Marco Manicardi's Blog, page 55

November 5, 2019

Fruttero & Lucentini (3)

E in un libro che si chiama La prevalenza del cretinodel 1985, Carlo Fruttero e Franco Lucentini dicono che, quando sente parlare di revival della samba, delle ghette o della polenta, la gente dovrebbe toccare ferro, altro che sorridere compiaciuta.


L'articolo Fruttero & Lucentini (3) proviene da marco manicardi.

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on November 05, 2019 07:47

November 4, 2019

Primo Halloween (anche per me)

31 ottobre 2019, interno tardo pomeriggio. Fuori è già quasi buio.


«Mi devo mettere il costume!»

«Abbiamo quello di Zorro che hai usato a Carnevale.»

«Ok.»

(Glielo metto.)

«Così però non sono mostruoso!»

(Tiro fuori la maschera dei Tre Allegri Ragazzi Morti; se la mette.)

«Vado a vedermi allo specchio.»

«Vai, sei l’Allegro Zorro Morto!»

(Ritorna.)

«No!»

«Perché no?»

«Non mi piace e mi stringe gli occhi.»

(Scartabello nello scatolone dei giochi e trovo la maschera di cartone di Sdentato, il drago di Dragon Trainer, che avevamo comprato in edicola un mese fa; gliela passo; se la mette; va allo specchio e ritorna.)

«Va bene, andiamo.»

«E così cosa sei, col costume di Zorro e la maschera di Sdentato?»

«Sono il drago della giustizia!»

«Ok»

(Andiamo.)


L'articolo Primo Halloween (anche per me) proviene da marco manicardi.

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on November 04, 2019 08:41

November 1, 2019

Manzoni

E in un libro che si chiama I promessi sposi, del 1842, Alessandro Manzoni dice che si potrebbe, tanto nelle piccole cose, come nelle grandi, evitare, in gran parte, quel corso così lungo e così storto, prendendo il metodo proposto da tanto tempo, d’osservare, ascoltare, paragonare, pensare, prima di parlare. Ma che parlare, questa cosa così sola, è talmente più facile di tutte quell’altre insieme, che anche noi, e dice noi uomini in generale, siamo un po’ da compatire.


L'articolo Manzoni proviene da marco manicardi.

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on November 01, 2019 04:17

October 31, 2019

Dei ricordi (4)

Il 31 ottobre del 2016, era un periodo un po’ movimentato, ero a mezza via tra due case e scrivevo una cosa intitolata “traslocando” che diceva:


Nel fare gli scatoloni abbiamo buttato giù una bozza del programma di un Fronte Internazionale Per La Standardizzazione Estrema Del Formato Dei Libri (FIPLSEDFDL). Editori state all’occhio.


Invece il 31 ottobre del 2018 ero a casa, quella nuova, stavo giocando col Miny e avevo scritto una cosa intitolata “fino a qui tutto bene?” che diceva così:


Miny: «Andiamo a giocare?»

Many: «Andiamo.»

Miny: «Combattiamo?»

Many: «Combattiamo!»

Miny: «Il tuo potere della luce è forte, ma non può nulla contro la furia dell’oscurità»

Many: «…»


L'articolo Dei ricordi (4) proviene da marco manicardi.

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on October 31, 2019 05:44

October 30, 2019

Dei ricordi (3)

Il 30 ottobre del 2017 era un lunedì sera e scrivevo una cosa che diceva così:


Frecciarossa Milano Porta Garibaldi-Reggio Emilia AV.

Carrozza 4. Posto 18A.

Squilla il telefono:


«Pronto?»

«Papaaaaaaà!»

«Ciao piccolino! Sto tornando a casa.»

«Dove sei?»

«In treno.»

«Stai tornando da PATATA CITY


Non riesco a rispondere, sto facendo un verso che è un po’ una risata sguaiata, un po’ un trattenere il magone, un po’ cercare di non passare per scemo, almeno agli occhi degli sconosciuti dei posti 18B, 18C e 18D.

Ma come facevo prima?


Come facevo prima?

È ancora un mistero.


***



L'articolo Dei ricordi (3) proviene da marco manicardi.

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on October 30, 2019 05:58

October 29, 2019

Lo strano caso del furto dell’arrosto

In un libro che si chiama Repertorio dei matti del Canton Ticino, del 2019, curato da Paolo Nori e scritto da Antonia Boschetti, Sabrina Caregnato, Olmo Cerri, Anna Maria Di Brina, Sandra Dissertori, Sara Groisman, Romina Henle, Luca Jaeggli, Esmeralda Mattei, Manuela Mazzi, Marco Miladinowitzsch, Lisa Müller, Elena Nuzzo, Alan Pipitone, Chiara Spata, Giuseppe Tami, Irmtraut Tonndorf, Cristina Zamboni e Carlotta Zarattini, a un certo punto si dice che:



Una tagliava da sempre l’arrosto alle due estremità prima di cucinarlo. Due centimetri buoni di carne cruda per parte. La figlia le aveva chiesto perché lo facesse e la madre le aveva risposto che non lo sapeva bene, a casa sua si era sempre fatto così, lo aveva visto fare dalla nonna. La figlia aveva quindi chiesto alla nonna il perché di quel taglio dell’arrosto e la nonna le aveva risposto che glielo aveva insegnato la bisnonna e che doveva sicuramente essere un trucco per farlo più buono.

La figlia aveva quindi chiesto alla bisnonna i motivi di quella carne sacrificata e lei le aveva detto che lo aveva sempre fatto perché la pentola che aveva era sempre più piccola dell’arrosto che comprava e che non poteva fare altro che accorciarlo per farcelo stare tutto intero


Che è stranamente molto simile a una cosa intitolata L’arrosto di maiale che avevo scritto qui nel 2014 e che, tra l’altro, avevo riproposto sempre qui un mese fa (era anche finito in un articolo sull’Oblò di ATBV insieme a Ermanno Cavazzoni e Antonio Prete, una cosa da mettere sul curriculum).


Devo ancora capire se sono arrabbiato o se mi fa piacere.

Sicuramente è segno che era una racconto con delle buone idee.

Quindi forse mi fa piacere. Forse.

Boh. Va bene lo stesso.


L'articolo Lo strano caso del furto dell’arrosto proviene da marco manicardi.

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on October 29, 2019 01:14

October 28, 2019

Hašek (2)

E invece nel quattordicesimo capitolo, intitolato Discorso sulla riabilitazione degli animali, sempre di un libro che si chiama Storia del Partito del progresso moderato nei limiti della leggeche da quel che ho capito è del 1963, Jaroslav Hašek dice che, come con il maiale, così stanno le cose anche con tutti quegli animali che servono alla gente come fonte di benefici, e ai candidati parlamentari come insulti. E che voi che presenziate spesso alle riunioni elettorali avete certamente già sentito il grido: «Tacete, bove!». E che questo grido fa torto a una determinata specie di animali, con il che Hašek non intende naturalmente i candidati, ma fa soltanto notare che questo grido in realtà loda il candidato stesso a cui viene rivolto, perché un bue ha un valore ben maggiore di un candidato. Un bue pesa sugli 800 kg, mentre un candidato non arriva neanche a 80 kg, e se vendete il bue ne ricavate quattro centoni, mentre vendendo il candidato non avrete nemmeno uno zecchino.


L'articolo Hašek (2) proviene da marco manicardi.

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on October 28, 2019 08:38

October 25, 2019

La ragione ti ha un po’ preso la mano

C’è che poi è molto facile arrabbiarsi per le cose che ci fanno arrabbiare e andare subito a scriverlo sull’internet, da qualsiasi parte, come per esempio scrivevo io alla fine di marzo in un post intitolato Il nervoso (sui libri per l’infanzia) dove dicevo così:


Ma io mi domando e dico: ma quando sceneggiate, scrivete, illustrate o traducete un adattamento o una riduzione di Pinocchio, ma cosa vi costa sceneggiare, scrivere, illustrare o tradurre “Pescecane”, invece di “Balena”? Cosa vi costa? Eh?


Ed ero arrabbiato né più né meno che con la Disney, anche se non è che alla Disney gliene fregasse o gliene potrebbe fregare qualcosa della mia arrabbiatura. Però scrivere quella cosa mi sembrava giusto e necessario.

Poi l’altra sera abbiamo cominciato a leggere Peter Pan prima di andare a dormire, con le coperte tirate su fino al mento e solo una lucina pieghevole a illuminare il libro. E siamo già tutti immersi nelle vicende della famiglia Darling, quando a un certo punto con la coda dell’occhio vedo la frase successiva che dovrò leggere…


Dopo che gli avevano chiesto dove fosse l’Isolachenonc’è, e mentre io sono già lì con Bennato nella testa, Peter risponde una cosa che mi fa fermare un attimo prima di leggerla a voce alta:


«Seconda strada a destra,» disse Peter, «e poi dritto fino al mattino.»


No, aspetta.

Seconda strada a destra?

Il libro l’ho appena comprato, l’avevo anche sfogliato prima di prenderlo, mi sembrava fatto bene. Stai a vedere che sono andato a pescare una di quelle edizioni nuove dove i traduttori fanno un po’ come gli pare secondo logiche tutte loro. Che due maroni.

Vabbè, fa niente, in una frazione di secondo faccio tutti questi ragionamenti, mi riprendo e leggo a voce alta correggendo:


«Seconda stella a destra,» disse Peter, «e poi dritto fino al mattino.»


Me ne compiaccio molto, e continuo a leggere.

Poi il Miny, dopo un po’, si addormenta e anche noi facciamo per andare a dormire. Cioè, no. Io non ci vado, vado prima ad accendere il computer. Peter Pan non l’avevo mai letto, o comunque non mi ricordo di averlo fatto in passato, quindi cerco su google il testo originale e vado a vedere:


«Second to the right,» said Peter, «and then straight on till morning.»


Ok. Fermi tutti.

Possibile che in una storia così favolosa manchi quel pizzichino di testo incantato che conosciamo tutti a memoria? E anche dopo, quando Peter e Wendy e Gianni e Michele stanno svolazzando ricoperti di polvere di fata fino a Neverland, il quarto capitolo comincia così:


«Second to the right, and straight on till morning.»


E quindi, tutto sommato, va bene anche tradurlo con la strada. Ha ragione il traduttore. Ma allora la magia di quella bellissima «seconda stella a destra» da dove viene? Eh?

Cerco ancora su google: viene dalla Disney.

Chiudo tutto e vado a letto.


***


Una delle cose più eclatanti dell’internet è che puoi dire quello che ti pare istantaneamente, puoi scrivere che sei arrabbiato per qualcosa e farlo sapere a tutti (cioè a tutti quelli che magari ti leggono), e puoi fargli sapere quanto la tua rabbia sia intelligente e giusta e quanto la tua crociata, per quanto piccola, sia immacolata. Come era successo a me per Pinocchio.

Un’altra delle cose eclatanti dell’internet è che se sei abbastanza fortunato arriva prima o poi qualcos’altro che ti fa capire che, alla fine della fiera, sei un coglione.

E questo post è l’unico modo che ho per dire che lo sono anch’io.


Musica:



L'articolo La ragione ti ha un po’ preso la mano proviene da marco manicardi.

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on October 25, 2019 11:38

October 23, 2019

Si ricorderanno di noi (4)

Come della generazione di quelli che aprivano le pizzerie perché volevano vendere la pizza, ma anche delle altre cose, tipo dei primi, dei secondi e dei contorni, e allora le pizzerie le chiamavano NON SOLO PIZZA; o di quelli che aprivano un forno e ci vendevano anche i salumi e i formaggi e lo chiamavano NON SOLO PANE; o di quelli che aprivano dei negozi di dischi, ma poi volevano venderci magari anche dei film in DVD e i negozi di dischi li chiamavano NON SOLO MUSICA. E allora si ricorderanno di noi come della generazione di quelli che per dire le cose non le dicevano.


L'articolo Si ricorderanno di noi (4) proviene da marco manicardi.

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on October 23, 2019 10:01

October 22, 2019

Cornia (2)

E in un libro che si chiama Le pratiche del disgusto, del 2007, Ugo Cornia dice che ormai viviamo in una società più lunga, la società più lunga che c’è stata fino adesso sulla faccia della terra dopo tante altre società normali o addirittura anche più corte delle società normali, e che in questa società lunga, dove tanta gente ha qualcosa di più lungo, ormai ci deve essere rimasto solo lui  di normale con una visione lunga normale e il cazzo lungo normale e la macchina lunga normale e senza neanche il giardino.


L'articolo Cornia (2) proviene da marco manicardi.

 •  0 comments  •  flag
Share on Twitter
Published on October 22, 2019 08:07