Andrea Indini's Blog, page 94
May 26, 2019
Elezioni europee, Lega primo partito. Il M5s crolla e il Pd lo supera

Salvini esulta: "Grazie Italia". Molto male il M5s: sprofonda al 17,04%. FI all'8,77% e FdI al 6,45%. Ecco tutti i risultati
Al termine di una campagna elettorale infuocata, che ha messo a durissima prova la tenuta del governo gialloverde, Matteo Salvini porta la Lega a stravincere le elezioni europee incassando un risultato storico (leggi qui i risultati). A farne le spese è Luigi Di Maio che vede il Movimento 5 Stelle sbriciolarsi e farsi addirittura superare da Nicola Zingaretti e dai democrat. Nell'esecutivo si ribaltano così i rapporti di forza tra i due alleati che da domani torneranno ad affrontarsi dopo essersi divisi su qualsiasi misura da approvare. "Questo risultato - fanno subito notare i big del Carroccio - ci dà più forza per mettere al centro dell'agenda politica le nostre proposte".
"Una sola parola - scrive Salvini su Facebook mentre lo spoglio è ancora in corso - grazie Italia". Con una fortissima crescita rispetto alle elezioni politiche dell'anno scorso, la Lega ha raddoppiato i propri voti arrivando a prendere oltre il 34%. Un vero e proprio balzo in avanti rispetto alle elezioni politiche del 4 marzo del 2018 quando alla Camera aveva incassato il 17,4%. "È chiaro che gli italiani si aspettano che ora il pallino sarà in mano alla Lega e starà a Salvini decidere", mettono le mani i vertici di via Bellerio. E, sebbene si affrettino tutti ad assicurare che "nom è all'ordine del giorno chiedere poltrone né cambiare il premier", qualcosa stanotte si è rotto nel governo. Perché, in poco più di un anno, a bruciare una valanga di voti è stato il M5s a guida Di Maio che, dopo aver portato a casa il 32,7% dei consensi alle ultime elezioni politiche, quasi dimezzato i propri consensi sprofondando al 17,04%. Una vera e propria emorragia di voti che ha portato i dem guidati da Zingaretti a superare i grillini incassando il 22,75% delle preferenze. Fonti accreditate del Nazareno sottolineano che, dopo cinque anni, "si è invertita la tendenza" e il Pd "è tornato a crescere". E adesso preme per tornare alle urne.
Dalle europee emerge un centrodestra sicuramente rafforzato. E Forza Italia, che ha incassato l'8,77%, rimarca che questa è la sola "alternativa al governo gialloverde". Una soluzione auspiacata anche Fratelli d'Italia che alle elezioni politiche dell'anno scorso aveva il 4,3% delle preferenze e ora è salita al 6,45%. "I patrioti italiani sbarcano nel parlamento europeo", commenta con soddisfazione Giorgia Meloni. A conti fatti fatti la coalizione, che tiene in pugno la maggior parte delle Regioni del Nord Italia e governa in altrettante nel resto d'Italia, potrebbe contare, in caso di elezioni anticipate, su un tesoretto di voti che si aggira tra il 45 e il 50% delle preferenze. "La sfida adesso è quella di un governo sovranista", commenta il capogruppo di FdI alla Camera, Francesco Lollobrigida, invocando elezioni anticipate. Per il momento, però, sembra che Salvini non abbia intenzione di staccare la spina al governo: "Per me a livello nazionale non cambia nulla". E già rilancia sulla flat tax al 15%. "Ovviamente non subito per tutti, ma la priorità è questa".
Speciale:
Elezioni Europee 2019 focus
Persone:
Silvio Berlusconi
Matteo Salvini
Luigi Di Maio
Giorgia Meloni
Nicola Zingaretti
May 24, 2019
I 5 mali d'Europa da sconfiggere
Dalle politiche migratorie ai vincoli economici: ecco tutti i mali (e gli errori) di Bruxelles
Unione europea (Ue)
Andrea Indini

Elezioni Europee 2019 focus
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May 22, 2019
I sei ultrà pro immigrazione dietro l'attacco Onu a Salvini

Professionisti dell'immigrazione, fondatori di ong e esponenti della sinistra: ecco chi sono gli autori della lettera contro il decreto Sicurezza bis
Dietro l'ultimo assalto delle Nazioni Unite all'Italia ci sono sei ultrà dell'accoglienza, professionisti dell'immigrazione che non vedono di buon occhio le politiche restrittive messe in atto da Matteo Salvini. I loro nomi non sono noti ai più, ma hanno tutti quanti un passato impegnato a favorire le frontiere aperte e la libera circolazione delle persone da un Paese all'altro. La scorsa settimana hanno firmato una lettera che chiede al governo italiano di ritirare le direttive del Viminale sulle operazioni di salvataggio in mare e di interrompere immediatamente l'iter di approvazione del decreto Sicurezza bis.
La lettera dell'Onu, pubblicata in versione integrale sul sito della ong Mediterranea Saving Humans (leggi qui), è un attacco durissimo al governo italiano e, in modo particolare, a Salvini accusato, senza troppi giri di parole di mettere "a rischio i loro diritti umani, inclusi i richiedenti asilo", di fomentare "il clima di ostilità e xenofobia" e di violare "le convenzioni internazionali". Le undici pagine sono state inviate dal capo delle Special Procedures dell'Alto Commissariato per i Diritti Umani, Beatriz Balbin, all'ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Gian Lorenzo Cornado, affinché la trasmetta al ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi. L'obiettivo è fare pressioni sull'esecutivo proprio metre questo sta limando il decreto Sicurezza bis che introduce sanzioni e confisca per le imbarcazioni che per salvare gli immigrati violano i divieti imposti dal nostro Paese (leggi qui la bozza). "È stato ampiamente documentato in diversi report dell'Onu che i migranti in Libia sono soggetti ad abusi, torture, omicidi e stupri - scrive l'Alto Commissariato - quindi la Libia non può essere considerata un place of safety (porto sicuro, ndr) per lo sbarco".
Quella inviata dall'Onu lo scorso 15 maggio non è la prima comunicazione ufficiale contro l'Italia. Già nel 2018 erano stati fatti due richiami, sempre sul tema dell'immigrazione. Quello che stupisce sono i nomi dei sei firmatari. Non si tratta di funzionari super partes ma di veri e propri professionisti dell'immigrazione che tifano per i porti aperti e che vorrebbero che le navi delle ong tornassero a solcare i mari per evitare che la Marina Militare libica fermi le partenze riportando indietro i clandestini che si imbarcano alla volta delle coste italiane. Tra questi troviano Michel Forst, membro della ong "Front Line Defenders" che ha sede a Dublino; Maria Grazia Giammarinaro, ex capo dell'ufficio legislativo e consigliere del ministro per le Pari opportunità dal 1996 al 2001 con Anna Finocchiaro (Pds); Laura Balbo della Federazione dei Verdi; Katia Bellillo, che ha un passato nei Comunisti italiani e poi nel Partito democratico; Felipe González Morales; Nils Melzer; E. Tendayi Achiume e Obiora C. Okafor. Con un colpo a gamba tesa senza precedenti, hano chiesto apertamente all'esecutivo gialloverde di "fermare immediatamente il processo di approvazione del decreto Sicurezza bis". Un'ingerenza senza precedenti che mina, ancora una volta, l'imparzialità delle Nazioni Unite.
Tag:
Nazioni Unite
immigrazione
Persone:
Matteo Salvini
May 21, 2019
Lo schiaffo del Tar al Viminale: riaperta l'accoglienza a Riace

Dopo l'ondata di inchieste e di arresti, il Viminale blocca i finanziamenti per l'accoglienza. Ma il Comune di Mimmo Lucano fa ricorso e il Tar li riattiva
Nonostante sul modello Riace penda un processo pesantissimo, che nei mesi scorsi ha travolto il sindaco Mimmo Lucano con una sfilza di accuse infinite, il Tar ha deciso di riattivare il business degli immigrati nella città in provincia di Reggio Calabria. È stato, infatti, accolto il ricorso presentato dal vice sindaco Giuseppe Gervasi contro la decisione del Viminale di escludere il piccolo Comune della Locride dal Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar). Una mossa che riapre i rubinetti e fa tornare a scorrere nelle casse del municipio i finanziamenti pubblici destinati all'accoglienza.
Solo pochi giorni fa il gup di Locri aveva rinviato a giudizio Lucano e le altre 29 persone coinvolte nell'inchiesta "Xenia" che aveva scoperchiato un vero e proprio sistema che per anni ha aiutato gli immigrati ad entrare illegalmente nel nostro Paese. Fra i tanti reati contestati, oltre appunto al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, ci sono l'associazione per delinquere, la truffa con corrispondente danno patrimoniale per lo Stato, l'abuso d'ufficio, il peculato, la concussione, la frode in pubbliche forniture e il falso. L'11 giugno ci sarà la prima udienza di un processo che la sinistra ha già definito "politico" ma che, in realtà, scoperchia tutto il buonismo progressista e svela i traffici per agevolare gli ingressi irregolari in Italia, contravvenendo qualsiasi tipo di legge. Nonostante queste premesse, il Tar ha deciso di dare ragione al vice sindaco Gervasi che il primo gennaio scorso aveva presentato un ricorso contro la decisione del ministero dell'Interno di escludere il Comune dal sistema di accoglienza.
"Il ministero (dell'Interno, ndr) - è l'accusa mossa dall'associazione 'Italia stato di diritto' - avrebbe dovuto mettere il Comune in condizioni di rimediare alle criticità del suo operato e così cercare di conservare i finanziamenti ottenuti". Il tribunale amministrativo della Calabria gli ha dato ragione e ha rinfacciato al Viminale di non aver contestato al Comune di Riace le irregolarità rilevate nè di avergli mai assegnato, così come avrebbe dovuto, un termine per ottemperare. Non solo. I giudici del Tar hanno anche contestato al dicastero guidato da Matteo Salvini di aver "improvvisamente attribuito a comportamenti del Comune che ben conosceva da tempo, una portata impeditiva della prosecuzione del progetto, con una contraddittoria e destabilizzante inversione di rotta rispetto al passato". Subito dopo il verdetto del Tar è arrivata la reazione del Viminale con le parole dello stesso ministro Salvini: "Noi andiamo avanti, tenendo i porti chiusi, salvando vite, espellendo i delinquenti che aggrediscono, spacciano e stuprano. Abbiamo - ha continuato - il 90% di sbarchi in meno, abbiamo dimezzato i morti. Abbiamo 70mila immigrati in meno ospiti in Italia a spese degli italiani, i reati calano del 10%. Quindi, se mi fanno forza i porti oltre che in Italia li chiudo anche in Europa".
Lucano, che mesi sta portando avanti una battaglia personale contro Salvini, ha esultato non appena è venuto a conoscenza del dispositivo del Tar. "Le persone sono state trasferite e i danni sono stati fatti", ha commentato. "Ma almeno si ristabilisce dal punto di vista amministrativo un po' di giustizia". In realtà la giustizia si ristabilirà solo alla fine del processo che vedrà proprio il sindaco (sospeso) sul banco degli imputati.
Tag:
tar
immigrazione
accoglienza
Persone:
Mimmo Lucano
Luoghi:
Riace
May 20, 2019
Le trame dei grillini sulla pelle degli italiani
Dalla sicurezza alla flat tax, i grillini lavorano dietro le quinte per boicottare le misure del Carroccio. Ecco cosa sta succedendo nel governo
Movimento 5 Stelle (M5S)
Lega (Partito politico)
governo
Andrea Indini

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sulla pelle degli italiani
Persone:
Matteo Salvini
Luigi Di Maio
Sea Watch, Salvini contro Patronaggio: "Denuncio chi ha aperto i porti"

Il procuratore fa sbarcare i migranti della Sea Watch senza avvisare il Viminale. L'ira di Salvini: "Così agevola l'immigrazione clandestina"
"È un Paese strano...". Matteo Salvini non si lascia andare allo sconforto, ma è ancora visibilmente irritato per quanto accaduto ieri. Lo sbarco non programmato degli immigrati che si trovavano a bordo della Sea Watch avrà sicuramente conseguenze pesanti. Contestualmente al sequestro della nave, la procura di Agrigento guidata da Luigi Patronaggio ha chiesto di trasbordare i clandestini e affidarli alla Questura, andando contro la volontà del ministro dell'Interno che lo è venuto a sapere a cose fatte, mentre era ospite di Giletti a Non è l'Arena (guarda il video). "Se c'è favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, chiunque agevoli sbarchi di immigrati irregolari dovrà vedersela con la legge", ha avvertito il vicepremier leghista rispondendo ai microfoni di Coffee break alla domanda se avesse intenzione di denunciare Patronaggio.
Per Salvini far scendere altri immigrati dalle navi delle ong è "un segnale pericoloso" perché, "se gli scafisti vedono che ce la fanno, mettono altre donne e bambini in acqua". Il colpevolo, a questo giro, ha un nome e un cognome: Luigi Patronaggio, il procuratore di Catania che in passato aveva già indagato il ministro dell'Interno accusandolo di sequestro di persona per il caso della nave Diciotti. "Non gli sono in massima simpatia", ha ironizzato il vice premier leghista che sull'affaire Sea Watch vuole andarci a fondo prima di tutto per capire se dietro c'è la manina dei Cinque Stelle e in secondo luogo per inchiodare la magistratura ai propri blitz che valicano l'operato del governo. "Il procuratore ha preso questa iniziativa, senza avvisare il ministro dell'Interno che non ha dato alcuna autorizzazione", ha denunciato il vice premier leghista su La7. "Se c'è favoreggiamento, chiunque agevoli gli sbarchi di immigrati irregolari dovrà vedersela con la legge".
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Ora che la Sea Watch 3 è stata sequestrata, Salvini pretende dalla procura di Catania un'azione eclatante per mettere fuori gioco l'ong tedesca. La stessa imbarcazione era già stata sequestrata. Eppure, una volta tornata in libertà, aveva ripreso le scorribande nel Mar Mediterraneo. "Le navi pirata illegali - ha intimato a Coffee break - devono essere messe in condizioni di non essere più utilizzate". E alle politiche buoniste dei "porti aperti", ha quindi contrapposto le politiche del rigore. Che fin qui "hanno salvato vite". E, snocciolando i dati del Viminale, ha zittito chi in queste ore continua a criticarlo: "I numeri dicono che grazie alla politica del rigore e dei porti chiusi abbiamo ridotto del 90% i morti e i dispersi in mare e non solo gli sbarchi. I porti aperti creavano il disastro, come ricorda Papa Francesco, la politica dell'attenzione salva vite".
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immigrazione
sbarchi
sea watch
Persone:
Matteo Salvini
Luigi Patronaggio
May 17, 2019
Transenne contro i poliziotti: ormai è caccia aperta a chi veste la divisa

Boom di attacchi alle forze dell'ordine. Nel decreto Sicurezza bis norme ad hoc contro gli aggressori. Ma i grillini boicottano il provvedimento
Le aggressioni alle nostre forze dell'ordine continuano ad aumentare. Basta guardare i numeri snocciolati oggi dal ministero dell'Interno per capire che ci troviamo davanti a un odio senza precedenti. I poliziotti e i carabinieri vengono continuamente presi di mira e attaccati con una violenza inaudita. Molti di loro finiscono addirittura in ospedale per le ferite riportate in questi attacchi. Soltanto nei primi quattro mesi dell'anno si parla di quasi mille agenti colpiti senza pietà. "Nel dl Sicurezza bis - fanno sapere dal Viminale - è previsto, tra le altre cose, un inasprimento delle pene per chi aggredisce le forze dell'ordine". Peccato che il decreto sia tenuto in ostaggio dai Cinque Stelle che ne osteggiato l'approvazione.
L'ultimo attacco è di ieri sera. A Napoli un centinaio di esponenti dei centri sociali napoletani si sono radunati per contestare Matteo Salvini (guarda il video), giunto in città per partecipare al comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Quando il vice premier leghista ha lasciato il palazzo di governo, all'angolo tra piazza del Plebiscito e piazza Trieste e Trento, i manifestanti hanno attaccato le forze dell'ordine che erano state schierate in assetto antisommossa perché si temevano scontri. "Fascisti di merda", "Bastardi" e "Maledetti celerini", hanno urlato gli antagonisti prima di iniziare la carica. Contro gli agenti è volato di tutto. I più facinorosi ha anche usato le transenne per sfondare il cordone della polizia (guarda il video) e raggiungere la Prefettura, ma sono stati subito respinti anche con manganelli. Uno degli agenti in servizio è stato ferito gravemente: lo hanno colpito alla testa e lo hanno lasciato sanguinante in mezzo ai tafferugli. "Vedere il volto insanguinato del nostro collega – afferma Giovanni Panico, segretario regionale della Fsp Campania – è solo l'ultimo motivo di sconforto".
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Ormai basta un'occasione qualunque per scatenare il solito odio di centri sociali, antagonisti e no global contro chi indossa una divisa. "Non è la prima volta che accade una cosa del genere, anzi fa notizia quando tutto scorre liscio", si è lamentato il segretario generale provinciale del Coisp, Giuseppe Raimondi. "I poliziotti, i carabinieri o chiunque indossi una divisa, restano obiettivi della furia cieca di questi pseudo manifestanti, anzi di delinquenti della peggiore specie che non hanno esitato a lanciare transenne stradali in testa ai poliziotti". Come fa notare anche Stella Cappelli, segretario generale della Fsp, le forze dell'ordine sono diventati gli "incolpevoli bersagli di frustrazioni, malumori, contestazioni che in alcun paese che possa dirsi civile possono tramutarsi in disprezzo per chi fa solo il suo lavoro". E questo continuerà a verificarsi finché ci saranno forze politiche che giustificano le violenze contro le forze dell'ordine e coccolano che le aggredisce.
I numeri di questo massacro silenzioso sono drammatici. E si fanno sempre più allarmanti. Nel primo quadrimestre del 2019, secondo l'ultimo report del ministero dell'Interno, sono stati feriti 248 poliziotti e 615 carabinieri. Nello stesso periodo dell'anno precendente erano stati 188 i poliziotti e 328 i carabinieri aggrediti durante i servizi operativi. I dati complessivi segnano 863 feriti rispetto ai 516 dell'anno precedente. Si tratta di un incremento di 347 unità in questo inizio anno. "Nel decreto Sicurezza bis - osservano fonti del Viminale - è previsto, tra le altre cose, un inasprimento delle pene per chi aggredisce le forze dell'ordine". A chiedere leggi più severe e una certezza della pena per chi delinque sono gli stessi agenti che troppo spesso assistono a processi troppo benevoli nei confronti di chi li attacca. Il dl Sicurezza bis potrebbe essere appunto una risposta concreata a queste esigenze. Mancano ancora alcune limature di natura tecnica, ma il provvedimento è solido. Ha, tuttavia, bisogno soltanto dell'accordo politico. "Il Movimento 5 Stelle sta con i violenti che attaccano le forze dell'ordine, come è successo anche ieri sera a Napoli, o con polizia e carabinieri?", si chiedono al Viminale. "Sta con chi difende i confini o con gli scafisti? Sta con gli inquirenti che vogliono sbattere in galera i condannati o con i criminali a spasso perché non ricevono le notifiche dai tribunali?".
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forze dell'Ordine
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sicurezza
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Matteo Salvini
Migranti, Salvini: "Sono stufo di mantenere un esercito di rompicoglioni"

Le incursioni delle ong sono riprese, ma il M5s bloccano il dl Sicurezza. L'ira di Salvini: "I migranti vanno mandati a casa uno per uno"
Nei giorni scorsi Matteo Salvini lo aveva pronosticato. "Fra qualche giorno - aveva detto - ricomincerà il balletto...". E oggi, puntualmente, la Sea Watch 3 è arrivata al limite delle acque territoriali italiane. L'imbarcazione, diretta verso Lampedusa, è stata diffidata dalla Guardia di finanza e dalla Capitaneria di porto, che hanno raggiunto la nave, di fare ingresso nelle acque territoriali. E, mentre all'orizzonte si profila l'ennesimo braccio di ferro per sistemare i 65 immigrati che si trovano a bordo della nave dell'ong tedesca, ilministro dell'Interno non fa più nulla per mascherare la propria insofferenza verso un sistema che non regge: "Sono stufo di mantenere un esercito di rompicoglioni che vengono qua a spacciare, rubare, stuprare, aggredire. A casa uno per uno".
A una settimana dalle elezioni europee sale l'attesa per il prossimo Consiglio dei ministri. Una riunione annunciata che, come fanno sapere all'agenzia Lapresse fonti di governo, dovrebbe svolgersi nella serata di lunedì. Ma il chiarimento tra Salvini e Di Maio è sempre più in forse. A pesare, tra le altre cose, è lo stop al decreto Sicurezza bis, osteggiato sia dai Cinque Stelle sia dai tecnici di Palazzo Chigi. Secondo fonti pentastellate sul provvedimento ci sono molte "criticità che dovranno essere risolte da ulteriori tavoli" che "saranno più di uno". Nel mirino le multe alle Ong in acque non italiane, che cozzerebbero con i trattati internazionali. In più i tecnici del Mit avrebbero rilevato la palese incostituzionalità dell'articolo 2, quello sulle competenze che dovrebbero essere tolte alle Infrastrutture. Ma sul decreto Salvini non intende fare passi indietro. La situazione, visti anche i nuovi assanti delle ong, richiede infatti il pugno duro.
"A Mineo, quando sono arrivato, c'era il più grande centro di immigrati d'Europa: 3.000 presenze. Oggi sono meno di 300. Anche lì l'obiettivo è quota zero". Ieri pomeriggio, parlando dal palco di un teatro di Foggia, dove è intervenuto a sostegno del candidato sindaco del centrodestra Franco Landella, prima di partire verso Potenza, Salvini ha ricordato che "in Italia si arriva se si ha il permesso di arrivare, altrimenti si sta a casa". "Sono stufo di mantenere un esercito di rompicoglioni che vengono qua a spacciare, rubare, stuprare, aggredire - ha incalzato - a casa uno per uno". Le resistenze alla linea dura non arrivano solo da sinistra. Anche i Cinque stelle continuano a mettergli i bastoni tra le ruote. "Se qualcuno ha nostalgia dei porti aperti - ha replicato il leader leghista - vadano a casa anche loro perché i porti rimangono chiusi. Perché in Italia non si arriva se non si portano lavoro, ricchezza e rispetto".
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I problemi, per Salvini, non arrivano solo dalla politica, ma anche dalle procure. "Già ho minacce, denunce, processi...", ha lamentato giusto ieri dopo che il suo capo di gabinetto è stato chiamato a Catania per essere interrogato. "C'è qualcuno vuole processarmi per sequestro di persona...", ha ricordato il vice premier leghista chiedendo ai magistrati di lasciarlo lavorare in pace per "ripulire questo Paese". "E se qualcuno ha nostalgia di fare un governo con la sinistra, lo dica chiaro - ha, infine, tagliato corto - io, la sinistra, non la voglio vedere neanche dipinta sul muro, né a Bruxelles né in Italia. Hanno fatto abbastanza danni Renzi e e compagni, ed è strano che negli ultimi giorni Renzi e Di Maio vadano d'amore e d'accordo su tanti temi e su tanti 'no'".
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May 15, 2019
Sbarchi, il gip grazia Open Arms. E ora Salvini teme la morsa dei pm


Sea Watch carica 65 migranti. Salvini: "Non avvicinatevi"

La direttiva che blocca Sea Watch
Il gip di Catania archivia l'inchiesta su Open Arms per lo sbarco del 2018. E Salvini teme nuove indagini: "Nelle prossime ore ricomincerà il balletto..."
Il tribunale di Catania "grazia" l'ong spagnola "Proactiva Open Arms". Accogliendo la richiesta della procura, il gip Nunzio Sarpietro ha archiviato la posizione del comandante Marc Reig Creus e del capo missione Ana Isabel Montes Mier. I due erano stati indagati per "associazione per delinquere finalizzata all'immigrazione clandestina" dopo aver soccorso, nel marzo dell'anno scorso, 218 immigrati clandestini al largo della Libia e averli fatti sbarcare nel porto di Pozzallo. Alla procura di Ragusa resta comunque pendente il fascicolo per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina e violenza privata.
"Vi anticipo che nelle prossime ore ricomincerà il balletto sulle navi sequestrate". Matteo Salvini se lo aspetta. Tanto che, nel corso della presentazione del libro di Carlo Nordio La stagione dell'indulgenza e i suoi frutti avvelenati, lo anche detto senza troppi giri di parola. "Processo più processo meno... rischio 15 anni e li rischierò un'altra volta ma non cambio idea". La vicinanza con le elezioni europee e l'instabilità in Libia hanno fatto riprendere le pressioni (politiche e giudiziarie) sul Viminale. Oggi pomeriggio la Sea Watch 3 si è infatti fiondata a soccorrere un gommone, che era stato avvistato da un aereo civile di ricognizione a circa 60 chilometri dalle coste libiche, e ha caricato 65 clandestini. Salvini, che oggi ha presieduto al Viminale il Comitato nazionale dell'ordine e della sicurezza pubblica, ha subito diffidato l'imbarcazione ad avvicinarsi alle acque territoriali italiane ma già si preannuncia un duro scontro. E, mentre le navi delle ong hanno ripreso a solcare il Mediterraneo, dalla procura di Catania è arrivato l'assist alla Open Arms.
L'inchiesta era stata coordinata dal procuratore distrettuale Carmelo Zuccaro e dai sostituti Fabio Regolo e Andrea Bonomo che avevano disposto il sequestro dell'imbarcazione. L'ong spagnola era stata accusata di aver salvato i migranti per "portarli in Italia, senza rispettare le norme, anzi violandole scientemente". Non solo. Zuccaro aveva anche contestato a quelli di Proactiva di essersi rifiuti di "consegnare i profughi salvati a una motovedetta libica". "Nonostante la vicinanza con l'isola di Malta - si legge nelle carte dell'inchiesta - la nave proseguì la navigazione verso le coste italiane, come era sua prima intenzione".
Il sequestro della Open Arms era stato convalidato dal gip Sarpietro, ma soltanto per il reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. Il fascicolo era stato poi trasferito, per competenza, alla procura di Ragusa che aveva reiterato la richiesta di sequestro che era stata rigettata il 16 aprile scorso dal gip Giovanni Giampiccolo. "Oggi è stato fatto un ulteriore passo verso la verità", hanno esultato i vertici della ong spagnola dopo l'archiviazione. "Le evidenze giudiziarie che stanno emergendo in questi ultimi mesi - hanno continuato - potranno costituire un argine verso le scellerate scelte della politica europea e sapranno ricostruire con chiarezza una tragica pagina storica, quella delle migliaia di vite annegate nel Mediterraneo centrale e del silenzio dell'Europa". E, mentre il team di Proactiva la fa franca, Salvini teme una nuova morsa giudiziaria contro di sé. Se così fosse, arriverebbe con una puntualità disarmante. Giusto giusto a dieci giorni dalle elezioni europee.
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May 14, 2019
"Serve un vertice di governo". È l'eterno scontro tra Salvini e Di Maio

Dalla sicurezza all'autonomia, è scontro su tutto. Salvini vede un nuovo asse M5S-Pd. E Di Maio lo attacca: "Ha tolto felpa e messo l'abito della casta"
Entrambi dicono che l'esecutivo reggerà l'urto delle elezioni europee. Entrambi assicurano che andranno avanti a governare per altri quattro anni. Eppure, mai come oggi, Matteo Salvini e Luigi Di Maio sono stati tanto distanti. La cacciata di Armando Siri ha fatto precipitare i rapporti e ora qualsiasi pretesto è buono per litigare. "Stiamo chiedendo un vertice dell'autonomia da un mese, ma Salvini l'ha presa sul personale e non vuole fare vederci", accusa il leader grillino. "Se oggi si va a rilento, la Lega deve chiedere a se stessa". La realtà, però, è molto più complessa di quanto non vogliano rilevare i Cinque Stelle. E fonti leghiste, tra le altre cose, hanno fatto sapere che Di Maio "non ha mai chiesto l'incontro con la Lega".
I dossier sul tavolo di Giuseppe Conte sono tanti. E tutti potenzialmente esplosivi. L'autonomia alle Reagioni, per esempio, è in cima ai desiderata della Lega ma non piace ai grillini. Tanto che anche oggi Di Maio ha detto che "prima di dare più autonomia alle regioni, bisogna cacciare dalla sanità i raccomandati e i 'figli di'". Una provocazione, ovviamente. Ma di questi tempi il capo dei Cinque Stelle non fa altro che andare avanti a suon di provocazioni nel tentativo di irritare l'alleato. Anche sul decreto Sicurezza bis, presentato in questi giorni dal Viminale, non ha mancato di mettere becco. "Mi dispiace che non parli di rimpatri", ha detto. "Già il fatto che stiamo facendo un bis fa capire che c'è qualcosa che ci siamo dimenticati nel precedente...". A picchiare duro contro le misure adottate da Salvini per combattere l'immigrazione clandestina, ha iniziato da settimane. Prima mettendo in discussione la chiusura dei porti alle navi delle ong e ora polemizzando sulle espulsioni. L'obiettivo è andare a minare il maggiore successo del leader leghista provando a screditarlo in piena campagna elettorale per le elezioni europee.
Oltre agli obiettivi, sembra che i due alleati stiano lentamente mettendo in discussione l'alleanza. Ieri Salvini non ha fatto mistero di voler costruire un percorso condiviso con Silvio Berlusconi per "portare avanti battaglie comuni" a Bruxelles. Nel frattempo continua in parlamento l'abboccamento tra grillini e dem. "Inizio a notare troppa sintonia...", ha lamentato il leader del Carroccio. "Dicono no all'autonomia, alla flat tax, al nuovo decreto sicurezza... Qualcuno mi spieghi se il M5s vuole andare d'accordo con il Pd o con gli italiani e la Lega, rispettando il patto". E E di quel patto intende subito portare avanti la riduzione delle tasse e l'autonomia. "Ognuno può avere le sue priorità... se, poi, qualcuno cambia idea o ha tempo da perdere lo spieghi agli italiani".
Le priorità di Di Maio non sembrano più collimare con quelle del Carroccio. "Negli ultimi quattro mesi non riconosco più la Lega che ho conosciuto nei primi sei", ha detto ai microfoni di Matrix su Canale 5. "È come se Salvini si fosse tolto la felpa e avesse messo l'abito buono della vecchia politica, io non li capisco più come prima".
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