foreign and security policy and external relations per la Commissione europea. È al paragrafo 46 che viene messo nero su bianco che il Global Compact non solo "ha valore legale" ma è addirittura in grado di "influenzare il contenuto della legislazione adottata dall'Unione europea".


Se l'opinion firmata da Gussetti dovesse essere confermata, tutti gli sforzi per bloccare il Global Compact rischiano di essere vanificati con un semplice foglio di carta. Le mozioni votate in Parlamento e l'assenza della delegazione italiana a Marrakech finirebbero per essere inficiate calpestando così il volere dei singoli Paesi. Se la Commissione Ue appoggiasse questa nota, secondo il gruppo dell'Europa delle Nazioni e delle Libertà (Enf), "porterebbe al risultato inaccettabile che il Compact sarebbe vincolante per gli Stati membri dell'Unione europea, e non per gli altri Stati". Per la Meloni ci troviamo di fronte ad "una gravissima ingerenza dei burocrati europei sulla sovranità degli Stati nazionali che rende carta straccia la democrazia in Europa". "Il Parlamento italiano ha votato contro - conclude la leader di Fratelli d'Italia - ma gli euroburocrati non si rassegnano e tramano per favorire l'immigrazione di massa".





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Unione europea (Ue)
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Published on March 27, 2019 13:18

March 25, 2019

Terrore sull'autobus: clandestino armato di coltello spintona i passeggeri

Giuseppe De Lorenzo
Andrea Indini




Il nordafricano sale sull'autobus in via Padova e, armato di coltello, terrorizza i passeggeri. Salvini: "Va espulso subito"


È salito sull'autobus brandendo un coltellaccio. I passeggeri che stavano viaggiando lungo via Padova lo hanno notato subito e, nel giro di breve, è scoppiato il panico sul mezzo. Il nordafricano si è messo a spintonare le persone che gli si presentavano davanti al suo passaggio. Momenti di terrore che solo una buona dose di fortuna ha permesso si concludessero senza conseguenze.


Ma la facilità con cui l'uomo ha seminato il panico sul bus ha fatto rapidamente tornare la mente a quanto successo solo una settimana fa a San Donato Milanese. Oppure alla notte di inferno di pochi giorni fa, quando bande di immigrati hanno messo a segno diverse rapine in sole due ore nel centro città.


L'autore dellìaggressione, come rivelano fonti al Giornale.it, è Maher Mohamed Mahmoud, egiziano nato nel gennaio del 1997, entrato irregolarmente in Italia. Il primo fotosegnalamento risale al settembre del 2015, quando la questura di Siracusa inserisce il suo nome e il suo volto nel sistema. Nella sua (lunga) permanenza nel Belpaese collezione (e utilizza) almeno 4 alias. Fino a oggi, quando gli agenti lo fermano dopo l'assalto al bus e lo trovano senza documenti. Le sue ultime tracce risalgono a sabato mattina, quando intorno alle 9 il personale dell'Atm lo trova in stato confusionale alla fermata della linea 56 in via Elio Adriano. È la stessa dove oggi ha minacciato gli altri passeggeri. Senza fissa dimora, viene accompagnato al San Raffaele, ma si allontana volontariamente dall'ospedale poco dopo. Addosso ha ancora gli elettrodi da elettrocardiogramma e la farfalla della flebo. Sul suo capo pende un decreto di espulsione notificatogli il 18 marzo e non ancora eseguibile (per legge, devono passare sette giorni). "Stiamo già lavorando per espeller il clandestino nel suo Paese d'origine", ha promesso Matteo Salvini rilanciando la politica della "tolleranza zero per i delinquenti".


Secondo quanto emerge da fonti del Viminale, l'egiziano ha effettuato esami tossicologici all'ospedale Fatebenefratelli ed è risultato positivo per cannabinoidi e benzodiazepine. Domani verrà accompagnato in questura per le procedure di espulsione.


Da tempo il centrodestra denuncia l'allarme sicurezza in tutta Milano e, in modo particolare, nei quartieri periferici. E giusto qualche mese fa Silvia Sardone, dopo l'ennesimo fatto di sangue in via Padova, aveva denunciato che "non passa giorno senza che si moltiplichino violenze" in quello ghetto multietnico, tanto osannato dalla sinistra, che è un far west abbandonato dal sindaco Beppe Sala e dalla sua Giunta. "Il degrado e la delinquenza - denunciava - sono una costante e gli italiani che abitano questa realtà soffrono dell’incapacità delle istituzioni di proteggerli dallo squallore a cui è ridotta via Padova". E, a meno di una settimana dall'assalto di Ousseynou Sy allo scuolabus, ecco un altro drammatico episodio di violenza su un mezzo pubblico. Questa volta il panico è scoppiato sul un autobus di linea, che corre appunto lungo l'arteria che partendo da piazzale Loreto porta all'estrema periferia di Milano, quando un clandestino nordafricano si è messo a spintonare i passeggeri brandendo un coltello.





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Published on March 25, 2019 13:11

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Andrea Indini
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