Andrea Indini's Blog, page 102

January 19, 2019

L’autoconservazione delle élite Ue

I mea culpa di Juncker e Letta e le mosse di Moscovici per avere una poltrona a Parigi. I partiti anti sistema travolgono le élite che hanno contribuito a lanciarli






Unione europea (Ue)




Andrea Indini




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Published on January 19, 2019 07:38

January 15, 2019

I barchini carichi di immigrati: così "Barbanera" elude i controlli in Italia

Andrea Indini








Chi c'è dietro il business dei migranti dalla Tunisiavideo
Barchini carichi di immigrati

Quindici clandestini per traversata: vengono fatti sbarcare su tratti di costa prestabiliti. E poi da lì disparsi sul territorio. Così ci riempiono di stranieri


Usano gommoni carenati, dotati di potenti motori fuoribordo con cui sono in grado di coprire il tratto di mare che separa le due sponde del Mediterraneo. Gommoni e imbarcazioni che, "già introdotti illegalmente a Lampedusa", sono stati "già sottoposti a sequestro dalle Forze di Polizia". Nel giro di poche ore trasportano in Italia una quindicina di immigrati irregolari, oltre ad una quantità variabile di tabacchi che arriva anche a "raggiungere in alcuni casi il peso di qualche quintale". Per ogni traversata i clandestini pagano fino a 3.000 euro. La nuova tratta dei "viaggi fantasma" dalla Tunisia è stata portata alla luce da una maxi operazione denominata "Barbanera", che ha portato in carcere quattordici persone e al sequestro di beni per tre milioni di euro.


Gli sbarchi fantasma in Sicilia

Alcuni degli stranieri, che organizzano i "viaggi fantasma", sono stati bloccati al porto di Palermo agli ormeggi per l'imbarco. Erano su motonavi in partenza per la Tunisia. I finanzieri li hanno beccati con 30mila euro in contanti. Il giro del business dell'immigrazione, però, è molto più ampio. Lo dimostrano i beni sequestrati durante l'operazione di questa mattina: tre aziende del Trapanese riconducibili al promotore dell'organizzazione criminale (un ristorante, un cantiere nautico e una azienda agricola, oggetto del reimpiego degli illeciti proventi), nonché diversi immobili, automezzi e pescherecci per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro. Come riporta l'agenzia AdnKronos, i trafficanti di uomini che trasportavano i clandestini dalla riescono ad arrivare in Sicilia "eludendo i controlli della polizia" grazie all'aiuto di persone che "indirizzano gli sbarchi su tratti di costa prestabiliti" e garantiscono una veloce "dispersione" sul territorio. Non solo. Una volta allontanati dai controlli delle forze dell'ordine, l'organizzazione garantisce agli stranieri appena arrivati anche "la possibilità di un contratto di lavoro fittizio, anche di tipo stagionale".


I traffici di "Barbanera"

L'organizzazione ha basi operative a Mazara del Vallo, Marsala, Palermo, Lampedusa e Chebba, in Tunisia. Sfruttando la prossimità dell'isola di Lampedusa alle coste tunisine, con appena due pescherecci dislocati sull'isola pelagica i trafficanti di uomini riescono a portare (a gruppi di quindici) clandestini in Italia. L'operazione ha permesso di accendere i fari sul tunisino Moncer Fadhel, conosciuto anche come "Giovanni" o "Boulaya" e riconoscibile per la sua folta barba nera (da qui il nome dato all'operazione, "Barbanera" appunto). È lui l'indiscusso boss dell'organizzazione che, negli ultimi due anni, ha organizzato tutte le traversate via mare. Un'organizzazione che, a detta degli inquirenti, sarebbe anche "intenzionata a compiere atti estremamente cruenti". In alcune conversazioni telefoniche Moncer Fadhel ammette persio di aver personalmente sollecitato la falsificazione di verbali di arresto e di aver pagato una tangente ai funzionari locali della polizia tunisina di Kelibia in occasione del fermo di uno dei suoi uomini. Con lui lavora anche Khair Eldin Farhat, noto anche con il nome di "Karim". È quest'ultimo ad aver rubato le lance e i motori dal deposito dei natanti utilizzati dai flussi migratori per armare un motopesca tunisino e usarlo per portare i clandestini in Italia (guarda il video).


[[video 1629027]]


Uomini, sigarette e droga

Oltre al traffico di persone, l'organizzazione carica sui "barchini", che fanno la spola dalla Tunisia all'Italia, anche sigarette di contrabbando e sostanze stupefacenti. Uno degli affiliati è stato arrestato durante un controllo al casello autostradale di Buonfornello. Addosso gli agenti gli hanno trovato ben 30 chilogrammi di hashish che erano stati suddivisi in panetti preconfezionati. Le sigarette di contrabbando, invece, venivano vendute nei mercati rionali palermitani. Ed è lì che, a settembre e ottobre dell'anno scorso, sono stati arestate due persone che avevano con sé oltre 360 chilogrammi di tabacchi lavorati.





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Published on January 15, 2019 01:59

January 13, 2019

L'accerchiamento e poi il blitz: così gli 007 hanno catturato Battisti

Andrea Indini




L'operazione dell'intelligence: i pedinamenti, la fuga in Bolivia e il blitz. Partito per La Paz l'aereo che riporterà Battisti in Italia


La svolta è arrivata una settimana fa, quando Cesare Battisti è stato individuato con certezza in Bolivia. L'operazione che ha portato all'arresto del terrorista rosso è scattata a Santa Cruz. E ora l'Italia lo aspetta. "Stiamo lavorando da ieri notte per fare in modo che arrivi il prima possibile in Italia per scontare la sua pena", assicura il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Resta la rabbia per i decenni in cui questo assassino "è stato difeso e coccolato" e "si è goduto la vita in spiaggia, a Parigi, scrivendo, ballando e mangiando". "Quattro ergastoli è la storia di questo personaggio - taglia corto il vicepremier leghista - peccato essere arrivati dopo tanto tempo, ma meglio tardi che mai. Giustizia è fata".


"I nostri investigatori - fanno sapere al Giornale.it dal Viminale - non avevamo mai perso di vista Battisti... erano in attesa di poterlo ammanettare". Dopo anni di attesa, la svolta è arrivata con l'ascesa in Brasile di Jair Bolsonaro che da subito ha promesso che avrebbe "restituito" Battisti all'Italia come "regalo" per Salvini. "Il Brasile è stato determinante nell'operazione - fanno sapere fonti dell'intelligence all'agenzia AdnKronos - Bolsonaro lo ha costretto a fuggire, consentendo a noi di prenderlo". Un team composto dalla polizia italiana, dalla Criminalpol e dall'Antiterrorismo è andato, infatti, a rafforzare immediatamente la collaborazione con i colleghi di Brasilia, prima che il terrorista riuscisse a lasciare il Brasile. Una fuga durata solo alcune settimane perché, nel giro di poco tempo, è stato immediatamente individuato in Bolivia. Una settimana fa c'è stata poi l'accelerazione degli investigatori che, in accordo con le autorità locali, hanno preparato il blitz nel suo "rifugio". "Battisti è stato fermato in strada, non era armato e non ha opposto resistenza - fanno sapere al Giornale.it fonti del Viminale - ha parlato in portoghese per rispondere alla polizia e ha mostrato un documento brasiliano che confermava la sua identità". Si sentiva al sicuro, una volta entrato in Bolivia, ed era certo dell'aiuto del Paese sudamericano. Non poteva, infatti, sapere che gli aveva già voltato le spale.


Due uomini dell'Antiterrorismo e della Criminalpol sono sul posto. Un volo italiano, con a bordo uomini della Polizia e dell'intelligence, è subito partito per La Paz. Prima di riportare Battisti in Italia, come deciso dal Viminale in accordo con Giuseppe Conte, l'aereo avrebbe dovuto far tappa a Brasilia. Nel pomeriggio, però, è stato lo stesso presidente del Consiglio a sciogliere questo nodo decidendo di farlo rientrare già oggi direttamente dalla Bolivia, senza quindi passare dal Brasile. L'obiettivo, come ha confermato anche il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, è unicamente portare a casa l'estradizione nei tempi più rapidi possibili. "Battisti è un infame, un delinquente, un vigliacco che merita di finire i suoi giorni in galera. In Italia il prima possibile", ha commentato Salvini a Skytg24 augurandosi "che non ci sia qualche cantante, qualche politico o intellettuale" che si schieri dalla parte del terrorista.





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Published on January 13, 2019 08:53

La fuga in Bolivia, poi il blitz: così è stato preso Battisti. Forse domani già in Italia

Andrea Indini




L'operazione dell'intelligence: i pedinamenti, la fuga in Bolivia e il blitz. Partito per La Paz l'aereo che riporterà Battisti in Italia


La svolta è arrivata una settimana fa, quando Cesare Battisti è stato individuato con certezza in Bolivia. L'operazione che ha portato all'arresto del terrorista rosso è scattata a Santa Cruz. E ora l'Italia lo aspetta. "Stiamo lavorando da ieri notte per fare in modo che arrivi il prima possibile in Italia per scontare la sua pena", assicura il ministro dell'Interno Matteo Salvini. Resta la rabbia per i decenni in cui questo assassino "è stato difeso e coccolato" e "si è goduto la vita in spiaggia, a Parigi, scrivendo, ballando e mangiando". "Quattro ergastoli è la storia di questo personaggio - taglia corto il vicepremier leghista - peccato essere arrivati dopo tanto tempo, ma meglio tardi che mai. Giustizia è fata".


"I nostri investigatori - fanno sapere al Giornale.it dal Viminale - non avevamo mai perso di vista Battisti... erano in attesa di poterlo ammanettare". Dopo anni di attesa, la svolta è arrivata con l'ascesa in Brasile di Jair Bolsonaro che da subito ha promesso che avrebbe "restituito" Battisti all'Italia come "regalo" per Salvini. "Il Brasile è stato determinante nell'operazione - fanno sapere fonti dell'intelligence all'agenzia AdnKronos - Bolsonaro lo ha costretto a fuggire, consentendo a noi di prenderlo". Un team composto dalla polizia italiana, dalla Criminalpol e dall'Antiterrorismo è andato, infatti, a rafforzare immediatamente la collaborazione con i colleghi di Brasilia, prima che il terrorista riuscisse a lasciare il Brasile. Una fuga durata solo alcune settimane perché, nel giro di poco tempo, è stato immediatamente individuato in Bolivia. Una settimana fa c'è stata poi l'accelerazione degli investigatori che, in accordo con le autorità locali, hanno preparato il blitz nel suo "rifugio". "Battisti è stato fermato in strada, non era armato e non ha opposto resistenza - fanno sapere al Giornale.it fonti del Viminale - ha parlato in portoghese per rispondere alla polizia e ha mostrato un documento brasiliano che confermava la sua identità". Si sentiva al sicuro, una volta entrato in Bolivia, ed era certo dell'aiuto del Paese sudamericano. Non poteva, infatti, sapere che gli aveva già voltato le spale.


Due uomini dell'Antiterrorismo e della Criminalpol sono sul posto. Un volo italiano, con a bordo uomini della Polizia e dell'intelligence, è subito partito per La Paz. Ora bisognerà capire se Battisti farà tappa in Brasile oppure verrà riportato subito in Italia. È un nodo che verrà sciolto nelle prossime ore, ma con buona probabilità sarà riportato nel nostro Paese già domani. L'obiettivo, come mette in chiaro il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi, resta di ottenere l'estradizione nei tempi più rapidi possibili. "Battisti è un infame, un delinquente, un vigliacco che merita di finire i suoi giorni in galera. In Italia il prima possibile", tuona Salvini a Skytg24 augurandosi "che non ci sia qualche cantante, qualche politico o intellettuale" che si schieri dalla parte del terrorista.





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Published on January 13, 2019 01:43

January 10, 2019

Che errore la resa di Conte alla Ue

Finché l’immigrazione non sarà riportata nei confini della legalità, i porti non devono essere riaperti






immigrazione
accoglienza




Andrea Indini




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Published on January 10, 2019 07:15

Migranti, adesso Malta insulta: "Siamo sdegnati da Salvini"

Andrea Indini




Scontro a distanza tra Roma e la Valletta: si rinfacciano i mancati ricollocamenti. I maltesi: "Siamo sdegnati". Ma Salvini: "Non accetto lezioni"


Lo scontro tra Roma e la Valletta rischia di acuirsi nuovamente. Perché, dopo l'accordo notturno sugli immigrati della Sea Watch 3 e della Sea Eye che saranno accolti in Italia a spese della Chiesa Valdese, il governo maltese ha diramato una nota di fuoco per attaccare a testa bassa Matteo Salvini. Non solo hanno espresso "sdegno e sorpresa per le false accuse del ministro dell'Interno" italiano sui mancati ricollocamenti volontari degli stranieri sbarcati in Europa, ma hanno anche intimato al governo italiano di "astenersi dal ripetere affermazioni infondate". Dai maltesi, però, il vicepremier leghista non accetta lezioni e così gli ha ricordato che la musica è cambiata: "In Italia si arriva solo col permesso".


Un'ora e mezza di vertice notturno a Palazzo Chigi è bastata per risolvere il nodo degli immigrati sbarcati ieri a Malta. Il governo manterrà l'impegno ad accogliere donne bambini senza dividere nuclei familiari e li affiderà alla Chiesa Valdese che si è offerta di accoglierli senza oneri per lo Stato. In attesa del trasferimento dalla Valletta di queste persone, il premier Giuseppe Conte chiederà un incontro urgente con il commissario Ue, Dimitris Avramopulos, per far eseguire la ricollocazione degli oltre 200 immigrai che da agosto l'Italia aspetta che siano accolti dalla Germania, dall'Olanda e da altri sette Paesi europei che non hanno dato seguito agli impegni. Anche il governo della Valletta ha sempre fatto il furbo scampando, di volta in volta, i vari ricollocamenti imposti da Bruxelles. E, quando da Roma glielo hanno fatto notare, i maltesi sono andati su tutte le furie parlando di "segno" e "accuse false".


"Diversi giorni prima di questo caso - fanno sapere dalla Valletta - Malta aveva coordinato la prima ridistribuzione volontaria interna all'Unione europea". Il riferimento è al caso della nave Lifeline e all'accordo di spedire 50 immigrati in Italia. "Quando si è verificato il secondo caso (quello di Pozzallo, ndr) - continuano - Malta è stata la prima nazione a rispondere promettendo di accogliere dall'Italia, la stessa quota che l'Italia si era impegnata in precedenza ad accogliere". Così, ha deciso di "rispettare le quote senza effettuare concretamente lo scambio". Un pasticcio degno di questa Europa che non è mai riuscita a far rispettare le quote degli immigrati da ricollocare. I numeri, però, tornano a fatica. Perché la Valletta si è sempre svincolata dagli accordi sulla redistribuzione e per anni ha fatto in modo che i barconi si dirigessero verso le coste italiane anche quando l'sos veniva lanciato in acque di loro competenza. Per tutto questo, ora Salvini non intende accettare lezioni dai malesi. "La musica è cambiata, in Italia si arriva solo con il permesso - ha commentato il ministro dell'Interno - abbiamo già accolto anche troppo, che gli altri si sveglino".





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Published on January 10, 2019 01:41

January 9, 2019

Migranti in Italia, Salvini blocca tutto: "Non consultato, non autorizzo niente"

Andrea Indini




Accordo Ue sulla Sea Watch. Il M5s plaude a Conte. L'ira di Salvini: "Non autorizzo a farli arrivare". Fdi accusa: "Chi ha deciso?". In serata il vertice di governo


"Non penso che l'esecutivo sia a rischio...". Quando lo raggiunge la notizia dell'accordo con l'Unione europea sulla redistribuzione dei 49 immigrati che si trovavano a bordo della Sea Watch e della Sea Eye, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti si trova a un evento al Miur. Nell'immediato cerca di stoppare qualsiasi voce di crisi di governo, poi però si affretta a mettere in chiaro che la vicenda non è affatto risolta. Il dubbio, però, resta. E si fa strada soprattutto dopo che il presidente della Commissione per le Politiche europee della Camera, il grillino Sergio Battelli, si è messo pubblicamente a ringraziare Giuseppe Conte per la sua mediazione con Bruxelles. "Chi ha deciso per l'Italia?", si chiedono nel partito di Giorgia Meloni. Matteo Salvini dice chiaramente di non essere stato consultato: "Io non autorizzo niente, vediamo se arrivano...".


"Chi ha deciso che l'Italia dovrà farsi carico di una parte degli immigrati delle navi Ong Sea Watch e Sea Eye?". Il primo a sollevare i dubbi è il capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. L'annuncio del premier maltese Joseph Muscat arriva, infatti, dopo ore di tensioni all'interno del governo. Con Conte, che si era addirittura detto pronto ad andare a recuperare personalmente gli immigrati in mare con un aereo, e Salvini, che aveva ribadito il pugno duro annunciando nuove espulsioni. Poi la doccia fredda: la conferenza stampa di Muscat e l'annuncio (a sorpresa) di un accordo con Bruxelles che chiama in causa anche l'Italia. "Delle due l'una - accusa Lollobrigida - o ancora una volta la nostra Nazione è stata messa all'angolo e costretta a subire l'ennesima ingerenza dell'Europa, o qualcuno in Italia ha stabilito di sconfessare le parole del ministro dell'Interno autorizzando l'accordo con Malta".


Che dietro all'accordo con Bruxelles ci sia la mediazione di Conte sono gli stessi grillini a dirlo in chiaro. "L'Europa che voglio elabora strategie comuni, rapidamente non dopo settimane", ha twittato Battelli a caldo mentre Salvini, che quando l'accordo è stato annunciato si trovava in Polonia, ha promesso di non mollare: "Non sono stato consultato. Se ci deve essere una condivisione nel governo ci deve essere prima di prendere le decisioni". L'arrivo dei quindici immigrati, annunciato da Muscat in conferenza stampa, si ferma così alla porta del Viminale. Non uno soltanto di questi, è la promessa del leader leghista, entrerà mai in Italia. Anche perché, dopo che in estate l'Unione europea si era impegnata per redistribuire i 500 immigrati sbarcati in Italia, le promesse sono rimaste appese al palo. "I Paesi europei "adempiano ai propri compiti - ha detto Salvini - poi parliamo dell'Italia".


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Dopo lo strappo di oggi, il governo rischia fibrillazioni non indifferenti. "È meglio il clima sotto la neve qui a Varsavia che quello a Roma...", ha detto Salvini poco prima di ripartire per l'Italia. E, sebbene Giorgetti abbia più volte allontanato l'ipotesi di una crisi di governo, gli occhi di tutti sono puntati sul Viminale. In serata ci sarà un vertice di governo. Lo stesso vicepremier ha infatti detto che "serve un chiarimento" all'interno del governo.


"Salvini dimostri che le sue non sono solo parole da pubblicare sui social e si opponga con i fatti - lo sfidano ora da Fratelli d'Italia - noi siamo pronti ad aiutarlo". Per il capogruppo dem alla Camera, Graziano Delrio, le parole di chiusura del vicepremier leghista nei confronti dell'intesa con l'Europa "sono una vera e propria sfiducia per Conte".





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Published on January 09, 2019 06:48

Migranti, scontro Salvini-Conte poi la resa dell'Italia a Bruxelles

Andrea Indini




Il caso Sea Watch fa saltare i nervi del governo. Conte: "Vado a prendere i migranti in aereo". Salvini lo stoppa, ma poi l'Italia cede: 15 saranno portati in Italia


È, ancora una volta, il nodo immigrazione a far salire la tensione nel governo gialloverde. Solo che, a questo giro, l'opposizione alla linea dura imposta da Matteo Salvini si è messo a farla Giuseppe Conte. Sul tavolo del premier c'è da qualche giorno il destino degli immigrati soccorsi dalla Sea Watch al largo delle coste libiche. Voleva portarne una quindicina in Italia malgrado la ferma contrarietà del vicepremier leghista. "Se non li faremo sbarcare, li andrò a prendere con l'aereo e li porterò (in Italia, ndr)", aveva annunciato ieri sera a Porta a Porta scatenando l'ira di Salvini. Il cui stop, però, è stato superato dall'accordo raggiunto con Malta: l'ong tedesca sbarcherà alla Valletta, ma gli immigrati saranno distribuiti in otto Paesi. Italia compresa.


Le sorti della Sea Watch dividono i due azionisti della maggioranza da venerdì scorso. Tanto che, nella prima occasione di incontro, il Consiglio dei ministri che si è tenuto lunedì sera per predisporre un intervento del governo su Carige, il problema non è stato nemmeno accennato. Le divisioni tra i due partiti erano, infatti, così nette che Conte ha preferito rimandare lo scontro. Ma solo di qualche ora. Le lacerazioni sono maturate ed esplose ieri sera in un botta e risposta durissimo. A scatenarlo è stato proprio il premier con una presa di posizione senza precedenti. "Non ha più senso tenere in mare quelle persone - ha detto - c'è un limite oltre il quale non si può andare...". Quindi, ha rincarato la dose: "Salvini è una persona ragionevole ma se marchiamo nel segno dell'eccezionalità un intervento di questo tipo non credo che la politica del governo possa essere tacciata di incoerenza". Nel giro di pochi minuti Salvini ha fatto una diretta su Facebook per mettere in chiaro che no avrebbe mai dato l'ok allo sbarco. "Nemmeno se mi si dice è in via eccezionale".


Per Salvini qualsiasi "cedimento riaprirebbe le porte al traffico di essere umani gestito dai mafiosi e dagli scafisti". Per questo era fermamente intenzionato a non cambiare posizione. I numeri, d'altra parte, sono dalla sua parte. Dall'inizio dell'anno non c'è stato un solo sbarco. Non un solo immigrato ha messo piede sul territorio italiano. L'anno scorso, quando al governo c'era il Pd con Paolo Gentiloni e al Viminale sedeva Marco Minniti, erano già arrivati 453 clandestini. Un risultato storico che trova anche il favore degli italiani. "Altro che farne sbarcare altri o andarli a prendere con barconi e aerei, stiamo lavorando per rimandarne a casa un bel po'", ha ribadito oggi prima che Malta annunciasse l'accordo raggiunto con Bruxelles. Un'intesa che redistribuisce i 49 immigrati a bordo della Sea Watch e della Sea Eye in otto Paesi europei e impegna l'Italia a farsene carico di ben quindici. Al momento dell'annuncio Salvini si trovava in Polonia. La sua reazione è stata tutt'altro che pacata. "Mentre qui parliamo di protezione delle frontiere esterne dell'Europa e di sicurezza - ha attaccato - a Bruxelles fanno finta di non capire e agevolano il lavoro di scafisti e Ong".


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Published on January 09, 2019 05:40

Migranti, Salvini zittisce Conte: "Altro che prenderli in aereo, ne rimando a casa un bel po'"

Andrea Indini




Il caso Sea Watch fa saltare i nervi del governo. Conte: "Vado a prendere i migranti in aereo e li porto in Italia". Ma Salvini lo stoppa: "Io non mollo"


È, ancora una volta, il nodo immigrazione a far salire la tensione nel governo gialloverde. Solo che, a questo giro, l'opposizione alla linea dura imposta da Matteo Salvini si è messo a farla Giuseppe Conte. Sul tavolo del premier c'è da qualche giorno il destino degli immigrati soccorsi dalla ong tedesca Sea Watch al largo delle coste libiche. Vorrebbe portarne una quindicina in Italia malgrado la ferma contrarietà del vicepremier leghista. "Se non li faremo sbarcare, li andrò a prendere con l'aereo e li porterò (in Italia, ndr)", ha annunciato ieri sera a Porta a Porta scatenando l'ira di Salvini. Che oggi lo ha zittito con un tweet: "Altro che farne sbarcare altri o andarli a prendere con barconi e aerei, stiamo lavorando per rimandarne a casa un bel po'".


Le sorti della Sea Watch dividono i due azionisti della maggioranza, M5s e Lega, da venerdì scorsa. Tanto che, nella prima occasione di incontro, il Consiglio dei ministri che si è tenuto lunedì sera per predisporre un intervento del governo su Carige, il problema non sarebbe nemmeno stato accennato. Le divisioni tra i due partiti sono, infatti, così nette che Conte ha preferito rimandare lo scontro. Ma solo di qualche ora. Le lacerazioni sono maturate ed esplose ieri sera in un botta e risposta durissimo tra Conte e Salvini. A scatenarlo è stato proprio il premier con una presa di posizione senza precedenti. "Non ha più senso tenere in mare quelle persone - ha detto - c'è un limite oltre il quale non si può andare...". Quindi, ha rincarato la dose: "Salvini esprime una linea condivisa dal governo. È una persona ragionevole ma se marchiamo nel segno dell'eccezionalità un intervento di questo tipo non credo che la politica del governo possa essere tacciata di incoerenza". Nel giro di pichi minuti Salvini ha fatto una diretta su Facebook per mettere in chiaro che "non cambiera mai idea". "Chi ha veramente a cuore il futuro di migliaia di africani deve evitare che qualsiasi barcone arrivi in Italia", ha scandito il vicepremier leghista garantendo che "non darà mai l'ok" a uno sbarco. "Nemmeno se mi si dice è in via eccezionale", ha aggiunto con riferimento diretto a quanto detto da Conte.


Per Salvini "un cedimento oggi da parte di chiunque significherebbe riaprire le porte al traffico di essere umani gestito dai mafiosi e dagli scafisti". Per questo è fermamente intenzionato a non cambiare posizione. I numeri, d'altra parte, sono con lui. Dall'inizio dell'anno non c'è stato un solo sbarco. Non un solo immigrato ha messo piede sul territorio italiano. L'anno scorso, quando al governo c'era il Pd con Paolo Gentiloni e al Viminale sedeva Marco Minniti, erano già sbarcati 453 clandestini. Un risultato storico che trova anche il favore degli italiani. Per questo Salvini non arretrerà di un millimetro. "Altro che farne sbarcare altri o andarli a prendere con barconi e aerei - ha ribadito oggi - stiamo lavorando per rimandarne a casa un bel po'". E se qualcuno, anche all'interno del governo, fosse tentato di cedere alle imposizioni dell'Unione europea, dei trafficanti e delle Ong, il leader leghista gli ricorda che non farebbe "un buon servizio né a quelle donne e quei bambini, né all'Italia, né al continente africano". "Poi - ha concluso - ognuno si prende le responsabilità delle sue scelte".


Altro che farne sbarcare altri o andarli a prendere con barconi e aerei, stiamo lavorando per rimandarne a casa un bel po’
Scafisti e terroristi: a casa!!!https://t.co/Nzj832EYVR


— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) 9 gennaio 2019





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Published on January 09, 2019 01:00

January 8, 2019

Migranti, zero sbarchi da inizio anno: col Pd erano già arrivati in 453

Andrea Indini




La linea dura funziona: nel 2019 non c'è stato ancora uno sbarco. È il 100% in meno rispetto ai governi Pd. E ora Salvini è più determinato a non mollare


Gli immigrati a bordo della Sea Watch restano in balia del Mediterraneo. E Matteo Salvini può festeggiare un successo che nessun governo era riuscito a ottenere prima di oggi. Da inizio anno gli sbarchi stanno a zero. Non un solo immigrato clandestino ha messo piede sul terreno italiano. È il 100 per cento in meno rispetto allo scorso anno quando al governo c'era il Pd con Paolo Gentiloni e al Viminale sedeva Marco Minniti.


"Sono al lavoro dall'inizio dell'anno 2019 per diminuire ancora gli sbarchi, agevolare gli arrivi via aereo di chi scappa davvero dalla guerra con i confermati corridoi umanitari, moltiplicare le espulsioni". Su Facebook Salvini tira le somme della pugno duro contro l'immigrazione clandestina. Un'inversione di rotta rispetto ai precedenti governi di sinistra che ha portato ad azzerare completamente gli sbarchi. L'anno scorso, per esempio, nel giro di una settimana (la prima del 2018) erano già sbarcati 453 clandestini. Quest'anno neanche uno. "Con scafisti e trafficanti nessuna complicità". Il vice premier leghista incassa così un risultato importante proprio mentre si moltiplicano gli sforzi dell'Unione europea per trovare una soluzione alle due navi ancora in balia delle acque del Mediterraneo e gli appelli di papa Francesco che ieri ha richiamato "l'attenzione dei governi affinché si presti aiuto a quanti sono dovuti emigrare".


Nonostante le continue pressioni da Bruxelles e dal Vaticano, Salvini non ha mai arretrato di un millimetro. Anzi, nelle ultime ore, ha anche ribattuto a muso duro: "Possono farmi tutti gli appelli che vogliono ma non cambio idea. Aspettiamo novità da Malta, Berlino o Amsterdam". Dal Viminale è stata, infatti, ribadita la contrarietà del titolare dell'Interno a qualsiasi arrivo via mare in Italia. Il suo obiettivo è, infatti, bloccare (una volta per tutte) il traffico di esseri umani che arricchisce scafisti, mafiosi e trafficanti. "La soluzione - viene spiegato all'agenzia LaPresse da fonti vicine al leader leghista - sono i corridoi umanitari via aereo per chi scappa davvero dalla guerra". Anche l'accoglienza di quindici famiglie, così come suggerivano Luigi Di Maio e Giuseppe Conte, che ipotizzavano di aprire a donne, bambini e ai rispettivi papà, sarebbe stato per Salvini "un segnale di cedimento che farebbe dire agli scafisti '10 oggi, 15 domani, vediamo... Continuiamo a prenderli'".


Insomma, i porti restano chiusi. Una politica che mette i vertici di Bruxelles con le spalle al muro e li inchioda alle proprie responsabilità. "Stiamo consumando i telefoni...", si è lasciata scappare la portavoce Margaritis Schinas che nelle ultime ore è tornata a chiedere "più solidarietà agli Stati membri". Per l'Italia, però, il tempo dell'accoglienza indiscriminata è ormai finito.





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Published on January 08, 2019 01:24

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Andrea Indini
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