Marco Manicardi's Blog, page 56

October 21, 2019

Il 15-18: Intermezzo (con delle scuse)

Avevo iniziato l’anno dicendo che avrei ripreso a scrivere sul blog perché avevo da raccontare della nostra piccola Grande Guerra privata del 2015-2018, coi suoi caduti, i suoi feriti, le sconfitte e le vittorie. Alla fine ho scritto solo il Capitolo 1, quello della nascita, mentre il secondo, il terzo e il quarto capitolo, quelli dei morti, e il quinto, quello della resurrezione, io, chiedo scusa, non ci sono riuscito.

Ci ho provato e riprovato, ma niente.

Forse non è tempo, forse in futuro ci riuscirò, forse no, non lo so. Mi spiace.



Il secondo capitolo avrebbe dovuto parlare di mia nonna, Ada, che è morta di un brutto male nella seconda metà di Agosto del 2017. Mia nonna, Ada, che quando era bambina, e poi ragazzina, era la più povera del paese, e doveva fare la fila per il pane con la tessera, e doveva andare a elemosinare da mangiare dai vicini di casa, e doveva andare a fare la mondina in Piemonte per portare a casa quel po’ di soldi che poi finivano subito perché in famiglia erano in sei, quando poi è invecchiata e si è sposata e ha messo su casa, un figlio e poi dei nipoti e a un certo punto anche un pronipote, lei andava alla Coop tutti i giorni, da sola in bicicletta, e comprava sempre qualcosa perché il frigo e la dispensa non solo non dovevano mai essere vuoti: dovevano essere pieni.


Qualche giorno fa, mentre parlavo di tutt’altro con mio padre, suo figlio, a un certo punto lui si è fermato e mi ha detto: «Ma ti ho fatto vedere cos’avevo trovato su Google Maps?»

«No, veh,»  gli ho risposto. «Cos’hai trovato?»

«Tua nonna.»


Ho fatto due occhi così.

Intanto mia mamma, che ascoltava dall’altra parte del tavolo, ha preso il tablet, è andata su Street View e me l’ha fatta vedere:



Ecco, adesso, ringraziare Google mi sembra una cosa senza senso. Ma comunque, finché dura, finché non aggiornano le mappe, ogni tanto so che posso andare a fare un giro per il paese, e quando sono in via Canzio Zoldi posso fermarmi un attimo a salutarla, mentre lei torna a casa in bici con le sporte piene dopo aver fatto la spesa.

E tutto sommato è meglio di niente.


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Published on October 21, 2019 08:35

October 18, 2019

Solla

E in un libro che si chiama Il fiuto dello squalo, del 2012, Gianni Solla dice che lui chiama fallimento le circostanze che portano un uomo dalla nascita alla morte in una maniera poco divertente. Ma poi dice che si tratta di una mancanza di eleganza. E che, dal punto di vista della carne, il fallimento è intrinseco, quindi la morte è un successo.


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Published on October 18, 2019 12:18

October 17, 2019

L’Emilia-Romagna, spiegata bene (da Google Maps)

Se uno ci va con Google Maps, Parma, dall’alto, sembra un gran deposito di autobus.



(Se poi uno clicca e ingrandisce, lo capisce meglio)


__________

Gli altri post che parlano dell’Emilia-Romagna, spiegata bene, sono questi:

– L’Emilia-Romagna, spiegata bene

– E ancora meglio di enzo (polaroid)

– E un’altra cosa di eio

– L’Alta in basso e la Bassa in alto di Tinni

– La Lutazia-Romagna, spiegata bene di Paolo Colagrande

– Felice

– D’estate

Onomastica


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Published on October 17, 2019 04:47

October 15, 2019

La cosa più sconvolgente del Joker nell’era di internet

Magari sono solo io, che non me ne ero mai accorto prima, ma comunque l’ho capito solo pochissimo tempo fa ingrandendo delle foto e leggendo dei commenti, che il Joker del telefilm degli anni 60 sotto il trucco aveva i baffi.


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Published on October 15, 2019 10:36

October 14, 2019

Hašek

E nel terzo capitolo, intitolato Discorso agli elettoridi un libro che si chiama Storia del Partito del progresso moderato nei limiti della leggeche da quel che ho capito è del 1963, Jaroslav Hašek dice che lui e i suoi amici, cioè i suoi interlocutori, quindi gli elettori, sono là dove non volevano essere, come disse il signor Lustig quando voleva andare a Budĕjovice e si sedette sul treno che andava a Liberec e fu trovato dal controllore Šupík in seconda classe mentre aveva il biglietto di terza e a Bakov fu buttato fuori dalla carrozza.


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Published on October 14, 2019 07:30

October 11, 2019

La Luna

Qualche sera fa era un artiglio. Anzi, in verità era «quasi un artiglio di Luna».

Stasera è gialla «come un dente di gigantosauro».


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Published on October 11, 2019 10:21

October 10, 2019

Servizio pubblico (corso di sopravvivenza aerea per bambini)

Sugli aerei Ryanair non c’è la brochure plasticata che ti mostra le cose da fare in caso d’emergenza (scusate se son cose che sapete tutti, ma io l’ho scoperto da pochissimo: era un po’ di anni che non prendevo dei voli Ryanair, mi ero abituato bene), ma le istruzioni sono appiccicate sul retro della testiera del seggiolino davanti (che è una buona idea per risparmiare sui fogli volanti ed evitare che la gente se li porti a casa, perché c’è della gente che colleziona di tutto). Ho fatto una foto, così si capisce meglio:




Appena saliti a bordo, sistemati gli zainetti sotto al seggiolino di fronte, allacciate le cinture e scambiate quelle due o trecento battute rituali (del tipo «Partiamo?» «Sì, adesso partiamo» «Partiamo?» «Sì, adesso partiamo» «Perché non partiamo?» «Adesso partiamo» eccetera), ho chiesto al Miny, che ha quattro anni e mezzo, il significato delle figure che aveva davanti, e lui, mentre col dito mi spostavo da una figura all’altra, mi ha risposto così :



Guardare le luci; Segare; Aspirare l’aspirapolvere; Due cinture; Una cintura.



Prendere il disegno che hai messo nel cassetto sopra la testa; Strapparlo; Pesarsi; Pesarsi poco; Scrivere; Mangiare un biscotto con una cosa nell’orecchio.



Fare il bagno; Lavarsi i capelli; Disegnare; Disegnare ancora.



Vietati i pantaloni/Vietate le scarpe/Vietati gli animali; Studiare un po’; Studiare molto; Un uomo che sta cercando gli occhiali.



Vietate le telecamere/Vietate le scarpe/Vietate le sigarette; Un aereo.



Una porta; Una porta aperta; Uno scivolo e una donna con tre gambe.



Un uomo che non capisco cosa sta facendo/Vietate le lavatrici; Entrare; Entrare; Uscire; Uscire davvero.


«E sopra?»

«Se glielo chiedi ti preparano qualcosa da bere.»



Poi, non so, l’equipaggio ha spiegato tutto in inglese.

Secondo me si sbagliavano loro.


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Published on October 10, 2019 04:54

October 9, 2019

Nori (2)

E in un libro che si chiama La Grande Russia portatile, del 2018, Paolo Nori dice che nell’estate del 2017, a San Pietroburgo, mentre passavano davanti alla sede del Kgb, sul Liteinyi prospekt, poco distante dalla casa dove abitava Iosif Brodskij, un suo amico gli ha raccontato che un funzionario russo ha proposto di far diventare quel palazzo, la sede del Kgb, Pamjatnik literatury, un monumento letterario, e quando gli hanno chiesto cosa c’entrava il Kgb con la letteratura lui sembra che abbia risposto «Son passati tutti di qua».


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Published on October 09, 2019 05:23

October 8, 2019

Sono stato a Londra, per quello che nei giorni scorsi non ho scritto niente

Ma comunque sono andato lo stesso in un bel po’ di bar, che là si chiamano pub.

L’unica cosa, la London pride, che spinata a caduta come fanno gli inglesi è una delle birre più buone del mondo, e le altre volte che ero stato a Londra ne avevo bevuti dei litri o forse dei decalitri, invece questa volta, boh, sarà stata colpa mia, sarò andato nei posti sbagliati, sarà l’odore della Brexit che si respira per la strada, non lo so, ma non c’è stato verso di trovarla. Un gran peccato.


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Published on October 08, 2019 04:46

October 3, 2019

L’arrosto di maiale

L’arrosto di maiale, tanti lo sanno fare bene, ma come lo faceva lei era buonissimo.

Ma come mai il suo arrosto di maiale era così buono? Cos’aveva di tanto speciale? Era forse perché lei, prima di infornarlo, tagliava via gli estremi e poi lo metteva nella padella così, amputato? Qualcuno si fece coraggio, e le chiese come mai, prima di metterlo in forno, lei tagliasse gli estremi dell’arrosto, e se fosse quello lì il tocco speciale che rendeva il suo arrosto di maiale così buono rispetto a tutti gli altri.

«Se devo proprio essere sincera – rispose lei – non lo so. Faceva così mia madre, e io ho imparato da lei. Mi diceva sempre: “prima di mettere l’arrosto in padella e poi nel forno, devi tagliargli via la testa e il culo.”»

Lei era giovane, e la madre non era tanto vecchia, perciò andarono dalla madre a farle la stessa domanda, a chiederle come mai, prima di metterlo in forno, avesse insegnato a sua figlia a tagliare gli estremi dell’arrosto, e se fosse quello lì il tocco speciale che rendeva il loro arrosto di maiale così buono rispetto a tutti gli altri.

«Mi chiedete delle cose  – disse la madre – che io non vi so mica rispondere. Dovreste chiederlo a mia madre, me l’ha insegnato lei quand’ero giovane. Diceva sempre: “prima di mettere l’arrosto in padella e poi nel forno, devi tagliargli via la testa e il culo.”»

Erano fortunati, perché la vecchia nonna era ancora viva. Non ci pensarono due volte e andarono dritti a chiederle come mai, prima di metterlo in forno, avesse insegnato alla figlia a tagliare gli estremi dell’arrosto, e se fosse quello lì il tocco speciale che rendeva l’arrosto di maiale della sua famiglia così buono rispetto a tutti gli altri.

La nonna ci pensò un po’ su, tornò con la testa a quasi un secolo prima. Poi si mise a ridere di gusto.

«Dovevo fare così per forza  – disse la nonna – avevo una padella troppo piccola.»


E questa, amici, è l’invenzione della tradizione.


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Published on October 03, 2019 03:04