Andrea Indini's Blog, page 100

February 23, 2019

In cella per aver sparato al ladro. Salvini lo va a trovare: "Chiederò la grazia"

Andrea Indini




L'imprenditore condannato a 4 anni per tentato omicidio. I ladri se la cavano con 10 mesi di galera. Salvini: "Riformerò la legge sulla legittima difesa"


"Non doveva nemmeno entrarci, in galera". Al termine della visita alla Casa Circondariale di Piacenza dove è stato rinchiuso Angelo Peveri, l'imprenditore condannato per il tentato omicidio di un ladro romeno, Matteo Salvini lo mette bene in chiaro. La decisione di andarlo a trovare pochi giorni dopo la condanna della Cassazione porta con sé la promessa di cambiare, quanto prima, la legge sulla legittima difesa, affinché non si aprano più le porte di un carcere per persone che si sono difese durante una rapina. "Cercheremo di fare di tutto perché stia in galera il meno possibile".


I fatti risalgono al 6 ottobre 2011 quando Peveri sorprese una banda di tre ladri romeni mentre stavano rubando il gasolio nel suo cantiere. Esasperato dai continui furti, non ci pensò troppo su: sparò e ferì gravemente uno dei banditi, finendo così in un lungo calvario giudiziario che lo scorso 17 febbraio lo ha portato davanti alla Corte di Cassazione. Il giudice lo ha condannato a quattro anni e sei mesi di carcere per tentato omicidio, mentre i tre malviventi, avendo patteggiato, dovranno scontare dieci mesi e venti giorni per tentato furto. "Come volete che mi senta?", ha raccontato ai microfoni della Zanzara prima che lo portasse in carcere. "Mi sento un coglione. Uno che lavora oggi cos'è? Un coglione. Ho sempre lavorato, mi hanno derubato 90 vole e vado in galera". I numeri parlano chiaro: cinquanta furti in cantieri, non denunciati ma documentati in caserma, e 41 denunce firmate dopo i fatti dello sparo. Non solo. Da quella notte, in cui ha subito l'incursione dei tre romeni, è stato derubato almeno altre tredici volte. Un vero e proprio inferno, insomma. Che sembra non finire nemmeno con la galera. Perché i tre ladri romeni hanno anche avanzato una richiesta di 700.000 euro di risarcimento danni. Perveri è già stato condannato a dargliene 30. Non solo. Dovrà pure rifonde le spese legali. "Sono stanco... - dice ora - ho cominciato a lavorare a 14 anni mungendo le mucche di mio papà... a 16 anni il libretto, poi mi sono creato una piccola impresa, bella e sana". Ora ha 57 anni. "Lavoro da più di 40 - conclude con amarezza - e devo andare in galera mentre i ladri sono fuori".


Oggi Salvini è andato a trovarlo nella Casa Circondariale di Piacenza insieme ad alcuni esponenti della Lega. Si sono parlati per un'oretta. E il vicepremier gli ha promesso che a breve arriverà la riforma della legittima difesa e che si spenderà in prima persona perché possa ritrovare la libertà. In passato, era già andato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella per perorare la causa di Antonio Monella, l'imprenditore bergamasco che subì lo stesso calvario per aver sparato al ladro che gli stava rubando l'auto. Adesso il leader del Carroccio vuole parlare con l'avvocato di Peveri per capire come intendono muoversi e, se servirà, andrà dal capo dello Stato per chiedere la grazia anche per lui. Le toghe progressiste hanno già polemizzato per questa presa di posizione, ma Salvini non intende arretra di un millimetro: "Ci sono alcuni magistrati di sinistra che la pensano così... io faccio il ministro dell'Internoe il mio dovere è prevenire i reati e diminuirli. Rispetto il lavoro dei giudici, loro rispettino il lavoro del ministro".





Tag: 

legittima difesa
carcere







Persone: 

Matteo Salvini
Angelo Peveri
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 23, 2019 10:13

February 22, 2019

La bufala del clima d'odio

L'ultima strategia della sinistra per attaccare Salvini: addossargli le colpe di qualsiasi episodio di razzismo






razzismo
immigrazione




Andrea Indini




Url redirect: http://blog.ilgiornale.it/indini/2019... bufala del clima d'odio


Persone: 

Matteo Salvini
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 22, 2019 00:08

February 21, 2019

I migranti della Diciotti fanno causa: "Adesso Salvini ci paghi i danni"

Andrea Indini




IL DOCUMENTO: Il ricorso al tribunale contro Salvini

Scesi dalla Diciotti si erano nascosti nelle tendopoli di Roma. A distanza di dieci mesi rispuntano e fanno causa a Salvini: "Deve darci dai 42mila e ai 71mila euro"


Si è appena chiusa la grana del voto in Giunta sulla richiesta del tribunale dei ministri di fare un processo per il caso della nave Diciotti, che già si apre un nuovo fronte. Fonti del Viminale fanno, infatti, sapere che uno studio legale ha presentato al tribunale civile di Roma un ricorso d'urgenza (leggi il documento) per "difendere" 41 degli immigrati che si trovavano a bordo della nave della Guardia Costiera bloccata da Matteo Salvini nel porto di Catania per costringere l'Unione europea a fare la propria parte nella distribuzione dei richiedenti asilo. Dal leader leghista ora pretendono il pagamento di una cifra che oscilla tra i 42mila e i 71mila euro.


Una causa legale che ha il sapore prettamente politico per tornare ad attaccare Salvini. Non a caso arriva pochi giorni dopo la decisione della Giunta per l'immunità del Senato di non concedere l'autorizzazione a procedere al tribunale dei ministri che avrebbe voluto processare il numero uno del Viminale nonostante la procura di Catania avesse deciso di archiviare il caso. Adesso spunta uno studio legale che pretende dal leader leghista il risarcimento dei danni per la "privazione della libertà personale". A far causa sarebbero 41 degli immigrati che si trovavano a bordo della nave Diciotti. Di questi, sedici risultano nati il primo gennaio. Una coincidenza piuttosto stramba che fa supporre, come spesso accade, che le generalità fornite dai richiedenti asilo siano del tutto inventate. Dichiarano, sempre più spesso, di essere nati il primo gennaio del 2002, guarda caso in modo da risultare di diciassette anni e ottenere così accoglienza in Italia. I dati anagrafici degli immigrati sbarcati al porto di Catania l'estate scorsa non sono certo le uniche note stonate di una vicenda che ha svelato tutte le falle del sistema di accoglienza imposto per anni dall'Unione europea e che Salvini sta cercando di smontare.


Una volta sbarcati in Italia, alcuni degli immigrati, che ora vogliono far causa a Salvini, si erano poi rifugiati nella tendopoli (abusiva) gestita dai volontari della "Baobab Experience", un'associazione legata al mondo della sinistra radicale che fa del buonismo e dell'accoglienza la propria bandiera. Erano stati proprio gli stessi volontari a noleggiare un pullman e portarli al confine con la Francia per aiutarli ad attraversare (illegalmente) il confine. Adesso, a distanza di dieci mesi, eccoli rispuntare, rappresentati da un ufficio legale italiano, per cercare di spillare al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e a Salvini una cifra "a titolo di risarcimento" che oscilla tra i 42mila e i 71mila euro.





Tag: 

immigrazione
Nave Diciotti







Persone: 

Matteo Salvini
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 21, 2019 03:04

February 15, 2019

L'Ue e quel vuoto dietro agli insulti

I fallimenti politici e economici stanno facendo detonare l'Europa come l'abbiamo conosciuta sin qui. Ora però qualcosa sta per cambiare






Unione europea (Ue)




Andrea Indini




Url redirect: http://blog.ilgiornale.it/indini/2019... e il vuoto dietro gli insulti
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 15, 2019 08:27

February 8, 2019

Gli obiettivi segreti di Macron. Perché Parigi vuole lo scontro

Andrea Indini




Url redirect: http://blog.ilgiornale.it/indini/2019... Parigi vuole lo scontro:
gli obiettivi (segreti) di Macron
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 08, 2019 08:39

Macron si vendica: non prende più gli immigrati della Sea Watch

Andrea Indini




La Francia cambia idea e rompe l'accordo sulla redistribuzione delle persone che si trovavano a bordo della Sea Watch: "Sono immigrati economici"


La vendetta di Emmanuel Macron si consuma il giorno dopo lo strappo diplomatico. Con un dietrofront improvviso e inaspettato, il numero uno dell'Eliseo ha infatti fatto sapere di aver cambiato idea sugli immigrati che si trovavano a bordo della Sea Watch 3. Non li ospiterà in Francia. "Sono immigrati economici", hanno fatto sapere da Parigi rompendo così l'accordo preso a livello europeo per convincere il ministro dell'Interno Matteo Salvini a far attraccare in Sicilia la nave della Ong tedesca.


"Dei 47 migranti della Sea Watch in Italia ne resteranno uno o due". Dopo oltre dieici giorni di un estenuante braccio di ferro con l'Unione europea, Salvini era riuscito a portare a casa un importate risultato facendo sì che il peso dello sbarco non gravasse soltanto sull'Italia. Alla fine l'accoglienza degli stranieri avrebbe dovuto essere ripartita tra otto Paesi: Germania, Lussemburgo, Francia, Romania, Spagna, Portogallo, Lituania e Malta. Ad ogni Paese sarebbe, appunto, toccato un certo numero di immigrati. All'Italia ne sarebbero dovuti rimanere, appunto, soltanto un paio. E non più tutti come accadeva quando al governo c'era il Partito democratico. Ora, però, si viene a sapere che questo accordo è carta straccia. Non per tutti. Lo è per i francesi che, secondo quanto fanno sapere dal Viminale, hanno "cambiato idea" decidendo che non accoglieranno più i migranti della Sea Watch3. Parigi ha, infatti, fatto sapere al ministero dell'Interno italiano che "prenderà solo persone che hanno bisogno di protezione e non migranti economici".


Il tempismo della decisione sorprende. Solo ieri, infatti, la Francia aveva richiamato l'ambasciatore a Roma, Christian Masset, "per consultazioni" dopo che "per vari mesi la Francia è stata soggetta ad attacchi infondati e senza precedenza, dichiarazioni oltraggiose" dei leader italiani. Una mossa senza precedenti che arriva al culmine di una tensione diplomatica sull'asse Roma-Parigi. E, nonostante Salvini si sia detto disposto a incontrare Macron per provare a "voltare pagina", oggi da Parigi è arrivato l'ennesimo sgambetto che, di fatto, obbliga il Viminale a dover gestire anche gli immigrati di cui i francesi avevano promesso di farsi carico. Una ritorsione, insomma, che suona ancor più amara se si leggono le promesse dei francesi ad aiutare il nostro governo a chiedere rimpatri più efficaci in alcuni Paesi africani, a partire dal Senegal. Al Viminale non resta che prendere atto di questa ritorsione: "Anche i francesi non vogliono clandestini. Ora - fanno sapere - ci si aspetta che Parigi dimostri con i fatti la sua buona volontà, collaborando per rimpatriare al più presto decine di senegalesi irregolari che si trovano in territorio italiano". Ma, da qui alle elezioni europee del prossimo maggio, non ci si può aspettare più niente di più da Macron, se non altri colpi bassi.





Tag: 

immigrazione
sea watch
Francia







Persone: 

Matteo Salvini
Emmanuel Macron
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 08, 2019 00:43

February 7, 2019

"Pronto a incontrare Macron". Ma Salvini detta tre condizioni

Andrea Indini




La Francia richiama l'ambasciatore. Crisi diplomatica senza precedenti. Salvini: "Siamo pronti a voltare pagina". Ma detta a Macron le condizioni


La Francia richiama l'ambasciatore a Roma, Christian Masset. Una mossa diplomatica senza precedenti che arriva al culmine di una tensione diplomatica sull'asse Roma-Parigi. La portavoce ha precisato che l'ambasciatore è stato richiamato "per consultazioni" dopo che "per vari mesi la Francia è stata soggetta ad attacchi infondati e senza precedenza, dichiarazioni oltraggiose" dei leader italiani. Matteo Salvini si dice "pronto e disponibile" a "voltare pagina" per "il bene del popolo" italiano. Ma per farlo i francesi devono rispettare tre "questioni fondamentali" che per il governo italiano sono fondamentali.


Il 21 gennaio scorso il ministero degli Esteri francese aveva convocato la nostra ambasciatrice a Roma, Teresa Castaldo, dopo le parole del vice premier Luigi Di Maio sulla "moneta coloniale". Dichiarazioni che il Quai d'Orsay, ricevendo l'ambasciatrice, aveva definito "inaccettabili". Le tensioni delle ultime ore sono il nuovo capitolo di un rapporto che, da quando si è insediato il governo gialloverde, è stato condizionato da un confronto spesso aspro sul tema dell'immigrazione. Così, dopo che ieri la portavoce del ministero per gli Affari europei francese ha definito "una provocazione inaccettabile" l'incontro tra Di Maio e una delegazione di gilet gialli, ecco arrivare il richiamo dell'ambasciatore denunciando "attacchi senza precedenti e ingerenze ingiustificabili". Attacchi che, secondo Parigi, non si verificavano "dalla Seconda guerra mondiale". La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata appunto la visita del vicepremier grillino ad alcuni esponenti del movimento dei gilet gialli che da quasi tre mesi protesta contro il presidente Emmanuel Macron. "Le ultime ingerenze - si legge nella nota - costituiscono una provocazione aggiuntiva e inaccettabile".


Mentre Parigi alza i toni, da Roma arriva una sorta di ultimatum. Salvini si è, infatti, detto "pronto e disponibile" a "voltare pagina con la Francia" per "il bene del popolo" italiano. Ma ha anche elencato "tre questioni fondamentali" di sua competenza che si aspetta che vengano risolte, al più presto, da Parigi. In primis, il blocco totale e definitivo dei respingimenti alle frontiere. Dal 2017 a oggi si parla di oltre 60mila immigrati. Tra questi anche bambini e donne abbandonate in mezzo ai boschi. Al secondo punto Salvini mette la restituzione dei terroristi rossi italiani (una quindicina, in tutto). Si tratta di condannati che fanno la bella vita con la residenza in Francia. All'ultim punto, chiede rispetto per i nostri lavoratori pendolari che sono letteralmente vessati ogni giorno alle frontiere francesi da controlli che durano ore. "Noi - ha concluso - siamo pronti e disponibili con spirito costruttivo a voltare pagina per il bene del nostro popolo".





Tag: 

Francia
immigrazione







Persone: 

Matteo Salvini
Emmanuel Macron
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on February 07, 2019 07:15

January 31, 2019

Migranti e sbarchi, le 10 verità taciute dai buonisti

La sinistra punta il dito contro Salvini che vuole spazzare via la filiera del malaffare perché vuole cavalcare l’immigrazione per un tornaconto (economico e politico)






immigrazione
ong




Andrea Indini




Url redirect: http://blog.ilgiornale.it/indini/2019..., sbarchi e Ong:
le 10 verità taciute dai buonisti


Persone: 

Matteo Salvini
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 31, 2019 07:27

Migrante ruba e pesta agenti: crolla il buonismo della sinistra sul Cara

Andrea Indini




Fermato per furto, aggredisce i carabinieri con calci e pugni: in manette un gambiano che era al Cara di Castelnuovo. Salvini alla sinistra: "Non era un modello di integrazione?"


Quando Matteo Salvini ha fatto sgoberare il Cara di Castelnuovo di Porto, la sinistra è insorta accusando addirittura il Viminale di "deportare" gli immigrati. "Lì dentro ci sono solo sprechi e reati" , aveva avvertito il vicepremier leghista. Non deve, quindi, stupire se pochi giorni dopo la chiusura del centro di accoglienza sia già stato arrestato per furto un gambiano che, guarda caso, era ospite a Castelnuovo di Porto.


"L’episodio mi stupisce, visto che per la sinistra e parecchi commentatori gli ospiti del Cara di Castelnuovo di Porto dovevano rappresentare uno straordinario esempio di integrazione", ironizza Salvini dopo l'arresto di J. A., classe 1997. Dopo la chiusura del Cara di Castelnuovo di Porto, il gambiano era stato nella struttura di accoglienza "Solidarietà" di Melfi. Martedì sera non vi ha fatto ritorno perché tenuto in stato di fermo dai carabinieri. Era stato, infatti, pizzicato all'Unieuro di Melfi dopo aver arraffato una radio dal valore di circa 110 euro. Non solo. Per sottrarsi all'arresto l'immigrato ha aggredito i carabinieri con calci e pugni. Una volta a bordo della gazzella, il gambiano ha danneggiato l'auto spaccando il finestrino a calci e strappando la tappezzeria del sedile a morsi. Per calmarlo i militari avevano addirittura far intervenre il personale del 118. Dopo l'arresto, lo hanno portato nella casa circondariale di Potenza.


"Gli ospiti del Cara di Castelnuovo di Porto non dovevano rappresentare uno straordinario esempio di integrazione?". L'arresto ha dato il la a Salvini per far notare alla sinistra che la propaganda fatta sul Cara di Castelnuovo di Porto si infrange contro la realtà dei fatti. E, dopo aver ringraziato le forze dell’ordine, ha garantito che la linea del governo per contrastare la criminalità non cambia: "Tolleranza zero per clandestini e delinquenti". Adesso Salvini punta a chiudere tutti i grandi centri di prima accoglienza che "producono problemi, sprechi e illegalità".






Tag: 

Cara di Castelnuovo di Porto
immigrazione







Persone: 

Matteo Salvini
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 31, 2019 01:13

January 30, 2019

Sbarchi, così Salvini blocca le Ong: "Limiterò l'accesso alle nostre acque"

Andrea Indini




Il vicepremier leghista sta lavorando a un provvedimento che limiti ai migranti la possibilità di entrare nelle acque territoriali italiane: "Pronto a rifare quello che ho fatto con Sea Watch e Diciotti"


Matteo Salvini ora si è messo al lavoro per provare a risolvere il problema a monte. Mentre il tribunale dei ministri vuole processarlo per gli immigrati bloccati la scorsa estate sulla Diciotti e la sinistra vorrebbe far aprire un'altra indagine per aver bloccato la Sea Watch 3 al largo di Siracusa, il vicepremier leghista tira dritto e pensa già a un nuovo provvedimento che limiti ai barconi e alle navi delle Ong la possibilità di entrare nelle acque territoriali italiane.


"Se mai arrivasse un altro barcone illegalmente nelle coste italiane rifarò esattamente quello che ho fatto con la Sea Watch e la Diciotti". Salvini non si pente per quanto fatto sin qui. E, uscendo dall'Aula della Camera dopo il question time, pensa già al prossimo passo da fare per riuscire a risolvere una volta per tutte l'emergenza immigrazione. Certo, la stretta che ha impartito non appena è arrivato al Viminale ha subito dai i suoi frutti. Basta dare un'occhiata al report sugli arrivi del mese di gennaio diffuso nei giorni scorsi dal Viminale. Al 28 del primo mese dell'anno scorso, infatti, erano arrivati in Italia ben 3.176 clandestini. Certo, meno del 2017. Ma comunque tanti. Con la "cura Salvini" il contatore si è fermato a 155 immigrati approdati sulle coste nostrane. Nonostante questo ottimo risultato, persistono i problemi con le organizzazioni non governative che continuano a operare illegalmente al largo delle coste libiche e a provare a scaricare le persone recuperate nei nostri porti nonostante questi gli siano stati interdetti da mesi. Il caso della Sea Watch 3, che probabilmente verrà risolto nelle prossime ore dopo il via libera dell'Unione europea a distribuire i 47 stranieri che sono a bordo, è la dimostrazione che serve un passaggio successivo per evitare che episodi come questo avvengano di nuovo.


L'idea di Salvini è di usare le leggi già esistenti per limitare l'ingresso alle navi straniere "nelle acque territoriali italiani". Non si tratterebbe di un blocco navale, perché verrebbero appunto usate normative già in vigore, ma sarebbe sufficiente a evitare altre scorribande da parte delle organizzazioni non governative. Dal Viminale fanno sapere che l'obiettivo è individuare, sulla base dell'articolo 83 del codice della navigazione, "una procedura standard nel caso di nuovi arrivi di navi Ong". I funzionari del ministero dell'Interno sono già al lavoro con i colleghi del dicastero delle Infrastrutture per bloccare alcune imbarcazioni "non inoffensive" che, favorendo invece l'immigrazione clandestina, potrebbero rappresentare un rischio per la sicurezza nazionale.


La documentazione sulle irregolarità addebitate ad alcune Ong, che operano nel Mar Mediterraneo, è già oggetto di approfondimento da parte dell'autorità di pubblica sicurezza e dell'autorità giudiziaria. Sono incardinati tre procedimenti, uno nella procura di Trapani, un altro nella procura di Catania e uno nella procura di Ragusa. "Da otto mesi difendo la sicurezza - ha ribadito Salvini nel corso del Question time alla Camera - di chi parte e muore e viene usato da trafficanti di esseri umani, che grazie al loro traffico comprano armi e droga. Io complice dei trafficanti non lo sarò mai, da ministro e cittadino italiano".





Tag: 

immigrazione
blocco navale
ong







Persone: 

Matteo Salvini
 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on January 30, 2019 10:19

Andrea Indini's Blog

Andrea Indini
Andrea Indini isn't a Goodreads Author (yet), but they do have a blog, so here are some recent posts imported from their feed.
Follow Andrea Indini's blog with rss.