Andrea Indini's Blog, page 187
February 19, 2013
Il Cav punta sull'economia: taglio delle tasse e crescita. E "silenzia" Monti e Bersani
Silvio Berlusconi rivendica i successi dei suoi precedenti governi e punta tutto sulla concretezza: l'obiettivo è ridare respiro all'economia italiana, tagliare le tasse e ammorbidire un Fisco aggressivo che sta facendo troppe vittime. Pier Lui Bersani, invece, pone in testa alle priorità di governo la concertazione con le parti sociali, i diritti civile alle coppie omosessuali e il rafforzamento del falso in bilancio. Mario Monti, infine, non solo si rifiuta di fare il mea culpa per i disastri fatti, ma torna a difendere le politiche di austerity imposte da Angela Merkel. Nello studio di Bersaglio mobile, va in scena il primo confronto "virtuale" tra i principali candidati alle politiche: incalzato dalle domande di Enrico Mentana, il Cavaliere silenzia il leader piddì e il Professore illustrando un piano economico concreto e rilanciando la revisione di Equitalia.
A far capire l’aria che tira è il padrone di casa: "Sembra di stare dal dentista". Stesso studio, stesso tempo a disposizione, ma tutti rigorosamente da soli. Continuando il botta e risposta a distanza, così come è stato per tutta la campagna elettorale. Si parte con Bersani che, ipotizzando una vittoria della sinistra, traccia con estrema chiarezza le priorità da portare al primo Consiglio dei ministri. Priorità che fanno capire dove il segretario del Pd intende portare il Paese: concertazione con Caritas, Comuni e Arci, scossone alla moralità attraverso l'abolizione delle leggi ad personam e il rafforzamento del falso in bilancio, lenzuolata sui diritti civili (unioni civili e tutele sul lavoro). Di misure per rilanciare l'economia, insomma, nemmeno l'ombra. Berlusconi, che conferma per sé (in caso di vittoria) il ministero dell'Economia e dello Sviluppo economico, punta tutto su misure che segnano una netta discontinuità con le politiche di austerità intraprese dai tecnici negli ultimi mesi. Proprio per questo, nel primo Consiglio dei ministri il Cavaliere ha intenzione di portare l'abolizione dell'Imu sulla prima casa e il rimborso dell'imposta versata nel 2012: "Restituire un’imposta ingiusta riduce la frattura fra il cittadino e lo Stato che non viene più sentito come amico ma ostile". Tra le priorità del centrodestra anche la riforma del modus operandi di Equitalia la cui aggressività ha portato, nell'arco dell'anno scorso, numerosi imprenditori a togliersi la vita. Quello che il leader del Pdl ha in mente è un Fisco più amico che dia respiro agli impreditori e alle famiglie che hanno debiti.
Monti, ultimo a entrare nel salotto di Mentana, passa l'intera intervista ad attaccare il Cavaliere senza accennare nemmeno a un mea culpa per i disastri fatti durante la sua permanenza a Palazzo Chgi e per aver appoggiato indiscriminatamente i diktat della cancelliera tedesca. Il passato è passato e c'è, infatti, chi già tesse un possibile inciucio per riuscire a governare anche senza avere i voti. Sia Bersani sia Monti sono disposti a lasciare la porta aperta a una futura collaborazione. Se al leader piddì interessa unire le forze "alternative al populismo e al berlusconismo", il premier vuole prepararsi la strada nel caso in cui la sua coalizione rimanga fuori dalle Camere. Insomma, Berlusconi è l'unico a bocciare i tecnico che non solo non hanno diminuito le spese, ma hanno addirittura aumentato le tasse: "Monti è un puro dilettante dell’economia. L’economia da professore universitario l’ha vista qualche volta da lontano".
I tre candidati, tuttavia, concordano nel pericolo rappresentato dall'anti politica di Beppe Grillo: è l'unico punto di contatto nel confronto a distanza. "I problemi devono generare soluzioni, sennò restano anti politica fine a se stessa - ha commentato Monti - credo che chi vota Grillo può votare anche per un grigio e anziano professore...". Mentre Bersani accusa il comico di portare il Paese fuori dalla democrazia, il Cavaliere paventa il rischio che il voto ai Cinque Stelle possa portare la sinistra al governo e, di conseguenza, la nomina del quarto presidente della Repubblica di parte consecutivo. Se l'asse Pd-Sel dovesse vincere, la strada per Romano Prodi al Quirinale sarebbe spianata.
Confronto "virtuale" tra i tre candidati. Berlusconi punta su taglio delle tasse e revisione di Equitalia. Bersani propone le unioni civili. E Monti difende ancora la Merkel
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Andrea Indini
Silvio Berlusconi ospite della trasmissione di Enrico Mentana
February 18, 2013
Se i primi a vergognarsi del progetto di Monti sono gli stessi montiani
I primi a vergognarsi del progetto di Mario Monti sono gli stessi montiani. Mentre i sondaggi sanciscono il lento erodersi dei consensi del Professore, gli stessi candidati della coalizione centrista iniziano a spendersi per la sinistra e invitano a votare altri candidati rispetto a quelli proposti dalla lista "Scelta civica". Dopo l'endorsement di Ilaria Borletti Buitoni, capolista nella circoscrizione Lombardia 1 per la lista Monti, per Umberto Ambrosoli, candidato della sinistra alla Regione Lombardia, si moltiplicano le dichiarazioni che sfiduciano Gabriele Albertini e voltano le spalle all'agenda del premier.
Pietro Ichino, il giuslavorista candidato al Senato in Lombardia con la lista Monti, voterà il canidato della sinistra alla presidenza della Lombardia. Si allunga la lista delle personalità di spicco dei montiani, dopo la Borletti Buitoni, a decidere di non votare Albertini (leggi l'editoriale sul suo sito). Già in una intervista a Repubblica, l'ex senatore del Pd aveva detto che "le figure di Albertini e Ambrosoli rappresentano due aspetti e due tendenze di una stessa società civile ambrosiana, onesta, laboriosa, europeista, convinta della necessità di riformare profondamente il nostro paese per fargli raggiungere i migliori parametri europei". Ichino sa bene che tra i montiani molti hanno scelto da tempo di votare per Ambrosoli. la prima a rompere gli indugi e voltare le spalle al candidato scelto da Monti è stata appunto la Borletti Buitoni mandando su tutte le furie l'ex sindaco di Milano che si è sentito tradito dai continui appelli a fare il voto disgiunto in suo sfavore. "La mia a favore di Ambrosoli e non del candidato governatore Gabriele Albertini è stata una scelta personale che lo stesso Mario Monti ha detto merita rispetto", ha spiegato nei giorni scorsi l'ex presidente del Fai in una intervista al Giorno sottolineando che Ambrosoli propone molti di quelli che sono i temi del suo programma.
Il problema è che, uno dopo l'altro, sono sempre di più gli sfiduciati dal progetto presentato da Monti per la Lombardia. Si va dall'ex ministro per l'Integrazione Andrea Riccardi all'ex presidente delle Acli Andrea Olivero, per arrivare a tanti altri candidati significativi delle rappresentanze lombarde nella lista Monti al parlamento. Il sostegno ad Ambrosoli è netto. Le forze del civismo, insomma, abbandonano il progetto centrista per abbracciare quello della sinistra. I partiti del vecchio Terzo Polo restano col cerino in mano. Qualche sondaggista paventa addirittura il rischio che Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini non riescano nemmeno ad affacciarsi alla Camera. D'altra parte, le fotografie della sala vuota al Cinema Astor di Agrigento e del volto contrariato del leader del Fli davanti a una platea di appena cinquanta simpatizzanti la dice lunga sul risultato ottenuto dal progetto Monti per l'Italia.
In netto calo nei sondaggi, i montiani abbandonano i candidati del Prof per far campagna elettorale per la sinistra. Anche Ichino: "Votate Ambrosoli"
Speciale: Elezioni Politiche 2013
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Andrea Indini
Il giuslavorista Pietro Ichino
Grillo fugge dalle tv per nascondere le contraddizioni: una strategia antidemocratica
Il copione recitato da Beppe Grillo ha alcune parti fisse, come l'apologia dell'anti politica, lo spregio per le istituzioni e l'elogio della democrazia liquida, e altre che tara a seconda della platea a cui si rivolge. Così, scopiazzando a destra a manca dai programmi degli avversari, porta in giro per le piazze di tutta Italia lo Tsunami Tour. Il risultato è garantito: gli italiani, avviliti da tredici mesi di governo tecnico, vessati dal Fisco e feriti dalla crisi economica, sono tentati da un voto di rottura. Tuttavia, per evitare che emergano tutte le contraddizioni presenti nel suo programma, il guru a 5 Stelle sfugge le telecamere e si nega ai giornalisti.
L'intervista negata all'ultimo momento non è che il tassello di un'ampia strategia mediatica che mira a demonizzare la stampa, creare un asse profondo con la gente che incontra nelle piazze e prendere la distanze dalla "vecchia" politica. Quello che Grillo recita è un vero e proprio copione. Silvio Berlusconi non ci va nemmeno troppo per il sottile nel descrivere il leader del Movimento 5 Stelle. Lo definisce come "fenomeno da baraccone", un "istrione abituato al grande pubblico", "un professionista con un copione ben preparato". È un uomo di teatro che in Val di Susa soffia sull'odio antagonista contro l'alta velocità, nel Nord Est sofferente per l'eccessiva pressione fiscale attacca Equitalia, il redditometro e l'Agenzia delle Entrate, in Sicilia accusa il governo centrale per aver abbandonato le politiche sociali per rilanciare il Meridione. È un pastone ideologico che punta a rosicchiare voti alla sinistra e al centrodestra. "Vedo in lui un pericolo che sottrae voti ai moderati e fa vincere la sinistra", ha ammesso stamattina lo stesso Berlusconi.
Perché il teatrino continui a funzionare, Grillo non può farsi smascherare. Sotto il fuoco incrociato di un'intervista televisiva il guru pentastellato si rivelerebbe per quello che è e il programma del M5S mostrerebbe falle vertiginose e un'inconsistenza senza precedenti. "In tv noi non ci andiamo, lo lasciamo fare ai politici. Io li vedo nei talk show, e dico che io lì non ci vado. Noi non abbiamo bisogno delle tv. Noi andiamo in piazza, dove loro non vogliono venire", ha spiegato Grillo in piazza De Ferrari a Genova, parlando davanti ad alcune migliaia di persone. Il "no" a Sky Tg24 a ridosso dalle elezioni politiche ha creato un caso mediatico. "È stato un rifiuto antidemocratico", ha commentato la direttrice Sarah Varetto accusando il comico di non rispondere "al bisogno corretto di dare informazioni ai cittadini che andranno a votare". In realtà il Movimento 5 Stelle ha successo per il disgusto degli italiani per la politica e per un incantesimo comunicativo costruito abilmente da Gianroberto Casaleggio. Secondo Giovanni Favia, dissidente espulso dal movimento, è stato proprio Casaleggio a convincere Grillo a non farsi intervistare da Sky: "Oormai stanno facendo il pieno di voti e non gli avrebbe giovato. Le televisioni mandano a reti unificate i suoi comizi, che bisogno ha di dare interviste?". Ma dietro c'è qualcosa di più. Per Favia, Grillo evita le domande perché "spezzerebbero l’incantesimo" e verrebbero fuori "le contraddizioni" di un movimento che "mette sotto uno stesso ombrello un elettore di estrema destra, un moderato e un elettore di sinistra. C’è qualcosa che non va. Il futuro parlamentare M5s come rappresenterà tre sensibilità così diverse?".
Il comico riempie le piazze mettendo sotto uno stesso ombrello elettori di estrema destra e di sinistra. E scappa dalle tv per non far emergere tutte le contraddizioni del M5S
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Andrea Indini
Il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, durante il comizio a Genova
Grillo scappa dalle telecamere: intervista annullata"Il suo spettacolo è nascondersi dal video"Grillo annulla l'intervista a Sky: ecco il videoGrillo scappa dai giornalisti di SKY
February 17, 2013
Grillo scappa dalle telecamere. E Sky accusa: "Si tira indietro"
Beppe Grillo dà forfait. Non rilascerà alcuna intervista a Sky Tg24. Nonostante avesse dettato all'emittente di Rupert Murdoch tutte le condizioni necessarie per garantire il proprio ritorno in televisione, il guru pentastellato se la svigna. Un attacco di panico dell'ultimo minuto o una trovata mediatica per far parlare di sé? Ovviamente, la fuga dalle telecamere è stata trasformata ad hoc in un attacco agli altri leader politici, ma dimostra ancora una volta come l'illiberale Grillo tema il confronto tv e non sopporti il contraddittorio.
Aveva concordato tutto con i vertici di Sky. Aveva scelto il luogo: all'interno del suo camper, parcheggiato in piazza De Ferrari, nella sua Genova. Aveva scelto l'emittente e l'intervistatore: Sky Tg24 e il giornalista Fabio Vitale (perché giovane). Ma, soprattutto, aveva scelto la modalità: niente confronto, niente contraddittorio, niente trabocchetti. Un'intervista finta, insomma. Un botta e risposta ingessatissimo che avrebbe messo al sicuro il leader del Movimento 5 Stelle da qualsiasi scivolone. Eppure, all'ultimo momento, forse per alzare la posta in gioco e attirare i riflettori ancora una volta su di sé ha deciso di buttare tutto all'aria. "L’intervista in diretta con SkygT24, prevista per le 20.30 di oggi da Genova, non si farà". Tutto qui. Un post su Twitter che ha lasciato di sasso l'emittente di Murdoch che, però, ha fatto subito sapere di essere ben disposta a riprovarci in un'altra occasione. "Grillo si è tirato indietro - fanno sapere dal canale all news diretto da Sarah Varetto - nonostante l'impegno preso e dopo aver annunciato in diverse occasioni il suo ritorno in tv fa sapere, senza alcun motivo evidente, che si sottrae all'intervista". Non c'è altro modo per dirlo: il guru a 5 Stelle se l'è svignata, è scappato, non ha retto le telecamere, ha infranto l'impegno preso.
Per giustificarsi, il comico genovese ha subito scritto sul blog un post e ha fatto girare in rete un video in cui spiega che esistono due modi per fare la campagna elettorale. Per un minuto e ventidue secondi, lo staff di Grillo ha messo insieme le immagini dei principali leader candidati alla presidenza del Consiglio mentre si stanno preparando a rilasciare interviste televisive o a partecipare ai talk show. Una carrellata veloce mette in sequenza: Silvio Berlusconi in studio da Barbara D'Urso, Mario Monti che si aggiusta il trucco, Matteo Renzi che si sistema il nodo dellla cravatta. E ancora: "Pier Luigi Bersani che ribatte a Giovanni Floris, il Cavaliere che stringe la mano a Michele Santoro, Gianfranco Fini da Bruno Vespa. "Ci sono due modi di fare campagna elettorale - spiega Grillo - il primo, serviti e riveriti nei salotti televisivi, magari con trasmissioni cucite addosso. Noi preferiamo il secondo: nelle piazze, tra la gente. Perché la politica è delle persone". Infine, lancia agli elettori un appello a votare il M5S alle prossime elezioni: "Ci vediamo in parlamento, sarà un piacere".
Il comico fa saltare l'intervista all'ultimo momento: "Niente tv, ci vediamo in parlamento". In realtà ha paura. Ma Sky lo smaschera: "Si è tirato indietro"
Speciale: Elezioni Politiche 2013
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Andrea Indini
Il comico Beppe Grillo in tour elettorale a Torino
Paura del confronto, Grillo si rifugia su Sky"Il suo spettacolo è nascondersi dal video"Grillo annulla l'intervista a Sky: ecco il videoGrillo scappa dai giornalisti di SKY
February 16, 2013
Monti soffia sugli scandali: "Abbiamo fatto saltare il tappo"
Mario Monti continua a evocare lo spettro di Tangentopoli. Le immagini dell'ex presidente del Monte dei Paschi di Siena Giuseppe Mussari insultato e bersagliato dalle monetine rievocano il violento attacco a Bettino Craxi davanti all'Hotel Raphael. Nell'aria aleggia un marcato spirito giustizialista e manettaro che ha trovato sfogo nella pioggia di inchieste, arresti e avvisi di garanzia che hanno occupato i titoli dei giornali degli ultimi giorni. "Con il rinnovamento che abbiamo portato è saltato il tappo che aveva coperto una situazione sempre più insostenibile", ha commentato il Professore, in un incontro pubblico a Torino, ribadendo che il Paese è "arrivato alla fine di un’epoca".
Dice di non essere preoccupato del voto e di fidarsi della capacità di scelta degli italiani. Eppure torna a insultare Silvio Berlusconi e a esortare gli elettori a non votare Beppe Grillo. Nelle ultime due settimane, il premier uscente ha cambiato la strategia di comunicazione. Ha provato a vestire panni più "umani" ed è passato all'attacco: sgambetta, insulta, accusa. Monti ha messo da parte i contenuti, ha buttato via la famosa agenda per caricare a testa bassa i suoi avversari. Come già aveva fatto ieri, anche oggi ha attaccato il Cavaliere accusandolo di essere un "cialtrone" dal momento che vuole riscrivere la storia del suo governo. Probabilmente il Professore non perdona a Berlusconi di aver smascherato il fallimento del governo tecnico. "Mia madre mi diceva sempre alla larga dalla politica. Ho passato una vita a seguire quel precetto, poi sono caduto", ha spiegato Monti col chiaro intento di passare per il solo politico puro in grado di mondare il parlamento e il governo dalla corruzione, dagli scandali e dalle inchieste. Da qui l'ossessione per Tangentopoli e per una nuova Repubblica spazzata via dai magistrati e dai tecnici: il Professore si vede, infatti, come la spinta di rinnovamento che ha fatto saltare "il tappo che aveva coperto una situazione sempre più insostenibile".
Nel corso di un incontro elettorale all’Arsenale della Pace di Torino, Monti ha fatto leva sullo smarrimento dei cittadini e sulla disgregazione del tessuto politico, economico e sociale. "Le vicende di questi giorni fanno sorgere il parallelo con un’altra fase della recente storia italiana: le vicende di Tangentopoli e del tramonto della prima Repubblica - ha proseguito il premier - in queste vicende vedo il segno che il governo di impegno nazionale non è stato solo un periodo che ha segnato la fine della contrapposizione viscerale tra forze politiche opposte, ma il governo tecnico «ha aiutato il paese a prendere decisioni difficili e ha fatto saltare il velo che aveva nascosto la realtà". Monti ha, quindi condannato duramente i partiti, rei di volersi distruggere l’un l’altro facendo proliferare "un sistema di incompetenza diffusa, di gestione inefficiente, di relazioni pervasiva tra gruppi di potere, di corruzione e spreco, di zone d’ombra nelle grandi imprese di stato". Eppure proprio dai partiti (l'Udc di Pier Ferdinando Casini e il Fli di Gianfranco Fini) il Professore è corso a chiedere aiuto per tentare il bis a Palazzo Chgi.
Monti cambia strategia di comunicazione e scarica i partiti per passare come l'unico puro in grado di mondare il Paese: "Mia madre mi diceva sempre alla larga dalla politica"
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Andrea Indini
Mario Monti incontra i candidati e i sostenitori di Scelta Civica
Ora Monti indossa la toga: "È tornata Tangentopoli"C'è chi pensa di guadagnare col ritorno di TangentopoliSu Mussari piovono insulti e monetineDa Craxi a Mussari, le monetine dei compagni ingrati
February 15, 2013
Finmeccanica, l'India annulla la commessa degli elicotteri. E la Francia ne trae vantaggio
"Quando la praticano gli americani si chiama lobby; quando la fanno gli altri, diventa corruzione". In una intervista alla Stampa jagdish bhaqgwati, professore alla Columbia University di New York e studioso del Council on Foreign Relations, spiega chiaramente come il modus operandi, portato avanti anche da Finmeccanica in India, sia la prassi nei mercati internazionali. Non sono, però, d'accordo i pm italiani la cui crociata gistizialista contro una delle nostre eccellenze sta mandando in fumo migliaia di posti di lavoro aggravando pesantemente la crisi economica. Il risultato immediato è un assist al presidente francese Francois Hollande che è subito volato a Nuova Delhi per sfruttare lo stallo italiano.
Il presunto scandalo, che ha portato all'arresto dell'amministratore delegato Giuseppe Orsi, rischia di arrecare pregiudizi pesantissimo nei confronti del colosso italiano fino a perdere i vecchi contratti già firmati e minare l'aggiudicazione di nuove commesse. L’India ha già avviato l'annullamento dell'ordine degli elicotteri AugustaWestland sottoscritta nel 2010. Secondo quanto riporta il Times of India, il ministero della Difesa indiano avrebbe già inviato alla divisione britannica di Finmeccanica un avviso per concedere una settimana di tempo per addurre ragioni valide per non annullare il contratto. E, mentre il governo di Nuova Delhi dà il ben servito all'Italia, Hollande corre dal premier Manmohan Singh per banchettare sulla debolezza di Finmeccanica. "C'è stato un positivo passaggio dai rapporti commerciali allo sviluppo e alla produzione congiunta di avanzati sistemi di difesa in India, che espanderà la nostra la nostra partnership strategica India-Francia", ha assicurato Singh al termine di un lungo incontro con Hollande che, sfruttando lo stallo italiano, si è portato al suo seguito un folto stuolo di aziende d'oltralpe. Come riporta Milano Finanza, nella missione indiana di Hollande erano infatti presenti i manager di Eurocopter ingolositi dal vuoto che verrebbe a crearsi nel campo della difesa con Finmeccanica fuori gioco. Non è, infatti, un mistero il fatto che l'incontro tra Hollande e Singh abbia già fruttato alla Francia un contratto da circa 4 miliardi di euro per lo sviluppo congiunto di un sistema di difesa anti missile a corto raggio. Il primo inquilino dell'Eliseo non intende fermarsi qui. Si tratta, infatti, per sottoscrivere nuove commesse per il caccia Mirage 2000 e il sottomarino Scorpene. "Non stupisce che nella folta delegazione a seguito di monsieur le président si trovino anche esponenti di Thales, Ariane-Space, Eads e Dessault - si legge su MF - questi ultimi, esattamente un anno fa, hanno soffiato al gruppo di piazza Monte Grappa la maxi commessa da 10 miliardi per la fornitura di 120 caccia all'aviazione indiana".
Nel frattempo, in Italia, la magistratura continua a bastonare duramente Finmeccanica. Mentre il governo indano bloccava i pagamenti sui rimanenti elicotteri non ancora consegnati dal gruppo, Orsi è stato interrogato nel carcere di Busto Arsizio dal gip di Busto Arsizio, Luca Labianca. Durante l'interrogatorio l'ad di Finmeccanica ha consegnato la lettera di dimissioni dall'incarico di presidente. Una decisione dettata dalla speranza di riuscire a "rasserenare il clima che si è venuto a creare in conseguenza delle indagini". Clima che, purtroppo, la magistratura continua a infuocare.
Lo stop della commessa è un'opportunità per le aziende francesi. Mentre i pm affondano Finmeccanica, Hollande vola dal premier Singh. E firma nuovi contratti
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Giuseppe Orsi
Andrea Indini
Il presidente francese Francois Hollande con il primo ministro indiano Manmohan Singh
Il moralismo dei giudici brucia gli appalti italiani
Monti all'attacco: "È tornata Tangentopoli"
Mentre l'uragano dei pm si scatena sul voto, il famelico Mario Monti si getta contro i partiti colpiti dall'assalto giudiziario in corso e getta benzina sul fuoco facendo il parallelismo con Tangentopoli e evocando il tintinnar di manette per la politica. "Siamo di fronte a qualcosa di molto simile a Tangentopoli, l’evidenza è molto simile la speranza è minore - ha dichiarato il Professore ai microfoni di Agorà su Rai Tre - nel 1992 si pensava che il fenomeno delle tangenti fosse ormai alla fine, invece siamo di nuovo qui". Proprio come fece Antonio Di Pietro, che sulla spinta dell'ondata giustizialista fondò un partito (ormai disgregato nel nulla) e approdò in parlamento, anche il premier uscente tenta la carta giudiziaria per ottenere il consenso degli elettori.
Sebbene i casi Finmeccanica e Ilva dimostrino come le crociate dei pm mandino in fumo migliaia di posti di lavoro aggravando la crisi economica, la spallata giudiziaria in corso a ridosso delle elezioni politiche va avanti. Sempre negli studi di Agorà, ieri mattina, Silvio Berlusconi aveva duramente attaccato i magistrati accusandoli apertamente di autolesionismo dal momento che l'inchiesta che coinvolge Finmeccanica sta facendo danni incalcolabili. "Nel mondo, i nostri gioielli, Eni, Enel e Finmeccanica, quando trattano con gli altri Paesi devono adeguarsi - ha spiegato il Cavaliere - nelle democrazie si fanno gare d'appalto. In Paesi che non sono complete e perfette democrazie, ci sono altre condizioni che bisogna accettare se si vuole vedere il proprio prodotto". A ventiquattr'ore di distanza gli ha risposto Monti schierandosi con la magistratura e accusando il leader del Pdl di "provincialismo". "Che le tangenti esistano in molti paesi è la realtà ma che sia inevitabile lo rifiuto", ha ammesso il Professore sottolineando però la necessità da parte dell'Italia di agire sul piano internazionale. "Vedo nel dibattito in corso un certo provincialismo - ha tuonato il premier - uno che ha governato l’Italia come Berlusconi deve rendersi conto che un paese come l’Italia, che è nel G8, ha il dovere di combattere la corruzione anche a livello internazionale".
In realtà, nell'intervista di ieri ad Agaorà, Berlusconi non ha mai parlato di tangenti ma ha difeso le grandi imprese che, potendo lavorare solo vincendo le gare d'appalto, sono costrette ad adeguarsi ai diversi Paesi in cui decidono di investire. "Non ho mai parlato di tangenti, che sono un reato e in quanto tale vanno puntite", ha puntualizzato, questa mattina ai microfoni di Radio Anch’io, spiegando di essersi limitato a fotografare la situazione delle imprese italiane all’estero. Monti, però, strumentalizza ad hoc la polemica poer rilanciare la volontà di affrontare il problema della corruzione con provvedimenti sul falso in bilancio per regolare fenomeni come l’autoriciclaggio. "Se saremo ancora al governo - ha promesso il Professore - faremo in modo che la distanza dei partiti dalle aziende pubbliche sia ancora maggiore, disciplinandola anche in maniera legislativa".
Monti attacca il Cav che aveva difeso Finmeccanica: "Da lui eccessivo provincialismo". Poi difende le toghe e promette di tenere i partiti lontani dalle aziende pubbliche
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Il Cav salva le imprese: "Tangenti? No, commissioni""È ora di fermare la teoria del sospetto delle toghe"Berlusconi: "Tangenti? Il reato va punito"
February 13, 2013
Toghe in campagna elettorale. Il Cav: "È un'azione giacobina"
Dopo lo scandalo che ha fatto traballare il Monte dei Paschi di Siena e ha fatto crollare nei sondaggi il Pd di Pier Luigi Bersani, ecco spuntare la longa manus della magistratura per riequilibrare l'assetto politico. Così alla vigilia delle elezioni i pm corrono in aiuto alla sinistra: prima mettono in carcere l'ad di Finmeccanica Giuseppe Orsi per un giro di tangenti, entro cui fanno rientrare la Lega Nord; poi chiudono le indagini sul caso Maugeri e arrivano ad accusare il governatore della Regione Lombardia Roberto Formigoni addirittura di associazione a delinquere; infine condannano Raffaele Fitto per tangenti. Tre procure diverse, tre processi diversi, un unico disegno per colpire il centrodestra e fargli perdere parte del consenso recuperato nelle ultime settimane da Silvio Berlusconi.
Senza dubbio, nelle ultime ore, sono le inchieste a dominare la scena elettorale. Sospetti e accuse si intrecciano tra le forze in campo. Con l’esclusione del Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo che su quest’onda giustizialista potrebbe aumentare ancora i propri consensi. Forte dei commentatori che lo danno in crescita, il comico genovese domenica prossima romperà il digiuno televisivo con una intervista a Sky. Il più duro verso l’irruzione delle toghe nella campagna elettorale per le politiche è stato proprio il Cavaliere. "La magistratura sta mandando in malora l’Italia con una interpretazione giacobina", ha attaccato il leader del Pdl smascherando apertamente l'offensiva politica della magistratura italia che spera, in questo modo, di aiutare la sinistra a vincere le elezioni. "Oggi dentro la nostra democrazia c’è un cancro, una patologia che si chiama magistratura", ha continuato l'ex premier puntando il dito contro quella "corrente legata da un filo rosso" e che "usa il potere dei giudici contro gli avversari per farli sparire". Anche il leader leghista Roberto Maroni vede con sospetto la tempistica con cui è stata chiusa l’inchiesta che riguarda Formigoni: "L’impressione è che si tratti un po' di giustizia a orologeria". Per il Carroccio sono giornate complicate a causa delll’arresto dell’ad di Finmeccanica. Oggi Maroni ha, infatti, annunciato "querele contro i diffamatori di professione" che continuano a dare Orsi in quota Lega.
L’Associazione nazionale dei magistrati (Anm) non è rimasta a guardare ed è subito entrata a gamba tesa nello scontro elettorale difendendo a spada tratta l’operato dei giudici. "Non c’è nessuna manona giudiziaria", ha assicurato il presidente Rodolfo Sabelli. Galvanizzati dagli attacchi delle ultime ore, i vertici del Partito democratico hanno subito promesso il pugno di ferro contro la corruzione. "Le norme di Monti sono troppo deboli - ha spiegato Pier Luigi Bersani - occorre andare giù più pesanti". In questo clima, c’è chi teme si concretizzi il rischio di un risultato elettorale incerto. Il leader dell'Udc Pier Ferdinando Casini spera che non si debba tornare a votare dopo sei mesi, ma non è in grado di escluderlo categoricamente. Speranza condivisa anche dal Professore, ma che rischia di infrangersi nel vuoto.
Giustizia a orologeria. Alla vigilia delle elezioni chiuse le indagini sul caso Maugeri che inguaia Formigoni, arrestato l'ad di Finmeccanica e condannato Fitto per tangenti. Berlusconi accusa: "La manona giudiziaria entra nella campagna elettorale". Anm in campo
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Ecco il programma di Monti: "Tutti i politici al Bilderberg per uscire dall'isolamento"
Nel corso della campagna elettorale lo staff del Professore sta cercando di far passare l'idea di un Mario Monti più umano e meno robotico. Dalla gag con il cane Empy alla birra sorseggiata con Daria Bignardi, dal linguaggio meno cattedratico agli slogan in politichese per raccimolare qualche voto in più. Eppure il vero Monti viene sempre fuori: questa mattina, in un incontro organizzato dai candidati in Umbria della lista "Scelta Civica", il Professore ha spiegato senza troppi giri di parole che la politica non deve essere fatta con il cuore e deve attingere dagli insegnamenti del Bilderberg per aiutare l'Italia a uscire da un isolamento politico e culturale. Una massima che gli italiani hanno sperimentato sulla propria pelle durante il governo tecnico. Per tredici mesi il premier ha, infatti, anteposto i diktat della cancelliera Angela Merkel e le politiche austerity alle esigenze degli italiani.
Quando in conferenza stampa strigliò il minsitro del Welfare Elsa Fornero per essersi lasciata scappare qualche lacrimuccia nel presentare la riforma del sistema previdenziale, Monti aveva reagito stizzito non ammettendo che ci si potesse commuovere mentre si chiedeva agli italiani di fare sacrifici per appianare parte del debito. Con la stessa tranquillità, infatti, il Professore ha reintrodotto un'imposta sull'abitazione (Imu) e ha fatto lievitare la pressione fiscale a livelli da record. Con la stessa tranquillità, ha affrontato il problema degli esodati senza mai risolverlo. Con la stessa tranquillità, ha depresso i consumi e penalizzato il mercato del lavoro. E, anziché ammettere il proprio fallimento, ha deciso di candidarsi a guidare nuovamente alla guida del Paese. Il suo segreto? "La politica deve farsi carico delle sofferenze, del malessere, del benessere di chi è governato ma la politica non deve essere fatta con il cuore", ha spiegato Monti intervenendo questa mattina a Perugia. "Quante volte a me è stato rimproverato in questo anno di non avere un cuore, o per lo meno di non avere un cuore visibile offerto alle platee", ha continuato il Professore secondo cui se i giovani non trovano lavoro è per colpa degli errori compiuti nel corso di decenni, "quando governi di vari colori pensavano che la caratteristica essenziale del governare fosse di dover essere buoni".
Secondo Monti, per tanti decenni, la politica ha cercato di dire di "sì" a tutti: "Ci sono sempre delle buone ragioni per dire 'sì' a questa o quella categoria, a questa o a quella esigenza. Quasi sempre si dice di 'sì' allargando i cordoni della borsa, cioè con la spesa pubblica. E siccome se si spende di più bisognerebbe aumentare le tasse, ma nel corso dei decenni si è pensato che forse sarebbe stato meglio acquisire i favori di quelle categorie nei confronti delle quali si spende di più, senza però acquisire gli sfavori dei contribuenti alzando le tasse, il conto è stato saldato aumentando anno dopo anno il debito pubblico". Insomma, a detta di Monti, i costi della politica non sono da imputare alla cosiddetta Casta ("Sono una piccola parte"), ma dalle "decisioni ispirate solo da interessi del brevissimo periodo, pensando alle prossime elezioni e non alle prossime generazioni". Per aiutarli a "uscire dal proprio isolamento politico e culturale", il premier vorrebbe spedire tutti i politici italiani al Bilderberg, il club di economisti e uomini della finanza che periodicamente si riunisce per esaminare la situazione economica mondiale. In realtà, nemmeno le misure prese dal premier intraprese in tredici mesi di governo tecnico sono state orientate secondo una lungimiranza che migliorasse il futuro del Belpaese. Troppo teso ad accontentare l'Unione europea e la Merkel, il Professore senza cuore ha finito per andare contro agli interessi degli italiani
Il Prof apre alle lobby: "Favorevole ad un nuovo sistema trasparente". Poi avverte: "La politica non va fatta col cuore"
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Andrea Indini
Il presidente del Consiglio Mario Monti
Monti, il Prof robotico che fa politica senza cuore
February 12, 2013
La sinistra è a caccia di voti: dopo l'aiuto dei "montiani", Giannino apre ad Ambrosoli
La possibilità che in Lombardia, alle elezioni regionali, ci sia un voto polarizzato fra il leghista Roberto Maroni e il democrat Umberto Ambrosoli è caldeggiata soprattutto dai due principali schieramenti. A dare l’idea che la scelta del nuovo governatore possa ridursi a una sfida a due, fra chi si pone in continuità con il governatore uscente Roberto Formigoni e chi invece no, sono anche le tensioni per un voto "utile" o "disgiunto" che attraversano in queste ore soprattutto l’area di centro e fan gola agli stessi candidati governatore di centrodestra e centrosinistra, convinti entrambi di risultare favoriti da scelte "personalizzate" degli elettori nel segreto dell’urna. E, mentre i "montiani" brigano per raggiungere un accordo di massima con la sinistra, Oscar Giannino apre ad Ambrosoli. "La Regione Lombardia ha bisogno di cambiare - ha spiegato il giornalista in una intervista a Repubblica - ecco perché 'Fare per fermare il declino' è pronto a collaborare con Ambrosoli sui singoli provvedimenti".
Nei giorni scorsi da alcuni esponenti "montiani" era arrivato l'invito al voto disgiunto. Un "inciucio" teso a favorire Ambrosoli, in difficoltà nei sondaggi rispetto a Maroni, in vista di un accordo a più ampio respiro dopo le elezioni. Sebbene consideri la mossa dei centristi negativamente dal momento che, dopo aver dato vita a una nuova formazione, hanno fatto subito marcia indietro invitando i propri elettori a scegliere il voto disgiunto, Giannino conferma l’apprezzamento nei confronti del candidato della sinistra al Pirellone. Tanto da aprire a un eventuale appoggio. "Non sono nelle condizioni di chiedere di sostenere Ambrosoli e di non votare per il nostro candidato", ha spiegato il leader di "Fare pewr fermare il declino" assicurando un aiuto fattivo alla coalizione di Ambrosoli in Consiglio regionale garantendogli più consiglieri possibile "in modo da permettere alla Regione di fare passi avanti". A partire dalla sanità, su cui la sinistra (e non solo) vuole mettere le mani. "Dobbiamo mettere i nostri consiglieri regionali nelle condizioni di dare un sostegno sui singoli provvedimenti, - ha concluso Giannino - per cambiare lo schema dopo 18 anni di politiche unidirezionali".
Da quando i sondaggi hanno parlato di un vantaggio di Maroni, la sinistra si è subito mossa per tessere alleanze trasversali che portino Ambrosoli alla presidenza. Ieri è arrivato anche l’appello del segretario del Pd Pier Luigi Bersani sostenendo che "i voti sono tutti utili" per battere il centrodestra: "Quindi o vince Ambrosoli o vince Maroni". Quello che Bersani ha chiesto è una vera e propria scelta di campo. La stessa consapevolezza con cui ieri è arrivato a Milano Antonio Ingroia per sostenere la candidatura di Ambrosoli, nonostante alle politiche corra da solo. Insomma, pur di battere Maroni, la sinistra è pronta a imbarcare un'accozzaglia di partiti che va dall'ex pm di Palermo ai montiani, dai democratici ai seguaci di Giannino.
Bersani: "Tutti i voti sono utili per battere Maroni". Dopo l'appoggio dei "montiani", arriva anche Giannino: "Pronti a collaborare con la sinistra"
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Andrea Indini
Oscar Giannino alla conferenza del partito "Fare per fermare il declino"
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