Wu Ming 4's Blog, page 113

May 23, 2013

Credits. Ai prodi trecento

RefQuadrata


Mancano 48 ore. I parroci bolognesi, in chiusura delle omelie di domenica, hanno detto ai fedeli di votare B. Il Resto del Carlino ha messo in prima pagina un sobrissimo invito a votare “per i Bimbi”.  Buone ultime, sono arrivate anche la CNA e Confindustria a schierarsi con la B. Nel frattempo il Comune di Bologna ha annunciato che intende risolvere il problema degli esuberi di quest’anno alla scuola d’infanzia pubblica dando nuove sezioni in appalto alle cooperative (ma va?). En passant, ieri sera gli studenti sono stati caricati dalla polizia in Piazza Verdi (il copione è sempre più scontato).

Mentre guardiamo le orde di Serse dispiegarsi lì davanti e prepararsi all’assalto finale di domenica, vorremmo ringraziare un po’ di gente con cui abbiamo camminato in queste settimane. Perché certe cose è meglio dirsele prima, così, come regola generale che ci sforziamo di applicare.


Innanzi tutto grazie ai volontari e alle volontarie del Nuovo Comitato Articolo 33, per l’esempio che hanno dato. Persone che hanno speso una quantità incalcolabile del proprio tempo libero stando ai banchetti a raccogliere firme, parlando con la gente per strada, volantinando davanti alle scuole, ai supermercati, nelle piazze, alle manifestazioni podistiche, allo stadio (“i volantinatori della A sono più fitti delle cacche di piccione”, per usare l’espressione britannica di un sostenitore della B in una mailing list), rispondendo a tutti, senza mai cedere alle provocazioni di chi le insultava e cercava la rissa, si trattasse di semplici passanti o di esponenti politici. Persone che hanno prodotto un volume di centinaia di email al giorno nelle mailing list del comitato; che hanno discusso degli avverbi e delle virgole dei comunicati stampa, redatto documenti, curato pagine sui social network, partecipato a discussioni online, realizzato spot, veicolato informazioni con ogni mezzo necessario, ingrassato le compagnie telefoniche a proprie spese. Persone che sono andate in giro a scollettare, a reperire fondi, e quando non è stato sufficiente si sono autotassate. Persone diversissime, empatiche e respingenti, giovani e meno giovani, che spesso hanno litigato tra loro, anche ferocemente, ma non hanno mai mollato. Persone che dopo domenica forse rimarranno in contatto o non si rivedranno più, ma che hanno condiviso una piccola grande impresa con le loro sole forze, senza l’appoggio di grossi apparati o strutture. Chapeau.

A uno di loro va un saluto particolare, non perché abbia fatto più degli altri e delle altre, anche se ha fatto tantissimo, ma perché per settimane ci siamo stalkerati reciprocamente fino a bruciare i telefonini, e perché ci ha un po’ commosso trovarci in battaglia al fianco di uno dei ragazzi di Radio Alice.


Vogliamo ringraziare i grandiosi giovinastri de Lo Stato Sociale, che hanno accettato di condividere un concerto con noi altri seniores del Wu Ming Contingent. Steno, la voce dei Nabat, che non si tira mai indietro e canta ancora “contro di te / voglio la tua fine” con la stessa convinzione. Federico Minghini, alias Mingo dj di Radio Città Fujiko, che ha messo insieme le band e che ha organizzato la serata REFERENDANCE al Tpo. Vogliano gli déi che quell’energia abbia un’onda lunga. A Mingo ci unisce non solo quasi metà del nome d’arte e una lunga conoscenza, ma anche l’avere portato davvero lo scudo fianco a fianco, un giorno d’estate di dodici anni fa, a Genova.


Per qualcuno appoggiare la campagna referendaria è stato meno facile che per altri. Ci sono quelli come noi, che non hanno granché da perderci, e ci sono altri soggetti, che si sono messi in gioco in questa impresa con il loro mestiere, pro bono e lavorando nottetempo, consapevoli che questo avrebbe anche potuto comportare delle ripercussioni (o rappresaglie). Un grazie particolare va alle Lance Libere, cioè Vanessa e Orione, che oltre a realizzare l’iconografia e la comunicazione della serata REFERENDANCE, hanno ideato e prodotto la campagna multisoggetto del referendum che illustra questo post. La professionalità si vede nelle difficoltà. Come avremmo detto negli anni Novanta: massimo rispetto.


A proposito di rappresaglie, un ringraziamento particolare va a Francesca R., last woman standing, per l’incredibile prova di coraggio e resistenza. “Mai arrendersi finché l’incontro non è finito”. Nessun@ è da sol@.


Infine ringraziamo il pastore Michel Charbonnier, per l’ospitalità e per il bell’intervento sui “chierichetti laici con la fascia tricolore”. A dispetto di tutte le accuse di ideologismo antireligioso che i referendari si sono sentiti riversare addosso, vale la pena ricordare che tutte le riunioni del comitato si sono svolte nei locali attigui alla chiesa evangelica di via Venezian, a Bologna.


A tutti e tutte voi, prima di affrontare l’urto della più ampia alleanza di apparati di potere che si sia mai vista, come si suol dire… è stato un onore.


Wu Ming - 24 maggio 2013


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Published on May 23, 2013 23:38

May 21, 2013

Benvenuti alle Termopili

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Su Internazionale c’è il nostro ultimo articolo sul referendum bolognese del 26 maggio. Con questo chiudiamo il trittico pre-voto. Buona lettura.


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Published on May 21, 2013 05:57

May 20, 2013

Nabat + Lo Stato Sociale + Wu Ming Contingent: «Laica Bologna», il video


Il concerto de Lo Stato sociale + Wu Ming Contingent al TPO di Bologna, culmine della serata REFERENDANCE, ha a sua volta toccato l’apice nella cover/riscrittura di un anthem dei Nabat, Laida Bologna, per l’occasione ribattezzato (Scuola) Laica (a) Bologna. Doverosamente ospite sul palco Steno, fondatore e vocalist della storica band. Una parte del Wu Ming Contingent coincideva già con una parte dei Nabat, e sul palco si è realizzata la fusione fra tre gruppi. Ecco il video che immortala l’evento. Scuola laica a Bologna! Ce li abbiamo tutti contro! Dipende da voi!

Contro di te

voglio la tua fine

Contro di te

voglio la tua fine

Contro di te

VOGLIO LA TUA FINE!!!


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Published on May 20, 2013 03:35

May 17, 2013

Un sentiero luminoso da Bologna a Milano

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E’ possibile andare a piedi da Bologna a Milano senza farsi investire da un TIR?

E quante storie si possono incontrare, scritte nel paesaggio tra le due città?

E’ proprio vero che “in pianura il TAV non ha fatto danni” e poi “tanto l’ambiente è già degradato”?

Esiste un’altra Padania oltre i capannoni, la nebbia, le ciminiere e i campi di neve fradicia?


di Wu Ming 2


Ai primi di settembre del 2012 sono tornato a camminare tra Bologna e Firenze, da Piazza Maggiore a Piazza della Signoria, tre anni dopo il viaggio che mi portò a scrivere Il sentiero degli dei (Ediciclo 2010). Accompagnavo un gruppo di viandanti per conto di un’associazione, la Compagnia dei Cammini. Tappa dopo tappa, mi sono reso conto che la “Guida Pratica” – pubblicata a suo tempo in fondo al volume – aveva bisogno di un aggiornamento, per tutti coloro che ogni anno scavalcano l’Appennino a Bassa Velocità.

Con l’arrivo della primavera, e l’aiuto del nostro ebooker Mozambo, ho così approntato una nuova versione del libro – solo digitale. Ecco i formati pdf, odt, mobi ed ePub.


PDF      -        ODT    -     MOBI    -    EPUB


Il sentiero degli dei nacque come sfida: due piedi contro due rotaie, il lento incedere di un cantastorie contro l’Alta Velocità e la Catastrofe Idrocosmica del Frecciarossa.

Nel marzo 2009, pochi mesi prima della mia partenza, i vertici del Cavet – il consorzio che gestì l’appalto per il TAV in Mugello – ricevettero pesanti condanne in un processo di primo grado per disastro ambientale e smaltimento illecito di rifiuti.

Mentre correggevo le bozze del libro, però, dovetti inserire al volo una nota per precisare che nel novembre 2009 la Corte d’Appello di Firenze aveva accolto il ricorso di Cavet e bloccato il pagamento dei risarcimenti previsti dalla sentenza precedente (una provvisionale da 150 milioni di euro).

Nel giugno 2011, la stessa corte assolse tutti i 39 imputati.

Infine (?), a marzo di quest’anno, la Cassazione ha annullato le assoluzioni e disposto un nuovo appello.

Un’ottima notizia – e per quanto mi riguarda, il proverbiale terzo elemento che sempre ne segue due similari. Non c’è due senza tre: e infatti, fino a quel momento, le piccole vittorie seguite alla pubblicazione del Sentiero erano state proprio due.

Due vicende che interesseranno anche chi non ha mai camminato per più di un giorno di fila e chi allo zaino in spalla preferisce il paracadute o le sacche da bici.

Due vicende che mi hanno convinto a lanciarmi in un nuovo progetto di viandanza.

Ma andiamo con ordine.

Nel libro, oltre agli scempi del TAV in Mugello, descrivevo emergenze ambientali grandi e piccole, lotte di cittadini, esempi di persone che si sono messe assieme per difendere il territorio, per renderlo più vivibile e più giusto.


Il Resto del Carlino, 11.8.83

Il Resto del Carlino, 11.8.83


Storie come quella dei Bregoli, un sentiero sui colli di Bologna, con tanto di Via Crucis e antico selciato.

All’inizio degli anni Ottanta, il primo tratto del popolare stradello divenne viale d’accesso di una villa appena ristrutturata. Cancello monumentale e muro di cinta lo resero inaccessibile agli estranei. Chi voleva camminare da Casalecchio alla Basilica di San Luca era così costretto a una deviazione insensata, e pure la Via Crucis risultava mutila di due stazioni. Ebbene: dopo trent’anni di cause, tribunali, mappe del catasto e contenziosi, pochi mesi dopo la pubblicazione del Sentiero, i proprietari hanno rinunciato al ricorso in Cassazione e si sono messi d’accordo con il Comune di Bologna per procedere come già stabilito in tutti i gradi di giudizio: aprire un passaggio di fianco al cancello e restituire alla comunità quel che le spetta di diritto.

E’ chiaro che il libro non ha avuto nessun merito in quanto accaduto, tutt’al più è stato di buon auspicio. Di certo ha contribuito a portare sui Bregoli camminatori e viandanti:  il sentiero, infatti, fa parte del tracciato della Via degli Dei, il percorso a piedi da Bologna a Firenze che oramai per numeri e fama sta diventando una risorsa turistica – di quel turismo “povero” ma per nulla trascurabile in tempo di crisi. Turismo o no, è ormai assodato che l’andare a piedi, l’aprire sentieri, il mantenerli agibili, porta spesso a scontrarsi contro recinzioni di terre che dovrebbero essere, almeno sulle mappe, beni comuni, e ad aprire cause contro chi pensa che una terra di tutti è una terra di nessuno, e che una terra di nessuno è del primo che se la prende.


La seconda storia è quella del Parco Eolico del Monte dei Cucchi, un progetto della ditta AGSM di Verona che prevedeva di impiantare 24 pale alte cento metri, su un crinale a mille metri d’altezza, in terreno franoso, coperto da una foresta, per di più in assenza di una campagna anemometrica indipendente che garantisse un reale vantaggio, a fronte dei tanti disagi, in termini di energia pulita prodotta. A stabilire che l’opera “valeva davvero la pena” era la ditta stessa, per la quale, però, a “valere la pena” potevano essere gli incentivi statali per le rinnovabili e non l’elettricità immessa nel sistema.

Il progetto, che solo due anni fa sembrava inevitabile, risulta oggi definitivamente abbandonato, sconfessato dalla Provincia e dall’assessore che l’aveva sostenuto, grazie alla caparbietà di un comitato di abitanti e villeggianti del luogo. L’esempio è stato contagioso  e comitati simili sono spuntati nelle zone circostanti, tutte minacciate dal business del vento: Fontanavidola, Monte Bastione, La Faggeta, Monte Gazzaro… Non solo: a cinque chilometri in linea d’aria dal Monte dei Cucchi, sorgevano già le dieci pale di Monte Galletto, di proprietà della ditta Riva Calzoni, il primo impianto eolico del Nord Italia, a suo tempo vanto della Regione, ma oramai vecchio e poco efficiente. La riflessione nata intorno al nuovo progetto (di AGSM), ha fatto sì che si rivedesse pure quello vecchio (di riva Calzoni), e quando a settembre sono passato da Monte Galletto, con mia grande sorpresa mi sono accorto che le dieci pale non c’erano più. Le stavano sostituendo con quattro pale di nuova generazione, capaci di produrre da sole più energia di prima.

Anche qui è chiaro che il libro non ha avuto alcun merito: chiesi all’editore di spedirne una copia al presidente del comitato per Monte dei Cucchi, Angelo Farneti, ma l’ho conosciuto soltanto a novembre dello scorso anno, quando mi ha scritto una mail per informarmi che il Monte dei Cucchi aveva ricevuto la qualifica di Sito di Interesse Comunitario.

Pensavo che il libro non gli fosse nemmeno arrivato (capita spesso, specie con i grossi editori). E invece:


«Ricordo che quando tutto e tutti erano contro di noi ricevetti, inaspettatamente, per posta una copia omaggio del suo libro. Anche il sapere che qualcuno che non conoscevamo aveva così ben compreso ed inserito in un capitolo la nostra battaglia ha contribuito a darci la forza per continuare.»


Perbacco, mi sono detto allora. Forse è vero che ‘sto libro porta bene.

E siccome l’idea di camminare e scrivere tra Bologna e Firenze è nata intorno allo scempio della TAV in Mugello, ecco il nuovo progetto: inseguire la ferrovia veloce fino in Val di Susa. Trovare un percorso pedestre da Bologna a Milano, poi da Milano a Torino, e quindi da Torino a Saint-Jean de Maurienne, in Francia. Non tutto in una tirata, ma tre percorsi diversi in tre momenti diversi, da qui al 2020 – la data più realistica (!) per il completamento della nuova linea Torino – Lione, secondo i calcoli dell’Unione Europea.

Alla fine dell’estate, prima del freddo, mi piacerebbe partire alla volta di Milano.

Il problema è che in questo caso non esiste, che io sappia, una “Via degli dei”, cioè un sentiero segnato e sperimentato. Bisogna inventarselo, e certo non me lo posso inventare da solo. O meglio: potrei inventarmelo da solo, come facevo a sedici anni: guardi la mappa, scegli le strade secondarie e ti metti in cammino. Ma allora, l’unico obiettivo era starsene via per un po’, stile di vita essenziale, tenda piedi zaino come uniche necessità. Oggi mi piacerebbe vagabondare con qualche linea guida in più.

Ad esempio:


afterhours_padania1) Evitare l’asfalto il più possibile: scegliere un tracciato amico dei piedi e poco adatto alle ruote.

2) Attraversare luoghi interessanti, ma esclusi dalle guide turistiche. Siti colpiti da emergenze ambientali (dei danni TAV in pianura, ad esempio, non se ne parla mai, perché tanto la pianura “è brutta”). Borghi abbandonati o grandi fabbriche dismesse. Spazi indecisi della metropoli padana. Elementi (i geografi direbbero: iconemi) tipici del paesaggio. Nonluoghi e superluoghi. Oasi rimaste selvatiche o selvagge (finché penseremo alla Grande Pianura come a un luogo ormai spacciato, invaso dai capannoni e dalle infrastrutture, non smetteremo di svenderla al peggior offerente).

3) Incontrare persone interessanti legate ai luoghi del punto 2).

4) Tracciare un percorso vario, ma senza deviazioni assurde. (Per dire: vorrei evitare di farmi cento chilometri sempre sull’argine del Po, e preferirei non passare da Perugia o Belluno)

5) Utilizzare dove possibile la viabilità storica, i sentieri CAI, i percorsi che gli abitanti ancora utilizzano per spostarsi a piedi.

6) Raccogliere storie, aneddoti, leggende che permettano di leggere il libro del paesaggio, l’alfabeto dei luoghi, la scrittura collettiva di un’ecosistema.


Per questo ho pensato a un wikisentiero, un percorso a tappe da comporre insieme, grazie ai suggerimenti raccolti qui su Giap e su altri blog e siti web “di settore”.

Tali suggerimenti possono essere di qualunque tipo, ma in particolare dovrebbero concentrarsi su: a) Luoghi interessanti da attraversare/visitare, b) Pezzi di percorso già sperimentati e “potenzialmente utili” per mettere insieme l’intero tragitto. Insomma: chi conosce un sentiero o una cavedagna o una strada bianca per andare da Parma a Cremona ce lo segnali subito. Chi conosce una via pedestre tra Padova e Venezia ce la segnali pure, ma non credo la utilizzeremo a ‘sto giro.


I primi risultati di questa intelligenza collettiva verranno presentati al Festival della Viandanza di Monteriggioni, sulla Via Francigena, il prossimo 1° giugno, alle ore 18, in un incontro dal titolo: “Alla ricerca di un’altra Padania. Sentieri luminosi da Bologna a Milano.”


Per le segnalazioni potete usare i commenti qui sotto o il solito indirizzo di posta del collettivo.


***


Vite 2007 012P.S. Mentre rileggo queste righe mi arriva una mail di Stefano Galli. Stefano è uno dei tanti protagonisti del Sentiero (ma compare pure in Point Lenana…). Dieci anni fa, grazie a una vecchia foto di Luigi Fantini, ha scoperto e salvato dalle erbacce una pianta di vite ultracentenaria, nel territorio del Comune di Pianoro, lungo il percorso tra Bologna e Firenze. Questa vite – ribattezzata “del Fantini” – è una delle pochissime ad essere sopravvissute ai mortali attacchi di filossera di fine Ottocento. Si tratta dunque di uno dei vitigni più antichi d’Italia, unico nel suo genere, tanto da non essere nemmeno iscritta nel registro dei ceppi oggi conosciuti.

Morale della favola: la pianta madre presenta evidenti segni di malessere e Stefano vorrebbe parlarne con un esperto di viticoltura, per capire come comportarsi. Sebbene si tratti di un vero e proprio monumento vegetale, il comune non sembra volersene occupare. Chi ha le competenze per dare una mano, ce lo può segnalare e lo metteremo in contatto con Stefano Galli.

Volendo, non c’è tre senza quattro…


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Published on May 17, 2013 14:40

May 14, 2013

ReferenDance. Laika Bologna Party.

REFERENDANCE_flyer_16maggiotpo Giovedì 16 maggio, al TPO di Bologna, va in scena “ReferenDance. Laika Bologna Party”, una grande serata (cena+concerto+DJset) per sostenere la campagna del Comitato Articolo 33, in vista del referendum sulla scuola dell’infanzia del 26 maggio.


Dopo la cena, intorno alle 22.30, saliremo alla ribalta insieme a Lo Stato Sociale, una delle band bolognesi più attive del momento.

La formula del concerto sarà piuttosto particolare: due band in contemporanea sullo stesso palco, che si rimpallano brani e letture. Noialtri ci presenteremo con il nuovissimo Wu Ming Contingent (无名军队), vera e propria “sezione musicale” del collettivo, alla sua prima uscita pubblica con 4 brani inediti. Tre quarti della formazione (WM5, WM2, Yu Guerra) si erano già esibiti, con il nome estemporaneo e provvisorio di Wu Ming Nabat Ensemble, in un reading da “Anatra all’Arancia Meccanica”, nella storica sede di Bartleby, a Bologna, e poi al Palazzo dei Principi di Correggio. Con l’arrivo di Cesare Ferioli alla batteria, ci siamo messi a lavorare sui testi scritti dal collettivo tra il 2010 e il 2012 per la rubrica “WuMingWood” del mensile GQ. Il risultato è molto, molto diverso da quanto abbiamo mai prodotto finora nelle nostre svariate collaborazioni musicali.


Qui il programma completo della serata.


Un grazie agli organizzatori dell’iniziativa, a Mingo DJ che l’ha pensata e a Lance Libere che ha realizzato il flyer con la signorina Rottermeier in versione I Love You.


Vi aspettiamo per cantare insieme “Laika Bologna” e per dare il vostro contributo a una scuolA più pubblicA.


Wu Ming ContingentWeb


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Published on May 14, 2013 14:00

May 13, 2013

15 maggio, più voce e nuove gambe per lo sciopero della #logistica

Sciopero della logistica

Su Internazionale c’è il nostro nuovo articolo, dedicato a una delle più importanti lotte nel mondo del lavoro oggi in Italia.


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Published on May 13, 2013 07:21

Wu Ming 4's Blog

Wu Ming 4
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