Marco Manicardi's Blog, page 77
January 29, 2019
Oggi
Oggi stavo per non scrivere niente, poi dieci minuti fa è arrivata Grushenka (ho deciso che comincio a chiamarla Grushenka, come facevo una volta sul forum di una radio dove ci eravamo conosciuti, quando non esistevano ancora i socialcosi) e mi ha chiesto quale fosse la mia canzone preferita dei Fugazi. Gliel’ho detto e mi ha risposto che la sua non potrebbe mai essere una canzone dove canta Guy Picciotto.
Dieci secondi dopo stavamo ballando nel corridoio del reparto notte al suono del telefono che tenevo in mano, e siamo anche stati sgridati da uno sguardo di compatimento del Miny, che non riusciva a sentire bene i dialoghi della nuova puntata di Zorro su Rai YoYo.
E per oggi più o meno è tutto.
Musica:
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January 28, 2019
Musica Contemporanea Prescindibile, Op. 1 (Edgard)
Ripubblico qui una cosa del 2010 (è importante dire che è del 2010: se l’avessi composta oggi il testo sarebbe leggermente diverso) perché ho due o tre idee per comporre ed eseguire altre opere di Musica Contemporanea Prescindibile, ma ci vuole pazienza.
Intanto, se volete, ascoltatevi questa.
https://marcomanicardi.altervista.org/wp-content/uploads/2019/01/Op.-1-per-voce-e-sirene-Edgard.mp3
Musica Contemporanea Prescindibile, Op. 1 per voce e sirene (Edgard)
Testi, musiche, composizione e montaggio: Marco Manicardi (il Many)
Voce: Elena Marinelli (osvaldo/sancio)
Sirene fornite da: Mod, Vincio, Fatacarabina (vecchie glorie del friendfeed)
(Se non si capisce, e molto probabilmente non si capisce, è un omaggio a Edgard Varèse.)
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January 27, 2019
Il paese delle betulle
Sette anni fa sono stato sul Treno della Memoria, da Fossoli a Birkenau, insieme al dottor Carlo Dulinizo e a una marea di studenti delle superiori. Al ritorno, qualche mese dopo, mandandoci dei messaggi tra Carpi e Cuba (dove si trovava in quel momento il dottor Dulinizo), avevamo poi scritto un piccolo reportage in due parti per No Borders Magazine, cominciava così:
Viaggiare in treno, su quel treno, di notte, chi l’ha già fatto lo sa, è qualcosa di magico. Sarete 550 ragazzi delle scuole e un centinaio di adulti, circa. Appena arrivati alla stazione, cercate l’agenzia di viaggio a cui si sono affidati quelli della Fondazione Ex Campo di Fossoli, vi daranno una busta con informazioni sulle tempistiche del viaggio, le visite che farete, i numeri da chiamare in caso di emergenza ma, soprattutto, vi assegneranno il posto in carrozza e sull’autobus, e sarà quello per tutto il viaggio. Alla partenza non riuscirete a stare nel piazzale, e mentre le autorità vi ricorderanno cos’è stato e cos’è questo viaggio per loro e per la collettività, uno di voi farà caso alla dimensione, all’insieme, al mucchio di persone in attesa di partire. Poi si sale a bordo e iniziano gli addii dal finestrino.
[Nella promiscuità della stazione, ognuno cerca il posto assegnatogli d’ufficio. Lo faccio anch’io. Mi tolgo il giubbotto invernale, appoggio lo zaino stracolmo della roba che serve nei cinque giorni che mi separano dal ritorno, stringo mani sconosciute e mi siedo in silenzio, quasi ad aspettare chissà cosa. Quel chissà cosa è una piccola spinta che sento sotto le chiappe, quella spintarella che dice che il treno è in marcia. L’avrò sentita un milione di volte, ma questa è diversa, è come se mettesse in moto la testa.]
… e continuava su No Borders Magazine, in due parti:
TRENO DELLA MEMORIA 2012, PRIMA PARTE: IL TRENO
TRENO DELLA MEMORIA 2012, SECONDA PARTE: LA MEMORIA
***
Una cosa che non mi sembra avessimo scritto, nel nostro rustico reportage, ma che mi ha sempre fatto un po’ scoppiare la testa, è che Birkenau, in polacco, significa paese (o bosco) delle betulle. E sarebbe anche un posto meraviglioso in cui passeggiare, tra tutti quei tronchi alti e sottili, e quel silenzio, soprattutto d’inverno, solo che non c’è proprio verso, pensando al nome Birkenau, di pensare alle betulle. Viene sempre solo in mente la skyline.
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January 26, 2019
Paolo Corradini (un poeta)
Ero lì, stamattina, che scartabellavo tra i vinili mai ascoltati e ho trovato Noi siamo i tecnovillani, un disco del 1989 di un gruppo correggese che si chiamava En Manque D’Autre (di un genere tipo folk-sonico, Cianciulli-rock, bassa-avantgarade, psiconaif, acid-folk, musica nomade padana, suono trattoristico, sperimentazione volgare, cioccapiatti-sound, neosurrealismo correggese, Corso Cavour no-wave, lisciotrash, fanfarabilly, art rock caseario, eccetera; poi sono diventati gli AFA). Non so neanche dove o quando l’ho comprato, ma era lì da un po’ che mi diceva Dài, ascoltami, e quando l’ho messo su ho sentito, tra una canzone e l’altra, degli intermezzi poetici di un certo Paolo Corradini, un poeta che ho scoperto stamattina e di cui mi sono immediatamente innamorato, con delle poesie bellissime, come I sassi di Parma, che fa così (la trascrivo a orecchio, andando a capo un po’ come mi viene):
Belli belli sono
i sassi di Parma
il ponte i negozi i night
dentro i cestini
dei rifiuti
mi troveresti
sempre concesso
che tu
mi cercassi.
Su internet non si trova quasi niente, a parte un video del suo “Quando t’insaponi tour” del 1989. Lo metto qui di seguito:
Sarebbe molto bello trovare dei libri, di Paolo Corradini. Se qualcuno lo conosce e mi dà delle dritte, io lo ringrazio molto. Grazie.
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January 25, 2019
La New Wave italiana (il blogroll)
In rigoroso ordine alfabetico (ci sono anche degli asterischi, in fondo al post c’è la legenda) così come sono stati aggiunti o spostati nel gruppetto della New Wave italiana del mio feedreader (uso feedly, quello gratis, se vi interessa).
AC – di Andrea Contino su Digital PR, Musica, Cinema, Food e Video Games.***
Aghigi, ma che stai a di’ – Pensieri sparsi di Angelo Ghigi. *
AskAuro – Una piccola (ma spavalda) antologia di consigli non richiesti. *
Boring adventures in hi-fi – Questo blog vi annoierà entro cinque secondi. **
cedmax.net – Un blog fuori tempo massimo. *
Chiara Montesi – Un blog a corrente alternata. **
Cloridrato di sviluppina – (non c’è altro da aggiungere) **
Il passo del tacchino – di Storvandre. *
in apnea – della paolina. **
In the mood of writing – di chiaratiz. **
La cicala – Parla a sproposito e non fa programmi a lungo termine. **
La Flauta – The Ridiculous Blog of a Blonde Flutist. **
Letizia Sechi – Alternate Takes. **
Libero non professionista – Comunicazione e marketing, con la massima semplicità. **
matteo b blog – di Matteo B. Bianchi. **
Mi leggerete in cronaca – Ultime notizie prima della fuga. *
mirumir – L’incendio procede secondo i piani. **
muro di testo – di magenta. *
non si finisce (davvero) mai – di monicabionda. ***
Personalità confusa – Un blog come li facevano una volta. **
Renault4 – di Stefano Amato. **
Sono Spaesato – E anche un po’ disorientato. **
teiluj – life is so much more interesting inside my head. **
Wonderlandadventures – con le foto di Claudia Toloni. **
__________
* quelli neonati tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di quest’anno.
** quelli che sono stati resuscitati tra la fine dell’anno scorso e l’inizio di quest’anno.
*** quelli che ci sono sempre stati, ma non ce li avevo nel feedreader (mi perdònino).
Musica:
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January 24, 2019
Ecco
Quella cosa di ieri sul fascismo e le stalagmiti, che nella mia testa la diceva Giorgio Bocca, invece era Furio Colombo (metto il video qui sotto; non è che dica proprio “stalagmiti”, era un’altra aggiunta della mia testa, mi vergogno anche un po’).
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January 23, 2019
Come si formano le stalagmiti
Non mi ricordo dove l’ho letto, sentito o visto, forse era in un articolo da qualche parte, forse era qualcosa alla radio, forse un documentario o un’intervista, anni fa, non lo so, non mi ricordo, ma mi ricordo che qualcuno, anche se non mi ricordo chi, la mia testa mi dice Giorgio Bocca, ma non sono sicuro, diceva che andando a sfogliare i giornali dell’epoca in fila uno dopo l’altro, da dopo la Grande Guerra ai primi anni venti del Novecento, si vede senza ombra di dubbio che il Paese stava diventando fascista, giorno per giorno, un po’ alla volta, sempre di più, finché, sempre leggendo i giornali dell’epoca in fila uno dopo l’altro, diventa chiaro che a un certo punto il Paese era fascista, e infatti poi lo diventava ufficialmente senza alcuna remora o alcun ripensamento; e quello che diceva questa cosa, nella mia testa Giorgio Bocca, se era lui, non mi ricordo, diceva anche che di quella fascistizzazione graduale, di quello stillicidio, potremmo dire, una goccia dopo l’altra come si formano le stalagmiti, loro non se ne erano accorti mentre stava succedendo, e che una volta successo, una volta ufficializzato il fascismo, una volta che il Paese era ufficialmente fascista, alla fine erano fascisti anche loro.
Musica:
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January 22, 2019
Tutti i giorni
«Ho scritto un post…»
«Ho visto. Non è obbligatorio scrivere tutti i giorni.»
«Vabbè, mi ha preso così.»
«Io sono tredici anni che ti chiedo di fare una cosa tutti i giorni. Una.»
«Eh, dai, non ti puoi mica lamentare.»
«Solo perché non mi picchi.»
(Abbasso la testa e mi rimetto a giocare con i Gormiti.)
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January 21, 2019
Ricordi?
È un po’ di tempo che col Miny (ho deciso che comincio a chiamarlo il Miny) la sera o il sabato mattina ci mettiamo a giocare a Memory, e il Miny a tre anni e mezzo, quasi quattro, è già un drago e vince quasi sempre. Ho scoperto che si chiama Memoria, anche se io l’ho sempre chiamato Memory, chissà come mai. Abbiamo comunque deciso che adesso lo chiamiamo col suo nome vero: Hūsker Dū. Ci piace molto.
Musica:
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January 20, 2019
Una specie di poesia (per gli amici immaginari)
Sto su facebook (come tutti)
Sto su twitter (come tanti)
Stavo su friendfeed (come i matti)
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