Marco Manicardi's Blog, page 63
June 24, 2019
Invecchiare
L’altro giorno ero a lavare la macchina, una cosa che faccio circa una volta l’anno specie quando la devo portare a dei controlli, ed ero in fila dietro a quattro pensionati all’autolavaggio, cinque se consideriamo anche quello che aveva l’auto sotto le spazzole quando sono arrivato. Tutti e quattro, o tutti e cinque, avevano scelto il programma automatico più costoso, con doppia osmosi inversa, qualunque cosa sia, lucidatura puntuale, pulizia fine degli interstizi, rituali personalizzati, incantesimi e cabala; io invece avevo optato per il programma di lavaggio medio, un po’ perché era già un’ora che aspettavo e un po’ perché non sono un perfezionista.
Comunque, quello che volevo dire è che l’unica differenza tra la mia macchina e le loro, prima di lavarle, era che la mia era sporca.
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June 23, 2019
Ouředník
E in un libro che si chiama Europeana, breve storia del XX secolo, del 2005, Patrik Ouředník dice che i chimici proposero un modo per trasformare il grasso dei cadaveri in sapone per i soldati tedeschi facendo cuocere per tre ore cinque chili di grasso in dieci litri d’acqua e aggiungendo un chilo di soda e un po’ di sale finché non si fosse formata una crosta e facendo poi raffreddare la mistura una prima volta e facendola bollire ancora e prima che si raffreddasse di nuovo aggiungendo una soluzione speciale che avrebbe eliminato i cattivi odori. E che un soldato tedesco di stanza a Danzica impazzì perché prima della guerra aveva avuto un’amante che ignorava fosse ebrea e che in seguito era stata deportata ad Auschwitz e i suoi compagni gli dissero per scherzo che il sapone con cui si lavava da una settimana proveniva dalla sua amante e che l’avevano saputo dal direttore dell’obitorio di Danzica dove venivano trasportati i cadaveri per trasformarli in sapone. E che poi il soldato impazzì e bisognò trasferirlo in un manicomio in Germania.
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June 21, 2019
La New Wave italiana (il blogroll – 10)
Un paio blog rinati o resuscitati nel 2019 mi stavano sfuggendo, per fortuna li ho intercettati. Li vado a elencare, in rigoroso ordine alfabetico, così come sono stati aggiunti o spostati nel gruppetto della New Wave italiana del mio feedreader (uso feedly, quello gratis, se vi interessa).
Ciocci Thinks – di ciocci (che si era spostato e non me n’ero accorto).
Forevera Books / Racconti – una specie di casa editrice un po’ indie (per ora ha pubblicato un libro solo) con una sezione aggiornata di racconti fantascientifici.
Poi, di solito metto qui sotto un pezzo preso dalla New Wave italiana (quella vera, quella musicale) e cerco di non ripetere mai la stessa band o lo stesso cantautore, ma oggi è giusto rendere omaggio a Nico Gamma e quindi…
Musica:
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Le altre puntate piene di link sulla rinascita della blogsfera italiana sono qui.
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June 20, 2019
Paura e delirio a San Martino Spino
L’altro giorno stavo tornando da Venezia dove ero andato a lavorare e visto che non dovevo tornare a casa, ma fermarmi da un’altra parte a lasciare giù la macchina aziendale, Google mi ha fatto fare una strada diversa dal solito, e a un certo punto mi sono ritrovato a San Martino Spino.
Appena me ne sono accorto, dopo tanti chilometri noiosissimi di autostrade e strade e stradine sotto il sole del primo pomeriggio, mi sono ritrovato a sorridere, perché San Martino Spino è uno dei posti della mia formazione musicale, con tutte le volte che sono andato a casa di Bob Corn a sentire dei concertini e per tutto il tempo passato a Musica nella Valli quando lo facevano lì, tra le scuole elementari e il Barchessone vecchio. E ho cominciato a pensare all’ultima volta che ero stato a San Martino Spino e forse era tre anni fa, a uno spettacolo di burattini, ci avevo portato il Miny che aveva poco più di un anno.
E, insomma, mi è partita un po’ di nostalgia. E mentre pensavo a tutte queste cose e sorridevo contento e ascoltavo il nuovo disco dei Sebadoh, così, senza neanche farci caso, che normalmente non sono uno che fa queste cose di mettersi in mostra, e anche questa volta non l’ho fatto apposta, mi è venuto proprio automatico, ho alzato tantissimo il volume dello stereo e ho attraversato San Martino Spino dando un po’ fastidio.
C’era un bar con degli anziani che stavano all’ombra a farsi i fatti loro, si sono tutti voltati a guardarmi, girando la testa da destra a sinistra mentre gli passavo davanti. Avevano delle facce che a interpretarle dicevano una cosa tipo: “ecco, mo, un altro degli amici di Tizio…”
E poi, niente, questo è tutto quello che mi è successo l’altro giorno mentre tornavo da Venezia e andavo a lasciare giù la macchina aziendale passando per San Martino Spino.
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June 19, 2019
Cose che mi piacciono molto (4)
Tipo l’odore del cavolo che sta cuocendo al vapore e che si sparge per la casa. L’odore del cavolo che sta cuocendo al vapore sa un po’ di scoreggia, ma è quel tipo di scoreggia che ci è familiare: la mia per me, la tua per te, perfettamente tollerabile e, anzi, accattivante e quasi confortevole. Si può dire che l’odore del cavolo che sta cuocendo al vapore sia la scoreggia universale.
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June 17, 2019
Moore
E in un libro che si chiama Jerusalem, del 2016, Alan Moore dice che David, uno dei personaggi, oggi non legge più fumetti, anche se sono diventati di moda al punto che anche gli adulti possono comprarli senza sentirsi ridicoli. E dice che paradossalmente per David ciò li rende ancora più ridicoli di quando i fumetti erano solo uno strumento, perfettamente legittimo e spesso stupendo, per divertire i bambini. E poi dice che, a tredici anni, l’idea di David del paradiso era quella di un luogo dove tutti leggevano fumetti e c’erano sempre nuove storie disponibili con dozzine di film spettacolari con i suoi supereroi preferiti. E che ora che ha cinquant’anni e il suo paradiso è tutto intorno a lui, David la trova un’idea deprimente. Concetti e idee per bambini di quarant’anni fa: è questo – si chiede David – il meglio che il ventunesimo secolo sa offrire? Con tutto quello che accade, la reazione più adatta – si chiede ancora David – sono davvero le fantasie postbelliche di Stan Lee focalizzate sulla legittimazione del nevrotico maschio bianco americano della classe media?
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June 16, 2019
Il bilancio di un decennio su Twitter
Twitter mi dice che sono su Twitter da 10 anni, cioè da giugno del 2009, anche se poi ho cominciato a usarlo da luglio, sempre del 2009. In 10 anni, Twitter mi è servito una volta sola, ma quella volta che mi è servito, mi è servito per davvero:
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June 14, 2019
Fitzgerald (2)
E in un libro che si chiama Belli e dannati, del 1922, Francis Scott Fitzgerald dice che un classico è un libro di successo che è sopravvissuto alle reazioni dell’età o della generazione successiva. E che dopodiché può star tranquillo perché, come uno stile architettonico o un mobile d’epoca, avrà acquisito una pittoresca dignità che prende il posto della moda.
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June 12, 2019
Ho cambiato idea
Il 2 di gennaio del 2013 avevo scritto un post che si chiamava Non è un proposito per l’anno nuovo, è un atto politico dove l’atto politico in questione consisteva nel:
Non ringraziare quando qualcuno ti fa passare sulle strisce pedonali; non aspettarti un grazie quando fai passare qualcuno sulle strisce pedonali.
Ecco, ho cambiato idea.
L’inversione di tendenza non è arrivata deliberatamente e neanche in una data precisa, sono cose che misteriosamente accadono, ma a un certo punto mi sono accorto che non stavo più seguendo quell’atto politico che mi ero prefissato di seguire nel 2013 e, anzi, mi ritrovavo spesso, quasi sempre, a ringraziare alzando la mano e sorridendo quando qualcuno mi faceva passare sulle strisce; e poi, anche se tuttora non mi aspetto un grazie quando a far passare qualcuno sulle strisce sono io, se quel qualcuno che faccio passare mi ringrazia, ho scoperto che spesso alzo le dita della mano che sta sul volante e anche qui sorrido, piegando un po’ la testa di lato come a dire: «Ma no, ma valà, ma si figuri.»
E ho scoperto che a far così si sta meglio.
Musica:
Strisce pedonali è un pezzo del 2014 tratto dall’album Distacco del poeta della musica, Giancarlo Frigieri, e registrato da Andrea Sologni (Sollo) all’iGloo di Correggio, dove, a parte Giancarlo Frigieri che fa quasi tutto, c’è Max Marmiroli che suona i sassofoni e io, in maniera più incidentale che accidentale, provo a suonare il wurlitzer.
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June 11, 2019
Beckett
E nel secondo atto di un’opera teatrale che si chiama Aspettando Godot, del 1953, di Samuel Beckett, c’è un personaggio di nome Vladimiro che dice a un altro personaggio di nome Estragone che tutto comincia a non aver più senso.
E Estragone gli risponde che ne ha ancora troppo.
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