Andrea Indini's Blog, page 111

June 26, 2018

Renzi sogna di fare la star tv: vuole un programma tutto suo

Andrea Indini




Il Pd verso la rovina. Renzi prende tempo: oltre ai viaggi in giro per il mopndo, sogna una trasmissione tutta sua. Il tema? Le bellezze d'Italia


Qual è l'idea che Matteo Renzi tiene nascosta nel cassetto? Un programma tivù tutto suo. Altro che riformare l'irriformabile partito democratico, secondo il Corriere della Sera, l'ex premier starebbe pensando di fare una trasmissione sulle bellezze dell'Italia con il suo amico Lucio Presta. Proprio come Barack Obama, Walter Veltroni e Al Gore. Se dovesse mai arrivare sugli schermi, la vedremo probabilmente su Netflix. Nel frattempo il crollo alle elezioni comunlai, le liti intestine e l'accelerazione verso il congresso stanno portato il Nazareno nelle mani di Nicola Zingaretti.


Il Pd è in bilico sul sottilissimo confine tra l'ennesima (psico)analisi dell'ennesima sconfitta elettorale e il "rompete le righe". La batosta incassata ai ballottaggi di domenica, ultimo flop di una lunga serie iniziata nel 2016, brucia particolarmente perché arriva in un momento storico estremamente delicato. Il Nazareno zoppica tra il vuoto di potere che è venuto a crearsi dopo le dimissioni di Renzi da segretario e il calo inarrestabile dei consensi sotto la reggenza di Maurizio Martina. Nel novero delle possibili soluzioni all'impasse è ancora in piedi il "piano B" di Renzi: creare una sorta di En Marche all'italiana per ricalcare le orme del movimento creato da Emmanuel Macron. "Dipendesse da Renzi - dicono off the records alcuni parlamentari a lui molto vicini - sarebbe già partito da un pezzo, ma politicamente avrebbe comportato il superamento del Partito democratico in una fase interessata da tornate elettorali locali". Ora a pesare sulle decisioni dell'ex premier pende un sondaggio terrificante che, come scritto ieri dal Giornale, dà il nuovo partito non oltre il 4%.


Su Renzi pesa ancora il voto del 4 dicembre 2017, quando i "no" travolsero la riforma costituzionale. Nella speranza di far dimenticare questo marchio da perdente, Renzi continua a prendere tempo. E, mentre si concede tre mesi di viaggi in giro per il mondo, valuta anche la possibilità di farsi un programma televisivo tutto suo. Probabilmente esplorerà, insieme a Presta, le bellezze del nostro Paese. Ovviamente partendo dalla sua Firenze. Secondo il Fatto Quotidiano, ci metterebbe addirittura la faccia bucando il piccolo schermo già "nei palinsesti autunnali o al massimo del prossimo anno". Secondo il Corriere della Sera, sarà trasmessa da netflix ma si tratta solo di voci di corridoio. Non c'è l'ufficialità, insomma.


Per il momento la sola certezza è l'appuntamento della Leopolda a ottobre, la convention da cui è nata la leadership di Renzi nell'ormai lontano 2010. In molti attendono l'appuntamento di Firenze per capire se l'ex premier abbia voglia di dar vita a una nuova sfida o semplicemente certificare la "fine" di quella del Pd. "Scegliere una propria strada va benissimo - ha commentato Carlo Calenda ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital - (Renzi, ndr) è una persona intelligente e coraggiosa, ho sempre detto che ha lo spirito dell'imprenditore". "La storia di questo Paese riconoscerà a Renzi il merito di avere fatto delle cose positive - ha poi concluso - ma bisogna anche dire che il lavoro fatto nel Pd è stato sbagliato nel partito non credo che Renzi possa essere il front-runner".





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Published on June 26, 2018 01:14

June 14, 2018

Roma dedica una via ad Almirante: M5s vota con FdI, poi Raggi blocca tutto

Andrea Indini




Il via libera alla mozione di Fratelli d'Italia, anche grazie ai voti del M5s. Meloni: "Vittoria storica". Poi nella notte il tweet della Raggi per bloccare tutto


Un voto storico che in Assemblea capitolina passa anche grazie ai voti del Movimento 5 Stelle. Con la mozione di Fratelli d'Italia Roma avrebbe finalmente intitolato una strada a Giorgio Almirante, storico segretario del Movimento sociale italiano (Msi) di cui fu anche il fondatore insieme a Arturo Michelini, Pino Romualdi e Biagio Pace nel 1946. Il voto che, come spiega anche la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni, rende omaggio a "uno degli uomini più importanti nella storia della destra e della politica italiana", ha subito scatenato un'ondata di polemiche sul Campidoglio a guida grillina. Tanto che, in piena notte, il sindaco Virginia Raggi ha bloccato tutto.


L'intervento della Raggi è arrivato in piena notte. Lo ha comunicato su Twitter attaccando a testa bassa la mozione di Fratelli d'Italia. "Nessuna strada a Roma sarà dedicata a Giorgio Almirante", ha annunciato il primo cittadino che oggi stesso presenterà una mozione a sua firma per vietare l'intitolazione di strade ad esponenti del fascismo o persone che si siano esposte con idee antisemite o razziali. Questo era stata interpellata sul voto poco ore prima, durante la registrazione della trasmissione Porta a porta, il sindaco, già alle prese con la grana dell'inchiesta sullo stadio della Roma, era caduta un po' dalle nuvole. "Non sapevo nulla, mi sorprende - aveva risposto dopo qualche secondo di incertezza - sono qui e mi sono allontanata dal Consiglio comunale da qualche ora". Poi aveva aggiunto: "Se il provvedimento è passato, vuol dire che i consiglieri si sono determinati". E, alla domanda se lei fosse d'accordo con la decisione, aveva replicato: "Il sindaco prende atto della volontà dell'aula, che è sovrana, come il Parlamento". Qualche ora dopo il cambio (repentino) di idea e l'annuncio del divieto all'intitolazione di una via ad Almirante. Il voto, come ricostruisce anche Repubblica, era infatti passato "con i sì di Fratelli d'Italia, della lista 'Con Giorgia' e con quelli del M5s". Dal momento che il Pd non era presente in Aula, solo il consigliere pentastellato Maria Agnese Catini si era opposta alla mozione.


Nessuna strada a Roma sarà dedicata a Giorgio #Almirante
Domani stesso presenterò una mozione a mia prima firma.


— Virginia Raggi (@virginiaraggi) 14 giugno 2018


Subito dopo il via libera alla mozione di Fratelli d'Italia, la Comunità ebraica aveva parlato di "una vergogna per la città". "Chi ha ricoperto il ruolo di segretario di redazione del Manifesto per la Difesa della Razza, senza mai pentirsene - avevano commentato - non merita una via come riconoscimento". Così, mentre la destra esprimeva a più voci soddisfazione, dure critiche erano piovute da sinistra con Stefano Fassina di Leu che parlava di "ferita alla città" e il Pd capitolino che in un tweet attaccava: "Mentre la Capitale sprofonda tra scandali e corruzione, la Raggi e il M5S gettano la maschera e si spingono dove neanche Alemanno aveva osato. Il M5S è estrema destra". In serata, quindi, la Raggi si è accodata all'odio cieco della sinistra.





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Published on June 14, 2018 23:51

Migranti, disgelo tra Italia e Francia: Macron telefona, Conte andrà a Parigi

Andrea Indini




Nella notte il presidente francese chiama Conte: "Mai voluto offendere l'Italia". Confermato il pranzo di domani a Parigi


Una telefonata cordiale, nella notte. Ad alzare la cornetta è stato Emmanuel Macron dopo che per ore le istituzioni italiane chiedevano un gesto riparatore alle parole offensive pronunciate in seguito alla decisione di Matteo Salvini di chiudere i porti italiani alla nave Aquarius. Dall'Eliseo hanno subito fatto sapere che i toni scambiati con Giuseppe Conte sono stati "cordiali". "Il presidente francese - trapela da Palazzo Chigi - ha sottolineato di non aver pronunciato alcuna espressione volta ad offendere l'Italia e il popolo italiano". E così il premier italiano ha deciso di confermare il viaggio a Parigi previsto per domani. Per il vicepremier Luigi Di Maio, però, è solo "un primo segno di disgelo".


"La notte ha portato consiglio". Ai microfoni di Rtl 102.5 Di Maio riassume così il riavvicinamento tra i due Paesi. Le tensioni tra Palazzo Chigi e l'Eliseo sono esplose martedì in seguito alla decisione del Viminale di non fare scaricare sulle coste italiane i 630 immigrati che si trovavano a bordo della nave Aquarius. Una decisione che ha scatenato le critiche e, soprattutto, gli insulti dei francesi portando così il ministro dell'Economia Giovanni Tria ad annullare il viaggio di ieri a Parigi e il premier Conte a mettere in forse la sua presenza al bilaterale di domani. A entrare a gamba tesa sul governo italiano non era stato solo Macron che, parlando di "inaccettabile strumentalizzazione politica", aveva denunciato "il cinismo e l'irresponsabilità del governo italiano". Gabriel Attal, portavoce di En Marche, aveva poi rincarato la dose sostenendo che "la linea del governo italiano fa vomitare". E il premier Edouard Philippe aveva, infine, messo il carico da novanta accusando l'Italia di non rispettare i propri "obblighi" di prestare soccorso e accogliere gli immigrati.


Ieri mattina si era tentato un primo approccio con il faccia a faccia tra il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi e l'ambasciatore francese. Ma non era servito a granché. Le parole pronunciate ieri sera dallo stesso Macron ("Non posso dare ragione a chi provoca") avevano raffreddato ulteriormente i rapporti tra i due Paesi. Nella notte, poi, è arrivata la telefonata che è servita a distendere gli animi. Da Palazzo Chigi fanno sapere che Macron ha assicurato a Conte di "non aver pronunciato alcuna espressione volta ad offendere l'Italia e il popolo italiano". E, confermando l'impegno di entrambi i Paesi a "prestare i soccorsi nel quadro delle regole di protezione umanitaria delle persone in pericolo", ha anche garantito di "aver sempre difeso la necessità di una solidarietà europea accresciuta nei confronti dell'Italia". È, quindi, in vista del Consiglio europeo di fine giugno che i due leader hanno deciso di confermare il pranzo di domani all'Eliseo. "Sono necessarie delle nuove iniziative da discutere insieme", fanno sapere da Palazzo Chigi spiegando appunto che per affrontare "i numerosi dossier di comune interesse" (in primis quello dell'immigrazione), Macron e Conte si vedranno domani a Parigi.





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Published on June 14, 2018 01:39

June 13, 2018

Scontro Italia-Francia, Macron attacca ancora. E Conte pensa a rinviare il vertice a Parigi

Andrea Indini




Macron non si scusa: "Chi caccia le navi provoca". Tria diserta l'incontro in Francia. E Conte verso il rinvio del viaggio a Parigi


Che la misura fosse colma lo si era capito già ieri sera quando da Palazzo Chigi avevano fatto trapelare l'indisponibilità di Giuseppe Conte a incontrare Emmanuel Macron al bilaterale di Parigi. Le parole usate dai vertici francesi contro il governo italiano, dopo la decisione di Matteo Salvini di chiudere i porti italiani alla nave Aquarius con 629 immigrati a bordo, sono state troppo violente per passare sotto traccia. E così oggi il ministro dell'Economia, Giovanni Tria, ha annullato il viaggio a Parigi previsto per oggi. E anche il premier, che aveva annunciato di fare altrettanto se non fossero arrivate le scuse ufficiali prima di venerdì, sta pensando di mantenere la promessa e rinviare il vertice bilaterale a Parigi. Perché da Macron quelle scuse probabilmente non arriveranno mai. Anzi, il presidente francese ha rincarato la dose:"Non posso dare ragione a chi caccia una barca dalle coste".


La crisi diplomatica che è venuta a crearsi ieri pomeriggio non ha precedenti. Entrando a gamba tesa sul governo Conte, Macron ha denunciato "il cinismo e l'irresponsabilità del governo italiano", parlando di "inaccettabile strumentalizzazione politica". Dichiarazioni giunte dopo che in mattinata Gabriel Attal, portavoce del suo partito, aveva detto che "la linea del governo italiano fa vomitare". E dopo che il premier francese, Edouard Philippe, aveva denunciato che da parte dell'Italia c'è il "non rispetto" dei suoi "obblighi", cioè che lo Stato più vicino a un'imbarcazione in difficoltà deve prestarle soccorso. Insulti che Palazzo Chigi non ha alcuna intenzione a far passare sotto traccia. Tanto che Conte aveva subordinato la partecipazione al bilaterale con Macron, previsto per venerdì prossimo, a "un atto ufficiale" di scuse da parte del governo francese. Anziché distendere i toni, però, l'Eliseo ribatte dicendo di non aver "ricevuto alcuna richiesta ufficiale di scuse da parte dell'Italia".


Tria ha già preso una posizione netta cancellando il viaggio a Parigi in programma per oggi, dove avrebbe dovuto incontrare l'omologo francese Bruno La Maire. I due ministri si sono, comunque, sentiti al telefono concordando di "vedersi nei prossimi giorni". La mossa del titolare dell'Economia si è resa necessaria dopo i continui strappi dell'Eliseo, non da ultimo quello di mandare l'Incaricata d'Affari Claire Anne Raulin alla Farnesina al posto dell'ambasciatore Christian Masset facendo così carta straccia della note del Quai d'Orsy che rilanciava "dialogo e cooperazione" e riconosceva "il peso e gli sforzi" dell'Italia per gestire l'emergenza immigrazione. Alla Raulin, ad ogni modo, il ministro degli Esteri, Enzo Moavero Milanesi, ha detto senza troppi giri di parole che "le relazioni tra i due Paesi sono state compromesse" e che ora dalla Francia co si aspettano "azioni idonee per sanare la situazione".


Di fare "azioni idonee", però, all'Eliseo non ne hanno alcuna intenzione. Anzi, potendo, gettano pure benzina sul fuoco. A partire da Macron che accusa Salvini di "cercare la provocazione cacciando le navi in mare" e si vanta addirittura di "lavorare mano nella mano" con Roma per gestire i flussi migratori. Quindi, invita l'Italia a non "cedere alle emozioni". Una tracotanza che non fa altro che peggiorare rapporti ormai allo sfascio.


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Published on June 13, 2018 11:17

June 12, 2018

"Non accetto lezioni ipocrite". Conte pronto ad annullare la visita a Parigi

Andrea Indini




La Francia ci definisce "vomitevoli", la Spagna ci dà dei delinquenti. Ma Salvini fa muro: "Vengono prima gli italiani". E Di Maio: "Qui niente è più come prima. È inutile sprecare il fiato"


Tutti a puntare il dito contro l'Italia. Soprattutto chi non ha titoli per farlo. Emmanuel Macron ci definisce "vomitevoli, cinici e irresponsabili", mentre il ministro della Giustizia spagnolo, Dolores Delgado, arriva a darci dei delinquenti ventilando rischi di "responsabilità penali internazionali" per aver chiuso i porti alla nave della ong Sos Mediterranee. Un'invasione di campo senza precedenti che arriva da due Paesi, la Francia e la Spagna, che non sono mai stati teneri con i clandestini. Da chi, "in tema di immigrazione, ha sempre preferito voltare la testa dall'altra parte", il governo italiano non intende, però, farsi dare "lezioni ipocrite". Tanto che, secondo la Stampa, il premier Giuseppe Conte starebbe pensando di annullare la visita a Parigi di venerdì prossimo.


Lo strappo di Francia e Spagna

Non sono certo lontani i respingimenti di Ventimiglia né tantomeno il blitz della gendarmerie francese a Bardonecchia. E non sono nemmeno troppo sbiadite le fotografie scattate a Ceuta e Melilla dove la polizia iberica spara proiettili di gomma sui clandestini che tentano di valicare le recinzioni. Non troppo tempo fa la Spagna ha praticato i "respingimenti a caldo" che sono stati condannati dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo. Eppure la polemica viene sollevata da entrambi i governi francesi proprio mentre vengono trasferiti almeno 550 immigrati della Aquarius su due imbarcazioni italiane, la "Dattilo" della Guardia costiera e una nave della Marina Militare, "allo scopo - spiegano - di consentire il trasferimento delle tre unità verso le coste spagnole, nelle condizioni di massima sicurezza possibile per le persone presenti a bordo". Eppure Macron decide per lo strappo pronunciando insulti violentissimi che sfiorano l'incidente diplomatico con Roma.


L'annullamento del vertice

Gli attacchi dai partner europei non hanno infastidito solo Salvini. Anche Conte ha reagito con freddezza. Nel pomeriggio da Palazzo Chigi è partita una nota altrettanto dura in cui si accusa l'Eliseo di "una grave mancanza di informazioni su ciò che sta realmente accadendo" nel Mar Mediterraneo. Nelle ultime ore il governo italiano non ha mai abbandonato o lasciato sole le quasi 700 persone che si trovavano a bordo della Aquarius. La nave è stata sin da subito affiancata da due motovedette che hanno offerto tutto il supporto necessario. "Abbiamo anche offerto la possibilità di far scendere dalla nave le donne in stato di gravidanza, i bambini e chiunque avesse bisogno di cure - ricorda Palazzo Chigi - ma da Aquarius è arrivato un rifiuto a conferma del fatto che a bordo non era in corso alcuna emergenza". Al governo spagnalo, che ha aperto il porto di Valencia agli immigrati della Aquarius, Conte riconosce "un inedito gesto di solidarietà". "Lo stesso gesto - fanno però notare da Palazzo Chigi - non è arrivato invece dalla Francia, che anzi ha più volte adottato politiche ben più rigide e ciniche in materia di accoglienza". Lo scontro potrebbe non chiudersi con questa nota. Secondo fonti di Palazzo Chigi, Conte starebbe infatti valutando di far saltare il faccia a faccia con Macron previsto per venerdì prossimo a Parigi (anche se al momento, dicono fonti di Palazzo Chigi, non ci sono variazioni in agenda).


Il governo compatto

Davanti alle aggressioni estere il governo gialloverde si dimostra compatto. "Io voglio lavorare serenamente con tutti - tuona Matteo Salvini - ma con un principio: prima gli italiani". Sembrano, poi, rientrati anche i mal di pancia dell'ala più di sinistra del Movimento 5 Stelle. E anche Luigi Di Maio tiene il punto contro Spagna e Francia: "È imbarazzante che i rappresentanti di questi Paesi vengano a farci la morale soltanto perché chiediamo a tutti i nostri partner europei di condividere con l'Italia diritti, doveri e solidarietà". Per il capo politico grillino, "anzichè sprecare fiato", dovrebbero mettersi subito al lavoro per distribuire i migranti che durante i mesi estivi sbarcheranno in tutta Europa. "In Italia - sottolinea il vicepremier - c'è un nuovo governo e niente sarà più come prima".





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Published on June 12, 2018 09:50

Così Salvini neutralizza le Ong: "Sbarchi solo da navi militari italiane"

Andrea Indini




Il piano di Salvini: gli immigrati salvati saranno accolti nei Paesi dai quali proviene la nave della Ong. La domanda di asilo potrà essere presentata direttamente sull'imbarcazione


La sinistra tuona contro Matteo Salvini. È lui "l'uomo nero", il nuovo nemico numero uno dei vari Roberto Saviano, Laura Boldrini, Gino Strada e via dicendo. E, mentre i quotidiani cattolici tuonano contro "l'Italia in ostaggio", a Catania si aspetta l'arrivo della nave "Diciotti" della Guardia Costeria italiana. A bordo ci sono 937 immigrati soccorsi in diversi interventi nel Mediterraneo centrale. Quello che la sinistra mette sotto il tappeto è che il Viminale non ha chiuso completamente i porti. La chiusura vale soltanto per le navi di quelle Ong internazionali che il leader leghista ha definito "vicescafisti che speculano sulla pelle dei disperati".


"La chiusura dei porti non è mai stata all'ordine del giorno". A puntualizzarlo è il ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli che, parlando a Radio Capital, mette qualche puntino sulle i per chiarire le misure adottate dal governo per far fronte all'emergenza immigrazione. Un'emergenza che è ripartita con forza nell'ultimo fine settimana. "La lettera di Salvini è una totale fake news - ha dichiarato Toninelli - non esiste una lettera ma una mail inviata a Malta per chiedere di rispondere a un obbligo: salvare vite". Quanto poi alla gestione delle prossime navi, ogni situazione è diversa. Dipenderà da dove i migranti sono stati salvati e da chi. Come spiega il Messaggero, il Viminale intende portare avanti, così come previsto dalle convenzioni internazionali, i soccorsi della Marina militare italiana solamente nell'area della convenzione "Search and rescue" (Sar).


Sulle Ong Salvini non ammette sbavature. Negli scorsi anni hanno avuto troppo agio con i governi targati piddì. "Poco cambia che la nave si chiami Aquarius o Sea Watch 3 - ha spiegato il leader leghista al termine del vertice con Conte - vogliamo porre fine a questo traffico di esseri umani. Se ci saranno altre navi di altre Ong battente bandiera straniera faremo lo stesso ragionamento". Al termine del vertice anche Toninelli ha rivolto un appello ai partner europei affinché, prima di modificare il Trattato di Dublino, seguano l'esempio della Spagna e "aprano anche loro i porti". "Chiediamo di modificare le normative marittime internazionali - ha spiegato il ministro - è corretto che la stessa nazione di cui la nave è battente bandiera intervenga e non solo la guardia costiera italiana". L'idea dell'esecutivo è che spetta ai Paesi da cui proviene la nave della Ong di turno farsi carico degli immigrati salvati. A far fede sarà quindi la bandiera dell'imbarcazione che interviene. Non solo. Secondo il Messaggero, Salvini vorrebbe convincere Bruxelles a permettere agli immigrati di presentare la richiesta di asilo "direttamente sulla nave".





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Published on June 12, 2018 02:18

June 11, 2018

Aquarius, Salvini canta vittoria: "È uno squarcio di giustizia"

Andrea Indini




Il ministro esulta per la decisione della Spagna di farsi carico degli immigrati: "Primo obiettivo raggiunto. Alzare la voce paga". Ma avverte la Ue: "Non può andare avanti a buon cuore"


"Vittoria!". Matteo Salvini lo scrive tutto in maiuscolo. Quando il premier spagnolo Pedro Sánchez dà il via libera alla nave Aquarius di far sbarcare a Valencia i 629 immigrati clandestini, che ha a bordo dopo averli recuperati al largo dello coste libiche, il ministro dell'Interno è al Consiglio federale della Lega per commentare i risultati delle elezioni comunali. "Il primo obiettivo, lo abbiamo raggiunto", esulta vantandosi poi, durante la conferenza stampa, che "alzare garbatamente la voce paga" (video). "Una cosa - fa notare - che il governo italiano non faceva da anni".


Il braccio di ferro è iniziato ieri pomeriggio quando Salvini, stanco dei continui sbarchi di clandestini sulle coste italiane, ha imposto il blocco navale. Vietando l'attracco in Sicilia alla nave Aquarius ha di fatto messo con le spalle al muro il menefreghismo dei maltesi e il silenzio assordante dell'Unione europea. "Avevamo dato indicazione di trasbordare donne e bambini dalla nave Aquarius", ha raccontato Salvini ribadendo che l'obiettivo del governo Conte resta sempre quello di "salvare di vite umane" prima della partenza. "La nave non ci aveva risposto - ha, poi, continuato - il problema è stato risolto grazie al buon cuore della Spagna". Se la partita della nave Aquarius finisce con l'atracco nel porto di Valencia, il dossier immigrazione resta aperto. Nella notte la Sea Watch 3 ha recuperato altri 800 immigrati al largo delle coste libiche e non è ancora chiaro dove abbia intenzione di portarla. In mattinata Salvini gli ha già fatto sapere che non devono prendere in conderazione i porti italiani: "Se ci saranno altre navi di altre Ong battente bandiera straniera faremo lo stesso ragionamento (fatto con la Aquarius, ndr)".


"Per la prima volta una nave partita dalla Libia e destinata in italia attraccherà in un Paese diverso dall'Italia - sottolinea Salvini - è segno che qualcosa sta cambiando". Ma non è abbastanza. Aldilà dell'intervento del governo spagnolo, l'Unione europea non può pensare di "andare avanti a buon cuore". Serve una svolta. Nei prossimi incontri con Angela Merkel e Emmanuel Macron, Giuseppe Conte tornerà a mettere sul tavolo la riforma del Trattato di Dublino perché, senza un cambiamento a livello europeo, l'emergenza immigrazione non potrà mai essere risolta. Sul fronte africano, invece, Salvini non esclude di andare in Libia per "affrontare un problema che per anni è restato nascosto sotto il tappeto". L'idea è di provare ad andare a risolvere il problema alla radice. Per questo il governo opererà sia sui trafficanti di uomini sia sui "costi che gli italiani devono sostenere per esercito di finti profughi". "Sono curioso di vedere - conclude Salvini - se tutte queste cooperative, continueranno a essere solidali con meno di 35 euro".


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Published on June 11, 2018 07:49

Migranti, Salvini pronto a bloccare un'altra nave: "L'Italia non china più il capo"

Andrea Indini




La Sea Watch 3 al largo delle coste libiche carica altri 800 immigrati al largo della Libia e li vuole portare in Italia. Ma, dopo lo stop all'Aquarius, il Viminale è pronto a bloccare anche questa nave


Il blocco navale tiene. E non solo per la Aquarius che stazione nel Mar Mediterraneo con 629 clandestini a bordo. Anche la Sea Watch 3, nave di una Ong tedesca battente bandiera olandese, che si è fiondata al largo delle coste libiche per effettuare l'ennesimo carico di 800 immigrati da portare nel nostro Paese, troverà tutti i porti italiani chiusi. Il ministro dell'Interno Matteo Salvini, che su Twitter ha rilanciato l'hashtag "chiudiamo i porti", è determinato ad andare fino in fondo: "L'Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta c'è chi dice 'no'".


La politica di Salvini in tema di immigrazione è partita. Ieri pomeriggio, dopo un fine settimana di sbarchi senza sosta, il Viminale ha bloccato la nave Aquarius della Ong SOS Mediterranée con a bordo centinaia di clandestini provenienti dal Nord Africa. In una nota congiunta col ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, ha chiesto a Malta di "rispondere ufficialmente alla nostra richiesta di apertura dei suoi porti per il salvataggio delle centinaia di naufraghi presenti sulla nave". Ma per il governo maltese l'isola "non ha competenza" su questo caso dal momento che il recupero dell'imbarcazione "è avvenuto nell'area di ricerca e salvataggio libico ed è stato coordinato dal centro di Roma". Salvini innesca così un braccio di ferro che potrebbe durare anche tutta l'estate. Mentre, infatti, la Aquarius si trova ancora in mezzo al Mediterraneo, il leader del Carroccio ha già avvertito la Sea Watch 3 che non potrà contare sui porti italiani per scaricare gli oltre 800 clandestini che ha per salvato nella notte. "Associazione tedesca, nave olandese, Malta che non si muove, la Francia che respinge, l'Europa che se ne frega...", spiega giustificando la decisione di chiudere tutti i porti.


Quella di Salvini è una scelta netta, di rottura di fronte all'ennesima indisponibilità di Malta, e dunque dell'Europa, a intervenire e a farsi carico dell'emergenza. "Associazione tedesca, nave olandese, Malta che non si muove, la Francia che respinge, l'Europa che se ne frega...", commenta seccato il titolare del Viminale che ieri pomeriggio, durante il vertice con Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, ha sbattuto i pugni sul tavolo e impuntatndosi affinché nessun clandestino venisse più trasferito sul suolo italiano. "Salvare le vite è un dovere - ha messo in chiaro - trasformare l'Italia in un enorme campo profughi no. L'Italia ha smesso di chinare il capo e di ubbidire, stavolta c'è chi dice 'no'". Una linea che trova ampiamente d'accordo anche il premier che ieri ha chiesto ai partner europei un cambiamento "radicale" del regolamento di Dublino, perché, ha spiegato, "l'Italia si ritrova ad affrontare in totale solitudine l'emergenza immigrazione".


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Published on June 11, 2018 01:54

June 10, 2018

Fico e la sinistra dei 5 Stelle contro la linea dura sui migranti

Andrea Indini




Cinque Stelle in fibrillazione: "Con le vite umane non si scherza e Salvini ha posizioni diametralmente opposte alle nostre". Nel mirino di Fico & Co. le espulsioni


"Con le vite umane non si scherza e Salvini ha posizioni diametralmente opposte alle nostre". Matteo Salvini è avvisato. Perché il messaggio non arriva dall'opposizione di sinistra, ma dalla sinistra dei Cinque Stelle, quella capitanata dal presidente della Camera Roberto Fico. Sono i grillini ortodossi a non digerire la linea delle espulsioni degli immigrati irregolari. E i mal di pancia si fanno più forti in questo primo fine settimana di grandi sbarchi. "Da soli sette giorni al governo, sto lavorando per recuperare quasi sette anni di ritardi e di buonismo - ha scritto Salvini su Facebook - il nostro obiettivo è ridurre gli sbarchi e aumentare le espulsioni, tagliare i costi per il mantenimento dei presunti profughi e i tempi della loro permanenza in Italia". Ma cosa potrebbe succedere se a fermare il piano del Viminale fosse proprio gli alleati pentastellati.


Ieri mattina la nave "Sea Watch 3" di una Ong tedesca battente bandiera olandese è arrivata al porto di Reggio Calabria. Sull'imbarcazione c'erano 232 persone, soccorse nei giorni scorsi nel Canale di Sicilia. "Il tema dell'immigrazione è stato un tema continuamente evocato, non era specificamente indicato nell'agenda del G7 - ha commentato Giuseppe Conte, durante la conferenza stampa al termine dei lavori del G7 - ma in tutti gi incontri l'ho toccato direttamente. Perché su questo tema si gioca il futuro dell'Europa". Ora il governo si aspetta solidarietà da parte dei partneri europei. "Non vogliamo più soldi, vogliamo che la gestione dei flussi migratori e delle procedure di rimpatrio sia un problema gestito a livello collettivo europeo e condiviso", ha chiarito il premier assicurando che l'esecutivo non ce l'ha con le Ong. "Per adesso la gestione dei flussi migratori, con l'approccio articolato sta funzionando, ma non può essere questa la soluzione".


All'interno della maggioranza, però, le posizioni di Salvini non vengono sostenuto in maniera granitica. Come racconta il Corriere della Sera, l'anima più di sinistra del Movimento 5 Stelle, che fa riferimento a Fico e di cui fan parte Paola Nugnes, Luigi Gallo, Nicola Morra e Paola Taverna, è già pronta a dare battaglia in parlamento. "Faremo sentire la nostra", assicurano promettendo di non cedere in alcun modo a misure che "non fanno parte del programma". "Siamo stati i primi a raccontare che ci sono delle ong meravigliose, che fanno un lavoro indispensabile, e alcune che sono state oggetto anche di questioni legali e giudiziarie, che hanno avuto dei problemi", si affretta a spiegare Laura Castelli all'Intervista di Maria Latella su SkyTg24. Non stupisce, quindi, se proprio in queste ore Fico abbia ricevuto a Montecitorio una delegazione di Medici senza Frontiere. "Chi fa solidarietà ha tutto il supporto dello Stato - ha scritto, poi, su Facebook - lo Stato deve essere vicino a chi soffre, ai più deboli, a chi viene considerato ultimo".


Per il momento Salvini non si cura del fuoco amico e tira dritto. Partendo proprio da quelle Ong che vanno a recuperare i clandestini fino sotto le coste libiche e li riversano nei porti italiani. "Stiamo scannerizzando una per una le navi e qualche cosa abbiamo già scoperto - ha annunciato ieri il titolare del Viminale - navi olandesi, spagnole, inglesi, tedesche che girano per il Mediterraneo, arrivano davanti a Malta che gli fa 'ciao ciao' non le fa attraccare e allora vengono a fare i loro comodi in Italia. Se pensano di ripetere quello che hanno fatto finora, con sbarchi su sbarchi, sappiano che ora il ministro e il governo sono cambiati". Oltre a lavorare sul fronte degli sbarchi, Salvini sta anche studiando le norme per ridurre i costi: "Perché ogni giorno i contribuenti italiani spendono 35 euro per mantenere migranti e far guadagnare finte cooperative? Daremo un taglio, come daremo un taglio ai tempi. Tra corsi e ricorsi passano anni e nel frattempo questa è gente che ruba, rapina e spaccia. Salveremo i naufraghi ma aumenteremo le espulsioni".





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Published on June 10, 2018 02:16

June 9, 2018

Ecco il razzismo della sinistra: bruciata la bandiera della Lega

Andrea Indini




In piazza a Milano il corteo pro migranti: sfilano centri sociali e stranieri. cartelloni di minaccia contro Salvini: "La pacchia è finita, ci vediamo a Pontida"


A Milano sfila il coreto dell'intolleranza. Altro che manifestazione contro il razzismo, la cavalcata della sinistra in piazza a Milano dopo la morte di Soumaila Sacko, il migrante maliano ucciso in provincia di Vibo Valentia il 2 giugno scorso, si trasforma in una crociata (razzista) contro Matteo Salvini e la Lega. Il sodalizio tra collettivi, associazioni rosse e immigrati ha mostrato il volto più cupo e violento della sinistra. Intonando minacciosi "Salvini, la pacchia è finita, ci vediamo a Pontida" (guarda il video), ha bruciato una bandiera del Carroccio inaugurando così una nuova stagione di odio.


Niente di nuovo a Milano. Quando sfilano insieme collettivi e immigrati, l'obiettivo è sempre lo stesso. E se nel mentre l'obiettivo è anche diventato ministro degli Interni, ovvero l'uomo al governo che deve gestire l'emergenza sbarchi, i toni si fanno molto più violenti del solito. Salvini è abituato a non aver vita facile con i centri sociali. "La Lega ha sempre espresso le proprie idee democraticamente e sempre pacificamente - fa notare Roberto Calderoli - noi leghisti, invece, da tre decenni subiamo continue aggressioni dai democratici e pacifisti ragazzi dei centri sociali". In più di un'occasione gli antagonisti hanno, infatti, provato a mettergli il bavaglio attaccando i palchi dove il leader del Carroccio avrebbe dovuto tenere il proprio comizio. "Mi danno solo più forza", ha sempre risposto Salvini. Ma le minacce che oggi sono stati lanciati dalle vie del centro storico di Milano sono a dir poco inquietanti. I collettivi hanno fatto girare tra le mani dei manifestanti un volantino contro il governo Conte che recitava più o meno così: "Basta morti per mano razzista. Solidarietà proletaria con i nostri fratelli di classe. Fermare la mano del governo fascio-razzista Salvini-Di Maio".


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In mezzo al corteo di oggi era quello di Salvini il nome più pronunciato dai manifestanti (guarda la gallery). Un immigrato africano, sventolando un quotidiano in faccia a un fotografo, puntava il dito indice contro il volto del leader leghista immortalato in prima pagina. Come a dire che l'obiettivo ora è lui. "Salvini, la pacchia è finita, ci vediamo a Pontida", si leggeva invece sullo striscione portato in piazza dai centri sociali. Un altro ancora, invece, inveiva: "Lega e Salvini assassini". "Per i cretini senza idee - ribatte Paolo Grimoldi - l'unica via per avere risalto sono gli insulti e le violenze". Al termine del corteo non rimane altro se non la bandiera della Lega fatta a brandelli. È l'immagine dell'odio rosso che adesso ha individuato il suo nuovo nemico da contrastare con ogni mezzo. "E io gli rispondo con un bacione - scrive Salvini su Facebook - siate sereni, siate tranquilli, abbiate una vita, non state tutto il giorno a rosicare a pensare alla Lega, a Salvini xenofobo, razzista, fascista. Giudicheranno gli italiani dai fatti".


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Published on June 09, 2018 09:39

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