Andrea Indini's Blog, page 127

October 7, 2015

Crozza "condanna" i marò. E Floris se la ride

Andrea Indini



Maurizio Crozza "condanna" Massimiliano Latorre e Salvatore Girone. A Di Martedì il comico ha attaccato duramente i marò con una battuta sconcertante che ha scatenato una violentissima polemica (guarda il video). "L’ultima volta che dei militari italiani hanno sparato… - ha detto - abbiamo ucciso due pescatori in India".


La battutaccia dell'idolo della sinistra radical chic ha subito scatenato lo sdegno dei più. Sui social network molti si sono indignati per quei pochi, sconvolgenti secondi "dedicati" ai marò. Nell’ambito di una parodia sull’intervento militare dell’Italia in Iraq, ha accusato i nostri fucilieri di marina di aver ammazzato due pescatori. Una sentenza in piena regola che non poteva passare inosservata. "Noi non siamo fatti per mostrare i muscoli – ha detto Crozza - non è nel nostro dna". Poi, la battuta su Girone e Latorre: "L’ultima volta che dei militari italiani hanno sparato… abbiamo ucciso due pescatori in India". Seguita da uno sboccatissimo "Cazzo, non siamo capaci!". Negli studi di La7 non sono mancate le risate del pubblico. A cui si è unito pure Giovanni Floris che si è ben guardato dal far notare che i nostri marò sono detenuti illegalmente in India e che da tre anni aspettano che gli venga fatto un regolare processo per provare la propria innocenza.


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La gag di Crozza non ha causato solo lo sdegno dei social. Anche in politica non è mancato chi ha preso le distanze dall'attacco ai marò. "I marò sono innocenti, ingiustamente trattenuti e detenuti dall’India da 1.326 giorni - ha tuonato il deputato azzurro Elio Vito - non meritano ironie, battute ed offese da parte di Crozza". Durissimo anche l'ex ministro Ignazio La Russa: "Io che sono un amante della satira e che apprezzo l’ironia e la capacità graffiante di Crozza, non ho dubbi nel condannare senza mezzi termini la sua inaccettabile frase sui marò oltre che in generale la sua opinione sulle nostre Forze armate". Per l'esponente di Fratelli d'Italia si tratta di "fuoco amico" che "colpisce alle spalle chi già sta pagando senza alcuna colpa la ignavia dei nostri governi".


A Di Martedì Crozza critica l'intervento italiano in Irak e finisce per insultare Latorre e Girone: "L’ultima volta che dei militari italiani hanno sparato..."





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Published on October 07, 2015 07:08

October 5, 2015

Bersani contro Verdini (e Renzi) "Valori sviliti in canzoncine"

Andrea Indini



video
Verdini canta a SkyTg24


News

La coppia Renzi-Verdini esce dalla...


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Il metodo Boschi sulla riforma

All'indomani dell'esordio tivù di Denis Verdini, che si confronta a distanza con Matteo Renzi, c’è un terzo pezzo del puzzle su cui regge l'impianto delle riforme che sembra cominciare nuovamente a scricchiolare: la minoranza dem. Nelle ultime ore ha iniziato a montare, nella sinistra piddì, preoccupazione e fastidio per l'ascesa di Verdini e per quello che viene definito come un pericoloso flirt con il premier. "Non mi preoccupo di Verdini e compagnia - tuona Pier Luigi Bersani - mi preoccupo del Pd e delle politiche di governo. Sembra che valori, ideali e programmi di centrosinistra si sviliscano in trasformismi, giochi di potere e canzoncine".


Le fibrillazioni all'interno della minoranza non escludono ripercussioni non solo sulle restanti votazioni al ddl Boschi ma anche su una legge di stabilità sulla quale in tanti, nella minoranza, storcono il naso, a partire dall’annunciato taglio delle tasse sulla casa. "Bisogna rendere più chiaro dove si stia andando - mette in chiaro Bersani - senza cortine fumogene, giochi di parole e battute assolutorie". Nelle prossime ore si vedrà quanto e come la nuova divisa da "riformatori" dei senatori Ala influirà sulle decisioni della sinistra Pd. Di certo, argomentano i senatori bersaniani, dopo il via libera all’intesa sull’elettività dei senatori, ora la minoranza attende che venga modificata, di conseguenza, anche la norma transitoria inserita nell’articolo 39 del ddl. Prima, invece, sarà il nodo dell’elezione del presidente della Repubblica - con la minoranza che vuole allargare la platea degli elettori - contenuto nell’articolo 21 a tenere banco a Palazzo Madama.


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Finora la minoranza piddì si è mostrata compatta (a parte un paio di eccezioni) ma l’equilibrio interno al Nazareno, si sa, è sempre fragile. E non ha certo aiutato la parodia canora con cui, ai microfoni di Skytg24, Verdini si è "burlato" della minoranza parafrasando le note de La lontananza di Modugno. "Sembra, e non da oggi, che ci sia una circolazione extracorporea rispetto al Pd e alla maggioranza di governo - denuncia Bersani dal suo profilo Facebook - tanta nostra gente pensa che sia ora di rendere più chiaro dove si stia andando. Anch’io la penso così". Dal tubo catodico Renzi invita i compagni a pensare alle riforme e a non ordire congiure. E pure Lorenzo Guerini derubrica l'assalto a "sterili polemiche". "Non credo sia utile che ogni settimana, anche da parte di Bersani, si costruisca una nuova polemica - spiega - il rispetto per il Pd è anche non aprire ogni giorno un fronte interno e non alimentare tensioni che non servono a nessuno".


Verdini agita la minoranza dem. Bersani guida la carica, ma sono in tanti ad alzare le barricate





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Published on October 05, 2015 09:48

La provocazione di Cecilia Strada: "Cosa cambia se a sparare sono i buoni?"

Andrea Indini



Il ragazzo nella foto ha solo otto anni. Cecilia Strada racconta di averlo conosciuto a Kabul, sempre che si possa "conoscere un bambino mummia". Il piccolo ha preso in mano un ordigno con ogni probabilità piazzato dai talebani. Quando è esploso, gli ha dilaniato il corpo. Nell'altra corsia c'è un suo coetaneo che aveva una pallottola in testa sparata dall'esercito afgano. E, nello stesso ospedale, ci sono pure le vittime delle bombe americane.


"Fa qualche differenza, quando sei un bambino mummia, chi ti ha sparato? - chiede la presidente di Emergency - muori di meno, se ti sparano 'i buoni'? Ti ricrescono le mani, se chi ti ha colpito era 'dalla parte giusta'? in guerra tutti i combattenti si sentono dalla parte giusta". La provocazione è stata lanciata dalla Strada su Facebook. Il post è stato corredato dal "bambino mummia" dilaniato dall'ordigno talebano. Una foto devastante che ha fatto subito il giro del social network diventando così virale e scatenando un'acceso dibattito. Perché quello che la numero uno di Emergency ha sollevato è un dramma che rischia di viziare il dibattito politico. Un po' come la foto di Aylan al Kurdi, il piccolo siriano affogato nel Mediterraneo. La sua morte non solo ha scosso le coscienze degli europei ma ha addirittura spinto i principali leader Ue a cambiare le proprie politiche migratorie. Così la foto scattata dalla Strada.


"Anche al di qua dell'oceano tutti si sentono dalla parte giusta, pronti a sparare giudizi, insinuare, giustificare - sentenzia la Strada alla fine della giornata, però, l'unica cosa che rimane di tutto questo mare di parole è lui e quelli come lui". Quindi, l'affondo rivolto all'Occidente: "Per quanto possiate imbrogliare con le parole, i distinguo e i 'purtroppo', rimane questa roba qua. Ha questa faccia qui. Togliete le bende, se avete coraggio. Dai suoi occhi e dai vostri, possibilmente". Tutto vero. Ma troppo semplice per fermare quell'odio che fa versare sangue tutti i giorni. Altrimenti, basterebbero le preghierine dei bimbi: "Fa' che non ci sia più la guerra nel mondo".


Cecilia Strada (Emergency) posta su Facebook la foto di un bimbo di 8 anni rimasto vittima di un'esplosione. Ma è solo una facile provocazione





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Published on October 05, 2015 08:25

September 23, 2015

Dopo i bimbi, gli innamorati: è la propaganda pro migranti

Una foto vale molto più di una notizia. Perché una foto rimane, talvolta in eterno. Diventa il simbolo di un determinato evento storico e veicola inevitabilmente un messaggio che poi è impossibile smontare. Ecco perché dalla rotta balcanica, che quotidianamente migliaia di immigrati battono per raggiungere l'Europa, arrivano a rullo continuo fotografie sdolcinate per "piegare" l'opinione pubblica. Prima coi bimbi alla frontiera davanti ai poliziotti in armi, ora con gli innamorati nei centri di prima accoglienza. Gli effetti di questa campagna buonista sono sotto gli occhi di tutti: i leader europei si muovono col cuore più che con la testa. Fanno eccezione i Paesi del blocco dell'Est che continuano a opporsi all'invasione.


L'ultima fotografia che commuove l'Europa sbircia dentro una tenda rimasta aperta. Tutt'intorno è un groviglio di immigrati ammassati l'uno addosso all'altro. Dentro, invece, ci sono un ragazzo e una ragazza. Sono stati fotografati proprio mentre si stanno baciando appassionatamente. Lo scatto è di Yannis Androulidakis, collaboratore di Al Jazeera. È stato postato su Facebook da Niklas Gris. Che, poi, ha scritto: "I rifugiati vinceranno perché sono elementi di libertà, perché negano e aboliscono davvero i confini, perché sono testimoni della barbarie della guerra e dei poteri coloniali, e sono venuti in Occidente portando con sé la prova di quei crimini. Il colonialismo è tornato a casa. Ma la vita vince sempre, alla fine". Più incisivo di uno spot elettorale. Tanto che l'immagine ha bucato immediatamente l'opinione pubblica guadagnandosi, al pari della bimba che gattona davanti al cordone di poliziotti che si oppongono all'ingresso degli immigrati, la prima pagina dei principali quotidiani. Massimo Gramellini, per esempio, gli ha dedicato il Buongiorno: "I romanticoni senza fine né fini elettorali ammireranno la capacità della vita di ricominciare a ogni istante. Ogni bacio è sempre il penultimo".


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Se la foto di Ayla al Kurdi, il piccolo siriano trovato morto sulla spiaggia di Bodrum, aveva smosso il cuore di pietra di Angela Merkel inducendola ad aprire un corridoio preferenziale (solo per i siriani), gli incessanti scatti che ritraggono famiglie in cammino, bambini sulle spalle dei papà o ragazzini che disegnano nei centri di prima accoglienza stanno piegando il sentire degli europei. Basta guardare i sondaggi per capirlo. A giugno, quando le coste del Sud Italia erano costantemente prese d'assalto dai barconi, gli italiani erano fermamente contrari ad accogliere. Ora che gli immigrati hanno un volto è tutta un'altra storia. Anche Matteo Renzi ringrazia. Nonostante la sua incompetenza, è infatti riuscito a invertire la rotta tornando a guadagnare qualche decimale di fiducia.


Il bacio di due immigrati innamorati nella tenda: "L'amore vince sempre, alla fine". È l'ennesimo spot (fotografico) per piegare le coscienze degli europei





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Andrea Indini


La foto di Yannis Androulidakis pubblicata su Facebook da Niklas Gris
I fotografi usano i bimbi per far aprire le frontiereGiù le mani dai bimbi siriani: aiutarli è diventato uno spot
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Published on September 23, 2015 00:55

September 20, 2015

Se i fotografi usano i bimbi per piegare l'opinione pubblica a aprire le frontiere ai migranti

Cosa vi evoca un bambino indifeso davanti a un poliziotto armato? E cosa vi fa venire in mente un padre disperato che dopo aver toccato terra alza al cielo il proprio piccolo baciandolo, abbracciandolo e ringraziando di non essere stato inghiottito dal mare? E ancora: qual è il primo sentimento che vi morde lo stomaco nel vedere un ometto di non più di cinque anni giocare, solo, in un impolverato centro di prima accoglienza? Anche ai più cinici queste immagini evocano un dolore senza tempo e una sete di giustizia che lo spingono di getto a rivedere qualsiasi sua opinione in tema di immigrazione. Questo perché la campagna buonista, che mira ad abbattere le frontiere per far entrare fiumi di popoli in fuga, passa anche dai contenuti fotografici che arrivano dalle frontiere prese d'assalto da centinaia di migliaia di immigrati.


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In questo dramma che è l'immigrazione i più fotografati sono i bambini. O le mamme coi bambini. O i papà coi bambini. Perché certe immagini - è inutile girarci troppo attorno - sono un pugno allo stomaco. Come lo era stata la fotografia di Aylan al Kurdi, il bimbo di tre anni divorato dal mare e gettato, ventre a terra, su una spiaggia di Bodrum. La morte di quel bimbo ha scosso le coscienze dei leader europei. Gli stessi leader che, mentre migliaia di persone (tra cui un'infinità di bimbi) perdevano la vita nauragando nel Mediterraneo, si voltavano dall'altra parte. Davanti alla fotografia di Aylan non hanno potuto più fare altrimenti. E, finalmente, si sono accorti che l'immigrazione incontrollata è un'emergenza. Da quel momento, però, i bambini sono stati presi d'assalto dalle macchine fotografiche dei reporter inviati lungo la "rotta balcanica" a raccogliere storie strappalacrime. Come se un bimbo valesse più di un ragazzo, di una donna o di un uomo. Eppure è così: vale di più.


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Così, nella caterva di scatti che arrivano in redazione dalle agenzie stampa, la stragrande maggioranza dei soggetti fotografati sono bambini (guarda qui). Immagine cariche di sentimento che, però, sembrano costruite ad hoc quasi a voler piegare l'opinione pubblica e dirottare la politica a prendere misure più permissive. In un momento in cui l'Unione europea si sta interrogando se arginare l'invasione, come pensano Paesi come l'Inghilterra, l'Ungheria o la Spagna, o creare corridoi umanitari per accogliere gli immigrati, come vorrebbe fare la Germania, la Francia e l'Italia, certe foto possono anche fare la differenza. Chi potrebbe mai chiudere la porta in faccia a un bimbo indifeso?


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L'obiettivo dei reporter è scattare foto che diventino virali e pieghino le coscienze al buonismo. Chi potrebbe mai chiudere la porta in faccia a un bimbo indifeso?





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Andrea Indini

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Published on September 20, 2015 03:50

September 16, 2015

Il no di Squinzi ai migranti: "La priorità sono gli italiani"

"In questo momento non è l’immigrazione che può risolvere i nostri problemi". A margine di una conferenza stampa a Milano, il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi dà un taglio netto al buonismo imperante che vorrebbe aprire le frontiere a tutti gli immigrati facendoci credere che l'ondata migratoria possa costituire un’opportunità: "Abbiamo bisogno innanzitutto di ridare lavoro agli italiani".


Dal presidente della Camera Laura Boldrini a papa Francesco, sono in molti a sbacciarsi per far passare l'idea che le centinaia di migliaia di disperati che sbarcano in Italia debbano essere considerate un’opportunità di crescita per l'Italia. "Siamo generosi nel salvataggio in mare, ma carenti nella parte che riguarda l'integrazione - teorizzava nei giorni scorsi la Boldrini - se li accompagnassimo nell'integrazione ne trarremmo giovamento, lasciarli al loro destino invece significa disperdere questi talenti". Per Bergoglio, invece, l'ondata migratoria servirà a ringiovanire "nonna Europa". "Giustamente quando c’è uno spazio vuoto, la gente cerca di riempirlo: se un paese non ha figli - spiegava il Santo Padre - i migranti vengono ad occuparne il posto". Di questo avviso sono anche molti progressisti che, come pensa anche la cancelliera Angela Merkel, vedono negli immigrati un'occasione di sviluppo economico, culturale e, per alcuni, religioso. Il tutto lasciando indietro gli italiani, Che, è bene ricordarlo, non se la passano poi così bene.


Pur essendo convinto che "alla lunga l’immigrazione sia sempre un fenomeno positivo", Squinzi non è affatto d'accordo coi buonisti che vogliono spalancare le porte del Belpaese agli extracomunitari. A questi ricorda che l'Italia ha il 13% di disoccupazione e il 40% di disoccupazione giovanile. "Sarà una visione un po' egoistica - conclude il presidente della Confindustria - ma cominciamo a dare un futuro ai nostri giovani e velocità al nostro Paese".


Alla sinistra buonista Squinzi ricorda che la disoccupazione italiana è al 13%: "Sarà una visione un po' egoistica, ma cominciamo a dare un futuro ai nostri giovani"





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Andrea Indini


Il Presidente di Confindustria Giorgio Squinzi durante l'Assemblea annuale dei soci di Confindustria
In Lombardia passa la norma anti-accoglienza
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Published on September 16, 2015 07:03

September 10, 2015

L'Europa è sempre più nel caos. E la Merkel fa i selfie coi migranti

Fino a qualche mese fa l'immagine di Angela Merkel che gli immigrati avevano stampato davanti agli occhi era quella della cancelliera di ferro. Talmente gelida da far scoppiare in lacrime una ragazzina palestinese che, durante un incontro pubblico, le chiedeva di poter rimanere a vivere in Germania. "Non possiamo accogliere tutti", le aveva detto candidamente. Oggi è "mamma Angela" che accoglie centinaia di migliaia di profughi in fuga dai tagliagola dell'Isis. Non è cambiata di una virgola: li accoglie per convenienza economica, non per spirito cristiano.


Il dramma dell’immigrazione continua a essere immortalato da immagini drammatiche. La più eclatante è quella di Aylan al Kurdi, il bimbo di tre anni riverso con il volto nella sabbia sulla spiaggia di Bodrum. E ancora: i corpi di settanta disperati soffocati in un tir abbandonato su un'autostrada austriaca. E ancora: i relitti dei barconi, ancora colmi dei cadaveri dei clandestini, incagliati sul fondale del Mar Mediterraneo. Dall'Italia alla Grecia, fino all'Eurotunnel che divide la Francia dall'Inghilterra, le immagini che continuano ad arrivarci raccontano un'emergenza a lungo sottovalutata dall'Unione europea. E ora, dopo aver aperto le frontiere ai profughi siriani, la Merkel va a visitare, tutta sorridente e baldanzosa, i richiedenti asilo in un centro per stranieri. Al suo arrivo viene accolta con calore e applausi. Numerosi immigrati le si avvicinano per scattare un selfie. La cancelliera non si tira indietro (guarda la gallery). Anzi: si lascia abbracciare, regala sorrisi e strizzatine d'occhi. È tutta una festa, come se l'emergenza fosse acqua passata.


A questi uomini e donne in fuga dalla disperazione la cancelliera offre parole rassicuranti sottolineando che "l'integrazione" degli immigrati "avverrà in parte attraverso i bambini che impareranno il tedesco molto rapidamente negli asili". Ma è solo uno spot. Perché i centri di prima accoglienza di tutta Europa sono pieni di clandestini che non hanno diritto all'asilo. Perché l'area Schengen non regge più l'urto dell'invasione da Est. Perché il Mar Mediterraneo è sempre più un cimitero a cielo aperto. E, infine, perché l'Unione europea si è rivelata ancora una volta incapace di risolvere un'emergenza.



Mentre un'invasione senza precedenti fa naufragare l'Europa, la cancelliera regala sorrisi e selfie nel centro per stranieri





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Andrea Indini



Berlino, i selfie della Merkel con gli immigrati
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Published on September 10, 2015 12:06

I militari secondo la Boldrini: bravo solo chi salva i migranti

I militari che piacciono a Laura Boldrini sono solo quelli che salvano gli immigrati. Il presidente della Camera sogna, infatti, il Premio Nobel per la Marina che da anni è stata trasformata dal governo italiana in un servizio taxi per i clandestini che si avventurano nel Mediterraneo per raggiungere la Sicilia. Ma non fa nulla per i marò e dimentica i nostri soldati al fronte.


"Conosco e apprezzo, per una frequentazione cominciata ben prima del mio ingresso a Montecitorio nel 2013 - afferma la Boldrini in un intervento sul Quotidiano nazionale - l’impegno straordinario con cui si prodigano nel salvataggio gli uomini e le donne della Marina Militare, così come quelli della Guardia costiera e di altri corpi dello Stato". La terza carica dello Stato ci tiene a precisare che solo per la "natura imparziale del ruolo di presidente", non si pronuncia "formalmente a favore della candidatura della Marina militare italiana al Nobel" sostenuta dal quotidiano. Ma lascia intendere chiaramente che le farebbe un gran picare. Anche se non per tutti. Perché nei suoi pensieri non ci sono certo valorosi militari, come i fucilieri di Marina Salvatore Girone e Massimiliano Latorre. Né, tanto per qualche esempio, i soldati italiani sparsi nel mondo perché impegnati in molteplici fronti di gerra.


Da portavoce dell’Alto Commissariato dell’Onu per i rifugiati , ladi Boldrini ha lavorato fianco a fianco con la Marina per diversi anni. E da presidente della Camera ha loro espresso "fortissima gratitudine" in occasione della Giornata mondiale del rifugiato. Giornata che ha passato a bordo della nave San Giorgio al largo di Siracusa. "Senza alcuna retorica, sono persone che fanno onore all’Italia - spiega - salvano vite umane, rispondendo a un dovere morale e a un obbligo previsto dal codice del mare. E così facendo permettono a decine di migliaia di persone in fuga da guerre e persecuzioni di esercitare un diritto fondamentale: quel diritto alla pace e alla sicurezza che è di tutti gli esseri umani, non soltanto di noi abitanti dell’Occidente ricco". Peccato ricordarsi dei nostri militari solo quando fanno gli "scafisti di Stato" e non quando difendono la patria.


Il presidente della Camera sogna il Nobel per la Marina: "Salvano vite umane". Ma non fa nulla per i marò e dimentica i nostri soldati al fronte





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Andrea Indini

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Published on September 10, 2015 01:37

September 6, 2015

Migranti, lo sciacallaggio di Renzi: "Noi umani contro voi bestie"

"Trasmettete quella foto lì...". Matteo Renzi fa passare sul mega schermo della Festa Nazionale dell'Unità a Milano la foto del piccolo Aylan, ventre a terra sulla spiaggia di Bodrum. La morte di un bambino viene così strumentalizzata per fare campagna elettorale a favore dell'immigrazione e, soprattutto, contro il centrodestra. "C’è un livello di umanità sotto il quale non bisognerebbe scendere - tuona il premier - davanti alle dichiarazioni di chi dice, davanti alle immagini del corpo del bimbo siriano che è un problema di questo governo, io dico che non c’è una destra contro una sinistra, ma umani contro bestie".


Nell’intervento che chiude la Festa Nazionale del Pd a Milano, Renzi prova a ricucire con il proprio partito ("Basta con le discussioni interne, parliamo dei problemi veri") e manda, soprattutto, un messaggio chiaro a un'Italia che non ha più fiducia in lui. Gli ultimi sondaggi danno il Movimento 5 Stelle a un passo dal Partito democratico e un drastico calo del sentiment degli elettori nei confronti del premier. E così, dopo aver ciancionato sul futuro delle aree Expo e del Comune di Milano, Renzi entra a gamba tesa in quello che è il tema caldo dell'estate: immigrazione. "Se si dice che il modello è l’Ungheria di Orban noi rispondiamo che siamo orgogliosi di essere una cosa diversa", attacca senza però dire qual è il modello che intende seguire l'Italia per affrontare l'emergenza. Perché, oltre a ripetere che "le vite vanno salvate", non spiega come sistemerà i 180mila clandestini sbarcati nel 2104 e i 120mila già sbarcati quest'anno. Né dice come farà ad arginare i barconi che nei prossimi mesi continueranno a partire alla volta delle coste italiche.


Nel profluvio di parole pronunciate alla Festa dell'Unità Renzi non manca di affrontare anche le riforme che porterà in parlamento nelle prossime settimane. E anche qui è uno slogan via l'altro. Conferma l'abolizione della Tasi e dell'Imu ("A casa nostra le tasse sono troppo alte. Dobbiamo dirlo da sinistra") ma non dice dove troverà le coperture economiche né tantomeno come la farà digerire ai tecnici di Bruxelles. Poi, rilancia le unioni civili ("Lo facciamo per noi, per la dignità del nostro paese"), ma evita abilmente di affrontare lo spigoloso tema degli alleati alfaniani. E persino sulla riforma costituzionale si mette a fare il grosso: "Non accetteremo veti". Ma di tutte le chiacchiere, al termine dell'intervento, rimangono gli insulti al centrodestra e il vile sciacallaggio sulla morte di un bimbo di tre anni. "Sono una 'bestia' perchè difendo gli italiani? Allora sì, sono una bestia - replica Matteo Salvini - Renzi clandestino".


Renzi, a Milano per chiudere la Festa dell'Unità, usa la foto di Aylan per fare campagna elettorale. Salvini: "Io sono una bestia? Tu un clandestino"





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Renzi sciacallo: mostra la foto del piccolo AylanRenzi contro Orbàn: "Non è il nostro modello"Renzi: "Finalmente avremo le unioni civili"Riforme, Renzi: "Aperti al dialogo, ma niente veti"Renzi striglia il Pd: "Parliamo di problemi veri""Amici e amiche". Poi si corregge: "Compagni..."Festa dell'Unità, filo spinato per bloccare RenziRenzi: "A chi contesta porgete un abbraccio"
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Published on September 06, 2015 11:38

August 27, 2015

Renzi commissaria Marino: Gabrielli gli farà da badante

"Non c'è nessun commissariamento (di Roma, ndr), ma un ruolo di raccordo del prefetto di Roma analogo a quello esercitato da quello di Milano con riferimento all’Expo". Al termine del Consiglio dei ministri il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Claudio De Vincenti ci tiene subito a sottolineare che Roma non è stato commissariato. Ma a ben vedere i provvedimenti presi dal governo si capisce subito che quello commissariato da Matteo Renzi è, se non la Capitale, il sindaco. Il prefetto Franco Gabrielli dovrà fare da badante a Ignazio Marino sia nella "pianificazione degli interventi di risanamento" della città dopo lo scandalo "Mafia capitale" sia nella gestione del Giubileo straordinario.


Roma è finita sotto tutela prefettizia. Il governo ha sciolto il municipio di Ostia e ha affidato a Gabrielli un ruolo di coordinamento sulla sicurezza e su alcune opere pubbliche. Come spiegato dallo stesso ministro dell'Interno Angelino Alfano, il prefetto di Roma dovrà presentare a Marino "proposte e indicazioni per pianificare interventi di risanamento in otto ambiti, in particolare nei settori dell'amministrazione risultati più compromessi" con Mafia Capitale. Nessuna intenzione, almeno per il momento, di commissariare il Comune di Roma, ma di ridimensionare i poteri di Marino che non è più in grado di mandare avanti il Campidoglio. Una decisione che il primo cittadino di Roma ha appreso "gustandosi" la conferenza stampa di Alfano e De Vincenti comodamente dalle Bahamas. "Ma non sarebbe stata opportuna la presenza di Marino in Consiglio dei ministri visto che si parlava di Mafia capitale?", chiedono i giornalisti ad Alfano che dribbla bellamente, in evidente difficoltà. La risposta, d'altra parte, è sotto gli occhi di tutti: Marino è, ormai da tempo, il grande assente. Da qui la decisione di Renzi di mettergli di fianco Gabrielli, una sorta di badante che lo accompagnerà nell'arduo compito di tirar fuori Roma dagli scandali di "Mafia capitale" e di organizzare il Giubileo.


E proprio l'Anno santo indetto da papa Francesco è l'altro grande argomento affrontato dal Consiglio dei ministri di oggi. "Stiamo lavorando alla grande - assicura Alfano - grazie al Dipartimento di pubblica sicurezza, che pianifica e organizza con la consueta efficacia". Aldilà dell'ottimismo del ministro dell'Interno, a tre mesi dall'inizio del Giubileo, governo e Comune non hanno ancora avviato la macchina organizzativa. Tanto che in Vaticano iniziano a montare i malumori. "Il governo ritiene che Roma ce la possa fare e ce la farà", assicura De Vincenti annunciando che l'esecutivo affiancherà il Comune e la Regione nella gestione dell'evento. Per recuperare il tempo perduto sinora è stata varata una delibera che consente una riduzione dei tempi dei "bandi a evidenza pubblica, per lavori connessi alla mobilità e alla viabilità, che consentano di attrezzare la città e migliorare la capacità di Roma di gestire l’evento con grandi afflussi dei pellegrini".


Superpoteri al prefetto di Roma: dovrà risanare Roma e organizzare il Giubileo. Il sub Marino messo in un angolo





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Marino come Fini, fa il sub mentre la città affondaIl centrodestra converge su Marchini"Perché Marino non è c'è?". Alfanno dribbla la rispostaMafia Capitale, Alfano: "Sciolto il municipio di Ostia"De Vincenti: "Roma non è commissariata"
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Published on August 27, 2015 07:00

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