Marco Manicardi's Blog, page 59

September 2, 2019

Questa invece funziona ancora

Cioè la gag sul Santo Patrono di Sanremo.

Ve la regalo. Fatene buon uso.


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Published on September 02, 2019 05:46

August 30, 2019

La New Wave italiana (il blogroll – 11 / per posta – 4)

Non so se fosse colpa del suo feed che si era rotto e poi è resuscitato o se fosse invece stata una disattenzione mia nelle impostazioni del mio feedreader oppure boh, non lo so, ma a un certo punto dell’estate è riesploso di nuovi post e capolavori un feed cui tenevo tantissimo. Quindi adesso lo aggiungo al gruppetto della New Wave italiana del mio feedreader (uso feedly, quello gratis, se vi interessa).




Azael – ‘nuff said.

Poi ho ho anche scoperto una newsletter nata all’inizio dell’anno, da aggiungere alle altre per farsi riempire la casella (o il cestino) di roba interessante:



Polpette, la vanzletter – Siamo ormai alla 24esima uscita, sto già leggendo tutto a ritroso.

E per questa nuova ondata della New Wave Italiana è tutto.

Da un po’ di tempo, come diceva anche Andrea Contino, il vento sembra essersi calmato e molti di quei blog che erano resuscitati nella prima metà del 2019 sembra che si siano fermati. Forse è solo colpa del caldo e delle ferie. Oppure la bolla è scoppiata. Ce ne faremo una ragione.


Musica:




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Le altre puntate piene di link sulla New Wave della blogsfera italiana sono qui.


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Published on August 30, 2019 05:05

August 29, 2019

Ci sono rimasto male

Usavo quasi sempre la gag del vero nome di Pippo Franco quando dovevo giocarmi qualcosa di divertente in società, tipo al ristorante o al bar, e faceva sempre molto ridere, soprattutto quando facevo andare i miei interlocutori su Wikipedia a controllare e lì l’effetto comico raggiungeva l’apice, con delle gran risate e dei gran NOOO! divertiti eccetera; e adesso invece… niente, oggi sono andato per caso su Wikipedia e sono capitato sulla pagina di Pippo Franco dove si dice che il vero nome di Pippo Franco è Francesco Pippo. Credo che quella gag non la farò mai più. Un gran peccato.


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Published on August 29, 2019 10:07

August 28, 2019

Adams (3) (un’altra volta)

E sempre in un libro che si chiama Ristorante al termine dell’Universo, del 1980, Douglas Adams dice che il maggior problema, ossia uno dei maggiori problemi (ce ne sono tanti) che l’idea di governo fa sorgere è questo: chi è giusto che governi? O meglio, chi è così bravo da indurre la gente a farsi governare da lui?

E dice anche che, a ben analizzare, si vedrà che: a) chi più di ogni altra cosa desidera governare la gente è, proprio per questo motivo, il meno adatto a governarla; b) di conseguenza, a chiunque riesca di farsi eleggere Presidente dovrebbe essere proibito di svolgere le funzioni proprie della sua carica, per cui: c) la gente e il suo bisogno di essere governata sono una gran rogna.


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Published on August 28, 2019 04:36

August 27, 2019

Ormai

Ormai anche al bar le chiamano chiacchiere da facebook.


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Published on August 27, 2019 08:24

August 26, 2019

Così va la vita (una scusa per andare in chiesa)

In quel periodo della mia gioventù in cui dovevo prendere i sacramenti perché così andavano le cose, o almeno andavano così per via di mille convenzioni sociali e per il quieto vivere nel natìo borgo selvaggio, mi ricordo che io di andare al catechismo avevo più o meno la voglia che si può avere di prendere degli schiaffi a due alla volta. Non perché fossi avverso alla religione, anzi, tutto sommato quando mi spiegavano il Vangelo lo trovavo interessantissimo e devo anche dire che poi nella vita mi è servito per avere a che fare con la gente. Ma era più che altro il doversi alzare la mattina presto.

Non mi dava fastidio neanche la messa, era proprio l’orario.



E così, per convincermi a farlo col sorriso, dovevo trovare delle scuse. Una delle scuse migliori che avevo per andare a messa e poi al catechismo la domenica mattina era che in canonica, dopo il catechismo, si poteva stare un po’ in libertà a fare quello che uno voleva, sempre nei limiti di quello che si può fare in una canonica la domenica mattina prima di pranzo. C’erano, per esempio, il biliardino e il ping pong, dove regolarmente si svolgevano dei tornei pazzeschi di gente che a un certo punto sarebbe potuta andare alle Olimpiadi, tanto era brava. Non era il mio caso, visto che a biliardino facevo scarezza, cioè facevo abbastanza pena se non proprio schifo. E col ping pong era uguale.

Poi però, quando gli altri avevano cominciato a estromettermi dalle squadre dei tornei domenicali di biliardino e di ping pong, avevo scoperto che in canonica erano abbonati a Il Giornalino, e quindi potevo mettermi lì a leggerlo per una mezz’ora prima che mi venissero a prendere i miei per portarmi a casa per pranzo.

E da quel momento io, tutte le domeniche fino a un certo punto della vita in cui ho deciso che io e l’ambiente ecclesiastico eravamo a posto così e non ci saremmo più rivisti con regolarità, prima andavo alla messa delle nove e mezza, poi c’era più o meno un’ora di catechismo obbligatorio per prendere quei sacramenti che uno doveva prendere per via di mille convenzioni sociali e per il quieto vivere nel borgo, e dopo, mentre tutti andavano all’assalto dei biliardini e dei tavoli da ping pong, chi per passione sfrenata e chi per farsi bello, io andavo nel portariviste della canonica e prendevo il nuovo numero de Il Giornalino. Ce n’era uno nuovo tutte le settimane.

Non partivo a leggere da pagina uno, ma lo sfogliavo finché non trovavo le storie di Pinky, che erano una delle cose più belle e divertenti e pazzesche del mondo. Finito Pinky, magari leggevo qualche altra storia, qualcosa a tema storico e molto realistico, ma delle volte non avevo voglia o avevo perso tutto il tempo prima del pranzo a leggere Pinky e poi a rileggerlo ancora. E mi sfasciavo dalle risate, così, da solo, in un angolino della sala comune della canonica del paesello, mentre intorno era tutto un volare di urla di vittoria, di sconforto e di palline.


Adesso ho appena letto che Massimo Mattioli è morto e mi dispiace un bel po’, anche se a lui non ci pensavo forse da anni e comunque sono cose che càpitano. E non so neanche bene cosa scrivere ora per dire qualcosa di sensato sulla questione della morte, se non che, ok, tempo dopo i fatti narrati avevo conosciuto meglio Massimo Mattioli anche per delle altre cose, come quando avevo cominciato a dire di essere punk underground e indie e avevo letto dei vecchi numeri di Frigidaire pescati chissà dove. Ma non so se capita a qualcun altro o solo a me, non che sia così strano o stravagante, e non so se a lui potesse far piacere o meno, però devo confessare che quando penso all’opera di Massimo Mattioli l’unica cosa che mi viene da dire è che per me è stata, incredibilmente, prima di tutto, una scusa per andare in chiesa.


Così va la vita.


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Published on August 26, 2019 08:43

August 23, 2019

L’Emilia-Romagna, spiegata bene (onomastica)

Sinue, Olmes, Osiris, Redesilda, Enus, Guesde, Conchita, Casimiro, Sirte, Oberdan, Domitilla, Isio, Efisio, Emer, Tagiuro, Fiorina, Delizia, Valfro, Erenio, Marna, Zebina, Eglaide, Nenele, Millo, Rao, Medardo, Olver, Primenzo, Dirce, Teodolinda, Abdonia, Mausi, Idilio, Rosilda, Egle, Isaura, Evro, Ellero, Iames, Dilma, Ottobrina, Oannina, Selibre, Iules, Alienide, Valmore, Vivilde, Deanice, Velma Delia, Virca, Carla Zoe, Benedino, Pillade, Arve, Reto, Ieber, Ronny, Alcibiade, Avde, Alves, Argia, Ondina, Memmo, Ulderico, Sigfrido, Stelio, Asbide, Demalide, Esarmo, Etner, Alder, Berenice, Ione, Elmar, Aftene, Frediano, Efrem, Confucio, Laerte.



(Una lista di nomi propri che mi ha mandato un’amica che lavora col pubblico in un piccolo comune della bassa modenese. Grazie amica.)

Musica:



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Gli altri post che parlano dell’Emilia-Romagna, spiegata bene, sono questi:

– L’Emilia-Romagna, spiegata bene

– E ancora meglio di enzo (polaroid)

– E un’altra cosa di eio

– L’Alta in basso e la Bassa in alto di Tinni

– La Lutazia-Romagna, spiegata bene di Paolo Colagrande

– Felice

– D’estate


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Published on August 23, 2019 04:59

August 22, 2019

Hobsbawm (3)

E in un libro che si chiama L’età della rivoluzione (1789-1848), del 1962, Eric John Ernest Hobsbawm dice che il centro del nuovo governo francese, che rappresentava un’alleanza tra giacobini e sans-culottes, si spostò sensibilmente a sinistra. E che la prova di ciò fu il rimaneggiamento del Comitato di Salute Pubblica, che divenne ben presto il vero e proprio ministero della guerra francese. E che di esso non faceva più parte Danton, un rivoluzionario potente, dissoluto, probabilmente corrotto, ma di immenso talento e più rimodernato di quanto non sembrasse – era stato ministro nell’ultimo governo regio –, ma che vi entrò Maximilien Robespierre, che ne divenne il membro più influente.

E poi dice che pochi storici hanno espresso giudizi spassionati su questo avvocato elegante, raffinato, fanatico, convinto – forse un po’ troppo – di possedere il monopolio personale della virtù, perché egli è tuttora l’incarnazione di quel terribile e glorioso Anno II che nessun uomo è capace di guardare con occhio neutrale. E che egli non era affatto un individuo simpatico: anche quelli che ritengono che egli fosse nel giusto tendono oggi a preferirgli lo splendido rigore matematico di quell’architetto di paradisi spartani che fu il giovane Saint-Just. E che non era un grand’uomo, anzi sovente era piuttosto meschino. Ma dice anche che è il solo individuo scaturito dalla Rivoluzione (a parte Napoleone) attorno al quale si sia sviluppato un vero e proprio culto. E questo perché per lui, e anche per la storia, la Repubblica Giacobina non era un espediente per vincere la guerra, ma un ideale: il terribile e glorioso regno della giustizia e della virtù, dove tutti i buoni cittadini erano uguali agli occhi della nazione e il popolo annientava i traditori. E che attingeva tutta la sua forza dagli insegnamenti di Jean-Jacques Rousseau e dalla cristallina convinzione della propria rettitudine. E che né i suoi poteri, né la sua carica avevano carattere dittatoriale, poiché egli era solo un membro del Comitato di Salute Pubblica, che a sua volta era un sottocomitato – il più potente, ma non onnipotente – della Convenzione. E che la sua forza era quella del popolo, quella delle masse parigine; il suo terrore era il loro terrore. E che quando le masse lo abbandonarono, egli cadde.


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Published on August 22, 2019 08:44

August 21, 2019

E comunque, governo o non governo

Stasera riapre il bar.


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Published on August 21, 2019 04:40

August 20, 2019

Il mare

Se devo dire una cosa su come sia cambiato il mare negli ultimi anni, e per mare intendo quello che noi di solito consideriamo mare quando diciamo «andiamo al mare» e cioè la spiaggia, gli ombrelloni, la gente, i bagni coi balli di gruppo e le animazioni, gli altoparlanti coi tormentoni estivi e gli scivoli sulla sabbia eccetera, quindi, per capirci, la Riviera romagnola, rispetto a quando eravamo bambini e ci andavamo coi genitori, ma anche rispetto a quando eravamo dei ragazzini e ci andavamo cogli amici, ecco, magari mi sbaglio, ma mi sembra che ci siano meno tette.


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Published on August 20, 2019 04:53