Wu Ming 4's Blog, page 103
April 23, 2014
#Bioscop. Parole & Musica di Wu Ming Contingent.
E’ atterrato nei negozi di dischi il 18 aprile – per esorcizzare un infausto anniversario – il nostro primo album di musica & parole “in formato canzone”: BIOSCOP, pubblicato da Woodworm Label in CD e vinile+CD (anche nell’ambitissima versione “rosa shocking” trasparente che vedete nell’immagine qui sopra).
Le 10 tracce si possono ascoltare sul Soundcloud dell’etichetta e sfogliare direttamente dal pdf del libretto su SentireAscoltare. Inutile dire che testi e musica sono rilasciati con licenza Creative Commons e nessuna tutela SIAE.
Nel frattempo, Bioscop è stato già protagonista di diverse trasmissioni radiofoniche…
Su Rai Radio 3, “Alza il volume” del 22 aprile 2014, condotto da Alberto Piccinini.
Su Rai Radio 1, “Radio1 Music Club” del 09/04/2014, con WM1 e John Vignola.
Su Radio Città del Capo, “Maps” del 12 marzo 2014, con Francesco Locane, WM2 e Yu Guerra.
…e sono uscite anche le prime recensioni:
Fabio Guastalla, su OndaRock.
Federico Guglielmi (omonimo di WM4 e decano del giornalismo musicale italiano), su Fanpage.
Così, dopo una decina di concerti di anticipazione, è in arrivo il primo live per l’uscita ufficiale del disco, all’interno del nostro “Révolution touR” e di una giornata speciale in quel di Milano:
Infine, martedì 29, alle 21.30, faremo una blog-intervista in diretta con l’Alligatore.
A patto di capire bene, entro quella data, che diavolo è una blog-intervista in diretta…
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April 16, 2014
Torino, 10 maggio. Per la giustizia, con Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò #NoTav
Anche noi saremo a Torino, il 10 maggio, per far sentire la nostra solidarietà a Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò.
Chiara, Claudio, Mattia, Niccolò. E’ importante ripetere i nomi, è importante scandirli perché stiamo parlando di quattro vite, quattro esseri umani, quattro attivisti No Tav che dal 9 dicembre 2013 sono imprigionati, sparpagliati tra le carceri di Alessandria, Ferrara e Roma, sottoposti a un regime di alta sicurezza (AS2).
Per noi come per la popolazione della Val di Susa questi prigionieri sono fratelli e sorelle, parte della comunità che da più vent’anni resiste a una «grande opera» inutile e insensata, macchina mafiogena ed ecocida, meccanismo divorasoldi e divoramontagne imposto al territorio con prepotenza, ottusa arroganza e metodi prettamente autoritari.
Per noi prendere posizione è facile, è scontato. Ma anche chi non si è mai informato su questa lotta, e come molti è stato indotto a guardarla con sospetto, dovrebbe allarmarsi per quanto sta accadendo. E’ una vicenda che racconta una storia più grande, che rischia di ingrandirsi ulteriormente e coinvolgere sempre più persone. Tu che leggi, con quale certezza puoi dirti al sicuro? Come dice il motto latino: «de te fabula narratur». Forse questa storia parla già di te.
Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò vengono spacciati per terroristi e, a poco più di vent’anni d’età, si trovano a rischiarne trenta di prigione. Il processo inizierà il 22 maggio. Di cosa sono accusati, esattamente?
Sono accusati di aver partecipato a una iniziativa durante la quale venne danneggiato un compressore. Cioè un oggetto inanimato. Una cosa, fatta di metallo e fili.
Quella notte, non un poliziotto né tantomeno un operaio del cantiere TAV furono sfiorati, nemmeno alla lontana.
L’accusa di terrorismo e il regime di alta sorveglianza trovano il loro appiglio nell’art. 270 sexies del codice penale, incartato nove anni fa dentro uno dei tanti «pacchetti sicurezza» propinati a un’opinione pubblica in cerca di facili rassicurazioni. Era il luglio 2005, c’erano stati da poco gli attentati alle metropolitane di Madrid e Londra.
Coincidenza: quello stesso anno il movimento No Tav conseguì la sua più importante vittoria sul campo, bloccando e scongiurando l’apertura del cantiere per il cunicolo geognostico previsto a Venaus. In apparenza non c’entra, e invece c’entra, perché nel 270 sexies si legge (corsivo nostro):
«Sono considerate con finalità di terrorismo le condotte che, per la loro natura o contesto, possono arrecare grave danno ad un Paese o ad un’organizzazione internazionale e sono compiute allo scopo di intimidire la popolazione o costringere i poteri pubblici o un’organizzazione internazionale a compiere o astenersi dal compiere un qualsiasi atto [...]»
Dato che il movimento No Tav vuole impedire il colossale sperpero del TAV Torino-Lione, ogni iniziativa in tal senso può essere ricondotta a «finalità di terrorismo».
Ecco perché nessuno è al riparo da questa accusa.
Per due PM e un GIP della procura di Torino, Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò hanno cercato di «danneggiare l’immagine dell’Italia».
Proprio così, ripetiamolo: «danneggiare l’immagine dell’Italia».
Quale Italia sarebbe stata danneggiata nella sua immagine dai No Tav che stanno per andare a processo?
L’Italia che i poteri costituiti vedono «diffamata» dai No Tav è forse quella della dignità, della solidarietà, della partecipazione democratica? O è piuttosto quella di un certo «sviluppo» che serve solo il malaffare, della simbiosi tra partiti e cosche criminali, degli appalti sospetti, del lavoro con molti ricatti e pochi diritti, dei veleni e del biocidio?
Quella che stiamo descrivendo è solo la punta più avanzata di una strategia che la Procura di Torino ha avviato da tempo. Attivisti accusati di stalking, ambientalisti accusati di procurato allarme, ragazzi accusati di sequestro di persona, sindaci condannati a pagare cifre astronomiche, mesi di galera per la rottura di un sigillo, processi tenuti in aule-bunker…
La pretesa di affrontare un problema politico e tecnico come quello della Torino-Lione attraverso la repressione giudiziaria e poliziesca sta avendo e avrà sempre più conseguenze devastanti. Devastanti non solo per il vivere civile, ma soprattutto per quattro ragazzi che rischiano di passare la loro gioventù in prigione, perché qualcuno ha deciso di schiacciare la resistenza valsusina sotto un tallone di ferro.
Se sottoporre i quattro ragazzi al regime di Alta Sicurezza 2 doveva spezzare loro e far vacillare il movimento no tav, possiamo dire con certezza che non è servito.
Non è servito l’isolamento imposto ben oltre il periodo delle indagini, contro quel che si legge nell’articolo 33 dell’ordinamento penitenziario e nell’art. 3 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo.
Non sono servite la drastica limitazione delle ore d’aria, la censura della posta, la riduzione delle visite (permesse solo ai famigliari in senso stretto, quindi non a compagni/e di vita e conviventi).
Non è servita nemmeno la criminalizzazione mediatica.
Da dietro le sbarre, Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò hanno spedito lettere mai rassegnate, spesso ironiche, provocatorie, briose. Hanno chiesto per sé più repressione, più isolamento e il divieto di mangiare, hanno chiamato a testimoniare per la difesa «mio cugino che mi vuole tanto bene»… Dulcis in fundo, hanno suggerito di aggiungere Dudù, il cagnolino di Berlusconi, alla surreale lista di «parti offese» stilata dai PM.
Lista che oggi include, senza il minimo intento umoristico, la Commissione Europea, il Consiglio dei Ministri, il III Reggimento Alpini di Pinerolo, i carabinieri di Sestriere, la P.S. di Imperia, la Guardia di Finanza di Torino…
Il 10 maggio si va in piazza.
A sostegno delle vere «parti offese».
Per la libertà di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò, e per la libertà di tutti.
Per l’aria, l’acqua, il suolo e la salute pubblica della Val di Susa, dell’Italia e del pianeta.
Contro l’oscena accusa di terrorismo.
A Torino, alle 14, in Piazza Adriano.
Noi ci saremo.
Marco Aime (antropologo e scrittore) - Paolo Cacciari (giornalista) - Pino Cacucci (scrittore) – Massimo Carlotto (scrittore) - Giulietto Chiesa (Giornalista) - Girolamo De Michele (scrittore) - Valerio Evangelisti (scrittore) - Sabina Guzzanti (attrice e regista) - Loredana Lipperini (giornalista, conduttrice di Fahrenheit) - Valerio Mastandrea (attore e regista) - Maso Notarianni (giornalista – Peace Reporter) - Alberto Prunetti (scrittore) - Serge Quadruppani (scrittore) – Edoardo Salzano (Urbanista) – Vauro Senesi (editorialista e vignettista) - Cecilia Strada (presidente Emergency) - Guido Viale (economista) - Wu Ming (collettivo di scrittori) – Zerocalcare (fumettista)
Per aderire all’appello scrivere indicando nome e cognome a: appello10maggio@gmail.com
⁂
Ecco il misurato commento del senatore Stefano Esposito.
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PERCORSI NELLA SOLIDARIETÀ ATTIVA:
Comitato Libero Dissenso
Molto materiale sul caso di Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò. Ci sono anche le loro lettere dall’isolamento.
Let the Poker Free. Un gioco di magia per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò
di Mariano Tomatis. Guardate il video, noi ci siamo commossi, e anche in valle si sono commossi.
Il terrorismo e gli universi paralleli. Per Chiara, Claudio, Mattia e Niccolò
Un fe-no-me-na-le fumetto di Zero Calcare.
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April 15, 2014
Well done. Due parole su L’#Armatadeisonnambuli

A.E. Fragonard, «Boissy D’Anglas saluta la testa del deputato Féraud, I° Pratile Anno III (20 maggio 1795)», olio su tela, 1831. «L’Armata dei Sonnambuli», pagg. 761 – 762. Clicca per ingrandire.
Nessun nostro libro era mai partito così: il magazzino svuotato già nei primi giorni, tutte le trentacinquemila copie della prima tiratura distribuite subito (e cinquemila vendute di colpo), una consistente ristampa in corso… L’Armata dei Sonnambuli ai primissimi posti delle classifiche di vendita, i social media brulicanti di commenti, omaggi, tributi, gallerie di immagini, spin-off, mascherate, cacce al tesoro, addirittura un laboratorio di magnetismo rivoluzionario… Grazie a tutte e tutti per l’affetto, la fiducia, la disponibilità a mobilitarvi.
Questo post l’avevamo già “in canna”, ne avevamo anticipato più volte il “succo”, ma non speravamo – perché la speranza è «una cosa infame inventata dai padroni» (Mario Monicelli) – di poterlo pubblicare dopo una risposta così incoraggiante.
L’Armata dei Sonnambuli conclude una fase della nostra storia di narratori e romanzieri. Il racconto della rivoluzione iniziato con il nostro romanzo d’esordio, Q, ancora firmato Luther Blissett, è proseguito attraverso gli altri romanzi collettivi: Asce di Guerra, 54, Manituana, Altai, saltando da un secolo all’altro della modernità, fino ai giorni nostri. Dalla rivoluzione dei contadini tedeschi del 1525 alla rivoluzione mancata della Resistenza e alle lotte di decolonizzazione; dalla Rivoluzione americana vista con gli occhi delle comunità meticce e delle Sei Nazioni Irochesi fino al ritorno agli scenari del XVI secolo, con il progetto utopico di Josef Nasi nell’isola di Cipro.

«Nello spirito di Marat, io ti colpisco!»
Scaramouche visto da Simone Vecchioni.
Mancava una tappa importante: la rivoluzione per antonomasia, l’Evento che fonda la contemporaneità politica. Abbiamo deciso di affrontare la Rivoluzione francese alla nostra maniera, scegliendo le angolazioni più strane e stranianti che potessero sollecitare la nostra immaginazione, ficcando i piedi nel piatto, provando a scaraventare i lettori in medias res senza remore e senza salvagente. Non abbiamo raccontato né l’exploit rivoluzionario né la coda lunga della Rivoluzione, bensì il suo momento centrale, letteralmente ciò che sta nel mezzo (in questo lasciandoci ispirare dal magistrale Victor Hugo di Novantatré). Ovviamente c’è un prima, che condiziona le vicende dei personaggi, e c’è un dopo, che li vede perdersi nei meandri delle cronache. Ma soprattutto c’è un durante, il biennio del Terrore e del Termidoro, il raggiungimento del picco e l’inizio della discesa, come un giro di boa della storia e delle vite che abbiamo voluto raccontare.
Mentre L’Armata dei Sonnambuli prendeva corpo sotto il ticchettare delle tastiere, ci siamo resi conto che non stavamo chiudendo soltanto un percorso narrativo, appunto, ma anche una fase dell’impresa collettiva che conduciamo da quasi vent’anni. Abbiamo riflettuto spesso, qui su Giap, su come il nostro mestiere debba cambiare e sia già cambiato, con il mutare delle circostanze intorno a noi e delle nostre stesse vite. Soprattutto, però, durante gli anni della stesura ci ha incalzati sempre più pressante la massima che uno dei nostri numi tutelari, indiscusso maestro di stile, Cary Grant, enunciò quando decise di concludere la propria carriera: «Meglio andarsene un attimo prima, lasciandoli con la voglia, piuttosto che un attimo dopo, avendoli annoiati».

«Mentre lottava per non far salire la paura dal perineo alla pancia, Léo ebbe un’intuizione. Automi. Esseri caricati a molla. Del resto, per imitare alla perfezione i movimenti di un uomo, basterebbe un buon orologiaio. La cute si fa con qualche pelle ben conciata. Gli occhi, con gemme o pezzi di vetro, a seconda di chi sei e che posto hai nel mondo. E quegli occhi somigliavano davvero a pezzi di vetro.»
Non vogliamo correre il rischio di annoiare nessuno, prima di tutto noi stessi. Abbiamo maturato la consapevolezza che, giunti a questo punto, per noi cambiare è una necessità e – ci piace pensare – anche una dimostrazione di vitalità. Prima che sia troppo tardi, prima di ripeterci, prima di rompere i maroni, prima di mandarci a quel paese tra noi com’è nella tradizione delle migliori rock band, decidiamo di voltare pagina e metterci a scrivere altro in un altro modo.
Di conseguenza L’Armata dei Sonnambuli è:
- la summa di tutto quello che abbiamo imparato sulla scrittura di romanzi storici in oltre tre lustri di attività – cioè quello che consideriamo il nostro romanzo migliore;
- un commiato dagli stilemi praticati fino ad ora e che in queste ottocento pagine abbiamo cercato di portare al limite estremo;
- un superamento di tutto questo e un’anticipazione di come ci muoveremo in futuro.
I lettori più avveduti lo stanno già cogliendo, rispetto ai precedenti romanzi storici qui c’è l’esperienza fatta negli altri filoni della nostra produzione: quello che include i saggi di “lettura creativa” e gli oggetti narrativi non-identificati (Timira, Point Lenana e tutto il lavoro sull’eroe, sull’epica, su J.R.R. Tolkien) e quello delle ibridazioni di musica e scrittura.

«Léo aveva temuto di affrontare una mala parata, di dover fuggire gambe in spalla inseguito dalla cagnaccia, e invece l’intero crocicchio rimbombava di applausi e grida che inneggiavano all’eroe. A volte basta la luce di un lampo per ritrovare la strada in una notte buia.»
Per quanto ci riguarda, quindi, L’Armata dei Sonnambuli è un’opera importante almeno quanto Q. La spingeremo avanti con il pugnale tra i denti, per mesi e mesi, come si trattasse di assaltare la Bastiglia o il palazzo delle Tegolerie. E speriamo di poterne discutere con tanti di voi nelle cento e passa presentazioni che ci aspettano da qui alla fine dell’anno.
Ecco, ora che abbiamo detto tutto non resta che ricambiare lo sguardo di Cary che ci osserva sornione dalla foto sulla parete. Quasi ci sembra di sentirlo dire: – Well done, old fellows.
E’ a voi tutt* che giriamo queste parole.
Bologna, aprile 2014
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ALCUNE RECENSIONI E INTERVISTE
Giuliano Santoro recensice
L’Armata dei Sonnambuli su Dinamo Press
Girolamo De Michele recensisce L’Armata dei Sonnambuli su Carmilla
Wu Ming 1 parla de L’Armata dei Sonnambuli a Radio1 Music Club
Wu Ming 4 parla de L’Armata dei Sonnambuli a «La colazione dei campioni», Radio Città del Capo
L’Armata dei Sonnambuli – Speciale sul sito Einaudi
Monte à la tribune, citoyen Saint-Just!
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E GIÀ CHE CI SIAMO: IL BOOKLET DI BIOSCOP, L’ALBUM DEL WU MING CONTINGENT
Cliccando qui potete navigare il booklet di Bioscop, con tutti i testi delle canzoni. In esclusiva su SentireAscoltare. Ricordiamo che il disco esce il 18 aprile.
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April 7, 2014
Révolution touR! Date Aprile – Luglio 2014 L’#ArmatadeiSonnambuli #Bioscop

Una delle copertine alternative realizzate da Andrea Alberti. Clicca per vederne un’altra coi colori della bandiera francese.
«Figurala come riesci: tutta una piazza, piena sgionfa fino a schioppare, che sgola La Marsigliese! C’è chi piange e chi è preso dalla ridarola, e infino i muti cantano, cioè muovono la bocca senza che si sente un cazzo, e anche i ciechi zullano in aria i cappelli, e sbrisga che dopo li ritrovano, roba da andarsene a crapa ignuda, ma chissene, questo è il giorno. Il giorno di noialtri.»
Proprio così. Il 19 germinale dell’anno CCXXII. Oggi. L’attesa è stata lunga, ma chissene, oggi esce il romanzo.
«E dopo?»
Dopo, e precisamente tra una settimana, parte il Révolution touR, che include sia le presentazioni del libro sia i concerti del Wu Ming Contingent: il 18 aprile esce per Woodworm Label il nostro album Bioscop, anteprima in streaming qui (solo per una settimana!); «Vi piace la paura? Io pReferisco il TeRRoRe / peRché l’uguaglianza teRRoRizza l’oppRRessoRe.» (CuRa RobespieRRe).
Ecco le date fino a luglio. Al momento, sono trentanove iniziative. Il tour durerà un anno e supererà le cento date. La prossima tranche, agosto – ottobre, la pubblicheremo dopo il solstizio d’estate. Ricordiamo che qui c’è un’immagine ad alta definizione utilizzabile come base per locandine, poster, volantini ecc.
- Ma non venite a sud!
- Tranquill*, veniamo eccome. Faremo almeno una ventina di presentazioni sotto la Linea Gustav, da agosto in avanti. Tacco, punta e isole.
E per chi non ha pazienza, ma anche per chi ce l’ha: in calce a questo post potete ascoltare due ante-presentazioni de L’Armata dei Sonnambuli, entrambe fatte da Wu Ming 2, una a Parigi (all’Ecole Normale Superieure, m’y qu’a catses!) e una a Roma.
In chiusura, proprio in fondo, alcune indicazioni per contattarci e una FAQ.
APRILE

Sa.L.E. Docks, Zattere, Venezia.
Mercoledì 16 aprile
VENEZIA
h. 20.30, Sa.L.E. docks
Magazzini del Sale
Dorsoduro, Zattere 265
«Nous l’aimons beaucoup, la Révolution!»
presentazione de L’Armata dei Sonnambuli
Letture e conversazione con Wu Ming 1.
Consulta la mappa.
⁂
Mercoledì 16 aprile
PISA – doppio appuntamento
h. 16:30, Aula Magna di Palazzo Matteucci
Dipartimento di Filologia Letteratura Linguistica
Piazza Torricelli 2
Convegno «L’appropriazione politica di una tradizione»
con
Alberto Mario Banti
docente di Storia Contemporanea dell’Università di Pisa
Marco Battaglia
docente di Filologia Germanica dell’Università di Pisa
Luca Crescenzi
docente di Letteratura tedesca dell’Università di Pisa
Wu Ming 4
Apri la locandina – Consulta la mappa.
§
h. 21 Circolo Arci «Pace e Lavoro»
Via Nino Pisano 10/12, Porta a Mare (Pisa)
Presentazione de L’Armata dei Sonnambuli – con Wu Ming 4
In collaborazione con la libreria «Tra le righe»
Diretta streaming su Radio Roarr.
info: arciportamare@gmail.com, 3293170387.
Apri la locandina – Consulta la mappa
⁂
Mercoledì 16 aprile
VIGNOLA (MO)
h. 21 Circolo Ribalta (Ex lavatoio)
via Zenzano
Wu Ming Contingent dal vivo in
ResiSTANZE – reading resistente
con brani in anteprima dall’album Bioscop
e copie de L’Armata dei Sonnambuli
In collaborazione con l’ANPI e la libreria «Castello di carta»
Ingresso: €5 – Info: 3475902480
Apri la locandina – Consulta la mappa.

La lettera R. Poster realizzato da Mariano Tomatis. Clicca per conoscere il resto della storia.
Giovedì 17 aprile
RAVENNA
h.17:30, Biblioteca classense (Sala Muratori)
via Baccarini 3
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
nell’ambito della rassegna «Classense scrittori lettori».
Dialogo con Emiliano Visconti
e possibile apparizione di Mariano Tomatis.
Info: Rapsodia – Emiliano Visconti
info@einaudiromagna.it
Consulta la mappa
⁂
Giovedì 24 aprile
MILANO – doppio appuntamento
h. 14:30, Atrio aula magna dell’Università Statale di Milano
via Festa del perdono 3
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
Consulta la mappa.
§
h.22:30, ZAM 3.0
Largo Don Gallo 1 – ex via Santacroce 19
Wu Ming Contingent dal vivo.
Consulta la mappa.
MAGGIO
Lunedì 5 maggio
GENOVA
h.21, Centro sociale occupato autogestito «Zapata»
Via San Pier d’Arena 36
Presentiamo L’armata dei Sonnambuli
Consulta la mappa.

VIVE LA TRANCE a Pontenuovo. Immagine di Andrea Alberti, tratta da Piazza Grande, giornale di strada di Bologna e Reggio Emilia, n.4, anno XXI, aprile 2014.
Martedì 6 maggio
TORINO - doppio appuntamento
h. 18 Circolo «Amici della Magia»
via Santa Chiara 23
LEZIONE DI MAGNETISMO RIVOLUZIONARIO
con Wu Ming, Mariano Tomatis e Ferdinando Buscema,
autori del recentissimo L’arte di stupire.
Evento a numero chiuso, max 80 partecipanti.
Per le prenotazioni rivolgersi a Mariano Tomatis
(via email o via Twitter)
Consulta la mappa.
§
h. 21 Circolo dei Lettori
via Bogino 9
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
insieme a Mariano Tomatis e allo storico Enrico Manera.
Consulta la mappa.
⁂
Venerdì 9 maggio
BOLOGNA - doppio appuntamento
h. 18, Libreria Modo Infoshop Interno 4
via Mascarella 24b
«Magia al popolo! L’arte di stupire e l‘Armata dei Sonnambuli»
con Wu Ming e Mariano Tomatis
Consulta la mappa.
§
h. 21, VAG 61,
via Paolo Fabbri 110
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
Info: info@modoinfoshop.com – 051 587 1012
Consulta la mappa.
⁂
Sabato 10 maggio
CORREGGIO (RE)
h.18, European Resistance Assembly
Incontro con Wu Ming
«Raccontare le resistenze. Da Q a L’Armata dei Sonnambuli,
vent’anni di lavoro sul romanzo storico»
Contatto: info@resistance-assembly.org
⁂
Domenica 11 maggio
MACERATA
h.21, Centro sociale SISMA
via Alfieri 8
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.
Apri la locandina - Consulta la mappa.
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Martedì 13 maggio
ASOLO (TV)
h. 20:45, Sala Consiliare
Presentiamo L’armata dei Sonnambuli
nell’ambito di Asololibri, XIIa edizione
con il contributo del Liceo Verdi di Valdobbiadene.
Consulta la mappa.
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Venerdì 16 maggio
PISOGNE (BS)
Wu Ming Contingent dal vivo in
ResiSTANZE - reading resistente
con brani in anteprima dall’album Bioscop
Dettagli a seguire.
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Sabato 17 maggio
CESENA
Festival «La bellezza delle parole»
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
+ reading/concerto con il nuovo combo
CVASI MING
Wu Ming 1 – voce
Vincenzo Vasi – basso e theremin
Francesco Cusa – batteria
Info: Rapsodia – Emiliano Visconti
info@einaudiromagna.it
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Il poster realizzato dal tipografo rivoluzionario Claudio Madella. Clicca per visitare la pagina «mappata».
Domenica 18 maggio
FIRENZE
h.18, Centro sociale nEXtEmerson
via di Bellagio 15
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
insieme allo scrittore Vanni Santoni.
Consulta la mappa.
⁂
Giovedì 22 maggio
TORINO
Blah Blah
via Po, 21
Dettagli a seguire.
⁂
Venerdì 23 maggio
MILANO
h. 19:30, Macao
viale Molise 68
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.
Info: Emanuel, 3293434799
Consulta la mappa.
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Giovedì 29 maggio
BELLUNO
Dettagli a seguire
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Venerdì 30 maggio
PADOVA
Libreria «Laformadelibro»
via XX settembre 63
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
insieme al filosofo e storico della psichiatria Mario Galzigna.
Info: Lucia, 3401562023
Consulta la mappa.
GIUGNO
mercoledì 4 giugno
FERRARA
h.18, Libreria Feltrinelli
via Garibaldi 30
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
insieme a Girolamo De Michele (qui la sua recensione)
e Mauro Presini.
Consulta la mappa.
⁂
venerdì 6 giugno
ROMA
Festival di Letteraria
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
insieme a Tommaso De Lorenzis e Loredana Lipperini.
Info: redazione@edizionialegre.it
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Sabato 7 giugno
SEREGNO (MB)
Festival Voci della storia
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli.
Dettagli a seguire.

Schio: la Fabbrica Alta del Lanificio Rossi, costruita nel 1862, svuotata dei macchinari nel 1966, oggi occasionalmente utilizzata a scopo espositivo. Lì davanti farà tappa il Révolution touR.
Domenica 8 giugno
SCHIO (VI)
R.E.A.L. Festival
Piazzale della Fabbrica alta
Altri dettagli a seguire.
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mercoledì 11 giugno
BOLOGNA
h.21, Biblioteca comunale «Casa di Khaoula»
via di Corticella 104
Consulta la mappa.
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Sabato 14 giugno
RONCHI DEI PARTIGIANI (GO)
Dettagli a seguire.
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Giovedì 19 giugno
BERGAMO
C.S.A. Pacì Paciana
via Grumello 61c Bergamo
in collaborazione con Spazio Terzo Mondo, Seriate.
Consulta la mappa.
⁂
Giovedì 19 giugno
PARMA
Organizza il circolo letterario
«Voglia di leggere Ines Martorano»
Dettagli a seguire.

Un consiglio: durante l’attesa, prendete un mazzo di carte da poker, tirate fuori le dieci carte di picche (♠) e cliccate l’immagine qui sopra. Chi perderà la testa? Occhio, ché il mondo si arbalta.
Venerdì 20 giugno
PISOGNE (BS)
h.21, Libreria “Punto a capo”
Via San Marco 1
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
insieme a Franco Berteni (Mr. Mills) e Maurizio Vito
Info: 3893426249
Consulta la mappa.
⁂
Venerdì 20 giugno
MASSENZATICO (RE)
h.21, Circolo Arci Cucine del Popolo
via Beethoven 78/e
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
nella più antica Casa del popolo italiana.
Consulta la mappa.
⁂
martedì 24 giugno
VIGNOLA (MO)
h. 21, Circolo Ribalta
via Zenzano
Contatto: Milena 3398829692
Consulta la mappa.
LUGLIO
Giovedì 3 luglio
ROMA – doppio appuntamento
h. 17:30 Casetta Rossa
Via Giovanni Battista Magnaghi, 14
Festa «L’altra estate a Garbatella»
Contatto: Carmen, carmen.iovine@gmail.com
Consulta la mappa.
§
h. 21 CSOA Strike
via Partini 21, Casalbertone
Presentiamo L’Armata dei Sonnambuli
con Giuliano Santoro – Qui la sua recensione!
Consulta la mappa.
⁂
Venerdì 11 luglio
TORINO
Museo diffuso della Resistenza
Contatto: Tiziano Colombi, colombi.tribu@gmail.com
Consulta la mappa.
⁂
Sabato 12 luglio
BUSSOLENO (TO)
Dettagli a seguire.
⁂
Domenica 13 luglio
TORRE PELLICE (TO)
h. 17:30, rassegna «Una Torre di libri»
a cura della Libreria Claudiana
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Lunedì 14 luglio
PADOVA
Festa di Radio Sherwood
Dettagli a seguire.
Per aggiornamenti e info sul calendario del Wu Ming Contingent, potete anche consultare il sito di Locusta.
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DALL’AUDIOTECA
Per scaricare un file, clicca sulla freccia che punta a meridione.
Nel ventre della Bestia-Parigi, anteprima de L’Armata dei Sonnambuli
Nel ventre della Bestia-Parigi, anteprima de L’Armata dei Sonnambuli
Ecole Normale Superieure, Parigi, 24 marzo 2014. Alla Settimana della cultura italiana, WM2 racconta il lavoro narrativo e di ricerca che ha portato alla stesura de L’Armata dei Sonnambuli. L’intro di Nicola Brarda è in francese e dura una decina di minuti, il resto è in italiano.
Sonnambulismo & barbarie. Rivoluzione, memoria, scrittura
Sonnambulismo & barbarie. Rivoluzione, memoria, scrittura
British School, Roma, 28 marzo 2014. Wu Ming 2 discute (in italiano) con Fabio Camilletti e Kate Willman (University of Warwick) di rivoluzione, libero pensiero, occultismo e… Italia, a partire dal lavoro di ricerca e narrazione che ha portato alla stesura de L’Armata dei Sonnambuli.
Zó bòt!!! Scaramouche contro i muschiatini
Zó bòt!!! Scaramouche contro i muschiatini
Wu Ming 1 legge due brani de L’Armata dei Sonnambuli alla «Notte degli scrittori», Teatro della Pergola di Firenze, 10 marzo 2014.

In questi giorni ci sembra di essere i Flying Karamazov Brothers!
INDICAZIONI PER CONTATTARCI
Stiamo lavorando da giocolieri su un calendario molto esteso e complicato da comporre, e abbiamo già parecchie richieste per la prima metà dell’autunno.
Per chi ci ha già contattati: voi sapete chi siete, portate pazienza ché non è per niente semplice!
Chi invece non ci ha ancora scritto, per favore, tenga conto che si va a novembre-dicembre o ai primi mesi del 2015. Visto che è difficile fissare date con un simile anticipo, per favore scriveteci dopo l’estate.
N.B. Quest’ultima indicazione non riguarda il Wu Ming Contingent né eventuali proposte non rientranti nel Révolution touR, es. per i reading musicali Razza partigiana, Surgelati ed Emilio Comici Blues.
Per semplificarci nella compilazione del calendario, tenete conto che:
- il Révolution touR del Wu Ming Contingent è gestito da Locusta;
- Surgelati è gestito da Molotov Booking;
- Razza Partigiana da Alessandro Ceccarelli di BPM Concerti;
- per Emilio Comici Blues scrivere a funambolique AT yahoo.it
UNA «FREQUENTLY ASKED QUESTION»
Io pronuncio la evve così, non è che Scavamouche ce l’ha puve con me?
Tranquill*, a Scaramouche va bene qualunque R: moscia, blesa, doppia, cinese, dell’Emilia occidentale… Nel libro soquanti personaggi si rifiutano di pronunciare la R per motivi ideologici e non la sostituiscono con nulla, pa’ola mia! Scaramouche ce l’ha con loro, e per motivi che vanno ben oltre la questione glottologica.
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April 4, 2014
Scaramouche per le strade di #Bologna e #Reggio. L’#ArmatadeiSonnambuli in #PiazzaGrande
Chi vive a Bologna o a Reggio Emilia scenda per strada e cerchi un venditore di Piazza Grande, mensile di strada fondato da senza fissa dimora nell’ormai lontano 1993. Domani è sabato e i bolognesi troveranno sicuramente Attilio al Mercato della Terra in Piazzetta Pasolini (di fronte al cinema Lumière, entrata da via Azzo Gardino 65), ma molti altri venditori saranno incrociabili nelle piazze e sotto i portici.
Perché vi esortiamo a comprare Piazza Grande?

Tuona il cannone.
A parte i motivi per cui andrebbe comprato ogni mese, intendiamo.
Perché il nuovo numero del giornale, dedicato al teatro di strada, contiene una speciale anticipazione de L’Armata dei Sonnambuli. Tre paginoni con le nostre parole e le immagini del leggendario compagno Andrea Alberti, autore della copertina del nuovo romanzo, di quelle di Manituana e Anatra all’arancia meccanica, del sito manituana.com… nonché, vent’anni fa, del volto di Luther Blissett.
Nel romanzo c’è molta vita di strada, per questo abbiamo deciso di contattare i giornali di strada. Il prossimo speciale, infatti, apparirà su Terre di Mezzo.
Grazie, intanto, a Leonardo Tancredi per aver creduto all’esperimento.
Già che ci siamo, segnaliamo che non solo Claudio Madella ha realizzato un poster de L’Armata dei Sonnambuli, ma ha realizzato un sito dedicato al poster!
Ci si risente martedì 8 aprile / nonidì 19 germinale, quando finalmente avrete il libro tra le mani e, qui su Giap, il calendario del Révolution touR.
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March 31, 2014
Zó bòt!!! WM1 legge da L’#ArmatadeiSonnambuli

Il set di otto cartoline ispirate a L’Armata dei Sonnambuli realizzate da Mariano Tomatis. Clicca per vederle ingrandite, accompagnate dai brani del romanzo che figurano sul retro. Le cartoline saranno sui banchetti alle presentazioni del «Révolution touR», ma potrà acquistarle solo chi giurerà di spedirle davvero.
L’8 aprile è ormai prossimo e, come suol dirsi, «fervono» i preparativi. Il «Révolution touR» comincerà il 16 aprile con due presentazioni in simultanea, una a Venezia, l’altra a Pisa. Il calendario è quasi pronto e lo pubblicheremo tra pochi giorni. Nei cesti delle catapulte sono pronte diverse sorprese, anticipazioni sonore e visive, materiali destinati ad accompagnare il lungo viaggio.
Ecco un montaggio di due brani de L’Armata dei Sonnambuli letto da Wu Ming 1 alla «Notte degli scrittori», 10 marzo 2014, Teatro della Pergola di Firenze. La «Notte degli scrittori» è un progetto del Teatro dell’Archivolto di Genova in collaborazione con Giulio Einaudi Editore, a cura di Giorgio Gallione. Come al solito, l’audio può essere ascoltato in streaming oppure scaricato (cliccando sulla freccia che punta a sud).
Zó bòt!!! Scaramouche contro i muschiatini
Zó bòt!!! Scaramouche contro i muschiatini – 14’32″
In testa al post vedete le cartoline realizzate da Mariano Tomatis, détournements dell’estetica di film, fumetti e serie TV ispirati da brani del romanzo. Sul suo blog, Tomatis racconta il progetto e ci regala due “outtakes”.
Qui sotto, invece, un momento della produzione del poster realizzato da Claudio Madella, che ne aveva già creato uno nel 2009, per il decennale di Q.
Claudio Madella di @novepunti è al lavoro sul poster dell’#ArmatadeiSonnambuli. Per evitare furti, consegna a mano! pic.twitter.com/5dJs7fHYwr— ZUCCHERO E LIBERTÀ! (@Wu_Ming_Foundt) March 30, 2014
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Ricordiamo che il 18 aprile uscirà Bioscop, l’atteso album d’esordio del Wu Ming Contingent. I collegamenti tra libro e disco salteranno all’orecchio, a partire da questa canzone:
Ah, quasi dimenticavamo! Ecco l’incipit del romanzo:
8 aprile. Nonidì 19 germinale dell’anno CCXXII. «Vive la trance!»
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March 29, 2014
#WuMingLab nomade: 2 appuntamenti in Centro Italia
Consapevoli che la mente collettiva dei giapsters è focalizzata sul #19Germinale e sull’uscita dell’#ArmataDeiSonnambuli, onde non diventare monotematici, interrompiamo la trance mesmerica con le info su due Wu Ming Lab che si terranno a Viterbo e Cupramontana (AN).
Il primo è già in overbooking, ma si sa che c’è sempre chi rinuncia, o recede all’ultimo, quindi non è detto che non si riesca a trovare posto. Si tratta di un “workshop itinerante” sulla narrazione del paesaggio, che dopo una prima giornata introduttiva presso il circolo ARCI “Biancovolta” di Viterbo, partirà a piedi lungo il tracciato della via Francigena (variante cimina), tra San Martino, Ronciglione e Caprarola.
Come ha scritto Wu Ming 2 nella presentazione del progetto: “Il paesaggio è una scrittura a quattro mani tra l’uomo e l’ambiente, della quale stiamo dimenticando la sintassi, il lessico e persino l’alfabeto. Per questo non siamo in grado di leggere il territorio che ci circonda e lo riempiamo di sgorbi e pagine strappate, quando invece dovremmo imparare a tradurlo in un racconto comprensibile per tutti. Questo laboratorio si propone come momento di riflessione pratica e teorica sul rapporto tra narrazione e paesaggio, utilizzando il cammino, l’attraversamento a piedi come strumento comune d’indagine per diversi mezzi espressivi (scrittura, cinema, disegno, fotografia…)”
Il laboratorio è pensato come incontro, confronto e integrazione tra differenti letture del paesaggio, ed è quindi aperto ad architetti, fotografi, videomaker, disegnatori, urbanisti, camminatori, storici…
Si terrà dal 17 al 19 aprile ed è necessario prenotarsi entro il 6/04.
Per info e contatti:
ufficiostampaarciviterbo[at]gmail.com
arciviterbo.blogspot.it
***
Il secondo laboratorio è una versione residenziale del Cantarchivio, e si svolgerà presso l’azienda agricola “La Distesa” di Cupramontana (AN), nei giorni 14 e 15 giugno. WM2 guiderà i partecipanti nella trasformazione di un “oggetto d’archivio” da lui selezionato in un “oggetto narrativo” (più o meno identificato).
“Ogni giorno, spesso più volte al giorno, tutti noi abbiamo a che fare con archivi. Una piccola minoranza di professionisti lo fa per mestiere, dentro una qualche istituzione pubblica o privata, mentre molti altri, più semplicemente, si industriano a gestire le cartelle del computer (scambi di mail, foto di vacanze, video di figli, musica), a conservare i documenti importanti (bollette, contratti, multe, scontrini), a tenere sotto controllo cantine e solai, a custodire preziose reliquie (i super8 del nonno, le cartoline del babbo, le lettere dello zio bersagliere), a spolverare l’album di famiglia o a inciampare per caso, nel corso di una ricerca on-line, in vecchi articoli di giornale, manifesti, immagini di epoche lontane, mappe, certificati anagrafici, filmati del passato.
Che tu sia una professionista, un appassionato oppure solo una vittima di questi archivi, di sicuro ti sarà successo di restare affascinato dalle storie, anche in piccoli frammenti, che essi possono contenere. E avrai provato il desiderio di raccontarle, per il semplice gusto di farlo, per condividerle con altri, per capirle meglio, per dire la tua, per non dimenticarle. Ti sarai accorto, allora, che il passaggio da un oggetto d’archivio a un oggetto narrativo non è per nulla scontato. La storia sembra essere lì, pronta per essere raccolta, ma quando ti chini per farlo, ti assalgono molte domande: Sarà completa? Le mancherà qualcosa? Interesserà davvero anche gli altri? O è solo una mia mania? In fondo cosa c’è di così affascinante in questa vecchia roba? E quali conseguenze avrà raccontarla? Devo coinvolgere altre persone? Devo farmi degli scrupoli? E via dubitando…
Il laboratorio Fantarchivio è pensato per rispondere a queste e a molte altre domande. Per capire quali sono le trasformazioni narrative, la termodinamica della fantasia, che ci permette di creare oggetti narrativi a partire da documenti, fonti, oggetti reali, reperti. Per indagare la differenza tra una semplice trascrizione della realtà e del passato e una sua trasposizione creativa. Per chi di mestiere ha a che fare con gli archivi (archivisti, storici, documentaristi, giornalisti) e per chi, come tutti, ne conosce ogni giorno il fascino e le insidie.”
Ulteriori info, oltre ai contatti degli organizzatori, li trovate qui
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March 24, 2014
L’#ArmatadeiSonnambuli e il #RévolutiontouR. Ascolta, il mondo si arbalta!

Possibile locandina per le presentazioni de L’Armata dei Sonnambuli. Basta aggiungere i dettagli dell’evento, dove e come si preferisce. In alternativa, si può usare come traccia, modificandola a seconda delle esigenze. Clicca sull’immagine e scarica il pdf in alta definizione. Il «Révolution touR» partirà il 16 aprile, includerà anche i concerti del Wu Ming Contingent e durerà un anno. Saranno più di cento incontri, gireremo il nord, il centro, il sud e le isole, ogni tanto spingendoci oltreconfine. L’8 aprile, giorno d’uscita del romanzo, pubblicheremo il calendario delle date primaverili ed estive.
Il 9 giugno 2013, al festival «Anteprime» di Pietrasanta (Lucca), Wu Ming 2 e Wu Ming 4 – pungolati da Paolo Repetti di Einaudi Stile Libero – raccontarono il lavoro su L’Armata dei Sonnambuli e anticiparono alcuni temi del romanzo.
La meta era ancora lontana: soltanto dopo otto lunghi mesi avremmo dichiarato concluso il lavoro di stesura, revisione e rifinitura del testo. E meno male che Valentina [Pattavina] c’è!
Questa è la testimonianza audio dell’evento. Dura 53 minuti. Puoi ascoltare in streaming o scaricare il file, cliccando sulla freccia che punta a sud.
Wu Ming 2 e Wu Ming 4 antepresentano L’Armata dei Sonnambuli ad Anteprime 2013
WM2 e WM4 antepresentano L’Armata dei Sonnambuli ad Anteprime 2013
Ricordiamo che L’Armata dei Sonnambuli arriverà in libreria l’8 aprile (19 Germinale dell’anno CCXXII).

L’Ammazzaincredibili a Palazzo Egualità.
Una dritta: se prenotate già la vostra copia in libreria (meglio se indipendente), ci aiutate a partire col piede giusto.
E non sarà comunque una passeggiata.
Chi sta in un territorio senza librerie – condizione che purtroppo vivono in molti – può ordinare il libro qui oppure qui.
Un consiglio: durante l’attesa, prendete un mazzo di carte da poker, tirate fuori le dieci carte di picche (♠) e cliccate l’immagine qui sotto. Chi perderà la testa? Occhio…

…ché il mondo si arbalta.
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March 22, 2014
Sentiero Luminoso | Secondo aggiornamento. #luminosoBoMi
Visualizza mappa schermo intero
Dopo una lunga pausa, dovuta al prolungarsi dei lavori su L’Armata dei Sonnambuli, torna il Sentiero Luminoso Bologna – Milano, ormai a poco più di un mese dalla partenza di Wu Ming 2 per la Capitale Morale.
Torna con un tumblelog creato e curato dal giapster Matteo Toller, on line già dall’estate scorsa, pronto a uscire dalla fase beta.
Torna con un hashtag per cinguettarne sul tuider: #luminosoBoMi.
Torna con tre ipotesi di percorso e una quindicina di mappe elaborate con mapBBcode su base Openstreetmap.
Torna a chiedere consigli, suggerimenti, brandelli di percorso, tracce.
Torna qui, dove in realtà è già vivo da mesi, in incubatrice.
Buon sentiero.
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March 20, 2014
Peter Kolosimo, 30 anni «across the universe» (1984 – 2014)

Peter Kolosimo (al secolo Pier Domenico Colosimo) nel 1977. Clicca per ingrandire.
Speciale a cura di Wu Ming e Mariano Tomatis
Cos’è la tua più grande paura?
Il fascismo.
E cosa fai, concretamente, per eliminarlo?
Poco, troppo poco.
(Kolosimo intervistato da Playboy, novembre 1974)
Chi ha dai quarant’anni in su ricorda senz’altro Peter Kolosimo, «fantarcheologo», ufologo, sessuologo (!), esploratore del meraviglioso e divulgatore scientifico che negli anni ’60 e ’70, coi suoi libri visionari, fece sognare le moltitudini. Morì il 23 marzo 1984, a sessantadue anni, ma a noi piace pensare che abbia solo lasciato il pianeta, e sia tuttora in viaggio per l’universo.
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Ecco una cosa che molti hanno dimenticato: Peter Kolosimo era un comunista di quelli duri. E chissà che l’anno scelto per abbandonare la Terra – il simbolico, fatidico 1984, quello di Orwell e della Thatcher che reprimeva lo sciopero dei minatori – non sia già una dichiarazione, un messaggio da decifrare: il movimento operaio ha perso, riprende il dominio incontrastato dei padroni, si impone il totalitarismo del mercato e io vado, vado in avanscoperta, vado in cerca di altri mondi.
Lo diciamo da anni: Kolosimo è una figura da riscoprire, su cui interrogarsi, che può ancora dire e dare molto. Lo abbiamo scritto, lo abbiamo addirittura cantato.

Peter Kolosimo sul palco con il Wu Ming Contingent, centro sociale Strike, Roma, 13 febbraio 2014. Foto: D. De Gregorio.
Italia Mistero Kosmiko – 3’59″
Wu Ming Contingent – Italia Mistero Kosmiko (Peter Kolosimo)
Live in Correggio, 22/09/2013 – 3’59″
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Kolosimo fa parte di un mondo tipicamente Seventies, vivente nell’intersezione tra marxismo e scienze “altre”, tra UFO e rivoluzione.
Pur nelle diversità d’approccio, il suo percorso è parallelo a quello del leggendario trotskista italo-argentino Juan Posadas (1912 – 1981). Kolosimo indagava il passato, le origini extraterrestri delle civiltà umane; Posadas vaticinava l’avvenire, gli UFO ci parlavano di una società futura comunista. Entrambi dicevano, ciascuno a suo modo: gli alieni vivono in noi, siamo noi quegli «spaziali» di cui tutti parlano.
Terra senza tempo, Non è terrestre, Astronavi sulla preistoria, Odissea stellare, Italia mistero cosmico… Titoli che non smettono di accendere fantasie. E quegli elenchi in copertina, a metà tra sottotitolo e “catenaccio” di giornale? «Ulisse vagabondo del tempo. Gli dei e lo spazio. Ciclopi in America? Mitologia d’altri mondi. Atomiche e robot nell’epopea omerica». Oppure: «Veicoli spaziali graffiti nella roccia. Marziani in Vietnam, elefanti in America. Razze sconosciute nelle giungle amazzoniche. Atomiche e laser prima del diluvio. Gilgamesh vive ancora?». Per non dire di “strilli” come: «La prima completa documentazione fotografica di archeologia spaziale – 300 illustrazioni». Copertine geniali, che ti spingevano a prendere subito posizione: rigetto veemente o febbrile voglia di acquisto, non c’era via di mezzo.
Quei libri, editi da SugarCo, erano grande narrativa popolare travestita da saggistica, li vedevi in tutte le case, vendevano centinaia di migliaia di copie. Peter Kolosimo è uno degli autori italiani più tradotti nel mondo, pubblicato in 60 paesi.
Attenzione, però, a non confonderlo coi vari Voyager e Kazzenger odierni, coi pataccari che ce la smenazzano a colpi di piramidi magiche e Priorati di Sion, con le vagonate di ricostruzioni paranoidi e complottiste disponibili in rete. Kolosimo odiava Dan Brown ante litteram (anzi, ante nominem). E odiava anche Giacobbo. Preventivamente, senza averne mai sentito parlare. Lo avrebbe mandato in Siberia, lui e il suo chupacabra. Kolosimo era un marxista-leninista visionario, un comunista duro e impuro. Credeva nella rivoluzione, e pensava che le scoperte sulle origini extraterrestri delle civiltà umane avrebbero contribuito alla nostra consapevolezza. Voleva collegare passato remoto e futuro utopico, e così liberare il mondo. Il suo interesse per i dischi volanti – solo uno dei tanti argomenti di cui si occupò – era nutrito da questa passione politica. Senza di essa, cosa sarebbe rimasto? Una messe di poveri, sconnessi aneddoti raccolti da cialtroni e dementi. Persone che già all’epoca Kolosimo teneva a distanza:
«Quando avvistano dei dischi volanti, alla radio qualche volta mi hanno chiamato, mi son trovato ad aver a che fare con dei pazzoidi, che credono in queste cose ciecamente, vedono i venusiani belli biondi e alti, vedono i marziani preoccupati delle esplosioni atomiche e vedono i saturniani che si avventano sulla terra per conquistarla, insomma tutte queste panzane, mi sono trovato un paio di volte ad aver a che fare con questi tipi, completamente pazzi, come quel siciliano che sulle pendici dell’Etna aveva una villa e raccoglieva attorno a sé i suoi fedeli…» (1974, cit.)
In Odissea stellare (1978), Kolosimo riporta le credenze di alcuni occultisti, secondo i quali il regime di Hitler cadde perché aveva attirato su di sé la sventura, orientando la svastica a destra anziché a sinistra come nelle antiche tradizioni orientali. Il commento è una staffilata: «Noi siamo assai lontani da tali concetti ed attribuiamo a ben altre ragioni la caduta dell’impero dei criminali tedeschi.» Poteva ben dirlo, lui che il nazifascismo lo aveva combattuto mitra alla mano.
Nulla dell’approccio politico che correva “sottopelle” nei suoi libri, nulla di quella radicalità sopravvive nei suoi epigoni odierni, quelli che vedi intervistati su Focus TV: von Däniken, Hancock… Ogni spigolo è stato smussato, l’eresia si è fatta telegenica, ma si sa che the revolution will not be televised.
«L’educazione politica me la son fatta in gran parte in Jugoslavia, quando la Jugoslavia era ancora comunista, ho fatto scuola di partito per due anni [...] Sono simpatizzante di Lotta continua, perché penso che anche la sinistra debba avere le sue punte avanzate, voto ovviamente PCI, ma non sono militante perché non me la sento né di partecipare alla vita politica del PCI, almeno com’è adesso, non me la sento assolutamente, e purtroppo d’altra parte non ho neanche il tempo di seguire la vita politica di Lotta continua perché esige lavoro. Io ho fatto un po’ di lavoro politico a Torino, con Soccorso rosso, ero nella commissione delle case, e nell’ambulatorio, però per finire in niente, perché per queste cose bisogna avere molto tempo.» (1974, cit.)
Kolosimo era poliglotta e cittadino del mondo. Madre statunitense, padre italiano e ufficiale di carriera nei Carabinieri, entrambi detestati:
«Mia madre [era] come un generale delle SS [...] Un iceberg [...] Io non ho mai avuto un padre. No, non l’ho mai avuto. L’ho conosciuto così, dicevano che era mio padre» (Ivi).
Cresciuto a Bolzano, si laurea a Lipsia in filologia moderna (ma più tardi approfondirà gli studi di psicologia e sessuologia e praticherà l’ipnosi medica). Con lo scoppio della seconda guerra mondiale, lo ritroviamo carrista nella Wermacht, ma diserta e si unisce alla resistenza in Boemia. E’ «uno dei primi partigiani che, fra Pilsen e Pisek, incontrò l’Armata Rossa» (dalla scheda biografica di Civiltà del silenzio).

Una lettera di Kolosimo a «L’Unità», 21 settembre 1975. Perché non andrà a presentare i suoi libri nella Spagna franchista. «Mi è impossibile accettare l’invito. Sono comunista e non posso parlare in un Paese il cui governo imprigiona e condanna a morte i miei compagni con tutti coloro che lottano per i diritti dell’uomo.»
In quella temperie diventa comunista e, com’è normale, dopo la guerra il suo sguardo si sposta verso est. E’ l’unico giornalista italiano presente alla cerimonia di proclamazione della DDR. Per un po’ dirige Radio Capodistria, ma dopo la rottura con l’URSS è licenziato perché «cominformista», ovvero filosovietico. E’ corrispondente estero per L’Unità, annuncia il lancio del primo Sputnik «un mese prima di quella memorabile impresa» e dà per primo la notizia del volo spaziale di Valentina Tereskova. I suoi articoli escono senza firma, precauzione da fase glaciale della guerra fredda. Intanto scrive romanzi di fantascienza con lo pseudonimo di Omega Jim, finché, negli anni ’60, non passa armi e bagagli alla divulgazione scientifica, con quella torsione fantastica che lo renderà celebre.
I libri di Kolosimo sono pieni di pezze d’appoggio di scienziati russi, bulgari, tedesco-orientali: «Il professor Alexei Kasanzev» [probabilmente si tratta dello scrittore e ufologo Alexander Kasantsev], «Kardasev scrive…», «Il biologo sovietico A. Oparin», «Il sovietico Nikolai Brunov scrisse già nel 1937», «Viaceslav Saitsev, il noto filologo dell’Accademia delle Scienze bielorussa» e via così. Oggi possono suonare grottesche, muovere al riso o a ipotesi estreme: Kolosimo agente del blocco orientale, incaricato di diffondere in occidente strane teorie, per loschi fini di guerra psicologica? Mah. Forse la questione è più semplice: leggeva quelle lingue, aveva accesso a quel materiale, e ai suoi lettori la cosa piaceva. Durante la guerra fredda, vista da qui, la scienza sovietica aveva un che di bizzarro, una vibrazione di esotica eterodossia, anche agli occhi di chi si batteva per l’altro modello, quello capitalista-americano. La curiosità per l’est fu un fenomeno trasversale, come lo sono oggi l’ostalgia e il modernariato del socialismo che fu.
A noi piace reputare Kolosimo un guerriero, uno che ha combattuto perché l’immaginario non si restringesse e, al contempo, la fantasia (anche quella più sbrigliata) tenesse le radici nella realtà, nel conflitto che senza pause muove la società. In fondo, nonostante il suo stalinismo, Kolosimo non era tanto distante da Radio Alice e dai giovani “mao-dadaisti” del ’77.
Kolosimo colmò un buco, una lacuna, una gigantesca nicchia di immaginario e mercato editoriale. In quell’epoca, gli intellettuali avevano decretato la “morte del romanzo”. Non per questo si era estinto il bisogno di romanzesco: in edicola, Urania, Segretissimo e Il Giallo Mondadori vendevano un numero di copie oggi impensabile. Tuttavia, erano pubblicazioni settoriali, rivolte a target di lettori specifici. C’era bisogno di un’operazione azzardata, che scavalcasse i recinti e andasse incontro ai bisogni di più lettori.
Kolosimo intercettò la voglia di viaggio e di mistero che pervadeva tutto l’occidente (gli UFO, il triangolo delle Bermude, Uri Geller che piegava i cucchiaini con la forza del pensiero) e la “dirottò” in una direzione inattesa. Camuffando da saggi divulgativi le sue narrazioni fantascientifiche, il vecchio Omega Jim creò un grande fenomeno di costume.
Particolare non secondario, scriveva in modo magnifico:
«Io sono essenzialmente un tecnico, posso dire di aver rivestito di filologia la mia tecnica, e così i grossi argomenti riesco a prospettarli in modo accessibile al pubblico. E se non facciamo della divulgazione, per chi scriviamo i libri? Scriviamo i libri per Peter Kolosimo? Eh, no, un momento, troppo poco. Io i libri li scrivo per il mio pubblico, non voglio scrivere per me stesso.» (1974, cit.)
Nel 1969, Non è terrestre vinse il Premio Bancarella. Nel giro di pochi anni, lo avrebbero vinto Andreotti (1985), Sgarbi (1990), Zecchi (1996), Pansa (1997) e persino Bruno Vespa (2004). Compagno Kolosimo, ci manchi tanto. Torna dal pianeta su cui ti trovi ora, e scatena contro l’Italia un uragano di raggi cosmici.
⁂
RICORDANDO PETER KOLOSIMO
di Mariano Tomatis
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Il luogo migliore per incontrare Kolosimo a Torino è un vasto seminterrato in periferia. Un locale nascosto agli occhi dei passanti. Puoi abitarci sopra per vent’anni e non accorgerti di nulla. Superato un portone anonimo, ti trovi di fronte a una serie interminabile di scaffali. Qui, uno accanto all’altro, migliaia di dossier raccolgono segnalazioni di dischi volanti, luci insolite, entità misteriose e fenomeni paranormali. È la sede del Centro Italiano Studi Ufologici (CISU).
Su una scrivania, un ritaglio di giornale del 1978. Il titolo è curioso: «Un “umanoide” a spasso nelle strade di Collegno.» Paolo previene la mia domanda. «Il caso della mummia. Ha chiamato da poco un ragazzo. Sta facendo una tesi sulla psicologia della testimonianza e gli serve come documentazione.» Scorro velocemente l’articolo: una ragazza perde i sensi per lo choc, e per affrontare il mostro si scomoda l’arma dei Carabinieri. Paolo mi mostra i disegni dell’epoca: «Mi recai sul posto e stilai un rapporto dettagliato. Eccolo.» Ci sono identikit, foto del luogo. Perfino il dispaccio dattiloscritto dell’Ansa.
Ma io sono qui per Kolosimo. È Edoardo ad accompagnarmi agli scaffali giusti. Il tavolo per la lettura si riempie di materiale, mentre lui mi racconta dello scrittore modenese. «Sono almeno sei le edizioni del suo primo libro, Il pianeta sconosciuto. E vuoi sapere una cosa curiosa? Ognuna è diversa dalla precedente.» Ex-presidente e memoria storica del Centro, Edoardo ricorda bene la stagione torinese di Kolosimo, i suoi rapporti con il vecchio Centro Studi Clipeologici e i saltuari scazzi con i colleghi. «Per chi ha frequentato la combriccola di ufologi dell’epoca, il confronto filologico tra le edizioni porta alla luce dinamiche affascinanti: tic personali, scontri tra caratteri, piccoli screzi.» Scorci intimistici tra omini verdi e piramidi maya.
Inutilmente si cercherebbero reperti alieni o pezzi di astronavi negli archivi del CISU: presso il centro sono ben consapevoli – con Allan Hendry – che «si analizzano soltanto i rapporti UFO e non gli UFO.» Solo un modo diverso di esprimere quello che Muriel Rukeyser affidava alla poesia: «Il mondo è fatto di storie, non di atomi.» Ecco perché, tra queste pareti, la filologia è più importante dell’analisi chimica, la psicologia più preziosa della fisica quantistica. Ed ecco perché, quando varco la soglia di questo seminterrato, mi coglie un senso di vertigine: non basterebbe una vita per raccontare tutte le storie che traboccano da dossier, schedari, questionari, fotografie, filmati e ritagli di giornale qui raccolti. Ognuna è il resoconto di un incontro con l’ignoto, e testimonia esperienze che hanno provocato curiosità, sgomento, stupore o incredulità.
Questo era il regno di Peter Kolosimo, questo il serbatoio di meraviglia a cui attingeva per scrivere, questo il lascito più prezioso di una carriera letteraria dall’enorme successo popolare. Secondo Piero Bianucci, lo scrittore aveva colto una «inafferrabile sintonia con lo spirito del tempo: quegli anni 60-70 che videro lo sbarco sulla Luna, la ribellione studentesca, la caduta dell’Accademia.» Nell’agitato contesto di quel periodo, Kolosimo diede vita a «un genere così nuovo che non si trovava una categoria dove collocarlo. Non era saggistica scientifica, non era fantascienza, non era narrativa, non era inchiesta giornalistica, non era pura e semplice divulgazione. Ma di tutti questi generi c’era qualcosa.» Più letterato che astronomo (si era laureato in filologia), lo scrittore modenese era un maestro nel confondere i piani, sovvertire gli schemi e giocare con le percezioni del lettore.
Sfoglio le pagine di Non è terrestre (1968). Il libro si apre come una fiaba: «C’era una volta…» Il seguito, però, ha il tono del saggio archeologico. Riferisce di un tumulo indiano ritrovato nelle campagne dell’Illinois. E di uno scheletro del 1565, sepolto insieme a un pugno di monete del 1965. L’anacronismo disorienta, ma Kolosimo getta acqua sul fuoco, attribuendolo a uno scherzo: «Autori di questa e d’altre burle erano bimbi di un’evolutissima razza extraterrestre […] impadronitisi d’un apparecchio capace di viaggiare attraverso lo spazio e il tempo.» Qualche pagina dopo, l’autore mi strizza l’occhio: «Questa, naturalmente, è narrativa utopica.» Il ritrovamento? Finzione fantascientifica. Kolosimo sta citando un racconto pubblicato su Urania.
Chi lo legge con attenzione, impara a non prenderlo alla lettera. Tra le righe, è lui il primo a suggerire un approccio obliquo ai suoi scritti. Dal dossier giallo che Edoardo mi ha affidato emergono ritagli preziosi. A una giornalista di Panorama Kolosimo confessa: «Se un pizzico di fantastico serve come esca, io non ho scrupoli a usarlo». Quando la psicologa di Playboy gli chiede se l’archeologia sia per lui una fuga dal presente, l’autore nega recisamente; egli parla del qui e ora, i dischi volanti sono solo un espediente narrativo: «Ci sono delle cose sulla terra che non si possono spiegare se non tirando in ballo gli spaziali, gli extraterrestri.»
Colgo l’invito a leggerlo in quest’ottica, sparpagliando di fronte a me una pila di riviste da lui curate. Pi Kappa uscì in edicola dal novembre 1972 all’ottobre 1973. Senza falsa modestia, lo scrittore spiegava: «Pi Kappa è la sigla del mio nome. Punto e basta.»
L’editoriale del primo numero è una lettera d’intenti: «Cercheremo di far pensare, non d’imporre. E se per far pensare c’è bisogno di un sogno, ben venga il sogno. […] Un pizzico di fantascienza invita a riflettere.»
Cerco di collocarmi nella twilight zone dove un uomo del 1565 può stringere tra le mani una moneta del 1965. Scrivendo nel 1972, cosa rivela Peter Kolosimo del mio presente?
Mi è sufficiente girare pagina. «Spaziali in Italia» è un lungo articolo dedicato ai misteri archeologici del Musiné, il monte che sorge all’imbocco della Val di Susa, in Piemonte. Secondo una leggenda locale, un dragone protegge la montagna dagli intrusi. Intorno alla vetta, re Erode volteggia senza sosta su un carro infuocato; sta espiando i suoi crimini. Il cuore del massiccio custodisce «incomparabili tesori» ma anche un mago. Costui si occupa di mettere in pratica il principio primo della magia: “come in alto, cosi in basso”. Eccolo, dunque, scavare piccoli buchi sulle rocce, riempirli di combustibile vegetale e accenderli di notte. Dall’alto dei cieli, le costellazioni hanno l’impressione di specchiarsi sulla terra. L’archeologo Mario Salomone cita «resine e grassi animali nelle coppelle (incisioni appunto a forma di piccole coppe) che abbondano sul monte, fra i 400 e i 900 metri di quota.» «Perché – si chiede Kolosimo – genti primitive, assillate da problemi pratici da cui dipendeva la loro sopravvivenza, si sarebbero prese la briga di accendere fuocherelli in buche scavate faticosamente nella roccia? Per imitare le stelle.» Confrontando lo schema delle coppelle con le carte astronomiche, il Musiné rivela «qualcosa di unico al mondo: un’intera mappa celeste incisa nella roccia!»
Nella zona del crepuscolo in cui mi trovo, le immagini che emergono dalla pagina diventano stranamente familiari. A quale folle intrusione nella montagna si riferisce Kolosimo? Quella di chi – nella Val di Susa – vede un tesoro da depredare? Chi è il potente dragone che ne difende l’integrità, a ogni costo, consapevole di quanto düra sarà la resistenza? Chi è il feroce governante, colpevole di nefandezze e costretto a sorvolare la zona – perché attraverso la montagna non si passa?
Poi penso a quei maghi che, in valle, ancora oggi si ispirano al “come in alto, cosi in basso”. Avendo abbandonato l’astrologia per ideali più concreti. Sulle pendici del Musiné, l’Orsa Maggiore ha lasciato spazio a iscrizioni visibili dall’alto dei cieli (o più comodamente dall’autostrada).

A sinistra: il Musiné ieri, con le coppelle a formare l’Orsa Maggiore. A destra: il Musiné oggi, a denunciare infiltrazioni mafiose nei cantieri TAV. Clicca per ingrandire.
Chiudo la rivista, ma l’epica dell’immagine ha forti riverberi. Me ne accorgo avviandomi verso l’uscita, quando torno con lo sguardo all’umanoide di Collegno. Per un istante, in quegli occhi dietro le bende scorgo quelli di Marco Bruno – il militante No TAV che i giornali dipinsero come un mostro nella primavera del 2012.

Mostri su cui i media concordano. A sinistra: il mostro di Collegno (1978) da un identikit dell’epoca. A destra: il mostro di Giaveno (2012).
Paolo sorride, ignorando l’immagine che mi passa per la testa.
«Era un bambino di 14 anni» mi spiega. «Reduce dalla visione del film La mummia, si era coperto di carta igienica rosa ed era uscito in strada. Si beccò una bella ramanzina, poi di corsa a casa.»
Kolosimo diceva di credere «in tutte le battaglie fatte in nome della libertà». Esco col sorriso sulle labbra e un pensiero. Archivi del genere bisogna farli cantare.
L’autore ringrazia Edoardo Russo, Paolo Fiorino, Gian Paolo Grassino e Roberto Labanti.
NOTE
Allan Hendry, Guida all’ufologia, Armenia, Milano 1980, p. 21.
Muriel Rukeyser, The Speed of Darkness, Random House, New York 1968, p. 111.
Piero Bianucci, «Kolosimo, esploratore tra scienza e mistero», Il nostro tempo, 26.4.1992.
Ibidem.
Peter Kolosimo, Non è terrestre, Sugar, Milano 1968.
Wilson Tucker, «Z come zebra», Urania, N. 452, Mondadori, Milano 1967.
Myriam De Cesco, «Un colpo da Pi Kappa», Panorama, 1972.
Erika Kaufmann, «P.K. chiama terra. Terra in ascolto di Peter Kolosimo», Playboy, N. 11, novembre 1974 (anno III).
De Cesco 1972.
Peter Kolosimo, «Presentazione», Pi Kappa, Anno I, N. 1, novembre 1972, p. 3.
Peter Kolosimo, «Spaziali in Italia», Pi Kappa, Anno I, N. 1, novembre 1972, p. 4.
Peter Kolosimo, «Spaziali in Italia», Pi Kappa, Anno I, N. 1, novembre 1972, p. 6.
Ibidem.
Ibidem.
De Cesco 1972.
LINK
Juan Posadas, I dischi volanti… e il futuro socialista dell’umanità (pamphlet del 1968, traduzione inglese)
Massimo Pietroselli, PK: Peter Kolosimo, sognatore patafisico
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