Andrea Indini's Blog, page 189

February 3, 2013

Berlusconi: "Restituiremo l'Imu agli italiani"

Silvio Berlusconi traccia un profondo spartiacque: da una parte il centrodestra che crede fermamente che lo Stato debba essere al servizio dei cittadini, dall'altra parte la sinistra e i centristi che vogliono gli italiani asserviti ai bisogni di una macchina pubblica famelica che ha portato le imprese, l'industria e le famiglie in una pericolosissima crisi economica. "Dopo Monti siamo dentro una spirale recessiva segnata del crollo dei consumi e degli investimenti e dall'innalzamento delle tasse e della disoccupazione", ha spiegato il Cavaliere al Centro congressi di Milano elencando una ricetta concreta per "invertire la rotta" e firmare un nuovo contratto con gli italiani. Un piano "poderoso" che non solo punta a togliere l'Imu sulla prima casa e l'Irap ed evitare l'aumento dell'Iva, ma che è teso a restituire agli italiani l'imposta sull'abitazione versata lo scorso anno.


"È un dolore dirlo ma oggi il rapporto di fiducia del cittadino verso lo stato è in grave crisi, turbato da scandali recenti causati da qualche mestierante della politica, da un clima di intimidazione verso contribuente e dal sovvertimento della volontà elettori con governo tecnico". Proprio per contrastare questa fiducia, Berlusconi ha deciso di presentare un piano economico che ridia vita al sistema Italia partendo dall'immediata riduzione della pressione fiscale che, durante i tredici mesi di governo Monti, ha toccato il tasso recordi del 56%, azzoppando i consumi e spingendo le famiglie a mettere mano ai propri risparmi. Proprio per questo, non solo Berlusconi intende abolire l'Imu sulla prima casa, ma si propone di restituire agli italiani l'imposta versata nel 2012. "L’Imu è il tratto più dissennato del governo tecnico che ha dato il via alla crisi - ha spiegato l'ex presidente del Consiglio - la prima casa non si deve toccare, si è toccato il fattore psicologico che è il primo fattore di crisi". Proprio per questo Berlusconi, che ha ribadito l'intenzione di candidarsi al ministero dell'economia, ha annunciato che le famiglie italiane saranno rimborsate come risarcimento a un'imposizione sbagliata: "Sarà un atto di ricucitura, un atto simbolico ma concretissimo che apra una nuova pagina che riporti i cittadini ad avere fiducia nello Stato". Il rimborso avverrà sul conto corrente oppure, specie per i pensionati, in contanti attraverso gli sportelli delle poste. Per coprire l’operazione, Berlusconi intende chiudere un accordo con la Svizzera per tassare le attività finanziarie detenute da cittadini italiani nelle banche elvetiche. Una una tantum da 25-30 miliardi di euro destinata a stabilizzarsi in un gettito costante da circa 5 miliardi.


"Non ho nulla da chiedere per me", ha spiegato con franchezza il Cavaliere annunciando che si spenderà per combattere "un'ultima grande battaglia elettorale e politica per allargare gli spazi di libertà" e fare uscire l’Italia "dalla prospettiva cupa in cui l’hanno costretta i tassatori tecnici e i tassatori della sinistra". Proprio per questo, il piano del Cavaliere non sarà limita all'eliminazione dell'imposta sulla prima abitazione, ma passerà inevitabilmente anche attraverso l'abrogazione, nel giro di cinque anni, dell’Irap. Un'imposta che pesa sulle imprese e che lo stesso Berlusconi definisce "odiosa" perché "deve essere pagata dalle aziende anche se non chiudono i bilanci in utile". Al terzo punto del programma c'è l'intenzione concreta di evitare l'aumento dell’Iva e sogniurare la patrimoniale, misure che Monti aveva paventato più volte. "Come potete vedere il nostro è un programma completamente opposto a quello di Monti e della sinistra", ha chiosato Berlusconi ricordando che la ricetta liberale per il benessere sta nell'equazione "meno tasse su imprese, famiglie e lavoro uguale più consumi, più produzione, più posti di lavoro uguale più soldi a disposizione dello Stato per chi resta indietro".


Per quanto riguarda la struttura pubblica, il nuovo contratto con gli italiani pone tra le priorità di governo la riduzione, nel giro di cinque anni, dellele spese dello Stato di 80 miliardi di euro. L’ex presidente del Consiglio ha, infatti, insistito sulla necessità di riorganizzare la macchina dello Stato a partire da un netto taglio degli sprechi e dall'attuazione di norme per effettuare i pagamenti alle imprese private non oltre i sessanta giorni. Nel dettaglio, il programma prevede una riduzione di 16 miliardi all'anno delle spese pubbliche (ovvero 80 miliardi in cinque anni, ossia il 10% della spesa annua) e una rimnodulazione dei costi affinché sia standard in tutte le Regioni.


Al Centro congressi di Milano Berlusconi presenta un piano "poderoso" che punta a togliere l'Irap e a scongiurare l'aumento dell'Iva. Poi l'annuncio choc: "Toglieremo l'Imu sulla prima casa e rimborsaremo le famiglie come risarcimento a un'imposizione sbagliata"






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Il Cav al Centro congressi di Milano: la direttaBerlusconi: "Restituiremo i soldi dell'Imu"Imu, copertura dall'accordo con la Svizzera
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Published on February 03, 2013 09:46

February 2, 2013

La proposta del Cav

L'attenzione dell'elettorato di centrodestra è tutta tesa a domani. Il segretario del Pdl Angelino Alfano assicura che Silvio Berlusconi farà "una proposta molto, molto importante per la prosperità e il benessere dei cittadini". Dal quartier generale del partito e da Palazzo Grazioli non trapela nulla. Ma più si avvicina il momento, più si fa largo la certezza che l'attesa proposta choc del Cavaliere potrebbe essere l'arma letale per battere ancora una volta la sinistra alle elezioni.


"Noi sappiamo come invertire la rotta - spiegava ieri Berlusconi nel corso della presentazione dei candidati del Pdl nel Lazio - Monti non lo sa così come non lo sanno né Fini e né Casini che non sanno nemmeno tutto il resto". La priorità è, infatti, la formulazione di un piano economico concreto capace di ridare slancio al sistema Italia e fare uscire il Paese dalla spirale recessiva creata dalle politiche di austerity dettate da Angela Merkel a Mario Monti e dalle eccessive tasse introdotte dai tecnici. Dall'inizio della campagna elettorale, l'ex premier ha infatti puntato tutto sull'esito fallimentare del Professore che non solo non è riuscito a mantenere le promesse fatte agli italiani, ma ha addirittura peggiorato la situazione. Proprio per questo, anziché puntare alla presidenza del Consiglio, Berlusconi ha fatto sapere più volte che, in caso di vittoria, penserebbe per sé il dicastero dell'Economia per riuscire a mettere in cantiere, quanto prima, le misure necessarie per ridare ossigeno alle famiglie, alle imprese e all'industria. In primis, l'abolizione dell'Imu sulla prima casa. Mossa che ha obbligato le principali forze politiche in campo a promettere, a loro volta, di ridurre l'imposta sull'abitazione. Lo stesso Monti, che l'ha introdotta qualche mese per poi girare l'importo nelle casse del Monte dei Paschi di Siena per evitarne il fallimento, è subito corso a promettere una rimodulazione. Il fatto è che tutte le proposte fatte da Berlusconi in campagna elettorale hanno obbligato centristi e sinistra a corrergli dietro. "Con Monti capire cosa fa è facile - aveva commentato ieri l'ex premier - noi diciamo una cosa e subito dopo lui la ripete". Insomma, i tempi e i temi del dibattito sono ancora una volta nelle mani del Cavaliere. Proprio per questo, gli occhi di tutti sono puntati sulla proposta choc che sarà lanciata domani mattina.


L'altoatesina Michaela Biancofiore, nominata oggi Commissario straordinario regionale per le elezioni in Trentino Alto Adige, parla di un "nuovo contratto" con gli italiani che è destinato far discutere sia la politica sia gli elettori. "I primi punti del programma vedranno l’abolizione subito dell’Imu e subito la detassazione per cinque anni per le imprese cha assumano giovani a tempo indeterminato", ha spiegato la Biancofiore annunciando anche "la detrazione dalle tasse di ogni scontrino". Tra le proposte "antirecessive", presentate ieri dal Pdl, ci sono poi la sospensione per due anni gli studi di settore, lo sblocco del patto di stabilità per le città metropolitane e per gli investimenti in salvaguardia ambientale e infrastrutturale dei Comuni, l'istituzione di una Consulta per la verifica dell’erogazione del credito delle banche alle imprese e lo sgravio fiscale in busta paga per i lavoratori a basso reddito.


Dopo la riduzione dell'Imu e la detassazione per le imprese che assumono, il Cav spiazzerà ancora una volta tutti con una proposta per rilanciare il potere d'acquisto






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Andrea Indini


Silvio Berlusconi durante la manifestazione per presentare i candidati per il Lazio
Berlusconi è il politico più citato nelle mail
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Published on February 02, 2013 08:16

Tra Montepaschi e Nutella Bersani "rispolvera" Renzi

Un giorno vira pericolosamente a sinistra per rinsaldare il patto con Nichi Vendola e rassicurare Susanna Camusso e gli iscritti alla Cgil, l'indomani rispolvera Matteo Renzi per inseguire il voto dei moderati che, dopo lo scandalo finanziario su Mps e gli indagati in Regione Lombardia, sembra perso. È la doppia la faccia di Pier Luigi Bersani che ieri sera, al teatro Obihall di Firenze, si è presentato a fianco del sindaco di Firenze. Una "tregua" di facciata, dopo aver visto i nuovi sondaggi che danno il Pd in pericoloso calo rispetto al Pdl che, invece, si sta portando a un passo dalla parità.


Il camper delle primarie è stato rottamato, ricordo di rivalità ormai lontane. In compenso lo staff democratico presentano Bersani e Renzi nei panni dei Blues Brothers. Completo scuro, occhiali e cappello nero. Non è uno spettacolo musicale, però. E i due non sono certo "fratelli". Il leader del Pd e il primo cittadino di Firenze arrivano teatro Obihall insieme, sull’auto elettrica dell'ex rottamatore. Elettori e militanti sono curiosi di capire non solo se il patto tra i due regge, ma anche se c'è comunanza d'intenti. Sul palco, per quasi due ore, dissimulano una certa collaborazione. Così, da una parte Renzi assicura che non farà fare a Bersani la fine di Romano Prodi, caduto per due volte "a causa del finto unanimismo", dall'altra il segretario piddì lascia presagire un passaggio di testimone ("Io faccio un giro e mi fermo, lui è giovane e ha ancora tanta voglia di andare avanti"). Insomma, accerchiato dalle inchieste che stanno facendo traballare il Monte dei Paschi di Siena e indebolito politicamente dal mancato accordo (per ora) con Mario Monti, Bersani tenta lo scatto di reni per la volata di fine campagna elettorale. 


A Firenze, il leader del Pd ci va per chiedere il sostegno della macchina elettorale di Renzi. "Diamo il benvenuto al prossimo presidente del consiglio", esordisce il rottamatore picchiando duro sul Professore che, facendo risalire al 1921 la nascita del Pd, "ha confuso la sua carta d’identità con quella del Partito Democratico". Per oltre mezz’ora il sindaco in maniche di camicia mostra per immagini i simboli dell’Italia Giusta, come quelle piccole e medie imprese che Bersani e Vendola, invece, puntano a spremere con un piano economico che, dalla patrimoniale sui beni immobiliari alla manovra, rischia seriamente di aggravare la recessione aperta dal Professore. Adesso Renzi si schiera con Bersani per dimostrare la sua lealtà. Se questa terrà, si vedrà in futuro. Non è, infatti, un mistero che riuscire a trovare una sintesi tra il sindaco di Firenze e il governatore della Pugli rischia di diventare un'impresa disperata. Dalle politiche economiche al welfare, i due sono gli antipodi della sinistra. Tuttavia, se i sondaggi calano, a Bersani non resta che promettere l'impossibile. "A chi non ha votato per me vorrei dire che non dobbiamo avere paura di chi non la pensa come noi", spiega Renzi. "Noi vogliamo una legislatura stabile e per questo combattiamo anche un pò animosamente e se serve li sbraniamo", mostra i muscoli Bersani. Per il momento, però, sono solo promesse che valgono il tempo di una campagna elettorale.


Tra lo scandalo Mps e le spese "pazze" in Lombardia, il Pd affonda nei sondaggi. Per non soccombere Bersani chiede aiuto a Renzi: come concilierà la virata a sinistra?






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Matteo Renzi e Pier Luigi Bersani come John Belushi e Dan Aykroyd
L'abbraccio tra Bersani e Renzi
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Published on February 02, 2013 07:38

January 31, 2013

Il Dipartimento della Difesa Usa bloccato da quindici grillini: "Stop alle antenne militari"

L'Assemblea regionale siciliana è in stallo. I grillini hanno fatto saltare per ben tre volte i piani del governo Crocetta impedendo che l’Ars raggiungesse il numero legale. Insomma, il varo del Dpef è ormai "ostaggio" del Movimento 5 Stelle. Oggetto del contendere è il Mobile user objective system (Muos), un sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza e a banda stretta composto da quattro satelliti e quattro stazioni di terra, che sarà gestito dal Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. I grillini dicono "no" alla realizzazione della stazione di Niscemi.


Il sistema Muos, che servirà a integrare forze navali, aeree e terrestri in movimento in qualsiasi parte del mondo, è ancora in fase di sviluppo. Il Dipartimento della Difesa americano prevede la messa in orbita dei quattro satelliti entro quest'anno, in modo da rimpiazzare l'attuale sistema satellitare UHF Follow-On (Ufo). Le quattro stazioni di terra, che saranno collegate ciascuna a uno dei quattro satelliti attivi, dovrebbero essere costruite in Australia all’Australian defence satellite communications station a Kojarena, in Sicilia alla Naval radio transmitter facility di Niscemi (a una sessantina di chilometri km dalla Naval air station di Sigonella), nel Sud-Est della Virginia e alle Hawaii alla Naval computer and telecommunications area master station pacific. La Difesa statunitense, però, non ha fatto i calcoli con i quindici deputati del Movimento 5 Stelle che hanno chiesto al governatore Rosario Crocetta di bloccare la costruzione del sistema Muos minacciando ritorsioni sul Documento di programmazione economico finanziaria (Dpef).


All'Ars è in corso un vero e proprio braccio di ferro. Per il Movimento 5 Stelle, la costruzione del sistema satellitare è "incompatibile" con la salute dei cittadini di Niscemi: "L'area Riserva naturale zona A, viola inoltre la normativa in materia di radiazioni ed emissioni". Dalla loro anche l'Agenzia ambientale della Regione (Arpa) secondo cui il Muos violerebbe anche il principio di precauzione causando "gravi danni" alle persone che abitano nel raggio di una decina di chilometri. "Tutto questo basta e avanza per supportare una revoca", ha commentato il presidente della Commissione Ambiente Giampiero Trizzino. Nei giorni scorsi l’Assemblea regionale aveva approvato una mozione che impegnava l’esecutivo a far bloccare i lavori. Tuttavia, il cantiere sta andando avanti. Secondo i grillini, i lavori a Niscemi si sarebbero addirittura intensificati: dopo essere state la prime due torri, adesso si sta ergendo anche la terza. "L’invito da parte nostra - ha proseguito Trizzino - è procedere subito alla revoca dei provvedimenti e autorizzazioni sul Muos e ricominciare a fare le analisi sull’impatto ambientale e sulla salute della popolazione". "C’è una via possibile sul Muos, non si possono fare spallucce, la Regione deve decidere se vuole fare ciò che suggeriamo oppure no", ha detto il capogruppo Giancarlo Cancelleri pretendendo che venga applicata la mozione contro il Muos approvata all’Ars: "Così vediamo chi è davvero a favore e chi è contro".


In Sicilia il M5S contro il sistema satellitare dell'esercito Usa: "Incompatibile con la salute dei cittadini". Crocetta sotto scacco: bloccato il Depf






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Andrea Indini

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Published on January 31, 2013 05:50

January 30, 2013

"Spero che Dio abbia perso lo stampino di Berlusconi". Ora Bersani sta esagerando

Lo scandalo Mps, il calo nei sondaggi, gli scontri con Antonio Ingroia e Beppe Grillo, il "due di picche" dei montiani. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani è in affanno: non gli resta che giocare la carta dell'anti berlusconismo spinto. Si sa, quando vengono a mancare gli argomenti, si passa agli insulti. "Il nostro obiettivo è mandare a casa Berlusconi una volta per tutte e un sistema durato venti anni - ha tuonato il leader periamo che Dio abbia perso lo stampino di Berlusconi".


Alla Stazione Marittima di Napoli dove ha partecipato a un appuntamento elettorale alla presenza dei candidati in Campania, Bersani ha attaccato a testa bassa il Cavaliere nel tentativo di ricompattare le schere degli anti berlusconiani. Il copione è il solito: insulta, tira in ballo le inchieste della magistratura milanese, cita a suo uso e consumo i gossip pubblicati dalla stampa progressista. "Come è arrivato Monti al governo, i giornali sono diventati tutti rigorosi, portavano solo tabelle e articoli di economia - ha spiegato il segretario piddì - fino al giorno primo parlavano di festini vari. Diciamo che per anni abbiamo mangiato pane, Ruby e festini". L'intento è sin troppo chiaro. Nelle ultime ore i sondaggisti e gli analisti politici hanno infatti rilevato che, mentre il Pd perde terreno a causa dello scandalo che ha travolto il Monte dei Paschi di Siena, parte dell'elettorato di sinistra si sta spostando verso il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo e la Rivoluzione Civile di Antonio Ingroia. Il tentativo di Bersani è, appunto, quello di richiamare all'ordine l'ala radicale dell'elettorale sotto l'odio contro Berlusconi. "Uno che è arrivato dicendo che schifava la politica, schifava lo Stato, il Fisco, schifava tutto", ha detto il leader democrat invitando i propri elettori a non votare per movimenti politici, come quelli fondati dall'ex pm di Palermo e dal comico genovese, che tra trent'anni non esisteranno più.


A Bersani gli insulti, però, non bastano. Anche l'arrivo di Mario Balotelli al Milan entra nella campagna elettorale. "Nelle stesse ore in cui ieri ero a Padova a visitare disabili e carcerati, problemi seri insomma, Berlusconi trattava Balotelli - ha commentato il segretario del Pd - allora io vi annuncio che sto trattando per portare Leo Messi al Bettola Football Club". In realtà, anziché ironizzare sull'acquisto di SuperMario, Bersani potrebbe inziare a dare qualche risposta concreta sullo scandalo che lega pericolosamente il Monte dei Paschi al Partito democratico. La dichiarazione "Il Pd fa il Pd, le banche fanno le banche" non basta. Non solo. Anziché sperare che Dio abbia gettato via lo "stampino di Berlusconi", Bersani potrebbe spiegare con chiarezza agli italiani l'importo della manovrina economica, che ha in mente di fare in caso di vittoria, e la rimodulazione dell'Imu per stangare i patrimoni immobiliari.


Bersani prova a ricompattare l'elettorale soffiando sull'odio anti Cav: "Per anni abbiamo mangiato pane, Ruby e festini". Poi su Balotelli: "Io tratto Messi al Betolla". Ma tace su Mps






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Andrea Indini


Il candidato premier del centrosinistra, Pier Luigi Bersani
Inciucio in Lombardia
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Published on January 30, 2013 08:44

Bersani ci prova con Monti: verso l'inciucio in Lombardia

I sondaggi non mettono bene. Il Pdl restringe la forbice, il Pd perde terreno. Lo scandalo che ha travolto il Monte dei Paschi di Siena sta facendo perdere consensi a Pier Luigi Bersani. Se solo qualche mese fa in via del Nazareno  la vittoria del centrosinistra alle politiche era data per certa, adesso analisti e sondaggisti parlano di uno scontro sul filo del rasorio. "Quella per la maggioranza al Senato sarà probabilmente una battaglia all'ultimo voto", ha spiegato Renato Mannheimer sul Corriere della Sera individuando nella Lombardia e nella Sicilia le due battaglie chiave per vincere le elezioni e mettere al sicuro il prossimo governo. Bersani lo sa sin troppo bene e, per portare a casa il risultato, prova a "inciuciare" con Mario Monti nella partita lombarda dove la corsa a Roma si intreccia con lo scontro tra Roberto Maroni, Umberto Ambrosoli e Gabriele Albertini per la presidenza della Regione.


Bersani non usa mezzi termini: lo dice fuori dai denti. Certo, non usa il termine "inciucio". Ma la sostanza è quella. I democratici e i centristi insieme per battere la macchina da guerra messa in campo da Silvio Berlusconi e dalla Lega Nord. Il leader piddì chiede al Professore una riflessione seria sulle regionali lombarde. "Noi abbiamo messo in campo una proposta civica, c’è qualcuno che si chiama Scelta civica, vedi mai che faccia una riflessione - ha detto Bersani - finchè ci si punzecchia è la campagna, poi si ha la sostanza, vince chi arriva primo". I risultati dei sondaggi effettuati negli ultimi giorni fanno infatti notare che l'esito nella maggioranza delle regioni è già scritto. Tuttavia, come sottolinea anche Mannheimer oggi sul Corsera, "le poche che sono ancora in bilico fanno parte di quelle più popolate, che, di conseguenza, assegnano un maggior numero di senatori". Senatori ceh si rivelano, infatti, decisivi per la tenuta della maggioranza a Palazzo Madama. La Lombardia, in primis, a cui vengono assegnati 49 seggi, ovvero il 16% dei senatori eletti. Il fatto che qui si voti anche per il governatore potrebbe influire, in modo massiccio, sul risultato delle politiche. Le inchieste che hanno coinvolto il presidente della Regione Formigoni hanno "rosicchiato" i consensi del centrodestra, ma stando a quanto rilevato dagli analisti Maroni sarebbe, comunque, in testa ai sondaggi.


In questo quadro fortemente in bilico, Bersani cerca di fiondarsi a gamba tesa per stoppare l'avanzata del centrodestra e sbarrare la strada al leader leghista. Così, dopo aver rinvangato i peggiori slogan anti berlusconiani, il segretario piddì prova a stringere un'alleanza con Monti. Un'alleanza che puzza di "inciucio" perché, partendo dalla Lombardia, punta a un accordo più largo a Roma. Presentando un patto con la candidata alle regionali in Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, Bersani parla di "polemica seria e aperta" con il premier uscente: "Finchè ci si punzecchia, sta tutto dentro la logica della campagna elettorale, ma poi si ha la sostanza. Non è una banalità guardare in faccia il rischio che Berlusconi e la Lega tengano ancora il comando in Lombardia. È una cosa seria, una posizione europeista deve fare una riflessione sulla Lombardia". Dopo aver a lungo tentato un'intesa a livello nazionale, adesso Bersani prova a stringerla a livello locale per riuscire a trainare anche le politiche e mettere al sicuro una Regione fondamentale per contenere la rimonta del Pdl.


La partita per le politiche passa per le regionali in Lombardia. Sondaggi: testa a testa. E Bersani fa una proposta a Monti






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Andrea Indini


Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani e il premier Mario Monti
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Published on January 30, 2013 01:21

January 29, 2013

L'Europa della Merkel torna a tifare Monti: "Il Cav soffoca l'Italia"

L'Europa è entrata a gamba tesa nella campagna elettorale. Da Bruxelles piovono durissime stoccate contro Silvio Berlusconi per sostenere, tutt'altro che velatamente, il premier uscente Mario Monti. Oggi il commissario europeo all’Economia Olli Rehn ha, infatti, accusato il Cavaliere di aver soffocato la crescita in Italia. "Tra agosto e novembre 2011 - ha sostenuto Rehn nel corso di un’audizione all’Europarlamento - il governo Berlusconi ha deciso di non rispettare più gli impegni presi in estate con l’Europa e in questo modo ha soffocato la crescita economica italiana". Quindi l'endorsement finale: "Questa situazione ha portato alla fine del governo Berlusconi e alla formazione del governo di Mario Monti che poi è riuscito a stabilizzare la situazione in Italia".


L'Europa dei poteri forti, dei tecnocrati e della cancelliera tedesca Angela Merkel torna a fare il tifo per il Professore. A distanza di tredici mesi, infatti, Bruxelles ha ripreso a lanciare messaggi di sfiducia all'Italia per colpire mediaticamente Berlusconi e spingere Monti nuovamente a Palazzo Chigi. Sul finire del 2011 l'operazione di Bruxelles era stata pressoché identica. Oggi come allora l'Unione europea vorrebbe alla presidenza del Consiglio un tecnico che, anziché portare avanti gli interessi degli italiani, si faccia carico dei diktat europei. Basta guardare i tredici mesi di governo Monti per capire che il Professore ha messo al primo posto la politica di austerity voluta dalla Merkel e le riforme lacrime e sangue imposte dall'Unione europea. Non è certo un mistero il fatto che i 3 miliardi di euro incassati con l'Imu sulla prima casa sono stati subito spesi per anticipare la seconda rata del Fondo Salva Stati. Nel programma del centrodestra, Berlusconi ha già fatto sapere che non accetterà le misure recessive dettate da Bruxelles e, per prima cosa, metterà mano alle politiche fiscali per riuscire ad abbassare le tasse e a eliminare l'imposta sulla prima abitazione.


La politica economica del Cavaliere, svincolata dai poteri forti e dal giogo della Merkel, non piace a Rehn. "La politica del governo Monti è quella dettata dalla cancelliera Angela Merkel - ha più volte spiegato Berlusconi - una politica economica che precipita l'Italia nella spirale della recessione". Secondo il premier, infatti, l'esecutivo dei tecnici ha adottato al 100% "le indicazioni della Germania egemone". Un'accusa che trova riscontro nelle misure e nelle riforme approvate nell'ultimo anno da Monti. Proprio per evitare che il Cavaliere possa tornare alla guida del governo, l'Unione europea ha prontamente soccorso Monti. Questa mattina, la situazione dell’Italia è stata, infatti, portata a esempio da Rehn per rispondere a chi, nell’ambito del lancio del nuovo semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche, sosteneva che un "approccio fiscale più lieve" da parte di Bruxelles sul risanamento dei conti pubblici avrebbe aiutato i paesi in difficoltà ad avere premi di rischio inferiori. "Pensate all’Italia, tra l’inizio dell’autunno e il novembre 2011 - ha accusato Rehn - l’Italia aveva fatto alcune promesse sul consolidamento fiscale verso metà estate, anche per facilitare l’intervento della Bce con il suo programma di acquisto di titoli sul mercato secondario". Il commissario europeo all’Economia ha quindi "benedetto" l'intervento del Professore che, grazie allo spauracchio dello spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi e all'intervento del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, è riuscito a salire allo scranno di Palazzo Chigi. "Da allora - ha spiegato Rehn - l’Italia ha saputo riguadagnare la fiducia dei mercati e i premi di rischio sono scesi di nuovo".


Un vero e proprio spot da campagna elettorale. Antonio Tajani, vicepresidente dell’esecutivo europeo, ha subito preso le distanze da Rehn perché "rischia di far apparire non indipendente la Commissione Ue". Il commissario Ue si è, infatti, dimenticato di dire che il governo Monti ha portato il tasso della pressione fiscale al 56%, ha fatto schizzare la disoccupazione oltre il 10% e ha fatto precipitare la produzione industriale e i consumi. "È inaccettabile che Rehn intervenga nella campagna elettorale di uno Stato membro - ha commentato il segretario del Pdl, Angelino Alfano - peraltro con affermazioni false, tecnicamente sbagliate e facilmente smentibili".


Il Prof in difficoltà coi sondaggi, Bruxelles corre in aiuto. Rehn: "Monti è riuscito a stabilizzare la situazione". Protesta il Pdl






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Andrea Indini


Il premier Mario Monti ride con la cancelliera Angela Merkel
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Published on January 29, 2013 06:41

Fini è alla frutta: ora si aggrappa all'antiberlusconismo

Il tradimento degli elettori del Pdl diventa un vanto, mentre l'anti berlusconismo militante viene celebrato come manifesto programmatico. Mentre i sondaggi del Tg di La7 filmano i funerali del Fli, che sprofonda sotto il 2%, Gianfranco Fini irrompe nella campagna elettorale con uno spot in cui glorifica il "Che fai, mi cacci?" e l'addio a Silvio Berlusconi. È il trsite epilogo di un leader piccolo piccolo.


Era il 22 aprile del 2010, giorno dello strappo di Fini. Ancora oggi non si sa cosa abbia spinto il presidente della Camera a voltare le spalle a Berlusconi e agli elettori del Pdl. Sicuramente puntava a far cadere il governo e a prendere nelle sue mani le redini del centrodestra italiano. Ma l'ex leader di Alleanza nazionale, pupillo di Giorgio Almirante e liquidatore del Movimento Sociale Italiano, non aveva fatto i conti con il Cavaliere che non solo non è caduto, ma anche retto bene le fuoriuscite dei futuristi che, per alcune settimane, hanno riempito le prime pagine dei quotidiani. Da allora il declino di Fini, travolto dallo scandalo di Montecarlo e dalle danze trasformiste che dalla destra lo hanno portato nell'abbraccio di Pier Ferdinando Casini e Francesco Rutelli, ha portato Futuro e Libertà all'irrilevanza politica. Gli ultimi sondaggi danno il partito del presidente della Camera sotto il 2%. Per rilanciarlo i futuristi hanno confezionato uno spot elettorale in cui l’ormai celebre dito puntato contro Berlusconi e il grido "Che fai, mi cacci?" vengono celebrati come il prezzo per "amare l'Italia". Ed è così che il tradimento di Fini e l'anti berlusconismo militante diventano dei valori di cui vantarsi, posizioni politiche da difendere e proporre agli elettori. È nel dna di Fini: dopo aver affondato il Msi e contribuito a fondare il Pdl, rinnega il passato, volta le spalle ai propri elettori e "pugnala" chi lo ha portato prima al governo, poi sullo scranno più alto di Montecitorio.


Il video, già on line, ripercorre i momenti della concitata riunione che ha segnato il divorzio in diretta tra il presidente della Camera e l’allora presidente del Consiglio. "Amare l’Italia ha un costo, quando si ha il coraggio di alzarsi e dire basta", è il commento all’immagine di Fini che si alza dalla sedia in prima fila e si dirige verso il palco dal quale parla Berlusconi. "Amare l’Italia ha un costo, quando si va controcorrente per difendere le proprie idee", si spiega ancora nel video mentre viene inquadrato un tricolore che sventola alto nel cielo. "Un’Italia intransigente contro i corrotti": qui l’immagine è quella di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. "Un’Italia giusta e solidale con gli anziani e i più deboli, vicino ai giovani e alle donne". La conclusione è tutta per Fini che, in uno strettissimo primo piano, aggiunge: "Sì, amare l’Italia ha un costo, ma ne vale davvero la pena, se vogliamo il futuro e la libertà". In realtà, il "costo" per aver tradito il governo, il Pdl e gli italiani è - giustamente - è appunto l'irrilevanza politica. Dall'alto del suo 1,8% il presidente della Camera è, infatti, il fanalino di coda della coalizione che sostiene il bis di Mario Monti a Palazzo Chigi. Proprio per questo, fino all'ultimo momento, Fini si è aggrappato allo scranno di Montecitorio.


Il "Che fai, mi cacci?" finisce nello spot elettorale del Fli: così i futuristi trasformano il tradimento di Fini in un vanto. È l'epilogo di un "leader" piccolo piccolo






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Gianfranco Fini contro Silvio Berlusconi: "Che fai, mi cacci?"
La fine di Fini in diretta: così sprofonda un leader"Che fai, mi cacci?" diventa lo spot elettorale del FliGianfranco Fini... senza rimpianti
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Published on January 29, 2013 06:28

January 28, 2013

Monti in campagna elettorale fa solo promesse da marinaio: "Abbasserò Imu, Irpef e Irap"

È arrivato il momento delle promesse che non verranno mai mantenute. In piena campagna elettorale, dopo tredici mesi di stangate fiscali e misure lacrime e sangue, il premier uscente Mario Monti rassicura gli italiani impegnandosi ad abbassare l'Irpef e l'Irap, a partire dal 2014, e ad aumentare le detrazioni per l’Imu sulla prima casa, già a partire da quest'anno. Insomma, dopo che Rete Imprese ha denunciato un innnalzamento record della pressione fiscale che, nel giro di un anno, è schizzato oltre il 56%, il Professore è tornato sui propri passi e ha annunciato alcuni punti del piano di riduzione fiscale.


Dagli studi di Omnibus su la7, il Professore ha fatto sapere che la coalizione di centro presenterà, al più presto, un piano per ridurre il gettito di Imu, Irap e Irpef. "Non voglio fare promesse - ha assicurato - ma prendere impegni seri". Nel dettaglio monti ha spiegato che, per quanto riguarda l'imposta sulla prima casa, è possibile prevedere detrazioni da 200 a 400 euro e detrazioni per figli a carico fino a 800 euro. "Il costo stimato è due miliardi e mezzo - ha detto il leader di Scelta Civica - la copertura viene dal contenimento della spesa corrente primaria pari a circa 3 miliardi". Per quanto riguarda Irap, invece, il programma di Monti prevede "una riduzione favorevole al lavoro dal 2014" con "l’eliminazione del monte salari dalla base imponibile dell’Irap". "Il totale - ha spiegato il premier dimissionario - sarà pari al dimezzamento dell’attuale carico fiscale sul settore privato, circa 11,5 miliardi di imposta in meno in cinque anni sulle imprese". Infine, per quanto riguarda il capitolo Irpef, Monti ha promesso una revisione a partire dall'anno prossimo: "Vogliamo ridurrre il peso dell’imposta a partire dai redditi medio bassi attraverso l’aumento delle detrazioni per i carichi familiari e la riduzione delle aliquote a partire da quelle più basse, complessivamente nella legisla ridurremo il gettito Irpef di 15,5 miliardi".


È una versione "nuova" quella del Professore in campagna elettorale. Solo un mese fa osteggiava la proposta, lanciata da Silvio Berlusconi, di eliminare l'imposta sulla prima casa: "Se si farà senza altre grandissime operazioni di politica economica, chi verrà al governo un anno dopo dovra mettere l'Imu doppia". Adesso sembra aver cambiato completamente idea. Dopo tredici mesi di austerity e politiche fortemente recessive, il premier punta tutto sulla riduzione della pressione fiscale e sulle riforme che non è riuscito a mettere in campo quando poteva godere il pieno appoggio di Pdl, Pd e Terzo Polo. Adesso dice di voler "lavorare per scomporre i poli" mettendo insieme forze trasversali per riuscire a rifomrare il Paese. Pietro Ichino prima sedeva nei banchi del Pd, Giuliano Cazzola nei banchi del Pdl: ora siederanno tra i centristi. "L’Italia ha bisogno di coppie di riforme: c’è bisogno di andare avanti nel mercato del lavoro e nella giustizia - ha continuato - sulle prime il Pdl sarebbe stato disponibile, sulla seconda il Pd sarebbe stato disponibile". E Monti dice di voler lavorare proprio per "superare queste gabbie". Da qui l'idea di formare una grande coalizione che metta insieme più partiti e che, ovviamente, sostenga la corsa del Professore a Palazzo Chigi. In realtà, quelle di Monti sono solo promesse da campagna elettorale. Promesse sapientemente condite con le minacce. Velatamente il premier usa la scure dalla manovra economica per mettere paura agli italiani: "Escludo una manovra correttiva dei conti, ma non escludo niente in certi casi di esito del voto". Un "messaggio minaccioso" che non è affatto piaciuto al leader della Cgil Susanna Camusso che ha invitato il Professore a chiarire sullo stato dei conti pubblici.


Monti torna a parlare a Viterbo, presentando i candidati della sua lista: "I partiti sono molto legati ad apparati ed interessi costituiti. Non hanno quel freschezza che noi abbiamo perchè arriviamo sgombri da attività pluridecennali".  E insiste sui conti pubblici e l'economia: "Il precipizio è ancora lì ma abbiamo invertito la marcia. L’emergenza finanziaria» è superata «con l’appoggio dei partiti, che sono stati presi anche loro dalla paura, e con l’appoggio dei milioni di italiani che hanno dimostrato maggiore responsabilità dei
greci, ai portoghesi. Quel rischio, posso dirlo, è passato".


Dopo aver portato il peso della pressione fiscale al 56%, il Prof promette di abbassare le tasse e prova a creare i presupposti per una grande coalizione






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Andrea Indini


Il premier uscente Mario Monti
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Published on January 28, 2013 11:16

January 25, 2013

Monti: "Intesa col Pdl ma senza Berlusconi". Alfano: "Se lo scordi"

Sul tavolo di Mario Monti c'è ancora il nodo alleanze. Scoraggiato dai sondaggi che lo danno sempre più in discesa, il Professore sa che la lista "Scelta civica" non riuscirà a ottenere la maggioranza per governare. Così, pur di non scomparire, cerca di cucirsi addosso un ruolo di peso per influire sul prossimo governo. Ed è così che, tra una dichiarazione e l'altra, cerca l'appoggio ora della sinistra, ora del centrodestra. Un atteggiamento ondivago che la dice lunga sulla linea politica dei centristi.


Il recente scandalo che ha travolto il Monte dei Paschi di Siena e i vertici del Partito democratico e la bocciatura a 360 gradi del Financial Times a un eventuale inciucio Monti-Bersani devono aver contribuito a far rivere i propri piani al Professore. Sebbene nei giorni scorsi andasse in giro a lodare "la gloriosa storia comunista" di Bersani e compagni, adesso Monti non disdegnerebbe neppure un'intesa con il Pdl. Oltre che con i democratici, il premier uscente ipotizza infatti anche un accordo con il partito di Berlusconi, ma senza Berlusconi. "Il Pdl non sarà sempre guidato dal Cavaliere - ha spiegato Monti ai microfoni di Radio Anch’io - e si potrebbe benissimo immaginare una collaborazione con quella parte una volta mondata ed emendata dal tappo che impedisce le riforme". Fantapolitica, insomma. Dopo aver rifiutato la proposta di federare i moderati e di aver intessuto rapporti sempre più stretti con il Pd, Monti torna sui suoi passi nella speranza di avviare una collaborazione politica con il Pdl scavalcando, però, il Cavaliere. Compleatamente disinteressato dai programmi e in affanno sulla campagna elettorale, Monti è alla ricerca spasmodica di un alleato che lo porti al governo. Che sia il Pdl o il Pd non gli importa. Una sola cosa gli interessa: far fuori Berlusconi che, nel giro di un solo mese, è riuscito a scalare i sondaggi e a far rimontare il centrodestra portandolo a un passo dalla sinistra a Montecitorio e al pareggio a Palazzo Madama.


Dopo aver battuto i dibattiti televisivi ed essere approdato sui principali social network, il Professore si appresta a iniziane il tour della campagna elettorale. Il primo appuntamento è stato fissato a domani quando il premier sarà a Milano. "Poi andrò anche nelle altre piazze italiane", ha assicurato il premier dimissionario spiegando che la lista "Scelta civica" si attesta intorno al 10%. "Con gli alleati di coalizione arriviamo al 15%-16% - ha continuato Monti - girerò per l’Italia con i limiti che derivano dal fatto che sto gestendo un governo ancora in carica". In realtà, stando a un sondaggio realizzato dall'istituto Swg in esclusiva per Agorà, la coalizione di centro scende di quasi un punto (-0,9%) attestandosi intorno al 12,8%. Forse, è proprio per questo che Monti va in giro a elemosinare un'alleanza per non scomparire.


Centristi sempre più giù nei sondaggi. Il Prof spera in un'alleanza che lo salvi dal flop elettorale: "Va bene sia il Pd sia il Pdl ma senza Berlusconi". Alfano: "Se lo scordi"






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Andrea Indini


Silvio Berlusconi e Mario Monti a Montecitorio
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Published on January 25, 2013 03:45

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