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Viaggio in ... + BRB
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BRB5 - La Reggia di Versailles della squadra francese

Amante di Hugo? Presente!!!
L'uomo che ride l'ho adorato 😍
@Saturn: non vorrei ripetermi ma lo faccio: compl..."
Certo. Grazie 🙏🌹
E' tempo di cominciare a ragionare sui libri per la nuova tappa!
Nel frattempo ho aperto la relativa discussione qui:
https://www.goodreads.com/topic/show/...
Al link qui sotto, invece, trovate la classifica di metà tappa
https://www.goodreads.com/topic/show/...
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Intanto per la terza tappa leggerò Arsène Lupin ladro gentiluomo e altre storie


Autore: Giovanni Verga
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1871
Numero pagine: 168
Punti: 6
Voto: 6,5
Eventuali bonus: 12
Breve romanzo epistolare, in cui si esplora il momento più importante di una semplice ragazza indirizzata/costretta a diventare suora e le conseguenze di tale evento.
Avrei preferito Verga si concentrasse di più sull'esplorazione emotiva di Maria tra il momento in cui si inizia a sentire strana e non sa perchè e il momento in cui prende coscienza dell'innamoramento, che invece non sono nemmeno a una lettera di distanza e un po' meno sulla sua "pazzia", perché tanto è sempre la stessa solfa. Sinceramente è una storia già vista e già sentita, il fatto che Maria addirittura impazzisca per uno che alla fine non solo non le ha mai promesso nulla ma non ha mai fatto segno di provare qualcosa per lei, mostrando un po' di galanteria en passant oggi fa scuotere solo la testa.
Titolo: Mastro-Don Gesualdo (https://bur.rizzolilibri.it/libri/mas...)
Autore: Giovanni Verga
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1889
Numero pagine: 480
Punti: 18
Voto: 7
Eventuali bonus:
Ho molto amato i suoi racconti e I Malavoglia all'epoca, anche se la mia parte preferita è quella in cui la famiglia non compare proprio, per cui ho deciso di leggere anche il resto delle sue opere.
Con Mastro-Don Gesualdo ritroviamo l'atmosfera del villaggio ma da outsiders, perché il protagonista, ricco ma di povere origine, si ritrova tagliato da tutti, nonostante si sia sposato principalmente per acquisire parentame vario.
Questa è una storia un po' EITA, perché nessun personaggio è al 100% puro nelle sue intenzioni, ma spesso, nel caso delle donne soprattutto, le scelte fatte sono abbastanza obbligate da chi li circonda.
Purtroppo mi sono persa con i vari personaggi, davvero troppi, e ci sono tali ondate d'odio e d'invidia in questo libro che davvero sfiorano il raccapricciante.
La fine di Gesualdo è davvero tragica e se si pensa al trattamento che ancora oggi si riserva agli anziani alcune volte ancora troppo realistico.

Autore: Agatha Christie
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1934
Numero pagine: 278
Punti: 10
Voto: 10
Eventuali bonus: GAME
Commento
Cos'è un buon giallo se non un libro che si rivela una splendida sorpresa? Questo allora è un ottimo giallo, un altro magnifico capolavoro dalla geniale penna di Agatha Christie. La sua grande bravura non è neanche poi la trama in sé, quanto la sua capacità di dirti come stanno le cose per poi sviare la tua attenzione, portarti da tutt'altra parte, farti pensare "che ci sarà mai di nuovo in questo giallo?". E invece ecco come ti stupisce! Uno dei migliori libri di Poirot, quasi un manifesto con il suo metodo spiegato passo passo.

Titolo: Orlando
Autore: Virginia Woolf
Nazionalità: GB
Anno di pubblicazione: 1928
Numero pagine: 307
Punti: 6
Voto: 9
Eventuali bonus: /
”Era giovane, era ricco, era ben fatto”
Finzione e verità duellano tra queste pagine.
Virginia Woolf si finge biografa a scrive un romanzo;
Orlando protagonista di questa storia è frutto di immaginazione eppure è vero nel ricalcare la figura dell’amante Vita Sackville West.

Vita Sackville West nei panni di Orlando nella prima edizione del libro
Anche i tempi narrativi vivono in una dimensione che gioca sui due poli del vero/falso.
Si comincia in epoca elisabettiana (e quindi nel ‘500) a raccontare di un giovane e ricco nobiluomo, Orlando, per l’appunto e si arriva al 1928.
Fenomeni atmosferici trasportano il/la protagonista da un’epoca altra;
sonni fiabeschi trasformano il suo corpo da uomo a donna.
In mezzo c’è un po’ di tutto ma spicca la Letteratura verso cui Orlando non perderà mai propensione.
La Woolf adotta una lingua aulica e un tono divertente e sarcastico.
La punta di diamante è l’ironia con cui colpisce sia lo stile di vita nobiliare così ligio a gli inutili cerimoniali, sia l’ambiente letterario così farcito d’invidia in ogni epoca.
Mi ha sorpreso un pensiero così lucidamente moderno rispetto alla distinzione di genere ed orientamento sessuale, in passaggi come questo:
” I sessi, per quanto diversi, si mescolano. Non c’è essere umano che non oscilli da un sesso all’altro, e spesso sono solo i vestiti a serbare l’apparenza maschile o femminile, mentre il sesso profondo è tutto l’opposto di quello superficiale.”
Una lettura che fa sorridere per i tanti sassolini nella scarpa che la Woolf riesce a togliersi non senza, tuttavia, lasciare quella traccia amara che inesorabile l’attrae verso la morte:
"Siamo dunque fatti in modo tale da dover prendere la morte a piccole dosi, giorno per giorno, per continuare ad affrontare l’impresa di vivere?"
.
Squadra francese
Titolo: Viaggio intorno alla mia camera
Autore: Xavier de Maistre
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1794
Numero pagine: 137
Punti: 2
Voto: 5
Eventuali bonus: /
Un militare di carriera, di buona casata ed appassionato di pittura, ecco chi era Xavier de Maistre.
E’ il 1794.
In seguito ad una punizione viene confinato nella sua camera per 42 giorni.
Tranne che per la presenza del fedele domestico, Joannetti, e per la cagnolina Rosina, trascorrerà questo tempo da solo.
Isolamento, termine che rimastichiamo da ormai più di due anni è quello a cui de Maistre è costretto.
Per non soccombere alla noia o a qualche forma di paranoia, comincia a scrivere descrivendo la sua condizione come fosse un avventuroso viaggio.
Così intraprende il cammino verso il letto e l’immaginazione descrive altri luoghi, il pensiero tocca altri lidi. I quadri che adornano la camera diventano spazi da occupare.
Bella idea, insomma, ma, sinceramente, ciò che è stato definito «finissimo ed arguto» io l’ho trovato noioso.
de Maistre espone la sua filosofia con un’immagine un po’ infantile:
ognuno ha in sé la Bestia e l’Anima ossia una parte più pratica e razionale e una più sensibile ed emotiva.
Così ci racconta di come distribuisce i compiti della sua giornata a queste due entità (!)
Un po’ dissociato il signore..

Novelle orientali di Marguerite Yourcenar
Vi chiedo scusa: non sto dando il massimo per la squadra ma è veramente un momento, diciamo "contorto" 😌
Però ci sono 💪🏼🌈

Questo periodo mi sta rendendo poco, non riesco più a ritagliarmi il mio tempo per leggere con tranquillità... uffa.
Acrasia wrote: "@Dagio ma che scusa! Allora io? :) Sto facendo il minimo indispensabile, non ho ancora letto il libro di tappa!
Questo periodo mi sta rendendo poco, non riesco più a ritagliarmi il mio tempo per le..."
Mi raccomando la lettura di tappa!!! Piuttosto leggi un librino piccolino piccolissimo, ma ti serve per rimanere in gioco ^^
Questo periodo mi sta rendendo poco, non riesco più a ritagliarmi il mio tempo per le..."
Mi raccomando la lettura di tappa!!! Piuttosto leggi un librino piccolino piccolissimo, ma ti serve per rimanere in gioco ^^

Sì sì, tranquilla capa, ce la faccio! :)

Autore: Stephen Crane
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1895
Numero pagine: 242
Punti: 8
Voto: 6
Eventuali bonus:
Prima di tutto, il titolo mi piace moltissimo!
E dimostra la bravura dello scrittore, perché non solo questa formula così brillante per descrivere una ferita viene usata nel testo ma anche perché il libro è pieno di bellissime descrizioni.
Purtroppo però non mi ha colpito per nulla e, anche se la continua reinvenzione del proprio mito da parte del ragazzo è piuttosto intelligente, la storia è proprio piatta per me. Il finale pro bellico non ha aiutato.
Titolo:Le donne di troppo
Autore: George Gissing
Nazionalità: Uk
Anno di pubblicazione: 1893
Numero pagine: 480
Punti: 18
Voto: 8
Eventuali bonus: 12
Un altro libro con al centro delle proto femministe d'epoca e scritto da un uomo!
Sinceramente sono molto contenta che ci siamo allontanati dal pensiero di Rhoda e Mary, le due socie di una scuola di stenografia per donne, perché tra una che vuole occuparsi dell'indipendenza delle donne, ma solo se di buona famiglia e ineccepibili moralmente, e l'altra che pensa che l'uguaglianza probabilmente non esista, c'è da mettersi le mani nei capelli.
MA! Almeno per quanto riguarda Rhoda, il suo carattere è così interessante che è facile poi essere dalla sua parte e le sue avventure mi hanno presa molto.
Avrei voluto finisse diversamente?
Per certe cose sì, ma riconosco che nessuno sarebbe stato davvero felice in fondo.
Sicuramente la parte più triste e terrificante è la storia di Monica, che da un lato continuerebbe a rovinarsi la salute lavorando come commessa ma dall'altro il suo matrimonio prende una piega inquietante e soffocante già da subito, con un marito che la vuole sotto gli occhi 24/7 e l'infantilizza fino alla morte.
Sono stata piacevolmente stupita da questo libro, davvero non avrei mai detto, ed è una degna chiusura dei 10 libri che contano per la squadra:)

Autore: Charles Willeford
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1984
Numero pagine: 240
Punti: 2
Voto: 2
Eventuali bonus:
Volevo solo leggere un bel noir, qualcosa che andasse giù liscio e senza impegno.
E questo libro prometteva bene, dato tutte le lodi sperticate anche sull'autore.
Invece, nonostante le pochissime pretese, non solo non mi è piaciuto per nulla ma mi ha fatto proprio chiedere se gli altri che hanno recensito ed io abbiamo letto lo stesso libro perché davvero non ci ho trovato nulla di che.
La storia è floscia, i personaggi bidimensionali e il tentativo iniziale di humour praticamente scompare dopo tre pagine.
Non capisco perchè qualcuno dovrebbe continuare la serie di questo detective o in generale leggere un altro romanzo di Willeford in generale.
Titolo: Il potere del cane
Autore: Thomas Savage
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1967
Numero pagine: 303
Punti:3
Voto: 8,8
Eventuali bonus:
Avendo già visto il film, ero curiosa di leggere la versione originale e non ne sono rimasta delusa, anzi!
Prima di tutto, molte scelte della regista trovano un senso nel libro ed è come se il film fosse la storia raccontata da Peter, mentre il romanzo la storia ma dalla parte di Phil.
Davvero un libro splendido e coraggioso per i temi trattati, non avrei mai pensato che fosse stato pubblicato negli anni 60'!
Lo stile è pazzesco ma ancora di più lo sono le descrizioni, che emanano un livello di accuratezza e di attenzione al dettaglio capace solo da chi ha vissuto a lungo in questi luoghi e li ha molto amati.
Ho già un altro libro di Savage da leggere ^.^
Titolo: Colazione da Truman: Incontri con Capote
Autore: Lawrence Grobel
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1984
Numero pagine: 266
Punti: 2
Voto: 8
Eventuali bonus:
Una lunghissima chiacchierata con Capote su tutti gli argomenti possibili, dalla sua infanzia alle sue avventure cinematografiche alla sua dipendenza.
Capote o la sua persona, dato che è stato il primo romanziere a vivere di apparizioni in tv, davvero traspaiono in modo cristallino dalle pagine e mi ha provocato tanto affetto e un po' di pena.
Avrei un sacco di citazioni da aggiungere, ma vi lascio solo questa:
La targa dice che è vietato entrare a piedi nudi o in pantaloncini, o ingozzarsi di panini al burro di arachidi e cose del genere.
Ma il suo avvocato non le aveva consigliato di mettersi un paio di pantaloni?
Mi aveva consigliato di togliermi i pantaloni e andare in un motel insieme a lui!
Titolo: IRL: In Real Life
Autore: Lucy Lennox
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 2019
Numero pagine: 312
Punti: 3
Voto: 7
Eventuali bonus:
Per la gioia di tutti
Questo è molto carino, mi è piaciuto la premessa e le scene hot sono ben scritte.
MA!
Ho due problemi con questo libro, anche se sarebbe meglio dire che uno è più con i romance in generale:
1)perchè la posta in gioco è sempre così alta? Per chiarire, perché ci sono sempre degli elementi incredibilmente tragici in questi libri, quando a)non hanno il tempo per esplorarli, b)non riuscirebbero a farlo coerentemente con la premessa del genere, alias far passare una bella serata leggendo senza complicazioni?
2)sinceramente sono stanca degli uomini che non vogliono attachments e poi si squagliano davanti al primo venuto. O mi date della coerenza o cambiate un po' personaggi, dai.
Titolo: The Crown's Game
Autore: Evelyn Skye
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 2016
Numero pagine: 399
Punti: 3
Voto: 5
Eventuali bonus:
Uno ya dei vecchi tempi, con una promessa buona anche se eseguita in modo claudicante, instalove senza senso e una protagonista Mary Sue come poche.
Davvero un libro scorrevolissimo, anche per i capitoli minuscoli, ma non abbastanza da trattenere il mio interesse, soprattutto per le idee ridondanti (quanti orfani vogliamo avere in un libro?).
Non ho abbastanza interesse per continuare la serie ed assomiglia davvero troppo a The Night Circus
Titolo: Close Range: Brokeback Mountain and Other stories
Autore: Annie Proulx
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1999
Numero pagine: 318
Punti: 3
Voto: 8,5
Eventuali bonus:
Era da un po' che non leggevo racconti e di Annie Proulx ormai mi mancava solo questo volume.
Lo ammetto, leggerlo in inglese non è stato per nulla facile, per i termini tecnici legati alla vita del ranch ma anche perché mi mancava spesso il contesto in cui inserire queste storie, di cui ho spesso cercato l'analisi su internet, che davvero mi ha aperto un mondo e dato una nuova profondità di lettura.
Sono racconti di un'ironia sottile e tagliente, di una brutalità mai sfoggiata ma sempre presente e, sebbene Brokeback Mountain sia la storia più conosciuta e forse anche la migliore, lasciarla per ultima non sarà un peso.

Autore: Donato Carrisi
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 2020
Numero pagine: 400
Punti: 8
Voto: 8,5
Eventuali bonus: punti nazione
Finalmente ho ritrovato il Carrisi che mi fa esclamare ogni volta "Ecco!" oppure "Noooo!!!!", quello dei vecchi tempi.
E' vero che per come scrive, anche se la trama è un po' fiacca, non ci si annoia mai, però c'è da ammettere che ha scritto libri che tengono incollati alle pagine e altri in cui tutto è tirato per i capelli, ma non è questo il caso, qui fino all'ultima pagina come sempre non ho capito un fico secco e ci sono stati un sacco di colpi di scena che riportano alle esclamazioni iniziali :)
Non riesco a raccontare nulla della trama senza spoilerare, quindi non dico niente, basta la sinossi.

Virè: Arsène Lupin ladro gentiluomo e altre storie di Maurice Leblanc
Saturn: Il malinteso di Irène Némirovsky
Susanna: La peste di Albert Camus
Dagio_maya: Novelle orientali di Marguerite Yourcenar
Acrasia: All'ombra delle fanciulle in fiore di Marcel Proust
Martina: Il Sabba. Ricordi di una giovinezza burrascosa di Maurice Sachs

Autore: Herman Melville
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1853
Numero pagine: 117
Punti: 6
Voto: 9
Eventuali bonus: 3/4 di 4/4
Devo ammettere che mi è sfuggito l'umorismo di questo libro, ho trovato Bartley una figura tragica, l'arrendersi a tutto, la rinuncia, il non voler più far parte di questo mondo e di questa umanità. Malinconico .
Titolo: Il padrone delle ferriere
Autore: Georges Ohnet
Nazionalità: FRA
Anno di pubblicazione: 1882
Numero pagine: 372
Punti: 14
Voto: 7
Eventuali bonus:
Un affresco delizioso, un romance che oltre alla storia di amori e vendette ci mostra l'evoluzione della società francese, il passaggio dalla nobiltà alla borghesia industriale, chi rimane fortemente ancorato a privilegi ormai sul viale del tramonto e chi invece più lungimirante si apre al nuovo

Virè: Arsène Lupin ladro gentiluomo e altre storie di Maurice Leblanc
Saturn: Il malinteso di Irène Némirovsky"
per me La peste di Albert Camus

Virè: Arsène Lupin ladro gentiluomo e altre storie di Maurice Leblanc
Saturn: Il malinteso di Irène Némirovsky
Susanna: La peste di ..."
Il mio libro per la prossima tappa sarà
Novelle orientali di Marguerite Yourcenar
(Messaggio 210)

Titolo: L'opera
Autore: Émile Zola
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1886
Numero pagine: 380
Punti: 14
Voto: 10
Eventuali bonus: 1/4 (Francia)
Mi spiace di non scrivere un commento approfondito anche se lo farò sicuramente più avanti ma - come già detto nelle altre sfide- il Gdl è ancora in corso, anzi qualcuno deve ancora cominciare il libro 🤭
E 'il quattordicesimo romanzo del Ciclo dei Rougon- Maquart nel suo ordine di pubblicazione ed anche in quello indicato dallo stesso Zola e che stiamo seguendo nel nostro Gdl.
Ognuno di questi romanzi ha come protagonista un componente della famiglia ed esplora un determinato ambiente.
Qui seguiamo la carriera di Claude Lantier e con l'occasione Zola ci mostra croci e delizie del mondo artistico.
Un romanzo pieno di passione...
Veramente mi chiedo perchè sia considerato un romanzo minore: incredibile!
Poi la votazione che metto parla da sola (La Citty, mi spiace spero che non ti crei aspettative che poi saranno deluse 😬🤞🏼)

Autore: Goliarda Sapienza
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 1976
Numero pagine: 552
Punti: 11
Voto: 9
Eventuali bonus: GAME 10
Commento
Le vie del desiderio sono infinite
La vita di Modesta, nata in una famiglia poverissima e disagiata, è una lotta alla ricerca della felicità e della pienezza della vita. Per uscire da un destino che sembra segnato deve uccidere le catene che la inchiodano a una vita arida e di miserie. Così la famiglia, la religione, le differenze di classe, la standardizzazione nei rapporti sociali e fra i generi, tutto cade sotto la falce di Modesta che afferma ogni giorno, costantemente, il suo diritto alla libertà e alla gioia, il diritto di godere ogni momento libera dai vincoli che la società le impone. Modesta è affamata di parole, di conoscenza, di amore, di amicizia. Questo ritratto intimo scava nella sua essenza, mette a nudo tutti i suoi pensieri e con essi anche un pezzo di storia italiana, gli anni turbolenti della prima metà del Novecento.
Il romanzo è denso e intenso, pieno di riflessioni e si potrebbe sviscerare rigo per rigo.
Particolari nello stile, nei dialoghi si trovano alcune delle sue parti più riuscite. Indimenticabili infatti sono quelli con Carmine, i due Carlo della sua vita e i divertenti scambi con Nina.

Novelle orientali di Marguerite Yourcenar
(Messaggio 210)..."
Scusa @Dagio, me l'ero perso anche se a quel messaggio ti avevo anche risposto. Ma ce la posso fare... ^^
Io invece leggerò All'ombra delle fanciulle in fiore di Marcel Proust
Manca solo Martina, o forse l'ha dichiarato e mi sono persa anche questo??

Autore: Carolina Invernizio
Nazionalità: ITA
Anno di pubblicazione: 1889
Numero pagine: 95
Punti: 2
Voto: 7
Eventuali bonus: 4/4
Non so davvero come definire questo libro, forse barocco. Amore eterni, malvagità, onore perduto e riscattato, vendetta, nobiltà d'animo c'è tutto e portato all'eccesso. Oggi si direbbe un trash-cult.
Ah! non vuoi più cadermi ai piedi- esclamò- eppure lo farai, per spirarvi l'anima tua nefanda.

Autore: Scarlett Thomas
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 2019
Numero pagine: 256
Punti: 2
Voto: 7
Eventuali bonus:
Questo libro avrebbe dovuto essere più lungo di 300 pagine almeno, perché Thomas ha idee davvero interessanti e uno stile incredibile, soprattutto nelle prime pagine, ma è come se a un certo punto si fosse stufata e abbia deciso di chiuderla lì, spiegando il mistero in modo poco chiaro, concludendo filoni senza un minimo di grazia e finendo con una conclusione che non ha tanto senso.
E comunque ho dato 7 perché davvero mi ha tenuta incollata alle pagine e perché è una scrittrice incredibile, nonostante tutto.

Titolo: Jack
Autore: Marylinne Robinson
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 2020
Numero pagine: 319
Punti: 12
Voto: 6
Eventuali bonus: 10 (Secondo Libro Game- Voci di Donne)
"E quello era di gran lunga il ladrocinio piú grandioso che Jack avesse mai commesso,
lo scaltro furto della felicità nientemeno che dalle grinfie del divieto."
"Jack" è il quarto romanzo delle serie che la scrittrice americana Marylinne Robinson ha ambientato nella cittadina immaginaria di Gilead negli anni '50.
Un inizio in media res che non mi ha ben predisposto.
Lui – Jack- ha fatto qualcosa di sbagliato;
"Camminava quasi al suo fianco, arretrato di due passi. Senza guardarsi indietro lei gli disse: – Non ho intenzione di rivolgerle la parola.
– Capisco perfettamente.
– Se capisse perfettamente non mi seguirebbe.”
Lei è furiosa ma dai modi gentili.
Cosa ha fatto Jack?
Bisogna ricavarne qualcosa dal dialogo serrato tra i due e quando sembra di aver afferrato qualcosa, la scena cambia.
I due si trovano casualmente di notte chiusi dentro ad un cimitero.
Una situazione imbarazzante anche perché siamo in quell’America di provincia che poco perdona chi esce dal seminato.
Jack, infatti, è bianco.
Delia (questo è il nome della donna) è nera.
E non solo:
”È assurdo che la figlia di un ministro del culto, un’insegnante di liceo, una giovane donna con delle ottime prospettive per il futuro, bazzichi un barbone incallito, inveterato”
Entrambi figli di predicatori ma di due chiese differenti:
il padre di Jack, presbiteriano: il padre di Delia metodista.
Insomma, tutto sembra mettersi in mezzo per tenerli separati.
I due si tastano con parole che cercano di nascondere le reciproche paure e il timore più grande diventa realtà: s'innamorano a dispetto di ogni legge che si arroga il diritto di vietare i loro sentimenti.
Jack è un personaggio affascinante nella misura in cui si colloca s’un terreno che scavalca lo steccato.
Jack non è un ribelle che rifiuta il posto che la società assegna; semplicemente è incapace di occupare luoghi e ruoli stabili.
La scrittura della Robinson è meravigliosa ma, per quanto mi riguarda, qualcosa non ha funzionato.
Il fatto è che mi sono sentita un’estranea tirata in mezzo a discorsi che non mi appartengono.
Forse Jack avrei dovuto conoscerlo prima leggendo “Casa”?
Non so se sia stato questo ma sicuramente la mia lettura ha sofferto la mancanza di coinvolgimento.

Autore: Charles Baudelaire
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1857
Numero pagine: 273
Punti: 10
Voto: 8,5
Eventuali bonus: -
Parto dal titolo che esprime perfettamente l'intento dell'autore: parlare del Male tramite la bellezza della poesia, quella bellezza che solo l'arte sa realizzare; il male legato al degrado e alla volgarità della società contemporanea, alla corruzione del mondo, contrapposto all'attaccamento alla vita che solo le parole riescono ad esprimere.
Quest'opera venne condannata per oscenità e oltraggio alla morale parlando della vita degradata della città, del desiderio di fuga nell'alcol e negli amori distruttivi; la condanna arrivò anche per offesa alla religione: già dalla poesia XVI "Castigo de l'Orgoglio" Baudelaire si rivolge a Gesù chiamandolo meschino e dandogli del ridicolo, fino ad arrivare alla poesia CXVIII "Il rinnegamento di San Pietro" in cui esprime la ribellione contro Dio che è descritto come malvagio che si sazia dei singhiozzi dei martiri e dei giustiziati. L'autore compatisce Gesù che è stato abbandonato alla sofferenza.
Al posto di chiedere pietà a Dio per la propria miseria, il poeta si rivolge a Satana, padre adottivo e consolatore di tutti quelli cacciati dal Paradiso Terrestre. Gloria e lode a te, Satana, ne le altezze del Cielo ove regnasti e ne le profondità dell'Inferno dove vinto sogni in silenzio! Fa che l'anima mia riposi un giorno presso di te sotto l'Albero de la Scienza, ne l'ora in cui, come un nuovo Tempio, i suoi rami si stenderanno su la tua fronte!
Fino ad arrivare al rifiuto totale del mondo attraverso la morte consolatrice, la speranza più grande e l’ultima illusione per fuggire dal male di vivere, nelle tenebre che accolgono. Ed il mio cuore si spaventò d'invidiare molti infelici che corrono con ardore a l'abisso spalancato, e che ubriachi del proprio sangue, preferirebbero infine il dolore alla morte e al nulla l'inferno!
Nella prima parte, Spleen e Ideale, Baudelaire passa dalla celebrazione della Bellezza, per la quale le poesie XVII e XXI sono esemplari, dove i profumi si mescolano alle parole, all'Alchimia del dolore (LXXXI) in cui i toni si fanno più cupi, dichiarando la propria infelicità di poeta maledetto.
Nella sezione Quadri di Parigi compare il tema della follia che è un mezzo per perdersi e allontanarsi dalla volgarità della città che è sinonimo di corruzione; il poeta critica la società borghese industriale a cui contrappone uno stile di vita all'insegna della sregolatezza, celebrando anche tutte quelle persone ai margini della società (i vecchi, le prostitute, i mendicanti...) senza però attribuire al suo concetto di poesia qualsiasi intento civile o morale, in quanto si tratta di poesia pura, libera, piena di suggestioni e simboli.
Nella terza sezione Baudelaire parla del vino, dell’alcol, della dissolutezza come unici mezzi per mettere a tacere la sua disperazione e l'ode che ne fa è magistrale! Per affogare il rancore e cullare l'indolenza di tutti questi vecchi maledetti che muoiono in silenzio, Dio, preso dal rimorso, aveva fatto il sonno; l'Uomo vi aggiunse il Vino, figlio sacro del Sole
Potrei parlare per ore di queste poesie, ma mi rendo conto che sarebbe impossibile scrivere tutto quello che mi sono appuntata mentre leggevo, per esempio la poesia CII sul sogno e il deludente risveglio, ma quanto è bella!
... e riaprendo i miei occhi pieni di fiamme vidi l'orrore del mio tugurio, e sentii rientrando nell'anima mia la punta de li affanni maledetti; la pendola dei funebri accenti suonava brutalmente il mezzogiorno ed il cielo versava tenebre su questo triste mondo intorpidito.
Concludo con l'"Epigrafe per un libro condannato" in cui Baudelaire si rende conto di aver scritto un'opera scomoda: Lettore pacifico e bucolico, sobrio ed ingenuo uomo dabbene, getta questo libro saturnino, orgiaco e malinconico. Se non hai fatto il tuo corso di rettorica presso Satana, lo scaltro decano gettalo! non vi comprenderesti nulla o mi crederesti isterico. Ma se senza lasciarsi fascinare l'occhio tuo sa scrutare ne li abissi, leggimi per imparare ad amarmi; anima curiosa che soffri e vai cercando il tuo paradiso, compiangimi! se no, ti maledico!

Autore: Thomas Savage
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1977
Numero pagine: 265
Punti: 2
Voto: 6,5
Eventuali bonus:
Da un lato Savage è di sicuro un buon autore, dall'altro la storia della sua famiglia darebbe da vivere a 7 o 8 romanzieri.
La regina delle greggi (il titolo originale è molto più poetico e calzante, dato che la nonna non è poi così centrale) non esce bene dal confronto con Il potere del cane, perché la storia non sembra aver una struttura coesa e coerente, dato che si salta da un narratore in prima persona (che è Savage stesso, dato che la vicenda è per lo più autobiografica) a Amy per tornare indietro nel tempo, raccontare di Emma e della sua prole, e tornare nel presente di nuovo.
Insomma, non si capisce cosa Savage volesse raccontare, se la storia della sua famiglia, con parenti che darebbero del filo da torcere a quelli della Casa degli spiriti per originalità, o dello scoprire dopo 20 anni una sorella di cui non si sospettava nemmeno l'esistenza.
Sicuramente non è stato un libro facile da scrivere, la vita di nessuna di quelle persone è stata tranquilla e felice, però mi ha lasciato un po' perplessa.
Sicuramente da leggere prima e non dopo Il potere del cane.

Autore: Arthur Rimbaud
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1873
Numero pagine: 170
Punti: 6 tappa
Voto: non so ^^' - 6
Eventuali bonus: /
Commento
Io mi credo all'inferno, quindi ci sono.
Questi componimenti hanno rappresentato per me un notevole grado di difficoltà. Le raccolte Poesie e Ultimi versi sono le più agevoli e in esse traspare tutto il carattere di Rimbaud che guarda alla vita con uno sguardo aspro, disilluso, cinico e sarcastico. Prende in giro tutti i canoni classici della poesia, il suo tono è sprezzante e amaro. Nel poema in prosa Una stagione all'inferno viene fuori il suo malessere nei confronti della società e il conflitto che ingaggia col mondo che lo circonda. La raccolta Illuminazioni è fra le cose più ostiche che mi sia capitato di leggere. Solo brevi squarci riuscivano a illuminare la prosa di questi componimenti, che sono volutamente asintattici e spesso enigmatici. Raramente riuscivo a capire di cosa stesse parlando il poema che leggevo. La difficoltà di accedere alle note di questo ebook non ha aiutato, dato che le note erano poste a piè delle pagine in francese e non della traduzione.

Titolo: Il tulipano nero
Autore: Alexandre Dumas
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1850
Numero pagine: 240
Punti: 8
Voto: 7
Eventuali bonus: LIBRO TAPPA
Qui il commento
Titolo: Il mistero del Treno Azzurro
Autore: Agatha Christie
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1928
Numero pagine: 216
Punti: 8
Voto: 7
Eventuali bonus: LIBRO GAME
Qui il commento
Titolo: Dietro la maschera
Autore: A.M. Barnard
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1866
Numero pagine: 168
Punti: 6
Voto: 7,5
Eventuali bonus: LIBRO GAME
Qui il commento
Titolo: Ventimila leghe sotto i mari
Autore: Jules Verne
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1870
Numero pagine: 444
Punti: 16
Voto: 8
Eventuali bonus: 4x4
Un romanzo che mi ha davvero deliziato. Contrariamente al Giro del mondo in 80 giorni, che ho letto e riletto da bambina e di cui ho visto edizioni televisive e cinematografiche, di questo romanzo non ricordavo nulla, per cui ne ho goduto fino in fondo la lettura. Verne non ha uno stile particolare, semplicemente scrive in modo oltremodo scorrevole; ha invece un'indubbia capacità di inventare storie incredibili e di farne protagonisti dei personaggi particolari e costruiti in maniera magistrale. Tanti sorrisi mi ha strappato l'incontro con il capitano Nemo, uomo ancora più interessante e divertente del mio amato Mister Fogg.
Titolo: Lo strano caso del Dr. Jekyll e del Sig. Hyde
Autore: Robert Louis Stevenson
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1886
Numero pagine: 126
Punti: 4
Voto: 7,5
Eventuali bonus:
Qui il commento
Titolo: Uno studio in rosso
Autore: Arthur Conan Doyle
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1887
Numero pagine: 168
Punti: 6
Voto: 7
Eventuali bonus:
Qui il commento
Titolo: La pietra di luna
Autore: Wlkie Collins
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1868
Numero pagine: 555
Punti: 22
Voto: 6
Eventuali bonus:
Un bel giallo che però non ho apprezzato fino in fondo. Forse a causa di una lettura divisa in piccole parti, a volte distanti tra loro, o semplicemente a causa del periodo, sento di non essere riuscita ad immergermi in questo romanzo. Mi ha lasciato un po' l'amaro in bocca, l'inizio mi era piaciuto, ma poi mi sono persa nel racconto. Lo stile, come osservato da qualcuno è tipico dell'epoca vittoriana, ma proprio per questo l'ho trovato adatto più ad un romanzo d'amore che non ad un giallo. Ritenterò con qualche altra opera dello stesso autore, curiosa di scoprire se magari darò un giudizio diverso
Titolo: L'importanza di essere onesto
Autore: Oscar Wilde
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1895
Numero pagine: 192
Punti: 6
Voto: 8
Eventuali bonus:
Qui il commento

Autore: Douglas Preston, Lincoln Child
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1995
Numero pagine: 378
Punti: 7
Voto: 9
Eventuali bonus:
Suntuoso! Certo è un thriller con una buona dose di fantascienza e di soprannaturale, però coinvolge e tiene viva l'attenzione fino alla fine. Unico neo del peraltro ottimo Pendergast (view spoiler) pecca imperdonabile dal mio punto di vista
Titolo: William Killed the Radio Star
Autore: Pietro Gandolfi
Nazionalità: ITA
Anno di pubblicazione: 2014
Numero pagine: 204
Punti: 2 ( 11° libro)
Voto: 6
Eventuali bonus:
Lunghissima premessa per entrare nel vivo, indizi lasciati qua e là che non portano a nulla, richiami ad altri libri. Parte centrale splatter e finale intrigante. Comunque uno scrittore da tenere d'occhio.

Titolo: I tre giorni di Pompei
Autore: Alberto Angela
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 2014
Numero pagine: 490
Punti: 9
Voto: 8
Eventuali bonus: nazione in gara
E' stata dura perchè la quantità di dettagli è impressionante e ha rallentato molto la lettura, però Alberto Angela ha questo modo elegante e delicato di raccontare e far rivivere le situazioni che ci si perde nella narrazione.
Per tre quarti del libro ci fa conoscere e seguire alcuni personaggi di Pompei e Ercolano, descrive come vivevano, come facevano il pane, come si truccavano, che gioielli usavano... ci fa visitare diverse residenze: la Casa del Poeta Tragico, la sfarzosa Casa del Fauno, la casa dei Vettii: due liberti che si sono arricchiti e che hanno decorato in modo pacchiano la loro abitazione, stravolgendone l'originaria bellezza per renderla più funzionale.
L'autore ci porta lungo le strade della città di Pompei, ci fa entrare nelle diverse botteghe... è impressionante come si è riusciti a ricostruire tutto nei minimi particolari, grazie alle "testimonianze" dei vari reperti ritrovati.
Tutto ciò avviene all'ombra del Vesuvius, che non è la montagna che vediamo oggi, ma si trattava al massimo di un altopiano con una punta, il monte Somma, che è ancora visibile oggi alla sinistra del cratere.
Ci sono state parecchie avvisaglie che avrebbero fatto presagire quanto è successo: i vari terremoti, l'assestamento delle case i cui infissi facevano fatica ad aprirsi, la mancanza dell'acqua per la rottura dell'acquedotto e delle tubature, gli animali che se ne vanno e i pesci che muoiono nel mare per via delle bolle sulfuree, ma certo è facile parlare col senno di poi...
Pompei era una città in emergenza e non così godereccia come si pensa, le case erano in continua ristrutturazione per via delle continue scosse.
Ercolano invece è descritto come un piccolo paese a picco sul golfo di Napoli dove vivono perlopiù pescatori. Le case sono piccole e molto affrescate e i liberti sono più raffinati, hanno più stile e ostentano il loro nuovo status senza volgarità.
Qui è situata la famosa Villa dei Papiri e nelle campagne ci sono molte Ville rustiche, case di campagna dove si producevano olio e vino.
Poi da pag. 323 tutto precipita. Si passa da pagine in cui la tensione dell'attesa delle ultime ore prima di ciò che noi sappiamo che sta avvenendo, a pagine in cui tutto esplode con un ritmo concitato e frenetico del panico e dell'agitazione. E la lettura ne ha guadagnato perchè l'adrenalina era talmente alta che non ci si poteva staccare.
Sconvolgente leggere dell'attimo in cui si decide chi si salverà e chi soccomberà in base ad una scelta fatta seguendo l'istinto, se fuggire o ripararsi in casa. Sempre grazie a quanto emerso dagli scavi si è riusciti a ricostruire gli ultimi comportamenti della gente, chi si è attardato è perchè ha voluto salvare i propri averi e purtroppo non ce l'ha fatta.
Nelle ultime pagine è descritta con precisione scientifica l'eruzione vulcanica, la colonna di fumo che si erge per chilometri sopra il Vesuvio e la corrente piroclastica che ne deriva, quella nube ardente che ha dato una morte immediata, oltre alla pioggia di lapilli e massi che invece distruggono le case seppellendo chi c'è dentro.
Un racconto da pelle d'oca, intenso e appassionante (soprattutto alla fine) ma soprattutto interessante per me che conoscevo molto superficialmente come si sono svolti i fatti.
Ora non mi resta che visitare questi luoghi con quel rispetto che anche Alberto Angela più volte nel libro ha chiesto di portare a questi corpi che sono stati persone e che hanno sofferto tantissimo.

Titolo: Le miniere di re Salomone
Autore: H. Rider Haggard
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1885
Numero pagine: 279
Punti: 10 tappa
Voto: 7
Eventuali bonus:
Commento
Questo libro mi ha ispirato sentimenti contrastanti. Dal punto di vista narrativo è davvero ben scritto, è un perfetto libro d'avventura scorrevole e avvincente, e che ha il merito di aver creato molti tòpos della letteratura d'avventura. Però è comunque figlio del suo tempo... Pur non essendo apertamente razzista, il punto di vista del narratore è inevitabilmente bianco e colonialista. E maschilista of course...
Ci sono molti cliché, come il mito del guerriero africano bello e imponente, totalmente sottomesso all'autorità e che in battaglia non conosce paura. Oppure l'indigena bellissima che si getta ai piedi del suo salvatore bianco. Inoltre si vede che il protagonista è genuinamente affascinato dal popolo che incontra, i Kukuana, ma comunque non smette di trattarli con condiscendenza e questo è certamente fastidioso.
Poi però ci sono delle frasi che colpiscono come lampi.
Dopo capitoli di battaglie ed esaltanti scontri fra guerrieri ecco che ti spiazza:
Era straziante stare sdraiato e ascoltare le loro grida per coloro che non sarebbero mai tornati; e mi fece capire tutto l'orrore di quello che era stato fatto quel giorno per favorire l'ambizione dell'uomo.
E anche se scrive cose come:
Le donne sono donne, in tutto il mondo, qualunque sia il loro colore.
Dice anche:
Molti vengono uccisi, infatti, ma le donne rimangono, e altri cresceranno presto per prendere il posto dei caduti
E ti rendi conto che, ti piaccia o no, Haggard fotografa una realtà che è valida ancora oggi. Perché gli uomini vanno in guerra e dopo la distruzione sono le donne a raccogliere i cocci e a cercare di ricostruire quello che è rimasto.
Anche se la storia inizia come un'avventura alla ricerca di una leggendaria miniera di diamanti, l'avidità è tutt'altro che esaltata all'interno del romanzo. Se ne fa anzi un continuo difetto dei bianchi a cui piacciono le pietre luccicanti più di ogni altra cosa.
Mi è rimasta anche molta tristezza da un aspetto della lettura che mette in contrapposizione due realtà giudicate, forse a ragione, incompatibili ovvero la vita rurale e guerriera delle tribù indigene con il concetto di civiltà degli europei. Due realtà destinate o a scontrarsi o nel migliore dei casi a ignorarsi a vicenda, e sappiamo come è andata...

Squadra francese
Titolo: Non ce lo dicono: Teoria e tecnica dei complotti dagli Illuminati di Baviera al Covid-19
Autore: Errico Buonanno
Nazionalità: Italia
Anno di pubblicazione: 2021
Numero pagine: 270
Punti: 2
Voto: 8
Eventuali bonus:/
Il virus della paranoia
Mentre leggevo questo libro non sapevo se ridere o piangere.
Nel dubbio ho fatto entrambe le cose.
La miriade di cazzate che può partorire la mente umana non può, infatti, non far crepare dal ridere. Il problema è quando ci si rende conto di quanta gente viva in allucinanti paranoie.
Il libro di Buonanno fa una disanima molto attenta di varie teorie complottistiche.
Da subito colpisce la radice di alcune idee che crediamo completamente contemporanee ed invece non sono altro che nuove versioni di pensieri deliranti vecchi anche di qualche secolo.
Ogni nuova ricetta si applica su uno schema consolidato.
Innanzitutto, chi parla divide il mondo tra un Noied un Loro; una divisione fondamentale per chi legge l’esistenza in modalità manichea.
”Il complottismo non è altro che un’interpretazione forzata di alcuni eventi reali, che spesso si basa su uno scambio tra la causa e l’effetto.”
A seconda dei tempi nascono nuovi nemici, meglio se appartenenti ad una minoranza che gente odia già
Attenzione, però. chi si fa coinvolgere non cambierà idea. Per ogni cospirazione c’è infatti sempre una prova scientifica e prove di ogni genere.
Mi chiedo: come vivrà una persona che legge gli eventi contemporanei come una continua minaccia?
Come si può vivere serenamente pensando in continuazione che dietro ad ogni cosa si celi la decisione di governi occulti che vogliono distruggere e/o manipolare la Verità e l’Umanità?
Addirittura i cambiamenti climatici non sono altro che messa in scena organizzata per terrorizzarci o per arricchire le industrie green.
Io non potrei vivere con quest’ansia.
Oltretutto se penso a quelli che credono ai Rettiliani mi si risvegliano le paure infantili di quando guardavo V- Visitors...
Comunque non si salva nessuno: provate a googlare “teletubbies messaggi subliminali “; provate anche con i Puffi, Dragon Ball!!!
Veramente è incredibile.
Come è possibile complicare così tanto un mondo già di per sé complicato?
"Nulla è vero, tutto è artefatto. Perché il potere, costantemente, ci mente; perché viviamo in un gigantesco Matrix, in cui agenti in nero vogliono distrarci, mentirci, soggiogarci. Non sono vere le opere d’arte: c’è chi afferma, per esempio, che il David di Michelangelo non sia altro che un uomo pietrificato grazie a tecniche speciali, anche se nessuno vuole rivelarcelo."
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Squadra francese
Titolo: Donne difficili. Storia del femminismo in 11 battaglie
Autore: Helen Lewis
Nazionalità: GB
Anno di pubblicazione: 2020
Numero pagine: 447
Punti: 4
Voto: 8
Eventuali bonus:/
Non dovete chiedere per favore.
Potrete essere difficili senza che nessuno vi dia della difficile
Essere donna non significa essere femminista.
Essere femminista non significa essere perfette (e ci mancherebbe!).
Così la Lewis vuole ricondurre alcune figure emblematiche ed il movimento stesso ad una dimensione meno epica e più umana.
Troppo spesso le macchie sono state candeggiate ed necessario restituire un’immagine più veritiera, ossia quella che ci racconta di personalità complicate e, a volte, contraddittorie, insomma non certamente monocromatiche.
Donne arrestate, torturate, denigrate per aver portato avanti le loro idee ma le stesse donne hanno ristretto il campo al loro vissuto oppure hanno radicalizzato e/o escluso gli altri punti vista.
Attenzione, le 11 battaglie annunciate nel titolo hanno tutte come protagoniste donne inglesi ciò non toglie che le tematiche siano assolutamente transnazionali.
Nello specifico si parla di:
divorzio
voto
sesso
gioco (sportivo)
lavoro
sicurezza
amore
istruzione
tempo
aborto .
Molte domande rimangono senza risposta.
Molte problematiche insolute.
La questione femminile è ancora aperta e, per di più, tormentata dalle continue polemiche, divisioni che hanno nel tempo solo i detrattori facendo spesso fare dei passi da gambero al movimento.
Helen Lewis, è una scrittrice e giornalista britannica con una brillante carriera ci parla degli attacchi che lei stessa ha subito.
Lo racconta, a mio avviso, senza voler fare la vittima ma con il chiaro intento di far capire il pericolo amplificato dalla rete della diffusione dell’odio.
In ogni caso, essere difficile, in fin dei conti, è una prerogativa del movimento femminista stesso.
“Uccidere l’angelo del focolare”, come scrisse Virginia Woolf (a sua volta citando una vecchia poesia inglese), vuol dire scontrarsi con immagini del femminile talmente calcificate che non possono essere demolite se non con la forza.
Seppure la storia del movimento racchiuda anche questo, non è un richiamo alla violenza fisica quello che si intende ma alla forza verbale ed intellettuale; alla capacità di risultare persone problematiche pur di rendere visibili le ingiustizie.
Le donne devono combattere quella che Lewis chiama «la tirannia della gradevolezza» perché questa è una prerogativa (cioè essere gentili, piacevoli ecc.) che viene considerata innata nelle donne.
Beh, non è così.
Così come non è reale pensare che le donne che si sono spese nelle battaglie sociali e politiche siano donne che devono piacere per forza.
Insomma:
”La donna difficile non è sgarbata, gretta o cattiva. E’ solo decisa a fare la problematica se la situazione lo richiede; l’esigente se la circostanza lo vuole e l’ostinata se qualcuno prova a raggirarla. Non le importa un fico secco se “si è sempre fatto così”. E’ insensibile all’idea che per le donne sia “naturale” agire in un certo modo o rassegnarsi a uno status inferiore.”

Titolo: Il ritratto di Dorian Gray
Autore: Oscar Wilde
Nazionalità: UK
Anno di pubblicazione: 1890
Numero pagine: 250
Punti: 10
Voto: 8
Eventuali bonus:
Non ricordavo molto di questo romanzo ed è stato un piacere rileggerlo. Lo stile di Oscar Wilde è incredibile, riesce a criticare la società e l'uomo con battute sferzanti ed osservazioni pungenti da rimanere a bocca aperta, soprattutto se si pensa al periodo in cui ha scritto. Nonostante sia un romanzo è ricco di dialoghi e mi è sembrato di leggere quasi un testo teatrale, veloce, scorrevole, dinamico...ed assolutamente affascinante.
Titolo: Pompei
Autore: Robert Harris
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 2004
Numero pagine: 296
Punti: 5
Voto: 6
Eventuali bonus:
Un giallo ambientato poco prima dell'eruzione del Vesuvio del 79 a.C., quando proprio nella zona a me familiare di Napoli, Baia, Pompei e della campania in generale. Improvvisamente inizia a scarseggiare l'acqua, la poca che c'è inizia a sapere di zolfo e c'è un'atmosfera strana, dovuta anche alla sparizione dell'aquarium, ovvero di colui che si occupava degli acquedotti. Il suo sostituto inviato da Roma si trova a dover risolvere la situazione, mentre si interroga su cosa possa essere successo al suo predecessore. Non sono amante di libri storici ambientati nell'antica Roma, ma proprio per questo mi ha fatto piacere leggere qualcosa ambientato in questo periodo storico, ancor di più perchè ambientato in territori a me noti. Non essendo esperta non voglio spingermi a dire cose non vere, ma qui e là mi è sembrato di incorrere in qualche imperfezione. Nonostante questo ho apprezzato l'atmosfera e le ambientazioni descritte. Il caso l'ho trovato interessante, ma non tanto da tenermi incollata alle pagine.
Lo stile è scorrevole, a volte un pizzico troppo descrittivo; a volte ho avuto l'impressione che l'autore volesse allungare per tenere sulle spine il lettore, ma per quanto mi riguarda senza riuscirci.

Squadra francese
Titolo: Novelle orientali
Autore: Marguerite Yourcenar
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1938
Numero pagine: 120
Punti: 4
Voto: 8,5
Eventuali bonus: 1/4 (Francia)
"Quando Genji il Rifulgente,
il più grande seduttore che mai abbia stupito l’Asia,
ebbe raggiunto il suo cinquantesimo anno,
si accorse che bisognava cominciare a morire."
-L’ultimo amore del principe Genji
Dieci novelle che dalla Cina viaggiano nei Balcani e poi in Grecia, India e Giappone.
Nomi, usanze paesaggi differenti ma atmosfere comuni che mettono in scena il confine tra la vita e la morte.
(view spoiler)

"Tu mi hai mentito, Wang-Fô, vecchio impostore: il mondo non è che un cumulo di macchie confuse, proiettate sul vuoto da un pittore folle, e continuamente cancellate dalle nostre lacrime. Il regno di Han non è affatto il più bello dei regni, e io non sono l’Imperatore. Il solo impero sul quale valga la pena di regnare è quello in cui penetri tu, vecchio Wang, attraverso la via delle Mille Curve e dei Diecimila Colori."
Così l'Imperatore si rivolge a Wang-Fô prima della sua condanna a morte.
I confini tra realtà e immaginazione esistono solo se lo vogliamo.
Chi sa lasciarsi andare potrà abbandonare i confini della ragione e vivere una favola rendendola leggenda.
Chi non si limita a guardare ma sa vedere ha il potere della vera vita.
Marguerite Yourcenar, le cui opere, hanno spesso messo al centro la Storia, qui si dedica a cesellare le memorie orali che ogni popolo conserva.
Il suo è un lavoro di vero e proprio artigianato dove ogni parola è rifinita ed incastrata in immagini che lasciano senza fiato (almeno a me).
" – Raccontatemi un’altra storia, mio vecchio amico, disse Philip lasciandosi cadere pesantemente su una sedia. Davanti a questo mare ho bisogno di un whisky e di una storia... la storia più bella e meno vera che sia possibile, capace di farmi dimenticare le menzogne patriottiche e contraddittorie di quei giornali che poco fa ho comprato sulla banchina."
Il latte della morte["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>["br"]>

Squadra francese
Titolo: L'uomo che fu Giovedì
Autore: G.K. Chesterton
Nazionalità: GB
Anno di pubblicazione: 1908
Numero pagine: 227
Punti: 8
Voto: 4,5
Eventuali bonus: 2/4 (GB)
Chiudo il libro un po’ perplessa.
Che chiave di lettura dare a questa storia che scivola inesorabilmente nel grottesco virando, nel finale, in una digressione metafisica?
Noto per la serie di romanzi con protagonista Padre Brown ( o forse più popolare, in Italia, ne è stato lo sceneggiato interpretato da Renato Rascel), Gilbert K. Chesterton (1874-1936) è stato un autore con una produzione varia e di spessore più di quanto si possa comunemente pensare.
Scorrendo la sua bibliografia, infatti, si notano molti scritti di economia, politica e filosofia.
Un personaggio particolare:
convertitosi al cattolicesimo, anti socialista ma propulsore di un movimento chiamato “distributismo” (https://it.wikipedia.org/wiki/Distrib...).
Idee bizzarre le sue come quella in cui si spiega l’avversione al movimento delle suffragette (!!!)
(view spoiler)
Pubblicato nel 1908, L'uomo che fu Giovedì, è un breve romanzo di natura bizzarra.
Tutto comincia nel quartiere londinese di Saffron Park dove aleggia un atmosfera fantastica:
” Chi entrava nella sua atmosfera sociale aveva l'impressione di entrare nel copione di una commedia .
Questo attraente senso d'irrealtà pesava su di esso in special modo al cader della notte, quando i tetti bizzarri si stagliavano contro l'ultimo rossore del tramonto e tutto quel pazzo villaggio pareva lontano e separato come una nuvola passeggera.”
In questa scenografia Lucian Gregory, poeta dai capelli rossi, di credo anarchico, incontra Gabriel Syme.
I due intraprendono una vivace discussione finché Gregory decide di svelare il suo segreto.
Così i due si ritrovano nel covo anarchico dove sta per avere luogo la riunione del Consiglio Supremo.
Ma ecco che Syme si rivela come agente di Scotland Yard arruolato proprio in un’Unità anti anarchica.
Legato da un giuramento, il poliziotto non solo assiste alla riunione sediziosa, dove i partecipanti si celano dietro ai nomi della settimana, ma ne rimane coinvolto..
Un susseguirsi di fitti dialoghi per un’edizione che vanta una nuova veste grafica ma una traduzione a cui non si mette mano sicuramente da decenni.
Se inizialmente mi sono fatta qualche risata, mano a mano che si calano le maschere si degenera a tal punto da perdere orientamento.
Da sogno a vero e proprio incubo...
(sarebbero ⭐⭐e ½)

Autore: Chuck Palahniuk
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 2005
Numero pagine: 414
Punti: 8
Voto: 9
Eventuali bonus:
4 e 1/2 Palahniuk al suo meglio, terribile nelle descrizioni, stupendo nel racconto degli orrori che ognuno porta dentro, ambientazione da Gran Guignol e forse omaggio a 10 piccoli indiani, dovrebbe essere un fumetto di DYD. Unico difetto è che avrei voluto sapere di più, ma lì è il tocco del genio.

Autore: Irène Némirovsky
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1926
Numero pagine: 190
Punti: 6 tappa
Voto: 8,5
Eventuali bonus: /
Commento
L'amore... doveva essere una sensazione di pace, di calma, di infinita serenità... L'amore, quello doveva essere un riposo... se mai esisteva...
Il malinteso è la storia di due persone che si incontrano, forse si amano, provano a intrecciare le loro vite, ma senza mai riuscire a conoscersi veramente. Ognuno cerca attraverso l'altro di riempire un vuoto che si porta dentro. Così la loro mente plasma l'immagine che ha del partner per farlo entrare con precisione in quello spazio vacante della propria anima, un pezzo di sé che si è perso negli orrori della guerra o che si è rattrappito per non aver mai avuto alimento per svilupparsi.
In Yves qualcosa si è rotto dopo essere passato nella macina dell'esperienza bellica e per aver visto crollare la sua posizione sociale col sopraggiungere della povertà. Denise da parte sua è una donna a cui non viene chiesto niente se non vivere come un'eterna bambina; passando dalla tutela dei genitori a quella del marito, è una bambola che subisce la vita come gli altri gliela pianificano.
In queste pagine Irène Némirovsky descrive con semplicità sopraffina due psicologie così diverse e che rispecchiano perfettamente un'epoca: nello smarrimento di Yves si legge quello di un'intera generazione turbata irrimediabilmente dalla prima guerra mondiale e dalle sue conseguenze; nell'infantilismo di Denise si legge invece quello di una persona che non esiste se non nel ruolo di figlia o di moglie e che va in confusione quando nella sua vita entra un elemento non previsto.
Con una scrittura sobria ed essenziale questa autrice riesce a comporre un piccolo gioiello mettendo a nudo in modo mirabile i sentimenti dei due protagonisti lasciando un senso di inafferrabilità della complessità dell'animo umano. Bellissimo.

Autore: Jason Goodwin
Nazionalità: Gran Bretagna
Anno di pubblicazione: 2006
Numero pagine: 382
Punti: 7
Voto: 8
Eventuali bonus: punti nazione
Un giallo storico ambientato nella Istanbul del 1836.
L'eunuco Yashim viene incaricato di indagare sulla sparizione e la conseguente morte di quattro soldati della Nuova Guardia, la milizia che ha sostituito il corpo dei giannizzeri dopo che questo è stato sciolto, per non dire massacrato, dieci anni prima.
Molto caratteristica l'ambientazione, Istanbul è una città affascinante e qui siamo immersi totalmente nella sua atmosfera, respirandone gli odori e vivendone il caos del bazar e dei sobborghi.
Anche i personaggi sono ben caratterizzati, tanto che stavolta sono riuscita a carpire la trama del giallo quasi subito.
Un libro molto scorrevole di un autore che non conoscevo e di cui leggerò anche i prossimi della serie.

Titolo: Racconti dell'età del jazz
Autore: F.S. Fitzgerald
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 1922
Numero pagine: 364
Punti: 14
Voto: 7
Eventuali bonus: 3/4 (USA)
”Non possiamo permettere che un fatto inevitabile come la morte c’impedisca di godere della vita finché possiamo”
- "Il diamante grosso come l’hotel Ritz" 1921-
Raccolta che comprende undici componimenti -introdotti dall’autore stesso con una piccola nota esplicativa- suddivisi in tre sezioni:
1) Le mie ultime maschiette con quattro produzioni giovanili.
Uno narrazione scorrevole, a mio avviso anche troppo.
Quello che mi sembra abbia maggiore valore in questi racconti è il contesto storico.
Siamo nel primo dopoguerra: gli Stati Uniti escono vittoriosi da un conflitto che seppure geograficamente lontano ha coinvolto e sconvolto le vite degli americani.
Ora, però, si vuole solo voltare pagina:
questa nuova generazione intende chiudere il sipario sui campi di battaglie e le lugubri scenografie.
Si tuffano a capofitto nella bella vita (anche se questo termine felliniano sarà inerente al secondo dopoguerra è utile per far capire l’atmosfera).
Un’attenzione alla cura dell’abbigliamento e all’aspetto estetico.
Una profusione di feste, di balli a cui si deve partecipare: ballare è una prerogativa per essere popolare.
Il Jazz impazza. IL popolo bianco balla e si diverte sulle note di una musica che nasce dai neri ancora relegati ad un sistema di segregazione.
Un’America bianca, giovane e spensierata che emette la sua condanna nei confronti di chi non tiene il passo, chi socialmente non brilla.
Di questo quattro racconti quello che ho trovato degno di nota è in assoluto “Primo Maggio” un racconto dove l’euforia festaiola non fa altro che mettere in risalto il dramma di uno dei protagonisti.
2) Fantasie comprende altri quattro racconti.
Sono le creazioni preferite dall’autore stesso e tra le quali spicca “Lo strano caso di Benjamin Button”.
3) L’ultima parte comprende i capolavori non classificati dove mi ha colpito “I sedimenti della felicità”.
Una raccolta disomogenea per generi ed umori che spaziano dal reale al fantastico ma, a mio avviso, anche per qualità in un’epoca in cui i racconti si vendevano bene e, insomma si lavorava un po’ a cottimo:
”Credo che tra tutti i racconti che ho scritto questo sia quello che mi è costato meno fatica e mi abbia divertito di più. L’ho scritto in un giorno a New Orleans, con il preciso scopo di comprarmi un orologio da polso in platino e diamanti che costava seicento dollari. L’ho cominciato alle sette di mattina e l’ho finito alle due di notte.!
- La parte posteriore del cammello 1920-

Autore: Maurice Sachs
Nazionalità: Francia
Anno di pubblicazione: 1939 (su Gr e su Wiki mi danno date diverse ma la seconda è un pelo più affidabile, credo)
Numero pagine: 250
Punti:10
Voto: 8
Eventuali bonus:
Un diario o forse più un insieme di appunti volanti e poi messi insieme. Non è una propria e vera storia, ma una valanga di incontri con personaggi ancora famosi e altri meno, citazioni (consiglio un'edizione cartacea, con l'ebook mi sono trovata male con le note) a volte tradotte ma anche no, feste, scandali, dalla fine della Prima Guerra alla caduta di Wall Street. Il narratore, che sembra unico quanto l'autore, è ricco e senza impiego, adora quest'atmosfera di delirante joi de vivre anche se alla lunga se ne stanca anche lui.
Assomiglia molto al mio amato Isherwood, ma con Parigi al posto di Berlino e senza un filo conduttore.
Mi ha piacevolmente stupito come si segua la nascita e lo sviluppo dei film e dei cinema, come venissero considerati all'epoca, e come l'autore spesso fosse lungimirante su determinate questioni (sulla Germania in primis).

Mi piacerebbe cogliere l'occasione per leggere qualcosa di Abdulrazak Gurnah ma non so ancora..

Titolo: Elogio del margine / Scrivere al buio
Autore: bell hooks
Nazionalità: USA
Anno di pubblicazione: 2020
Numero pagine: 264
Punti: 5
Voto: 10
Eventuali bonus: /
Mi scuso da subito per lunghezza di questo commento ma poteva andare peggio:
mi sono trattenuta...
Grande emozione nel rileggere bell hooks dopo più di vent’anni.
Emozione rafforzata dalla recente scomparsa (15 dicembre 2021).
Questa rilettura non ha il sapore della riscoperta poiché nulla di ciò che è scritto tra queste pagine non è stato rimosso dalla mia memoria come accade, invece, per moltissime letture.
Questo succede con le riflessioni per cui sentiamo l’affinità di pensiero e non fatichiamo a farle proprie,
Il tempo non ha scolorito, anzi, se proprio si vogliono trovare cambiamenti sono di tipo aggiuntivo perché arricchiti dal bagaglio di esperienze personali che ci si porta appresso assieme alle molte letture.
Rileggere bell hooks oggi ha, dunque, per me, il valore intrinseco della riconferma.

bell hooks è il nome scelto da Gloria Jean Watkins: poetessa, scrittrice, saggista, attivista.
Due nomi che non hanno maiuscole:
bell che riprende il nome materno;
hooks il cognome della nonna materna.
In questa scelta di rinominarsi c’è già tantissimo del suo pensiero.
In primo luogo, rappresenta la sua (ri) nascita come soggetto politico.
Nata nel profondo sud statunitense, cresce in un contesto di segregazione; basti dire che vide per la prima volta un bianco all’età di sedici anni!
Donna con una spiccata intelligenza, entrò ben presto nel mondo accademico dimostrandosi, tuttavia, da subito ostile alle chiusure tipiche di quell’ambiente e cercando di ristabilire il contatto con la gente comune.
In questo senso, va interpretata la sua assidua partecipazione ai talk show della tv americana rendendola un volto noto.
Questo volume riunisce due pubblicazioni del 1998 corrispondenti a due tentativi di far conoscere bell hooks in Italia.
Il primo è una raccolta dei saggi più significativi titolata Elogio del margine .
Il secondo, Scrivere al buio è un’intervista di Maria Nadotti.
Il fulcro del pensiero di bell hooks in particolar modo, si concentra nelle connessioni tra razzismo, sessismo e classe sociale.
hooks, ci spiega, come il movimento femminista degli anni ’60, ad esempio, fu frenato, da un razzismo costante che, seppure non abbia assunto forme di odio esplicito è stato più subdolo in quanto ha negato l’esistenza e l’importanza di altre donne.
In “Elogio del margine” ritroviamo i temi “caldi” che l'autrice ha affrontato negli anni:
dal concetto di “casa” come luogo di resistenza, attraverso tutta una carrellata di immagini che nel pensiero comune la cinematografia e la letteratura hanno rafforzato calcificando tutto il perimetro degli stereotipi.
La forza di questo pensiero sta ne suo aspetto propositivo.
Partendo dal palese riconoscimento della marginalità della donna afroamericana senza potere economico, bell hooks propone di far sì che lo spazio marginale si trasformi in un laboratorio attivo di decostruzione:
” Non si tratta di una nozione mistica di marginalità.
È frutto di esperienze vissute. Voglio chiarire, tuttavia, che cosa significhi lottare per mantenere questo tipo di marginalità quando si lavora, si produce, si scrive «dal centro».
È da tempo che non vivo più in quel mondo segregato al di là dei binari della ferrovia.
Per vivere in quel mondo era fondamentale una consapevolezza sempre maggiore del bisogno di opposizione.
Quando Bob Marley canta «We refuse to be what you want us to be, we are what we are, and that’s the way it’s going to be» (rifiutiamo di essere ciò che voi volete farci essere, siamo quel che siamo e voi non ci potete fare proprio niente), lo spazio del rifiuto da cui si può dire no al colonizzatore, a chi ti opprime, sta sui margini. E si può solo dire no, far parlare la voce della resistenza, perché è lì che esiste un contro-linguaggio.”
Con il riconoscimento della convivenza della pluralità femminile con la peculiarità di ognuno, bell hooks, fa convergere e riconciliare le parti di un movimento da sempre frazionato.
Così, a mio avviso, nel panorama italiano, le sue riflessioni sono altrettanto preziose e per un duplice motivo.
Il primo è per me fondamentale e si riferisce al fatto che ogni pensiero sociale che si tramuta in politica del cambiamento deve necessariamente essere transculturale e transnazionale.
Il secondo si palesa nelle trasformazioni della società stessa italiana degli ultimi vent’anni che nella sua mutazione non può più negare l’urgenza di riflessioni sulla questione razziale.
Un messaggio chiaro quello di bell hooks basta con i bla bla bla che non portano a nessun cambiamento:
Non mi limiterò a guardare, voglio che il mio sguardo cambi la realtà”

Grazie.
E' anche vero che non ho ancora scelto chi leggere tra i vari autori ^^ anche se sicuramente sarà un americano...
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Amante di Hugo? Presente!!!
L'uomo che ride l'ho adorato 😍
@Saturn: non vorrei ripetermi ma lo faccio: complimenti!! 👏🏼👏🏼👏🏼"
L..."
A me lui piace, penso abbia davvero una buona penna ma se leggerlo è stato quasi un dovere per me, non credo ti impressionerà.
Se non ti dispiace, posso dare un occhio a quelli che ho letto di James e consigliarti qualcosa che te lo faccia conoscere meglio😊