Fabrizio Ulivieri's Blog, page 80

September 26, 2021

La natura umana della massa esposta nel De Civitate Dei di Agostino - I







Leggendo il De Civitate Dei di Agostino, un libro la cui analisi parte dalla caduta di Roma del 410 d.c. sono rimasto sorpreso dalle tante similarità con il momento di grande caduta in cui ci troviamo ora e quello che descrive Sant’Agostino che dovette essere un momento simile per l’intensità con cui un mondo, quello dell’impero romano, giungeva a fine, chiudendo una civiltà durata secoli, come la nostra attuale.

Sotto proponiamo uno dei tanti passi che ci ha impressionato per somiglianza nel descrivere la natura umana della massa infingarda.In questo passo, al di là del linguaggio ovviamente radicato in riferimenti altri rispetto al linguaggio che potremmo usare oggi per esprimere la stessa intensità di caduta globale, si coglie bene il senso di comodità amata dalla massa timorosa di andare contro i corrotti e i criminali che stanno al potere per paura di perdere tutto ciò che hanno acquisito nel tempo, preferendo vivere, allora come ora, nell’egoismo del proprio stabulum che ribellarsi ed esporsi e denunciare i crimini e le angherie, che potrebbe solo fargli perdere il benessere raggiunto, che è il sunto dell'ignavia della vita loro.
E finiscono così per vivere, dunque. nella paura di dire quello che pensano, nella paura di perdere tutto, nella paura della morte, tutto quanto radicato nel loro egoismo animale di esseri di massa.

Non solum quippe infirmiores, vitam ducentes coniugalem, filios habentes vel habere quaerentes, domos ac familias possidentes, multa temporalia, multa terrena libenter adipiscuntur et moleste amittunt, propter quae non audent offendere homines, quorum sibi vita contaminatissima et consceleratissima displicet; verum etiam hi, qui superiorem vitae gradum tenent nec coniugalibus vinculis irretiti sunt et victu parvo ac tegimento utuntur, plerumque, suae famae ac saluti dum insidias atque impetus malorum timent, ab eorum reprehensione sese abstinent, et quamvis non in tantum eos metuant, ut ad similia perpetranda quibuslibet eorum terroribus atque improbitatibus cedant, ea ipsa tamen, quae cum eis non perpetrant, nolunt plerumque corripere, cum fortasse possint aliquos corripiendo corrigere, ne, si non potuerint, sua salus ac fama in periculum exitiumque perveniat, nec ea consideratione, qua suam famam ac salutem vident esse necessariam utilitati erudiendorum hominum, sed ea potius infirmitate, qua delectat lingua blandiens et humanus dies et reformidatur vulgi iudicium et carnis excruciatio vel peremptio; hoc est, propter quaedam cupiditatis vincula.***


"Or vi sono individui più deboli che menano vita coniugale, hanno figli o desiderano averli, posseggono casa e famiglia. Costoro con piacere conseguono molti beni temporali e terreni e con dolore li perdono, quindi per mantenerli non osano affrontare coloro la cui vita peccaminosa e delittuosa, a loro avviso, è reprensibile. Ma anche quelli che hanno raggiunto un grado più perfetto di vita, non sono intralciati dai legami coniugali e si limitano nel vitto e nel vestito, nel temere le macchinazioni e la violenza dei malvagi contro il proprio buon nome e incolumità, per lo più si astengono dal riprenderli. Certamente non li temono al punto da giungere a compiere simili azioni a causa delle intimidazioni e perversità dei malvagi. Tuttavia spesso non vogliono rimproverare le azioni, che non compiono assieme ai disonesti, sebbene potrebbero col rimprovero correggerne alcuni, perché, se non riuscissero, la loro incolumità e buon nome potrebbero subire un grave danno. Non lo fanno perché considerano il loro buon nome e la vita indispensabili all'educazione degli uomini, ma piuttosto per debolezza perché fanno piacere le parole lusinghiere e la vita serena e si temono il giudizio sfavorevole del volgo, la sofferenza e la morte fisica, cioè a causa di certi legami della passione e non dei doveri della carità."
***De Civitate Dei I, 9-2
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Published on September 26, 2021 03:54

La natura umana della massa esposta nel De Civitate Dei di Agostino







Leggendo il De Civitate Dei di Agostino, un libro la cui analisi parte dalla caduta di Roma del 410 d.c. sono rimasto sorpreso dalle tante similarità con il momento di grande caduta in cui ci troviamo ora e quello che descrive Sant’Agostino che dovette essere un momento simile per l’intensità con cui un mondo, quello dell’impero romano, giungeva a fine, chiudendo una civiltà durata secoli, come la nostra attuale.

Sotto proponiamo uno dei tanti passi che ci ha impressionato per somiglianza nel descrivere la natura umana della massa infingarda.In questo passo, al di là del linguaggio ovviamente radicato in riferimenti altri rispetto al linguaggio che potremmo usare oggi per esprimere la stessa intensità di caduta globale, si coglie bene il senso di comodità amata dalla massa timorosa di andare contro i corrotti e i criminali che stanno al potere per paura di perdere tutto ciò che hanno acquisito nel tempo, preferendo vivere, allora come ora, nell’egoismo del proprio stabulum che ribellarsi ed esporsi e denunciare i crimini e le angherie, che potrebbe solo fargli perdere il benessere raggiunto, che è il sunto dell'ignavia della vita loro.
E finiscono così per vivere, dunque. nella paura di dire quello che pensano, nella paura di perdere tutto, nella paura della morte, tutto quanto radicato nel loro egoismo animale di esseri di massa.

Non solum quippe infirmiores, vitam ducentes coniugalem, filios habentes vel habere quaerentes, domos ac familias possidentes, multa temporalia, multa terrena libenter adipiscuntur et moleste amittunt, propter quae non audent offendere homines, quorum sibi vita contaminatissima et consceleratissima displicet; verum etiam hi, qui superiorem vitae gradum tenent nec coniugalibus vinculis irretiti sunt et victu parvo ac tegimento utuntur, plerumque, suae famae ac saluti dum insidias atque impetus malorum timent, ab eorum reprehensione sese abstinent, et quamvis non in tantum eos metuant, ut ad similia perpetranda quibuslibet eorum terroribus atque improbitatibus cedant, ea ipsa tamen, quae cum eis non perpetrant, nolunt plerumque corripere, cum fortasse possint aliquos corripiendo corrigere, ne, si non potuerint, sua salus ac fama in periculum exitiumque perveniat, nec ea consideratione, qua suam famam ac salutem vident esse necessariam utilitati erudiendorum hominum, sed ea potius infirmitate, qua delectat lingua blandiens et humanus dies et reformidatur vulgi iudicium et carnis excruciatio vel peremptio; hoc est, propter quaedam cupiditatis vincula.


"Or vi sono individui più deboli che menano vita coniugale, hanno figli o desiderano averli, posseggono casa e famiglia. Costoro con piacere conseguono molti beni temporali e terreni e con dolore li perdono, quindi per mantenerli non osano affrontare coloro la cui vita peccaminosa e delittuosa, a loro avviso, è reprensibile. Ma anche quelli che hanno raggiunto un grado più perfetto di vita, non sono intralciati dai legami coniugali e si limitano nel vitto e nel vestito, nel temere le macchinazioni e la violenza dei malvagi contro il proprio buon nome e incolumità, per lo più si astengono dal riprenderli. Certamente non li temono al punto da giungere a compiere simili azioni a causa delle intimidazioni e perversità dei malvagi. Tuttavia spesso non vogliono rimproverare le azioni, che non compiono assieme ai disonesti, sebbene potrebbero col rimprovero correggerne alcuni, perché, se non riuscissero, la loro incolumità e buon nome potrebbero subire un grave danno. Non lo fanno perché considerano il loro buon nome e la vita indispensabili all'educazione degli uomini, ma piuttosto per debolezza perché fanno piacere le parole lusinghiere e la vita serena e si temono il giudizio sfavorevole del volgo, la sofferenza e la morte fisica, cioè a causa di certi legami della passione e non dei doveri della carità."

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Published on September 26, 2021 03:54

September 25, 2021

Non credete a tutto quello che vi racconta la controinformazione sul web, è quasi sempre fuffa da meme

 







Qualche tempo fa ho avuto modo di inviare delle email ai quattro/cinque maggiori canali informativi di controinformazione presenti sul web, riguardo a quanto sotto.
Avevo ascoltato nel sito dell'avvocato Reiner Fuellmich  Stiftung Corona Ausschuss  una dirompente intervista al dottor David Martin QUI. in cui affermava che i vyruus erano nati come armi bio-logiche.
Di nuovo in un'altra intervista QUI allo Stew Peter Show il dottor David Martin approfondiva l'argomento spiegando meglio come il vxxine non sia in nulla un vxxine ma un'arma bio-logica che viene inoculata e che vorrebbe essere soprattutto usata sui militari USA. Il che fa presupporre che si voglia indebolire un'intero sistema militare. Si chiariva benissimo il ruolo di Fauci di Moderna e della stampa nella pianificata operazione di questo γένος-cidio.Avevo infine ascoltata un'altra intervista sempre al dottor Martin su Brighteon di Mike Adams QUI dove approfondiva e apertis verbis dichiarava che il vxxine era un attentato alla persona umana.Come se non bastasse una  ex impiegata della Pfizer, Karen Kingston, ribadiva le parole del dottor Martin sempre nello Stew Peter Show, QUI, asserendo che i vxxine siano sempre un'arma biologica e che a questo primo giro vengono usati per testare la capacità di quanto ossido di grafene possono tollerare gli umani prima di morire schiattati, ma che il prossimo turno sarà quello di collegare l'umano al Cinque Dži e all'AI.Avevo fatto riferimento al fatto che La FOIA, agenzia governativa americana (https://www.foia.gov/) aveva chiesto a 40 agenzie governative nel mondo la prova del vyruus isolato secondo i postulati di Koch, ma nessuna di queste ne ha fornito prova. 40, parliamo di 40 istituzioni governative, che non avevano fornito la prova.
Qui citavo molti link a video e articoli e websites.Ne riporto solo un paio QUI e QUI, ma erano almeno una decina. Che la famosa variante Δέλτᾱ è un'altra fallacy. QUI.Infine che le ricerche del dottor Robert O. Young, QUI, confermavano senza ulteriori dubbi che il sangue dei vxxnadi contiene, ossido di grafene, parassiti e metalli e non faceva che confermare che chi si inoculava il siero di breve vita non poteva andare incontro a una lunga vita.
Ebbene, cosa avrebbe fatto un vero giornalista che ama la verità, come dicono di amare questi meme del web che fanno controinformazione usando fuffa trita e ritrita? Avrebbe almeno risposto, avrebbe di sicuro provato ad indagare, troppe le evidenze, troppe le auctoritates che parlavano, non poteva essere un bunch di falsità.
No, nulla di tutto questo, neanche una risposta***, né dopo settimane e settimane un accenno nelle loro narrative che abbiano cercato di cambiare la narrativa della fuffa memetica che insiste a definire vxxne quello che è arma bio-logica.
Mi chiedo perché. Non credo che siano in malafede, anche se per qualcuno di loro i signa del gatekeeper qua e là appaiono. Non credo che sia mancanza di coraggio, alcuni hanno dimostrato coraggio.Credo qualcosa di molto più semplice: PIGRIZIA mentale e fisica. Nessuna voglia di mettere in gioco quella narrativa che fino a qui gli ha dato credibilità sul web.L'italiano in fondo è un pigro infingardo, che gli piace riposare dove sta bene, non fare mai il passo più lungo dell gamba, a cui piacciono le comodità acquisite.Mi vengono in mente certuni di una nota rivista che vanno in giro per l'Italia a fare forme di dissenso organizzando aperitivi.Un popolo comodone e con la pancia troppo piena che si bea di essere piena, non vi è dubbio.
Salvo poi, fra non molto, quando diverrà talmente evidente che i vxxine sono biowea..po...ns, dire che lo avevano predetto, che lo avevano detto prima di tutti, che sembra ormai divenuto lo sport primario di tutti questi Nostradamus del web controinformativo.
***Solo uno in verità ha risposto e ringraziato ma non ha fatto nulla poi, nel senso che ha iniziato a fare dei video sui vxxni ma ha sposato la tesi ufficiali della fuffa, cioè che i vxxini sono comunque vxxni anche se impropri.
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Published on September 25, 2021 00:39

September 22, 2021

La via della foresta - X Takas

 




Proseguiamo la nostra analisi della via della foresta. Una forma di dissenso spirituale interiore che prepara a quello esteriore.


Illud est culpabile, quod hi, qui dissimiliter vivunt et a malorum factis abhorrent, parcunt tamen peccatis alienis, quae dedocere aut obiurgare deberent, dum eorum offensiones cavent, ne sibi noceant in his rebus, quibus licite boni atque innocenter utuntur, sed cupidius, quam oportebat eos, qui in hoc mundo peregrinantur et spem supernae patriae prae se gerunt. (Sant’Agostino)

“È da considerarsi colpa il fatto che coloro i quali vivono onestamente e detestano le azioni dei malvagi, sono tuttavia indulgenti con i peccati degli altri che dovrebbero redarguire o rimproverare. Lo fanno per evitare le loro reazioni perché non nuocciano loro nelle cose che i buoni usano lecitamente e onestamente ma con desiderio più intenso di quanto sarebbe opportuno per chi è esule in questo mondo e professa la speranza di una patria superiore”

Queste parole di Sant’Agostino mettono a nudo quale coscienza debba avere il Waldgänger, una coscienza di confine di chi è esule dal mondo che lo ha rigettato ma è centrato nel mondo che scopre lungo il takas. E’ oltre quelli che vivono dissimiliter, e anche oltre la massa che che offende (offensiones) coloro che dissentono dalla massa e che tuttavia ancora credono più del lecito (cupidius) nei mezzi comuni che lo stato mette a disposizione per dissentire formalmente (ne sibi noceant in his rebus, quibus licite boni atque innocenter utuntur) e questo purtroppo li trattiene dall’indirizzarsi verso quella strada, takas, dove tutto quello che accade è racchiuso nella parola di Dio e nel suo disegno divino, e che metro dopo metro, curva dopo curva gli si dischiude, sotto il peso di una croce che metro dopo metro, curva dopo curva gli diviene più leggera.
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Published on September 22, 2021 10:20

September 21, 2021

Fake injections to fake politicians

 





As I have always presumed, one day it will start. And it has finally started to be known the truth about the fake injections made to politician-puppets.

In the video below an expert, nurse is casting heavy doubts on Trudeau injection. Probably in a short time, other revelations will soon surface.

Truth tends to go up not down.

Here the link to the video and article.


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Published on September 21, 2021 04:59

September 19, 2021

La swerve comincia da lontano - I Vitelloni di Federico Fellini (1953)




Il modo di essere del nuovo intellettuale non può più consistere nell’eloquenza, motrice esteriore e momentanea degli affetti e delle passioni, ma nel mescolarsi attivamente alla vita pratica, come costruttore, organizzatore, “persuasore permanentemente” perché non puro oratore – e tuttavia superiore allo spirito astratto matematico; dalla tecnica-lavoro giunge alla tecnica-scienza e alla concezione umanistica storica, senza la quale si rimane “specialista” e non si diventa “dirigente” (specialista + politico) - Antonio Gramsci

In un pomeriggio grigio e pieno di pioggia e uggioso di metà settembre, nel paese dove vivo, che potrebbe essere paragonato a uno dei peggiori novembre in Italia mi è capitato di rivedere il film di Fellini "I Vitelloni".

E' un film del 1953. Un'altra Italia. Dal mio punto di vista la vera Italia, quella che mi ricordo, ancora immersa nella tradizione contadina e cattolica di Papa Pio XII, ante Concilio Vaticano Secondo che ha travolto poi l'Italia con il modernismo e il relativismo.

Eppure già vi si scorgono i prodromi del disastro attuale. E mi ritengo fortunato a poter fare questo confronto, ad aver vissuto e vivere entrambe le realtà.

Il primo signum è la comparsa di Alberto Sordi, un attore che io ritengo responsabile, al pari di Berlusconi che però ha solo concorso l'ultimo ventennio a rimbecillire un popolo che già nel film di Fellini era pronto a ricevere i signa che prefiguravano l'attuale imbellità e ignavia del popolo italiano.

Dicevo di Alberto Sordi, un attore che ha contribuito con i suoi personaggi a costruire la figura dell'italiano codardo, vigliacco, opportunista, falso, bugiardo ma che alla fine ha sempre, seppur meschino in tutto, un grande cuore. Lo ritengo altamente colpevole di aver influenzato e convinto con i suoi personaggi il popolo italiano che si potesse vivere, approfittare della vita e far carriera seguendo i suoi stilemi.
Uno stilema su tutti è il gesto del manico dell'ombrello che fa dalla macchina verso i lavoratori.

I vitelloni sono sicuramente la visione di un popolo infingardo, infantile, mendace che agisce solo per soddisfare le opportunità e i propri infantili egoismi e sempre pronto a rinnegare se stesso quando gli convenga. Il carattere che nel film meglio esemplifica questo oltre ad Alberto (Alberto Sordi) è Fausto (Franco Fabrizi).Soprattuto il cibo, è l'onnipresente divinità italica, che incombe anche nelle situazioni più drammatiche, rassicurando la pancia potrai affrontare e accettare anche il destino più tragico, come quando scomparsa Sandra, moglie di Fausto, con la bambina  entrambe introvabili, e  si  teme il peggio, il meschino protoitalico di tutti gli italici di oggi, Alberto (Alberto Sordi- sic!), si preoccupa di mangiare innanzitutto e non della sorte di Sandra e della bambina.Quando agli italiani si toglierà il piacere principe della pancia solo allora questo popolo (la maggioranza) imbelle e egoista troverà la rabbia della rivolta. Non prima. Inutile illudersi. E' un popolo con la pancia troppo piena per ribellarsi.
Mi hanno anche colpito gli accenni di omosessualità abbastanza evidenti nella figura dell'attore ormai sul viale del tramonto Sergio Natali (Achille Majeroni) e suggeriti (pedofilia pure?) anche e probabilmente dalla immatura quanto malinconica ed enigmatica figura di Moraldo (Franco Interlenghi). Omosessualià che se in quegli anni saliva in superficie come latenza di una passione carnale personale oggi ha dilagato nell'omosessualismo ideologico e autoritario. O i riferimenti a presunti autori di scarsa talento che magari poi nella realtà, come Pavese di cui salvo solo un paio di poesie e Vittorini e Moravia...e che rivedo nella figura del commediografo Leopoldo (Leopoldo Vannucci), che pur non dotati si sono potuti solo affermare con il sostegno del PCI, senza il quale non avrebbero avuto chance.

A distanza di anni il film mi appare come modesto, lento, con uggiosi insistimenti sulla Weltanschauung felliniana del mondo sub specie circi, tanto caro a Fellini. e sul mito, in quegli anni molto radicato, del "partire", dell' "andare via", che oggi è diventato non più un mito ma una condanna sofferta particolarmente da quegli italiani capaci, intelligenti, coraggiosi che non si vogliono piegare alla dittatura che in Italia, come ha rilevato recentemente Cacciari, è in fieri da circa 15 anni. Allora era un mito di libertà oggi è un esilio forzato.
Mito della libertà tout court che, estrapolandolo dal film, sembra appunto celare molto di più, ovvero il disagio incipiente verso la famiglia che sfocerà nel disastro del Sessantotto, culminando nell'aperta ribellione verso la famiglia e ogni ordine di potestas  non solo del paterfamilias ma di qualsiasi altra auctoritas sociale o religiosa. Prodromo, per di più, di ogni libertà verso l'autodistruzione di ciascun valore tradizionale fagocitato poi ad infinitum dal marxismo degli intellettuali organici tanto cari al PCI.
E questa Italia di oggi, quella che vediamo felice di essere schiava e tiranneggiata ( la maggioranza) da quelli che liberamente vengono accettati come classe dirigente al potere e divengono i loro propri aguzzini criminali, è il risultato di quei signa che già fanno capolino nel film di Fellini, I Vitelloni, e che allora illudevano il popolo come segnali di un nuovo mondo migliore e più felice rispetto al tetro mondo della tradizione.

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Published on September 19, 2021 06:16

La via della foresta Takai VIII e IX





Continuo a Postare sparsim le mie riflessioni sui Takai e il Waldgänger. Ovvero di uno spostamento che si verifica nella vita di quegli individui che si trovano a prendere coscienza della violenza del potere e scelgono la loro libertà, che non è mai una libertà in sé e per sé ma una libertà che va al di là della città degli uomini e si configura nella città di Dio o della coscienza laica illuminata da Dio.

E' una lingua spesso esopica, nel senso della Ezopinė kalba, che gli intelletuali lituani usavano in periodo di occupazione e censura sovietica per esprimere le loro idee e farle passare.
In parte l' ho approfondito anche QUIIn tutto saranno 14 takai, stazioni, come quelle della via crucis. Chi sceglia la libertà contro la dittatura intraprende una sua via crucis


[VIII] Aštuntas Takas

La sua vita si fa parallela, parallela a quella dei più. Ogni incontro con uno di loro gli rammenta la sua natura diversa.

A loro non si rivela e adopera una lingua esopica in cui parla per confondere loro le sue decisioni interiori, quelle che ha scoperto nella foresta.

E’ un popolo sterile i più su cui non conviene versare lacrime, per le loro scellerate decisioni. Per questo non cerca un dialogo vero con loro e nasconde le sue intenzioni.

Chi ha scelto la foresta si nutrisce di un'altra vita. Che cresce e si trasforma in lui.

   

Cibus sum grandium: cresce et manducabis me.

Nec tu me in te mutabis sicut cibum carnis tuae, sed tu mutaberis in me[1]

 

Il takas muta. Il takas, vivo. vive in chi lo sceglie. Cresce chi lo sceglie. Lo tiene in vita e lontano dalla menzogna e si situa nel centro della verità.

Chi vive nel takas conosce la sofferenza, l’inferno il limbo e il paradiso. Vive lontano dai modernisti seductoreserrantes et in errorem mittentes, che hanno finto un mondo di piacere eliminando astutamente la sofferenza dal mondo. Hanno fatto credere falsamente ad un infinito piacere di vivere una vita che deve essere vissuta solo nell'egoismo e nella ricerca di denaro potere e sesso.

 

[IX] Devintas Takas

Il Waldgänger non soffre, ha la pace nel cuore. Ha permesso un universo altro nel cuore (Dio, il cuore immacolato della Madonna, la coscienza illuminata da Dio). Ha sviluppato una “città” altra nel suo cuore diversa da quella che lo ha costretto a prendere il takas, la via della foresta.

Non sarà più abusata la sua parola, dal marcio che lo circonda. La sporcizia che lo ha premuto verso altra direzione, quella per cui molti anni prima aveva avvertito una swerve di cui non coglieva ancora la direzione non lo riguarda più.

La swerve che lo ha colto di sorpresa anni prima lo ha definitivamente allontanato dalla tirannide criminale e senza scrupoli, quia similes a similibus attrahuntur, che si è si è coortata con la massa pusillanime in preda al terrore eretico, pronta a sacrificare la libertà, i genitori, i figli, gli amici, TUTTO, pur di consegnarsi alle promesse illusorie del Leviatano che le (sper-)giura salva la vita.


[1] Nutrimento dei cresciuti io sono. Cresci dunque, e mi mangerai, né tu me in te muterai, come il cibo per la carne tua; ma tu ti muterai in me. (Sant’Agostino)


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Published on September 19, 2021 01:06

Viganò opera per la distruzione della chiesa come Bergoglio - Don Minutella


Postiamo il video infuocato e irato ma lucido come pochi di Don Minutella, che getta ombre legittime sulle parole apparentemente condivisibili e giuste di Monsignor Viganò che però, tramite l'intervento di Mel Gibson, annuncia la sua pretesa cancellazione di ben 5 papi.



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Published on September 19, 2021 00:16

September 18, 2021

L'Italia è destinata a finire isolata nello scacchiere internazionale



Continuiamo a postare quelle analisi che contribuiscono a dare aperture, a far vedere come nell'attuale situazione mondiale ci sono margini per ribellarsi in modo positivo e concreto alla dittatura globale.
Qui la bella analisi di una persona positiva e che conosce la materia. Umberto Pascali.
Oltre a mostrare come il NWO sia in affanno e ad individuare i nuovi posizionamenti geopolitici di USA, Cina e Russia, e che la riscossa di una nuova ondata di opposizione venga proprio inaspettatamente da Hollywood, ci delinea come l'Italia e i suoi tiranni al potere siano sempre più destinati a rimanere isolati nello scacchiere mondiale e finire in un cul-de-sac fatto solo di prepotenza e imposizioni criminali fino al momento che crolleranno drammaticamente davanti alla nascita di nuove opposizioni.

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Published on September 18, 2021 06:42

September 16, 2021

Cacciari: la democrazia è finita



Le parole di Cacciari sono una pietra tombale, sull'illusione del dialogo fra gli opposti.

Chi sostiene la politica della vaccinatura dittatoriale è un eretico che devia non solo da quella che viene chiamata la democrazia, ma dalla verità stessa dei fatti.

E con gli eretici, ci insegna la chiesa, non è possibile il dialogo. Gli eretici si combattono con le loro stesse armi.Le parole di Cacciari non sono parole che devono indurre alla paura ma alla forza, al coraggio e alla consapevolezza, di chi pur avendo sempre vissuto a sostegno di coloro che mantengono in vita la Grande Menzogna, ora finalmente se ne allontana e comunica al mondo, grazie alla sua notorietà, che quel mondo che anche lui aveva sostenuto è finito. E per sempre. Amen.




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Published on September 16, 2021 23:36