Andrea Indini's Blog, page 104

December 3, 2018

Manovra, Goldman Sachs avverte l'Italia: "I mercati vi faranno cambiare rotta"

Andrea Indini




Durissimo report di Goldman Sachs sull'Italia: "Recessione nel 2019". E avverte: "Ci sarà un'ulteriore pressione dei mercati"


Più che un report analitico, quello pubblicato oggi da Goldman Sachs è un avvertimento netto e devastante. Perché non solo accende un nuovo campanello d'allarme sulle conseguenze legate alla manovra economica varata dal governo gialloverde e osteggiata dall'Unione europea, ma paventa un ulteriore coinvolgimento del mercato azionario. Che, attraverso la sua moral suasion sui titoli di Stato, potrebbe obbligare l'esecutivo guidato da Giuseppe Conte a tornare sui propri passi.


"L'Italia getta una nube scura sullo scenario dei mercati in Europa - scrivono gli analisti americani e le cose potrebbero dover peggiorare prima di vedere un miglioramento". L'entrata a gamba tesa di Goldman Sachs arriva in un momento delicatissimo per l'esecutivo gialloverde che si trova da una parte alle prese con il varo della manovra economica in parlamento e dall'altra con le continue e sempre più energiche pressioni dell'Unione europea affinché venga corretto - di non pochi decimali - l'impianto delle misure contenute nella legge di Bilancio, in particolar modo il reddito di cittadinanza e la riforma delle pensioni. Nel report pubblicato oggi, proprio mentre l'Italia incassava il plauso di Washington, gli analisti di Goldman Sachs non ci va per il sottile nell'esprimere il proprio scetticismo sulla capacità dell'Unione europea e del governo italiano di "cambiare rotta" alla manovra economica. La spinta, a detta loro, potrebbe invece arrivare dalla Finanza e dai mercati azionari. La banca d'affari si aspetta, infatti, che "il più probabile catalizzatore per un ritorno alla disciplina di bilancio sia un'ulteriore pressione dei mercati".


Secondo Goldman Sachs la domanda chiave è proprio "quanta pressione è richiesta per indurre un'inversione della politica". Il rapporto cita l'esempio del Portogallo che nel 2016 "vide lo spread salire a 400 punti base, e ciò fu sufficiente per decidere un dietrofront". Oggi il differenziale tra i titoli di Stato italiani e i Bund tedeschi è ripiegato attorno ai 280 punti base, dopo aver toccato picchi ben oltre i 320 punti. Ecco quindi che, secondo gli analisti stunitensi, servirebbe "una pressione aggiuntiva del mercato" per ottenere "un cambiamento di politiche fiscali che comporti un compromesso con le autorità europee". Solo "una volta che la nebbia si sarà diradata", Goldman Sachs avrà "diverse ragioni per rimanere strategicamente costruttivi".


Goldman Sachs è sicuramente l'istituto bancario più pessimista sul futuro della nostra economia. E, confermando la stima di una crescita allo 0,4% nel 2019 contro l'1% pronosticato dagli altri analisti e l'1,5% preventivato da Conte e soci. Oltre al ruolo di primissimo piano che avranno nelle prossime settimane le principali piazze d'affari nella trattativa sulla legge di Bilancio, gli economisti statunitensi analizzano l'impatto che la manovra economica potrebbe avere sul sistema Italia. E le prospettive per la nostra economia restano, stando al report pubblicato oggi e anticipato in Italia da Repubblica, a dir poco drammatiche. Il Belpaese sarebbe, infatti, uno dei fattori di rischio che l'anno prossimo, insieme all'uscita del Regno Unito dall'Unione europea, potrebbe arrivare a complicare maggiormete i mercati europei. Di fatto, spiegano, "la crisi di bilancio rimane irrisolta" e l'economia italiana si troverà a "flirtare" con la recessione che ci travolgerà già "all'inizio del prossimo anno".





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Published on December 03, 2018 07:07

December 1, 2018

Migrare non è un diritto, difendere i confini sì

Ecco perché il "Global Migration Compact" è un rischio per la tenuta di qualsiasi Paese disposto a sottoscriverlo






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Onu
Global compact




Andrea Indini




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Lo è difendere i propri confini
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Published on December 01, 2018 00:17

November 26, 2018

Una flat tax per famiglie

Andrea Indini




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Published on November 26, 2018 02:06

November 20, 2018

Sui rifiuti smaltiti dall'Aquarius infezioni di meningite, Hiv e tbc

Andrea Indini








Ecco chi sono i 24 buonisti sotto indagine



Quando gli scarti sono pericolosi

Indagati i membri di Medici senza frontiere. Scaricavano in Italia i vestiti e i rifiuti sanitari dei migranti malati senza segnalarne mai la pericolosità. Le carte dell'inchiesta


Scabbia, Hiv, meningite, sifilide e infezioni del tratto respiratorio come la tubercolosi. A bordo delle navi "Aquarius" e "Vos Prudence" l'allerta era massima. Tanto che i S.A.R. Report Rescues sulle condizioni sanitarie degli immigrati assistiti dai volontari della Ong avevano messo nero su bianco i rischi di "trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio". Eppure, ben sapendo della pericolosità degli indumenti indossati dagli stranieri e dei rifiuti sanitari, gli indagati (ben ventiquattro) se ne infischiavano e li riversavano in Italia, buttandoli dove capitava nei porti di primo approdo (guarda il video).


"Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti". A distanza di mesi dall'estate di fuoco, durante la quale ha imposto la chiusara di tutti i porti italiani alle navi delle Ong che, dopo aver recuperato i clandestini davanti alle coste libiche, li portavano fin sulle coste italiane, Matteo Salvini incassa l'evidenza (a questo punto anche giuridica) della politica attuata per fermare gli sbarchi. Dalle indagini della procura di Catania sui rifiuti pericolosi scaricati nei porti italiani dalle navi di Medici senza frontiere, sono infatti emersi particolari a dir poco inquietanti. Pur essendo a conoscenza della pericolosità dei vestiti indossati dagli immigrati durante la traversata del Mediterraneo per arrivare nel Vecchio Continente, i volontari della Ong li scaricavano in Italia senza curarsi delle benché minime misure igieniche di sicurezza per evitare il contagio. Secondo quanto emerso dalle indagini, gli indagati smaltivano, "in modo indifferenziato", gli "indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari, gli scarti degli alimenti somministrati" a bordo e "i rifiuti sanitari infettivi utilizzati per l'assistenza medica", eludendo le rigide regole che imponeva loro di classificarli come "pericolosi" e "ad alto rischio infettivo".


"Sono stati rilevati 5.088 casi sanitari a rischio infettivo su 21.326 migranti sbarcati", scrive nel provvedimento la procura di Catania. Le accuse sono state acquisite dagli inquirenti in una maxi operazione, denominata "Borderless", fatta di intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali e video costanti. Non solo. Sono passate al setaccio anche tutte le documentazione marittima, sanitaria e commerciale ralasciate dopo gli sbarchi e gli scali tecnici delle navi delle Ong. La pericolosità dei vestiti indossati dai clandestini veniva addirittura indicata anche nei rapporti sui salvataggi dove si parla delle condizioni sanitarie drammatiche delle persone assistite in mare della nave Aquarius. Durante gli innumerevoli salvataggi i volontari della Ong hanno, infatti, segnalato frequenti casi di scabbia, Hiv, tubercolosi e meningite. Per l'illecita attività di smaltimento dei rifiuti pericolosi sono finiti sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti ben trentasette sbarchi operati dall'Aquarius, nave gestita dal Medici senza frontiere e da Sos Méditerranée, e altre sette effettuati dell'altra imbarcazione di Msf, la Vos Prudence. In totale, secondo la procura di Catania, ci avrebbero esposti a circa 24 tonnellate di rifiuti pericolosi. Il tutto per far risparmiare alla Ong circa 460mila euro.


[[video 1604511]]


Ventiquattr'ore prima dell'approdo a un porto, per effettuare uno sbarco o uno scalo tecnico, il comandante della nave trasmetteva alle autorità marittime e all'agenzia marittima raccomandataria il modulo di notifica che indicava la categoria e i quantitativi di rifiuti da smaltire. In ragione della tipologia dei rifiuti da sbarcare, il gestore dell'impianto portuale organizzava il servizio di raccolta e, al termine delle operazioni, l'operatore ecologico consegnava al comandante il "buono di servizio giornaliero" che è valido come ricevuta di effettiva consegna dei rifiuti dichiarati. Mai, durante tutta questa trafila pensata proprio per mettere in sicurezza i cittadini, Medici senza frontiere e la nave Aquarius hanno segnalato che stavano scaricando in Italia indumenti, scarti di alimenti e rifiuti sanitari infettivi che, come ipotizza la procura di Catania, avrebbero potuto trasmettere "scabbia, Hiv, meningite e infezioni del tratto respiratorio come la tubercolosi" a chiunque ne fosse venuto in contatto.





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Published on November 20, 2018 04:47

Sui vestiti smaltiti da Aquarius infezioni di meningite, Hiv, tbc

Andrea Indini




Indagati i membri di Medici senza frontiere. Scaricavano in Italia i vestiti infetti dei migranti malati senza segnalarne mai la pericolosità. Le carte dell'inchiesta


Scabbia, Hiv, meningite, sifilide e infezioni del tratto respiratorio come la tubercolosi. A bordo delle navi "Aquarius" e "Vos Prudence" l'allerta era massima. Tanto che i S.A.R. Report Rescues sulle condizioni sanitarie degli immigrati assistiti dai volontari della Ong avevano messo nero su bianco i rischi (altissimi) di "trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio". Eppure, ben sapendo della pericolosità degli indumenti indossati dagli stranieri, gli indagati (ben ventiquattro) se ne infischiavano e li riversavano in Italia, buttandoli dove capitava nei porti di primo approdo (guarda il video).


"Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti". A distanza di mesi dall'estate di fuoco, durante la quale ha imposto la chiusara di tutti i porti italiani alle navi delle Ong che, dopo aver recuperato i clandestini davanti alle coste libiche, li portavano fin sulle coste italiane, Matteo Salvini incassa l'evidenza (a questo punto anche giuridica) della politica attuata per fermare gli sbarchi. Dalle indagini della procura di Catania sui rifiuti pericolosi scaricati nei porti italiani dalle navi di Medici senza frontiere, sono infatti emersi particolari a dir poco inquietanti. Pur essendo a conoscenza della pericolosità dei vestiti indossati dagli immigrati durante la traversata del Mediterraneo per arrivare nel Vecchio Continente, i volontari della Ong li scaricavano in Italia senza curarsi delle benché minime misure igieniche di sicurezza per evitare il contagio. La trasmissione di virus o agenti patogeni contratti durante il viaggio potevano, infatti, avvenire anche attraverso il contatto di questi indumenti dismessi.


"Sono stati rilevati 5.088 casi sanitari a rischio infettivo su 21.326 migranti sbarcati", scrive nel provvedimento la procura di Catania. Le accuse sono state acquisite dagli inquirenti in una maxi operazione, denominata "Borderless", fatta di intercettazioni telefoniche, telematiche, ambientali e video costanti. Non solo. Sono passate al setaccio anche tutte le documentazione marittima, sanitaria e commerciale ralasciate dopo gli sbarchi e gli scali tecnici delle navi delle Ong. La pericolosità dei vestiti indossati dai clandestini veniva addirittura indicata anche nei rapporti sui salvataggi dove si parla delle condizioni sanitarie drammatiche delle persone assistite in mare della nave Aquarius. Durante gli innumerevoli salvataggi i volontari della Ong hanno, infatti, segnalato frequenti casi di scabbia, Hiv, tubercolosi e meningite. Per l'illecita attività di smaltimento dei rifiuti pericolosi sono finiti sotto la lente di ingrandimento degli inquirenti ben trentasette sbarchi operati dall'Aquarius, nave gestita dal Medici senza frontiere e da Sos Méditerranée, e altre sette effettuati dell'altra imbarcazione di Msf, la Vos Prudence. In totale, secondo la procura di Catania, ci avrebbero esposti a circa 24 tonnellate di rifiuti pericolosi. Il tutto per far risparmiare alla Ong circa 460mila euro.


[[video 1604511]]


Ventiquattr'ore prima dell'approdo a un porto, per effettuare uno sbarco o uno scalo tecnico, il comandante della nave trasmetteva alle autorità marittime e all'agenzia marittima raccomandataria il modulo di notifica che indicava la categoria e i quantitativi di rifiuti da smaltire. In ragione della tipologia dei rifiuti da sbarcare, il gestore dell'impianto portuale organizzava il servizio di raccolta e, al termine delle operazioni, l'operatore ecologico consegnava al comandante il "buono di servizio giornaliero" che è valido come ricevuta di effettiva consegna dei rifiuti dichiarati. Mai, durante tutta questa trafila pensata proprio per mettere in sicurezza i cittadini, Medici senza frontiere e la nave Aquarius hanno segnalato che stavano saricando in Italia indumenti che avrebbero potuto trasmettere "scabbia, Hiv, meningite e infezioni del tratto respiratorio come la tubercolosi" a chiunque ne fosse venuto in contatto.





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Published on November 20, 2018 00:39

November 16, 2018

"Siamo 18 contro uno". E l'Italia è sola sul ring Ue

In vista delle elezioni europee, l’Italia sarà l'agnello da sacrificare sull’altare dell’auterity per dimostrare cosa succede a chi osa sfidare le regole di Bruxelles






Unione europea (Ue)
manovra economica
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Andrea Indini




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L'Italia è sola sul ring Ue


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Published on November 16, 2018 09:43

"Vuole le sanzioni per rubarci i gioielli di Stato". Ecco il piano segreto di Macron

Andrea Indini




L'Ue si prepara a decidere sulla procedura di infrazione contro l'Italia. Macron preme per la linea dura. Una fonte: "Parigi ha antichi appetiti sui nostri gioielli di famiglia"


Gli occhi del governo sono puntati sul 21 novembre. Fra meno di una settimana si saprà fino a che punto si spingerà lo scontro con l'Unione europea. I gialloverdi hanno già dimostrato di voler andare fino in fondo pur di portare a casa la manovra economica. Ora tocca a Bruxelles fare la propria mossa. Il primo step dovrebbe essere l'apertura della procedura di infrazione per poi arrivare lentamente alle sanzioni. "Sono dei pazzi se davvero aprono contro il nostro Paese la procedura d'infrazione - sbotta il vice premier leghista Matteo Salvini in un colloquio con il Messaggero - insorgerebbero 60 milioni di italiani". Tra le file del governo, poi, si sta facendo strada il sospetto che dietro alle pressioni dell'Unione europea ci sia un grande nemico dell'Italia: Emmanuel Macron.


"Macron è determinato a punire l'Italia". A svelarlo, in un retroscena pubblicato oggi dal Mesaggero, è un ministro del governo italiano secondo cui la strategia dell'Eliseo è di mettere l'Italia in ginocchio per "fare shopping nel nostro Paese". "Se dovessimo essere costretti a ripianare il debito - viene spiegato - potremmo infatti essere obbligati a vendere i nostri gioielli di famiglia, come Eni, Enel, Fincantieri, etc. E gli appetiti francesi sono noti e antichi...". Che Macron abbia mire sul Belpaese non è una novità. Basta vedere la campagna spregiudicata fatta nell'ultimo anno sul terreno libico per capire che ha troppi interessi per scatenare una guerra contro di noi. E la procedura di infrazione diventerebbe l'occasione per dare la spallata. La Commissione europea potrebbe aprirla per deficit o per debito. Nel primo caso ci costerebbe interventi correttivi da 9-12 miliardi di euro, la seconda obbligherebbe l'esecutivo gialloverde ad approvare misure da 40-60 miliardi di euro.


"Mi siederò (al tavolo con Juncker, ndr) non per chiedere come modulare una procedura di infrazione ma per invitarlo a considerare di non avviarla". Il premier Giuseppe Conte sta lavorando di diplomazia per far sì che non scatti la procedura di infrazione. Il terreno, però, è altamente scivoloso. In una intervista al Sole 24Ore, il vice presidente della Commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha già emesso la sentenza contro l'Italia. "Roma sfida le regole dell'Europa - ha detto - la manovra rallenta la crescita". A Bruxelles stanno già preparando un rapporto sul debito italiano ai sensi dei Trattati. "In questi anni abbiamo evitato di aprire una procedura contro l'Italia perché abbiamo considerato tra i fattori rilevanti la presentazione di bilanci in linea con il Patto di Stabilità - ha continuato Dombrovskis - se questa condizione non fosse più presente, aprire la procedura potrebbe quindi essere giustificato". Secondo il Messaggero, dal momento che sta per lasciare la presidenza della Commissione europea, Juncker non avrebbe alcun interesse ad essere morbido con Conte.


Dall'Austria all'Olanda, i sostenitori dell'austerity si sono già espressi contro Roma. Al fianco dei gialloverdi non si è schierato nessuno. Anzi, l'Italia è stata indicata come agnello da sacrificare per far valere le regole imposte agli Stati membri dall'Unione europea. In chiaro il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, si è detto "rammaricato" che il Belpaese "non abbia accolto la mano tesa dalla Commissione europea" e ha chiesto di "dare prova di responsabilità" e "lucidità". Sottobanco il presidente Macron, che "ha antichi appetiti sui nostri gioielli di famiglia, come Eni, Enel, Fincantieri", starebbe operando ai fianchi della Commissione Ue per far passare la linea dura contro Roma. "Se scattasse la procedura per debito, potremmo essere costretti a vendere i nostri gioielli - spiegano fonti governative - e i francesi sono lì, pronti, a fare shopping". Proprio come hanno fatto i tedeschi con la Grecia.


"Francesi, lussemburghesi e austriaci guardassero a casa propria", ha commentato Salvini. Che non ha alcuna intenzione di farsi venire a dettare la manovra dai partner europei. "L'Italia ha un governo che si occupa degli italiani, lo dico col massimo affetto - ha, poi, scandito - fatevi gli affari vostri e lasciateci lavorare". Luigi Di Maio, invece, si è dimostrato più diplomatico nell'assicurare che il governo sta lavorando "per non ottenere la procedura ma senza sacrificare gli italiani". Insomma, nonostante le minacce e le trame, sembrano non aver alcun ripensamento dell'ultimo minuto. Nemmeno dinnanzi alla possibilità che l'Unione europea li sanzionasse.





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Published on November 16, 2018 01:40

November 14, 2018

Manovra, Bruxelles prepara le sanzioni. ​Salvini: "Hanno sbagliato a capire"

Andrea Indini




Il governo non cambia la manovra. Si apre lo scontro che porta alla procedura di infrazione e all'invio dei ispettori Ue. Se il governo dovesse continuare a infischiarsene, arriveranno le sanzioni


Il governo gialloverde ha scoperto le carte: la manovra economica non cambia di una virgola. La lettera inviata nella notte alla Commissione europea coferma le previsioni di cresciota all'1,5% e, soprattutto, il rapporto deficit/Pil al 2,4%. Tutto da capiono, insomma. Come da copione sarà anche la prossima mossa di Bruxelles. Il 21 novembre, come anticipato oggi dal Giornale, verrà infatti avviata la procedura di infrazione contro l'Italia per aver violato le regole di riduzione del debito. "A Bruxelles continuano a mandare le letterine - mette le mani avanti Matteo Salvini - se proveranno a mettere sanzioni contro il popolo italiano, hanno capito male".


La Commissione europea ha ricevuto ieri sera il progetto di bilancio rivisto dell'Italia insieme alla lettera di presentazione firmata dal ministro dell'Economia Giovanni Tria. "L'esecutivo Ue - riferiscono fonti vicino al dossier a Bruxelles - non intende commentare per il momento". La legge di Bilancio sarà, comunque, soggetto della valutazione della Commissione il prossimo 21 novembre, nell'ambito del semestre europeo, quando arriveranno sul tavolo dei commissari i piani di bilancio di tutti gli Stati membri. In quell'occasione verrà, quindi, aperta la procedura d'infrazione che dovrebbe essere per debito eccessivo e non per deficit. Si torna, dunque, al 2017 quando l'Unione europea aveva congelato il tutto perché il precedente governo aveva promesso di ridurre il deficit. Per la Commissione europea si tratta di una strada impervia, mai battuta. E, pe questo, genererà sicuramente nuovi scontri tra i diversi partner. Ed è proprio lì che, molto probabilmente, vuole arrivare il governo Conte: destabilizzare la Ue scardinando quelle regole che, secondo le forze sovraniste, hanno fatto solo male. "Ci mancano giusto gli ispettori, i caschi blu dell'Onu e le sanzioni contro l'Italia... - ha commentato Salvini - le manovre economiche degli ultimi cinque anni, applaudite da Bruxelles, non hanno fatto bene all'Italia",


Un'eventuale procedura di correzione della finanza pubblica, come ricorda il Gazzettino, porterebbe ad un controllo continuativo di ogni scelta dell'esecutivo. "Se pensano di farlo - ha tagliato corto Salvini - hanno capito proprio male. Noi vogliamo difendere il diritto a sicurezza, lavoro e salute degli italiani e non usciamo da nulla". Ma è proprio alle sanzioni che si arriverà dopo che la Commissione europea avrà formalmente bocciato la nostra legge di Bilancio. Una bocciatura che porterà a un'ingerenza sempre più massiccia da parte della Commissione stessa, fatta di limiti di tempo da rispettare, obiettivi di deficit da raggiungere e soprattutto misure da mettere in cantiere. Non solo. Bruxelles potrebbe addirittura arrivare a chiedere l'accantonamento che vengano accantonati 3,6 miliardi di euro. Per verificare che i compiti vengano fatti, verrano inviati ispettori ogni trimestre. Ovviamente, il governo gialloverde potrà andare avanti a infischiarsene e così si arriverebbe alle sanzioni vere e propri e, in un secondo momento, la sospensione dei Fondi strutturali e di investimento. Lo scontro, insomma, è tutto aperto.





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Published on November 14, 2018 01:48

November 13, 2018

La manovra non cambia. Il governo sfida la Ue: "Noi non arretriamo"

Andrea Indini




Nella lettera di risposta alla Commissione Ue, il governo conferma rapporto deficit/Pil al 2,4% e crescita all'1,5% e va allo scontro con Bruxelles. Ma introduce dismissioni e clausole di salvaguardia


Non cambiano i saldi, come non cambiano le previsioni di crescita del Pil all'1,5%. Nonostante la lettera della Commissione europea e le continue bordate ricevute da Bruxelles, il governo ha deciso di tirare dritto e di non fare alcuna variazione sulla manovra economica. Niente di nuovo, però. Come annunciato fin dall'inizio del braccio di ferro con l'Unione europea, Matteo Salvini e Luigi Di Maio mandano un segnale chiaro: non cederanno di un solo millimetro nell'aspro confronto sui conti pubblici. E, a questo punto, la strada si fa sempre più in salita e sempre più lontana dai parter europei che si preparano a fare la guerra all'Italia.


"Manteniamo come un pacchetto di mischia rugbistico quello che abbiamo messo in manovra". Ieri Salvini lo aveva messo bene in chiaro. E, nel giorno in cui Bruxelles attende la risposta alla richiesta avanzata dalla Commissione europea di correggere il draft budgetary plan, l'esecutivo decide di tracciare una linea molto netta: l'intera impalcatura della legge di Bilancio e l'azione politica non cambieranno di una virgola (guarda il video). "Ci impegniamo a mantenere il 2,4% di deficit - ha annunciato Di Maio - ma reddito di cittadinanza, quota 100 e rimborsi a risparmiatori truffati non cambiano e vanno avanti". La decisione è arrivata al termine del Consiglio dei ministri che si è riunito a tarda sera, dopo il rientro del premier Giuseppe Conte dalla Conferenza sulla Libia di Palermo. Archiviata l'ipotesi di rivedere le stime sulla crescita e anche il deficit, il governo ha messo nero su bianco che il 2,4%, sarà comunque il tetto massimo e che nessun caso verrà sforato. Non solo. Sono stati confermati i controlli automatici sulla spesa e le clausole di salvaguardia per evitare che un aumento della spesa che porti il deficit/Pil oltre l 2,4%. Una mossa, quest'ultima, che serve a rassicurare i partner europei della serietà delle intenzioni italiane e soprattutto della volontà di non superare il tetto indicato.


Qualcosa, in realtà, è stato modificato. Ma non, come ha assicurato lo stesso Salvini, "in base alle richieste di Bruxelles". "Si cambia in base a quello che succede in Italia, ad esempio a causa del maltempo - ha spiegato Salvini - stiamo facendo la conta dei danni e rischiano di essere 5 miliardi di euro". Nella lettera il governo chiede di scomputare dal disavanzo gli interventi, che serviranno a far fronte al dissesto idrogeologico, in quanto "eccezionali". Tra le novità inserite in manovra per contenere l'eccessiva spesa vi è, però, l'introduzione di operazioni di dismissione di immobili dello Stato. Un'operazione che, secondo i calcoli dell'esecutivo, dovrebbe valere l'uno per cento del Pil. Ma Di Maio si è affrettato ad assicurare che non verranno svenduti i "gioielli di famiglia". Salvini sembra soddisfatto del lavoro fatto: "Abbiamo lavorato a una manovra che comprende più posti di lavoro, più diritto alla pensione e meno tasse (non per tutti, ma per tanti italiani)". E, nel giorno in cui il Fondo monetario interazionale ha espresso forti dubbi sull'impianto della manovra, ci tiene a far presente che se all'Europa dovesse andare bene la legge di Biancio, il governo sarà contento. "Se all'Europa non va bene, tiriamo dritti lo stesso".


[[video 1601581]]





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Published on November 13, 2018 14:15

November 11, 2018

Le purghe dei picchiatori grillini

L'euforia grillina per l'assoluzione della Raggi si è trasformata in una violenza senza senso contro la stampa nemica. Che Di Maio vorrebbe sostituire con giornalisti amici






Movimento 5 Stelle (M5S)




Andrea Indini




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Published on November 11, 2018 00:28

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