Ella S. Bennet's Blog, page 14

May 17, 2022

Carolyn Wells– Chiunque, eccetto Anne * Le mie letture

(titolo originale “Anibody but Anne”; pubblicato nel 1914, edizione italiana da me letta del 15/01/1994 – Il Giallo Economico Classico – Compagnia del Giallo – Gruppo Newton; traduzione anonima)

Chiunque, eccetto Anne”, di Carolyn Wells, è un altro romanzo del genere mistero della camera chiusa.

Il cattivo di turno, che in questo caso è il marito più anziano e piuttosto dispotico dell’Anne del titolo, viene trovato morto nel suo studio; la stanza ha porte e finestre chiuse tanto che, per entrarvi, gli ospiti, allarmati dall’assenza dell’uomo nel proprio letto, devono forzare la serratura della porta e tagliare il catenaccio. L’idea del suicidio che in un primo momento sembra la più plausibile viene però scartata perché l’arma è sparita.

Né il magistrato né un investigatore chiamato a indagare sull’omicidio, e tanto meno le persone che si trovano ospiti nella villa del defunto, riescono a risolvere il mistero, e solo l’intervento di Fleming Stone, chiamato alla fine da uno degli ospiti, Raymond Sturgis (che è il narratore della vicenda) svelerà il mistero.

Fino a un certo punto l’intreccio e i personaggi mi sono piaciuti abbastanza e la vicenda mi ha incuriosita; il finale, però mi ha delusa.

Non saprei cos’altro aggiungere, non ho trovato niente di rilevante in questo romanzo (almeno per i miei gusti, ma forse la causa sta nelle ripetute mie letture di Agatha Christie, Ellery Queen, John Dickson Carr e altri mostri sacri del giallo). La presenza del famoso investigatore è molto marginale: si vede all’inizio perché anche lui è ospite dei Van Wyck (ma se ne va prima che avvenga il delitto) e poi nelle ultime pagine, quando risolve il caso. Non ho avuto pertanto modo di capire se si tratta di un personaggio per me interessante o no.

Personaggi

Raymond Sturgis scapolo, innamorato di Anne; il narratore; ospite a casa Van Wyck

David Van Wyck – uomo ricco

Anne Mansfield Van Wyck – sua moglie

Barbara Van Wyck – figlia di Van Wyck

Mark Van Wyck – figlio di Van Wyck

Betty Fordyce – amica di Anne e sua ospite

Conrad Archer – amico dei Van Wyck e loro ospite

signora Stelton – graziosa vedova ospite dei Van Wyck

signora Carstairs – governante dei Van Wyck

Castairs – figlio della signora Castairs e cameriere personale di David Van Wyck

Jenny – cameriera personale di Anne Mansfield Van Wyck

Fleming – Stone celebre investigatore

L’autrice

Carolyn Wells nacque a Rahway, nel New Jersey, e morì al Flower Fifth Avenue Hospital di New York nel 1942.

Ha scritto in totale 170 libri. Durante i primi dieci anni della sua carriera, si è concentrata sulla poesia, sull’umorismo e sui libri per bambini, poi si è dedicata al genere giallo. Tra i suoi romanzi gialli più famosi ci sono le Storie di Fleming Stone, come The Clue (1909).

Carolyn Wells ha anche dato vita ad altri investigatori, tra cui l’attore cinematografico Kenneth Carlisle, l’investigatore privato e conoscitore di opere d’arte Alan Ford e il detective eccentrico e parapsicologo Pennington “Penny” Wise.

(fonte Wikipedia)

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Published on May 17, 2022 14:05

May 15, 2022

Prossime letture #21

Ho iniziato a leggere un altro giallo, si tratta di “Chiunque, eccetto Anne”, di Carolyn Wells. Presto, spero, scriverò qualcosa su “L’erede misterioso”, di Georgette Heyer, romanzo che ho divorato già da diversi giorni. Mi è piaciuto, molto ironico (più di parecchi altri della Heyer, a mio parere) e con una vena gialla (come spesso nelle storie di questa autrice.

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Published on May 15, 2022 13:37

May 1, 2022

Prossime letture #20

Ho trovato in offerta (in ebook) un altro romanzo di Georgette Heyer che non ho ancora letto. Sarà quindi questa una delle mie prossime letture: “L’erede misterioso”, pubblicato da Astoria.

(Lo so che ancora non ho letto o riletto alcuni dei romanzi inseriti in precedenti liste di “prossime letture”… ma Georgette Heyer ha di certo la priorità, per quanto mi riguarda.)

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Published on May 01, 2022 01:15

April 20, 2022

Anthony Berkeley – Delitto a porte chiuse * Le mie letture

(titolo originale “The Layton Court Mystery”; pubblicato nel 1929, edizione italiana da me letta del 2003 – Classici del Giallo Mondadori; traduzione Mauro Boncompagni)

Ho letto questo giallo perché appartiene al genere del mistero della camera chiusa. Non l’ho trovato però molto interessante, né per quanto riguarda il modo di commettere un omicidio lasciando il cadavere in una stanza chiusa dall’interno né per quanto riguarda l’indagine in sé.

La trama è semplice: un piccolo gruppo di persone è ospite di Layton Court, la residenza in campagna di Victor Stanworth, un ricco gentiluomo sessantenne che viene trovato morto nella biblioteca, appunto chiusa dall’interno. L’uomo ha in mano una pistola e una ferita mortale in fronte. Tutti pensano a un suicidio, cosa di cui è convinta da subito anche la polizia. Uno degli ospiti, lo scrittore Roger Sheringam, un esuberante e dinamico giovanotto fra i trenta e i quaranta, nota dei particolari che lo indicono a ritenere che si tratti di un omicidio. Decide quindi di investigare per conto suo, senza però parlare dei suoi sospetti alla polizia. Si fa aiutare dall’amico Alec Grierson, che però non è altrettanto convinto che Stanworth sia stato ucciso.

Sheringam propone continuamente ad Alec un possibile svolgimento dei fatti, modificandolo ad ogni nuova informazione che riesce a trovare, fino – ovviamente – a scoprire la verità.

Il romanzo espone tutte le riflessioni – elucubrazioni, direi – di Sheringam, in modo che il lettore lo segua passo passo ogni volta che costruisce una teoria che poi regolarmente si rivela errata. Gli altri personaggi si vedono solo quando sono insieme al protagonista.

Questa impostazione, per quanto sia abbastanza originale, rende – a mio parere – la lettura piuttosto monotona e a tratti noiosa (cosa che, soprattutto per un giallo, non dovrebbe mai accadere). Inoltre ho immaginato fino dall’inizio chi potesse essere l’assassino, anche se non avevo potuto intuire il motivo.

Da questo mio breve commento risulta chiaro che il romanzo non mi è piaciuto, anzi, viste le premesse, mi ha delusa.

Anthony Berkeley Cox (Watford, 5 luglio 1893 – 9 marzo 1971) è stato uno scrittore britannico di libri gialli. Usò vari pseudonimi: Francis Iles, Anthony Berkeley e A. Monmouth Platts. Fu uno degli scrittori più importanti del suo tempo (la cosiddetta “Età dell’oro dei libri gialli”) e venne paragonato a colleghi del calibro di Agatha Christie, Dorothy L. Sayers e G. K. Chesterton del “Detection Club”. Il suo personaggio più famoso fu Roger Sheringham, protagonista di dieci romanzi, il più famoso dei quali è The Poisoned Chocolates Case del 1929, in Italia intitolato Il caso dei cioccolatini avvelenati.

(fonte Wikipedia)

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Published on April 20, 2022 13:48

April 19, 2022

Primavera #1

Qualche scatto per dire che è primavera…

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Published on April 19, 2022 10:45

March 16, 2022

Erik B. Ruark – Omicidio al campus * Le mie letture

(titolo originale “Ram: The Campus Killing)”; pubblicato nel 1980, edizione italiana da me letta del 18 magguio 1986 – Il Giallo Mondadori; traduzione Diego Biasi)

Un giallo non proprio classico, direi quasi più d’azione. Leggendolo sembra quasi di vedere un telefilm poliziesco americano. Il detective che non va d’accordo con la polizia, che sembra affascinare le donne di ogni età… Ci sono svariati cadaveri…

Il detective è Gideon Ram e la vittima Ken Whitaker il figlio del suo socio in affari e amico (morto da alcuni anni). Quindi Ram ha un motivo personale per trovare l’assassino del giovane, che era anche suo amico. Ad aiutare Ram tutti i compagni dell’agenzia investigativa Industrial Securities Inc..

Ken era con una ragazza quando è stato ucciso, al parco, ma di lei non c’è traccia. E forse c’è stato un testimone dell’omicidio… peccato anche anche questi finisca cadavere.

Ci sono poi dei collegamenti fra campus universitari, distributori di libri e… altri morti.

Il romanzo non è poi male ma nemmeno particolarmente interessante. Mi sembra che questi pochi cenni siano sufficienti a ricordarlo.

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Published on March 16, 2022 14:59

March 5, 2022

Israel Zangwill – Il grande mistero di Bow * Le mie letture

(titolo originale “The Big Bow Mystery)”; pubblicato nel 1891, edizione italiana da me letta del 1990 – Classici del Giallo Mondadori; traduzione Leda Armstrong)

Il grande mistero di Bow è uno dei primi romanzi ad utilizzare la varietà del mistero della camera chiusa. È stato questo ad attirare la mia attenzione e a indurmi a leggerlo. Devo però dire che il romanzo non mi ha entusiasmata. La storia è preceduta da un’introduzione dello stesso autore, dal titolo (italiano) “Ai delitti e ai misteri”, una parte della quale è rivolta “All’editore dello Star”, il giornale su cui Zangwill pubblicò a puntate questo giallo.

La storia è piuttosto umoristica, come avverte lo stesso Zangwill nell’introduzione ma io l’ho trovata un pochino lenta; i personaggi sono pochi ma ben caratterizzati.

Bow è un quartiere popolare dell’East End, a Londra; in una stanza di affitto un pensionante non risponde ai richiami della proprietaria che cerca di svegliarlo all’ora da lui richiesta. La donna, temendo che l’uomo stia male o sia morto, corre a chiamare un vicino, ex poliziotto, che sfonda la porta e consente l’ingresso nella camera. Il pensionante ha la gola tagliata. Ma la porta era chiusa dall’interno e così pure le finestre: come ha fatto l’assassino a entrare e uscire?

Sia la polizia che l’ex poliziotto cercano di svelare il mistero e di trovare il colpevole e naturalmente, alla fine, questo avviene. La conclusione non mi ha colta di sorpresa e mi è parso che la “soluzione” al mistero della camera chiusa sia una delle più semplici.

Annoto qualche breve citazione.

La prima è parte della descrizione di Peter Crowl, calzolaio:

Crowl era un pensatore o, perlomeno, credeva di esserlo, e comunque questo è già un modo originale di pensare. In cima alla testa, i suoi capelli andavano diradandosi rapidamente, come se il cervello si sforzasse di avvicinarsi il più possibile alla realtà delle cose. Si vantava di non avere manie. Sono pochi gli uomini che non abbiano qualche debolezza o un hobby bizzarro, e lui, certe volte, si sentiva molto solo nella sua superiorità. Era vegetariano, laico, repubblicano e contrario al fumo. La carne era una mania. L’alcool era una mania. La religione era una mania. E così la monarchia e il tabacco. “Un uomo semplice come me” soleva dire Crowl, “può vivere senza manie”. “Un uomo semplice” era la sua frase preferita.

In relazione alla cerimonia di commemorazione della vittima a cui parteciperà anche Gladstone:

Tutti i posti erano numerati, affinché tutti potessero avere la soddisfazione di occupare quello di qualcun altro.

Infine, durante il processo al presunto assassino, una parte della deposizione dell’ex poliziotto:

«Poiché la scienza della testimonianza è estremamente sottile e poiché richiede un’acuta e addestrata osservazione dei fatti e la massima comprensione della psicologia umana, di essa si pensa che siano esperti coloro che non hanno la minima idea che “le cose non sono quelle che sembrano” e che tutto può essere completamente diverso da quello che appare; ….»

Israel Zangwill (Londra, 21 gennaio 1864 – Midhurst, 1º agosto 1926) nacque in una famiglia di ebrei russi emigrati. È stato uno scrittore, un drammaturgo e un umorista e un personaggio di spicco nella Londra di fine Ottocento, distinguendosi non solo per l’attività letteraria, ma anche per l’incessante impegno a favore della causa sionista: fu infatti leader e membro dell’Organizzazione sionista, che lasciò nel 1905 per fondare l’Organizzazione territorialista ebraica, avente l’obiettivo di creare uno stato ebraico al di fuori della Palestina.

(fonte Wikipedia)

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Published on March 05, 2022 16:43

February 4, 2022

Agatha Christie – Hercule Poirot indaga * Le mie letture

(titolo originale “Poirot Investigates” pubblicato nel 1925; edizione italiana da me letta del 16 giugno 1989, traduzione Lidia Lax)

Una raccolta di undici racconti, tutti gradevoli e con il colpo di scena finale. Preferisco i romanzi ma solo perché essendo storie più lunghe vi sono più personaggi e una maggiore approfondimento psicologico. In realtà mi pare che i racconti gialli – di questa qualità, beninteso – siano più difficili da scrivere.

Protagonisti assoluti sono le celluline grigie e la consapevolezza del proprio genio da parte di Poirot e una certa goffaggine mista a una non sempre forse bonaria invidia da parte di Hastings, che è l’io narrante di tutte le vicende.

«Ma consolatevi, non ami» disse Poirot, calmandosi. «Non tutti possono essere come Hercule Poirot, lo so bene.»

Interessante notare come si riverisce la Christie a certi aspetti – luoghi comuni, magari… – dell’Italia. In “Un appartamento a buon mercato”:

(parla Poirot) «… All’improvviso apprendono che una di quelle società segrete tipo mafia o camorra…»

In “La disavventura di un nobile italiano”:

(parla un ispettore di polizia, il morto e il sospettato sono italiani) «…È un brutto affare però abbastanza chiaro. Una di quelle vendette italiane, probabilmente.»

Qui sotto i titoli dei racconti

Il caso della Stella d’Occidente

La tragedia di Marsdon Manor

Un appartamento a buon mercato

Il mistero di Hunter’s Lodge

Il furto di un milione di dollari in obbligazioni

La maledizione della tomba egizia

Il furto di gioielli al Grand Metropolitan

Il rapimento del Primo Ministro

La sparizione del signor Davenheim

La disavventura di un nobile italiano

Il caso del testamento mancante

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Published on February 04, 2022 05:19

January 31, 2022

Anne Perry – Il battesimo * Le mie letture

(Charlotte & Thomas Pitt #16)

(titolo originale “Pentecost Alley”; pubblicato nel 1996, edizione italiana da me letta del 2000 – Gialli Mondadori; traduzione Grazia Maria Griffini)

È il sedicesimo romanzo della serie dell’ispettore Thomas Pitt. Il titolo italiano è completamente diverso da quello dell’originale e – a mio parere – poco pertinente. Pentecost Alley è una strada del quartiere in cui due anni prima (siamo nel 1890) aveva mietuto le sue vittime anche Jack lo squartatore, Whitechapel, uno dei bassifondi di Londra in cui si trovavano bordelli e povertà.

Le vittime, questa volta, sono giovani prostitute; i loro corpi vengono trovati legati al letto, bagnati (per questo immagino che la versione italiana sia tata intitolata “Il battesimo”) e con le dita spezzate. Omicidi e torture terribili, dunque, su cui viene incaricato di indagare Pitt, per quanto ormai capo della stazione di polizia di Bow Street. Nel delitto potrebbe essere coinvolto un giovane gentiluomo, dal padre molto ricco e molto potente e questo significa che le indagini devono essere condotte con tatto e cautela.

La ricerca del colpevole è lunga e tortuosa, Pitt si trova in difficoltà costantemente; alla fine la svolta risolutiva sarà dovuta a Charlotte, la moglie, che con la sorella Emily, divenuta amica di Tallulah, sorella del gentiluomo sospettato, effettua indagini per suo conto – cosa che avviene regolarmente – e trova quella che si rivela essere la chiave di tutto. Prima di questo Pitt dubita più volte di se stesso e dispera di trovare il bandolo della matassa, quello vero, quello che sta sotto la soluzione apparente.

Il romanzo è lungo oltre 450 pagine, molte per un giallo classico. Ma le storie della Perry, almeno le tre che ho letto, sono dense di dettagli, sia relativi alle indagini che alla psicologia dei personaggi e anche per quanto riguarda l’ambientazione. Quest’ultima è, ancora una volta, quella dei quartieri poveri e malfamati, in una continua contrapposizione tra la vita lussuosa delle zone ricche e quella dura e miserabile dei bassifondi. E, ancora una volta, l’autrice rimarca quanto poco venisse considerata dai ricchi e dai nobili la vita di chi non faceva parte della loro classe sociale: la morte di una prostituta o quella di un protettore contavano quasi niente e le indagini della polizia erano solo delle visite importune. Pitt è spesso costretto a trattenere la propria rabbia davanti a questa realtà perché non può inimicarsi le persone che contano a meno di non avere in mano prove certe del loro coinvolgimento in crimini; può però mostrare la propria sensibilità e gentilezza quando parla con le prostitute impaurite per la sorte delle loro compagne assassinate. È una figura molto umana, quella di Pitt, e il lettore si trova da subito a parteggiare per lui, ma non perché è il detective del romanzo, ma per come è come persona.

Una breve immagine (siamo in estate) di Whitechapel:

Il sole che stava calando era nascosto dagli alti e decrepiti casamenti operai, ma dai marciapiedi si alzava ancora il riverbero di una calura claustrofobica, mista al tanfo degli odori acri della giornata. Nei rigagnoli dove l’acqua scorreva lenta galleggiavano le immondizie.

Una – attraverso gli occhi di Emily – della povertà, quando, insieme a Tallulah, aiuta un prete – Jago Jones – a distribuire la minestra ai poveri:

Quella gente era chiassosa, e il fetore che saliva dai loro corpi accaldati e poco lavati e dai vestiti sudici e coperti di macchie a volte le dava quasi la nausea. Ma, più ancora di quello, si accorse di rimanere sconvolta dalla fame, da quegli occhi infossati che vedeva alla luce dei lampioni, da quelle gambe stecchite, dalla pelle butterata coperta di croste di sudiciume che ormai vi appariva addirittura stratificato. Vide donne stanche con bambini malaticci e senza nessuna speranza. Rivolgendo un’occhiata a Tallulah, notò che aveva gli occhi stralunati. Come se fosse sotto shock. Nell’arco di tempo di un paio d’ore la povertà era diventata una parola con una vastissima gamma di significati. Perché voleva dire realtà, dolore, persone in carne e osssa che amavano e avevano sogni, che avevano paura o soffrivano la stanchezza né più né mano come lei, solo che a loro capitava quasi sempre, e non soltanto una o due volte all’anno.

In conclusione, “Pentecost Alley” è davvero un buon romanzo e, a mio parere, è riduttivo definirlo un giallo.

Personaggi

Thomas Pitt, ispettore di Scotland Yard

Charlotte Pitt (nata Ellison), sua moglie

Jemima e Daniel Pitt, i loro figli di otto e sei anni

Gracie, giovane cameriera in casa Pitt

Emily sorella minore di Charlotte

Jack Radley. suo secondo marito

lady Vespasia Cumming-Gould, prozia di Emily

Finlay FitzJames giovane diplomatico

Augustus FitzJames, suo padre, ricco e influente banchiere

Tallulah FitzJames, sorella di Finlay

Jago Jones, sacerdote, amico negli anni giovanili di Finlay

Norbert Halliwell, amico negli anni giovanili di Finlay

Mortimer Thirlstone, amico negli anni giovanili di Finlay

Ewart, ispettore di polizia

Binns, agente di polizia

Cornwallis, vice capo della polizia (da pochi mesi, in sostituzione di Giles Farnsworth)

Dottor Lennox, medico legale

Recensioni ad altri romanzi di Anne Perry

Incendio a Highgate

Il boia di Cater Street

Anne Perry, pseudonimo di Juliet Marion Hulme. Nata a Londra il 28 ottobre 1938), è autrice di romanzi polizieschi storici che hanno come protagonisti Thomas Pitt, William Monk e Daniel Pitt (il figlio di Thomas). Nel 1954, all’età di 15 anni, fu condannata per aver partecipato all’omicidio della madre di una sua amica; l’autrice cambiò il proprio nome dopo aver scontato 5 anni di prigione. (Fonte: Wikipedia)

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Published on January 31, 2022 15:21

January 4, 2022

Prossime letture #19

Dall’armadio dei libri gialli ho selezionato molti romanzi da leggere o rileggere. Per il momento ho scelto questi, come prossime letture:

Il grande mistero di Bow”, Israel Zangwill

Delitto a porte chiuse”, Anthony Berkeley

Omicidio al campus”, Eric B. Ruark

i primi due dovrebbero essere del genere “delitto in camera chiusa”.

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Published on January 04, 2022 09:47